Arrivano l’intervento militare occidentale in Siria e quello israeliano in Iran?
Bene. O meglio: male. Malissimo. A quanto pare l’intervento militare occidentale in Siria è inevitabile. Idem per quanto riguarda l’intervento israeliano in Iran. Ma andiamo per ordine.
Riguardo la Siria, esportare la democrazia con le armi è una illusione antica. Ci provò, almeno come scusa, Atene con Sparta se non ricordo male. E ne nacque la lunga guerra del Peloponneso che favorì, se non ricordo male, il successivo arrivo di Alessandro. L’esperimento è riuscito agli Usa in Germania, Italia e Giappone con la seconda guerra mondiale: vale a dire, con un bilancio di 40-60 milioni di morti e due atomiche sulla testa di civili giapponesi. Che vogliamo fare? Una guerra mondiale in Medio Oriente che si allargherebbe chissà fin dove, con altri 40-60 milioni di morti moltiplicato per chissà quanto e con decine di atomiche?
Molta gente anche “de sinistra” reclama a gran voce l’intervento militare in Siria per mettere fine alla mattanza di civili da parte del regime “che ha già fatto oltre 10.000 morti”. A parte il fatto che NON mi fido delle cifre ufficiali – NESSUN Paese colleziona 10.000 vittime senza una sollevazione generalizzata, militari compresi – purtroppo ricordo la truffa dei “40 mila morti” nella Romania di Ceausescu. Il grave dell’ingannare l’opinione pubblica e del suo farsi ingannare è che per collezionare meno di 40.000 morti nella rivolta d’Ungheria i sovietici dovettero sventrare a cannonate Budapest, il cui aspetto ricordava Berlino a fine guerra, mentre le immagini di Bucarest e delle altre città rumene con “40 mila morti” mostravano TUTTI i palazzi al loro posto. Infatti poi si scoprì che i morti delle immagini che fecero fremere il mondo intero non erano altro che il frutto di una truffa deliberata: si trattava delle riprese dei soliti morti parcheggiati negli obitori di ospedali e cimiteri in attesa di sepoltura. Lo strano delle asserite stragi di civili e bombardamenti da parte governativa di intere città e quartieri nel corso della “rivoluzione” libica e nella attuale rivolta in Siria è che foto e filmati NON mostrano mai palazzi, il che fa pensare che NON ci siano palazzi sventrati a cannonate da sbandierare al mondo come il drappo rosso per il toro della corrida. A me pare chiaro che si cerca ogni pretesto, buono o cattivo che sia, per intervenire in Siria e “ridisegnare” il Medio Oriente come piace alla Casa Bianca e non dispiace a Netanyahu. Poiché con la Siria non possiamo inventarci il suo possesso di bombe atomiche, ho l’impressione che si gonfino a dismisura le cifre della repressione (che quando avviene a Gaza , in Cisgiordania o in Sud America non frega niente a nessuno….). Per ammazzare 10.000 civili si devono ridurre in briciole un bel po’ di palazzi e quartieri. Perché NON se ne vedono MAI le immagini? A Gaza si vedevano, eccome.
E se qualche Paese islamico o buddista si mettesse in testa di esportare in Occidente manu militari la “democrazia islamica”, magari con annessa shahria, o quella buddista? Favorire i fermenti democratici, se ci sono, con soldi e aiuti vari, anche come mobilitazione internazionale è un conto, ma intervenire militarmente è sempre piuttosto sbagliato. In Iran gli angloamericani intervennero per abbattere il governo legittimanente eletto di Mossadeq, soffocando così la democrazia sul nascere per favorire un pagliaccio criminale come lo scià Reza Palawi, spianando così la strada all’arrivo di Khomeini. Non mi pare credibile che ora, viceversa, chi ha ucciso la democrazia in Iran (e in Cile, Argentina, Congo, Indonesia) la voglia far nascere in Siria. Il mondo non è le mutande dell’Occidente. E la democrazia non è come l’elastico della mutande, allargabile o restringibile a piacere.
Riporto qui di seguito qualche buon motivo per non prendere subito per oro colato certe notizie strombazzate dai mass media quando intonano il solito coro dell’”Armiamoci e partite!”:
L’incidente del Golfo del Tonchino, 1964
Il 5 agosto del 1964, secondo il Pentagono, delle siluranti nordvietnamite avevano attaccato dei cacciatorpediniere statunitensi. Gli Stati Uniti risposero iniziando i bombardamenti sul Nord Vietnam. Nel 1971 il New York Times pubblicò i documenti del Dipartimento della Difesa che svelavano l’inganno. Recentemente, questa vicenda è stata ricostruita da un documentario della rete britannica Channel 4. [1]
I 4.632 morti di Timisoara, 1989
Il 20 dicembre 1989 venne diffusa in tutto il mondo la notizia di spaventosi massacri nella città romena di Timisoara: si parlò di bambini schiacciati dai carri armati e di donne incinte sventrate dai soldati, e di 4660 morti. Il giorno successivo le televisioni di tutto il mondo mostrarono le immagini del massacro: corpi straziati appena riesumati dalle fosse comuni. Il numero di corpi trovati nelle fosse comuni era esattamente 4632. Tutti i giornali riportarono, con titoli adeguatamente drammatici, testimonianze che descrivevano tali atrocità e le loro prove, fra cui il corpo lacerato di una donna col feto appoggiato accanto.
Due giornalisti italiani, recatisi al cimitero, trovarono solo venti salme, ed osservarono che erano state sepolte molto piú a lungo dei pochi giorni intercorsi fra i massacri e la scoperta delle fosse comuni. Il custode del cimitero disse che quei corpi straziati appartenevano a dei poveracci, mendicanti e altri emarginati, a cui era stata fatta l’autopsia e che infine erano stati esposti alle telecamere per provare che ci erano stati dei massacri spaventosi. Si seppe in seguito che la “donna incinta” era una povera sessantenne morta l’8 novembre 1989, e il “feto” una bambina di due mesi morta il 9 dicembre. I 4632 morti di Timisoara non furono mai trovati, al pari delle altre migliaia di presunte vittime della repressione nel resto del paese. Il numero accertato delle vittime degli scontri che accompagnarono la caduta di Ceausescu fu di circa cinquanta.
I 2.000 massacrati dagli Usa ma ufficialmente non morti a Panama, 1989
Negli stessi giorni della rivolta in Romania, con i suoi massacri immaginari, l’operazione “Giusta Causa” portava a termine il bombardamento di Panama da parte degli USA. Ci furono dei veri massacri: Amnesty International stima che il bombardamento del quartiere popolare di El Chorrillo abbia causato duemila morti, e varie fonti riportano numerose vittime (da duemila a quattromila) durante l’occupazione. Tuttavia le notizie in merito vennero censurate: l’operazione “Giusta Causa”, che portò alla cattura del gen. Noriega e all’instaurazione di un governo piú docile a Panama, verrà ricordata come un’operazione chirurgica di polizia internazionale.
I neonati di Kuwait City, 1990
Dopo l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, il 2 agosto 1990, una testimone oculare fuggita dal paese riferí, di fronte ad una commissione di parlamentari degli Stati Uniti, che i soldati iracheni avevano tolto dei neonati (il numero varia da 15 a 312 secondo le versioni della testimonianza) dalle incubatrici dell’ospedale, lasciandoli morire sul pavimento. Questa efferatezza provocò un’ondata di sdegno in tutto il mondo e fu determinante nel mobilitare l’opinione pubblica a favore dell’intervento armato contro l’Iraq. Ma dopo la guerra si seppe che la storia era una messinscena confezionata dalla ditta Hill & Knowlton, un’agenzia di pubbliche relazioni assoldata dal governo del Kuwait, oltre che dall’Indonesia e dalla Turchia. La medesima ditta aveva prodotto dei falsi filmati di combattimenti nel Kuwait occupato. Questo inganno, che ha contribuito allo scatenamento di una guerra, è stato rivelato, orgogliosamente, dall’agenzia stessa.
Gli almeno 20.000 iracheni massacrati dagli Usa in Iraq a Mutla Ridge, nel 1991, ma fatti sparire
La battaglia finale (anche se è forse improprio chiamarla cosí) della seconda guerra del Golfo avvenne il 26 febbraio del 1991. L’episodio piú drammatico di quell’avvenimento fu il massacro della collina di Mutla: migliaia di veicoli, sia militari che civili, che trasportavano soldati iracheni e civili di varie nazionalità, in fuga dal Kuwait, vennero bloccati e bombardati per ore, senza alcuna possibilità di scampo o di difesa. Si stima che circa ventimila persone siano morte in quella strage, ma i loro resti vennero fatti sparire rapidamente con i bulldozer, prima che i giornalisti potessero mostrarli.
Il “bombardamento di Lubiana”, 1991
Nel giugno del 1991 la Slovenia proclamò l’indipendenza dalla Federazione Jugoslava. Il 2 luglio, nel pomeriggio, si sentí un’esplosione a Lubiana, e si sparse la notizia che la città era stata bombardata dall’aviazione federale. I giornali riferirono di palazzi sventrati dalle bombe e, in altre località, di case e chiese scoperchiate da esplosioni. Tuttavia, i giornalisti che si trovavano sul luogo non trovarono tracce di bombardamenti: tutti i danni si limitavano a qualche vetrina rotta e a qualche tegola caduta per lo spostamento d’aria di un aereo. Anche gli scontri fra le truppe federali e le milizie slovene vennero dipinti dalla stampa internazionale come un’invasione della Slovenia, mentre in realtà le forze federali, di soli duemila uomini, erano ampiamente soverchiate dai 40 mila uomini della Difesa Territoriale Slovena, riforniti di armi tedesche. Questo è un esempio in cui un conflitto di modesta entità militare viene drammatizzato, col risultato di renderne piú difficile la risoluzione pacifica e consensuale. La finta guerra della Slovenia fu il prologo della vera guerra jugoslava.
Per non parlare delle “atomiche di Saddam” e dell’”uranio del Niger venduto a Saddam per fare le atomiche”. Balle colossali, causa di centinaia di migliaia di morti e di altro odio verso l’Occidente, sulle quali sono stati prodotti negli Usa due bei film: “Savoir faire” e “Green zone”. Chissà quanti altri bei film di questo tipo faranno negli Usa se si continua così….
x VOX
“Mai lo scollamento totale tra parole e contenuti è stato così evidente e completo”
Ma quando l’ho scritto io nessuno ci credeva.
Oggi c’e’ un bel articolo, un opinione:
[President Obama, faced with no recovery from the recession as he enters an election year, has come up with a handy political gimmick: Fake the statistics.
The economic data that portend recovery are totally and completely inventions of Obama’s political operation. The reality is that no recovery is taking place!
Economist James Fitzgibbon, of the Highlander Fund, explains how cooked the economic statistics on which the president bases his claims of recovery really are…….]
Non posso mandare il link perche’ l’ho ricevuto senza il link, ma lo trovero’…senza dubbio.
Anita
x VOX
Il link:
http://www..vote.com/mmp_printerfriendly.php?id=3199
L’originale e’ su “The Hill”.
Anita
LA MISERIA E’ QUI, IN TUTTO IL SUO ORRORE
Se in Grecia ci stanno arrivando, in Usa la povertà estrema, quella dei romanzi di Hugo, di Zola, di Dickens, è già una realtà per oltre 50 milioni di persone (ed erano 46 l’anno scorso)
theeconomiccollapseblog.com/archives/many-of-you-will-not-believe-some-of-the-things-americans-are-doing-just-to-survive
Many Of You Will Not Believe Some Of The Things
Americans Are Doing Just To Survive
Some families are living in sewers and drain tunnels, some families are living in tents, some families are living in their cars, some families will make ketchup soup for dinner tonight and some families are even eating rats. Some homeless shelters in America are so overloaded that they are actually sending people out to live in the woods. As you read this, there are close to 50 million Americans that are living below the poverty line, and that number rises a little bit more every single day.
The following is a half hour documentary produced by the BBC entitled “Poor America”. Trust me, this is a must watch VIDEO
(on site above)
Those of us that still live comfortably are often completely unaware of what life is like out on the streets of America at this point.
There are millions upon millions of Americans that have lost all hope and that are living on the very edge of life and death.
And more join the ranks of the hopeless with each passing day. This upcoming weekend approximately 80,000 people in the state of Michigan will lose their unemployment benefits.
So what are those people going to do after that?
They have already been unable to find work month after month. Their savings are most certainly gone. Now the only money they had coming in is going to be eliminated…
INDIA
Militari del Battaglione San Marco
sparano dalla petroliera: due morti
“Erano pescatori non pirati”
NEW DELHI – E’ quasi crisi diplomatica fra Italia e India per la morte di due pescatori indiani, uccisi per errore dai militari italiani a bordo del mercantile Enrica Lexie. Le vittime sarebbero state scambiate per errore per pirati. L’incidente, avvenuto mercoledì a 30 miglia dalla costa indiana e dai contorni ancora poco chiari, crea tensione fra i due paesi.
repubblica.it/esteri/2012/02/16/news/india_pescatori-29978392/?ref=HREC1-44
Giorni fa dicevi che Vox viveva a nord, non lontano da dove abito io…
… siccome non mi risulta ne deduco che lo hai letto in un tuo retropensiero… niente di male… anzi malissimo… quando si tira in ballo uno che ha detto questo e quell’altro… dovresti ricordarti o va bbehh!! ciao… bel giovanotto… mi piace mangiar nuvole… ma devo averle in mano x mangiarle…
Confermo che io non ho MAI dato o “suggerito” quel che affermi che io abbia dato informazioni o location di Vox…
Incidente chiuso… adios amigo!
Faust
… trovato… chiedo scusa a Peter…
– Non mi azzardo pero’ a porgere la palma d’ulivo a Vox, senno’ niente niente mi risponde cosa (…) c’entro io, chi mi credo di essere, lei e’ occupatissima a fare documentari sui pinguini al Polo Sud, etc etc
… non sapevo che Vox documenta pinguini del sud… visto che vive al nord… vicino addove tu vivi…
… ho scritto questo x scrivere una battuta e fare dell’ironia sui pinguini del sud… immaginando Peter come un pinguino del sud…
… ancora le mie scuse Sir Peter…
Faust
Beh …almeno sappiamo definitivamente che e´una “lei”.
Cosi non c´e´piu´il dubbio “atroce”…
Rodolfo
Per il fatto sopratutto che non mi va´a genio di offendere o rivolgermi ad una donna cosi come faccio per un uomo.
Per una donna ….qualsiasi siano gli obbrobi che scrive …uso sempre i guanti gialli.
Rodolfo
In questi giorni il giornalista del Foglio Giulio Meotti ha pubblicato una serie di articoli molto intensi, direi quasi spiritati, sul conflitto iraniano, in cui dà per scontato un imminente attacco da parte di Israele. Subito dopo, il ministro israeliano Matàn Vilnaí (che appartiene alla corrente ex-laburista Aztmaut del ministro della difesa Ehud Barak, cinque deputati, di cui quattro ministri), si è dimesso ed è stato nominato ambasciatore di Israele in Cina. La circostanza non sarebbe degna di nota se non fosse che Vilnaí è il ministro per la Difesa su fronte interno, ossia ha ricoperto finora la mansione più delicata se ci fosse un conflitto con abbondanti lanci di missili sulle città israeliane. Esistono allora tre possibili spiegazioni al cambiamento di ruolo di Vilnaí. La prima è che Israele interpreta in senso lato il concetto di difesa del territorio, e ha quindi deciso di estendere la barriera di difesa antiterrorismo fino alla Muraglia cinese. La seconda spiegazione è che Giulio Meotti sa delle cose che Matàn Vilnaí non sa. La terza spiegazione è che Matàn Vilnaí sa delle cose che Giulio Meotti non sa.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
Ariel Toaff
La proterva intolleranza dei Savi Anziani dii Informazione Corretta e dei suoi furibondi sostenitori ebrei e cattolici non ha limiti. Ora vogliono mettere al bando Gad Lerner, odioso traditore del giudaismo, dalla comunita’ degli ebrei anche dal punto di vista religioso. Se volete trovare le peggiori caricature degli ebrei, senza scomodare Vauro, andatele a cercare su Informazione Corretta. Sono autoritratti.
Informazione Corretta
http://www.informazionecorretta.com
Spettabile redazione, so che non trattate questioni religiose ,ma vorrei porvi una domnda,che vale per lerner ebreo ,ma anche per i vari cristianucci .Si può continuare a chiamare lerner ebreo mentre egli odia tutto degli ebrei, del loro stato,e persino a vari livelli collabora coi nemici degli ebre….
… Devo chiedere scusa a Vox… non volevo e non ho scuse… mi e’ scappato… tutto x una battuta in cerca d’ironia… so che non me ne vorrai… ma devo chiederti scusa… le cose che ho scritto a Peter su come e cosa credo e mi comporto sono quelle che seguo… dovevo prima di abbaiare… controllare con piu’ pignoleria…
Un abbraccio e un caro saluto
Faust
x Faust
eh noooo, caro, tu non scherzavi! ora vuoi tirarti indietro in zona Cesarini…
A scherzare sui documentari ai pinguini al polo Sud ero solo io, come esempio di occupazione molto esotica congeniale a Vox…
Ovviamente, so che e’ altamente improbabile, Vox passera’ molto del suo tempo sull’internet…
Credo effettivamente che viva vicino a me (diciamo in Irlanda?)…ma di preciso non saprei.
Poi dovrei offendermi, dato che pinguino non mi ha mai chiamato nessuno, non uso quasi mai il tuxedo, e non sono Sir, titolo riservato ai cavalieri…
Consiglio comunque a tutti ‘frozen planet’, un bellissimo documentario sui circoli glaciali di D. Attenborough, che dovrebbe essere fatto cavaliere, se lo merita…ora e’ vecchierello, non credo che ai poli sia andato lui di persona.
E’ li’ che ho appreso di South Georgia nell’Antartide, proprieta’ nominale di GB (nessuno puo’ sfruttare l’Antartide se non per scopi scientifici, trattato del 1959)
Peter
x Rodolfo
a rigor di termini, Faust non ha pero’ dato alcuna indicazione sul sesso (inteso come genere…) di Vox. Ha solo riportato parole scritte da me (occupatissima…a fare documentari…etc), cioe’ la mia impressione
Peter
xShalom
Non c´e´bisogno che te lo ricordi ma un Ebreo rimane sempre un Ebreo anche quando si converte ad un´altra religione. Il suo odio per gli Ebrei puo´essere quel che e´….ma verra´internato e ucciso cosi come qualsiasi altro Ebreo…cosi come il mezzo o il quarto …per alcuni e´sempre Ebreo.
Rodolfo
xPeter
ma vai va´….passi lunghi e ben distesi
R
x rodolfo
tu pensa a spalare neve e magari fattici pure il bagno dentro
Peter
x Rodolfo
Uomo o donna non fa alcuna importanza, fino ad un paio d’anni fa’ c’era ancora un lieve dubbio che io fossi un uomo….
Il bello e’ che io non ci ho mai tenuto all’anonimato, non su questo forum.
Ciao caro,
Anita
xPeter
Le cose metereologicamente pare stiano cambiando davvero….per cui in Gran Bretagna fra non molto si pianteranno piantagioni di agrumi e ulivi. Molti sono scettici su questo….io pero´mi auguro …forse siamo ancora in tempo…dalle parti tue una nevicata…ma una di quelle che durano due giorni…per vedere come farai ad uscire di casa…dato che dalle parti vostre non esiste la civile consuetudine di spalare la neve sotto casa.
Rodolfo
x Rodolfo
dito medio per te e tutta la crande Cermania….eh eh eh….
Peter
A te dedico il mio indice e mignolo … naturalmente esteso ai tuoi padri adottivi.
Rodolfo
Israeli racism scares me
Op-ed: Ethiopian-born journalist fears his three children will always feel foreign in racist Israel
Danny Adino Ababa
Published: 02.15.12, 11:55 / Israel Opinion
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Newspaper headlines referring to displays of racism against members of Israel’s Ethiopian community are just headlines. Yet for me and for members of my community this wound gets deeper and refuses to heal. After every racist display, the public expresses its revulsion, yet we, members of the Ethiopian community, are left with the pain and without answers.
I was born in Ethiopia and have three young children. My wife is a nurse at a large hospital. I am a journalist at a leading newspaper. Our children are educated in private kindergartens. On the face of it, we are “successful immigrants.”
Bad Attitude
Stop patronizing Ethiopians / Efrat Yerday
Op-ed: Minister who said Ethiopians should be thanking State is patronizing, unfit for job
Full Story
My three children were born here, yet ever since they were born, for the first time in my life I’ve been facing an uncontrollable fear. I’m anxious about their future. I assume that many of you live in some kind of fear in respect to your children’s future, yet you are worried for different reasons.
I want to tell you about my fear. It does not stem from the Iranian bomb or the war that is expected to erupt in our mad region. I’m afraid because of my children’s dissimilarity, due to the color of their skin. I’m fearful that they won’t be accepted to schools or to extracurricular activities just because they’re different. I’m fearful because once upon a time people felt ashamed to be racist, yet today Israeli racists rear their head and speak up openly.
My oldest son, who will soon celebrate his fourth birthday, already encountered this racism. One day my wife and I came to pick him up from preschool, when another child appeared and said “what a disgusting black kid.” My son withdrew into himself as my wife tried to cheer him up in vain. In the car, he burst into tears, and my wife followed. “I’m crying over my son’s helplessness,” she said.
After wiping away her tears, she asked that we return to the kindergarten so she can speak to the insulting child. She faced him and her tears kept on falling. The next morning we received a letter of apology from his parents.
Dark chocolate
Ever since then, every day I gently ask my son whether anyone called him “black” or insulted him because of his ethnicity. Usually he is silent, yet occasionally he shows interest in the color of his skin. One day he surprised me: “Dad, black is darkness, it’s not a pretty color and I don’t like it,” he said.
I tried to explain to him how beautiful our skin color is. I came up with every superlative I could think of. After failing, I suddenly remembered that my son loves chocolate more than anything else. “You see,” I told him, “chocolate is delicious. And what color is it?” I don’t know if my son accepted the comparison between chocolate and his skin color, yet he certainly ate the chocolate I gave him and asked for more. To this day I haven’t told him that there’s such thing as white chocolate too.
I will never fully feel that I belong in this country; I will always feel like a foreigner in a crowd. At the same time, I always knew subconsciously that once I have children, they will feel like members of this land and my foreignness will never cling to them. Yet in the past year I find myself often thinking about the foreignness of the “black sabra,” as every one of my sons can be referred to.
The latest displays of racism scare me, if only because of the silence of the lambs by the silent majority. I’m scared because I feel that everyone sees us sinking and keeps silent. I’m afraid that my eldest son will inherit the foreignness within me.
The next time you see racist displays on your television screen, think about me, about my Israeli-born son, and about my thoughts and deep pain. What you perceive as yet another newspaper article and another ephemeral story is a painful, sad and never-ending journey for us.
L’unico che qui odia gli ebrei, e non solo quelli, e li danneggia semmai sei tu. Curati. Oppure fai la tua bella Aliya e non rompere.
Shalom
x Rodolfo -312-
Tu scrivi:
“…..cosi come qualsiasi altro Ebreo…cosi come il mezzo o il quarto …per alcuni e´sempre Ebreo.”
Non so per quale motivo, di recente la mia amica e vicina, Ebrea Russa, ha fatto fare una prova del sangue a suo figlio 25enne.
E’ risultato che nel suo DNA una % e’ Ashkenazi Jewish.
Credo che il dubbio sia nato dal fatto che suo nonno era Ebreo ma la nonna no, era dell’Ucraina e non Ebrea.
Non credo che fossero sposati e nemmeno sua mamma, il cognome e’ Russo, non so se Ebraico.
Domande che io non faccio….
Anita
Cara Anita, 321
tutto questo per me non e´importante.
Io personalmente sento di appartenere al genere umano….alla fine siamo tutti fratelli. Se tutti gli uomini si rendessero conto di questo…penso che potremmo di questa Terra farne davvero un Paradiso.
Per questo odio tanto le diatribe di Uroburo e Sylvi.
Un caro saluto
Rodolfo
Stasera San Remo finalmente si e´salvato…con le canzoni della mia gioventu´.
Rodolfo
SVILUPPO E SOSTENIBILITA’
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9883
[…] Quando parliamo di sviluppo, non parliamo di un qualsiasi sviluppo, ma di… quello industrialista/capitalista/consumistico. È antropocentrico, contraddittorio e sbagliato.
È antropocentrico
perché è centrato unicamente sull’essere umano, come se non esistesse la comunità della vita, la flora e la fauna e gli altri organismi viventi che hanno bisogno della biosfera e ugualmente chiedono sostenibilità.
È contraddittorio
perché sviluppo e sostenibilità ubbidiscono a logiche contrapposte.
Lo sviluppo [come viene inteso] è lineare, crescente, sfrutta la natura e privilegia l’accumulazione privata. È l’economia politica di taglio capitalista.
La categoria sostenibilità, al contrario, proviene dalle scienze della vita e dall’ecologia, la cui logica è circolare e inclusiva. Rappresenta la tendenza degli ecosistemi all’equilibrio dinamico, all’interdipendenza e alla cooperazione di tutti con tutti.
Come si può dedurre, sono logiche antagonistiche: una privilegia l’individuo, l’altra il collettivo; una promuove la competizione, l’altra la cooperazione…
È errato
perché sostiene che la povertà sia la causa della degradazione ecologica. Che, minore sarà la povertà, maggiore lo sviluppo sostenibile e minore la degradazioneambientale, il che è un equivoco.
Analizzando criticamente le cause reali della povertà e della degradazione della natura, si vede che derivano – non esclusivamente ma principalmente – dal tipo di sviluppo che viene praticato. È questo che produce la degradazione, perché dilapida la natura, paga bassi salari e genera povertà.
Questo cosidetto sviluppo sostenibile è una trappola del sistema imperante: assume i termini dell’ecologia (sostenibilità), per svuotarli di significato. Assume l’ideale dell’economia (la crescita), mascherando la povertà che esso stesso produce.
Socialmente giusto: se c’è una cosa che l’attuale sviluppo industriale/capitalista non può dire di sé stesso è che è socialmente giusto. Se lo fosse, non ci sarebbero 1,4 miliardi di affamati nel mondo e la gran parte delle nazioni in condizioni di povertà.
Secondo l’indice Pianeta Vivo dell’ONU (2010), in meno di quarant’anni la biodiversità globale ha sofferto un calo del 30%.
In conclusione, il modello di sviluppo che si vorrebbe sostenibile è retorico… sempre che non si vadano a pregiudicare i profitti né metta in pericolo la competizione. [Ma] nel contesto attuale, la sostenibilità è o localizzata o non esiste.
****
x Rodolfo
Nelle comunita’ Ebraiche e’ d’aiuto essere Ebreo anche se in minima percentuale.
Cosi’ come e’ di mooooolto aiuto provare di avere un millesimo di DNA American-Indian.
Nel caso della mia amica la raccomandai ad amici molto coinvolti ed influenti nella comunita’ Ebraica.
A suo tempo non sapevo del DNA, avevo presa la sua parola.
In ogni modo tutto ando’ a monte, voleva solo ricevere ma non dare……
Buonanotte,
Anita
x Vox.
Mi associo, anche sulle virgole.
C.G.
Dopo uno dice fatalità (o sfiga)…
Come posto qualcosa eccoti la Komare, e viceversa.
màh.
C.G.
Molti degli articoli che ho postato ultimamente hanno un particolare punto in comune: la critica alla globalizzazione sotto varie angolature: economica, politica, ecologica, antropologica, culturale.
Una volta (non molti anni fa) ce la vendettero come una cosa progressista, una panacea a tutti i mali del mondo. Chi aveva dubbi, chi intuiva l’inganno ed era contrario, veniva trattato come l’ idiota del villaggio. Un po’ come avviene adesso ai critici dell’EU progettata dai banchieri.
E invece, i critici della globalizzazione di allora si sono rivelati i profeti del disastro totale di oggi. Le uniche cose che sono state globalizzate, infatti, sono l’impoverimento abissale dei lavoratori, l’arricchimento stratosferico di finanza e multinazionali, il deterioramento del pianeta, il livellamento e l’annullamento della diversita’ culturale.
Finalmente, non solo analisti politici ed economici, filosofi e persone semplicemente razionali riscoprono che locale e’ bello, giusto, umano, sostenibile, foriero di futuro, e invocano l’inversione di tendenza.
Non si tratta di tornare semplicemente indietro (e nel tornare indietro, dopo aver sbagliato, non ci sarebbe nulla di male, se fosse possibile), ma di mettere insieme le esperienze positive del passato assieme alla consapevolezza degli sbagli commessi. Sbagli nostri, ovviamente, noi che abbiamo ascoltato, creduto, prestato poca attenzione, permesso lo scempio. Quelli che hanno promosso e implementato la globalizzazione non hanno sbagliato: hanno fatto esattamente quel che gli conveniva e ci hanno guadagnato, respingendoci indietro di almeno cent’anni.
Adesso che tanto e’ stato perduto (in alcuni casi, irrimediabilmente), sara’ molto difficile ripristinare le conquiste scippate, i diritti rapinati, le vite spezzate, le fabbriche delocalizzate, i luoghi di lavoro svuotati, il futuro cancellato. Ma non impossibile. Nulla e’ impossibile. Il mondo si e’ messo in moto e questa e’ la strada giusta. Dura, in salita, da Sisisfo. Ma e’ l’unica che si possa percorrere. Inutile illudersi e fare i buonisti: non sara’ nemmeno pacifica, bensi’ violenta. Il potere esercita la sua opera in modi violenti e difendera’ con la violenza, come ha sempre fatto, i propri privilegi e lussi.
Come ha osservato Gerald Celente nella sua intervista al Daily Bell, se non ripartiamo dalla questione morale, non ci spostiamo dal punto in cui siamo. La questione centrale e’ quella Frommiana dell’AVERE o dell’ESSERE, specialmente ora, quando abbiamo sempre di meno e anche l’essere comincia a farci difetto.
Ma la questione morale non vuol dire semplicemente il ripristino e l’esercizio dell’onesta’ (che va da se’), vuol dire in primo luogo la riappropriazione della dignita’, del rispetto e dell’orgoglio di se’ come esseri umani, come prodotto non unico di un pianeta unico e bellissimo, come creatori di sentimenti profondi e di pensieri sublimi. Con questi strumenti, possiamo ricreare il coraggio, il valore, l’altruismo, la generosita’. Cose che anni di politiche mafiose e di martellamento mediatico disumanizzante hanno smussato, spingendoci a essere piccoli e pavidi, a fare l’amore col nostro individualismo, con la competitivita’, l’egoismo, la materialita’ e l’incoscienza.
L’Homo Novus del XXI secolo dovra’ recuperare la memoria eroica delle leggende, dei tempi epici in cui gli uomini erano giganti, e giganteschi avevano i pensieri, i cuori e gli orizzonti. Ci serviranno mani come scavatrici per svellere le montagne che ci hanno eretto davanti, e ardimento da vulcani per non perderci d’animo a meta’ strada.
Ecco cosa siamo buoni a fare…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/16/libia-amnesty-international-denuncia-torture-abusi-milizie-fuori-controllo/191706/
Qualche giorno fa parlavo con un mio collega palestinese che ha lavorato 10 anni in libia e mi ha detto testualmente “i libici sono stati dei pazzi a liberarsi di ghaddafi”.
Adesso sono partite le vendette trasversali. I bagni di sangue continuano peggio di prima ed alla fine, come ho detto quasi un anno fa, chi ci rimettera’ sara’ la povera gente alla quale e’ rimasto un futuro di violenze settarie seguito da politche neoliberiste che li ridurra’ alla fame.
@ Carlino
E si preparano a fare lo stesso servizio alla Siria e all’Iran.
Ieri hanno fatto esplodere tre bombe (India, Thailandia e Georgia) da attribuire molto convenientemente all’Iran, come c’era da aspettarsi.
Stavolta, pero’, non gli e’ andata granche’. A fare il giro dei commenti su vari blog e quotidiani, ben pochi ci hanno creduto e perfino sui media l’isterismo non e’ partito in quarta (al massimo in prima).
I paesi Nato in Europa ieri hanno messo le mani avanti, che non aderiranno a operazioni militari, mentre poche ora fa la Russia ha annunciato che interverra’ con le armi in caso di attacco alla Siria o all’Iran, con le conseguenze che uno scenario del genere puo’ creare.
Demolizioni record nel 2011 in Cisgiordania: il crimine impunito di Israele
Secondo una scheda informativa dell’Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), pubblicata a gennaio di quest’anno, nel 2011 il numero dei palestinesi costretto a sfollare a causa della demolizione delle loro case da parte dell’esercito israeliano è aumentato dell’80% rispetto all’anno precedente. Il numero delle strutture demolite è aumentato del 42% rispetto al 2010, e le persone direttamente o indirettamente colpite da tali demolizioni sono oltre 5.300, buona parte delle quali bambini.
Sono dati ben noti e ampiamente divulgati, e tuttavia passati senza alcun particolare clamore o conseguenza, l’ennesimo dato statistico che certifica le sofferenze del popolo palestinese e i crimini perpetrati dalle autorità israeliane.
La demolizione delle case dei palestinesi residenti nella West Bank, nonché quella di strutture quali cisterne per l’acqua o ricoveri per animali, è anzitutto un crimine umanitario: il diritto internazionale, infatti, vieta il trasferimento forzato dei civili residenti nel territorio occupato, nonché la distruzione delle proprietà private a meno che non strettamente collegate e necessitate da un’operazione militare in corso.
Ma la politica delle demolizioni sistematiche è anche, e soprattutto, un’atrocità ed un abominio da un punto di vista morale, ovvero – per dirla nel linguaggio più diplomatico del Coordinatore umanitario dell’Onu per i Territori occupati Maxwell Gaylard, è totalmente contraria agli “ideali umanitari”.
Chi scrive, per il racconto di persone care che hanno vissuto la triste condizione del profugo, sa bene cosa significa perdere la propria casa – sovente per i palestinesi l’unica fonte di certezze fisiche ed economiche – i propri beni, dover abbandonare la propria terra ed essere costretto a vivere in campi profughi, con la totale incertezza del proprio futuro e di quello dei propri figli.
L’OCHA ci ricorda che l’impatto della demolizione delle case per le famiglie che lo subiscono è psicologicamente devastante: le mogli provano un accresciuto senso di insicurezza, i mariti stress ed ansia, i bambini sono costretti a interrompere gli studi e soffrono di depressione, ansia e sintomi da stress post-traumatico.
Di recente, a proposito del veto di Russia e Cina ad una risoluzione di condanna contro il regime siriano, molte sono state le reazioni irate dei governanti occidentali e dello stesso Segretario Onu Ban Ki-moon, si è parlato di “farsa” e di “scandalo, e si è affermato che, di tal guisa, l’Onu perderebbe ogni ragion d’essere.
Ma ciò è altrettanto vero se si guarda alla scandalosa inerzia dell’Onu e della comunità internazionale a fronte dei crimini israeliani e dell’occupazione illegale dei Territori palestinesi.
Appare incomprensibile come sia stata creata e tutt’ora esista un’apposita agenzia dell’Onu per l’assistenza ai profughi, e che nel contempo nulla si faccia contro quegli stati-canaglia che con il loro operato e le loro politiche di pulizia etnica contribuiscono ad accrescere senza posa il numero delle persone che sono costrette a vivere l’infelice esperienza del rifugiato.
Ma evidentemente anche questi sono gli ignobili dividendi assicurati ad Israele dall’industria dell’Olocausto.
Demolizioni e trasferimenti forzati nella Cisgiordania occupata
OCHA Gennaio 2012
FATTI SALIENTI
– Quasi 1.100 palestinesi, oltre la metà bambini, sono stati sfollati nel 2011 a causa della demolizione delle case da parte dell’esercito israeliano, oltre l’80% in più rispetto al 2010.
– Altre 4.200 persone sono state interessate dalla demolizione di strutture connesse al loro sostentamento.
– Le forze israeliane hanno demolito 622 strutture di proprietà di palestinesi, un incremento del 42% rispetto al 2010. Ciò ha incluso 222 case, 170 ricoveri per animali, due aule scolastiche e due moschee (una demolita due volte).
– Il numero di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e di vasche distrutte nel 2011 (46) è stato più del doppio dell’anno precedente (21), con decine di altre strutture connesse esposte a future demolizioni.
– La maggior parte delle demolizioni (il 90%) e dei trasferimenti (il 92%)si sono verificati nelle già vulnerabili comunità agricole e della pastorizia nell’Area C; migliaia di altre rimangono a rischio di sfollamento a causa di ordini di demolizione non ancora eseguiti.
– A Gerusalemme est c’è stata una significativa diminuzione rispetto agli anni precedenti, con 42 strutture demolite. Tuttavia, almeno 93.100 residenti, che vivono in strutture costruite senza permesso, rimangono a rischio di sfollamento.
– Oltre il 60% delle strutture di proprietà di palestinesi demolite nel 2011 erano situate in aree destinate alle colonie.
– Il 70% dell’Area C è vietato all’attività edilizia dei palestinesi, ed è invece destinato alle colonie o all’esercito israeliano; un ulteriore 29% soffre di pesanti restrizioni.
– Solo il 13% del territorio di Gerusalemme est è lottizzato ad uso edificabile dei palestinesi, gran parte del quale risulta già costruito, rispetto al 35% che è stato espropriato e destinato ad uso degli insediamenti colonici israeliani.
Dieci sulle tredici comunità nell’Area C visitate dall’OCHA hanno riferito che delle famiglie vengono costrette a trasferirsi a causa delle politiche israeliane che rendono difficile soddisfare i loro bisogni primari. L’impossibilità di costruire è uno dei principali fattori scatenanti di questi trasferimenti forzati.
1. Il trasferimento forzato delle famiglie palestinesi e la distruzione di abitazioni civili e di altre proprietà da parte dell’esercito israeliano in Cisgiordania, ivi inclusa Gerusalemme est, hanno un grave impatto umanitario. Le demolizioni privano le persone delle loro abitazioni, che spesso costituiscono la loro principale fonte di sicurezza fisica ed economica. Esse inoltre creano gravi disagi, riducendo il loro tenore di vita e compromettendo le loro possibilità di accesso ai servizi di base quali l’acqua e l’igiene, l’istruzione e l’assistenza sanitaria.
2. L’impatto sul benessere psicosociale delle famiglie può essere devastante. Spesso le donne sentono di perdere il controllo sulle faccende domestiche e provano un accresciuto senso di insicurezza mentre gli uomini sperimentano maggiori stress ed ansia. Per molti bambini le demolizioni, unitamente all’interruzione della frequenza scolastica ed alle accresciute tensioni familiari, si traducono in depressione, ansia e sintomi di disturbi da stress post-traumatico.
3. Secondo le autorità israeliane, le demolizioni vengono effettuate a causa del fatto che le strutture sono prive dei necessari permessi di edificabilità. In realtà, per i palestinesi è quasi impossibile ottenere i permessi. La zonizzazione e il regime di pianificazione urbanistica applicati da Israele nell’Area C e a Gerusalemme est limita la crescita e lo sviluppo dei palestinesi, mentre assicura un trattamento preferenziale per le colonie israeliane illegali. Questo trattamento include l’approvazione di piani regolatori e la fornitura di infrastrutture essenziali, la partecipazione al processo di pianificazione urbanistica, e l’assegnazione di terreni e risorse idriche.
4. Nell’Area C, una combinazione di linee di condotta e di pratiche israeliane, tra cui zonizzazioni e pianificazioni urbanistiche restrittive, l’espansione degli insediamenti colonici, le violenze dei coloni, e le restrizioni alla circolazione e agli accessi, hanno avuto come risultato la frammentazione del territorio e il restringimento dello spazio per i palestinesi, compromettendo la loro presenza. Le autorità israeliane hanno inoltre segnalato la loro intenzione di trasferire numerose comunità palestinesi al di fuori di settori strategici dell’Area C, sollevando ulteriori preoccupazioni di carattere umanitario e giuridico.
5. Israele, quale potenza occupante la Cisgiordania, ha l’obbligo di proteggere la popolazione civile palestinese e di amministrare il territorio a vantaggio di essa. Il diritto internazionale vieta lo spostamento forzato o il trasferimento dei civili, al pari della distruzione di proprietà private se non assolutamente necessarie ai fini di operazioni militari. Le demolizioni delle case e di altre strutture ad uso civile dovrebbero cessare immediatamente e i palestinesi dovrebbero ottenere imparziali ed effettive zonizzazioni e pianificazioni urbanistiche per le loro comunità.
Israele, una minaccia reale per il mondo
http://poorrichards-blog.blogspot.com/2012/02/israeli-threat-to-world-is-real-and.html
The Israeli Threat To The World Is Real (And World Leaders Know It)
“America is something that can be easily moved. Moved to the right direction.They won’t get in our way.” – International terrorist and war criminal Benjamin Netanyahu, Prime Minister of Israel. Source of quote.
Let’s get the big mystery out of the way: Israel did the bombings in India, Georgia, and Thailand. It’s really not a mystery anymore.
Israel has no credibility whatsoever. But if you need to be convinced that Iran did not do the bombings, read these excellent commentaries by Stephen Lendman and Washington’s Blog.
Iran Falsely Charged with India and Georgia Attacks
Mossad’s dirty hands were all over these attacks.
By Stephen Lendman
[…] Clearly, Iran’s only harmed by alleged terrorist attacks against America, NATO partners, Israel, or their allies. In contrast, Washington and Tel Aviv benefit greatly. As a result, new charges follow old ones.
On Monday, “(b)ombers targeted Israel embassy workers in” both countries’ capitals. New Delhi witnesses said a motorcyclist attached a bomb to an Israeli diplomat’s car, injuring his wife.”
An alleged Georgia plot was foiled. Conveniently, an Israeli Tbilisi embassy employee spotted a “strange object” in full view attached to its envoy’s car. If something real was planned, it would have been placed underneath out of sight. Even an amateur knows that.
For years, Israel manufactured bogus threats against its overseas based officials and other citizens. America does the same thing. Duplicitously pointing fingers the wrong way conceals their own crimes. They’re numerous, frequent, and horrific.
In contrast, Iran threatens no other country and hasn’t attacked one in over 200 years. Israeli/Washington terrorist charges are spurious. They’re made to stoke fear and justify retaliatory measures.
Iran painstakingly avoids provocations. Despite clear evidence of Mossad’s involvement in killing its nuclear scientists and other destabilizing actions, Tehran refrained from retaliating.
Blaming Iran for the New Delhi and Tbilisi incidents is entirely spurious. Yet major media scoundrels headline it. So did Netanyahu calling Iran and Hezbollah “the world’s greatest exporter(s) of terror.”
Conveniently, alleged terror plots were foiled in the nick of time. Be suspicious. Be very suspicious.
At issue, of course, is blaming Iran, Syria, and other Israeli targets. It’s an old stunt used often by Israel and America. Both countries specialize in false flag attacks.
In fact, Israel and Washington are the world’s leading state terror exponents. Incidents are conveniently blamed on others. It doesn’t wash.
Though evidence so far can’t prove it, Mossad, not Iran, was likely responsible for the latest ones. The tactic chosen replicated one of its favorites. It was classic Israeli state terrorism.
Mossad and Shin Bet (Israel’s Security Agency) have long, odious terrorist histories.
Blaming victims, lawlessness, violence, crimes of war and against humanity, collective punishment, intimidation, attacking unarmed civilians, and overall brutality are Israeli specialties.
Combined, they define a rogue state, defiant of international law principles. It pursues its own interests ruthlessly and extrajudicially, anywhere in the world […]
http://www.opednews.com/articles/Iran-Falsely-Charged-with-by-Stephen-Lendman-120215-828.html
Who Carried Out the Terrorist Car Bombings in India, Thailand and Georgia? Iran … Or Someone Else?
http://www.washingtonsblog.com/2012/02/who-carried-out-the-terrorist-car-bombings-in-india-thailand-and-georgia.html
If Iran, in fact, carried out the attacks, it will provide a justification for war against Iran.
But did Iran actually carry out the attacks?
Let’s put aside for a moment the fact that the U.S. and Israel support the terrorists which have assassinated several Iranian scientists
– The CIA admits that it hired Iranians in the 1950′s to pose as Communists and stage bombings in Iran in order to turn the country against its democratically-elected prime minister
– American and Israeli officials admit that they have repeatedly carried out terrorism and then blamed it on Arabs
– Former National Security Adviser Zbigniew Brzezinski told the Senate that a terrorist act might be carried out in the U.S. and falsely blamed on Iran to justify war against that nation.
– * Robert David Steele – a 20-year Marine Corps infantry and intelligence officer, the second-ranking civilian in U.S. Marine Corps Intelligence, and former CIA clandestine services case officer – says that elements within the U.S. government are trying to carry out a false flag operation and blame it on Iran
– Former high-level CIA officer Michael Scheuer – who was the head of the CIA unit tasked with capturing Bin Laden – says that Israel or Saudi Arabia could be setting up Iran as a way to foment war
– Ron Paul has warned of a “Gulf of Tonkin type incident” in Iran
– The U.S. planned regime change in Iran 20 years ago
– Why would Iran bomb India and Thailand, two of its most important trade partners, who are helping Iran to escape from sanctions by the West?
For Iran to carry out such attacks, as is being claimed, would be like shooting itself in the foot, particularly because both Asian countries have refused to join in the US-led campaign to isolate Iran economically and diplomatically.
Put the other way round, it is much more in the interest of Washington and Israel to destabilize relations between Iran and its Asian partners. The repercussions from the blasts in India would appear to be having that desired effect.
Up to now India has not gone along with new financial sanctions imposed by the United States and European Union to punish Iran over its disputed nuclear programme. Instead, New Delhi has come up with elaborate trade and barter arrangements to pay for oil supplies. However, the president of the All India Rice Exporters’ Association said Monday’s attack on the wife of an Israeli diplomat in the Indian capital will damage trade with Iran…
http://www.washingtonsblog.com/2012/02/who-carried-out-the-terrorist-car-bombings-in-india-thailand-and-georgia.html
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Ok giochiamo con VOX
NEW YORK TIMES
February 15, 2012
Israeli Envoy Links Bangkok Bombs to Attacks in India and Georgia
By THOMAS FULLER
BANGKOK — Thai authorities said on Wednesday that the group of Iranians detained after an explosion tore the roof off their rented house was on a mission here targeting Israeli diplomats.
“This much I can tell you — the target of the operation was specifically the Israeli diplomatic staff,” Gen. Prewpan Dhamapong, Thailand’s chief of police, said in a television interview.
Two Iranian suspects remained in custody in Bangkok on Wednesday, including one man who lost both legs after detonating a bomb when confronted by the police on Tuesday. A third Iranian suspect who fled to Kuala Lumpur, the Malaysian capital, was arrested on Wednesday by Malaysian police, who said they were holding him on the request of the Thai authorities. A fourth suspect, a female, left the country on Feb. 5, the police said.
Explosive devices discovered by the police in the group’s rented house were similar to those used this week against Israeli diplomats in India and Georgia, according to Mr. Prewpan and Israel’s ambassador to Thailand.
“It’s almost the same system that was used in Delhi and in Tblisi, which leads us to think that they are connected,” the ambassador, Itzhak Shoham, said in a telephone interview.
Iranian officials immediately rejected the accusation. An Iranian Foreign Ministry spokesman, Ramin Mehmanparast, called the accusation of Iran’s involvement “baseless” and accused Israel of trying to damage its relations with Thailand, The Associated Press reported.
The Israeli authorities said the discovery of explosives in Bangkok fits a pattern of Iranian-backed attacks on Israeli targets.
Mr. Shoham said he believed Bangkok had been chosen because it was a “soft target.”
“It’s easy to come in and out, to rent a house,” he said. “Nobody pays attention to people coming and going.”
Mr. Shoham said the devices seized in Bangkok contained the same type of explosive as those in New Delhi and Tblisi, the Georgian capital, and were similarly outfitted with magnets that would allow them to be attached to metal objects. The bomb used in the New Delhi attack and the device discovered on the car of an Israeli Embassy staff member in Tbilisi were attached to vehicles using magnets.
Some Thai officials said Wednesday it was too early to confirm links between the Bangkok explosions and the incidents in India and Georgia. But Mr. Prewpan, the police chief, said the devices found in Bangkok were the “same” as those in India and Georgia.
Mr. Prewpan spoke after interrogating one of the suspects who was detained on Tuesday at Bangkok’s international airport as he tried to leave the country. The man had shrapnel wounds from the house explosion, Mr. Prewpan said.
Thai officials were on the defensive as they described investigations into the three explosions on Tuesday in a residential neighborhood of Bangkok. They were only tipped off to the Iranian group’s activities after what appeared to be an accident: The first blast on Tuesday destroyed the roof of the group’s house and forced the Iranian suspects to flee. The second and third explosions came soon after, when witnesses saw one of the Iranian suspects throw a bomb at a taxi while he was fleeing; minutes later, he detonated another device as he was confronted by the police, severing one of his own legs and badly injuring another.
Wichean Potephosree, the head of Thailand’s national security council, described the country’s tourism industry as a “weakness.” Last year Thailand, one of the most popular tourist destinations in Asia, welcomed 17 million foreigners.
Chalerm Ubamrung, Thailand’s deputy prime minister, said the government would tighten immigration procedures.
“I will order the Immigration Bureau to closely monitor people who enter the country, especially from countries that might have some troubles,” Mr. Chalerm said. He did not define “troubles.”
The tourism ministry announced Wednesday that it would suspend the practice of issuing visas on arrival to Iranian citizens.
Last year Thailand’s immigration office issued 148,235 tourist visas to Iranians.
Poypiti Amatatham contributed reporting from Bangkok, and Liz Gooch from Kuala Lumpur.
http://www.nytimes.com/2012/02/16/world/asia/bombs-in-bangkok-linked-to-india-and-georgia-attacks-israeli-envoy-says.html?pagewanted=print
Anita
Ariel Toaff
L’editoriale dell’Haaretz: Il governo Netanyahu ha definitivamente abbandonato il progetto “Due stati per due popoli”. Il programma perseguito con ogni mezzo attualmente e’ “Uno stato per due popoli”, laddove lo stato e’ costituito dai territori di Israele attuale, cui devono aggiungersi quelli della Terra Promessa ai coloni e gli avamposti illegali del Far West messianico. E i palestinesi? Non esistono o non esisteranno.
Israel’s academy for occupation
http://www.haaretz.com
Construction of the new cultural auditorium in Ariel, taking students on tours of the West Bank, and now the plan to turn the ‘university center’ in Ariel into a full-fledged university, are erasing the pre-1967 borders from the collective consciousness of both Palestinians and Israelis.
x VOX
*** Lei ha amici altolocati, i suoi post in Inglese passano, i miei NO…***
Posto il link, molte volte il NYTs non lo permette, specialmente se sono articoli del giorno:
http://www.nytimes.com/2012/02/16/world/asia/bombs-in-bangkok-linked-to-india-and-georgia-attacks-israeli-envoy-says.html?pagewanted=print
Anita
x Carlino -329-
Su questo sono d’accordo con lei.
Era da prevedere…
Obama doveva rimanere neutro, non ha mai ottenuto il consenso di entrare nel conflitto.
Mubarak e Ghaddafi non presentavano alcun pericolo per gli US, Hosni Mubarak era in rapporti favorevoli con l’Israele.
—————-
La Repubblica islamica dell’Iran, le cui relazioni diplomatiche con l’Egitto erano sospese dal 1979, ha espresso pieno sostengo alla rivolta egiziana…..auspicando un futuro governo teocratico.
Anita
……penso che potremmo di questa Terra farne davvero un Paradiso.
Per questo odio tanto le diatribe di Uroburo e Sylvi. Rodolfo 322
Ehhhhhh caro Rodolfo,
addirittura odio? …per uno che predica l’amore….non c’è un po’ di incoerenza???
A me le” pistolettate” semiserie o predicatorie savonarolesche di Uroburo mi fanno ridere…e se non mi fanno ridere …lo mando cordialmente a quel paese! Tutto finisce lì!
E tu, invece, che potresti benissimo saltare il post…ti prendi la briga di odiare??? Canta, che ti passa!!!
Sylvi
x Sylvi
leggo:
“Salari in Europa, Italia al 22esimo posto.
Ma i top (io li chiamerei “sob”) manager sono tra i più pagati”.
Mi sembra che qualcosa non quadri e che nel mondo del lavoro uno più uno non fa più due come una volta.
Perchè?
C.G.
Una marea di post….contro Israele e contro non si sa nemmeno chi.
–
Vengono in parte smentiti da un post di quattro righe di Anita che scrive:-
” x Carlino -329-
Su questo sono d’accordo con lei.
Era da prevedere…
Obama doveva rimanere neutro, non ha mai ottenuto il consenso di entrare nel conflitto.
Mubarak e Ghaddafi non presentavano alcun pericolo per gli US, Hosni Mubarak era in rapporti favorevoli con l’Israele.
La Repubblica islamica dell’Iran, le cui relazioni diplomatiche con l’Egitto erano sospese dal 1979, ha espresso pieno sostengo alla rivolta egiziana…..auspicando un futuro governo teocratic”.
Anita
–
Spero che il post di Anita lo si riesca a leggere anche tra le righe.
Non dimendichiamoci le difficolta´in Libia di mettere daccordo tutte quelle tribu´o meglio clan. Anche questi sono fatti.
–
Cara signora Vox,
quando lei scrive:-
E si preparano a fare lo stesso servizio alla Siria e all’Iran.
Ieri HANNO fatto esplodere tre bombe (India, Thailandia e Georgia) da attribuire molto convenientemente all’Iran, come c’era da aspettarsi.
Stavolta, pero’, non GLI e’ andata granche’. A fare il giro dei commenti su vari blog e quotidiani, ben pochi ci hanno creduto e perfino sui media l’isterismo non e’ partito in quarta (al massimo in prima).
–
–
E si preparano a fare lo stesso servizio alla Siria e all´Iran…
sappiamo cosa lei vuol intendere…..poi pero´lei continua” ieri HANNO fatto esplodere tre bombe”…e vuol far intendere la stessa cosa…non le sembra cosi di essere in mala fede.Oppure bisogna avere le antenne.
Rodolfo
xSylvi
beh usare aggettivo odiare e´stato da parte mia sicuramente stupido….nel momento forse non ho trovato qualcosa di piu´adatto.
Avevo gia´scritto…forse piu´volte che non conosco cosa sia veramente l´odio….ne´il disprezzo…al contrario cerco di immedesimarmi negli altri per poter capire meglio il loro comportamento.
La diatriba tra te e Uroburo con contorno di cc mi ha dato sempre fastidio… e non l´ho mai capita…ecco ho trovato la parola adatta.
Se no…mi siete simpatici tutti…tu in particolare.
Un saluto
Rodolfo.
Germania, il presidente Wulff si dimette
Merkel: “Non può più servire il popolo”
–
–
L´ho previsto gia´da un paio di settimane…e scritto in questo blog..
non aveva chance…certamente non in Germania.
Ha cercato di resistere un po´alla Berlusconi …poi ha dovuto cedere.
La commedia e´durata poco piu´di due mesi.
Rodolfo
x Rodolfo
C’è da restare allibiti a come lei riduce indecentemente a “contro Israele” quella che è una marea di interventi di israeliani. Visto che uno dei più assidui ad accusare il fasciosionismo una serie di personaggi è Ariel Toaff, le sue affermazioni, e quelle come le sue, sono semplicemente ridicole se non grottesche. Dire che è “contro Israele” ciò che merita venga detto della signora colona, ma eletta nel parlameto italiano, Fiamma Nirenstein o di fissati come Ugo Volli o di monomaniaci come Informazione Corretta, è oltre il ridicolo. Il tentativo di ridurre l’ebraismo a mazza ferrata del potere fasciosionista provocherà disastri. Soprattutto all’ebraismo. Contento?
pino nicotri
Ariel Toaff
Scandalo su Facebook dopo l’incidente stradale di Gerusalemme dove hanno perso la vita dieci bambini palestinesi. Sulla pagina di Netanyahu coloni estremisti esprimono la loro soddisfazione perche’ non ci sono ebrei tra le vittime e si rammaricano che la polizia israeliana e le ambulanze del Maghen David Adom siano accorse in soccorso delle vittime.
Netanyahu esprime pubblicamente il proprio rincrescimento. Anche Israele ha i suoi fondamentalisti che non si distinguono da quelli di Hamas.
After Jerusalem crash, racist comments appear on Netanyahu’s Facebook page
http://www.haaretz.com
Posts include sighs of relief that ‘only Palestinians’ were killed, as well as slogans such as ‘Death to A
xNicotri
Non mi sembra di aver difeso Israele piu´di tanto.
Ho scritto mille volte che sono contro la politica della colonizzazione …
Ho scritto mille volte della necessita´di uno Stato Palestinese.
Per quanto mi riguarda quando parlo di Israele parlo di quello nei confini del 67. La mia critica ai Palestinesi e´…1)che non sono ancora riusciti di essere uniti… 2)da farsi manipolare da stati come l´Iran cui il destino dei Palestinesi e´secondario….3)l´ostinatezza con cui si rifiutano di riconoscere Israele…4)ed infine critico quei komma nella loro charta dove viene sottolineato il traguardo di buttare tutti gli Ebrei a mare. Mi sembra che ce ne´abbastanza.
Un saluto
Rodolfo
Rimane dunque che le ambulanze sono accorse in tempo e il rammarico
di Netanyahu che lo esprime pubblicamente.