Ultima fermata, Teheran. Ovvero: lo sconvolgimento geopolitico alle porte
Dunque a detta di sempre più osservatori ed esperti la guerra all’Iran è ormai solo questione di mesi. A prendere l’iniziativa sarà Netanyahu, il padre fondatore del riciclaggio dello scontro tra Oriente comunista ed Occidente capitalista in scontro tra Nord e Sud del mondo, cioè in pratica tra mondo giudaico cristiano e mondo islamico. Ovviamente spero che osservatori ed esperti si sbaglino anche questa volta. Però è bene ripercorrere le tappe di questa follia centrata sull’ossessione delle “bombe atomiche di Teheran”, versione aggiornata in salsa iraniana della gigantesca e criminale panzana delle “atomiche di Saddam” servita per invadere l’Iraq. Propongo quindi due scritti non miei: piuttosto lunghi, ma molto documentati e dettagliati. Sono di qualche anno fa, ma sempre estremamente attuali per il contenuto e molto utili per farsi un’idea di come stiano davvero le cose.
1) http://www.eurasia-rivista.org/nucleare-iraniano-storia-politica-diritto-e-strategie/3408/
Estratto da
L’ATOMICA DEGLI AYATOLLAH
Di Vincenzo Maddaloni e Amir Modini
(Ediz. Nutrimenti 2006)
Da più di due decenni l’Iran (terra degli arii) erede dell’antica Persia, è il baricentro dello scacchiere mediorientale. Oggi più di prima molto ha influito la presenza di Forze Armate americane nell’area e il rapido continuo mutamento degli equilibri geopolitici mondiali. Le potenze occidentali che negli ultimi due o tre secoli hanno sfruttato e beneficiato delle risorse del pianeta dovranno ora confrontarsi con la nuova realtà emergente. L’Iran è al centro di quell’area geografica in cui si concentrano le maggiori risorse mondiali di petrolio e gas naturale: è infatti il secondo paese per le risorse (uranio, plutonio), il terzo esportatore di petrolio e subito dopo la Russia per le riserve di gas naturale. Ma il fattore che determina anche l’importanza dell’Iran nel panorama mondiale è la sua importanza culturale.
L’Iran è infatti al centro di quell’area dell’Asia sud occidentale che è in contatto con l’Eurasia, la Cina , l’India, la Russia, il Medioriente, la penisola arabica,: è il punto di incontro di grandi civiltà, quella indiana, quella islamica, quella europea, è soprattutto la culla millenaria della civiltà indo-iranica dove si incontrano la civiltà iranico-islamica (a partire dal VI sec) e quella iranico europea (a partire dal XVII sec).
L’Iran oggi per competere nello scenario globale che si sta avviando verso una tripartizione geopolitica (Stati Uniti, Unione Europea e un’embrionale comunità asiatica (Russia, Cina e Rep: centro asiatiche) deve scegliere un’area con la quale allearsi e il polo geopolitico che riuscirà ad allearsi con l’Iran diverrà la superpotenza del futuro.
L’area dell’Asia sud occidentale che gravita intorno all’Iran con la sua presenza storico-culturale comprende la parte meridionale dell’Asia centrale ex sovietica, il Caucaso, la Turchia orientale, l’Iraq, la sponda meridionale del Golfo Persico, parte dell’Arabia Saudita e dell’Oman, il Pakistan e l’Afghanistan e questa presenza è legata alla natura dell’attuale potere degli ayatollah, vere anime del clero sciita e la componente sciita è quasi sempre predominante nei paesi suddetti.
Avere l’Iran come alleato significa poter gestire le risorse energetiche e dunque governare l’intera economia mondiale poiché l’Europa, il Giappone, la Cina e l’India dipendono da quest’area geografica.
Da tutto ciò si comprende il motivo per cui le Forze Armate degli Stati Uniti sono sbarcate in Iraq. Resta solo da vedere se il processo politico in atto sarà in grado di riassorbire la guerra civile o se offrirà un nuovo pretesto per l’invasione dell’Iran.
Ma veniamo ora all’argomento che ci interessa oggi: lo sfruttamento del nucleare nell’Iran di Ahmadinejiad.
La storia del nucleare iraniano risale alla monarchia dei Pahlavi. Nel 1974 Reza, è in rapporto di amicizia con vari esponenti dell’amministrazione USA (Kissinger sosteneva il rafforzamento dell’Iran in chiave antisovietica e propose l’acquisto di 23 nuovi reattori e l’aiuto di tecnici dell’M.I.T.)
Gerard Ford nel ‘76 aveva autorizzato lo scià a comprare e usare le tecniche innovative per l’estrazione e lavorazione del plutonio, passo sostanziale per arrivare alla fabbricazione di testate nucleari.
Al luglio del ’78 risale l’accordo USA-IRAN sull’energia nucleare (7 mesi prima della rivoluzione islamica) e la cooperazione per la ricerca di giacimenti di uranio. General Electric e Westinghouse fanno una gara per vendere i propri reattori: l’apertura al nucleare sarebbe servita alla pace mondiale perché non solo le compagnie americane avrebbero costruito i reattori nucleari, ma il Pentagono avrebbe continuato a vendere armi e equipaggiamenti all’esercito e alla polizia in cambio di petrolio. L’Iran firma anche contratti con Francia e Germania.
Durante la guerra IRAK-IRAN 1980-1988 gli impianti vennero danneggiati.
Alla fine degli anni ’80 Teheran offrì a Washington e all’Europa Occ. di costruire nuovi reattori, ma ottenne un no deciso per il dilagare del khomeinismo e si rivolse quindi ai russi che accettarono.
CRONOLOGIA
1979: rivoluzione islamica, 16 gennaio: lo scià lascia l’Iran. 1° febbraio: l’ayatollah (ayat Allah = segno di Dio) Khomeini torna in Iran e prende il potere: segue l’abrogazione del diritto di famiglia sostituito da appositi tribunali competenti e riguardante quindi anche il divorzio e la custodia dei figli; divieto alle donne di svolgere la funzione di giudice, imposizione del velo, repressione delle proteste, segregazione delle donne nelle spiagge e negli eventi sportivi. Aprile. referendum : il 98% vota a favore della Rep. Islamica. Novembre: occupazione in Libano dell’Ambasciata USA da parte degli hezbollah. Dicembre: Komeini diventa ufficialmente faqih e controlla la magistratura, il governo e il parlamento
1980 l’Iraq invade l’Iran
1981: rilascio degli ostaggi americani dopo 444 giorni
giugno: il premier Bani Sadr accusato di complotto per rovesciare la Rep. Islamica, fugge in Francia, repressione delle dimostrazioni in suo favore
1984 il parlamento approva la legge che prevede 74 frustate per le donne che non indossano il velo
1985 Iran-Contra Affair. Gli USA cercano di liberare gli ostaggi in Libano offrendo in segreto armi all’Iran. Komeini chiede alle donne di partecipare alla guerra contro l’Iraq
20 luglio 1988 fine della guerra durata otto anni
1989 Komeini muore, Kamenei è nominato leader supremo
e Rafsanjani presidente
1990 l’Iraq invade il Kuwait. L’Iran rimane neutrale, ma denuncia la presenza americana nella regione.
Giugno 1990 devastante terremoto : muoiono 40.000 persone a settembre Teheran riallaccia relazioni diplomatiche con Baghdad.
1995 gli USA impongono sanzioni petrolifere e commerciali all’Iran accusato di sostenere il terrorismo, di produrre armi nucleari e di essere ostile al processo di pace
Novembre :305 donne si iscrivono alle elezioni legislative, il Consiglio dei guardiani ne candida 179
1997 Khatami è eletto presidente con il 69% dei voti
2001 accordo Iran –Arabia Saudita per combattere il terrorismo, la droga e il crimine organizzato
Khatami è rieletto con il 77% dei voti per un secondo mandato
2002 Bush include l’Iran, l’Iraq e la Corea del Nord nell’asse del male. I russi iniziano la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr
2003 manifestazione contro il regime del clero, 4000 persone vengono arrestate.(e non sono solo studenti)
Annuncio di Khatami che l’Iran produrrà combustibile nucleare per le proprie future centrali civili.
Ispezioni dell’AIEA, ultimatum e l’Iran cede e sospende l’arricchimento dell’uranio. a dicembre firma il protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare
2004 susseguirsi di accuse e di accordi di sospensione dell’arricchimento in cambio della promessa di cooperazione nucleare, commerciale e politica
2005 minaccia della ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio, Blair vuole portare l’Iran di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU:
24 giugno: Ahmadinejad presidente
La fase più tormentata della vicenda nucleare si sviluppa nel corso del 2005. Bush, dopo la vittoria a giugno di Ahmadinejad come presidente, ricorda che di fronte a una minaccia nucleare “nessuna operazione è esclusa, compresa quella della forza”
Il Washington Post e The Nation sostengono che il piano d’attacco all’Iran elaborato dallo Strategic Command prevede l’uso di armi convenzionali e nucleari su oltre 400 obiettivi utilizzando i “Droni”, aerei senza piloti (oggi in Iraq).
Reazioni europee: nella primavera 2005, primo atto diplomatico con la richiesta di un rinvio del progetto nucleare, cui non fa seguito alcuna risposta. Il 17 settembre 2005 Ahmadinejad all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama che l’Iran non rinuncerà a produrre energia nucleare per scopi civili usando uranio arricchito (prerogativa riconosciuta dal Trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1974 che permette ai paesi membri di costruire sotto tutela internazionale impianti che comprendono tutte le fasi del ciclo del combustibile nucleare, compreso l’arricchimento).
Nell’agosto 2005 la UE 3 chiudeva la porta a “una proposta iraniana che prevedeva l’abbandono in modo definitivo degli impianti di arricchimento e il solo utilizzo di impianti ad acqua leggera. L’Iran chiedeva inoltre di fare delle joint venture con imprese private e pubbliche straniere, ma ottiene il no di Gran Bretagna e Francia.
Gennaio 2006
Risposta di Israele alla violenza verbale di Ahmadinejiad con la minaccia di bombardare gli impianti iraniani, cui fa seguito da parte dell’Iran l’apertura dell’impianto di Natanz che era sotto il monitoraggio dell’AIEA. L’8 marzo deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, misure restrittive su commercio e blocco dei capitali all’estero.
Gli USA sostengono che il polonio e il berillio (armi atomiche) sono stati importati in Iran, ma l’AIEA (direttore El Baradei) smentisce dopo le visite ai vari impianti e sostiene di non aver trovato nulla.
L’Iran è l’unico paese al mondo che ha una legge che vieta al Governo e ai vari enti di intraprendere attività nel settore militare, relative al nucleare, e non ha mai aggredito alcun paese: è stato aggredito da Saddam al quale gli occidentali avevano fornito armi chimiche quando stava per perdere. L’Iran è membro dell’ONU e ha firmato quasi tutti i trattati internazionali, tra cui il Trattato di non proliferazione nucleare nel rispetto del quale ha accettato le ispezioni dell’AIEA ai siti deputati allo sviluppo del programma nucleare civile.
Nel 2003 l’Iran aveva proposto la creazione di una zona denuclearizzata nel Medio oriente, appoggiato da Egitto e Giordania, da presentare al Consiglio di sicurezza ONU, ma aveva ottenuto un no degli USA perché implicava il controllo degli armamenti nucleari di Israele (200 testate nucleari disponibili).
NB. Né Pakistan, né India né Israele hanno firmato questo Trattato di non proliferazione nucleare. Anche il Brasile, pur avendolo firmato si oppone ai controlli dell’AIEA la quale teme che il Brasile possa vendere ordigni atomici o esportare uranio arricchito di cui è ricco (ma in quel caso dovrebbe cambiare la sua Costituzione).
La UE dovrebbe impegnarsi a convincere gli USA a togliere le sanzioni contro l’industria iraniana del gas e del petrolio, degli aeromobili e relativi pezzi di ricambio e rinunciare all’obiettivo di un cambio di regime in Iran.perché la pressione costante degli USA determina di fatto un rafforzamento del blocco conservatore in Iran che è un paese a forte tradizione di nazionalismo ed è una delle più antiche nazioni del mondo e con alle spalle una ricca cultura.
Dall’impero del male all’asse del male
Nel gennaio 2005 a Davos Clinton aveva dichiarato che il golpe del 1953 che portò lo scià sul trono contro il governo Mossadegh fu un grave errore dei servizi americani: quell’evento ha minato lo sviluppo della democrazia in Medioriente e l’ha stroncato. Come conseguenza in Iran sono scoppiate lotte sociali e antiamericanismo, una costante che la vittoria degli ayatollah ha contribuito a diffondere. Da parte USA una guerra con l’Iran avrebbe conseguenze imprevedibili. Negli anni ’80 Reagan definiva l’Unione Sovietica l’Impero del male per giustificare il riarmo e il progetto delle guerre stellari. Crollato l’URSS, i potenziali nemici sono diventati l’Iraq, l’Iran, la Yugoslavia di Milosevic, la Corea del Nord, la Siria.
Richard Perle trovò un comun denominatore inventando l’espressione asse del male :oggi Iran, Siria, Libano, agevolati dallo scoppio del terrorismo internazionale.
Il petrolio e il gas
L’80-90% di entrate totali delle esportazioni in Iran sono rappresentate dal petrolio e dal gas e finanziano il 40-50% del budget dello stato. Risale al 1951 la NIOC (national iranian oil co) uno dei più grandi enti petroliferi del mondo, nata con la nazionalizzazione di Mossadegh.
Sono localizzati nella parte sud occidentale del paese ben 32 giacimenti produttivi (25 in terra ferma e 7 sul mare), ma il potenziale potrebbe di molto aumentare sfruttando i giacimenti del Mar Caspio dove però esistono dispute territoriali irrisolte tra Iran Kazakistan, Russia Azerbaijan e Turkmenistan.
Attualmente l’Iran esporta 2,7 milioni di barili verso Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan e Europa, ma ha difficoltà a raffinarlo e necessiterebbe di investimenti per rendere più efficienti i suoi giacimenti.
Nel 2004 la Inpex, un consorzio giapponese, ha firmato un accordo per lo sviluppo dei giacimenti di Aradegan che ha riserve per 26 miliardi di barili, e cerca l’appoggio di Total, Statoil, Sinolpec e Lukoil. La produzione potrebbe iniziare quest’anno e raggiungere i 260.000 barili al dì.
Anche l’Eni/Agip insieme alla francese Elf hanno contratti by back (spese di investimento in cambio di quote di petrolio) vicino ad Abadan la cui capacità è di circa 3-5 miliardi di barili e giacimenti di petrolio e gas nell’isola di Khark.
Rapporti di amicizia con la Russia
Tra il 1989 e il 1993 l’Iran ha acquistato armamenti russi per 10 miliardi di dollari per riequipaggiare le sue Forze armate dopo la guerra e inoltre tecnologia nucleare e missilistica. Preoccupazione comune : i talibani e l’influenza USA e l’impegno di non permettere a quest’ultima il controllo delle esportazioni di energia in Asia centrale: l’Iran finanzia la costruzione di una ferrovia e un gasdotto dal Turkmenistan a Meshad e di qui ai porti e quindi all’estero.
Per quanto riguarda il gas l’Iran è il 2° produttore di gas dopo la Russia. Il 62% non è ancora sfruttato. Si parla di un gasdotto con la Turchia che potrebbe proseguire per l’Europa attraverso la Bulgaria e la Romania, oppure essere sotterraneo nell’Adriatico. L’Iran esporta gas in India e nell’ottobre 2004 ha firmato un contratto con SINOPEC (Cina) di 100 miliardi di dollari per 30 anni e un accordo con il governo di Pechino per l’esplorazione del Caspio meridionale.
Il pagamento del petrolio in dollari risale a un accordo mediato dallo scià nel 1972-73 con l’Arabia Saudita. Anche l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) seguì l’esempio e tutti i paesi dovettero dotarsi di dollari per l’acquisto di petrolio
Il che vuol dire predominio globale garantito. Nel 2000 l’Iraq fu il primo a pretendere il pagamento in Euro e quando anche l’Iran espresse la volontà di farsi pagare in Euro o in Yen il pericolo per il dollaro divenne reale e si può dedurre che scopo primario della guerra del golfo non furono le armi di distruzione di massa che non c’erano, né l’esportazione della democrazia, ma la salvaguardia del dollaro, cioè il fondamento dell’impero americano.
Due mesi dopo l’invasione dell’Iraq il programma Oil for Food fu chiuso e il petrolio venne di nuovo venduto in dollari.
Se l’Iran adottasse l’Euro le transazioni del petrolio darebbero alla valuta europea il prestigio di diventare riserva monetaria internazionale e sia i cinesi che i giapponesi sarebbero lieti di diminuire le loro riserve in dollari (oggi svalutati) e maggiori vantaggi andrebbero anche ai russi.
Alla minaccia degli USA di ricorrere al Consiglio di Sicurezza l’Iran risponde che sarebbe come giocare col fuoco e minaccia in caso di attacco militare di interrompere i rifornimenti a Usa e Europa: se ciò avvenisse i prezzi potrebbero schizzare da 70 a 130 dollari al barile e la Cina potrebbe in questo caso liberarsi delle sue riserve in dollari causando un grave deprezzamento della valuta americana.
Perché tanto interesse per l’islam
Tariq Ali, direttore del Newleft Review pakistano dice: “Dimentichiamo l’Islam e pensiamo al petrolio. Se non si trovasse sotto le terre abitate da musulmani dubito che l’Occidente si sarebbe mai occupato dell’Islam. Sono i petrodollari che hanno fatto rinascere l’interesse per l’Islam, dopo la caduta dell’impero ottomano.
Gli stati chiave creati dai poteri imperiali dopo la 1a guerra mondiale Iraq, Kuwait e Arabia Saudita si basavano sugli interessi delle compagnie petrolifere. Le forze democratico-radicali dell’Iran erano state sconfitte dall’intervento anglo-americano (scià) che preferivano un regime corrotto e autocratico.
Per gran parte del XX sec. gli interressi nazionali e delle compagnie occidentali hanno tenuto l’Islam in un angolo politico, una religione del 3° mondo di nazioni ai margini, di ricche élites, di dittatori brutali e popolazioni oppresse: I confini di questo stretto angolo politico si sono rinforzati durante la guerra fredda, quando Urss e Usa usarono il mondo islamico come campo giochi per il loro Great Game. E la lezione mai imparata è che coloro che sono stati manipolati con la violenza useranno prima o poi gli stessi modi per esprimere la loro rabbia e la loro ribellione”.
Dice Amir Modini : Non esiste una guerra di religioni: Il problema reale risiede nella vita e nella sua materialità di ogni giorno. Ci sono tanti integralismi, a partire da quello cristiano per arrivare a quello ebraico a quello indù, quello scintoista e tanti altri.. Il fatto vero è che la maggioranza dei popoli islamici lotta da secoli per liberarsi dal cappio del colonialismo e del neocolonialismo e su questa scia sono nate tendenze estreme e spesso manovrate dal potere di turno..Comunque il riformismo di Khatami non è un’esperienza conclusa, non porrei limite a questa speranza che esprime le istanze di una parte notevole del movimento riformista di tendenza islamica. Nel contempo, dalle parole del leader del movimento studentesco si può dedurre che esiste un movimento riformista più radicale all’interno del paese. Oltre al variegato mondo del riformismo islamista c’è infatti in Iran l’opposizione democratica che risiede nella società civile e nelle comunità iraniane residenti in Europa e in America. Solo la coscienza del comune senso di appartenenza del genere umano e la consapevolezza della brevità di questa esistenza potranno fornire risposte a molte contese e problemi irrisolti.
2) http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4675108
01/10/2005
Usa-Iran, scontro apocalittico?
di Mir Mad
Oramai è di dominio pubblico che il Pentagono ha pianificato anche l’uso di armi nucleari tattiche contro l’Iran. La dottrina della “guerra preventiva” stile neocon sta facendo un pericoloso salto di qualità e senza preoccuparsi delle inevitabili, devastanti conseguenze per l’intera umanità potrebbe trasformarsi in una “guerra preventiva nucleare”. Secondo quanto ha scritto The Nation (21 luglio 2005), George Bush “ha dato al Dipartimento della Difesa la sua approvazione alla preparazione di diversi scenari per un attacco”. L’autore dell’articolo, Michael Klare, esperto di problemi della difesa, afferma di essere a conoscenza del fatto che i piani del Pentagono già esistono e prevedono l’uso di armi convenzionali e atomiche su oltre 400 obiettivi iraniani già identificati e scelti.
Philip Girali – ex membro della Cia e fonte attendibile, che recentemente ha fornito informazioni sull’Iran a Seymour Hersh- afferma: “A Washington non è un segreto che gli stessi personaggi dentro e attorno l’amministrazione Bush che hanno montato la vicenda irachena, si stiano preparando a fare lo stesso con l’Iran. Il Pentagono, agendo dietro istruzioni dell’ufficio del vicepresidente Dick Cheney, ha incaricato lo “United States Strategic Command” (Stratcom) di elaborare un piano da impiegare in risposta a un altro attacco terroristico contro gli Stati Uniti del tipo dell’11 settembre. Il piano include un attacco aereo su larga scala contro l’Iran, con l’utilizzo di armi sia convenzionali che nucleari tattiche [ le “bunker busters”, ndt ]. In Iran ci sono più di 450 obiettivi strategici di primaria importanza, comprendenti numerosi siti sospetti per lo sviluppo di armi nucleari. Molti di questi sono rinforzati o sotterranei a grande profondità e non possono esser distrutti da armi convenzionali. Da qui l’opzione nucleare. Come nel caso dell’Iraq, la risposta non dipenderà dal fatto che l’Iran sia realmente coinvolto nell’atto terroristico diretto contro gli Stati Uniti. Diversi ufficiali di alto rango dell’Air Force implicati nella stesura del piano sono inorriditi di fronte alle implicazioni di quello che stanno facendo -la preparazione di un attacco nucleare non provocato contro l’Iran- ma nessuno è disposto a compromettere la propria carriera sollevando obiezioni” [Philip Giraldi, “Deep Background”, The American Conservative , 1 agosto 2005 ( Traduzione: G.Garibaldi].
Il piano cui si riferisce Giraldi è il “Conplan 8022″ , già “svelato” da William Arkin lo scorso 14 maggio sulle pagine del “Washington Post” e pubblicato anche da “Newsweek” e appunto è stato elaborato dallo Stratcom, un tempo responsabile soltanto dell’arsenale nucleare strategico, ma recentemente riformato e incaricato di pianificare il “global strike” con opzioni sia convenzionali che nucleari.
Anche se l’autorevole l’IISS – “International Institute for Strategic Studies” – di Londra, nel suo “Ilss Strategic Weapons Programmes, September 6 2005” sostiene che, anche nel caso esista un piano per la costruzione degli armi nucleari, Teheran ha bisogno ancora di diversi anni, – “Pubblic estimates for how long it would take Iran to acquire nuclear weapons range from only a few years to at least a decade”- lo stesso istituto e diversi esperti autorevoli come Arvand Abrahamiayan dell’Università di New York sostengono che tra Usa e Iran “uno scontro è inevitabile” e un scontro del genere -altro che la guerra contro l’Irak- senza ombra di ironia potrà infiammare davvero l’intero pianeta e aprire le porte dell’inferno.
Il presidente Bush, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo alla ripresa dei lavori del programma nucleare iraniano – dichiarato per uso pacifico e sotto il controllo dell’ Iaea e nell’ambito dei trattati di non proliferazione nucleare Npt- ha sostenuto che tutte le opzioni sono sul tappeto. Ha detto anche che “un eventuale attacco aereo israeliano avrà il sostegno degli Stati Uniti”, mentre l’Europa, attraverso il cancelliere Schroder ha dichiarato di non voler seguire né sostenere un intervento militare.
Il piano dovrebbe funzionare cosi: in seguito a spettacolari attentati terroristici in Usa firmati al-Qaeda e bin Ladin -o qualche gruppo di nuova formazione-, attacchi aerei americani potrebbero partire dall’Azerbaijan o dalla base Shindand in Afghanistan oppure dalla base di Khanabad in Uzbekistan che sta per essere trasferita in Turkmenistan (Mary2) o dalle basi in Turchia e in Irak o direttamente dalle navi Usa nel Golfo Persico. Gli attacchi individuerebbero gli obiettivi basandosi sulle informazioni raccolte dai droners, gli aeri spia senza pilota, e sarebbero preceduti o seguiti fomentando le rivolte etniche nelle regioni del Khuzestan e del Kurdestan iraniano, in accordo con certe fazioni scite moderate (ci sarebbero diversi nomi) o filoamericane (Hossein Khomeini, Hassan Sadr per esempio). Il “regime change”, infatti sarebbe conseguenza di rivolte popolari contro il regime impopolare degli ayatollah e con l’aiuto della potente comunità iraniana d’America. Secondo Scott Ritter, l’ispettore dell’Onu per le armi in Irak, con la penetrazione nello spazio aereo iraniano ed altri atti, l’amministrazione Bush è già in una guerra non dichiarata contro l’Iran. Secondo autorevoli analisti: un attacco aereo contro gli impianti nucleari dell’Iran potrebbe essere estremamente incauto e poco saggio perché gli impianti sono sparsi su un vasto territorio e sono nascosti sotto terra e difficilmente identificabili. Inoltre con il prezzo del petrolio arrivato anche a 60-70 dollari l’Iran importante paese produttore insieme al suo seguito scita-petrolifero in Irak e nei vari paesi del Golfo Persico potrebbe causare un collasso all’economia mondiale. Inoltre la storia insegna che da più di 5000 anni i popoli dell’Iran di fronte al pericolo straniero si sono riallineati al potere di turno per poter difendere la propria autonomia e indipendenza.
Scrive Fareed Zakaria su “ Newsweek ” (22 agosto, 2005): un attacco militare straniero rafforzerebbe il supporto popolare al programma nucleare e il sostegno all ‘ impopolare regime. Iran è un paese con una forte tradizione di nazionalismo ed è uno delle pi ù antiche nazioni del mondo.
R.Hunter, ex rappresentante degli Usa presso la Nato durante l’amministrazione Clinton, in un intervista a Radio Farda sostiene: un eventuale attacco all’Iran minaccerà la sicurezza degli Usa per diverse generazioni. Hamid al-Bayati vice ministro degli esteri irakeno ha affermato: se l’Iran avesse voluto avrebbe reso l’Iraq un inferno per gli Usa. Mentre “ar Riaz”, settimanale saudita sostiene: un attacco all’Iran infiammerà tutti i pozzi petroliferi della regione e ciò equivale alla terza guerra mondiale. Jim Leach, in un discorso al Congresso, ha sostenuto che il mondo islamico comprende la logica del nostro intervento in Afghanistan dove “sono stati pianificati gli attacchi dell’ 11 Settembre”, ma non solidarizza con la nostra politica in Iraq che non aveva nessun legame con l’attentato. Secondo Leach se avvenisse un terzo caso d’attacco contro l’Iran si realizzerebbe quel che Samuel Huntington definisce “un scontro pieno tra le civiltà”. La Task Force di Brzezinski, composta da 22 esperti al massimo livello – è stata istituita appunto per monitorare la vicenda e prevenire uno scontro catastrofico – ha tracciato un percorso di lavoro e ha consigliato la Casa Bianca di evitare ogni attacco e cercare di trattare l’Iran come la Cina, dialogando. Lo stesso Zakaria facendo una razionale riflessione propone responsabilmente:
There are lots of reasons to be suspicious of Iran. But the real question is, Do we want to try to stop it from going nuclear? If so, why not explore this path? Washington could authorize the European negotiators to make certain conditional offers, and see how Tehran responds. What’s the worst that can happen? It doesn’t work, the deal doesn’t happen and Tehran resumes its nuclear activities. That’s where we are today.
La troika europea e le trattative.
Dopo lunghissime trattative portate avanti realisticamente e responsabilmente dall ‘ Europa,, Tehran aveva accettato nel Novembre del 2004 di sospendere unilateralmente e volontariamente il progetto di arricchimento dell ‘ uranio, come “ gesto di buona volont à” fino a 31 Luglio del 2005, termine in cui l ‘ Europa avrebbe dovuto presentare delle proposte, per esempio offrendo in cambio rapporti commerciali e garanzie di sicurezza (lo pu ò davvero fare?). Ci ò mentre vari esponenti dell ‘ amministrazione Bush andavano dichiarando ripetutamente e continuamente di avere sul tavolo “ ogni opzione ” , preparavano i piani militari e il plenipotenziario Usa all ‘ ONU, John Bolton dichiarava che ogni trattativa con gli ayatollah “è destinata a fallire ” .
A seguito delle continue e sempre maggiori pressioni di Washington su vari fronti contro l ‘ Iran, il blocco della destra militar-religiosa che a Tehran come a Washington è chiamata neoconservatrice, ha fatto uscire dalle urne presidenziali dello scorso giugno il nome del duro Ahmadinejad, escludendo contro l ‘ aspettativa europea il pragmatico conservatore Rafsanjani. L ‘ Europa allora ha chiesto un rinvio di sei giorni della moratoria per poter presentare le proprie proposte. L ‘ Iran ha risposto di non poter concedere altro tempo e ha iniziato sotto osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA (Agenzia delle Nazioni Unite per Energia Nucleare) alcune attivit à di ricerca e la produzione di “ yellow cake ” nell ‘ impianto UCF di Isfahan, attivit à che non riguardano direttamente il ciclo dell ‘ arricchimento dell ‘ uranio e sono riconosciute come diritto ai membri firmatari dei trattati di NPT.
L’Europa, sempre più in affanno tra i due neocon – di Washington e di Tehran – ha avvertito l’Iran che “ogni movimento unilaterale” sarà considerato “ pregiudizievole e non necessario” e renderà “molto difficile” la continuazione delle trattative. Anche se William Pfaff sulle pagine di “International Herald Tribune” (13 agosto 2005) ha sostenuto: “ Alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunità politica internazionale comprende che le cose stanno così. È forse ora che la comunità politica di Washington scenda a compromessi con questa realtà”.
Affermando ciò Pfaff ha voluto suggerire realisticamente all’Europa la ricerca di soluzioni più equilibrate. Ma finora non sembra che l’Europa abbia potuto produrre un pacchetto accettabile o tale da far camminare il negoziato. Anzi la troika europea (Inghilterra, Francia e Germania), capeggiata in questa fase dall’Inghilterra di Tony Blair, sembra cedere alla posizione dell’amministrazione Bush, atteggiamento che ha portato ad un punto morto le trattative, dando cosi la possibilità ai neocon di poter aprire le porte dell’inferno con la scusa e l’accusa della produzione e dell’accumulo di armi di distruzione di massa da parte di Tehran, rievocando cosi il dramma irakeno.
Nella questione nucleare iraniana sono da tenere presenti alcuni punti:
• A differenza di quel che sostiene Kenneth Pollock sulle pagine di Foreign Affaire – March/April 2005- Non solo non è stata trovata la pistola fumante o “smoking gun” ma nemmeno un qualche elemento pur minimo che possa dimostrare che l’Iran stia portando avanti una ricerca diversa da quella per l’uso pacifico del nucleare. C’è un documento ufficiale e riassuntivo, del novembre 2004, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che afferma a chiare lettere che “non esistono prove che l’Iran stia costruendo armi nucleari”.
• Finora qualsiasi attività inerente al nucleare iraniano è stata comunicata agli organismi internazionali di competenza e si è svolta sotto l ‘ osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA. Gli ispettori dell ‘ Agenzia hanno avuto sempre e tempestivamente la possibilità di entrare in tutti i siti e negli impianti per rilevamenti e rispettivi controlli.
• L’Iran sotto la presidenza di Khatami è stato promotore, nel 2003, di una proposta per la creazione di un Medio Oriente denuclearizzato. Il progetto, appoggiato dall ‘ Egitto, dalla Giordania e da diversi altri paesi del Medio Oriente, è stato accantonato per la netta contrariet à di Washington. Era pronta anche una risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel dicembre 2003, ma fu ritirata perch é gli Stati Uniti minacciarono il veto. Un ‘ eventuale risoluzione in tal senso avrebbe richiesto il controllo degli armamenti nucleari israeliani gi à esistenti (almeno 200 testate ) e Washington non intendeva permetterlo.
• Oltre Israele, c ‘è il Pakistan del generale golpista Musharaf che possiede il nucleare e non ha firmato, cos ì come non l ‘ ho ha fatto l ‘ India, l ‘ altra potenza nucleare, neanche i Trattati di non Proliferazione Nucleare (NPT). Anche se i generali di Musharaf gestiscono tuttora il bazar dal materiale nucleare, non gli viene chiesto nulla. Il presidente Bush nel contempo promette a Manmohan Singh premier indiano di collaborare con l ‘ India per sviluppo del nucleare e questo contro il trattato stesso che vieta ai membri di collaborare nel settore con i paesi non firmatari.
• Il Brasile è un membro di NPT, eppure dichiaratamente porta avanti un progetto di ricerca nucleare e dichiaratamente non intende aprire gli impianti agli ispettori .
Come sostiene, W.Pfaff : “ alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunit à politica internazionale comprende che le cose stanno cos ì . È forse ora che la comunit à politica di Washington scenda a compromessi con questa realt à . L’impegno dell’America a bloccare la proliferazione nucleare produce effetti perversi. In un periodo di crescente instabilit à nel Medio Oriente, con gli Stati Uniti impegnati in due guerre in paesi islamici, tale determinazione aumenta il fascino delle armi nucleari per quei governi che non le posseggono, e rinforza il loro valore percepito come punto di forza politico e deterrente contro attacchi stranieri ” .
Pfaff però non prende in considerazione che le motivazioni dell’amministrazione Bush vanno al di là della questione nucleare. L’Iran, che è incuneato tra le risorse energetiche del Golfo persico e il Mar Caspio, sta emergendo come una potenza regionale non solo al di fuori del controllo dei costruttori dell’impero ma che sfida gli Stati Uniti ( vedi: Ilan Barman in Tehran Rising: Iran’s Challenge to the United States) e ha avuto per la prima volta il coraggio d’introdurre verso la metà del 2003 il sistema del “petro –euro” rompendo il monopolio del petro-dollaro e, soprattutto, sta diventando la base energetica di una nuova area geopolitica ( Shanghai Cooperation Oraganization ) con al centro la Cina, che comincia a considerare la sicurezza dei propri fornitori di energia come la propria. Infatti nell’ultima riunione dei governatori dell’Iaea, l’Europa capeggiata da Blair, abbracciando la posizione americana con la risoluzione 2005/77 del 24 settembre scorso, ha voluto mandare il caso iraniano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per le sanzioni, una posizione che ha incontrato la resistenza della Cina e della Russia. Una certa Europa con questo atteggiamento e seguendo la linea di Bush si è resa partecipe della politica dei neocon che ha portato al potere in Iran i neoconservatori d’ispirazione militarista, forse per arrivare allo scontro e avere il pieno dominio del Medio Oriente. Tutto questo sta isolando e indebolendo, in Iran e altrove, lo sviluppo delle lotte civili delle forze democratiche, che, fra l’altro, meriterebbero, da parte dell’Europa, una maggiore attenzione.
Gli ayatollah si preparano alla guerra.
E ‘ noto che l ‘ Iran erede dell ‘ antica Persia è il paese chiave del Medio Oriente e nei secoli ha esercitato un ‘ influenza notevole su tutta la vasta regione che si estende dal Kashmir fino al Mediterraneo. Nel mondo bipolare uscito dagli accordi di Yalta, l ‘ Iran doveva e ha fatto parte del campo americano. Ora che il mondo è caratterizzato da un’unica superpotenza e secondo la logica unilaterale di quest ‘ Amministrazione americana che tende ad annullare i problemi piuttosto che a risolverli, l ‘ Iran non pu ò rimanere fuori controllo, tanto meno esercitare su un ‘ area cosi vasta un ‘ influenza in contrasto con gli interessi degli Stati Uniti. Con la riconquista dell ‘ Iran gli Usa:
• Avranno il controllo quasi totale delle risorse energetiche situate tra Golfo persico e il mar Caspio e tutte le aree annesse. In questo modo è facile avere sotto controllo l ‘ Europa e il Giappone, la Cina e l ‘ India come maggiori importatori e consumatori di idrocarburi, attuali e futuri.
• Terranno sotto osservazione Russia, Cina, India, con un diretto controllo sull ‘ Asia Centrale ex-Sovietica, sul mondo arabo, sul subcontinente indiano,
• Potranno rimodellare a proprio piacimento il turbolento mondo arabo-islamico, instaurando nuovi regimi subordinati nell ‘ ambito del progetto del “Grande Medio Oriente”. E togliendo appoggio finanziario e logistico alla componente combattente (Hamas-Jihad-Hezbollah) di questo mondo per dare mano libera a Israele di gestire la questione palestinese a proprio compiacimento.
• Potranno riordinare le dispute e le contese caucasiche – Abkhazia in Georgia, Karabakh tra Armenia e Azerbaijan, Cecenia, … – secondo gli interessi e i piani di Washington, facendo uscire, con l ‘ aiuto della Turchia, definitivamente il Caucaso e possibilmente l ‘ area transcaucasica dall ‘ influenza russa. Ci ò permetterebbe di garantire nella prima fase la sicurezza dell ‘ oleodotto Baku-Jayhan e spostarlo in seguito verso la pi ù sicura e pi ù economica rotta iraniana che condurrebbe il petrolio nel Golfo Persico e di l à verso i mari aperti per farlo arrivare al consumatore finale con costi minori e sotto la regia e il controllo degli Usa.
• Potranno imporre alla cultura persiana, che ha attratto nei millenni popoli e culture dal Kashmir(la stessa famiglia Khomeini è originaria del Kashmir) fino al Mediterraneo (Libano in particolar modo) la reintroduzione del modello monarchico che ha ingessato nei millenni la mobilit à sociale, utilizzando la potente comunit à iraniana d ‘ America, per poter divulgare l ‘ “american lifestyle” in tutta questa vasta regione.
A Teheran l’ala conservatrice del clero in pieno accordo con la nuova destra proveniente dagli ambienti di Pasdaran e Basigi (l’esercito irregolare e la milizia politica), dopo aver vinto le elezioni locali, secondo il copione hanno messo le mani anche sul settimo parlamento (Majlis) facendoci entrare più di 100 comandanti provenienti dalle file dei Pasdaran e dei vari servizi. L’ultimo assalto dei neocon iraniani è stato contro la Presidenza della Repubblica che facendo uscire dalle urne miracolate dal copione il nome di Ahmadinejad ha estromesso qualsiasi moderatismo, ha costruito un saldo potere di stampo militarista – integralista capeggiato dal leader Khamenei e dagli organi non elettivi che sono i veri detentori del potere.
Conquistato tutto il potere ne hanno cominciato a far parte sostanzialmente pasdaran e uomini provenienti dai vari servizi. Uno dei primi atti del Consiglio di Ministri diretto da Ahmadinejad è stato l’approvazione di un decreto legge che destinava 700 milioni di dollari per la “difesa sacra”. Mentre il leader Khamenei, come Comandante Supremo, togliendo il comando all’esercito regolare (battaglione 88 dell’esercito) e alla polizia di frontiera lo ha passato ai pasdaran nelle cinque regioni occidentali del paese che confinano con l’Irak. E proprio in queste regioni da dove gli americani sperano di fomentare le rivolte popolari, i pasdaran hanno ammassato 250,000 uomini costruendo basi e accampamenti sulle montagne di Zagros. Il leader Khamenei, guida suprema, ha sostituito ministro della difesa, comandante dell’esercito regolare, 11 comandanti pasdaran e 5 comandanti basigi mentre i quadri dirigenti dei ministeri sono stati sostituiti con uomini dei servizi. Il previsto piano di Khamenei per raddoppiare entro il 2010 la spesa militare grazie agli attuali elevati proventi petroliferi verrà anticipato al 2008.
Anche nella capitale ci sono chiari segnali che il regime si sta preparando alla guerra. I ministeri degli interni e delle informazioni sono stati occupati da personaggi radicali. I governatori e i sindaci nominati dal ministero degli interni in maggioranza sono ex pasdaran. Nelle vicinanze di Qom la citt à santa sede dei seminari e del clero si sta ergendo la base militare Fadak su un area vasta 7,2 km quadrati. I vari leader del regime fanno continui viaggi nella citt à santa di Mash-had dove, secondo voci, sono stati costruiti rifugi sotto il veneratissimo mausoleo dell ‘ ottavo imam scita (Reza) che vede sempre presenti milioni di pellegrini sciti e per questa ragione non bombardabile per non suscitare l ‘ ira dei fedeli sciti. Si parla di Va ‘ ez Tabasi come successore di Khamenei nel caso di morte o decesso.
Cominciano a circolare addirittura ipotesi dettagliate sul possibile attacco: le truppe anglo-americane inizierebbero l’offensiva su tre assi, Shalamceh, Hamroon e Arvandrud, per prendere il controllo della regione petrolifera del Khuzestan che produce il 70% del petrolio iraniano. Tenendo sotto controllo i pozzi petroliferi si mantengono stabili i mercati. In questo caso le unità iraniane partendo dal sud del Kurdestan, dalla località Zainalkoosh attaccherebbero gli angloamericani verso Bakubah con l’aiuto della Brigata Badr e degli sciti irakeni.
Gli ayatollah sono convinti che gli attacchi aeri e missilistici Usa prima e poi arriveranno, e come dice Amir Taheri sul “ New York Post” del 21 settembre sperano che ci sia anche una partecipazione israeliana negli attacchi per poter infiammare il mondo islamico e trascinarlo sulle proprie posizioni. Nel quadro di questa logica gli Hezbollah libanesi attaccherebbero Israele e Hamas e Jihad palestinese – i cui leaders sono stati ricevuti nelle settimane scorse da Khamenei – alzerebbero il livello dello scontro. In Afghanistan la componente etnica Tadjika e gli sciti Hazarah, insieme a Hekmatyar, darebbero l’assalto alle forze anglo americane. In Pakistan il 25% dei sciti sono considerati una risorsa mentre si sta lavorando tra i 160 milioni di mussulmani indiani, in parte sciti. Ci sarà la rivolta della maggioranza scita del Bahrain, mentre le minoranze scite sparse in Africa e nella penisola arabica comincerebbero i tumulti. Anche se si tratta di ipotesi, il quadro che emerge è alquanto drammatico ed è allarmante che, nonostante tutto, nonostante gli scenari devastanti per l’intera umanità di una guerra contro l’Iran, le due amministrazioni neocon continuino nei loro preparativi bellici.
di Mir Mad
(fonte: www.megachip.info)
x Pino
secondo me continuano a sbagliarsi. Qui non ne parla nessuno
un saluto
Peter
x Peter
Però ne parlando in Israele….
Non ho messo altri articoli per non appesantire troppo. I due che ho messo nel blog sono la base per capire cosa è successo in realtà e qual è la posta in gioco.
‘Notte.
pino
altrimenti dovrei ipotizzare degli scenari apocalittici…
Per esempio, l’Argentina si e’ alleata segretamente con l’Iran. Minaccia l’invasione delle Falklands, distogliendo astutamente la flotta di SM dal Medio Oriente. Ovviamente, la compagnia della zia era al corrente, ed ha taciuto, perche’ sotto sotto non vogliono intervento inglese in Iran, cosi’ hannno la scusa per papparsi tutto il petrolio iraniano da soli.
Tuttavia, MI6 di certo e’ al corrente, quindi…
Peter
x Peter
SunNews Video Gallery » Prime time » Iran war imminent?
http://www.sunnewsnetwork.ca/video/1378268262001
Anita
Cosi si corre il rischio di cadere nel catastrofismo piu´puro e….con la paura non si puo´costruire il futuro. Al contrario ..attraverso la paura si possono commettere errori irrimediabili.
Andare a scavare a rimembrare nel passato puo´essere alle volte utile per non cadere negli stessi errori.
Daccordo…. pero´non bisognerebbe dimendicare il presente…
l´ attuale… perche´ potrebbe essere persino fatale.
Qual`e´ secondo il mio parere la vera situazione::-
1) Si spera…ma io ne sono certo.. che l´Iran non attacchera´ mai militarmente Israele con o senza bomba atomica …perche´sa´che le sarebbe fatale ritornare in pochi minuti indietro di 1000 anni. L´Iran fino ad ora ha attaccato Israele solo verbalmente…prima o dopo si stanchera´…direi quando sara´in grado di instaurare un governo democratico.
Dunque dall´Iran non verrebbe alcun pericolone´ne´ imminente ne´ futuro.
2)Invece rimembrare il passato “recente” per gli Stati Uniti potrebbe essere utile. E´certo che se ne ricordera´Obama alla luce delle elezioni imminenti (che in caso di una guerra sa´di perdere) e delle sue promesse….ma anche la situazione economica (che non e´proprio florida) non permetterebbe una guerra contro l´Iran con o senza l´aiuto Israeliano…
3) Israele avrebbe tutti i motivi per una guerra contro l´Iran.
A chi farebbe piacere aver un vicino di casa che ti odia e che si
armeggia con il programma di sterminare te e la tua famiglia?
Cionostante….bisognerebbe tenere conto,,,che Israele ha il problema di trovare accordi con tutto il mondo Arabo ….ha la necessita´di accordi anche che in caso di una guerra si proterrebbero di altri 60 anni e sopratutto i Palestinesi Israeliani in casa propria per la bella cifra di 1.500.000 .
Aggiungiamo tutti i problemi economici… delle dimostrazioni persino violente di gente scontenta nelle piazze ….ed ora tiriamo le somme…e´davvero realistica nonostante le apparenze… una guerra contro l´Iran? Secondo me no.
Sono del parere pero´che… Israele attaccherebbe senza esitazione l´Iran…con o senza gli Stati Uniti se venisse a conoscenza al 100% che la costruzione di una bomba atomica da parte dell´Iran fosse in una fase di conclusione.
Un altro aspetto:
Io non so´se l´ Iran con il suo oro nero puo´mai costituire un pericolo per l´economia occidentale. Se cosi fosse e se gli Iraniani nonostante avvertimenti e ammonizioni continuassero a chiudere rubinetti be´allora… mors tua vita mea .
–
Un aspetto poco probabile ma possibile:
In questo momento da quelle parti incrociano navi Israeliane…navi Americane ed ora si sono aggiunti navi Iraniane.
La speranza e´…di non trovarsi al cospetto di un altro Capitan Schettino,,,che a qualcuno non sfuggano le cose di mano.. che nessuno perda i nervi…non so..qualche missile o qualche pallottola volante…in quel caso sara´solo un incidente…ma purtroppo anche una guerra….
inevitabilmente.
Rodolfo
x CC
Sei per caso scivolato ignominiosamente sulle bucce d’arancia, a Ivrea, e battuto ingloriosamente le parti diciamo così ” meno nobili”.???!
Tua moglie avrà avuto un gran d’affare con le borse del ghiaccio!
O no?
Sylvi
error…manca “Palestinesi
ha la necessita´di accordi anche con i Palestinesi che in caso di una guerra si proterrebbero di altri 60 anni
R
Caro Pino,
l’ipotesi di un’attacco terrestre mi sembra comunque poco probabile. Un territorio non basta conquistarlo bisogna poi tenerlo e tenere anche una zona dell’Iran, ancorchè periferica e limitata, non sarebbe la cosa più facile del mondo. Per di più siamo in un’area di grande interesse per la Russia ed anche loro potrebbero avere delle cose da dire. Mah …. La Russia rimane uno stato bene armato che può vendere armi ed equipaggiamento.
Tu sai qualcosa di oleodotti e gasdotti tra Russia e Cina? Ci sono? Che portata hanno? Perchè anche questa è un’ulteriore variabile: e se i russi vendessero la loro energia ai cinesi?
Un saluto U.
Cara Sylvi,
non temere per le mie parti basse, fin’ora difese dignitosamente, anche se avrebbero potuto essere difese meglio, da sane considerazione non etiche, ma puramente adottando ,nel mio piccolo ,considerazioni che definirei democratiche.capital imprenditoriali capitalistiche, con un pò di sano liberismo secondo i canoni di parecchi Nobel in economia!(anche con un pizzico di labour social-imperialista , così Il peteruccio nostro è contento).
Diciamo che dopo il bastone può venire la carota,e viceversa,ma se con me, si usa il bastone ,a bastone, bastone più secco, come disse Pertini:” senza pietà” !
In merito al carnevale la “Diana” suona sempre e i pifferi e i tamburi Tuchini,sono sempre pronti a scendere in campo, allenati però,sempre di più,da sane considerazioni etiche e morali , che come sai,”governano il Mondo “.
Un Pò di sano Empirismo , mischiato alla logica ferrea del profitto, legge naturale, può servire anche ai salariati e pensionati..eh,ehe,eh!!
cc
ovviamente in Otalia dobbiamo prima mandare in Africa i Veltroni,che fanno confusione…!!
Sai,li regaliamo,anche pagando se necessario ….un buon bollito vale la pena della spesa !!(Le salse le cuciniamo noi a gratis, se sopportano il lezzo buonista )
e se i russi vendessero la loro energia ai cinesi?
Un saluto U.
… l’ UE dovra’ comprare gas e petroleum alla Coop… col carrellino, lo sconto soci e i buoni punto…
F.
x Rodolfo
Il tuo ragionamento mi ha sollevata un po’.
Ieri sera avevo letto tutto l’articolo di Pino ed ho spento il computer….
Molto deprimente.
Gia’ che sono molto depressa per la morte del mio piu’ caro amico, consigliere, fratello maggiore…una persona eccezionale.
Ieri sera poi sono stata al colmo, ricevo avvisi Google in Italiano su affari internazionali salienti, ultimamente mandano articoli presi da websites di due soldi, opinioni di parte ed irresponsabili.
Ho cancellato tutti gli “avvisi”, se voglio leggere immondizia vado su l’internet…
Buon lunedi’, qui e’ celebrazione nazionale “Presidents Day”….
Ciao,
Anita
Newsmax
US, Britain Urge Israel Not to Attack Iran
Sunday, February 19, 2012 01:45 PM
The United States and Britain on Sunday urged Israel not to attack Iran’s nuclear program as the White House’s national security adviser arrived in the region, reflecting growing international jitters that the Israelis are poised to strike.
http://www.newsmax.com/Newsfront/Israel-Iran-attack-Britain/2012/02/19/id/429891?s=al&promo_code=E37D-1
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di Domenica hanno esortato Israele a non attaccare il programma nucleare iraniano, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca è arrivato nella regione, come conseguenza del crescente nervosismo internazionale che gli israeliani siano pronti a colpire.
Il resto e’ in Inglese….
Anita
TROVATO!
http://www.asianews.it/notizie-it/In-funzione-il-primo-oleodotto-dalla-Russia-alla-Cina-20411.html
03/01/2011 13:57
RUSSIA – CINA
In funzione il primo oleodotto dalla Russia alla Cina
Le autorità dei 2 Paesi salutano l’evento come “un nuovo inizio” nella loro collaborazione per l’energia. L’oleodotto porterà ogni giorno 300mila barili di greggio dalla Siberia alle raffinerie di Daqing. Mosca vuole aumentare le esportazioni verso Oriente.
Ibidem
Nell’ottobre 2009 la leader russa Gazprom ha concordato di fornire alla cinese China National Petroleum Company 70 miliardi di metri cubi di gas ogni anno.
—————————————
70 miliardi dimetri cubi di gas sono la produzione annua di un paese come l’Arabia Saudita.
Più difficile calcolare il petrolio: secondo i miei calcoli (1 barile=160 litri =130 kg. x 300.000 =40 milioni di chili al giorno = 40 milioni di tonnellate x 360 giorni = ) 13.000 milioni di tonnellate annue. Una produzione tripla di quella russa e quindi un dato inattendibile.
Un’altra fonte parla invece di 15 milioni di tonnellate annue, pari al 10% della produzione di paesi come Messico e Canada: questo dato mi sembra più attendibile.
Nel complesso di tratta di una quantità davvero notevole che dovrebbe venire ancor più che raddoppiata perché è in costruzione un secondo oleodotto.
Non è detto che la Russia debba necessariamente vendere petrolio agli europei …. U.
Quello di cui ho effettivamente paura e che scatenerebbe una guerra sanguinosa da quelle parti …e´l´attacco terroristico e sopratutto l´incidente.
Poi come nel caso delle Twin Towers spunteranno inevitabilmente individui come la signora Vox sostenendo che la colpa e´degli Americani e degli Israeliani stessi…che sono stati loro a provocare ecc. ecc. ecc.
la solita solfa che tutti conoscono.
Rodolfo
Alla luce di quello che ha scritto Uroburo (13) non ci vuole molto a capire che tra qualche tempo….quando queste energie si esauiranno o quando si sara´agli sgoccioli…che inevitabilmente ci scanneremo uno con l´altro.
Per questo la necessita´di trovare qualcosa che sostituisca il petrolio e il gas…..le cosidette energie alternative….che gia´ci sono ma che bisogna incrementare e migliorare al piu´presto. Attenzione…pericolo…urge.
Rodolfo
x Rodolfo
Ma se tu sapessi le corbellerie che leggo e che poi finiscono sui giornali online, e’ roba da sbattersi la testa contro il muro.
Anita
x abcd
Ma il nostro Presidente vieta la Keystone pipeline dal Canada ed il Canada fornira’ la ….Cina.
Anita
x Anita 16
appunto…ma bisogna vedere quali giornali…
Anitaaa…cara, abbiamo fatto questa conversatione altre volte. We had this conversation before, my darling…
Ma e’ possibile mai che gli unici giornali UK che mai citi sono il Daily Mail ed il Sun???!!! in questo fai concorrenza ad una certa altra blogger che vive a nord ma non si puo’ dire senno’ Faust si incazza.
Il Daily Mail e’ ultraconservatore, il Sun e’ semplicemente una barzelletta, citato come tale anche nei telefilms…piu’ o meno.
Se il Sun e’ l’unico giornale che ‘paventa’ una guerra in Iran, possiamo dormire sonni tranquilli.
Viceversa, se il Sun dicesse mai ‘peace for our time’, non ci saranno guerre per cento anni, dopo tre giorni scoppierebbe la Terza GM
ciao, Peter
Viceversa
l’ultimo viceversa e’ una svista
Peter
ps
il Sun e’ rinomato per tette e culi in prima pagina…
Cara Anita,
in America ci sono paesi abbandonati…la´da quelle parti dove
c´era l´oro e il petrolio…ed ora non c´e´piu´…ma l´America e´un paese grande pieno di risorse e tutta quella gente ha trovato lavoro e futuro altrove, l´Americano di per se e´un avventuriero un pionere..uno che sa´ricominciare da capo a costruire…testardi e volenterosi.
Mi domando cosa succedera´di certi paesi di cui ora siamo dipendenti come la Libia…l´Arabia Saudita …Iran….Iraq e compagnia bella che oltre il petrolio non hanno altro che sabbia….quelli cara mia non hanno la indole dell´Americano no…assomigliano un po´piu´a certa gente che ama farsi mantenere.
Questi paesi…secondo il mio modesto parere…faranno una gran brutta fine… ritorneranno ad essere dipendenti definitivamente e se saremo bravi…proprio dagli Europei e dagli Americani…
Ciao
Rodolfo
caro CC,
stai diventando sempre più criptico e mi tocca rileggerti tre volte!!!
Ancora un po’ e mi dovrai fare le note a piè pagina!
Comunque se in Italia ci fosse solo Veltroni a fare confusione…saremmo a cavallo!!!
Invece…
Ieri sera la Camusso,…
– bella bella la giacchina che indossava…fa sicuramente il costo di qualche mesata di cassa integrazione di un futuro licenziando e l’icasso di un annetto di un precario..!!!-
…ma bisogna capire, deve competere con la Marcegaglia…
dicevo la Camusso,- per me un’altra speranza rovinosamente caduta, – davanti a Fazio, col suo vocino arrogantemente basso e aggraziato, affermò sicura che Fornero- Monti a fine marzo non avrebbe presentato la riforma del lavoro.
Troppo presto per un accordo con le parti sociali…pigolò!
E’ che adesso persino noi pirlotti da casa ci accorgiamo quando uno bleffa! Suvvia Susanna dagli occhi cerulei!
Monti oggi:
a fine marzo presenteremo la nostra riforma, con o senza il consenso delle parti sociali!!!!-
Tiè…piccola Susy!!! Rosicchia quest’osso duro!
E tu parli solo di Veltroni bollito?
Perchè possa finire la giornata serenamente…suggeriscimi tu quali sono, da est a ovest, quelli che non sono cotti, stracotti, brasati e bolliti!!!
Sylvi
Ps:”da est a ovest ” mi riferivo all’Emiciclo del Parlamento! S.
xAnita
ho provato sempre molta tenerezza e ammirazione per l´Americano che dopo una delle tante intemperie a testa bassa ricomincia a costruire la sua casa.
Sai…qui in Italia per la neve qualche tetto e´crollato ed eccoli li a guadare attoniti…come addormentati a chiedere aiuti allo Stato…
sai…mica si rimboccano le maniche…no…aspettano .
Aspettano tutto….l´aiuto dello Stato….il posto al Comune…..il posto fisso…la casa popolare…..il sussidio…
si muovono solo quando devono andare a mare…. e cercano poi che qualcuno li sostenga sulle onde….
Rodolfo
Sai…qui in Italia per la neve qualche tetto e´crollato ed eccoli li a guadare attoniti…come addormentati a chiedere aiuti allo Stato…
sai…mica si rimboccano le maniche…no…aspettano . Rodolfo
caro Rodolfo,
non è tutta Italia così…stai facendo di ogni erba un fascio!
E non voglio parlare del Friuli…ma in Veneto c’è stata una alluvione disastrosa…nessuno ha pianto e frignato.Anzi…i giornali quasi non ne parlavano…e avevano la melma al mento!!!
Anche in Piemonte…anni fa…hanno fatto la loro parte, senza piagnistei
Dopo la nevicata ultima…emiliani, marchigiani…mi pare abbiano usato le pale , non i piagnistei.
Dalle Marche sono tornati i friulani della PC, andati in aiuto…
i volontari raccontano di marchigiani che ci davano dentro come disperati!
Caso mai è Roma il simbolo di quel che dici tu!
Sylvi
IL MIO SENTIERO
Immagino tuo sorriso, dolce, profumo di rosa.
La via stretta e scura, tra pianti e le sue alte mura,
capezzagnola stretta e lunga, adornata da fiori,
e su tutto pesa un cielo basso, rugoso e plumbeo.
Questo è il mio immaginar, ardire, non so di più.
Questo è il mio sentire, cuor mio non sa favellar di più.
Se dal tuo bel volto ovale traspare un’anima gentil e bella,
tu sei di me ramingo un male che il viver odierno estenua.
Questo voglio esprimer, che la tua immaginata figura,
mi calma, sigilla tutti i dolori, i crucci di una giornata scura,
il tuo aspetto s’incunea nella mia densa aria grigia, insicura,
e si erge imperiosa come verde montagna dall’aria pura.
Pasquino
x Peter -18-
Caro Peter,
i giornali non mi li cerco io di proposito.
Quando faccio una ricerca su internet od anche la continuazione di un articolo portato da un giornale Italiano o Americano…trovo che originano dai due giornali da te menzionati, il Daily Mail in particolare.
Bye,
Anita
x Pasquino
e’ stato in letargo tutto questo tempo?
Si cominciava a stare in pensiero…
Peter
x rodolfo
prova a ricordare all’astuta montanara carnica di quando gridavano ‘forza Etna’…
Peter
x Peter
Già che ci sono!
Non ho bisogno di fare il giro del fumo per risponderle:
– io ricordo anche quando, al tempo del terremoto, quando giocava l’Udinese negli stadi si gridava FORZA TRRREMOTO…ed era l’espressione più gentile!
Comunque forse se rileggesse il suo 441 dell’altro articolo ( se non ho mio figlio nei paraggi, traduco dall’inglese al francese, molto più corretto e comprensibile!) non ho apprezzato quello che lei ha scritto ad Anita!
Lei può scrivere come vuole e quel che vuole e a chi vuole…però non ha diritto di esprimere giudizi sulla sensibilità e sulla correttezza altrui!
Sylvi
x Anita
il che la dice lunga sulle fonti della stampa italiana o USA…
A volte, cerca su Independent, Guardian…magari persino The Times…
ciao, Peter
x Sylvi
veramente non avrebbe dovuto…un post in inglese per Anita e’ ‘risevato’ ad Anita…
Le uniche lettere non sue che puo’ leggersi a piacimento sono quelle di S. Paolo (eh eh eh)…
L’inglese e’ almeno tanto ‘corretto’ quanto il francese, si fidi dato che parlo correntemente entrambi, ed all’occorrenza faccio da interprete ‘professionale': niente lamentele finora.
In quel post parlavo di una certa ‘Carnic viper’. Si riconosceva forse nella descrizione? la cosa mi stupisce moltissimo e le chiedo umilmente scusa se ho offeso la sua rettili…come si dice, rettilinea sensibilita’.
Nei suoi post per altri parla spesso di un puglio-inglese o anglo-puglio dai capelli ricci e col mandolino…Dato che non so di chi parla, e non mi riconosco nellla descrizione, non me ne sono mai adontato, bellezza mia
saluti brumosi ma oggi soleggiati…il sole sulla Manica e’ uno spettacolo
Peter
x Rodolfo
Caro Rodolfo,
lo spirito Americano esiste ancora, ma lo stanno soffocando….
Troppo governo, troppa burocrazia, stiamo diventando un “Police State”, ed un paese di dipendenti.
L’ultima e’ roba da non crederci, stanno andando nelle scuole a controllare i lunch che i bambini portano da casa.
Dimmi tu che diritto hanno di controllare il luch preparato dai genitori e di sostituirlo.
La Signora Obama sta facendo il menu’ per le forze armate, piu’ vegetali d’orto e frutta fresca…
Va bene suggerire ma non forzare.
Anita
se pero’ dovete attraversare la Manica, fatelo d’estate: e’ piu’ corta
Peter
x Pasquino
ma si’, scriva una poesia sulla primavera, che qui e’ gia’ nell’aria, nel sole, nel cinguettio degli uccelli, nel verde delle foglie, nella mitezza del vento…(temperature gelide ma non sottilizziamo).
Oggi ho piantato due teneri virgulti nel nuovo giardino.
Che bella cosa, una giornata di soleeeeeee….
Peter
x Uroburo
Credo anch’io che una invasione di terra non ci sarà, ma in Israele tutti danno per scontato che ci sarà un massiccio attacco aereo. I capi militari e del Mossad dicono che sarebbe una follia, ma Netanyahu è deciso ed è stato eletto per due precisi motivi: impedire la nascita dello Stato palestinese e fare la guerra all’Iran. L’Occidente è appeso al parere del capo del Mossad….
Un abbraccio.
pino
pero’ il mio giardino e’ infestato dalle gazze, ve ne sono quattro habitué che vengono ogni giorno. Sara’ una famiglia. Spero che non portino sfortuna come i corvi…sono ben pasciute.
Odio le gazze dato che si pappano le uova degli altri uccelli
Peter
x Peter
….veramente non avrebbe dovuto…un post in inglese per Anita e’ ‘risevato’ ad Anita… Peter
Un Corno!
Un post sul blog è ancora pubblico fin che non lo banna il blogmaster!
Sylvi
x Sylvi
davvero? non lo sapevo. Lei e’ sempre la mia maestra
Peter
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Nuovo viaggio di Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca annunciato per il 5 del prossimo marzo.
Abbiamo sentito e sentiamo l’ambasciatore Israeliano, Dan Gillerman, molto di frequente.
Il Presidente Obama sta camminando sul filo del rasoio, da una parte ci sono i suoi sostenitori finanziari ebrei, molto influenti per la sua rielezione, due stati dipendono dal voto ebraico, la Florida a la Pennsylvania, ambedue con molti delegati.
Un pericolo e’ che l’Iran possa attaccare gli US o interessi degli US, le minacce ci sono, anche se non saranno direttamente effettuate dall’Iran.
Anita
PER PINO
Dai un’occhiata qui.
http://www.eurasia-rivista.org/geopolitica-delle-pipeline-la-grande-svolta-russia-cina-iran-ridisegnano-la-mappa-dellenergia/2760/
Russi ed iraniani stanno creando una rete di oleodotti di collegamento tra i due paesi che renderebbe possibile il passaggio di petrolio nei sue sensi, quindi anche Iran-Russia.
Di conseguenza un controllo della produzione iraniana si potrebbe avere solo occupando militarmente il paese, cosa che ha i suoi inconvenienti e le sue controindicazioni.
Così perfino la fornitura di petrolio iraniano alla Cina potrebbe passare dalla Russia …. Mi sa che la guerra afghana, ormai senza più nessuna via d’uscita militare, è stata un’impresa inutile….
Ed anche l’Iraq ormai traballa …
Un saluto U.
Anita { 20.02.12 alle 19:37 } Un pericolo e’ che l’Iran possa attaccare gli US
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Ohhh sì, sì: come l’Iraq: anche l’Iraq stava attaccando gli Useggetta. Con le famose armi …. quelle che non c’erano. Anzi, quelle che c’erano ma Saddam le ha portate via prima.
Ouhhhhyeaahhhh. U.
Sciura, ci racconti quante volte avete attaccato gli interessi altrui
per farvi i vostri, notoriamente sporchi.
Ci dica, mi dica.
C.G.
x Uroburo e CC
Quello che scrivo io lo potete leggere e sentire……
O leggete e sentite solo quello che vi aggrada?
Israel Warns US Jews: Iran Could Strike Here – ABC News
http://abcnews.go.com/Blotter/israel-warns-us-jews-iran-strike/story?id=15506257
ABC News e’ di sinistra, cosi’ come lo e’ George Stephanopoulos,
il quale prima di entrare nella ABC News era consigliere politico della campagna presidenziale di Bill Clinton e piu’ tardi divenne il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca per due anni.
Anita
sorry …. e C.G. non CC
Quello che scrive NBC è un conto, io parlavo d’altro.
Dei vostri (sporchi) interessi, per esempio.
Sempre attenta a scambiare fischi per fiaschi, vero?
Buonaseeera.
C.G.
x C.G.
No, e’ SEMPRE lei che cambia discorso, io parlo di quello che succede ADESSO.
Lei e’ il solito disco rotto….
Anita
Presenza navale congiunta Iran & Russia in acque siriane
mandano un messaggio x dissuadere Usraele da avventure militari
nella regione
Iran & Russia naval presence in Syrian waters message to US
http://www.presstv.ir/detail/227506.html
su HAARETZ:
Aumentano probabilita’ di attacco israeliano all’Iran
U.S. official: Signs pointing to increasing likelihood of Israeli strike on Iran: U.S. wants Israel to wait a few months in order to give the international sanctions against Iran a chance before deciding on an attack.
http://www.haaretz.com/print-edition/news/khader-adnan-feb-17-2012-afp-1.413654
(Ma non ditelo a Peter)
Un proverbio:
Magpies Nuresery Rhyme:
One for sorrow,
Two for joy,
Three for a girl,
Four for a boy,
Five for silver,
Six for gold,
Seven for a secret,never to be told,
Eight for a wish,
Nine for a kiss,
Ten for a bird you must not miss.
x Vox
mia cara, Pino lo aveva detto molto prima di lei che ne parlava la stampa israeliana…
Non dico che tale stampa sia trascurabile, certo che no, ma diciamo che tende ad amplificare di molto l’importanza di un certo primo ministro…
Mi spiace, non per fare il guastafeste, ma comincero’ a preoccuparmi quando ne parlera’ BBC, Guardian, Independent, Times…
Peter