Finalmente si protesta in piazza S. Pietro contro l’omertà vaticana sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Proprio mentre dall’Olanda arriva l’ennesimo mega scandalo della pedofilia del clero e della annessa protezione vaticana

Un nuovo scandalo per la pedofilia di troppi sacerdoti scuote la Chiesa. Questa volta tocca all’Olanda, dove sotto la spinta dell’opinione pubblica, la Conferenza episcopale olandese l’anno scorso aveva deciso di istituire una commissione d’inchiesta sugli abusi commessi dai preti pedofili.  I sei membri della commissione includevano un ex magistrato, uno psicologo e doventi universitari. Presidente, l’ex ministro Wim Deetman. L’inchiesta ha riguardato oltre 800 sacerdoti  e ha indagato su quanto accaduto dal 1945 al 2000. Come già per gli Usa, Australia e Irlanda, la conclusione è agghiacciante: gli abusi si contano infatti a decine di migliaia, la Chiesa e il Vaticano li conoscevano bene, ma, come sempre, non hanno mai avuto nulla di ridire e non hanno mai preso iniziative per punire i responsabili degli abusi. Nel rapporto si legge tra l’altro:

- “Il problema degli abusi sessuali era ben noto agli ordini e nelle diocesi della Chiesa cattolica olandese, ma non furono prese le misure appropriate”;

- la Chiesa olandese e il Vaticano “pur sapendo non hanno aiutato le vittime”;

- degli oltre 800 autori di abusi “105 sono ancora vivi”.

Eppure in Italia lo spazio dedicato a questo nuovo orrore è minimo. In televisione non mi pare se ne sia parlato, e non è certo colpa di Minzolini. Nei giornali cartacei e nei loro siti online o non se n’è parlato o se ne è parlato poco e di sfuggita nelle pagine interne e nella loro parte bassa, mai in apertura. E’ interesante notare che si tratta di una omertà stranamente simile a quella che vige sempre riguardo gli abusi e i crimini di Israele contro i palestinesi.

Poco o nullo lo spazio dedicato anche a una iniziativa senza dubbio interessante, ma a mio avviso tardiva. Dopo avere raccolto via Internet oltre 40 mila firme a un appello che chiede la fine dell’omertà del Vaticano sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, sparita a quasi 16 anni nel giugno del 1983, Pietro Orlandi ha dato appuntamento a tutti i firmatari per domenica, 18 dicembre, direttamente in piazza S. Pietro. Un gesto in apparenza talmente dirompente da apparire provocatorio. Fatto però con un ritardo di quasi 30 anni. Non ho mai capito – o forse l’ho capito fin troppo bene – perché neppure i radicali di Marco Pannella abbiano mai organizzato una simile clamorosa richiesta di chiarezza vaticana, nonostante io l’abbia più volte proposta quanto meno all’onorevole Maurizio Turco quando era un europarlamentare, prima cioè che diventasse un deputato del parlamento italiano quale è oggi.

Dopo la pubblicazione, avvenuta nel 2003, del primo dei miei due libri dedicati alla scomparsa di Emanuela Orlandi, Pannella mi invitò a tenere una relazione sull’argomento in occasione di un convegno del partito radicale come al solito decisamente anticlericale. Il convegno si svolse nella stessa aula dove a suo tempo venne interrogato dall’Inquisizione Galileo Galilei  e vi partecipò, tra gli altri, il saggista spagnolo Pepe Rodriguez, autore di vari libri esplicitamente anticlericali fin dal titolo, come per esempio “Dio è nato donna”.

Ben venga dunque la pur tardiva iniziativa di Pietro per domenica 18. Ma ci sono vari punti deboli, che lasciano pensare che da parte vaticana o non ci sarà nessuna risposta, come da 28 anni ad oggi, oppure ci sarà una risposta di comodo, fors’anche preconfezionata ad hoc. Pietro infatti si rivolge all’attuale pontefice, papa Ratzinger, con una fiducia enorme, che NON trova nessuna giustificazione nella ormai quasi trentennale omertà. Questo infatti il testo del suo appello, firmato fino ad oggi da oltre 40 mila aderenti, me compreso tra i primissimi se on il primo in assoluto:

”Santità, mi rivolgo a lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra per chiederle di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta l’ingiustizia più grande, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti all’accertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sull’accaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a un’attesa perenne”.

Come si vede, tono e sostanza molto dimessi e rispettosi, tali da apparire subalterni. Pepe Rodriguez nel convegno radicale spiegò che “per un cattolico mettersi contro la Chiesa è una cosa molto ardua, di fatto impossibile, perfino quando si tratta di avere subito casi di pedofilia da parte di membri del clero”. Pietro Orlandi inoltre – se non lo è tuttora – è stato cittadino e inquilino del Vaticano come l’intera sua famiglia nonché dipendente della banca vaticana IOR come la sua consorte.

C’è però un motivo preciso che rende intrinsecamente debole l’appello, anche se ovviamente spero anch’io che possa avere successo. Pietro chiede infatti a Ratzinger “di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità”. Il problema è che il predecessore di Ratzinger, cioè papa Wojtyla, ha più volte dichiarato pubblicamente che per capire cosa fosse successo a Emanuela stava facendo e stava facendo fare “tutto ciò che è umanamente possibile”. Dichiarazione che ho riportato in entrambi i miei libri (il secondo è stato edito nel 2008) a riprova della linea menzognera tenuta fin dall’inizio dal Vaticano e in particolare dalla sua Segreteria di Stato. Come si vede, la fiducia che Pietro da bravo cristiano ripone verso Ratzinger è decisamente fuori luogo.

Che la Segreteria di Stato sappia cosa è successo a Emanuela è assolutamente certo, perché risulta da una serie di atti giudiziari. Mi limito a riportare le prove più gravi:

- nelle stesse ore in cui inspiegabilmente e senza nessun motivo, perfino a insaputa degli  Orlandi, Wojtyla lanciò per primo l’appello che adombrava un rapimento, monsignor Giovambattista Re, dirigente della sezione Affari Italiani della Segreteria di Stato, rifiutava l’offerta di monsignor Francesco Salerno di attivare le proprie conoscenze per capire cosa fosse successo alla ragazza. “No, grazie, è meglio lasciare le cose come stanno”, è stata la sbalorditiva risposta di Re,

- Lo stesso Salerno, interrogato dai magistrati italiani, dopo avere rivelato il gravissimo “No!” di Re ha aggiunto che gli risulta l’esistenza presso la Segreteria di Stato “di un dossier probabilmente risolutivo su caso Orlandi”.

- Il giorno prima di essere interrogato come testimone, il vice capo della Vigilanza, oggi Sicurezza, del Vaticano, ingegner Raul Bonarelli, è stato raggiunto in auto da una telefonata partita dal Vaticano. A chiamarlo era monsignor Bertani, “cappellano di Sua santità”, che gli ordinava esplicitamente di mentire ai magistrati: “Non dire che la Segreteria ha indagato. Dì che non ne sappiamo nulla perché il caso è di competenza della magistratura italiana, non nostra”.  Da notare, oltre alla gravità dell’ordine impartito, il fatto che molto stranamente, ma significativamente, monsignor Bertani sa che Emanuela è spartita in territorio italiano, anziché in quello vaticano come sarebbe pur stato possibile almeno in linea teorica. L’avvocato di Bonarelli è il noto e molto potente avvocato romano Luigi Fischetti, che ha sempre accuratamente vietato al suo cliente  qualunque contatto con la stampa e qualunque dichiarazione pubblica.

- Il Vaticano ha risposto “no!” a tutte le richiesta dei magistrati italiani di interrogare alcuni cardinali della Segreteria. E quando s’è deciso a consegnare almeno i nastri delle registrazioni delle telefonate di chi telefonava alla Segreteria  spacciandosi per portavoce dei “rapitori” di Emanuela s’è scoperto che i nastri erano vuoti: smagnetizzati per cancellarne il contenuto.

- La persona che in quanto capo dell’Ufficio Legale del parlamento italiano inviava in Vaticano le richieste dei nostri magistrati,  in gergo “rogatorie internazionali”, era la stessa persona,  Gianluigi Marrone, che dal Vaticano in veste di suo Giudice Unico si auto rispondeva “No!”. Quando nel 2002-2003 ho scoperto questo incredibile particolare e gli ho parlato, Marrone, deceduto poco più di un anno fa, è stato esplicito: “Io potevo solo firmare quello che il Vaticano mi diceva di firmare: Se lei mi chiede se il Vaticano ha detto tutto quello che sa io le rispondo negativamente”. Chissà la sofferenza di Natalina Orlandi, la più grande delle sorelle di Emanuela: Natalina infatti, altro particolare incredibile che ho scoperto a suo tempo, era la segretaria di Marrone nell’Ufficio Legale del parlamento italiano.

Insomma, Pietro Orlandi di ragioni e motivi ne ha da vendere. Proprio per questo però la sua iniziativa, meritoria, appare debole perché si limita a una supplica evitando accuratamente ogni accusa tra le molte che potrebbe muovere e che nel lontano passato ha almeno in parte mosso in alcune interviste.  Può essere però che la scelta del profilo basso sia stata dettata saggiamente dal voler raccogliere quante più adesioni possibile e portare in piazza S. Pietro quanta più gente possibile, anche se a mio parere le persone che protestano perfino in piazza S. Pietro è difficile che siano davvero molte.

Ma la nota più stonata, tra le altre su cui sorvoliamo, è l’insistere – nei comunicati su Facebook – per “l’apertura della tomba del boss”, ovviamente  della Banda della Magliana,  alias Enrico De Pedis, nella basilica di S. Apollinare. A parte il fatto che la magistratura romana ha già chiarito la vicenda di tale sepoltura fin dal 1995, resta un fatto ben preciso:  Emanuela è sparita nell’83, e secondo una “supertestimone” (!) sarebbe stata uccisa in quello stesso anno, mentre De Pedis è stato ucciso nel 1990. Credere che le spoglie di Emanuela possano essere state nascoste in una tomba creata 7 anni dopo è più adatto a dei visionari da romanzo o a dei depistatori di fatto anziché a chi è davvero animato dalla sete di verità. “Sono talmente esasperata da questa storia senza né capo né coda che non vedo l’ora la aprano la tomba di mio marito, così questa indecorosa e demenziale montatura di lungo corso finalmente finisce”, è il commento della vedova Carla De Pedis.

Avevo deciso di esserci anch’io domenica in piazza S. Pietro, ma una brutta laringo tracheite, che forse è una bronchite, mi impedisce di muovermi da Milano. Speriamo comunque che l’iniziativa di domenica abbia successo, e auguriamo agli Orlandi di riuscire finalmente a sapere la verità. Anche se sperare che a dirla sia il Vaticano equivale a credere che i miracoli li possa fare un papa ancora in vita e perciò non ancora “santo subito!” o non subito.

220 commenti
Commenti più recenti »
  1. Vox
    Vox says:

    RAZZISMI

    In Italia, un matto si mette a sparare ai senegalesi:
    generale grido di (giusta) condanna al gesto e cori di (giusta) soliedarietà umana ai nostri fratelli africani.

    In Israele la cacciata del “nero” è un indiscusso diritto del popollo eletto, di cui si occupa lo stato stesso, nella persona (personcina) di Netanyahoo. Il razzismo è un fatto importante per la conservazione e preservazione della purezza della razza eletta (ma guai a criticarla, si potrebbe passare per antisemiti)

    http://wakeupfromyourslumber.com/video/sullivan/africans-have-no-place-israels-modern-democracy

    Africans have no place in Israel’s “modern democracy”

    “The people demand the expulsion of the infiltrators”
    “We have come to expunge the darkness”
    “Tel Aviv is for Jews, Sudan is for Sudanese”

    (Ma questo, naturalmente, non è razzismo. LORO possono)

    Benjamin Netanyahu’s plans to travel to Africa to look at the possibility of returning illegal labour migrants to their home countries. Netanyahu said that the phenomenon of infiltrators entering Israel via the Sinai Peninsula is a blow to the economy, society, infrastructure, welfare and internal security of Israel.

  2. Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**: Agenzie di rating o di governo?
    Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**: Agenzie di rating o di governo? says:

    Luci e ombre del Summit europeo

    di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    L’idea di ripresa economica esce sconfitta dal Summit europeo di Bruxelles.

    Ancora una volta i capi di stato e di governo europei, fortemente condizionati dagli accordi privilegiati tra Merkel e Sarkozy, non hanno saputo coniugare l’esigenza del rigore con quella della crescita.

    Secondo i leader dell’eurozona, prima devono venire i tagli di bilancio, le misure di austerità per abbattere il debito pubblico e i cambiamenti dei trattati, poi si penserà alla ripresa economica!

    Sembra sia ideologicamente impossibile far marciare insieme il treno del rigore e quello della ripresa.

    Eppure tutti sanno, come del resto ha ricordato anche la Banca d’Italia, che nell’intervallo tra il nuovo patto di bilancio e le future misure di rilancio ancora da definire, ci sarà una recessione economica con una riduzione del Pil, soprattutto nei paesi più deboli. Di fatto ciò andrà ad aggravare il tanto temuto rapporto debito/Pil e ad esacerbare le crescenti e giustificate tensioni sociali. Come già sta accadendo in Italia.

    Oltre agli ormai arcinoti dettagli sulla stabilità fiscale e sugli automatismi correttivi dei disavanzi di bilancio, la Dichiarazione di Bruxelles rivela però che per la coppia franco-tedesca non è stato tutto rose e fiori. Infatti se la si legge alla luce della lettera che Merkel e Sarkozy hanno mandato solo pochi giorni prima al presidente del Consiglio Europeo Herman van Ronpuy si deduce che il progetto di imporre il loro asse dominante non è passato.

    Per creare una governance europea rafforzata e per assicurare la disciplina di bilancio, la lettera chiedeva di definire un’architettura istituzionale basata su summit regolari dei capi di stato e di governo due volte all’anno in tempi normali ed una volta al mese durante le crisi, come quella attuale, con un presidente permanente. Proponeva inoltre la creazione di un eurogruppo a livello ministeriale ed una struttura preparatoria per mettere in atto le decisioni dei summit. A questo processo si sarebbero dovuto poi “associare” la Commissione europea e i parlamenti di Strasburgo e nazionali.

    Anche se può sembrare il nuovo auspicato decisionismo dei governi europei, in realtà esso è un tentativo della Germania, sostenuta per convenienza dalla Francia, di impossessarsi delle leve di comando economico dell’Europa. Se ciò accadesse, a nostro avviso si verrebbe meno ai mandati e ai principi costitutivi dell’Unione europea, con l’esautorazione di fatto della Commissione che evidentemente è ritenuta troppo lenta e troppo influenzabile dai governi.

    La Dichiarazione del 9 dicembre per fortuna ha relegato la richiesta franco-tedesca al punto 10 dove si dice che “sarà rafforzata la governance della zona euro, come concordato in occasione del vertice europeo del 26 ottobre. In particolare si svolgeranno vertici europei almeno due volte l’anno”.

    Ancora una volta risulta chiara la volontà della Merkel di voler far perdere del tempo prezioso. Invece di prendere delle decisioni coraggiose come quella degli eurbond, la cancelliera sembra preferire tergiversare intorno alla costruzione di architetture, di condizionamenti e di nuovi accordi che stravolgerebbero l’interno processo di unificazione europea.
    L’altra grande novità del summit è stata la decisione della Gran Bretagna di non firmare l’accordo e di accelerare l’annunciata rottura con l’Ue. Il premier David Cameron ha detto di voler difendere la sovranità e l’indipendenza inglesi. In realtà il motivo vero della rottura ruota intorno al ruolo della City in quanto vero centro mondiale della finanza, dei derivati, degli hedge fund e del “sistema bancario ombra”. Londra ha voluto proteggere la City dalla tassa sulle transazioni finanziarie e dalle altre regole che l’Europa finalmente vorrebbe introdurre.

    Il fatto che la City rappresenti oltre il 10% del Pil britannico solleva ulteriori dubbi sulla effettiva solvibilità di Londra. Tale decisione getta luce sul ruolo della finanza nell’attuale crisi sistemica e sulle sue responsabilità negli effetti di contagio.

    Fintanto che gli inglesi restano al servizio della City non potranno che svolgere il compito loro assegnato, cioè il sabotaggio della riforma globale del sistema finanziario.

    L’abbandono di Londra potrebbe trasformarsi in una accelerazione verso la costruzione politica dell’Europa, sempre che ci si liberi della “dottrina Thatcher” che Londra invece vorrebbe lasciarci in eredità.

    Comunque, indipendentemente dalla decisione di Cameron, la situazione in Europa continua ad essere preoccupante e gli speculatori continuano ad essere ancora in sella.

    *Sottosegretario dell’Economia nel governo Prodi **Economista

  3. Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**: Luci e ombre del Summit europeo
    Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**: Luci e ombre del Summit europeo says:

    Luci e ombre del Summit europeo

    di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    L’idea di ripresa economica esce sconfitta dal Summit europeo di Bruxelles.

    Ancora una volta i capi di stato e di governo europei, fortemente condizionati dagli accordi privilegiati tra Merkel e Sarkozy, non hanno saputo coniugare l’esigenza del rigore con quella della crescita.

    Secondo i leader dell’eurozona, prima devono venire i tagli di bilancio, le misure di austerità per abbattere il debito pubblico e i cambiamenti dei trattati, poi si penserà alla ripresa economica!

    Sembra sia ideologicamente impossibile far marciare insieme il treno del rigore e quello della ripresa.

    Eppure tutti sanno, come del resto ha ricordato anche la Banca d’Italia, che nell’intervallo tra il nuovo patto di bilancio e le future misure di rilancio ancora da definire, ci sarà una recessione economica con una riduzione del Pil, soprattutto nei paesi più deboli. Di fatto ciò andrà ad aggravare il tanto temuto rapporto debito/Pil e ad esacerbare le crescenti e giustificate tensioni sociali. Come già sta accadendo in Italia.

    Oltre agli ormai arcinoti dettagli sulla stabilità fiscale e sugli automatismi correttivi dei disavanzi di bilancio, la Dichiarazione di Bruxelles rivela però che per la coppia franco-tedesca non è stato tutto rose e fiori. Infatti se la si legge alla luce della lettera che Merkel e Sarkozy hanno mandato solo pochi giorni prima al presidente del Consiglio Europeo Herman van Ronpuy si deduce che il progetto di imporre il loro asse dominante non è passato.

    Per creare una governance europea rafforzata e per assicurare la disciplina di bilancio, la lettera chiedeva di definire un’architettura istituzionale basata su summit regolari dei capi di stato e di governo due volte all’anno in tempi normali ed una volta al mese durante le crisi, come quella attuale, con un presidente permanente. Proponeva inoltre la creazione di un eurogruppo a livello ministeriale ed una struttura preparatoria per mettere in atto le decisioni dei summit. A questo processo si sarebbero dovuto poi “associare” la Commissione europea e i parlamenti di Strasburgo e nazionali.

    Anche se può sembrare il nuovo auspicato decisionismo dei governi europei, in realtà esso è un tentativo della Germania, sostenuta per convenienza dalla Francia, di impossessarsi delle leve di comando economico dell’Europa. Se ciò accadesse, a nostro avviso si verrebbe meno ai mandati e ai principi costitutivi dell’Unione europea, con l’esautorazione di fatto della Commissione che evidentemente è ritenuta troppo lenta e troppo influenzabile dai governi.

    La Dichiarazione del 9 dicembre per fortuna ha relegato la richiesta franco-tedesca al punto 10 dove si dice che “sarà rafforzata la governance della zona euro, come concordato in occasione del vertice europeo del 26 ottobre. In particolare si svolgeranno vertici europei almeno due volte l’anno”.

    Ancora una volta risulta chiara la volontà della Merkel di voler far perdere del tempo prezioso. Invece di prendere delle decisioni coraggiose come quella degli eurbond, la cancelliera sembra preferire tergiversare intorno alla costruzione di architetture, di condizionamenti e di nuovi accordi che stravolgerebbero l’interno processo di unificazione europea.
    L’altra grande novità del summit è stata la decisione della Gran Bretagna di non firmare l’accordo e di accelerare l’annunciata rottura con l’Ue. Il premier David Cameron ha detto di voler difendere la sovranità e l’indipendenza inglesi. In realtà il motivo vero della rottura ruota intorno al ruolo della City in quanto vero centro mondiale della finanza, dei derivati, degli hedge fund e del “sistema bancario ombra”. Londra ha voluto proteggere la City dalla tassa sulle transazioni finanziarie e dalle altre regole che l’Europa finalmente vorrebbe introdurre.

    Il fatto che la City rappresenti oltre il 10% del Pil britannico solleva ulteriori dubbi sulla effettiva solvibilità di Londra. Tale decisione getta luce sul ruolo della finanza nell’attuale crisi sistemica e sulle sue responsabilità negli effetti di contagio.

    Fintanto che gli inglesi restano al servizio della City non potranno che svolgere il compito loro assegnato, cioè il sabotaggio della riforma globale del sistema finanziario.

    L’abbandono di Londra potrebbe trasformarsi in una accelerazione verso la costruzione politica dell’Europa, sempre che ci si liberi della “dottrina Thatcher” che Londra invece vorrebbe lasciarci in eredità.

    Comunque, indipendentemente dalla decisione di Cameron, la situazione in Europa continua ad essere preoccupante e gli speculatori continuano ad essere ancora in sella.

    *Sottosegretario dell’Economia nel governo Prodi **Economista

  4. Vox
    Vox says:

    s-ch-i-f-o sarebbe ora una parola censurata?

    Parlare di orifizi e fare allusioni volgari per mero gusto di fare commenti fuori luogo, o seminare il termine non-italiano di “anale” e “analità” invece sono la norma per alcuni su questo blog.

    Ai quali dire che fanno (un po’) s-c-h-i-f-o mi sembra perfettamente meritato, anche se troppo cortese.

  5. Vox
    Vox says:

    L’ si riferisce al fatto che alcuni non riescono a brillare nemmeno nell’esercizio dello s-c-h-i-f-o

  6. Anita
    Anita says:

    x VQX -#1-

    “(Ma questo, naturalmente, non è razzismo. LORO possono)

    Benjamin Netanyahu’s plans to travel to Africa to look at the possibility of returning illegal labour migrants to their home countries. Netanyahu said that the phenomenon of infiltrators entering Israel via the Sinai Peninsula is a blow to the economy, society, infrastructure, welfare and internal security of Israel.”

    ————————————————————

    L’Israele e’ solo un piccolo lembo di terra, uguale al nostro New Jersey, lo stato piu’ popolato degli US.
    Con pressappoco lo stesso numero di abitanti.

    Io vedo in TV l’affollamento in Israele, le lunghe code per cibo, anziani che non hanno il necessario, cibo scarso….

    Conosco persone ritornate negli US a causa della difficolta’ di vivere in Israele, la nazione dei loro sogni essendo Ebrei fuggiti dall’Europa, dalla Russia e dall’Ucraina.

    Una Nazione puo’ solo accomodare secondo le proprie capacita’.

    Ci vogliono infrastrutture, scuole, ospedali, abitazioni, sicurezza ed e’ uno strain enorme sul welfare.

    Il mio Stato e’ il secondo di abitanti per square mile, e so bene il tremendo peso che portano i nuovi emigranti, la maggioranza illegali.
    Ci sono cittadine in bancarotta, declassate, chi si prende il fardello di salvare queste cittadine?
    Le vogliono annettere ad altre cittadine solventi, a spese degli abitanti gia’ schiacciati dalle tasse.

    Lei scrive e parla a distanza…..ogni tanto si metta nei panni degl’altri.

    Anita

  7. Peter
    Peter says:

    x Vox

    effettivamente, Pino ha fatto spesso notare che e’ una espressione da codice penale (ma per lei solo un po’…).
    Lei invece mi desta un po’ pena, ma soprattutto perplessita’ per la sua chiusura mentale.
    Infatti di orifizi naturali come mezzo ed oggetto di commercio a me ne vengono in mente addirittura tre…
    Si vede che con lei la lingua batte dove il dente duole?!

    Peter

  8. Peter
    Peter says:

    ed il mio commento non era affatto ‘fuori luogo’, signora Cato Censor…era lei che si affannava a cercare esempi di transazioni commerciali ‘naturali’, ovvero non legate a scambi monetari…
    Io al limite cercavo di venirle incontro.

    A parte tutto, chi le ha detto che anale non sarebbe italiano? Abbiamo ora la rifondazione ‘comunista’ della lingua italiana secondo Vox???
    A quando il Voxarelli, lo Zingarelli riveduto e corretto?

    Peter

  9. Peter
    Peter says:

    x Pino

    questa ultima di Vox, che io ‘seminerei il termine non_italiano di anale e analita’, termini che io peraltro NON avevo neanche usato, e’ davvero troppo, e la pregherei di far sentire la sua voce in merito. Seriamente

    un saluto

    Peter

  10. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Goditi la tua vacanza, lascia perdere VOX, non ne vale la pena.
    She can say anything she likes totally unscathed.
    The untouchable…!!!

    Anita

  11. controcorrente
    controcorrente says:

    Il fatto che la City rappresenti oltre il 10% del Pil britannico solleva ulteriori dubbi sulla effettiva solvibilità di Londra.

    Il fatto che la City rappresenti oltre il 10% del Pil britannico solleva ulteriori dubbi sulla effettiva solvibilità di Londra.

    Il fatto che la City rappresenti oltre il 10% del Pil britannico solleva ulteriori dubbi sulla effettiva solvibilità di Londra.

    Penso che il dato si commenti da solo !!

    cc

    ps- In effetti non mi ricordavo più quale grande industria manifatturiera operasse in UK…ah la memoria labile !

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Invece a me fanno un pò “senso” (termine gentilizio per dire schifo) quelle persone che battono sempre il chiodo sugli immigrati essendo loro stesse immigrati.
    E non immigrati “integrati” come si dovrebbe, ma addirittura “assimilati”.
    Brutta cosa farsi assimilare.

    C.G.

  13. controcorrente
    controcorrente says:

    RI-analizziamo bene, la frase incriminata ..

    Peter dice :….”ref Vox 311_318

    poi ci sono orifizi naturali che da sempre funzionano come ottimi mezzi di scambio, di commercio, ed anche merci in se’. Se non erro, ben prima che esistesse ogni forma di valuta…
    Come ben si legge nel suo ultimo post, la fame aguzza l’ingegno…

    Il nostro amico Albionico identica gli orifizi naturali,non ben specificati per’altro, se di sesso maschile o femminile, ma è da presumere entrambi,come merci!In sè,sic)
    In effetti la mercificazione degli orifizi ha origine antiche e documentate.
    Non è ben chiaro in questo quadro, quale sia il Valore d’uso dell’orifizio,in quanto il suo valore di scambio è più noto e serve (si presume ) per il soddisfacimento di parecchie “paturnie”,difficilmente siddisfabili all’interno del desco familiare.
    L’orifizio femminile, poi è sostanziale per “la riproducibilità della Forza lavoro come merce”.
    Direi , dal mio punto di vista, che “volgare”non è l’introduzione “storica” di Peter ,ma bensì il suo Uso, con la frase finale … “la fame aguzza l’ingegno”…che nel contesto, potrebbe adombrare come soluzione del problema della fame..l’ingegno di darlo/a via ..come soluzione !!!
    Si attendono correzioni alla mia interpretazione ..nel quadro di un’ampio dibattito !

    cc

  14. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Vox,
    tornando alle cose “serie”,allontanandoci quindi da quella che si potrebbe chiamare la”Filosofia dell’Orifizio”….direi che nel caso di Bifo, la mia non vuole essere assolutamente una Filosofia dell’attesa messianica ..e che entro certi “limiti”ben vengano proposte di soluzione contingenti.
    Ma , nel caso in questione , la soluzione proposta ,mi pare assai simile a SOLUZIONI CHE oggetivamente furono praticate nel passato, del tipo dell’economia “curtense”o anche dei Conventi benedettini !
    Nello specifico ritengo che tali pratiche economiche più che scelte, si resero necessarie dall’oggetività della situazione reale venutasi a creare dopo il crollo dell’Impero Romano,che almeno dal punto di vista commerciale aveva rappresentato qualche cosa di diverso, oltrechè di Politicamente ,molto diverso.
    Se si vuol parlare di teorie della decrescita ,o di filosofie ..credo che occorra specificare meglio…cosa si intende..mentre si sa bene (o meglio si fa finta di non vedere che invece più di metà del Mondo..sta appena uscendo da una economia simile a quella “curtense”..li si giocherrano partite decisive ..piaccia o non piaccia agli “attuali difensori dello Status QUO della fine della storia e dell’economia capitalistica come unica forma possibile..!!
    Infatti per esempio Peter stenta perfino a definirmi cosa diavolo sia una società social-democratica o laburista alla luce dell’attuale Crisi del debito mondiale !

    cc

  15. Peter
    Peter says:

    x Cicci’

    andiamo per ordine, caro, la tua logica cartesiana, sia pure annacquata dagli influssi piemontesi_italici, mi torna utile.

    I banchieri stanno a mio avviso solo ricordando a Osborne e Cameron che la City proprio non puo’ sopravvivere senza la EU; basti ricordare che la maggior parte delle banche della City sono di proprieta’, ehm ehm ehm, tedesca…O cosi’ si legge in giro. E che le filande (ed anche le acciaierie) in UK non operino piu’ da un pezzo e’ verissimo.

    Riguardo la mia nota per Vox, che vuole un pulpito da cui pontificare tipo Stalin e non tollera contraddizioni, tu dici che io pecco di qualcosa per aver detto ‘la fame aguzza l’ingegno’.
    In realta’, gli esempi tristi apportati da Vox nel blog scorso mi pare fossero tutti di poveri cristi affamati ed accampati in tendopoli all’addiaccio, che si dividono gli avanzi_secondo Vox ancora validi per consumo_ dei supermercati della zona. Dopo che egli/ella/eglino (diceva Toto’) ce li ha fatti a sangue per anni sulla spesa intelligente, i prodotti GM, la Coca Cola e dio sa cos’altro che si trova o non si deve trovare negli scaffali dei supermercati…e cosa dire poi dei rifiuti??
    Il tutto condito da un patetico_quanto irritante_ paternalismo/maternalismo pseudoliberoscambista dei miei stivali.
    Ma chi caz(…) crede di prendere per i fondelli???

    Ma la ciliegina e’ stata poi l’accusare me di oscenita’ ‘ aliene’ , cioe’ non italiane (mica male per una che dice di essere anti_xenofoba poi…), dato che ho detto orifizi naturali…Che Vox ha interpretato come ANALI, parola poi secondo lei NON_ITALIANA. Ma ti rendi conto di quante assurdita’ e corbellerie ha messo insieme in una sola frase?? Tanto piu’ che il barbaro sottoscritto quella parola non l’aveva mai usata. Ed anche un bambino tardivo, parlando di orifizi, penserebbe non solo a quello del c…lo, ma anche almeno alla f…a ed alla bocca.

    Sara’ che l’omofobia di cui e’ intrisa fino al midollo, omaggio e retaggio delle ‘gloriose’ repubbliche pseudosocialiste sovietiche, le fa vedere il culo anche dove ci sono solo le quattro tempora…

    ‘notte

    Peter

  16. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,
    Ansa dal Friuli.

    prima della partita Celtic-Udinese un tifoso scozzese privo di sensi è stato ricoverato d’urgenza all’Ospedale.
    Il tasso alcolemico era di 8.5 grammi per litro di sangue!!!
    Pare puzzasse da tutti gli orifizi!
    Urca!!! Ha impressionato tutti i friulani!!!
    Dopo due ore di sonellino in letto, si è risvegliato , ha chiesto di essere dimesso, ha detto thank you e se n’è andato a prendere l’aereo per tornare in Scozia!
    Tutti quelli, molti, che arrivavano solo a 6 grl sono anche riusciti ad assistere alla partita.
    Il Friuli è rimasto senza whisky e birra e ha dovuto ricorrere alle importazioni!!!

    Sylvi

  17. Peter
    Peter says:

    x Anita

    si’ lo so, cara, grazie.
    Ma non temere, mi sono molto goduto la vacanza, il sole splendente d’inverno e’ uno spettacolo mediterraneo che mi mancava da tempo, specie su questo mare azzurro pastello.
    Ed il contatto con questi francesi_italiani, o italiani francesizzati, ha ampliato i miei orizzonti

    un caro saluto

    Peter

  18. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Pino,
    rigurdati la salute,in mezzo alle micropolveri di Milano, beviti un Wiscaccio alla tua salute , senza esagerare ,latte e miele,ect,ect e come battuta finale direi che per concludere degnamente la serata,,che te devò dì ..riguardati gli “orifizi ”
    Notte !

    cc

  19. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Gli USA sono una Nazione di immigranti, Europei in primis.
    Ma ci sono leggi, come ci sono leggi o c’erano leggi in Italia ed in Europa.

    Io ho dovuto fare richiesta, ottenere un VISA ed attendere 9 mesi prima di poter raggiungere mio marito.
    Visite mediche sia in Italia che negli US.
    Dopo oltre 5 anni feci gli esami per ottenere la cittadinanza Americana, benche’ fossi mamma di due cittadini Americani e moglie di un Italo-Americano naturalizzato.

    Prima di quello, ogni anno mi dovevo registrare.

    Le diro’ di piu’, nel 1968 ritornai in Italia per ragioni di famiglia, mio papa’ era morente.

    L’Italia richiedeva visita medica e l’inoculazione per il vaiolo, passaporto, ragione per il viaggio, sosta, dove, quanto etc….

    Cosa che ho trovato sempre piu’ che logica perche’ una Nazione ha il dovere e diritto di sapere chi varca i suoi confini.

    Con questo via vai di emigranti da chissa’ dove, stanno riaffacciandosi malattie estirpate da molti anni, malattie serie e infettive.

    Capito signor C.G.?

    Si informi delle leggi nella sua amata Svizzera…per residenza, non solo turistica.

    Anita

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Controcorrente, Peter e Vox

    La fase anale credo di averla superata già da bambino. Vi prego di restare nei limiti. E vi chiedo di esercitare l’ironia anche nelle accuse tra noi, evitando le volgarità, che non servono a nessuno. Ci si può essere antipatici, ma non è necessario offendere. Anche perché qui non ci sono né disonesti né sfruttatori, ma solo persone che dicono la loro. Esercitando un ben preciso diritto.
    Rileggendo lo scambio di accuse e insulti a un certo punto m’è venuto da sorridere: non riesco infatti a credere che si stesse facendo sul serio, mi è parsa più una cosa infantile, direi da asilo se non fosse che non essendoci stato da bambino non so cosa sia un asilo.
    Vi prego: fatevi anche voi un sorriso e piantiamola quì-
    Un abbraccio.
    pino che che fare aerosol (clenil)

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Komare,

    “una Nazione ha il diritto e il dovere di sapere CHI varca i suoi confini.”
    Appunto.
    Vale anche quando VOI varcate quelli degli altri sfondando la porta senza prima almeno bussare.
    O nò?
    Brutta cosa il perbenismo ipocrita.

    C.G.

  22. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Prevedibile come al solito.

    Si sta parlando di immigranti clandestini, non di forze militari.

    Anita

  23. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    ANTIFASCISMO A PIGNETO

    C’è voluta la cocciuta insistenza degli antifascisti del Pigneto per ottenere che la nuova biblioteca, ospitata nei locali dell’ex Serono, portasse il nome di Antonio Atzori, partigiano e antifascista ucciso a Mauthausen. Così venerdì scorso davanti alla biblioteca c’è stato un incontro per sancire la decisione. Ricordando a tutti chi era Antonio Atzori. Ricordando che senza antifascismo non c’è democrazia.

  24. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Dal Piemonte al Veneto: a pezzi l’asse Pdl -Lega.
    Nei Comuni del Nord che andranno al voto nel 2012 l’asse Lega-Pdl è a pezzi. Carroccio da solo a Como, e quasi sicuramente ad Asti e Alessandria. A Verona Tosi snobba il Pdl. Maroni: «Soli anche a Monza».

  25. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    L’imbroglione all’angolo. Il Governo si impegna «Frequenze tv all’asta»
    Il governo recepisce tre ordini del giorno (Pd, Lega e Idv) che cancellano il «beauty contest» e chiedono l’asta onerosa per le frequenze Tv. Frequenze tv, sì del Governo.

  26. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Pino,

    l’asilo è il primo “luogo fisico” in cui i pargoli umani cominciano ad esercitare ed a confrontare le loro prerogative ,scoprendo gli altri ,fuori dal desco familiare ove (teoricamente) si è ben protetti.
    A mio avviso dopo l’Asilo non è che cambi poi molto,cambiano le forme attraverso le convenzioni che il cosiddetto vivere civile impongono ,naturalmente aggravate dai diversi destini che le condizioni oggettive impongono.
    L’asilo è importante ,perchè là vi si incontrano le prime forme di potere dall’alto (non foss’altro per le differenze fisiche tra tutori e tutelati).
    Ai miei tempi il potere erano Svolazzanti donne vestite di blu , con curiosi copricapi bianchi inamidati, alla moda delle contadine olandesi.
    Io avevo un grembiulino azzurro con su ricamato un’uccellino, lo stesso uccellino dipinto nell’armadietto, che ” la mia mamma ,lavoratrice di giorno in fabbrica,cuciva di sera al lume di una “piccola lampadina di pochi Watt , per risparmiare.
    Mi ricordo il cestino del Pranzo in Vimini , che presumibilmente valenti “artigiani ” avevano intrecciato (non so con quanto amore).
    Adesso vado a pranzo, ma nel complesso devo dire che da allora ad Oggi , non è cambiato poi molto!
    Mi raccomando, tutelati la laringe !

    b appetito

    cc

  27. Uroburo
    Uroburo says:

    Che si potesse considerare VOX “intoccabile” mi sembra una barzelletta. Qui di intoccabili direi che non ce ne sono proprio, visto la verve polemica che frequentemente esplode. a proposito e, più spesso, a sproposito.
    Vox esprime i suoi punti di vista come chiunque altro, spessissimo riportando notizie di giornale. E’ suo diritto farlo o bisogna chiedere il permesso? Vox ha un comportamento sempre compito e cortese, non si lascia mai prender la mano, non strepita e non inveisce. Espone i suoi punti di vista o quelli che condivide o comunque quelli che ritiene interessanti. E’ legittimo?
    Io non sono d’accordo con alcune cose scritte da VOX recentemente; l’ho scritto senza polemiche ma proponendo una visione delle cose diversa e motivata. Tutto qui.
    Ma, dico, state dando i numeri? Uroburo

  28. sylvi
    sylvi says:

    Non c’è scuola di dittatura o democrazia migliore di quella del fu Asilo, oggi Scuola Materna.
    L’etimologia stessa dei due termini ne esalta la differenza fra il tempo che fu e l’oggi.
    Asilo come RIFUGIO temporaneo; Scuola Materna come EDUCAZIONE alla convivenza.
    Se vi par poco la differenza?
    Asilo come passivi ubbidienti; scuola materna come attivi e creativi organizzatori del proprio tempo e di quello dei compagni.
    Dimmi che Asilo o Scuola Materna hai frequentato e ti dirò chi sei!
    Almeno l’Italia che conosco io è ancora un faro mondiale nella qualità della Scuola Materna, grazie a quelle emiliane che tutto il mondo ci invidia.

    Caro Pino,
    ho avuto bambini che non hanno frequentato l’Asilo perchè non c’era nelle vicinanze, altri che non l’hanno frequentato perchè figli di mamme iperprotettive ( mio maritofa parte di quest’ultimi).
    Le garantisco che hanno faticato, non tanto nell’apprendimento, quanto nell’inserimento fattivo, molto più di quelli che andavano dalle “suore cappellone”!!!

    Quelli , poi, che terminano i loro post con:
    – Ma,dico, state dando i numeri? – hanno sicuramente frequentato l’asilo in un campo militare con un sergente particolarmente intollerante!!! E si vede!

    Le sono vicina…da oltre un mese passo da una laringite a una tosse cavernosa.
    I virus di mio nipote e dei suoi compagni di asilo sono giovani e vigorosi, io invece no!!!

    Sylvi

  29. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Leggo:
    Finisce la guerra voluta da Bush (ehm..Cheney&Rumsfeld, ndr)
    In 9 anni 4500 morti US. Decine di migliaia quelli irakeni.

    Iraq, via l’ultimo soldato US ma decine di migliaia tra civili e militari hanno perso la vita, le armi di distruzione di massa di Saddam, pretesto per l’attacco, non sono mai state trovate.

    Alla Komare assimilata e assuefatta:
    enjoi.
    C.G.

  30. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Cerutti Gino

    La frase è ambigua. Il fatto non è che le armi di distruzione di massa non siano state trovate, perché magari nascoste bene o all’estero, ma che semplicemente NON esistevano. Come del resto Bush e la sua banda di criminali sapevano benissimo. Il suo killer di massa Wolfowitz, che leggo un po’ ovunque avesse la doppia nazionalità, americana e israeliana, ha in seguito candidamente dichiarato che per convincere l’opinione pubblica l’unico argomento che poteva funzionare era quello delle armi atomiche, ecco perché se lo sono inventato. Ora vogliono fare il bis con l’Iran.
    I civili uccisi dagli americani invasori NON sono migliaia, ma centinaia di migliaia. Calcoli di centri statunitensi, non della propaganda “terrorista”.
    Un saluto.
    pino

  31. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Bill Clinton inizio’ i bombardamenti sull’Iraq nel 1998.
    Ci sono i video ed il discorso alla Nazione.

    Inutile a ripeterlo perche’ Clinton era e rimarra’ il vostro idolo.

    Anita

  32. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Scusi Komare,
    ma lei ha ancora le unghia sulle dita delle mani?
    A forza di arrampicarsi sugli specchi quando si nomina Wisky Bush
    temo proprio che se le è consumate tutte.

    Provi con le ventose se proprio non può farne a meno.
    Rimane anche più facile e con meno sforzo.
    Buonaseeeera.
    C.G

  33. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Comunque Obama ha mantenuto la parola quando asseriva che entro il 2011 avrebbero lasciato l’Iraq.

    Ho qualche dubbio, o meglio: molti dubbi che abbiano lasciato anche i pozzi di greggio. Quelli, quando mettono in moto la loro fottuta macchina da guerra, non fanno mica niente per niente.
    Arraffano dove possono.

    C.G.

  34. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    La ritirata dall’ IRAQ e’ stata affermata da C.G.Bush con al-Maliki per la fine del 2011, con la provvisoria che l’Iraq fosse in grado di difendersi….

    BAGHDAD, Dec. 14 2008 —

    U.S. President George W. Bush, who arrived in Baghdad on an surprise visit on Sunday, signed with Iraqi Prime Minister Nouri al-Maliki a security pact which outlines a timetable for the U.S. troops’ withdrawal in three years, the Voices of Iraq news agency reported.

    Anita

  35. Vox
    Vox says:

    IRAQ

    Magnifico. Il “ritiro” delle truppe Usa (per la gioia e il tripudio generale degli irakeni), avviene giusto in tempo per un eventuale attacco a Siria e Iran.

  36. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Mah….io leggo del timore che l’Iraq non sia capace di difendersi e che nel periodo di qualche anno anni cadra’ nelle mani dell’Iran.

    Quote:
    «Abbiamo sprecato 800 miliardi di dollari, perso oltre 4 mila soldati rimpatriandone altri 30 mila feriti ma tra dieci, forse cinque anni, tutti i nostri sacrifici saranno stati cancellati e l’ Iraq sarà sotto la morsa di un’ altra tirannia».

    Anita

  37. Anita
    Anita says:

    x Chi non legge l’inglese

    La traduzione del discorso di Bill Clinton alla Nazione.

    Dicembre 1998:

    PRESIDENTE CLINTON:

    Buona sera.
    Proprio oggi, ho ordinato forze armate americane di colpire obiettivi militari e di sicurezza in Iraq. Essi sono uniti da forze britanniche. La loro missione è quella di attaccare l’Iraq ha armi nucleari, chimiche e biologiche i programmi di armi e la sua capacità militare di minacciare i suoi vicini.

    Il loro scopo è di proteggere l’interesse nazionale degli Stati Uniti, e in effetti gli interessi di persone in tutto il Medio Oriente e in tutto il mondo.

    Saddam Hussein non deve essere consentito di minacciare i suoi vicini o il mondo con armi nucleari, a gas veleno o armi biologiche.

    Io voglio spiegare perché ho deciso, con la raccomandazione unanime del mio team di sicurezza nazionale, l’uso della forza in Iraq, motivo per cui abbiamo agito subito, e ciò che ci proponiamo di realizzare.

    Sei settimane fa, Saddam Hussein ha annunciato che non avrebbe più cooperato con le Nazioni Unite armi ispettori chiamati dell’UNSCOM. Sono esperti altamente professionali da decine di paesi. Il loro compito è quello di supervisionare l’eliminazione di capacità irachena di conservare, creare e usare armi di distruzione di massa, e di verificare che l’Iraq non cerca di ricostruire quella capacità. Gli ispettori intrapreso questa prima missione 7 1 / 2 anni fa, alla fine della guerra del Golfo, quando l’Iraq ha accettato di dichiarare e distruggere il suo arsenale, come condizione per il cessate il fuoco.

    La comunità internazionale aveva buone ragioni per impostare questo requisito. Altri paesi possiedono armi di distruzione di massa e missili balistici. Con Saddam, c’è una grande differenza: lui le ha usate. Non una volta, ma ripetutamente. Liberare le armi chimiche contro le truppe iraniane nel corso di un decennio di guerra. Non solo contro i soldati, ma contro i civili, sparando missili Scud a cittadini di Israele, Arabia Saudita, Bahrein e Iran. E non solo contro un nemico straniero, ma anche contro il suo popolo, gas civili curdi nel nord dell’Iraq.

    La comunità internazionale aveva pochi dubbi allora, e non ho dubbi oggi, che ha lasciato senza controllo, Saddam Hussein utilizzerà queste terribili armi di nuovo.

    Gli Stati Uniti hanno pazientemente lavorato per preservare UNSCOM come l’Iraq ha cercato di evitare l’obbligo di cooperare con gli ispettori. A volte, abbiamo dovuto minacciare la forza militare, e Saddam ha fatto marcia indietro.

    Di fronte a Saddam ultimo atto di sfida alla fine di ottobre, abbiamo costruito intensiva pressione diplomatica sull’Iraq sostenuta da schiacciante forza militare nella regione. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha votato 15 a zero a condannare Saddam azioni e di esigere che gli vengono subito in regola.

    Otto nazioni arabe – Egitto, Siria, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman – ha avvertito che l’Iraq sarebbe solo la responsabilità per le conseguenze di sfidare le Nazioni Unite

    Quando Saddam ancora non si è conformata, ci siamo preparati ad agire militarmente. Fu solo allora all’ultimo momento possibile che l’Iraq marcia indietro. E ha promesso alle Nazioni Unite che aveva fatto, e cito, una decisione chiara e incondizionata di riprendere la cooperazione con gli ispettori.

    Ho deciso allora di chiamare l’attacco con i nostri aerei già in volo perché Saddam aveva dato per le nostre richieste. Ho concluso poi che la cosa giusta da fare era di usare moderazione e dare un’ultima possibilità di dimostrare la sua volontà di cooperare Saddam.

    Ho messo bene in chiaro in quel momento che cosa significava incondizionata collaborazione, basata sulle attuali risoluzioni ONU e Iraq impegni. E insieme con il Primo Ministro Blair della Gran Bretagna, ho fatto altrettanto chiaro che se Saddam non è riuscito a cooperare pienamente, saremmo pronti ad agire senza indugio, la diplomazia o di avvertimento.

    Ora, negli ultimi tre settimane, gli ispettori dell’ONU hanno svolto il loro piano per la verifica della cooperazione dell’Iraq. Il periodo di prova conclusa questo fine settimana, e ieri sera, il presidente dell’UNSCOM, Richard Butler, ha riferito i risultati al Segretario generale dell’ONU Annan.

    Le conclusioni sono forte, sobrio e profondamente inquietante. In quattro delle cinque categorie previste, l’Iraq non è riuscita a collaborare. Anzi, in realtà ha posto nuove restrizioni a gli ispettori. Ecco alcuni dei particolari.

    Iraq ripetutamente bloccato UNSCOM di ispezionare i siti sospetti. Per esempio, lo spegnimento di accesso alla sede del suo partito al governo e ha detto che negare l’accesso ad altri uffici del partito, anche se le risoluzioni delle Nazioni Unite non fanno eccezione per loro e UNSCOM li ha ispezionato in passato. Iraq ripetutamente limitata capacità dell’UNSCOM di ottenere le prove necessarie.

    Per esempio, l’Iraq ostruito sforzo dell’UNSCOM di fotografare le bombe chimiche relative al programma le sue armi. Ha cercato di fermare un UNSCOM squadra di armi biologiche da videoregistrazioni un sito e fotocopie di documenti e ha impedito personale iracheno di rispondere dell’UNSCOM domande. Prima del controllo di un altro sito, l’Iraq in realtà svuotato l’edificio, eliminando non solo documenti, ma anche i mobili e le attrezzature. L’Iraq è riuscito a girare praticamente tutti i documenti richiesti dagli ispettori. Infatti, sappiamo che l’Iraq ha ordinato la distruzione delle armi documenti relativi in ​​previsione di un’ispezione dell’UNSCOM.

    Così l’Iraq ha abusato della sua ultima possibilità. Come i rapporti dell’UNSCOM conclude, e cito ancora, “condotta in Iraq ha assicurato che nessun progresso è stato in grado di essere compiuti nel campo del disarmo. Alla luce di questa esperienza, e in assenza di una piena collaborazione da parte dell’Iraq, si deve purtroppo registrare ancora una volta che la commissione non è in grado di condurre i lavori oggetto del mandato ad essa dal Consiglio di Sicurezza in merito al programma di armi proibite in Iraq. ” In breve, gli ispettori stanno dicendo che anche se potrebbero rimanere in Iraq, il loro lavoro sarebbe stato l’inganno uno sham.
    Saddam ‘s ha sconfitto la loro efficacia.

    Al posto degli ispettori disarmare Saddam, Saddam ha disarmato gli ispettori.
    Questa situazione presenta un chiaro e immediato pericolo per la stabilità del Golfo Persico e la sicurezza delle persone in tutto il mondo.
    La comunità internazionale ha dato Saddam un’ultima possibilità di riprendere la cooperazione con gli ispettori. Saddam non è riuscito a cogliere l’occasione. E così abbiamo dovuto agire e agire subito.

    Vi spiego perché.

    In primo luogo, senza un forte sistema di controllo, l’Iraq sarà libero di conservare e cominciare a ricostruire la sua chimiche, biologiche e programmi di armamento nucleare in questi mesi, non anni.

    In secondo luogo, se Saddam può paralizzato il sistema di controllo delle armi e farla franca, avrebbe concluso che la comunità internazionale – guidata dagli Stati Uniti – ha semplicemente perso la sua volontà.
    Egli supporre che egli ha via libera per ricostruire il suo arsenale di distruzione, e un giorno – non fate errori – ha la userà di nuovo come ha fatto in passato.

    In terzo luogo, a fermare i nostri attacchi aerei nel mese di novembre, ho dato una chance di Saddam, non una licenza. Se voltiamo le spalle alla sua sfida, la credibilità della potenza americana come un controllo contro Saddam sarà distrutta. Non solo hanno permesso a Saddam di distruggere il sistema di controllo che controlla il suo programma di armi di distruzione di massa; anche noi avrà fatalmente inferiori al timore della forza che si ferma Saddam di agire per ottenere il dominio nella regione.

    Ecco perché, su raccomandazione unanime del mio team di sicurezza nazionale – tra cui il vice presidente, il segretario della difesa, il presidente del Joint Chiefs of Staff, il segretario di Stato e il consigliere per la sicurezza nazionale – Ho ordinato un forte , serie continua di attacchi aerei contro l’Iraq. Essi sono progettati per degradare la capacità di Saddam di sviluppare e fornire armi di distruzione di massa, e di degradare la sua capacità di minacciare i suoi vicini.

    Allo stesso tempo, stiamo offrendo un potente messaggio a Saddam. Se si agisce sconsideratamente, si pagherà un prezzo pesante. Abbiamo agito oggi, perché, a giudizio dei miei consiglieri militari, una risposta rapida fornirebbe il più sorpresa e la minima occasione per Saddam da preparare. Se avessimo ritardato, anche per una questione di giorni dalla Relazione del presidente di Butler, ci avrebbe dato più tempo per Saddam disperdere le sue forze e proteggere le sue armi.

    Inoltre, il mese sacro del Ramadan inizia questo fine settimana. Per noi ad avviare un’azione militare durante il Ramadan sarebbe profondamente offensivo per il mondo musulmano e, quindi, avrebbe danneggiato i nostri rapporti con i paesi arabi ed i progressi che abbiamo fatto in Medio Oriente. Questo è qualcosa che volevamo molto per evitare l’Iraq senza dare vantaggio iniziale di un mese per prepararsi per potenziali azioni contro di esso.

    Infine, i nostri alleati, tra cui il primo ministro Tony Blair della Gran Bretagna, d’accordo che è il momento per colpire. Spero che Saddam entrerà in collaborazione con il sistema di controllo ora e rispettare le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma dobbiamo essere preparati al fatto che egli non e dobbiamo affrontare il pericolo molto reale che pone.

    Quindi dovremo perseguire una strategia di lungo termine per contenere l’Iraq e le sue armi di distruzione di massa e di lavorare per il giorno in cui l’Iraq ha un governo degno della sua gente.

    In primo luogo, dobbiamo essere pronti a usare la forza se Saddam prende di nuovo le azioni minacciose, come ad esempio cercando di ricostruire le sue armi di distruzione di massa o dei loro sistemi di consegna, minacciando i suoi vicini, sfidando aerei alleati in Iraq o in movimento contro i suoi stessi cittadini curdi. La minaccia credibile di usare la forza e, se necessario, l’uso effettivo della forza, è il modo più sicuro per contenere Saddam le armi di distruzione di massa, ridurre la sua aggressività e prevenire un’altra guerra del Golfo.

    In secondo luogo, a condizione che l’Iraq rimane fuori del rispetto, lavoreremo con la comunità internazionale a mantenere e imporre sanzioni economiche. Le sanzioni sono costate Saddam più di 120 miliardi dollari – le risorse che sarebbero state utilizzate per ricostruire i suoi militari. Il sistema permette di sanzioni all’Iraq di vendere petrolio per cibo, per la medicina, per le altre forniture umanitarie per il popolo iracheno.
    Non abbiamo alcun contenzioso con loro. Ma senza le sanzioni, vedremmo il petrolio in cambio di cibo diventano programma oil-for-serbatoi, con una conseguente maggiore minaccia per i vicini dell’Iraq e meno cibo per la sua gente.

    La dura realtà è che fino a quando Saddam resta al potere, minaccia il benessere del suo popolo, la pace della sua regione, la sicurezza del mondo.
    Il modo migliore per porre fine a questa minaccia una volta per tutte è con un nuovo governo iracheno – un governo pronto a vivere in pace con i vicini, un governo che rispetti i diritti della sua gente.
    Portare il cambiamento a Baghdad ci vorrà tempo e fatica. È nostra intenzione potenziare il nostro impegno con l’intera gamma di forze di opposizione irachene e lavorare con loro in modo efficace e prudente.

    La decisione di usare la forza non è mai a costo zero. Ogni volta che le forze americane sono messi in pericolo, si rischia la perdita della vita.
    E mentre i nostri colpi si concentrano sulla capacità militari in Iraq, ci saranno non intenzionali vittime irachene. Infatti, in passato, Saddam ha intenzionalmente messo civili iracheni in pericolo nel tentativo cinico di influenzare l’opinione internazionale.
    Dobbiamo essere preparati a queste realtà. Allo stesso tempo, Saddam dovrebbe avere assolutamente alcun dubbio se si scaglia contro i suoi vicini, vi risponderemo con forza. Pesante come sono, ai costi degli interventi deve essere valutato rispetto al prezzo dell’inazione.

    Se Saddam sfida il mondo e non riusciamo a rispondere, ci troveremo ad affrontare una minaccia molto maggiore in futuro. Saddam colpirà di nuovo i suoi vicini. Farà guerra al suo stesso popolo. E le mie parole, si svilupperà armi di distruzione di massa. Egli li implementare, ed egli li userà. Perché stiamo agendo oggi, è meno probabile che ci troveremo ad affrontare questi pericoli in futuro.

    Vorrei concludere affrontando un’altra questione. Saddam Hussein e gli altri nemici della pace può aver pensato che il dibattito serio attualmente all’esame della Camera dei Rappresentanti sarebbe distrarre gli americani o indebolire la nostra determinazione ad affrontare giù.

    Ma ancora una volta, gli Stati Uniti hanno dimostrato che, anche se non siamo mai desiderosi di usare la forza, quando dobbiamo agire in interessi vitali dell’America, lo faremo. Nel secolo ce ne andiamo, l’America ha spesso fatto la differenza tra il caos e la comunità, la paura e la speranza. Ora, nel nuovo secolo, avremo una notevole opportunità di costruire un futuro più sereno rispetto al passato, ma solo se siamo forti contro i nemici della pace.

    Stasera, gli Stati Uniti stanno facendo proprio questo.

    Che Dio benedica e protegga i coraggiosi uomini e donne che svolgono questa missione vitale e le loro famiglie.
    E che Dio benedica l’America.

    ———————–

    Traduzione Google non corretta, ma capibile.

    Anita

  38. Vox
    Vox says:

    Mah….io leggo del timore che l’Iraq non sia capace di difendersi e che nel periodo di qualche anno anni cadra’ nelle mani dell’Iran.
    @ Anna

    Beh, se lo dicono quelli che ci assicuravano che Saddam aveva WMD, possiamo stare tranquilli che dicono la verita’ anche stavolta. Hanno tanto a cuore l’incolumita’ del popolo irakeno, sono autentiche anime pie.

  39. Peter
    Peter says:

    x U.29

    ‘Vox sempre compita e cortese’…
    Beh, su questo devo dissentire, anche se e’ un suo ritornello costante.
    Come pure che le polemiche esplodano ‘a sproposito’.
    Io non sono certo un blogger dolce e tenero, lo so bene, ma ieri la compita e cortese mi diceva che facevo schifo per aver parlato di orifizi naturali, che immagino abbia anche lei/lui…
    Riguardo le polemiche a sproposito, dissentisco perche’ qui non mi pare si facciano comizi, e se si fanno ad alcuni possono venire anche crisi comiziali, ovvero epilettiche. Non so se mi spiego

    ‘notte

    Peter

  40. Peter
    Peter says:

    x Pino

    neanche io sono mai andato all’asilo, un’esperienza ludica d’infanzia che forse mi e’ mancata. Quindi non le saprei dire.
    Ma quanto a ridere, questa volta forse ride di me, ma non con me

    ‘notte a lei e si riguardi l’asma. Milano e’ perfida

    Peter

  41. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    per concludere, sono appena arrivato á la maison…
    Lei mi ha portato jella coi temporali a Nizza, complimenti.
    Il mio volo di stamane, anzi ieri mane, e’ stato cancellato…
    Sembra che l’aereo in arrivo venne colpito da un fulmine, o cosi’ mi ha detto poi un impiegato italiano all’aeroporto, commosso dalle mie origini. O forse e’ nizzardo e parla ancora italiano, anche se malino. Comunque, dopo vani tentativi di rimettere in sesto il velivolo, hanno cancellato il volo e mi hanno gentilmente messo su quello successivo, quasi 12 ore dopo…Per fortuna, ho passato la maggior parte di quelle ore in buona compagnia al centro citta’.
    Temporale e fulmini erano ben visibili ieri mattina, sullo stupendo mare sempre azzurro della splendida citta’

    ‘notte…

    Peter

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  1. […] Finalmente si protesta in piazza S. Pietro contro l'omertà … […]

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