Troppo berlusconismo nell’esordio del governo Monti. E l’Italia, a furia di subire “lacrime e sangue”, è governata da governi o da becchini, sanguisughe e vampiri?

Non solo Mario Monti è andato a Porta a Porta da Bruno Vespa in prima serata, commettendo così il grave errore di debuttare in pubblico officiando la politica nello stesso salotto televisivo usato e abusato da Silvio Berlusconi e molti altri personaggi della politica, ma poi da Vespa ci sono andati anche, in seconda serata, verso le 23,20, due suoi ministri, Vittorio Grilli ufficialmente viceministro all’Economia, e Corrado Passera, superministro allo Sviluppo Economico. Per  giunta, il ministro del Welfare  Elsa Fornero e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà sono andati a Ballarò per prestarsi al solito prolungato battibbecco da pollaio avendo come dirimpettai, tra gli altri, l’ex ministro dellla Pubbblica Istruzione, Mariastella Gelmini, e l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Monti ha avuto almeno il buon gusto di stare a Porta a Porta da solo, senza altri ospiti con cui litigare e far baccano, in una sorta di intervista colloquiale e illustrata con tabelloni vari condotta da Vespa. Però dopo le 23,20 tra Ballarò e Porta a Porta i membri del governo impegnati contemporaneamente a tentare di spiegarsi facendosi largo tra le chiacchiere da ballatoio erano in totale quattro. Come inizio berlusconiano, per il nuovo governo non c’è male. Neppure Monti e i suoi ministri hanno capito che NON è la tv, anche se Rai invece che Mediaset, il centro dell’Universo e neppure dell’Italia.

Come se non bastasse, domenica sera Pierluigi Bersani è andato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Il tema del dialogo, più chiacchierata che intervista, tra Fazio e Bersani è stato cosa probabilmente deciderà o no il governo con il decreto sulla finanziaria, cioè quali provvedimenti forse prenderà e forse no. Il brutto però è stato che mentre loro parlavano di ipotesi e al futuro, in una trasmissione registrata a Milano nel pomeriggio e mandata in onda la sera, il governo nel frattempo aveva già deciso tutto punto per punto.  Così l’effetto è stato disastroso: il capo del principale partito d’opposizione è apparso fuori dalla realtà, disinformato sulle mosse e sulle intenzioni del governo e quindi incapace di proposte con i piedi per terra. Mentre Bersani continuava a parlare di ipotesi, per giunta con Fazio che faceva finta di aggiornarlo man mano con notizie d’agenzia in realtà ormai irrimediabilmente vecchie e superate, i giornali online davano le notizie vere, ignorate da Bersani perché riguardanti decisioni prese dal governo dopo la registrazione della puntata, ma prima della sua messa in onda.

Essere seduti in poltrona avendo il televisore davanti agli occhi e l’iPad sulle ginocchia è stata una esperienza deprimente. Si sarà anche trattato di quel che si dice solo un caso fortuito, ma ha finito col diventare emblematico: il ritratto in tempo reale del ritardo della sinistra e quindi dell’intera opposizione.

Per fortuna – o per sfortuna? – non tutti i telespettatori guardano la tv dando di tanto in tanto un’occhiata al computer, ma la sostanza non cambia. Da una parte l’omertà minzoliniana, dall’altra la verbosità, il parlarsi addosso sfasato rispetto la realtà. Mi dicono che Mario Monti sia piuttosto vanitoso, cosa non insolita per i docenti universitari specie se di fama. Il fatto che sia andato da Vespa mi pare ne sia stata la conferma: la vanità non manca neppure a lui, il che è umano, il guaio però è che don i tempi che corrono si può temere che non di vanità si tratti, ma di una dose non trascurabile di berlusconismo. Non fosse andato da Vespa, avremo avuto la prova che Monti anche su certe cose è di pasta davvero diversa, davvero più sobria, rispetto l’andazzo durato anche troppo. Ci si può spiegare con gli italiani non solo in tv da Vespa o a Ballarò e affini, ma anche per esempio in conferenza stampa da mandare in onda su più reti, pubbliche, private, locali e online, e magari anche con un buon ciclo di incontri e dibattiti pubblici a partire dalle Università e –  perché no? – dentro lo stesso parlamento.

E visto che si parla tanto di tecnici come fossero i nuovi taumaturghi: se siamo in volo su un aereo di linea affollato e si verifica una emergenza abbastanza grave, come una tempesta o un’avaria, preferiremmo che i comandi dell’aereo venissero presi da tecnici, elettricisti, radaristi, motoristi, ecc., anziché da piloti esperti? Se ci troviamo in viaggio su una nave e si scatena una tempesta, con la nave che balla paurosamente e rischia di capovolgersi, preferiremmo che a tentare di portarla in salvo fossero dei tecnici o un comandante molto esperto? E se abbiamo un grave problema ai denti o al cuore ci faremmo  operare da un odontotecnico o da un infermiere, per quanto eccezionali, anziché  da un bravo dentista e cardiochirurgo?

Le risposte sono ovvie, scontate. Strano e forse imprudente dunque tanto entusiasmo per i tecnici chiamati al timone della nave Italia in preda a tempeste dal possibile esito pessimo. Mario Monti sarà anche un eccelso professore di economia, peraltro non ha mai vinto un premio Nobel, ma non è affatto detto che possa essere un buon capo di governo esattamente come non era affatto detto che Silvio Berlusconi essendo un bravissimo imprenditore sarebbe stato quindi anche un capace capo di governo. Eppure stiamo commettendo lo stesso drammatico errore, presi dallo stesso entusiasmo: credere che essere molto bravi nel proprio mestiere significhi sicuramente essere altrettanto bravi anche nel mestiere dell’uomo politico. Come se un bravo economista possa essere ipso facto anche un bravo architetto o un bravo giornalista un bravo romanziere o matematico. Da notare che Berlusconi a suo modo era ed è anche un formidabile tecnico, per giunta in molti campi: dal calcio alla compravendita di sentenze, dal settore televisivo a quello pubblicitario, dalle nebbie societarie all’uso strategico della Borsa, dalle “cene eleganti” al bunga bunga. S’è rivelato un tecnico formidabile perfino in fatto di creazione di partiti, alleanze politiche e transumanze o compravendite parlamentari

Aspettiamo. Vedremo cosa saprà fare questo  insieme di tecnici da tutti applauditi con la speranza che riescano a togliere le castagne dal fuoco per tutti. Che riescano cioè laddove i politici hanno sbagliato  a partire dai “ruggenti” anni ’80 per fallire infine nel guano berluscone. La cartina di tornasole a mio avviso non è solo il raddrizzare lo spread e il bilancio statale, ma anche e forse soprattutto l’eliminare l’anomalia che ha scatenato la tempesta. Come ho già avuto modo di dire, l’anomalia da eliminare è l’eccesso di potere televisivo e pubblicitario, quindi anche economico e finanziario, del bravo tecnico e pessimo politico Silvio Berlusconi. Un eccesso che pian piano è cresciuto come una metastasi alimentando altri eccessi in troppi campi, con fughe dalla realtà e annessi danni.

L’anomalia è grande e s’è rivelata dannosa, ma nessuno né parla più, tanto meno si parla di porvi rimedio ora che almeno in teoria si potrebbe, data l’emergenza pressante che porta a digerire di tutto al grido di “O mangiamo questa minestra o gettiamo l’Italia dalla finestra”. Tace il governo e tace l’intera (ex) opposizione. Tacciono i rottamandi alla Walter Veltroni e Massimo D’Alema e i pretesi rottamatori alla Matteo Renzi. Il problema è che in Italia qualunque governo, di tecnici o di politici, per poter funzionare non deve avere sulla testa la spada di Damocle dello strapotere massmediatico, cioè di influenza sull’opinione pubblica, di Silvio Berlusconi. Altrimenti prima o poi, governo Monti compreso, se si azzarda ad andare contro gli interessi di Sua Emittenza il Caimano, verrà fatto cadere. Alla stessa stregua, sia ben chiaro, la Rai deve almeno in parte non trascurabile essere messa sul mercato, per evitare la non salubre  dipendenza dal governo e dall’opposizione, con annessi sottogoverni, familismi e meretricii vari.

Aspettiamo dunque e vediamo cosa saprà fare il governo Monti. Nel frattempo però c’è da dire che l’dea di affidare il ministero della Difesa a un generale è una ben strana idea, ed è male che nessuno, neppure il presidente della Repubblica,  abbia avuto alcunché da ridire. Oltretutto, per essere davvero bravo un generale più che un tecnico deve essere uno stratega, insomma un politico armato, altrimenti vince le battaglie ma perde le guerre. Si arriverà a dare  il ministero dell’Interno a un commissario di polizia? Sarebbe già grave dare quello della Giustizia a un magistrato, anche se i magistrati portano la toga e non la divisa.

Infine: che ne sarà della politica, e quindi della democrazia sostanziale e della sua qualità, se si dovesse scoprire che i tecnici sono meglio dei politici? Sarà davvero così facile e automatico far finta di niente e voltar pagina dopo le prossime elezioni?

Veniamo ora ai fatti. Come la classica montagna, anche Monti ha partorito un topolino? La battuta è fin troppo facile, dato il cognome dell’attuale capo del governo e le polemiche sul decreto legge partorito domenica pomeriggio tra le lacrime del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Qualcun potrebbe definirla lacrime di coccodrillo, io evito di farlo se non altro perché siamo appena sfuggiti alle fauci del Caimano…. In ogni caso non capisco perché alcuni giornali hanno titolato “Il ministro scoppia a piangere” quando non di uno scoppio si è trattato, ma di una lacrimuccia stentataee ben dissimulata. Ah, la brutta mania dello scoop a tutti i costi…. Poi ci si meraviglia che si sparino le cazzate gigantesche delle “bombe atomiche iraniane”.

Il premier Monti lo ha definito “decreto salva Italia”, ma in molti non sono affatto d’accordo. Anzi, sono tutti d’accordo nel sostenere che, tanto per cambiare, colpisce soprattutto i ceti medi e medio bassi. Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, il decreto Monti “è socialmente insopportabile” e addirittura “fa cassa sui poveri”. Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, “grava solo su lavoratori e pensionati”. E per quello della Uil, Luigi Angeletti”, “se non ci saranno modifiche non ci sarà equità”, il che vuol dire che per ora l’equità non c’è. Senza contare che l’aumento dell’Iva del 2% a partire dal settembre 2012 se sarà davvero realizzato sarà una bastonata in testa alla ripresa dei consumi e quindi dell’economia. Per fortuna Monti ha specificato che l’aumento sarà attuato “solo nel caso in cui sia necessario”. Il sottosegretario Piero Giarda ha aggiunto che il gettito che ne scaturirà – 4 miliardi di euro – andrà “a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne”, ma finché non si vedrà come ciò avverrà in concreto resteremo nel campo dei soliti slogan e delle belle parole “buoniste”. Basate come sempre sulla terna magica “famiglia”, “donne” e “giovani”. Intanto però anche le famiglie, le donne e i giovani ogni volta che compreranno qualcosa dovranno pagare il 23% di Iva, e ora già ne pagano il 21%! Dovranno cioè subire un altro “piccolo” salasso. Poi si vedrà, ma intanto si beccheranno – tra gli altri – il salasso da Iva.

Come che sia, ci sono due o tre considerazioni da fare. La prima è che in tema di diritti acquisiti e perciò intoccabili, almeno quando di parla di quelli dei parlamentari, i comuni pensionati sono piuttosto deboli. Per loro l’adeguamento della pensione al caro vita NON è un diritto acquisito, visto che il decreto Monti intende bloccarlo. Chiunque è in grado di capire che se l’adeguamento resta bloccato a lungo o addirittura per sempre il risultato sarà che il potere d’acquisto delle pensioni, vale a dire il loro valore reale, verrà man mano ridimensionato. Fino rendere la pensione qualcosa che somiglia se non all’elemosina alla mancia, vale a dire a un diritto acquisito perso per strada o molto ma molto svilito.

La seconda considerazione è che se la si piantasse di fare regalie indebite alla Chiesa e al Vaticano, soprattutto in tema di Ici fatta ora pagare nuovamente agli italiani anche sulla prima casa, lo Stato risparmierebbe la bella cifra di 3-4 mila miliardi di euro. Ci scandalizziamo per il costo della politica, che però non supera i mille miliardi, e taciamo su un costo addirittura triplo o quadruplo come quello dei privilegi della Chiesa e del Vaticano. Soldi che se impiegati keynesianamente in lavori pubblici farebbero keynesianamente da non troppo piccolo volano per la ripresa. Visto che le pecorelle del suo gregge vengono tosate impietosamente dal fisco, il buon pastore Chiesa e Vaticano potrebbe dare il buon esempio. O no?

E qui c’è da aggiungere una cosa. Non sono ancora in grado di dire se ha ragione Mario Pirani a scrivere che i ministri cattolici del governo Monti hanno innalzato “il vessillo dei guelfi”, che contrariamente ai ghibellini tifavano per la supremazia papale, cioè della religione, contro quella dell’imperatore, cioè dello Stato. Però è evidente che se confermano i molto costosi e improduttivi privilegi alla Chiesa e al Vaticano NON si comportano da tecnici, ma da politici. Per giunta succubi delle proprie convinzioni religiose, legittime finché non vengono imposte al prossimo e alle sue tasche.

La terza considerazione da fare è che l’aumento delle accise, cioè delle tasse, sui carburanti e l’aumento dell’Iva se andrà in porto faranno aumentare ancora, anziché diminuirlo, il numero di giorni – in media 155 – durante i quali ogni anno lavoriamo gratis per lo Stato e non per noi. Ho già scritto che prima che la scorsa estate il governo Berlusconi aumentasse l’Iva dal 20 al 21%, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre s’è presa la briga di fare alcuni calcoli. Sommando quello che paghiamo di tasse in busta paga, quello che paghiamo di tasse con la dichiarazione dei redditi, più l’Iva, il prezzo dei carburanti che è quasi tutto tassa, il prezzo delle sigarette che pure è in massima parte tassa, ecc, l’Associazione ha calcolato che nel 2011 gli italiani in media hanno versano allo Stato TUTTO quello che hanno guadagnano da inizio anno fino al 4 giugno. Vale a dire, tutto quello che abbiamo guadagnato per ben 155 giorni filati. Poi dicono che lo schiavismo non esiste più da secoli….

Che l’Italia dal punto di vista fiscale sia malata, e malata grave, lo dimostra che dal 1980 in poi i giorni di lavoro totalmente regalati allo Stato sono aumentati di oltre un mese: per l’esattezza, nel 2011 sono stati 40 giorni in più!  Se nel 1980 il fisco si è preso “solo”  115 giorni del nostro lavoro, nel 1985 erano già  126, 150 nel 1995, 152 nel 2000. Nel 2005 pareva che il salasso cominciasse a diminuire, di giorni regalati allo Stato ne bastarono infatti 147, ma è stata una illusione. E negli ultimi 15 anni le tasse imposte dagli enti locali sono più che raddoppiate, siamo infatti al 138% in più.

In Danimarca e Svezia le tasse sono salatissime, in compenso però si va a scuola, Università compresa, quasi gratis, l’assistenza sanitaria costa niente, i servizi pubblici funzionano tutti a meraviglia, chi viene licenziato è aiutato dallo Stato a riqualificarsi e a trovare un nuovo lavoro. E non ci sono state le 19  manovre finanziarie che, prima di questa di Monti, nel giro di 12 anni ci hanno portato via in totale l’astronomica cifra di 575,5 miliardi di euro. Se però l’ammontare complessivo delle manovre cominciamo a calcolarlo da quella del governo di Giuliano Amato, detta anch’essa “Lacrime e sangue”, ecco che la cifra che ci è stata spillata, già paurosa di per sé, aumenta ancor più. E a cosa è servita quella montagna di quattrini e di manovre se siamo a punto e a capo, anzi peggio visto che siamo arrivati sull’orlo dell’abisso?

A furia di lacrime e sangue alla lunga non ci resteranno neppure gli occhi per piangere. E in ogni caso, l’Itala è governata da governi o da becchini, sanguisughe  e vampiri?

328 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    Per VOX
    I neocons non sono solo bottegari che pensano all’oggi e che non vedono il domani. Sono soprattutto banchieri ed industriali, il cui obiettivo è quello di guadagnare oggi, domani e dopodomani.
    Tutte cose del tutto impossibili in una situazione di impoverimento generale, che infatti non c’è: il livello di benessere medio mondiale è in continua ascesa.
    Bisognerebbe rivedere l’interpretazione marxiana che non aveva previsto lo sviluppo dei ceti medi (presenti anche se alcuni in via di proletarizzazione), l’estrema mobilità e flessibilità del sistema capitalistico, il fatto che nell’epoca della comunicazione di massa la gente, prima o poi, accantona la propaganda e comincia a fare i conti con il proprio portafoglio.
    Com’è accaduto perfino in un paese di analfabeti come il nostro, che, ci tengo a sottolinearlo, ha scientemente votato per il grufolante Banana e per la Lega per 17 lunghi anni; esattamente come i greci hanno votato per i loro governi di destra che li hanno riempiti di debiti. Alla fine ciascun paese è responsabile delle scelte che fa ed in questo il neocapitalismo non c’entra molto. I greci avrebbero potuto scegliere Papandreu, che è un economista di valore, e gl’ittagliani avrebbero potuto continuare a votare per Prodi. Abbiamo sognato, siamo vissuti di debiti ed adesso ci tocca di pagare il conto. Se ti ricordi io ho SEMPRE detto che il Grufolante ci sarebbe costato come una guerra perduta, e così sta accadendo. Il grave è che questo parlamento è e rimane un parlamento bananiero ….
    In tutto questo gli gnomi di Wall Street non c’entrano per nulla: abbiamo votato noi non loro.
    A me pare che una lettura della storia in termini così apocalittici e persecutori non faccia capire proprio nulla. Con tutto questo un impoverimento generale, ed un nuovo medioevo potrebbero effettivamente arrivare, ma lo vedrei solo in un contesto di generale esaurimento delle risorse planetarie, che per ora è ipotizzabile ma non ancora all’orizzonte.
    Se tutti noi facessimo ….. Ma la storia non si fa con i se. U.

  2. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Vi è un’Italia della produzione, del rischio, dell’eccellenza che non si rassegna.
    Se questo Paese non prende il sopravvento l’Italia diventa povera.

    Tommaso Padoa Schioppa

  3. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Hollande: «Noi progressisti cambiaremo l’Europa di Merkozy»
    Pier Luigi Bersani e Francois Hollande uniti nella battaglia per cambiare il trattato europeo e modificare l’asse Merkel-Sarkozy.

  4. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Quando manca il mangime gli avvoltoi si beccano.
    Stefania Craxi molla l’ex premier e va al Gruppo misto. “Lascio il Pdl. L’alleanza di centrodestra non esiste più”.
    Berlusconi-” dovrebbe lasciare il partito”.

  5. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Uroburo,

    la Democrazia intesa come elezione di un Parlamento tra Liberi , non ha di certo impedito (nel passato) alla Democratica Atene di diventare Imperialista e nemmeno di eleggere degli Emeriti imbecilli al Governo della Città Stato,fatto salvo il problema degli schiavi,ovviamente!Ma questo è un altro problema , problema risolto “formalmente” con il Medio Evo e con l’intelligente passaggio da Schiavi a “servi della gleba”,…ove poi materialmente ,se sia stato meglio la condizione di Schiavo o quella di “Servo della Gleba”,è un problema che si trascina fino alla Guerra di Secessione Usaegetta, come tu ben sai ..!!).
    Da un punto di vista Economico, diciamo che ad un certo punto dello sviluppo,la condizione di Schiavo non era più economicamente conveniente (dato l’alto costo della macchina uomo, che obbligava a mantenerlo “bene” (alto costo di manutenzione), mentre il servo della gleba ,pur continuando a produrre, si manteneva da solo e comunque si riproduceva più e meglio meglio dello Schiavo.
    Poi ,anche questa Istituzione,dovette essere modificata sotto “IL PESO DELLA REALTA'”,fino ad arrivare all’attuale Welfare , almeno nelle Nazioni che hanno conosciuto per prime (anche a scapito dei vicini, se non soprattutto) lo sviluppo industriale.

    Tutto questo pistolotto “sommario”..(direbbero “I filosofi” fino ad Hegel …di cui abbiamo illustri mentori anche sul Blog),ci porta a Marx ,ai marxisti e ai Comunismi.(che sono tre cose ben distinte)…..storia dell’altro Ieri, così facciamo contenti pure gli Annales, che di certo non disdegano pure loro il peso del soffio della Storia)

    Come ben saprai non si trova in Marx,nemmeno nel capitale,una definizione delle classi stabilita una volta per tutte,bensì un approccio dinamico,nella storia e nella lotta.
    Già ai suoi tempi infatti il “proletario”è uan figura che muta, insieme al mutare delle tecniche e dell’organizzazione del lavoro.
    Ma mentre il “proletariato muta”…la borghesia tende a diventare ereditaria, con “chiudendo al Futuro” e cercando di far finire la storia con se stessa,spacciandosi Lei SI, per classe Universale”, in ciò assistita dal grande apparato che il potere riesce a mantenere. (Monti diciamo che è un uomo di apparato ben retribuito al pari di quelli che in passato potevano essere il Ministri delle finanze di Luigi XVI.

    Bando alle ciance il Peso della realta ha eliminato Luigi XVI e L’aristocrazia che pensavano già loro di incarnare la fine della Storia,,solo che loro ricavavano “il loro diritto da DIO in persona…questi dal Nuovo Dio denaro..capirai che le cose sono un tantino più complicate…ma il Peso della Realtà, eè come la Gravità , non temere !

    cc

  6. Vox
    Vox says:

    In tutto questo gli gnomi di Wall Street non c’entrano per nulla: abbiamo votato noi non loro.

    @ Caro Uro,
    questa è un’illusione. Da sempre noi votiamo quello che ci danno da votare e quello che, come dici tu, sembra il meno peggio. La dimostrazione è che, chiunque si voti, la situazione generale rimane la stessa. I grandi giochi si fanno in alto, così in alto, dove non arriva (non sempre) la vista del popolo, che poi è fatto di persone come me, come te, che cercano solo la via migliore di vivere la propria vita. Molti si lasciano incantare dalle sirene della propaganda che esiste proprio per questo scopo: catturare la mente, la fantasia e il voto di chi non sa o non sospetta di come stiano veramente le cose. Ci fidiamo del prestigiatore di turno, fermandoci all’apparenza, alle promesse, coi risultati che sappiamo. In fondo, non resta che concludere che anche noi – il popolo – non sappiamo guardare troppo lontano e troppo in profondità.

  7. Peter
    Peter says:

    x Cicci’

    lascia perdere i massimi sistemi per un momento e dimmi se provenzale e piemontese sono la stessa lingua.
    Qui a Nizza (Nissa) il dialetto di origine era provenzale. Che ha strane somiglianze coi dialetti del Centro e del Sud dell’ Italia …Lo avevo notato gia’ a Montpellier, dove pero’ sono piu’ catalani.
    Qui le strade sono chiamate ‘carrieras’, c’e’ poi la ‘iglesia de Santa Reparata’, ‘lu bastioun’, la plassa del vitour (piazza Garibaldi), etc etc. Lu come articolo!!!
    Pero’ il piemontese me lo ricordavo MOLTO piu’ ostico di cosi’…
    Non sara’ che i nizzardi erano piu’ italiani di voi, e mollare Nizza ai francesi fu tutto un qui pro quo?? So che Garibaldi avrebbe torto il collo a Cavour piu’ che volentieri, e avrebbe fatto bene.
    La maison natale du General n’existe pas plus…E’ rimasta solo una targa in italiano (del 1932) al molo Papacino n.2.

    Peter

  8. Anita
    Anita says:

    Questa e’ carina:

    Occhio al presepe….non fatelo sapere a Monti…
    se no piazza l’ICI sulle casette dei pastori…
    la tassa sulla spazzatura per la mangiatoia…
    la tassa sugli animali domestici
    e guai a fare il fiumiciattolo con la barchetta perchè
    scatta anche la tassa sui beni di lusso….

    Anita

  9. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter,
    direi assolutamente di NO, anche se come succede sovente si possono trovare influenze , come accade anche nelle Lingue ufficiali che poi altro non sono che delle sistemazioni medie di Lingue preesistenti.
    Come ben saprai Provenzale deriva dalla Provenza che è una zona bel precisa dell’attuale Francia.
    Come ben saprai la Valle del Rodano e la Savoia , sono state per anni politicamente staccate dalla Francia a partire dai Burgundi, fino al regno Borgognone.
    Parlate provenzali si riscontrano nel Piemonte Sud-Occidentale ed in special modo in tutte quelle vallate che confinavano geograficamente con la Provenza e che per ovvie ragioni avevano accesso tramite i valichi agli interscambi economici eculturali.
    Ma nel Piemonte le parlate provenzali , si fermano. insieme al fondo delle Valli.
    Così come il “Patuà”dei valdostani!
    Direi che Il Provenzale è più Lingua strutturata del Piemontese , poichè questo non esiste ..ma esistono tanti dialetti..più o meno influenzati dai francesismi..a volte riesce difficile a capirsi a venti KM di distanza..!!
    Hai ragione a definire il Piemontese “duro”, meno il Torinese che si è vieuppiù ingetilito..negli anni…nel Piemontese dalle mie parti sono presenti ancora parole e suoni risalenti all’antico celto.
    Non conosco la parlata Nizzarda ed il fatto che abbia dei suoni simili al SUD..potrebbe darsi che si sono conservate dai tempi dei Saraceni che erano i dominatori delle Coste mediterranne..in fondo Marsiglia è stata per anni dominio del Bei di Algeri eh,ehe,eh…
    quando si dice gli interscambi culturali…!

    cc

    Ps-Ma io sono realista e non parlo di massimi sistemi…semmai tu spiegami cos’è oggi ,Un sistema social -democratico o laburista che dir si voglia ?

  10. Vox
    Vox says:

    L’attuale sistema economico è fondato a grandi linee su uno schema usuraio, (ovviamente legalizzato e impostoci) in cui banche centrali PRIVATE stampano denaro x gli stati. Questo sistema crea un gioco vizioso di debito infinito e incomabile: il denaro che gli stati acquistano è infatti gravato da un debito all’origine.
    Le banche non stampano a interesse zero, quindi allo stato, 1 Euro o 1$ costano non 1 Euro o 1$, ma, per esempio, costano 1,15 Euro, o 1,15$.

    Per ripagare il debito iniziale, lo stato deve indebitarsi ulteriormente, e via di questo passo. Quindi frasi come “risanamento del debito” sono fuorvianti. Risanare questo tipo di debito è impossibile (geniale la mente malefica che ha prodotto questa idea).

    Dopo la I GM, quello che fece la Germania, precipitata in un abisso economico terribile, fu proprio quello di SVINCOLARSI DA QUESTO GIOCO VIZIOSO. Cosa fece? Bypassò il denaro e stampò una specie di buoni che presero a circolare all’interno dei suoi confini. Il paese passò dal baratro al boom economico in pochissimo tempo, e proprio questo fu all’origine della iniziale popolarità di Hitler tra i tedeschi (un motivo c’era): aveva “dichiarato guerra” al sistema bancario vigente. Con successo.

    Oggi tutto il mondo occidentale (con l’eccezione di pochi stati musulmani, che non fanno prestiti su interesse o sono più o meno fuori del sistema bancario occidentale, o se ne vogliono liberare, come aveva tentato di fare la Libia) si ritrova pressappoco nella situazione in cui venne a trovarsi la Germania del primo dopoguerra.

    Piano piano, si sta cominciando a capire che se lo stato creasse e gestisse AUTONOMAMENTE la moneta, senza indebitarsi, magari senza fini di lucro ma di benessere sociale, un bel po’ di problemi sparirebbero all’istante.
    Molti, avendo preso coscienza dell’ennesimo strangolamento operato da questo sistema (stavolta particolarmente pernicioso, anche per la sua estensione), cercano altre strade percorribili e, alla domanda che fare?, cercano di formulare delle proposte.

    Alcune sono stravaganti, altre sono abbstanza sensate, qualche altra perfino realizzabile. Qui sotto ce n’è una, non originale e non nuova, ma che proprio per questo ha una logica e una possibilità di successo, se venisse studiata e approfondita. E potrebbe essere un punto di partenza, magari da microcomunità, per allargarsi sul territorio se eventualmente funzionasse. Potrebbe perfino diventare inevitabile.

    A Franco Berardi, Bifo, autore della proposta, vorrei solo fare una domanda: CHI esattamente dovrebbe stampare questi buoni e come ne verrebbe stabilito il valore (per esempio, in base al tempo-lavoro, o in base a qualche prodotto specifico?)

  11. Vox
    Vox says:

    di Franco Berardi “Bifo”
    BUONI: UNA PROPOSTA

    “sii il cambiamento che vuoi vedere nella società”
    (Gandhi)

    Capitalismo finanziario e democrazia sono incompatibili. La democrazia è stata cancellata e qualsiasi scelta politica che si fondi sulla presupposizione dell’esistenza della democrazia va considerata da questo momento in avanti come collaborazione con la dittatura finanziaria.

    Viviamo ed agiamo nella sfera di una dittatura feroce, seppure impersonale, anzi tanto più feroce in quanto impersonale. L’azione deve quindi assumere il carattere dell’esodo, dell’abbandono dello spazio dominato dalla dittatura, e dell’appropriazione. Per questo l’occupazione è la forma generale dell’azione.

    Occupare significa al tempo stesso: compiere un gesto simbolico di denuncia, mettere in moto un processo di riattivazione della solidarietà e riappropriarsi di qualcosa che è necessario per la sopravvivenza.

    Ma l’appropriazione deve diventare il paradigma della prossima fase di espansione del movimento, manifestazione specifica dell’insolvenza.

    Insolvenza significa costruzione delle strutture della sopravvivenza (ristoranti popolari, case collettive, strutture di autoformazione) che ci permetteranno di sottrarci al debito materiale della miseria e al debito simbolico della solitudine, insomma ci permetteranno di [ri]cominciare a vivere.

    Insolvenza significa anche rifiuto di pagare il debito simbolico che fa del capitale l’orizzonte insuperabile dell’azione sociale: rifiuto di subire e riconoscersi nella semiotizzazione finanziaria del mondo…

    In particolare dobbiamo sviluppare quelle FORME DI AZIONE , che GIà HANNO COMINCIATO A MANIFESTARSI, che puntano a disarticolare lo strumento monetario, anello centrale della catena dello schiavismo contemporaneo.

    Occorre sperimentare forme di scambio indipendente dal dominio monetario.

    …l’Europa è un continente ricco di potenza produttiva di beni e di competenze… Quel che manca alla società è il medium simbolico necessario per accedere alle ricchezze e ai servizi che noi stessi abbiamo prodotto e continuiamo a produrre.

    E questo accade perché i dogmi monetaristi … producono scarsità laddove si dà invece ricchezza. Perciò ci proponiamo di creare uno strumento di comunità che consenta di ottenere merci e servizi che la comunità produce e di cui essa stessa ha bisogno.

    DOBBIAMO STAMPARE DENARO. Dobbiamo partire dal principio già formulato dalle banche del tempo: scambi di tempo utile all’interno della comunità…Un medium simbolico che possa essere messo in circolazione come SOSTITUTIVO del denaro ufficialmente riconosciuto dall’autorità monetaria…

    [Potremmo stampare dei] BUONI…sui quali ci sarà scritto: vale 1 EURO, oppure Vale 10 EURO, oppure Vale 20 EURO

    Quali prodotti e quali servizi possono essere scambiati con questi buoni? Ovviamente non tutto, perché i buoni avranno valore soltanto con chi accetterà di riceverli a pagamento (parziale o totale) di un servizio offerto o di un prodotto scambiato… prodotti e servizi che ruotano all’interno di una comunità composta di artigiani, insegnanti contadini a chilometro zero… parrucchieri massaggiatori aggiustatori di biciclette idraulici elettricisti e così via. Un insieme di persone che probabilmente conosciamo o comunque da cui già ora acquistiamo prodotti e servizi e che sono in grado di soddisfare gran parte delle nostre necessità.

    Dato che i prodotti, oltre al lavoro, contengono una quota che deve essere acquistata con denaro ufficiale, nell’atto dello scambio interno alla comunità si dovrà scindere il prezzo in due parti:

    1) una parte verrà pagata con denaro Estraneo, ovvero danaro emesso dalla Banca Centrale, che andrà a pagare i costi dei beni comprati all’esterno della comunità.

    2) un’altra parte verrà pagata con Denaro Intraneo (i buoni) che va a compensare il venditore, che a sua volta potrà usare i Buoni di denaro Intraneo per comprare altri beni e servizi interni alla comunità.

    Da domani dirò al mio parrucchiere e al mio idraulico che gli pago il 75% in Denaro Estraneo, e il 25% in Denaro Intraneo. Se non accetta cambierò parrucchiere o idraulico. E questo costituirà quella spinta alla diffusione del sistema che manca alle Banche del Tempo.

    Il Denaro Intraneo è dotato di una spinta intrinseca: ciascuno è interessato perché si diffonda, poiché è interessato a spendere più buoni (denaro intraneo) che denaro estraneo.

    Naturalmente la percentuale di Denaro intraneo varierà a seconda del tipo di prodotto o servizio, perché il costo di una mela conterrà il lavoro ma anche la benzina per trasportarla, mentre una lezione di yoga conterrà solo il costo della palestra…

    Per rendere possibile ed estensibile questo sistema occorrerà creare una lista dei produttori e dei fornitori di servizi che accettano di essere pagati parzialmente in buoni di denaro Intraneo. Le istituzioni (Comuni, cineteche, sindacati, scuole aziende di trasporto) andranno coinvolte attraverso vertenze e contrattazioni perché accettino buoni con i quali potranno pagare parte del loro stipendio ai loro dipendenti…

    Il sistema proposto ha anche la funzione di incentivare l’uso di prodotti locali che non includano ettolitri di petrolio nel loro costo… Forse l’artigianato locale tornerà ad essere competitivo, poiché l’insegnamento da apprendere dalla “CRISI” deve essere anche una sobrietà che ha a che fare più con la decrescita che con la crescita che oggi molti auspicano come unica medicina per la “CRISI”.

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9527

  12. Peter
    Peter says:

    x Cicci’

    spiritoso, i dialetti del Sud sono sempre romanzi (neolatini), i saraceni parlavano turco o arabo…
    Comunque, ho idea che sul piemontese tu abbia ragione solo in parte. Si italianizzo’ un po’ a partire dal XVI secolo, con E. Filiberto. Fino ad allora, credo fosse indistinguibile dal provenzale, che arrivava fino alla Savoia

    Peter

  13. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Vox, ho letto…

    Più che chiedere al buon Bifo chi Stampa i buoni , vorrei chiedere chi controlla che i buoni stampati effettivamente corrispondano a valore reale d’uso !
    In altre parole non mi sembra il caso di contrarporre a un Monetarismo un’altro monetarismo..di Comunità
    Tra l’altro esistono Comunità che già praticano queste “forme ” di monetarismo”..comunità esoteriche direi io…, tanto vale andare a meditare sull’Himalaya nudi ,si hanno delle visioni senza per questo accedere a prodotti stupefacenti..!!

    Inutile illudersi…se sarà futuro .sarà Internazionale e le scelte possibili saranno globali nel senso positivo…Il Comunismo ?
    sarà quello che decideranno di farlo …ricominciamo con il dire che questa società ci ha tolto il futuro…che ha con sè contraddizioni irrisolvibili,..siete convinti che tutti lo sappiano ?
    Il Proletatiaro ? Di vecchi tipo se ne forma in continuazione e mai come nel passato…solo non in Europa..di nuovo tipo se forma in Europa..tempo al tempo…e credimi senza poi dovere aspettare un secolo ancora..!!
    Però se ci perde in Utopie ..beh allora va bene pure Babbo Natale !

    cc

  14. Vox
    Vox says:

    I DUE PESI E DUE MISURE
    COLPISCONO ANCORA

    Vi ricordate il caso Sakineh? La donna IRANIANA, complice, con l’amante, dell’ASSASSINIO del marito e apparentemente condannata a morte tramite impiccagione, ma poi graziata e tutt’ora viva?
    Ricordate il putiferio sui nostri media, le magfoto nelle piazze centrali, gli appelli da sottoscrivere per salvare la disgraziata “dal linciaggio”?

    Ebbene, qualcuno ha sentito, non dico un appello, ma un singulto sull’ennesimo (79 dall’inizio dell’anno!) caso, appena avvenuto, di donne decapitate in ARABIA SAUDITA per il crimine – udite, udite – di STREGONERIA?

    Qual è la vera differenza tra questi due casi?

    L’ipocrisia e la prostituzione (Press-titution) dei media occidentali, che montano un caso quasi inesistente quando si tratta di uno stato al quale vogliono fare la pelle, ma tacciono pesantemente su casi molto più gravi in paesi loro alleati.

    http://articles.chicagotribune.com/2011-12-13/news/chi-saudi-woman-beheaded_1_beheads-saudi-arabia-executions

    Saudi Arabia beheads women for ‘witchcraft’

    Amina bint Abdel Halim Nassar was executed Monday for having “committed the practice of witchcraft and sorcery,” according to an Interior Ministry statement. Nassar was investigated before her arrest and was “convicted of what she was accused of based on the law,” the statement said. Her beheading took place in the Qariyat province of the region of Al-Jawf, the ministry said.

    ===

    In questo modo, mentre si vuole aggredire e distruggere uno stato sovrano, retto si dagli ayatollah, ma moderato, civile e innocuo come l’Iran (o uno laico come la Siria) solo perchè ha un governo che non si prostra ai voleri di USSraele, un paese guerrafondaio e assolutista come l’Arabia Saudita, che conserva pratiche barbare degne della peggiore inquisizione medievale in pieno secolo XXI, la fa completamente franca sul fronte dei diritti umani e civili.

  15. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter, una copiata da Wiki che anche se non è il Vangelo del Friuli, non fa mai male…

    Il Piemontese (nome nativo Piemontèis, codice ISO 639-3 pms) è riconosciuto fra le lingue minoritarie europee fin dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d’Europa) ed è inoltre censito dall’UNESCO (Red book on endangered languages) tra le lingue meritevoli di tutela. È una lingua neolatina occidentale appartenente al sistema dei dialetti gallo-italici parlati nell’Italia settentrionale. Secondo taluni studiosi sembra costituire una transizione tra le parlate gallo-italiche dell’Italia del nord e le lingue gallo-romanze.
    Si caratterizza per la ricchezza del consonantismo, tanto come del vocalismo, per le sue particolarità morfologiche, sintattiche e lessicali, che lo differenziano nettamente dall’italiano.

    Che dire ,come già dicevo, una pasticciata tra Gallo italici e gallo romanze..fatto sta che non capisco il Provenzale e se tu trovi assonanze con i dialetti meridionali è fors’anche possibile che magari i saraceni non siano stati inutili ,come diffusori ..in sostanza siamo tutti in ultima analisi dei grandi bastardi !

    cc

  16. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter,
    e sempre a proposito di Nizza un’altra bella copiata da Wiki non guasta

    La posizione del nizzardo all’interno del provenzale crea contrapposizioni. Il mondo accademico francese e l’educazione nazionale francese considera il nizzardo, generalmente,indipendentemente dal provenzale[15]. (vedi la voce Nizzardo).Sebbene in Francia lo si consideri univocamente, un patois occitanico, senza vederne le peculiarità italianeggianti (cosa normale dato che per 5 secoli la lingua dell’insegnamento e della cultura del popolo nizardo e’ stata unicamente l’italiano), che lo farebbero essere più precisamente una lingua di transizione tra italiano e lingue occitaniche.Tanto era sentita l’estraneità dal mondo francese, che dopo l’unione alla Francia, per vari decenni continuò a esistere un movimento irridentista proitalia.

    Che casino !
    cc

  17. Vox
    Vox says:

    @ Caro CC,
    da qualche parte si dovrà pure cominciare.
    Questo no, quello no, alla fine restiamo allo stesso posto (=sotto i piedi di lorsignori).

    La proposta di Bifo (come quelle di altri) sarà anche ingenua e poco approfondita, ma almeno ha il valore di mettere il dito sulla piaga principale e di cercare una soluzione.

    Qualche giorno fa ho visto un video girato in una delle tante tendopoli sorte negli Usa, nelle quali la classe medio-bassa si è trasferita dalle proprie case confiscate (spesso in modo fraudolento) dalle banche con la complicità dello stato.

    Ebbene, in quelle microcomunità si è tornati allo scambio di primitiva memoria: io ti sistemo la gamba del tavolo e tu mi ripari il radiatore, io ti do mezza dozzina di uova e tu mi dai due chili di arance, poi magari andiamo insieme a rovistare nei “rifiuti” del supermarket (di solito pieni di banane, formaggi e altra roba che ha perso il bell’aspetto iniziale, o è scaduta ieri, ma è ancora commestibile) e organizziamo una cenetta del Ringraziamento per i compagni di tendopoli.

    In alcune di queste tendopoli circola denaro da gioco Monopoli (letteralmente), come moneta di intescambio interno. Un dollaro del Monopoli è equiparato al valore, tanto per fare un esempio, di mezz’ora di lavoro.

    Eccoti un esempio pratico di come possano incanalarsi certe soluzioni a problemi senza soluzione. La vita va avanti e la necessità aguzza l’ingegno.

  18. Vox
    Vox says:

    “NUOVA” LIBIA

    Non sono passati neanche due mesi dalla cosidetta “liberazione” della Libia e il fantoccio della Nato, Jalil, messo a capo del nuovo (finto) governo, ha dato le dimissioni. Evidentemente, ha rubato già abbastanza e teme per la propria incolumità.

    Il paese è in preda a bande armate, guerra civile, manifestazioni popolari di tutti contro tutti e di tutti insieme contro la Nato.

    http://iraqwar.mirror-world.ru/article/262210

    As expected, NATO puppet Mustafa Abdul Jalil has resigned as fighting continues across the country, and protests slowly gain momentum.

    In an odd twist of events, Jalil has asked for his son to take his possession, as if Libya is a Kingdom. Analysts believe that Jalil has stolen enough of Libya’s wealth to retire for another century, billions of US dollars have been leached by Jalil’s masters, and observers believe that Jalil has gained a small proportion of that wealth.

  19. Peter
    Peter says:

    x CC

    tanto piu’ che il nizzardo, di fatto, non credo che esista piu’, qui parlano tutti francese con accento meridionale.
    E’ vero che a Nizza non volevano essere francesi, fecero persino una petizione a VE II per evitarlo.
    La loro lingua di origine si vede dai vecchi nomi di strade e piazze (carriera, riba, camin, plassa…) che potrebbero essere anche postumi…cioe’ post_Garibaldi.
    Pensa che Dante accarezzava l’idea di comporre la Comedia in provenzale, che era la lingua dei troubadours, che lui conosceva bene. Se lo avesse fatto, non esisterebbe oggi l’Italia.
    Il francese moderno ha ben poco di occitanico, comunque, ed infatti loro hanno sempre osteggiato politicamente linguadoca e provenzale, lingue del Sud molto piu’ vicine ad italiano e spagnolo.
    Sono in amicizia con un tipo di Lille (Nord della Francia), il quale apprezza emails in francese, dato che il mio francese scritto e’ passabile e non si sente…ma parliamo sempre in inglese, perche’ l’accento italiano evidentemente ‘lui gene beaucoup’. Il suo accento e’ pieno di suoni sibilanti che neanche lo spagnolo, ‘issshhh issshhh’, sembra un serpente…

    Peter

  20. Peter
    Peter says:

    ref Vox 311_318

    poi ci sono orifizi naturali che da sempre funzionano come ottimi mezzi di scambio, di commercio, ed anche merci in se’. Se non erro, ben prima che esistesse ogni forma di valuta…
    Come ben si legge nel suo ultimo post, la fame aguzza l’ingegno…

    Peter

  21. Vox
    Vox says:

    RAZZISMI

    In Italia, un matto si mette a sparare ai senegalesi:
    generale grido di (giusta) condanna al gesto e cori di (giusta) soliedarietà umana ai nostri fratelli africani.

    In Israele la cacciata del “nero” è un indiscusso diritto del popollo eletto, di cui si occupa lo stato stesso, nella persona (personcina) di Netanyahoo. Il razzismo è un fatto importante per la conservazione e preservazione della purezza della razza eletta (ma guai a criticarla, si potrebbe passare per antisemiti)

    http://wakeupfromyourslumber.com/video/sullivan/africans-have-no-place-israels-modern-democracy

    Africans have no place in Israel’s “modern democracy”

    “The people demand the expulsion of the infiltrators”
    “We have come to expunge the darkness”
    “Tel Aviv is for Jews, Sudan is for Sudanese”

    (Ma questo, naturalmente, non è razzismo. LORO possono)

    Benjamin Netanyahu’s plans to travel to Africa to look at the possibility of returning illegal labour migrants to their home countries. Netanyahu said that the phenomenon of infiltrators entering Israel via the Sinai Peninsula is a blow to the economy, society, infrastructure, welfare and internal security of Israel.

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