Il capitano Schettino è indifendibile, ma il suo linciaggio è vergognoso. La criminale diffusione della telefonata De Falco-Schettino ci cola a picco tutti. Per il salvataggio solo un elicottero, per le guerre invece….

Ho voluto tardare a bella posta a intervenire sul naufragio della Costa Concordia perché ero preso da un tale sdegno contro il comandante Francesco Schettino da ritrovarmi sorprendentemente nel coro degli urlatori di professione e forcaioli d’animo. Compagnia che mi imbarazza talmente da avermi consigliato prudenza. Anche perché l’esperienza ha dimostrato a suo tempo sulla mia pelle che le verità lanciate con grande clamore e immediatamente a ridosso dei fatti sono troppo spesso verità per modo di dire, se non baccano suscitato ad arte per nascondere la verità o sue importanti parti. Tant’è che avevo preparato un pezzo certo non a favore di Schettino, ma neppure di accettazione del “colpevole unico”, classico capro espiatorio per salvare il sedere di molti altri. Poi ho ascoltato – disgraziatamente – la telefonata tra Gregorio De Falco e Schettino. E m’è crollato il mondo addosso. Quella telefonata mostra l’intero vertice di comando della Costa Crociere talmente vile e ignominioso che non ci posso credere, mi rifiuto, la fuga di un comandante, per giunta assieme al suo secondo e terzo ufficiale, è un abominio inimmaginabile, roba che neppure in un film o in un pessimo sceneggiato da trash tv. Se le cose stessero davvero come sembra da quella telefonata, a dover fare hara hiri non è solo Schettino, ma qualunque italiano che ha pudore, perché quella telefonata, se fosse tutto come sembra, ci condanna come Italia intera, come popolo di ignavi, cialtroni, mascalzoni e irresponsabili. Neppure popolo “solo” da bunga bunga ed elettori entusiasti di gente come Bossi, Berlusconi, Calderoli…., ma addirittura di cialtroni da corte marziale e – infamia suprema – fucilazione alla schiena e con gli occhi bendati. Chiunque abbia passato così a razzo alla stampa la registrazione di quella telefonata, e, come vedremo meglio in seguito, si direbbe che pare possa essere stato solo De Falco, ha fatto una grande mignottata che ci ha accoltellato tutti alla schiena.

Cerchiamo quindi di ragionare. Schettino ha sbagliato ed è indifendibile. E’ stato lui stesso ad avere ammesso col magistrato una serie di circostanze che lo inchiodano:

- ha ordinato lui di uscire fuori rotta per avvicinarsi al Giglio;

- ha deciso lui di abbandonare il pilota automatico e di mettersi a timonare lui, personalmente e manualmente;

- l’accosto al Giglio lo ha deciso per un “inchino” al collega in pensione Mario Palombo, “inchino” preannunziato allo stesso Palombo con una apposita telefonata;

- ha ordinato la virata troppo tardi;

- il ritardo nell’ordinarla è dovuto al fatto che “ero perso nei miei pensieri”.

Anche se non di “pensieri” si trattava, ma – a quanto pare – della vicinanza di una bella bionda, ce n’è abbastanza per prendere a pedate Schettino fino a consumargli tutto il sedere.

In aggiunta, è innegabile che Schettino ha perso oltre un’ora da perfetto cretino, quando invece durante quell’ora la nave era ancora in assetto, cioè non sbandata, e potava sbarcare tutte le persone in perfetto ordine e senza che nessuno finisse affogato intrappolato nelle cabine o in sala pranzo. Ma quell’ora e un quarto l’ha persa da cretino perché è cretino lui o perché l’armatore gli ha ordinato di non lanciare subito l’SOS e di non chiedere neppure ispezioni e verifiche in mare perché “il tempo è danaro” e le crociere, come si dice degli spettacoli, “must go on”? Non so se sia vero che Schettino durante quell’ora molto abbondante abbia, tra l’altro, cercato anche di fare sparire la “scatola nera” onde evitare si potessero appurare le sue responsabilità per la rotta temeraria e l’errore da peracottari. E’ inoltre grave, anzi inaudito, che abbia abbandonato la nave. E che lo abbia fatto con i suoi due vice è talmente inaudito da essere impensabile. Così come è patetica, ridicola, lestofantesca, la scusa di essere “caduto in una scialuppa di salvataggio”, per giunta di esserci caduto con i due vice, eventualità statisticamente impossibile se non in un film di topo Gigio.

Tutto ciò detto, nulla dimostra che Schettino stesse scappando, che avesse cioè abbandonato la nave per svignarsela. Forse lui è un vile, ma credere che lo siano anche i suoi due vice mi pare surreale. Non voglio neppure prendere in considerazione quello che, stando ai giornali, avrebbe dichiarato il parroco dell’isola, e cioè che Schettino era sbarcato tranquillo e beato anche col computer. Il parroco pensi a vergognarsi per NON avere mai reclamato neppure lui per l’usanza degli “inchini” a pochi metri dalla terraferma da parte di un bestione come Costa Concordia e non solo.

Insomma, NON si può che Schettino stesse scappando. E’ sceso dalla nave, certo, e NON doveva farlo, ma NON per scappare. Probabilmente voleva rendersi conto di persona della falla, dall’esterno visto che dall’interno era impossibile, o forse anche cercare di rendersi utile cercando di mettere ordine tra i natanti nelle vicinanze, anche se questa ipotesi non mi convince perché i natanti con i passeggeri erano – a quanto pare – dall’altra parte della nave, quella che guarda la terraferma a pochi metri da essa. sull’altro lato della nave. Se è sceso, per giunta, ripeto, con gli altri due ufficiali, uno dei quali era una donna, probabilmente è stato perché a sua valutazione i soccorsi sulla nave procedevano, anche se non ho capito sotto la direzione di chi. La presenza di un ufficiale donna nella scialuppa con Schettino mi fa credere ancor più difficile una fuga o un pensare comunque solo a se stessi: una donna, per giunta ufficiale di marina, abbandona vecchi e bambini e altre donne al loro destino? Difficile da credere. Ritengo umanamente e professionalmente più probabile che il comandante, pur con deplorevolissimo ritardo, abbia aiutato passeggeri a mettersi in salvo e sia sceso in ispezione in mare solo quando gli è parso di poterlo fare perché non c’era più ressa nel salvataggio.

La voce impallata di Schettino nel rispondere a De Falco, mi ha fatto arrossire per quel pesante accento campano da “guapp’e cartone” dei film, da decenni “prova provata” dell’infingardaggine e cialtroneria dei “terroni”. Né Totò né Massimo Troisi avrebbero potuto immaginate tanto… Accento campano a parte, la voce di Schettino m’è parsa stranamente impastata, come anche le sue risposte a De Falco spesso sconnesse. Troppo alcol? Una “sniffata” di troppo e già a fine effetto? Lo appureranno i magistrati.

Insomma, Schettino è spacciato. Come capitano è spacciato. Come marinaio è spacciato. Come uomo, se la vedrà con se stesso, con i non pochi morti dovuti all’aver perso più di un’ora senza muovere un dito, anche se forse per ordine dell’armatore e non per decisione propria. Ma impiccarlo adesso sulla pubblica piazza a furor di popolo, no. Fucilarlo alla schiena sulla base dei soli elementi d’accusa, senza neppure vagliarli, contestualizzarli e verificarli, assolutamente no. Il giornalismo scoopista a tutti i costi ha già fatto una serie di danni storici, dal “ballerino anarchico” Pietro Valpreda fino al “rapimento” di Emanuela Orlandi ha già preso una quantità di granchi colossali. Meglio andarci più cauti.

Andiamoci cauti anche nel voler vedere in De Falco il cavaliere bianco, l’eroe salvatore di quei frangenti terribili. Il suo ordinare a Schettino di risalire a bordo salendo per la biscaglina, che è una scala di corde con gradini di legno,  “in senso inverso a quello dei passeggeri” che si stavano faticosamente mettendo in salvo, lo trovo un ordine assurdo.  La biscaglina, detta anche biscaggina, è una scala fatta di corde e con gradini di legno o di plastica in modo da poterla arrotolare e srotolare a piacere. La biscaglina inoltre è stretta, la si scende stando rivolti verso la nave e tenendosi con le mani al cordame laterale mentre si poggiano i piedi su uno scalino alla volta, stando bene attenti a non scivolare.  Non è certo larga a sufficienza da permettere il transito nei due sensi, per giunta in una situazione di emergenza drammatica. Sarebbe stato più logico issare a bordo Schettino, e gli altri due ufficiali, con una fune calata da un elicottero. E qui che casca l’asino, un altro asino! Come mai da Livorno non hanno mandato più elicotteri? A Livorno c’è una imponente base Nato, più un aeroporto italiano. Si fosse trattato di andare a bombardare la Libia o qualche nave di “terroristi” gli elicotteri ci sarebbero stati, sarebbero stati fatti arrivare da ovunque. I giganteschi elicotteri militari in grado di issare anche mezzi corazzati. La capitaneria di porto di Livorno ha un solo elicottero? E di chi è la colpa? Di Schettino?

Certo, Schettino ha sbagliato fin dall’inizio, fin da quando cioè ha deciso la bravata dell’avvicinarsi troppo all’isola del Giglio per dare “un salutino” al “mitico” commodoro e far vedere ai turisti direttamente sotto il loro naso la suggestiva cartolina notturna dell’isola del Giglio illuminata. Regalando nel contempo – due piccioni con una fava – agli isolani la suggestiva cartolina dell’enorme città galleggiante da crociera che a mo’ di maxi balena addomesticata si avvicina fin sotto casa, saluta educatamente a mo’ di serenata con i suoi maestosi fischi ad alto volume e tonalità a bassa e se ne va.

Però, però, c’è un però: visto che l’incredibile “salutino” a distanza ravvicinata era una consuetudine, o comunque una cosa niente affatto rara, dov’erano la capitaneria di porto, i carabinieri, la polizia, il sindaco, il parroco e gli abitanti del Giglio quando la balena da crociera arrivava fin quasi sotto le finestre? Todos caballeros? Un bestione come Costa Concordia o simili NON è un gommone o una barchetta che passa inosservata, e male, malissimo hanno fatto, dalla capitaneria all’ultimo dei pescatori o marinai della domenica, a non reclamare mai, a non avvertire mai nessuno della sbalorditiva usanza. Gentile e bella quanto si vuole, ma usanza pericolosa anche agli occhi di un cieco.  A Genova, al quartier generale della Costa Crociere, nessuno mai si è accorto di nulla? I TIR  hanno la scheda registratrice nel tachimetro, con la quale la polizia stradale – se vuole – può controllare a che velocità ha marciato l’autista durante tutto il viaggio del TIR. Ovvio che le navi, e le grandi navi, non siano prive di controlli anche più sofisticati. Sia a bordo che dalle capitanerie, oltre ai satelliti.

Strumenti di controllo a parte, non è solo al Giglio che si avvicinano pericolosamente le enormi città galleggianti e divertimentifici marini. Lo sanno anche i sassi che ci si fa pubblicità anche così: chiunque abbia visto sfilare di sera nella laguna di Venezia o nel golfo di Napoli o nel porto di Genova un transatlantico o una grande nave da crociera con tutte le luci accesi sa bene di cosa parlo. Ma in un Paese dove se si hanno soldi si può diventare capo del governo e farsi fare anche le leggi ad  personam, su misura, ogni volta un “inchino” del parlamento al Cavaliere, non sorprende che un Comandante di nave si faccia un pezzo di rotta ad personam, su misura per un “inchino a chi vuoi tu”, come dice la filastrocca.

Torniamo infine alla telefonata tra De Falco e Schettino. Chi se non lo stesso De Falco può avere dato quella registrazione ai giornalisti, visto che è lui stesso a dire a Schettino che sta registrando la telefonata? I magistrati? In questo caso non possono avere avuto il tempo di ricevere la registrazione, ascoltarla, valutarla e passarla a qualche cronista.  Alla stampa quel dialogo sputtana-Italia è stato consegnato prima che arrivasse ai magistrati.
Insomma, anche quella della diffusione della  telefonata è una storiaccia, sotto troppi punti di vista.

Sembra un brutto presagio: se quello di Federico Fellini si intitola “E la nave va”, il film della Costa Concordia si intitola invece “E la nave non va”, anzi, fa naufragio. Naufragio che capita per giunta nel momento più sbagliato, nel bel mezzo della tempestosa navigazione della nave Italia tra le secche, gli scogli e le intemperie  dell’euro, della recessione, del debito sovrano, dello spread, del rating…. Per il Times il disastro della Costa Concordia è infatti la metafora dell’Italia che affonda. Per il Wall Street Journal è addirittura la metafora dell’ormai a suo dire inevitabile naufragio dell’euro e dell’intera Comunità Europea. Non vorremmo Angela Merkel o chi per essa replicanti di Schettino. Ma neanche di De Falco. Mandino a salvare l’euro, l’Europa e gli europei più di un elicottero. E non calino solo una biscaglina…….

449 commenti
Commenti più recenti »
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Pino!
    mi hai tramortito.
    Lo hai scritto tutto di un fiato?
    Altrettanto tutto di un fiato l’ho letto io.

    “poveri quei popoli che hanno bisogno di eroi”.

    Buonanotte.
    C.G.

  2. Peter
    Peter says:

    x Pino

    beh, almeno lei ha capito cio’ che ripeto da ieri, cioe’ che in Italia c’e’ una giustizia da cow-boys e sono tutti ansiosi di mettere allo spiedo il comodo capro espiatorio, in questo caso il capitano della nave, ma all’occorrenza quello di un aereo, e cosi’ via. Errore umano di una persona, e l’assicurazione deve solo pagare, no? poteva aggiungere anche questo.
    Anche a me le reazioni di Schettino al telefono erano parse ritardate, offuscate, impastate come dice lei, ma preferisco non fare altri commenti. Come pure sul suo accento.
    Anche per me e’ un’enormita’ che il capitano e gli ufficiali abbiano abbandonato la nave per pura codardia, ed ecco perche’ insisto che i processi mediatici in diretta sono una cosa da terzo mondo, indegna di un paese civile. Buoni solo a coprire le reali responsabilita’.
    Ed il vigliacco che ha dato la telefonata alla stampa dovrebbe essere trattato a calci nei denti, altro che ‘eroe’.
    Neanche su inchini a distanza e compiacenza degli isolani faccio commenti…
    Ma lei non si immagina il fango che gettano sugli italiani in genere nei blogs in inglese, le navi colla retromarcia come i carri italiani della Seconda GM, e compagnia bella

    Peter

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G.

    Sai com’è…. Uno trattiene il fiato, poi esplode.
    ‘Notte.
    pino
    P. S. Quando vai in giro in Lambretta NON investire le vecchiette per fare loro “l’inchino”. Però se vedi Bossi, Berlusconi, Calderoli e qualche altra persona così perbene, beh allora un bell”‘inchino”… Magari con un Tir anziché solo col Lambrettone.

  4. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Devo darle atto che un po’ mi aperto gli occhi il suo commento, pur se sbilanciato. E poi ieri una lunga telefonata incazzata nera di un mio amico e collega, mentre tornavo in treno da Roma. Una incazzatura difficile da digerire.
    Non lo dica a me della boiaggine del giornalismo fucilatorio italiano, degno degli ayahatollah: grazie ai cari colleghi nel ’79 ho passato quello che ho passato. Ma a quell’epoca c’erano giornali e giornalisti capaci anche di dire “No!”, oggi c’è un conformismo e un pressappochismo paurosi, una leccaculeria da suburra irrancidita. Mi fermo qui, se no finisce che esagero.
    ‘Notte.
    pino
    P. S. Se qualcuno mi avesse passato quella registrazione, beh, certo l’avrei pubblicata anch’io: però, credo, con qualche annotazione critica.

  5. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    non ho ancora letto tutto….sono appena rientrata, qui sono poco piu’ delle 7 PM

    Se come dice il comandante Schettino aveva fatto quel viaggio oltre 300 volte, e’ ovvio che la stessa Costa permetteva il transito della super nave su una rotta estremamente pericolosa.
    E’ auspicabile che la magistratura ricerchi le responsabilita’ a tutti i livelli !

    Il che non condona il presunto abbandonamento della nave.

    Negli US non ridicolizzano l’Italia, e’ l’Italia che si getta la zappa sui piedi, l’ho spiegato sull’articolo precedente l’inclinazione ai nomignoli che attaccano come la colla permanente, come il Bunga Bunga….per dirne una abbastanza recente.

    Buonanotte,
    Anita

  6. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Questo conferma quello che ho riportato sul forum precedente, da posta e-mail ricevute dall’Italia da persone che lavorano da oltre 20 anni su navi crociera Italiane, o sotto bandiera Italiana.

    —————-

    Sulle navi Costa: cinquecento dollari
    al mese per 84 ore lavorative a settimana.

    “La testimonianza di chi lavora per la compagnia raccontano l’altro lato della crociera: contratti a tempo, nessun rispetto delle regole e maestranze straniere per i posti più umili”

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/18/500-dollari-al-mese-per-84-ore-lavorative-a-settimana/184521/

    —————-

    Anita

  7. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Il perche’ lei mi fa andare in bestia….

    Concordia, rischio ambientale: 2500 tonnellate di carburante da rimuovere – Video Repubblica – la Repubblica.it

    http://video.repubblica.it/dossier/naufragio-giglio-costa-concordia/concordia-rischio-ambientale-2500-tonnellate-di-carburante-da-rimuovere/85907/84296

    Ecco cosa ho letto altrove:

    La nave usa combustibile molto denso (Marine fuel oil) per poter essere pompata e travasata occorre accedere ai depositi praticando dei tagli a freddo alla lamiera scafo, riscaldare il combustibile ad una temperatura di almeno di 40°C, (al di sotto di 10°C è CATRAME) introdurvi pompe e manichette ed iniziare il travaso ad un altro mezzo ad esso vicino.

    Anita

  8. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Dopo un decennio di governo cabaret sotto Berlusconi, l’era di Monti ricorda quei grandi classici del cinema italiano che trattavano argomenti di vita e di morte.

    Financial Times

  9. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    non è Caronte ma Flegias…come puoi ben leggere

    Il quadro tratto dall’ottavo canto dell’inferno dantesco raffigura Dante e Virgilio, traghettati oltre il lago dell’Inferno, mentre nel fango della palude infernale le anime immerse dei dannati cercano di assalire la barca mordendosi a vicenda. La barca è pilotata da Flegias, il demone nocchiero.

    Mia cara, è personaggio più adatto alla attuale situazione…infatti ..mentre nel fango della palude infernale le anime immerse dei dannati cercano di assalire la barca mordendosi a vicenda….

    Sembra il tutto più appropriato alla situazione italica…tassisti ,autotrasporatori, neo -fascisti…

    Che sono facciamo così Flegias potrebbe essere Monti, io faccio Virgilio e Pino fa Dante ,il cronista !!

    Poi che te devo dì ,iersera rileggevo la Ginestra di Leopardi, quella “..delle magnifiche sorti e progressive..”

    Così ,dell’uomo ignara e dell’etadi
    ch’ei chiama antiche,e del seguir cha fanno
    dopo gli avi i NEPOTI,
    sta natura ognir verde,anzi procede
    per si lungo cammino
    che sembra star.CAGGIONO I REGNI INTANTO,
    passan GENTI E LINGUAGGI : ella non vede :
    e L’UOM D’eternita s’arroga il vanto.

    poi alcuni versi più sotto un soffio di ottimismo (sic)

    ..E tu, lenta ginestra,
    che di selve odorate
    queste campagne adispogliate adorni,
    ANCHE TU PRESTO ALLA CRUDEL POSSANZA
    SOCCOMBERAI DEL SOTTERANEO FOCO,
    che ritornando al loco
    già noto,stendera l’avaro lembo…

    ect,ect

    Devo dire che come ben sai io” Rifuggo i Poeti”….ma quando per consolazione mi sembrano realisti li apprezzo!

    cc

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    …dopo uno spolvera la Lambretta e circola per mettere sotto le vecchiette dure di testa..!

    … specialmente quelle che non sanno che il combustibile di colossi moderni come la Concordia viene immesso su casse bunker coibentate.

    …quelle che non sanno che durante la navigazione il combustibile misura in media 60° e anche se si spengono i generatori, come è stato il caso della nave affondata, dovrebbe tenere la temperatura sopra i 35-40°C per ancora 8-9 giorni se le casse non sono coibentate ma anche per più giorni se sono coibentate.
    La Concordia HA casse coibentate e non si capisce perchè non abbiano ancora iniziato a farlo. La tecnica c’è, gli specialisti addetti al travaso non mancano, perchè stanno fermi a grattarsi l’ombellico?
    In ballo altri interessi?
    Chi lo sa..
    C.G.

  11. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi ed anche caro GC,

    come diceva il Poeta

    O Patria mia,vedo le mura e gli archi
    e le colonne e i simulacri e l’erme
    torri degli avi nostri,
    ma la gloria non vedo,….

    A parte che veramente…di Gloria ne vedo pochina pure in passato !!

    cc

  12. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Gino,
    mi sembra che il tuo dubbio sia legittimo….Pino lo adombra ricordando il passato e aspetta da buon cronista per descrivere gli eventi prossimi e futuri, quando la pregnanza dei soldi, salirà virtuosa sulle polveri dei si dice, semprechè, gli gnomi di oggi non stiano già lavorando egregiamente per confondere i fatti !

    cc

  13. Linosse
    Linosse says:

    11 morti e 24 dispersi per l’ultima crociera sul Costa Concordia.
    Non basta il lungo elenco ,663 nel 2011, dei morti sui luoghi di lavoro ,bisogna continuare con le morti nel tempo libero,sui luoghi della vacanza e tutto per cosa?
    Per il lasciar fare in tutti i settori,chiudendo tutti gli occhi sulle ingiustificabili bravate contro regole e buonsenso di irresponsabili in cielo ,in terra ,in mare.
    La cronaca quotidiana è satura di emergenze,quando piove o c’è bel tempo,sulla economia,sulla salute,su terremoti (provvidenziali solo per qualcuno),nelle città che si vogliono “sicure”almeno nella propaganda elettorale.
    Tutto per finire di essere ,ancora una volta e senza rimedio,denigrati sui quotidiani in tutto il mondo in una regressione che ha contaminato tutta la società ridotta a quanto sembra a televisionari avidi di disastri per poter continare a dir qualcosa ,alimentare una “pulsione di morte” che, contrapposta alle “pulsioni di vita” ,è alle origini degli atteggiamenti sado-masochistici .
    A questo ci siamo ridotti?
    L.

  14. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    la Ginestra è veramente un pozzo di conoscenza dell’uomo edel suo Essere!

    verso 87 …Uom di povero stato e membra inferme
    Che sia dell’alma generoso ed alto,
    Non chiama sé né stima
    Ricco d’or né gagliardo,
    E di splendida vita o di valente
    Persona infra la gente
    Non fa risibil mostra;
    Ma sé di forza e di tesor mendico
    Lascia parer senza vergogna, e noma
    Parlando, apertamente, e di sue cose
    Fa stima al vero uguale.

    Magnanimo animale
    Non credo io già, ma stolto,
    Quel che nato a perir, nutrito in pene,
    Dice, a goder son fatto,
    E di fetido orgoglio
    Empie le carte, eccelsi fati e nove
    Felicità,…. G. Leopardi

    In poche parole Leopardi ci esorta ad avere una concezione reale del nostro stato.
    Ma , dopo aver preteso di vivere da ” stolto…nutrito in pene….dice,… a goder son fatto!!!”
    e qui Leopardi , con una certa forzatura comunista da parte mia, eh,eh eh
    dimostra tutta la sua arroganza di famiglia nobile che non capisce e non accetta perchè LUI, di nobile lignaggio, debba soffrire come un qualsiasi villano dei suoi!!!
    Ehhhh, è dura capire che non solo la morte è “una livella”, ma quasi sempre anche la vita, presto o tardi!

    Sylvi

  15. sylvi
    sylvi says:

    Invece, mi piace parlare di venti…li temo ma li amo…sono la scopa delle brutture non solo materiali.
    Ho sempre pensato che una giornata ventosa schiarisca le idee …

    In Tv e nei giornali si dice che sul Giglio sta per arrivare Scirocco, Maestrale e Tramontana…manca solo la Bora e il Libeccio!!!
    Ma è possibile che ci siano “patentati” giornalisti che sputito sentenze e sciocchezze senza Capo nè coda?

    Si informassero almeno da un marinaio e da una carta geografica.
    A Porto S.Stefano, data la posizione, solo la Bora sarebbe micidiale…ma quella non c’è!!!
    Potrebbe dare preoccupazioni la Tramontana… forse uno Scirocco che però potrebbe essere di risacca…ma insomma il Maestrale può solo preoccupare Campese che sta dall’altra parte dell’isola dove sono stata in ferie.
    Non so perchè , nè ne ho la preparazione, non si sia ancora provveduto a mettere in sicurezza la nave,…sento solo parlare della necessità di cercare ancora i dispersi…non so!
    So solo che spero …spiri Maestrale!!!

    Sylvi

  16. luigi
    luigi says:

    Se Schettino aveva paura, perche’ non chiamo’ subito i soccorsi? troppe strane testimonianze contro di lui, il cuoco filippino che racconta che mentre tutto traballava, il comandante gli ordino’ il dolce. Il personale deve pensare a difendere il proprio posto di lavoro. Sicuramente Schettino porto’ in secca la nave perche’ gli fu ordinato dai proprietari . Tutto e’ contro di lui. I passeggeri si lamentano perche’ si continuava a dire loro che tutto andava bene. Ma in questi casi e’ giusto non provocare il panico. I soccorsi sono stati efficaci anche perche’ la nave si era arenata molto vicino alla costa. Resta l’incredibile errore umano, tutto da chiarire. La telefonata di De Falco e’ la classica sceneggiata che serve a coprire la Capitaneria cioe’ la Marina Militare italiana. Piu’ che una tragedia sembra una soap.

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi

    La webcam di Capraia mostra una discreta maretta, mentre invece quella del Giglio bonaccia.
    Speriamo bene…

    C.G.

  18. Anita
    Anita says:

    x C.G. -#11-

    Oggi non volevo perdere tempo con lei…

    Ho appena vista un intervista in TV tra uno dei nostri inviati sul luogo dell’incidente ed un incaricato della compagnia Olandese, la discussione era sulle difficolta’ per iniziare a rimuovere il petrolio dalla Costa Concordia.

    In rilievo e’ la temperatura del petrolio, bisogna scaldarlo prima che si possa recuperare….sono in corso studi del come e dove iniziare a fare tagli per minimizzare possibili danni ambientali.

    L’operazione di salvataggio a bordo della Costa Concordia e’ stata sospesa ancora una volta, dopo il naufragio la nave si e’ spostata sulla sporgenza del mare su cui poggia. (45 minuti fa’)

    Se poi lei ne sa di piu’ faccia le valige e vada a salvare la situazione.

    Anita

  19. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    il tuo articolo mi ha insegnato una cosa: che nei paesi di strutturali bugiardi come l’Ittaglia (e gli Useggetta) bisogna SEMPRE chiedersi cosa ci sia dietro l’angolo per OGNI cosa. E, in linea di massima, è norma di prudenza pensare che le cose siano andate in modo assai diverso, e spesso opposto, a come ci vengono presentate. Vale anche per la politica estera, ad esempio per l’Iran …..

    Prendo quindi totalmente per buona la tua tesi: il comandante è sceso in barca per constatare i danni. Vediamo: una nave potrebbe essere paragonata ad un reggimento: Se in un reggimento il colonnello comandante, il suo vice ed il capo di stato maggiore si allontanassero dalla sede del comando par andare a fare un’ispezione di vitale importanza de facto abbandonerebbero il comando. Il comandante avrebbe dovuto mandare qualcun altro a constatare i danni della nave; se, a suo modo di vedere (che non critico a priori perché il comandante è padrone assoluto sulla nave), nessuno aveva le competenze per farlo avrebbe dovuto conferire il comando ad un ufficiale capace e responsabile a cui dare l’ordine di organizzare l’evacuazione (magari in maniera preventiva in modo da prepararsi anche senza metterla in atto) e solo poi calarsi in acqua.
    Secondo punto: io non ha MAI difeso la Capitaneria di Porto ma è suo compito dare ordini in determinate circostanze. All’ordine di risalire sulla nave il comandante avrebbe dovuto fare il possibile e l’impossibile per ottemperarlo; al limite risalendo da un’altra parte. Se rischiava la vita erano affari suoi: lo pagano (tanto) proprio per quello.
    Terzo punto: i titoli dei giornali parlano di un “ammutinamento” da parte dell’equipaggio che invece ha deciso sua sponte di rimanere a prestar soccorso ai passeggeri.
    Mie conclusioni.
    1) Dato per accettato che il capitano non sia fuggito, pur tuttavia scendere dalla nave è stato un grave, inammissibile, errore tecnico.
    2) Non risalire sulla nave, o non fare di tutto per risalirci, mi sembra che possa essere stata una violata consegna.
    3) Come spesso in cotesto paese il popolo si dimostra migliore della sua classe diggggerente.
    4) Ribadisco di non aver detto nulla sul baccano mediatico relativo al caso. Ogni paese ha le sue usanze e noi siamo il paese del Banana.
    Un caro saluto U.
    PS. Il gasolio DEVE essere solido? Oppure è solo una questione di prezzo?

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Guardi sciùra, che mare permettendo cominciano domani con i primi accertamenti su dove agganciare e come tirarlo fuori.

    Lei dovrebbe sempre usare le “strisce pedonali” quando vuole attraversare una strada se non la conosce.

    Della notizia sul lento scivolamento della nave verso il fondo, qui in Papuasia non se ne era accorto nessuno. Ringraziamenti sentiti
    per la celere informazione.
    Che geni stì ammeregani, cosa faremmo senza di loro..
    C.G.

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Io NON ho tesi. Ho ipotizzato che Schettino sia sceso per un controllo, ma ho aggiunto che sarebbe stato comunque un grave errore scendere dalla nave. Per un controllo poteva mandare il suo secondo con o senza il suo terzo ufficiale. Però NON bevo per principio le “verità” sparate a botta calda da giornalisti e magistrati. I giornali riportano, ma senza fare i nomi dei “testimoni”, che stava sbevazzando “molto” fino all’ultimo con una bella donna, la quale però ha spiegato, con nome e cognome, che si tratta di balle. Anche la storia dell'”ammutinamento”. Testimoni? Boh. Ho letto di un ufficiale che a Repubblica ha detto “ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di fare di testa nostra”. E l’ammutinamento dov’è? Ammutinarsi significa ribellarsi agli ordini del comandante ed esautorarlo. Nulla di ciò è avvenuto sulla Costa Concordia. Questo “ammutinamento” ha lo stesso strano odore del “rapimento” della Tale o della “secessione” di Robertinuccio Al Qalderoli: fuffa da mitomani.
    Infine: lo stesso De Falco ha dichiarato che dal momento che Schettino, ancora a bordo, ha deciso di dichiarare “distress” la responsabilità del comando passava da questi all’altro, cioè da Schettino a De Falco. Tecnicamente quindi De Falco poteva legittimamente anche abbandonare la nave, specie se per una ispezione, non essendo più lui il comandante e non avendo ricevuto nessun ordine di restare a bordo. Non credo neppure se pagato a peso d’oro che i tre ufficiali di più alto grado della nave, il comandante Schettino, il suo secondo e il suo terzo ufficiale, stessero scappando, questa sono affermazioni allucinanti e da cialtroni, che solo dei cialtroni irresponsabili possono lanciare a cuor leggero, tanto per fare un altro scoop del menga in puro stile “la strage l’ha fatto il ballerino anarchico Valpreda”. Affermazioni da cialtroni alle quali confesso che ho creduto anch’io, piangendo a più riprese come un vitello dalla vergogna. Ti rimando ai miei post nel forum della puntata precedente, dopo che Anita ci aveva spedito il link della telefonata smerda-Italia e smerda-italiani. Se fosse vero che i tre, una dei quali era una donna, stavano scappando, allora non ci resta che suicidarci tutti: come Paese siamo finiti. La merda del Banana la può spalare un Monti, ma l’ignominia della fuga dell’intero vertice di una nave è un’onta mortale per l’intero Paese di appartenenza dei tre disgraziati, onta mortale che non può spalare nessuno: si riscatta solo col suicidio, alla giapponese.
    Poi però ho ricostruito la scena, ho controllato i tempi, ho riascoltato quelle maledette telefonate evitando di sbattere il computer contro il muro o di prenderlo a martellate. E ho ripreso a usare il cervello, non solo le viscere. Male ha fatto Schettino a scendere dalla nave, qualunque sia il motivo per il quale lo ha fatto, forse ormai sicuro che l’evacuazione, a pochi metri dalla terraferma, andava a buon fine e forse anche ignaro che ci fossero dei morti. Fugge chi vuole mettersi in salvo la pelle o sfuggire alla giustizia. Ma Schettino, e i due con lui, NON correvano nessun rischio, neppure di beccarsi un raffreddore, ed è da idioti pensare che volessero fuggire ai magistrati. Fuggire dove?
    E’ IMPOSSIBILE che Schettino sia stato un’ora e quarto a grattarsi i testicoli dopo la botta dello scoglio, NON ha senso pensarlo. Ha invece senso pensare che da Genova gli abbiano ordinato di traccheggiare, sperando non succedesse nulla di grave visto che erano a pochi metri dalla terraferma.
    Schettino NON è Umberto Nobili che al polo Nord provoca una tragedia per andare a cercare la Titina, la sua cagnolina… Non è neppure Badoglio e la massa di ufficiali superiori vigliacchi che quando il tenente Rommel con un manipolo di temerari sfondo le nostre linee scapparono come lepri provocando la disastrosa rotta di Caporetto, mentre se fossero rimasti al loro posto e avessero ordinato di aprire il fuoco ai nostri formidabili ma inutilizzati cannoni di grosso calibro avrebbe ridotto in polpettine Rommel e i suoi ed evitato all’Italia un altro massacro e un’altra onta.
    Insomma, in questa storia del naufragio al Giglio a me pare che “il più pulito ci ha la rogna”, nessuno escluso. E la rogna più tignosa ce l’ha il cane che ha rifilato a razzo ai giornalisti la registrazione della telefonata: un regalo fatto per farsi bello, ma anche per affogare Schettino nel ridicolo.
    Nel Paese del Chiavaliere e dell’irresponsabilità e delle balle elevata a metodo di governo, votato più volte e con entusiasmo da milioni di persone, può accadere anche di questo.
    Un saluto… marinaro.
    pino

  22. Peter
    Peter says:

    x Pino

    sono del tutto d’accordo con lei. E non capisco perche’ ad Uroburo piacciano tanti gli esempi militareschi, quando e’ da sempre noto che l’intelligenza dei militari e’ una contraddizione in termini.
    Il capitano di una nave puo’ legittimamente decidere di lasciarla. Come ripeto da giorni, se lo ha fatto in modo appropriato, e per quali esatti motivi, sta all’inchiesta stabilirlo.
    La pretesa del De Falco che Schettino tornasse a bordo della nave a fare i conticini, a quel punto ed a quell’ora di notte, era palesemente assurda e punitiva. Forse gli avrei dato piu’ credito se qualcuno, non so chi, non avesse ignominiosamente e speditamente passato la copia di quella telefonata alla stampa, proprio per far passare Schettino da codardo, pusillanime, etc.
    Uroburo sbaglia ad ignorare dettagli ‘mediatici’ del genere, come pure che un procuratore qualifichi Schettino come scellerato, ed in diretta, prima di aver condotto le indagini e sentito gli esperti, prima ancora di arrivare in tribunale…In un paese civile, per operati di questo genere verrebbe dato il non luogo a procedere per violazione del diritto ad un ‘fair trial’, un processo equo, e forse persino per diffamazione a mezzo stampa, TV, internet, lei non crede?
    Non sappiamo se Schettino abbia la colpa, o tutta la colpa, del disastro, che come lei ben dice e’ di solito dovuto a MOLTI errori, magari sistematici cioe’ ripetuti, e di piu’ persone, compresa la compagnia. Per esempio, gli inglesi si sono subito fissati sulla riportata assenza delle ‘esercitazioni’ o istruzioni (il drill) di emergenza ed evacuazione della nave, che vengono date normalmente a TUTTI i passeggeri dall’equipaggio prima ancora di salpare per la crociera…
    Tuttavia parecchi hanno apprezzato la sua manovra che ha portato ad arenare la nave, e con un’inclinazione favorevole all’evacuazione dei passeggeri.

    Peter

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    Mia cara dolce Sylvi,
    peccato che il tuo nome, presumo, sia solo la contrazione di Silvana (direi boschiva) e non Silvia.

    Vedi, mia cara ,quando imberbe maturando tecnico,il nome di Leopardi,fece la sua ennesima apparizione nella mia vita , dopo elementari e medie classiche,le battute sul “nobil poeta” si sprecavano” tra mille sorrisetti …per farla in breve e tagliar corto,”segaiolo” era un riferimento che ci poteva stare.
    Ad essere sinceri non è che gli altri poetastri fossero meglio trattati dai miei compagni “tecnici maturandi”..Alfieri, Foscolo, Pascolei e Carducci.
    Nemmeno il divino Water sfiuggì alle nostre attenzioni con i suoi rapidi ed invisibili sommergibili e quel MAS che era il classico” memento non pisciare contro-vento”.

    Pertanto l’apprendere da te di vedere ascritto di tuo pugno tra i progenitori del Bolscevismo , il Poeta di Recanati,mi suona alquanto strano.

    Per cui il “memento non pisciare contro vento” è un consiglio che mi sento di riproporre.

    L a maturità porta a rileggere, è soprattutto a considerare e riconsiderare quello che un tempo fu solo esercizio memmonico per passar l’esame, anche se a dir il vero per me non fu mai così.

    Diciamo che che nel mare dei Rompicoglioni delle Italiche gesta, Leopardi fu il più lucido per l’epoca “romantica “.

    Infine,un appunto,di non poco conto, ..che le classi esistono è un dato certo,però a mio avviso il concetto di nobiltà travalica…,comprendo però che ai piccoli borghesi da sempre . diano fastidio due cose : il princio di realtà ed il principio di nobiltà ,che ovviamente nulla ha a che vedere con il censo di nascita.
    Infine ho sempre pensato che capisco come ai cretini possa dar fastidio Giacomo Leopradi, pur con tutti i suoi difetti…!!Compresa la presunzione di definirlo “segaiolo”e figlio di Mon-aldo!

    cc

  24. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Intanto,
    dietro quella siepe che da tanta parte de l’ultimo orizzonte il guardo esclude, da ragazzo ci andavo a pomiciare con una compagna di scuola.
    E già!
    Quei dieci chilometri (in salita) da Porto Recanati a Recanati me li facevo in bici. E dopo le “strusciate” e gli addii da cinema muto, giù a rotta di collo verso casa.
    Mi sentivo Bartali.

    Bei tempi..

    C.G.

  25. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    infatti,come tu ben sai, sono Silvana di nome e di fatto!

    Ma non sai che il mio sproposito su Leopardi nasce da frequentazioni “sinistre” delle tue parti!!!
    Mi spiego: oltre venticinque anni fa mio marito ricevette una telefonata di un professore di Lettere che insegnava a Torino ma abitava in una vallata, oltre La Mandria.
    Il prof, ( sapemmo poi, ideologicamente più rosso del drappo falce e martello) solo il buon Dio lo sa attraverso quali sentieri, gli si rivolse per chiedere una soluzione tecnica per salpareti che , il caso???, voleva finisse nell’isola , in Croazia, accanto a quella dove andavamo sempre noi, e dove avevamo amici.
    Si telefonavano, in previsione di passare da qui per ritirare l’attrezzo.
    Alla ennesima richiesta da parte di mio marito di ulteriori spiegazione sull’uso…l’altro rispose:
    -e che ne so io? E forse che tu sai l’ultimo verso della Ginestra?-

    Ecco , da qui na cque il tormentone che durò anni; che ci spinse a fare più volte Torino-Udine- Croazia e viceversa; che mi obbligò a ristudiare la Ginestra per imbeccare “il tecnico” che non l’aveva studiata.
    Che ogni volta che la Scienza si scontrava con le Lettere usciva l’ultimo verso della Ginestra.
    Peccato che ora ci sentiamo solo per telefono! Ma la vita e la Ginestra …vanno così!
    Perciò ora avrai capito da dove escono le idee strampalate su Leopardi che ti ho rifilato.
    Sempre dalle tue parti!!!

    Ps: Non era un mistero che il nostro amico e sua moglie erano andati in Croazia per “ammirare” gli “splendidi” risultati del coperativimo comunista! Ci facevano molta tenerezza!
    Per giustificarne il fallimento dicevano quello che dici sempre tu, ma non solo, sul fallimento del comunismo!!!

    Leopardi però non fu mai l’unica passione che ci unì amichevolmente!

    Sylvi

    2 ps: Ma da quelle parti siete tutti di sx???

  26. sylvi
    sylvi says:

    x C.G.

    e io sarei andata, forse era il 1975 o 76, a rimirare con religiosa ammirazione ” quella siepe” dove tu ci avevi appena fatto le tue pomiciate???

    Non c’è proprio più Religione!
    In piazzetta a Recanati ho comprato il libro con tutte le poesie di Leopardi, dopo essere stata nel museo del palazzo ad ammirare i suoi manoscritti e le sue correzioni. Emozionante!

    Sylvi

  27. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Sylvi,
    parlo del 1966-67. Si chiamava Laura e con un bestione di padre che metteva paura solo a guardarlo.
    Però mi voleva bene.. “finchè rispetterai mia figlia, altrimenti sberle! E tagliati i capelli, lazzarone!”

    Lo feci, rispettai la figlia anche perchè una sberla data con quelle mani gigantesche mi avrebbe ridotto in poltiglia.
    Mentre la zazzera nò! Sarebbe stata una umiliazione terribile, dati i tempi.
    C.G.

  28. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Le invio un Power Point con moltissime foto…e’ pesante, spero che il suo server lo faccia passare.

    ‘Notte,
    Anita

  29. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Però.. che progressi!
    la Komare adesso si informa ANCHE sul Fatto di Padellaro.
    Di norma lo faceva attraverso Il Giornale di Ping-Pong Feltri ..
    Al sottoscritto era più che evidente che sugli affari italiani postasse menate a gogò.
    Complimenti signora, a ravvedersi non è mai troppo tardi.

    C.G.

  30. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Da quel che ho visto mi sembra che Il Fatto Quotidiano si attiene a notizie…mi posso anche sbagliare, non si forma un opinione in pochi giorni.

    Non so chi sia Feltri, giudico i giornali dal come riportano le notizie e non le opinioni dei reporters.

    Le ripeto che il mio nome proprio e’ “Anita” non la Komare.

    Anita

  31. Shalom: gratta gratta la vera faccia feccia dei sionisti senza se e senza ma salta fuori, anche predicando che si deve UCCIDERE OBAMA
    Shalom: gratta gratta la vera faccia feccia dei sionisti senza se e senza ma salta fuori, anche predicando che si deve UCCIDERE OBAMA says:

    “Assassinare Obama è una possibilità”
    l’assurda provocazione di un giornale
    Andrew Adler, direttore dell’Atlanta Jewish Times, enuncia le tre opzioni a disposizione di Israele per tutelare la propria sicurezza. E uccidere il Presidente, secondo lui nemico giurato dello Stato ebraico, sarebbe da soppesare. Dopo le polemiche, parziale retromarcia.
    dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI

    COLUMBIA (South Carolina) – “Uccidere Obama è un’opzione”. Lo ha scritto il direttore dell’Atlanta Jewish Times, giornale della comunità ebraica nella metropoli della Georgia. Proprio mentre oggi si vota in un altro Stato del Sud, la South Carolina, esplode il caso di Andrew Adler, il direttore del quotidiano che ha evocato/invocato l’assassinio del presidente.

    Per Adler uccidere Obama è una delle tre opzioni a disposizione di Israele per tutelare la propria sicurezza e garantire la propria sopravvivenza. “Prima opzione: attaccare Hezbollah e Hamas. Seconda: la distruzione ad ogni costo degli impianti nucleari dell’Iran. Terza: assassinare Obama”.

    Adler spiega che l’uccisione del presidente americano – secondo lui un nemico giurato di Israele – va soppesata di fronte all’alternativa, che può essere lo sterminio di sette milioni di abitanti di Israele in caso di attacco da parte dell’Iran o di altri paesi arabi.

    Di fronte all’indignazione per i suoi propositi, riportati anche sui blog Huffington Post e Gawker, ieri Adler ha fatto parzialmente marcia indietro, ha detto di essere “dispiaciuto”, si è giustificato dicendo che voleva “sondare la reazione dei suoi lettori”, parlando del suo editoriale controverso in un’intervista alla Jewish Telegraphic Agency.

    La politica estera di Obama, in particolare verso Israele, continua ad essere comunque un pretesto per attacchi virulenti da parte dei repubblicani in lizza per la nomination alle presidenziali. “Questo presidente – ha detto Mitt Romney – è più generoso con i nostri nemici che con Israele, nostro alleato e amico di sempre”. Gingrich ha definito i palestinesi 1 “un popolo inventato”. Rick Santorum ha dichiarato che se fosse presidente ordinerebbe il bombardamento preventivo delle installazioni nucleari iraniane.

  32. Anita
    Anita says:

    The National Jewish Democratic Council described Adler’s column as “despicable” and “beyond the pale.”

    It is the height of irresponsibility to make the horrific suggestion that the State of Israel should assassinate the President of the United States of America,” David Harris, the organization’s president, said in a statement. “To dare to give such despicable ideas space in a newspaper — no less in the words of the paper’s owner and publisher, and a Jewish newspaper at that — is beyond the pale.”

    Traduzione frettolosa di Google:

    Il National Jewish Democratic Consiglio colonna Adler descritta come “spregevole” e “al di là del pallido”.

    E ‘l’altezza di irresponsabilità per rendere l’idea terribile che lo Stato di Israele deve assassinare il Presidente degli Stati Uniti d’America “, David Harris, presidente dell’organizzazione, ha detto in un comunicato. “Per il coraggio di dare uno spazio così spregevole idee in un giornale – non meno nelle parole del proprietario del giornale ed editore, e un giornale ebraico a che – è inaccettabile.”

  33. Umberto
    Umberto says:

    Per Pino

    Complimenti per l’articolo che condivido in pieno!!
    Vorrei sottolineare ancora…

    1) Mi sembra paradossale che la responsabilità di una “città galleggiante di 4-5000 persone”, e sopratutto di svariati milioni di euro, sia stata messa sulle spalle di un “comandante schettino di turno”… Presumo che esistano procedure e ruoli ben definiti dalle norme vigenti e dall’armatore, che evidentemente sono mancati contemporaneamente ed in “maniera colpevole”, a questo punto, forse, è comodo nascondere “altre” ben più gravi responsabilità.

    2) Non è possibile che la Compagnia, e le Autorità competenti, solo oggi si siano accorte della “consuetudine di fare l’inchino”, che a me pare comunque, … rispetto a tutto quello che si possa pensare, un bel modo di fare pubblicità … Per cui tutta questa ipocrisia oggi mi sembra del tutto fuori luogo!

    3) Spero che prima o poi si riesca a comprendere che, questi processi mediatici, creano grossi danni di immagine al nostro Paese, che nei secoli ha fatto grande la Marineria internazionale, e oggi viene messo alla berlina di tutti dalla stampa internazionale. I giornalisti che agognano di fare i “giudici” e i “detective” potrebbero sempre pensare di cambiare mestiere … e magari essere meno ricchi e più utili.

    Ribadisco i miei complimenti!!
    Umberto

  34. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    Hollywood ha gia’ adocchiato un film o documentario sull’incidente della Costa Concordia, sara’ presentato in primavera…
    Non perdono tempo!

    Anita

  35. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Per lei mi sono fatta inviare dal “Corriere Della Sera” un video dove spiega esattamente cosa devono fare per asportare il carburante dalle cisterne della Costa Concordia….
    (non era possibile dividerlo da una lunga lista di videos)

    Se non lo vuole aprire, va bene, ma poi non mi dica che scrivo a vanvera.

    «Così si potrebbe evitare il disastro ecologico» – Video – Corriere TV

    http://video.corriere.it:80/cosi-si-potrebbe-evitare-disastro-ecologico/129e9f14-437f-11e1-8047-0b06b4bf3f34

    Cocciuta e testarda lo sono sempre stata, ma con ragione.

    Anita

  36. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    ci sono generali imbecilli e generali ancor più che geniali.
    Ma per capirlo non si devono avere nervetti scoperti (un altro!)….
    Un saluto U.

  37. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    sa cosa le dico? vada a quel posto lei e tutti i generali e soldati in genere, dai piu’ geniali ai piu’ imbecilli, che sono comunque la vasta maggioranza, se non la quasi totalita’.
    Provi a leggersi un certo Comma 22, scritto da un ‘usaegetta’. Ne esiste da molti decenni una ottima traduzione italiana, magari con note storiche ed esplicative che la aiuteranno passo passo nell’arduo compito

    Peter

  38. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio caro Peter,
    il comma 22 è cosa nota. Ed è una dimostrazione di grande intelligenza politica.
    Se lei ne coglie invece solo l’aspetto superficialmente antinomico non so che farci. Certe cose o si capiscono o non si capiscono …..
    Ad esempio: il generale Eisenhower sul piano tecnico era un mediocrissimo condottiero. Ma era un genio della politica che raggiunse esattamente TUTTi gli obiettivi che il governo useggetta si era posto. Proprio come il generale Marshall. Invece Mac Arthur e Patton, tecnicamente piuttosto bravi, non capivano assolutamente nulla. Infatti sono scomparsi.
    Bisogna capirle le cose altrimenti si parla a vanvera.
    Non mi soffermo più sulle sue abituali volgarità. U.

  39. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Credo che lei si riferisca al film “Catch 22″, libri e film sono sempre imbelliti senno’ chi li compra?

    ‘Notte,
    Anita

  40. Peter
    Peter says:

    x Anita

    con Uroburo non vale la pena di discutere, ma al Comma 22, o Catch 22, mi riferivo io. Me lo hanno fatto tornare in mente Sylvi ed anche CG con Pianosa, la base dello stormo di Yossarian in WW2 in Italia…situata nell’arcipelago toscano, CG aveva ragione. C’e’ anche una piccola Pianosa nelle Tremiti, una prison island. Infatti J. Heller, l’autore, durante la Seconda GM era situato vicino Foggia, ed in nome di Pianosa lo imparo’ da li’, pero’ baso’ il suo romanzo nella Pianosa toscana per ragioni logistiche, la Linea Gotica e tutto il resto.

    Di sicuro lo scopo ‘politico’ del Comma 22 di Heller non era di dimostrare che vi fossero generali intelligenti ed altri imbecilli, ma che tutti i militari fossero intrinsecamente imbecilli, la guerra fosse solo un business, non ha importanza da che parte si stia (Milo pagava i mitraglieri americani perche’ attaccassero le loro stesse linee a ore fisse, su contratto dei tedeschi…), e la burocrazia e’ una macchina che acquista potere autonomo, pensa solo alla sua stessa sopravvivenza e macina gli individui. Il romanzo e’ stato paragonato al Processo di Kafka, ed anche a 1984 di Orwell.

    Peter

  41. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Nessuno ha messo in dubbio che un tipo di combustibile (la Concordia ne aveva di due tipi come tutti sanno) dopo troppi,
    non “alcuni” ma TROPPI giorni in mare diventa più pesante e non in stato catramoso come lei, ovviamente a vanvera, asseriva, e che quindi bisognerà per forza di cosa riscaldarlo per cercare di defluidificarlo e tirarlo fuori. Viene immesso dentro speciali casse coibentate, e la nave ne era provvista di 6 (sei) di queste casse che sono situate al centro della stiva della nave e non sulle fiancate dove invece viene immesso il gasolio.
    Se avrebbero cominciato subito a pomparlo questo problema non sarebbe sorto. Per l’altro tipo di combustibile simile al gasolio questo accorgimento a quanto pare, non serve.

    Lei non solo ha la testa dura ma dentro anche un allevamento di farfalle.
    Si informi, cazzo!

    ( questa espressione va tanto va di moda quindi non la prenda come motivo di maleducazione..)

    C.G.

  42. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    caro compare mio, io sono uno che dorme con la serva, come si diceva una volta, un uomo volgare.
    Pero’ non farei mai esempi militareschi per criticare la logica di situazioni ed operati di altri ambienti, semmai sarebbero i militari a dover prendere lezioni di logica, sicurezza, e soprattutto direzione strategica da direttori d’azienda, capitani di lungo corso, piloti di voli di linea (so gia’ cosa Anita mi obbiettera’, ma io parlo dell’Italia e dell’Europa, non di US), managers ospedalieri, e via dicendo.
    Non ultimo perche’ se un capitano da crociera sgarra, lo crocifiggono subito sui media e per tutti e’ una cosa normale. Se il pasticcio lo fanno i militari, si giudicano sempre e solo tra di loro, e si assolvono sempre e comunque. Come i capitani che fecero il massacro del Cermis in Italia. Come le Frecce Tricolori che fecero 80 morti in Germania alcuni decenni fa. Come quelli del missile che fece cadere l’aereo civile di Ustica, e nessuno ne ha mai realmente saputo niente, dato che li’ le registrazioni di telefonate NON sono finite sui giornali dopo poche ore, e nemmeno dopo 30 anni…e corse anche voce, certo infondata…, di misteriose sparizioni di un certo numero di persone che forse sapevano…

    Si consoli solo col genio di Eisenhower, che di sicuro conosce e capisce solo lei. Ci vuole un genio per capirne un altro.
    Il fatto e’ che in US i politici sono piu’ famosi dei militari, ed Ike e’ ricordato perche’ divenne presidente dopo la guerra. Se e’ per questo, pochissimi si ricordano di Marshall, che coordino’ strategicamente l’intera campagna americana, e penso’ anche al dopo…

    Peter

  43. Belbo: la tardiva confessione del pilota assassino del Cermis, molto peggio di uno Schettino
    Belbo: la tardiva confessione del pilota assassino del Cermis, molto peggio di uno Schettino says:

    Da L’Espresso
    Cermis, il pilota confessa
    di Gianluca Di Feo

    Il 3 febbraio di 14 anni fa un aereo militare Usa spezzò il cavo di una funivia uccidendo 20 persone. Ora uno dei marine che erano ai comandi ammette che quel volo era una sorta di gita per divertirsi. E che subito prima dell’incidente stava facendo riprese panoramiche con la sua videocamera. In un nastro distrutto il giorno dopo.

    Ridevano e filmavano le montagne, il «paesaggio splendido» del lago di Garda. Mentre il loro aereo violava le regole, volando troppo basso e troppo veloce, loro giravano un video ricordo delle Alpi: un souvenir per il pilota, all’ultima missione prima di tornare negli Stati Uniti. E poco dopo sono andati a tranciare la funivia del Cermis, uccidendo venti persone.

    E’ questa l’agghiacciante ricostruzione del dramma di Cavalese, realizzata da un’inchiesta di National Geographic grazie alla testimonianza inedita dei protagonisti: gli investigatori americani che tentarono invano di far condannare i responsabili. E il navigatore dell’aereo assassino, che per la prima volta parla e descrive quel video turistico distrutto per impedire che si arrivasse alla verità: «Ho bruciato la cassetta. Non volevo che alla Cnn andasse in onda il mio sorriso e poi il sangue delle vittime».

    Giustizia non c’è stata, sepolta dalla ragione di Stato. Di quei venti uomini, donne e ragazzi morti mentre andavano a sciare per una folle esercitazione bellica non è importato a nessuno. Le autorità americane non hanno fatto nulla per punire i responsabili del volo che il 3 febbraio 1998 ha tranciato la funivia di Cavalese facendo precipitare nel vuoto una cabina piena di sciatori. La loro unica preoccupazione era tenere alto l’onore dei Marines, a cui apparteneva l’equipaggio, e sopire le attenzioni italiane per evitare di perdere la base di Aviano. Ma che l’assoluzione del pilota sia una vergogna adesso lo dicono apertamente anche gli investigatori militari statunitensi che aprirono l’istuttoria, poi estromessi dal corpo militare più famoso del mondo: «Non c’è stata giustizia».

    Il documentario di National Geographic, che andrà in onda il 31 gennaio alle 21.25 sul canale 403 di Sky, fa luce su tutti i punti oscuri della tragedia. E da forza a un sospetto: il jet volava così in basso per girare un video ricordo. Non c’era nessuna giustificazione operativa o tecnica che giustificasse la scelta di violare i limiti di quota e di velocità. A ricostruire la spedizione è un detective del Naval investigative criminal service: il reparto federale che indaga sui crimini della Marina statunitense reso celebre dalla serie televisiva Ncis. Fu Mark Fallon a scoprire quello che l’equipaggio aveva taciuto. Dopo l’atterraggio d’emergenza gli ufficiali consegnarono una piccola telecamera portatile con dentro un nastro vuoto. Perché portarla a bordo se non è stata usata? Tra i sedili, l’investigatore ha trovato un frammento di cellophane, parte della bustina che avvolge le videocassette vergini.

    Solo sei mesi dopo la strage, i due tecnici di bordo – dietro la garanzia dell’immunità – hanno raccontato che al momento dell’atterraggio di emergenza i due ufficiali non hanno abbandonato subito l’aereo, nonostante perdesse fiotti di carburante. E allora comandante e navigatore hanno confessato di essere rimasti sul jet per sostituire il nastro girato durante il volo con una cassetta vergine. Il giorno dopo il documento è stato bruciato. Cosa conteneva? «Avevo ripreso le Alpi e il lago di Garda, filmando il comandante Richard Ashby. Poi l’ho rivolta verso di me e ho sorriso», ricorda l’ormai ex capitano Joseph Schweitzer: «L’ho fatto perché non volevo che alla Cnn si vedesse il mio sorriso e poi il sangue».

    I responsabili hanno dichiarato che le riprese non hanno influenzato la condotta della missione letale: la quota troppo bassa dipendeva da un malfunzionamento dell’altimetro, l’apparecchio che indica l’altezza dal suolo. Ma il detective del Ncis Fallon, oggi anche lui in pensione, non gli crede: ha verificato che il sistema era a posto. E ha ripercorso il tragitto del velivolo, interrogando le persone che lo videro passare: nonostante spesso avessero notato i jet, mai avevano assistito a un volo così vicino al suolo. Ma a Fallon e il suo staff federale venne tolta la direzione dell’indagine, affidata a una commissione dei Marines incaricata di condurre un’istruttoria sotto segreto. Nella storia statunitense non era mai accaduto prima.

  44. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Si vede che non ha ascoltato il video…..

    Lei appare solo quando posto io, lo faceva anche sugli altri forums.

    E’ una fissazione o una qualche cosa di piu’ serio?

    Cerco di essere educata come mi e’ umanamente possibile…ma tutto ha un limite!!!

    Anita

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