Berlusconi riattacca il disco rotto della lotta al comunista. Sentiamo cosa dice Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani

Ma che fine hanno fatto i comunisti, di cui Berlusconi  ha sempre parlato in continuazione come fossero orde pronte a qualunque sopruso? E lo sapevate che Romano Prodi insegna economia ai quadri del partito comunista cinese? E che Cina, Giappone e Coree stanno comprando interi pezzi d’Africa anche per mandarvi ad abitare centinaia di migliaia di propri cittadini? Ce lo rivela in questa intervista Oliviero Diliberto, ex ministro della Giustizia nel governo D’Alema e rieletto di recente segretario del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI).

Domanda – Berlusconi si è dimesso. Lei ha brindato?

Ovviamente! Però per ubriacarmi aspetto la fine della legislatura. Infatti, pur nella gioia immensa per l’insperata suo sfratto da palazzo Chigi, il mio è stato un brindisi robusto, ma senza ubriacatura.  Berlusconi non è morto, è solo uscito da palazzo Chigi, ma resta ben radicato nel parlamento. Che userà per condizionare il più possibile il governo Monti, ovviamente non per motivi politici, ma solo per continuare a fare gli interessi delle proprie aziende. A partire da quelle televisive senza le quali chissà dove sarebbe…. Forse già ad Hammamet, anche se lui come è noto preferisce Antigua.

E ora…

E ora il problema è chi pagherà il rinnovamento, visto che a quanto pare si vuole non solo evitare il tracollo finanziario dell’Italia, ma si vuole anche il suo rinnovamento perfino morale. Staremo a vedere  cosa farà Mario Monti. Fino ad ora non s’è visto molto, e niente a favore dei lavoratori e dei giovani.

Molti dietro Monti e Mario Draghi, al vertice della BCE, vedono le stesse potenti banche che con le privatizzazioni del ’92-’94 hanno lucrato abbondantemente sulla situazione italiana. Faranno un’altra scorpacciata con le nuove privatizzazioni? E poi cosa ci resterà da vendere  in caso di bisogno?

Che in Europa ci siano poteri tecnocratici trasversali agli schieramenti politici è un fatto certo. Rappresentano interessi ben precisi non solo delle grandi banche, ma anche di gruppi finanziari ed economici. Vorrei ricordare quanto ha guadagnato la Pirelli con le privatizzazioni nel settore immobiliare. E tutto ciò giustifica da solo  il varo della tassa patrimoniale, che guarda caso Berlusconi non vuole. Lui non ha fatto altro che trasferire sugli strati sociali che non lo votano, cioè sugli strati che guardano a sinistra, il peso della tassazione, alleggerendola agli strati sociali del proprio elettorato. In buona parte parassitario e affaristico, come i magistrati ci hanno permesso di scoprire in modo certo.

Però in definitiva anche Monti predica l’austerità, esattamente come a suo tempo Luigi Berlinguer. Insomma, ancora una volta tempi di vacche magre e da stringere la cinghia. La Cgca di Venezia ha rivelato che per migliorare la situazione dei nostri conti pubblici, negli ultimi 12 anni abbiamo subito 20 manovre correttive, cioè 20 leggi finanziarie, compresa quella che si appresta a fare nei prossimi giorni il governo Monti, per un totale di 575,5 miliardi di euro, pari a un milione di miliardi di vecchie lire, e pari a oltre la metà dell’attuale nostro mega debito pubblico. Ogni italiano ha sborsato 6.178 euro. E, stando alla Cgca, dovremo sborsarne ancora anche nei prossimi anni. Che spazi possono avere i comunisti e la sinistra in generale per passare dalle solite “lacrime e sangue” a una nuova epoca di benessere accettabile?

Beh, Berlinguer lanciò l’austerità per legittimare il Partito Comunista. Oggi però il Partito  Democratico, oltretutto ben lungi dall’essere comunista o anche solo socialista, non ha nessun bisogno di legittimarsi, ha espresso infatti perfino l’attuale presidente della Repubblica. Perciò potrà fare la voce grossa ed esigere che a versare le lacrime e il sangue non siano sempre e solo, ancora una volta, i lavoratori e gli strati sociali deboli, ma chi finora il sangue magari lo succhiava agli altri e le lacrime le versava dal ridere. Come per esempio l’imprenditore che rideva felice per gli affari che gli si prospettavano sulla pelle dei terremotati de L’Aquila. Se ogni italiano in 12 anni ha sborsato oltre 6.000 euro a testa, oltre alle normali tasse, per le 20 finanziarie, ciò significa che una famiglia di quattro persone ne ha sborsate quasi 25.000. Cifre pazzesche. Mentre i “padroni del vapore”, con in testa Berlusconi, di soldi ne hanno fatti invece a palate.

Lei a fine ottobre al congresso di Rimini è stato rieletto segretario del Partito dei Comunisti Italiani. Che però in parlamento non ha più neppure un rappresentante. Che linea intendete seguire?

La linea è quella di salvaguardare gli ultimi diritti di massa rimasti in Italia, visto che di tante conquiste – ottenute a suo tempo grazie ai partiti di sinistra e ai grandi sindacati – è rimasto ben poco. Il nostro è un sistema che sclude dal benessere sempre e comunque un buon 10-20 per cento della popolazione, e in più quando è costretto a concedere maggiori diritti e maggiore benessere di massa, come negli anni ’60 e ’70, poi trova sempre il modo di riprenderseli svuotandoli. Sta succedendo anzi è successo con il potere d’acquisto dei salari e stipendi, con l’assistenza sanitaria, con le scuole pubbliche, con le pensioni, con gli accessi all’Università, con l’occupazione giovanile, ecc. Salvaguardare i servizi sociali è già da solo un fatto grandioso. Non sono così ingenuo da credere che possiamo salvaguardarli da soli. Ci vuole una alleanza. Con i partiti e le forze di una sinistra da ricostruire. Noi in parlamento ci vogliamo tornare, ma come espressione di strati sociali e di lavoratori, non come espressione di noi stessi. Non ci basta intercettare i voti del malcontento e della protesta, vogliamo anche organizzare gli strati sociali e lavorativi del malcontento e delle proteste.

Se è per questo, Fausto Bertinotti intendeva addirittura rifondare il comunismo, donde il none di Rifondazione Comunista del suo partito, però non ha mai spiegato come rifondarlo. Manca oltretutto una analisi di classe, come si diceva una volta. Manca cioè il sapere come è composta e come e dove è dislocato oggi l’insieme dei lavoratori, in particolare quella che si usava chiamare la classe operaia, e quali sono gli strati sociali con i quali i lavoratori possono allearsi.

Concordo. Le varie ristrutturazioni, delocalizzazioni e i vari ridimensionamenti dell’apparato industriale, basti citare i drammatici cambiamenti della Fiat, con l’inglorioso epilogo di queste ore che vedono anche la chiusura degli impianti di Termini Imerese, hanno cambiato tutto, frantumando non solo in fabbrica la vecchia struttura del lavoro e dei lavoratori basata sul contratto a tempo indeterminato.  Le grandi fabbriche non esistono più o non sono più tanto grandi o si dislocano e diversificano anche all’estero, come appunto la Fiat di Marchionne. Oggi inoltre la piaga del lavoro precario e non contrattualizzato ha aperto un altro fronte, un’altra realtà che ci ha colto impreparati.

Abbiamo però iniziato a studiare di nuovo e a fare analisi, per porre le basi necessarie per capire come è strutturato oggi il mondo del lavoro e della produzione, quali sono le linee di tendenza, in modo da poter ricominciare il lavoro di creazione di cellule di partito nei luoghi di produzione e in quelli di socializzazione. Il famoso “territorio”, anche in senso lato, non lo lasceremo certo sempre alla Lega. Oggi il PdCI ha 21 mila iscritti. Pochi, in assoluto, ma non pochi dati i cataclismi che si sono succeduti. Teniamo presente che tra la prima e la seconda guerra mondiale i militanti erano molto meno di quanti ne abbiamo noi oggi. Insomma, non ripartiamo da zero. E abbiamo alle spalle una grande storia, anche se non esente da errori e sconfitte.

Monti pare avere le mani legate, un percorso delimitato da paletti ben precisi, pare impossibile che possa mettere mano alla riforma elettorale. Senza la quale come farete a tornare in parlamento?

Ripeto: politica delle alleanze, da SEL a Di Pietro. Ma, ripeto anche, non per motivi egoistici, cioè solo per tornare in parlamento, ma per fare meglio la nostra parte in difesa dei diritti e magari per il loro allargamento.

Che futuro vede per i giovani?

Francamente, un futuro molto difficile. I più capaci andranno all’estero, e li capisco. Cos’altro possono fare, data la situazione in cui il ventennio berlusconiano ha ridotto l’Italia? I giovani un futuro in Italia potrebbero averlo, ma rovesciando il paradigma dello sviluppo. Cosa che non si può fare comprimendo i salari e i diritti dei lavoratori, come dimostra il declino della Fiat che pure ci ha tentato con forza e determinazione, e deprimendo la scuola, l’Università e la ricerca.

Marco Mancini, persona intelligente, rettore dell’Università di Viterbo e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), dalla disperazione ha firmato un protocollo d’intesa con la Confindustria per il dottorato di ricerca presso le aziende, quando invece dovrebbe essere il contrario: è la dirigenza aziendale che deve migliorare all’Università la propria formazione. Il dramma è che le Università in Italia sono state ridotte senza un soldo. In Cina stanziano invece cifre mostruose per l’Università e la scuola in generale, promuovendo così la migliore formazione dei giovani e il miglioramento della struttura produttiva. Eppure sono molte le delegazioni cinesi che vengono in Italia per capire e imparare in molti campi, segno che un futuro noi possiamo ancora averlo. Se, ripeto, cambiamo  profondamente il modello di sviluppo.

A proposito di Cina: ci salverà dalla bancarotta?

Neppure la Cina fa beneficienza, ma stipula accordi che siano vantaggiosi anche per lei. Certamente delle buone relazioni con Pechino possono essere di grande aiuto e contribuire e risolvere i gravi problemi che abbiamo davanti, compreso il rischio di bancarotta a causa del gigantesco debito pubblico. Può sorprenderla, ma un uomo che ci può molto aiutare ad avere buone relazioni con i cinesi è Romano Prodi.

Romano Prodi?

Sì, proprio lui, l’ex capo del governo di centro sinistra. Prodi infatti ha un regolare corso a Pechino di lezioni di economia niente di meno che alla scuola quadri del partito comunista cinese.

Ma no!

E invece sì! E in Italia fa discorsi sulla Cina di grande intelligenza e apertura, senza nessun pregiudizio. L’ex celeste impero può essere una grande risorsa. Oltretutto i suoi investimenti in Occidente non sono nel settore del lusso, ma della produzione vera e propria, a differenza dei Paesi arabi parassiti delle rendite petrolifere.

Al congresso del suo partito a Rimini c’era anche una delegazione del partito comunista cinese. La Cina prenderà il posto che una volta era dell’Unione Sovietica? La Città Proibita prenderà il posto del Cremlino e piazza Tien An Men quello della piazza Rossa?

Veramente a Rimini le delegazioni estere erano ben 45, compresa quella cinese, che però come suo costume non ha tenuto una sua relazione. No, anche se noi guardiamo alla Cina con grande interesse per vari motivi, non prenderà il posto dell’Urss per almeno due motivi. Il primo è che a differenza dell’Urss non intende egemonizzare né partiti comunisti né Paesi esteri. Il secondo è che l’Unione Sovietica  aveva anche un suo blocco di alleanze militari, il Patto di Varsavia contrapposto alla Nato, mentre Pechino non ha nulla di simile. Tant’è che gli Usa ne approfittano continuando ad accerchiarla, nell’evidente tentativo di ripetere con la Cina la stessa politica di “contenimento” applicata a suo tempo con l’Unione Sovietica. Un “contenimento” che in realtà era finalizzato a strangolarla economicamente, come è poi successo, con una continua corsa al riarmo che ha dissanguato i sovietici per le cifre pazzesche che erano costretti a stanziare per rincorrere gli Usa sul piano degli armamenti sempre più sofisticati e sempre più costosi, fino ad avere pochissime risorse da destinare allo sviluppo. Gli Usa hanno dissanguato l’Urss anche in Afganistan partorendo Bin Laden e i suoi talebani, che hanno impegnato i sovietici in una guerra costosissima. E a proposito di Afganistan, con la scusa dell’11 settembre gli Usa vi hanno schierato basi per poi schierarne anche in Paesi ex membri dell’Unione Sovietica come il Kazakistan e l’Uzbekistan, sul lato occidentale della Cina.  Nei giorni scorsi inoltre Obama ha iniziato l’accerchiamento anche dall’Oriente, dislocando militari in Australia e dichiarando che gli Usa sono una potenza affacciata anche sull’oceano Pacifico: dove “Siamo venuti per restarci”, ha chiarito Obama. Imperialista e di fatto militarista  quanto i suoi predecessori.

L’accerchiamento avviene anche per sottrarre all’influenza di Pechino quasi tutti i Paesi produttori di petrolio, in modo da tentare di frenare se non strangolare il tumultuoso sviluppo economico della Cina, un grande Paese con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, ma privo di risorse energetiche.

Però in Africa il governo di Pechino  per avere petrolio stipula accordi con regimi a volte indecenti, ai quali vende armi con grande disinvoltura.

Beh, credo che in fatto di vendite di armi e di sostegno a regimi indecenti noi occidentali non siamo in grado di dare lezioni a nessuno.  Vogliamo forse dimenticarci che abbiamo colonizzato e sfruttato in modo feroce tre quarti del pianeta, dalle Americhe alla stessa Cina passando per l’Africa, i Paesi arabi, l’India e il sud est asiatico, con decine di milioni di vittime e con l’orrore dello schiavismo? Il dato interessante invece è che i cinesi, ma anche i giapponesi e i coreani, anziché puntare su un loro colonialismo comprano in Africa giganteschi appezzamenti di terreno, da dissodare e rendere produttivi trasferendoci decine e a volte centinaia di migliaia di propri abitanti che vi costruiscono anche città, nelle quali resteranno come emigranti.

Questa sì che è una notizia! Può fornirci qualche dato più preciso?

La Corea del Sud ha comprato quasi mezzo Magadascar, che certo non è una piccola isola. A sud del Congo il Giappone sta comprando territori ovunque può. La Cina da parte sua preferisce compare concessioni, minerarie, industriali o nel campo delle infrastrutture. Così sposta centinaia di migliaia di cinesi per metterli al lavoro su tali concessioni, il che comporta che nasceranno città abitate da cinesi che diventeranno cittadini di Stati africani.

In Italia l’aumento dell’età pensionabile è molto malvisto, in Germania invece  si parla senza drammi di andare in pensione a 70 anni nel giro di qualche decennio dato che si prevede che la vita media arriverà presto a 90 anni. E si parla senza drammi anche delle necessità di almeno altri 350 mila immigrati l’anno per poter reggere sia il sistema produttivo che quello pensionistico.

Non ho tabù. Ma occorre discutere di questo tema con serietà, senza preconcetti, ma senza neppure falsità grossolane, come si sentono troppo spesso.

Primo, la riforma delle pensioni è già stata fatta. Nel 1995 dal governo Dini. La più radicale (e nefasta) delle riforme: dal retributivo al contributivo: il che, con la parallela trasformazione del lavoro per i giovani in precariato continuo, fa sì che i giovani di oggi avranno una pensione di fame al termine della vita lavorativa. Dunque, una ulteriore riforma non è indispensabile. Va anzi invertito il tema. I problema è infatti come garantire la pensione ai giovani, senza metterli in contrapposizione con gli adulti, figli contro padri. Ciò non è solo iniquo. E’ anche sbagliato dal punto di vista dei conti, perché non è certo togliendo ai padri che si darà ai figli tra quarant’anni…

Secondo,. Se si vuol far cassa, dobbiamo dire con parole di verità che l’Inps è in attivo per la spesa previdenziale. Occorre invece separare nettamente assistenza e previdenza.

Terzo. Se si parla solo di età pensionabile, non si va al nocciolo del problema. Si può anche immaginare che alcune categorie di lavoratori restino a lavorare un po’ di più, ma il punto è che l’aumento della vita media pone problemi di welfare, prima che di pensione, molto seri. Il welfare come l’abbiamo conosciuto non funziona più perché gli anziani non sono “coperti” per nulla. L’assistenza (le cosiddette badanti) è tutta sulle spalle delle famiglie. Va rimodulato dunque l’impianto del welfare per estenderlo e non per ridurlo.

Quarto. La logica degli incentivi e dei disincentivi per andare in pensione, se generalizzata, è completamente iniqua. Se un lavoratore vuole una pensione più alta (meno bassa) e rimane a lavorare sulle impalcature o alla catena di montaggio dopo una certa età, questo è il più formidabile incentivo agli incidenti sul lavoro! Occorre dunque separare nettamente il lavoro manuale (non solo usurante, categoria quanto mai incerta) dal resto. Per i lavori manuali, ci deve essere l’obbligo di andare in pensione, con il massimo della cifra, ad una età anagrafica sicura, fissata per legge e certo non da vecchi.

Quinto ed ultimo. Il problema vero è che pare che oggi vogliano accelerare il passaggio dal retributivo al contributivo, colpendo quindi quelli che stanno a cavallo tra la legislazione precedente e la riforma Dini. La cosa è sciocca (non si incassa nulla al momento) ed iniqua. Siamo del tutto contrari.

Anziché blaterare contro gli immigrati come fa la Lega dobbiamo riconoscere che anche il nostro sistema produttivo e pensionistico si regge, come in Germania, sull’afflusso anche di immigrati oltre che con l’avvio dei nostri giovani finalmente a un lavoro decente.

Soffiano venti di guerra. Da una parte l’isterismo “atomico” contro l’Iran, replay di quello che ha permesso di invadere l’Iraq. Dall’altra la Casa Bianca che, oltre a mettere sempre più piede militare nel Pacifico, punta a una alleanza con l’India in funzione anticinese. Sperando in quella che secondo molti esperti è prima o poi una inevitabile guerra tra India e Cina.

La guerra è il modo classico con il quale gli Stati e gli imperi hanno risolto le proprie crisi. La guerra permette infatti la repressione interna e il togliersi dai piedi “la teste calde” mandandole a crepare al fronte. Oggi però il fronte non sempre esiste, e le guerre si possono perdere anche a causa del fronte interno, come è successo per esempio agli Usa quando hanno perso la guerra in Vietnam per la ribellione pacifista dei giovani statunitensi. Inoltre oggi le guerre costano molto care e l’Occidente, già in crisi finanziaria, rischierebbe i rifornimenti petroliferi. In caso di attacco all’Iran credo che di petrolio ne vedremmo ben poco.

La guerra Cina-India è inevitabile? Non credo. Di recente l’India ha firmato con la Cina accordi importanti, per la vendita di know how e per altro ancora. Una guerra non conviene a nessuno dei due, checché sperino gli Usa e l’intero Occidente che sulle guerre ha sempre campato e basato il suo sviluppo.

Torniamo in Italia. Vanno di moda i rottamatori e le facce nuove come quella del sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Guardi, il dato innovativo non può essere tout court un dato generazionale, altrimenti evviva allora le Minetti e i Trota alla Renzo Bossi. Né si può puntare, come fece Craxi e come fa Berlusconi, sulla coreografia “moderna”, vedi l’arredo della stazione Leopolda del congresso organizzato a Firenze da Renzi, invece che sulle analisi e sulla strategia politica e sociale. Eccetto che per il web, che però è una realtà che può essere spenta o sospesa a piacimento non solo dagli Usa, Renzi torna agli anni ’50.  In Italia, ma non solo, ci sono anziani e vecchi preziosi, a partire dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e giovani incapaci, vanitosi e chiacchieroni. Una volta si diceva che l’età rende saggi ed è un patrimonio di conoscenze. Oggi i Renzi vogliono sostenere che i giovani sanno tutto, e comunque più dei “vecchi”, senza più bisogno di formarsi e di imparare dall’esperienza. Quella propria e quella altrui. Mi sembra una concezione pericolosa.

354 commenti
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  1. peter
    peter says:

    x Pino…che ne avra’ le p… piene di noi

    brevemente, dato che ho fretta: per me non ci sono mai stati argomenti tabu’. Il compare Uroburo ‘proietta’ se’ stesso…
    Le opinioni espresse possono benissimo essere criticate, secondo me, ma lui prende sempre le mie critiche per una ‘censura’, etc etc. Solita solfa.
    Questa volta, poi, e’ stato lui in primis a darmi addosso (ciatrone, pistola, etc) per un mio post critico per ANITA giorni fa…

    Infine, noto il linguaggio volutamente provocatorio che, non essendo cosi’ scemo come mi fa lui, non raccolgo (finocchi, terroni, etc).

    Perche’ poi per me l’Inghilterra sarebbe un argomento tabu’? ah gia’, non ero d’accordo con Vox sulle sue teorie senza fondamento sull’attacco all’ambasciata inglese a Teheran, che sbadato. Patetico…

    Peter

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio caro e buon Peter,
    lei mi sembra proprio essere un rilevante cialtrone, uno di quelli che, pur non sapendo assolutamente un cazzo parlano con grande sicumera di cose che han letto solo sui libri.
    Il suicidio potrebbe anche far parte di quel che io riterrei poter essere una fine dignitosa e lei non dovrebbe aver per nulla il diritto di dar giudizi perché in nulla la cosa potrebbe riguardarla; come non riguarderebbe il prefetto o il vescovo.
    Se mai dovesse accadermi io non avrei proprio bisogno di nessuno, una pistola la saprei usare benissimo anche da solo. Tuttavia se una persona non ce la facesse più a tirare avanti e non avesse il coraggio di finirla da solo non riterrei illegittimo che decidesse di farsi aiutare da qualcuno, proprio come facevano gli antichi romani che erano una classe dirigente spietata e di una crudeltà barbarica ma coraggiosa e dignitosa.
    Il che non vuol dire che non sappia bene che ci sono anche dei diritti societari, ma ci sono anche dei diritti individuali. Toccare questi temi richiede grande sensibilità e grande equilibrio e lei non ha né l’uno né l’altro ma solo la patetica sicumera di chi pensa di avere il diritto di emettere giudizi ed invece non ce l’ha.
    Lei è solo un cialtroncello di periferia. E adesso sgombri, piccolo scopiazzatore, chè ho altro da fare. Uroburo
    PS. Sì è vero, sono un lupo solitario. Non ululo alla luna perché non serve a nulla ma non credo neppure più all’utilità di stare in branco. Un branco come l’Ittaglia poi è peggio della peggior solitudine.

  3. peter
    peter says:

    come volevasi dimostrare…
    Eppure ‘Bruto e’ un uomo d’onore’, pensa lui, ovvero Uroburo non esprime mai insulti…e quando mai?

    E’ davvero patetico, poi, che mi chieda di sgombrare, che’ lui ha altro da fare, come se io stessi qui per lui!!!!
    Se io fossi poi cosi’ insensibile, come avrei capito che e’ un lupo solitario?…Vorrei poter esser d’accordo che non ululi, ma e’ come negare che e’ notte a mezzanotte.
    Lui e’ un lupo della razza peggiore, un lupo urbano…
    La periferia mi ha sempre aiutato a riflettere, meno chiasso ed arroganza

    Peter

    ps
    il vino sara’ il latte dei vecchi, ma qualcuno prende quel detto troppo ad litteram

  4. peter
    peter says:

    x tutti

    ho conosciuto personalmente almeno 6 persone che hanno, purtroppo, commesso suicidio. Il come, quando e dove non e’ materia per questo blog.
    A parlare con sicumera di cose lette solo sui libri e’ qualcun altro, che pontifica non si sa bene da quale pericolante altezza…

    Il suicidio ‘assistito’ e’ per me una grande aberrazione. Una macchina o industria dei suicidi, poi, mi da’ veramente la nausea.
    Non aggiungo altro perche’ ho stima di Marta

    Peter

    ps
    l’offerta di Marta di stamani potrebbe tornare utile…

  5. Vox
    Vox says:

    @ Anita

    Ho letto la petizione. Una sola osservazione: alla fine dice, suppergiu’, che almeno bisognerebbe introdurre delle correzioni per proteggere i cittadini americani.

    Quest’ultima notarella rovina tutta la petizione. Mentre si vogliono salvare i cittadini Usa, si sottintende che se vengono sottoposti ad arrestro arbitrario e indefinito, senza diritto di rappresentanza legale, cittadini non-americani, allora la legge va bene?

    Non va bene. Perche’ i cittadini Usa non sono piu’ speciali o piu’ umani degli altri e perche’, se si e’ contro i principi enunciati da questa legge infame, non si possono fare distinguo per chi e’ americano e chi no. Altrimenti si ritorna alla legalizzazione di Guantanamo e delle nefandezze che vi si compiono.

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter e Uroburo

    Poiché non avete seguito il mio cortese invito a moderare i termini di ciascuno nei confronti dell’altro, mi sono visto costretto a cancellare l’ultimo post inviato da ognuno di voi due.
    Rinnovo l’invito, nella certezza che saprete preferire l’ironia, magari pesante, ma sempre accettabile, agli insulti.
    Un saluto e una buona notte di cuore a entrambi.
    pino

  7. Peter
    Peter says:

    x Pino

    va bene, point taken. Ma ad insultare, ed in modo pesante, ha cominciato e seguitato lui.
    Vi sono individui che semplicemente non tollerano pareri critici, e li prendono in modo estremamente personale ed aggressivo. Per quelle persone c’e’ una definizione che si riassume in una parola.

    buona notte a lei e scusi il disturbo

    Peter

  8. Uroburo
    Uroburo says:

    Accetto l’invito di Pino e rimando il mio ultimo messaggio corretto. E questo non per continuare la polemica ma solo perché voglio chiarire con precisione qual è il vero ed unico nodo del mio contrasto con Peter.
    Un saluto a tutti.

    peter { 02.12.11 alle 17:40 Il suicidio ‘assistito’ e’ per me una grande aberrazione.
    —————————————
    Caro Peter,
    se “per lei” (cito alla lettera) il suicidio assistito è un’aberrazione (sottolineo: per lei) delle due l’una: o gli altri hanno il diritto di pensarla diversamente oppure, cattolicamente, lei è nel giusto e gli altri hanno torto.
    Magri la pensava diversamente, credo nel suo pieno diritto. Invece lei non ha diritto di dare del “patetico” (che rimane un termine spregiativo) a chi aveva il diritto di pensare ed agire diversamente da lei.
    Il cuore del nostro scontro è tutto e solo qui: io penso che bisognerebbe avere un po’ di umana pietà a chi non è riuscito a farcela e trovo il suo giudizio ingeneroso e spietato oltre che approssimativo e superficiale.
    Invece di montare in cattedra e far tanto lo psicanalista avrebbe fatto meglio a stare zitto ed a mostrare un pochino di compassione. Discorso che, ovviamente, non ha nulla di politico ma che varrebbe par paro per chiunque altro. U.

  9. Peter
    Peter says:

    non c’e’ nessuno bisogno di usare il neretto, che in una piazza sarebbe equivalso in altri tempi a battere la grancassa o squillare la tromba per attirare attenzione. Chi vuole qui, legge, che non vuole passa oltre, per chiunque scriva i messaggi.
    Comunque, in un messaggio del genere, scritto al momento giusto, avrei trovato poco da ridire, in disaccordo o meno, ed avrei potuto rispondere in modo confacente e conseguente.
    Ora siamo molto al di la’ di quel momento, e posso solo lasciarlo cadere.
    Quel che avevo da dire, che non era ‘ad personam’, e’ stato gia’ detto

    Peter

  10. rodolfo
    rodolfo says:

    Caro Nicotri,
    E’ CERTO, assolutamente CERTO …..(post124)
    questo suo riferirsi ad eventi ed a leggende del passato per rapportarli al presente …per giustificare o per prevedere lo trovo (per non usare altri aggettivi) di pessimo gusto.
    Lei caro Nicotri ha troppo certezze….si faccia finalmente un giretto in Israele vedra´che non e´assolutamente cosi.
    In effetti quello che preoccupa il governo ed il popolo Israeliano non e´ la bomba atomica Iraniana …di quello se ne strafottono anche perche´alla luce della terribile esplosione avvenuta Lunedi proprio a Isfahan probabilmente la loro bomba gli esplodera´tra le mani e nel caso ci riuscissero al primo tentativo esploderebbe sulle loro stesse teste perche´sara bloccata nel loro stesso territorio…..e loro lo sanno persino.
    Nessuno in Israele parla dell´Iran….si parla molto del carovita e degli scioperi nella sanita´….anche dei razzi di Hamas che arrivano con una certa puntualita´ giornaliera creando se non morti(anche se e´successo) ma sempre panico e paura in special modo per i bambini, si parla ora anche dei razzi che arrivano dal Libano…questi sono i problemi di cui lei sentirebbe parlare se si trovasse a sentire i discorsi della gente su un autobus o al supermercato.
    Si parla degli scioperi dei treni e autobus…….dello strupatore Nr.1
    Mosche Katzav condannato a 7 anni di reclusione mentre in una intervista piange e singhiozza senza dignita´ dichiarandosi innocente e perseguitato dalla stampa.
    Non e´l´apocalisse promessa da Ahmadinedschad a preoccupare gli Israeliani ma l´apocalisse negli ospedali causate da paghe da fame e da mancanza di personale costringendo i medici a turni massacranti , per cui il quotidiano di massa Jedijot Achronot titolava in prima pagina:-“Netanjahu dovrebbe importare medici dall´India” mentre la notizia della terribile esplosione avvenuta in un centro nucleare in Iran veniva riportato in un trafiletto in terza pagina.
    Israele non ha velleita´espansionistiche…essendo circondata da nemici e´necessario un certo deterrente militare…la bomba atomica ne fa parte sopratutto per scoraggiare eventuali “pazzi”….tutto li.



    Caro Peter, caro Uroburo
    Il mondo…secondo il mio parere va a scatafascio perche´ l´essere umano non riesce a immedesimarsi nell´altro…nei suoi bisogni …..pensieri ….debolezze. Se l´uomo si potesse fermare solo un attimo…a pensare….a riflettere.
    E´ lecito secondo me prendere una decisione come quella di Magri.
    I motivi possono essere i piu´disparati….da quello di non essere di peso nella societa´e nella famiglia fino alla paura…direi al terrore delle sofferenze e della morte. E´lecito, non siamo tutti uguali.
    Certo e´, che queste decisioni estreme vengono prese per la maggior parte da persone non religiose.
    Certo e´….che quei medici della clinica Svizzera hanno trovato uno sbocco …una piccola miniera d´oro che pero´non esisterebbe se non ci fosse la domanda….dunque fanno un servizio e d´altra parte non ci siamo messi mai nei loro panni. Sarebbe interessante ascoltare le loro storie, chissa´quante cose avrebbero da raccontare….magari anche loro provano emozioni….
    Forse ho raccontato in questo blog la morte di mio padre….sano e fino a quel momento senza particolari problemi fisici…
    dopo aver pranzato lui….amava fare un pisolino…sentendo dei rumori strani entrai nella sua stanza….era li seduto sul letto che si dava pugni sulla gamba…mi guardo e disse:-“E´finita” e chiuse gli occhi. Sette giorni ho passato accanto a lui , mi ha dato il tempo per lenire il dolore….gli sussurravo all´orecchio le sue canzoni preferite e mi sembrava che sorridesse… gli tenevo la mano e lui me la stringeva…..gli appoggiavo del cotone intriso d´acqua tra le labbra …
    ecco vorrei morire come lui.
    Io personalmente amo troppo la vita per prendere una decisione come quella di Magri…
    ma se dovessi trovarmi in una situazione disperata e´lecito da parte mia aggrapparmi alla vita? E´lecito certo…ma chi e´il vigliacco Magri o io?
    Personalmente non mi sentirei un vigliacco, vivo momenti di grande felicita´…sono soddisfatto dei figli e fino a qualche piccolo acciacco sono in perfetta salute…. ed amando questa vita sono propenso ad accettarne anche le piu´ grandi sofferenze….non accetterei pero´di essere di peso o di creare grosse difficolta´ alla famiglia ed alla societa´, quello che desidererei pero´e che vorrei essere cosciente e vivere anche l´agonia…sono curioso….sara´l´ultima esperienza.
    Buon fine settimana a tutti
    Rodolfo

    Seit Jahren lebt der Israeli im Zustand eines ständigen Ernstfalles. Daran erinnern die Sicherheitsleute vor jedem Supermarkt und Restaurant. Die werfen einen flüchtigen Blick in die Taschen und fahren Routinemäßig mit einem Metalldetektor über den Rücken des Gastes. Eine „vergessene“ Einkaufstasche bleibt nur wenige Minuten lang an der Bushaltestelle liegen. Dann rücken schon die Feuerwerker an. Gesperrte Straßen wegen „suspekten Objekten“ sind ein gewöhnlicher Anblick und werden im Verkehrsfunk nur dann gemeldet, wenn wichtige Verkehrsadern betroffen sind und sich kilometerlange Staus bilden.

    Es scheint, als ob ausländische Korrespondenten größere Panik empfinden denn „normale“ Israelis. Deren Berufsvereinigung forderte vom Presseamt, auch an Journalisten mit fremdem Pass Gasmasken auszuteilen. Seit dem ersten Irak-Krieg von 1991, als Saddam Hussein gedroht hatte, mit Giftgas bestückte Scud-Raketen auf Israel abzuschießen, liegen braune Pappkartons mit Gasmaske und Anthropinspritze in jeder israelischen Wohnung bereit.

    Ob Israel den Iran militärisch angreifen will, lässt sich anhand von Äußerungen führender Politiker nicht ermitteln. Die Formel „Alle Optionen liegen auf dem Tisch“, kann Säbelrasseln sein.

    Verteidigungsminister Ehud Barak hatte vor einigen Tagen gesagt, dass „noch kein Beschluss gefasst worden“ sei. Dann aber leistete er sich einen verbalen Schnitzer im kanadischen Fernsehen. Sinngemäß äußerte er „Verständnis“ für das iranische Streben nach einer Atombombe. Später behauptete Barak, „missverstanden“ worden zu sein.

    Behauptungen, wonach der Mossad die große Explosion im Raketenwerk bei Teheran ausgelöst habe, wobei der Chef des Schihab-Raketen-Projekts, General Hassan Tehrani Moqaddam, getötet worden sei, wurde von den Israelis als übliche orientalische Verschwörungstheorie belächelt und dann vom Iran dementiert. Berichte, wonach die Amerikaner dem Iran drohen, ab 2012 Israel nicht mehr bändigen zu wollen, falls Teheran sein Atomprojekt fortsetze, werden ebenso zur Kenntnis genommen, wie die Meldung von „Daily Beast“ (Tägliches Biest), dass Israel Milliarden Dollar in elektronische Kriegsführung investiert habe, um den Iran im Falle eines Angriffs „blind“ zu machen. Die offizielle israelische Haltung, wie sie Staatspräsident Schimon Peres in teilweise falsch zitierten Interviews geäußert hat, lautet immer noch: Die Weltgemeinschaft habe Israel versprochen, Iran an der Entwicklung einer Atombombe zu hindern. Dieses Versprechen müsse eingelöst werden, mit Sanktionen, diplomatischen Demarchen und schlimmstenfalls militärisch. Peres hatte nicht gesagt, dass Israel das tun wolle oder werde.

    In einer schriftlichen Erklärung ließ Premierminister Benjamin Netanjahu der Knesset (Parlament) seine Sicht zum Report der Wiener Atombehörde IAEA mitteilen: „Jede verantwortliche Regierung muss die notwendigen Schlüsse ziehen. Die internationale Gemeinschaft muss den iranischen nuklearen Wettlauf rechtzeitig stoppen. Dieser Wettlauf bedroht weltweit den Frieden.“ Während israelische Experten und Politiker vor „katastrophalen Folgen“ eines israelischen Alleingangs warnen, erklären andere, dass die Regierung eine Vielzahl von Elementen abwägen müsse. Neben technischen und geographischen Hindernissen und der Problematik, dass ein Schlag gegen Iran ohne amerikanisches Einverständnis kaum denkbar sei, müssten auch andere politische wie militärische Wirklichkeiten bedacht werden. So könnte Iran seine Verbündeten Hisbollah im Libanon und Hamas im Gazastreifen animieren, ganz Israel mit Raketensalven einzudecken. Syrien, ebenfalls ein Verbündeter des Iran, könnte mit Raketen ebenso rücksichtslos gegen Israels Zivilbevölkerung vorgehen, wie es das Assad-Regime gegen die eigene Bevölkerung tut.

    Abschließend sei noch erwähnt, dass Israel in der Vergangenheit Überraschungsangriffe niemals vorher angekündigt und den Feind auch nicht informiert, wie, wann und wo es angreifen werde.

  11. Peter
    Peter says:

    x Rodolfo

    ‘i medici della clinica svizzera….c’e’ una domanda…quindi svolgono un servizio…forse anche loro hanno emozioni’

    mio caro, non c’e’ nulla di piu’ disarmante del candore. Nel senso che si possono dire le cose piu’ aberranti, col massimo candore, e la reazione di che legge o ascolta puo’ essere solo che la mascella casca e si apre la bocca…
    Ebbene, dicevo gia’ un anno fa che la legge della domanda e dell’offerta, a questo mondo, per molti giustifica tutto, ma lo dicevo con frustazione ed amarezza, sempre pensando a quel postaccio abominevole che lei ha menzionato.
    Un esempio inadeguato ma che rende l’idea: vi e’ una domanda , suppongo, per souteneurs, pimps o mezzani, da che mondo e’ mondo, se vi sono e’ perche’ le prostitute ne hanno bisogno per piu’ di un motivo. Ma rimane un ‘mestiere’ spregevole, proibito per legge in molti paesi civili, non ultimo perche’ in genere spolpano fino all’osso le lavoratrici e lavoratori del sesso che pubblicizzano, aiutano e ‘proteggono’.
    Non e’ che io non provi umana pieta’, e non ho mai detto che il suicidio fosse un atto ‘vile’. Ma il risvolto inquietante di casi eclatanti e’ la pubblicita’ fornita alla clinica della morte in oggetto.
    So di persone in perfetta buona salute che vi si sono recate solo per un momento di sconforto, che poteva essere stato passeggero, i parenti hanno spesso scritto lettere indignate ed incredule ai giornali. Altre, come dici, forse temevano solo di diventare di peso. Insomma…

    un saluto

    Peter

  12. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Parlare della fine dell’euro è un’attività senza senso: bisogna fare in modo che funzioni.

    Cristopher Pissarides,
    premio Nobel per l’Economia

  13. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Romano Prodi è molto critico con la cancelliera Merkel.
    Sul tema della crisi dell’eurozona «la politica tedesca è spesso di una durezza e irragionevolezza straordinaria». Lo sostiene l’ex premier Romano Prodi che ha fortemente criticato la politica economica del Governo Merkel. «Si è rischiato di mettere in crisi l’euro – ha detto – ma farlo non è nemmeno nell’interesse tedesco visti i dati della sua bilancia commerciale. La Germania deve usare se non la propria saggezza, almeno la propria convenienza, perchè qui si sta veramente giocando col fuoco». Il problema dell’Europa, secondo Prodi, è che è «completamente divisa, non ha in sè la forza per agire, anche se rimane la più grande forza economica del mondo.

    La Merkel – ha rincarato Prodi – non cambia linea di una virgola, non vuole nessuna forma di collaborazione, non vuole rimedi che potrebbero risolvere i problemi, ha aderito al Fondo salvastati all’ultimo minuto e a stento. Sul fronte della crisi greca, ad esempio, si è perso tempo, si doveva risolvere in fretta e in silenzio, si poteva risolvere in cinque minuti ed invece è diventata una tragedia. Da allora si è continuato con provvedimenti inferiori alle necessità e presi in ritardo»

  14. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    con il suo permesso io uso lo stile grafico che più mi aggrada, ed anche senza il suo permesso. Se hp ritenuto di dover richiamare l’attenzione l’ho fatto dopo una valutazione. Se lei non la condivide, chessenefrega? Mica ho chiesto il suo permesso, ed il suo parere mi sembrerebbe del tutto superfluo.
    Prendo comunque atto del fatto che lei proprio non ce la fa a non montare in cattedra per dar lezioni.
    Contento lei … Che vita faticosa dev’essere la sua!… Come ha detto lei stesso a Pino, si rilassi ….. U.

  15. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    «La chiesa guadagna col porno» Il Papa blocca il suo editore Weltbild, di proprietà della Chiesa Cattolica, ha in catalogo più di duemila titoli sull’erotismo. I fedeli protestano. Tanto da spingere Benedetto XVI ad intervenire.

  16. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Frattini pubblica album ricordi. Ma dimentica Gheddafi e Lavitola.
    Tanta è l’amarezza tra i componenti dell’ex governo.
    Frattini pubblica un amarcord tanto zuccheroso quanto pieno di assenze.

  17. sylvi
    sylvi says:

    Non solo in questo blog, ma anche altrove e nei giornali trovo un bel po’ di confusione , (voluta?) fra suicidio e eutanasia che presuppone, quest’ultima, l’aiuto di terzi.

    Si potrebbe, forse si dovrebbe, rispettare la volontà di chi vuol finirla con la vita. E qui finisce l’aspetto individuale del diritto a decidere del proprio corpo.
    Ma chiedere alla società, alle strutture mediche di mettere in pratica i miei desiderata cambia completamente la questione.
    In una società appena decente, ( e Uroburo non tiri fuori i romani, che se è per quello praticavano la schiavitù dell’uomo sull’uomo),
    dicevo, per la società la vita, tutta, deve essere sempre Sacra.

    Quando cominci e quando finisca sono altri argomenti che esulano da questo!
    E anche l’accanimento terapeutico fa parte di altre considerazioni etico-morali-sociali e mediche.

    Ma l’eutanasia dovrebbe essere impedita a tutti i costi; non a chi vuol ricorrervi ma a chi la pratica, ai medici che sconfessano il loro Giuramento
    Se non c’è il medico, … nessuno vi ricorre.
    Discorso opposto a Rodolfo!
    Riflettiamo ben bene…si comincia col dare eutanasia a chi la chiede ( cosciente? incosciete? narciso anche nella intenzione di morte?)…e si finisce…non si sa dove!!!…
    NO, il divieto all’eutanasia deve essere un paletto insormontabile!
    Ma scusate…Magri poteva fare come Monicelli, come Primo Levi che forse …aveva dei motivi supplementari per farla finita!!!

    Personalmente ho trovato osceno quel gruppetto che fra un vermuttino e un pasticcino aspettava…la telefonata dalla Svizzera a casa del già morto.
    Ma questo non c’entra col principio generale!

    Sylvi

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Lei confonde, da bravo propagandista anche se in buona fede, Israele con un blocco monolitico e finge di non sapere che esiste la realtà dei sionisti, specie negli Usa, che condiziona israele e gli stessi Usa. Finge di non sapere che le balle sull’atomica irachena e l’invasione dell’Iraq sono state volute e confezionate dal gruppo di sionisti attorno a Bush figlio, capeggiati da Wolfowitz che aveva e credo abbia ancora la cittadinanza Usa e israeliana, o meglio i documenti di identità e il passaporto anche israeliani, visto che in Israele, cosa scandalosa ma accuratamente tenuta nascosta, non esiste la cittadinanza israeliana, ma solo la suddivisione per gruppo religioso. Le malefatte e le repsonsabilità di quei signori della guerra sono ormai ampiamente dismostrate, come è dimostrata la loro appertenenza o la loro fenuflessione all’organizzazione statunitense “Prima Israele”.
    In più, le non sa nulla di Netanyahu.
    In ogni caso lei NON ha le mie fonti informative. Ovviamente lei è libero di criticare, ovviamente senza offendere, e di credere a ciò che più le aggrada. Io ho descritto le forze OGGI in campo, e la direzione in cui OGGI spingono. Cosa succederà in futuro non lo sa nessuno. Neppure il buon Dio, altrimenti nel corso della Storia avrebbe avuto fin troppe occasioni per vergognatsi. Di se stesso.
    Il suo razzismo nei confronti dell’Iran è la copia conforme di quello che si è esibito contro l’Iraq con i noti risultati. Solo dei coglioni, per giunta digiuni di conoscenza della Storia, possono pensare che gli iraniani non vedono l’ora di avere le atomiche per lanciarle su Israele. L’Iran, caro signore, NON ha MAI rotto i coglioni a nessuno, e da sempre ha una politica molto ma molto prudente. L’unico delinquente al potere in Iran è stato lo scià Reza Pahlavi, al quale gli Usa avevano venduto vari reattori atomici per metterlo in condizione anche di farsi le bombe atomiche. Questi i FATTI. Quelli ASSOLUTAMENTE CERTI. Il resto lo lascio a lei.
    L’Iran ha tutto il diritto di dotarsi di armi atomiche, anche se finora non ha nessuna intenzione di costruirsela. Diritto che nasce dall’essere circondata da Paesi con armi nucleari e dall’elementare diritto di non lasciarsi invadere “a gratis”. Ragionando come (s)ragionano i dirigenti governativi israeliani da troppi anni, compreso il comportamento contro Gaza, alla luce dei sabotaggi e assassinii “mirati” di chiara marca israeliana l’Iran avrebbe tutto il diritto di reagire bombardando Israele. Eppure non lo fa. Segno di civiltà, prudenza e realismo politico, doti che il blocco sionista “duro e puro” non ha.
    Vari alti ufficiali israeliani hanno formato giorni fa una lettera di protesta per come il rabbinato ortodosso sta stravolgendo le forze armate israeliane, intossicandole con la solita propaganda velenosoa contro palestinesi e arabi, propaganda di fatto quindi antisemita.
    Oggi i tipi come lei, ma anche un Paolo Mieli e un Giuliano Ferrara, più un “pensatore” (?) cattolico come Vittorio Messori e credo lo stesso Giorgio Napolitano, pensano e affermano che le atomiche è meglio le abbia solo Israele, in quell’area, “perché gli israeliani sono più civili e non le useranno mai”. A parte il razzismo di questa concetto, Messori anni fa ha scritto che Israele sarà costretta a far uso dele sua armi atomiche, e nessuno lo ha né smentito né preso a schiaffi né s’è scandalizzato o ha protestato.
    Egregio signor Rodolfo, la Germania dopo la prima guerra mondiale, ma in parte anche prima, era di fatto la ammirata vetta della civiltà europea. Poi s’è visto come è finita. NON c’è nessuna garanzia che tale orribile parabola della Germania non si ripeta in Cina o negli Usa, in Francia o in Israele, ecc. Diceva Lorenzo il Magnifico che “del diman non c’è certezza”, e non c’era certo bisogno che lo dicesse lui. . Quando si ha il cervello, il cuore e l’anima bacati dalla ferrea convinzione di essere “superiori”, perché discendenti da tribù mitiche o perché “Gott mit uns!”, che in israeliano da millenni suona “אלוהים איתנו!” così come in cattolico carolingio ispanico suona “Dio lo vuole!”, e si crede che gli altri siano solo miserabili goy o Untermenschen o “manciù” perché non circoncisi o perché non ariani o giapponesi o “infedeli”, allora si va incontro a disastri. Lo ha già scritto Giuseppe Flavio. E la Storia lo ha dimostrato ad abundantiam.
    Buon Shabbat.
    pino nicotri

  19. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    al contrario, caro cerbero, sembrava dai suoi posts che dovessi avere io il SUO permesso per scrivere cio’ che mi pareva, e che dovressi sgombrare quando lei aveva altro da fare…Un atteggiamento che non posso non trovare infantile e patetico, tipo il ragazzino bulletto che sceglie chi debba o non debba giocare a pallone sullo spiazzo quel giorno…

    Ci ha azzeccato comunque su di un punto: ho una vita faticosa. Ma di certo non monto in cattedra: gliela lascio volentieri, se la tenga cara cara

    Peter

  20. Vox
    Vox says:

    “… a un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire l’ultima speranza”.
    LEONARDO SCIASCIA

  21. Shalom: altro che le cagate di Radolf
    Shalom: altro che le cagate di Radolf says:

    Uno sguardo al quartiere ebreo ultra-ortodosso di Mea Shearim a Gerusalemme lascia intravedere le divisioni nella società israeliana.

    Appena dieci minuti a piedi dalla Città Vecchia e dal centro di Gerusalemme c’è un quartiere che sembra sia rimasto incontaminato dalla vita moderna. Le facciate degli edifici sono vecchie e sporche. Le strade sono strette come vicoli, piene di uomini e donne vestiti di nero. Appaiono tesi mentre si affrettano, ignorando chiunque sembri alieno alla comunità.
    I muri della cittadina ricordano ai turisti che non sono i benvenuti. I cartelli all’entrata del quartiere dicono: “I gruppi che passano attraverso il nostro quartiere offendono gravemente i residenti. Si prega di porvi fine”. O ancora, “Si prega di non disturbare la santità del nostro quartiere e del nostro stile di vita di ebrei profondamente devoti a Dio e alla sua Torah”. Ci sono inoltre cartelli che descrivono come dovrebbe essere il modesto abbigliamento per donne e ragazze: maglia chiusa a maniche lunghe, gonna lunga; niente pantaloni o capi attillati.
    Mea Shearim è il quartiere ebraico più antico fuori dalle mura della Città Vecchia di Gerusalemme. È stato costruito nel 1874 da cento persone che riuscirono ad unire le proprie risorse per comprare un pezzo di terra in un’area non igienizzata, infestata dalla peste ed abitata solo da animali. Un architetto tedesco e due muratori — un ebreo residente a Gerusalemme e un cristiano di Betlemme — innalzarono le prime cento abitazioni. Oggi, Mea Shearim è un ghetto per ebrei ortodossi e ultra-ortodossi, nel cuore della decisamente europea Gerusalemme Ovest.
    A Gerusalemme Ovest, i giovedì sera segnano un divertente inizio del weekend — le famiglie e le coppie escono a mangiare nei ristoranti e i giovani assaltano i bar. Ma a Mea Shearim sembra che nessuno abbia voglia di una passeggiata; le persone camminano in direzioni ben precise e pare che non abbiano molto tempo. Gli uomini non guardano le donne e tutti guardano in basso quando si avvicina loro qualcuno che non è del posto. E in una comunità omogenea come questa, non è difficile individuare i turisti.

    Camminando lungo la strada commerciale principale si sente parlare inglese, francese, ebraico, yiddish e persino spagnolo. Alcuni degli attuali residenti sono arrivati nel corso degli ultimi anni ed altri, i più ortodossi e i membri di un piccolo gruppo anti-sionista, si rifiutano di parlare ebraico. Non riconoscono lo Stato d’Israele e, così, non riconoscono la sua lingua ufficiale. Non sono la maggioranza, ma lasciano il segno. Guardando più da vicino e ad alcuni angoli, si notano piccoli cartelli che richiamano al riconoscimento della città di Gerusalemme come capitale indivisibile della Palestina.
    A differenza di altri quartieri di Gerusalemme e d’Israele, Mea Shearim non espone le bandiere israeliane sulle finestre o sulle porte. Il simbolo che contrassegna il quartiere è il giudaismo, non il nazionalismo. Le librerie sono completamente devote alla religione. Sono disponibili artigianato ebraico e cibo kosher. I negozi d’abbigliamento offrono una ristretta varietà, la maggior parte dei vestiti sono neri ed hanno lo stesso aspetto.

    Molti dei residenti di Mea Shearim rifiutano la tecnologia moderna, così ricorrono alla tipografia. Su ogni palazzo, cartelli bianchi con lettere ebraiche in nero invitano gli abitanti a matrimoni ed incontri, e annunciano la morte dei membri della comunità. I cartelli avvisano i residenti sui cambiamenti nel quartiere e su altri eventi sociali.
    Mea Shearim non è solo un luogo pittoresco. Rappresenta la crescente e visibile divisione esistente tra le comunità ebraiche ortodosse e il resto della società israeliana. Rappresenta anche le divisioni all’interno della stessa comunità ortodossa — mentre alcuni degli abitanti di Mea Shearim non sono o sono anti-sionisti, molti degli ebrei ortodossi di Israele sono nazionalisti religiosi.

    Oggigiorno, il gruppo ortodosso è il più grande settore in crescita demografica del Paese. Hanno poco in comune con l’immagine di una nazione moderna e occidentale che Israele tenta di esportare. Poiché i gruppi ortodossi stanno diventando sempre più visibili e godono di più potere politico, chiedono dei cambiamenti al di fuori delle mura e dei confini dei loro quartieri e delle loro comunità. Il messaggio è lo stesso lasciato dal cartello a Mea Shearim: “Si prega di non disturbare il nostro stile di vita di ebrei profondamente devoti a Dio e alla Torah”.

  22. Shalom: altro che i Ragliolfi
    Shalom: altro che i Ragliolfi says:

    Haaretz: il sionismo obbligatorio di Netanyahu e di Im Tirtzu nelle università
    Sintesi personale Il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva sostenuto per anni che le istituzioni accademiche in Israele sono influenzate dai pregiudizi della sinistra ,determinando un pensiero unico negli studenti Ora il suo governo ,con l’assistenza di organizzazioni esterne come Im Tirtzu e l’Istituto per le strategie sioniste, sta lanciato una campagna mediatica per reprimere coloro che Netanyahu descrive come “un nucleo radicale in mezzo a noi. “Il fine è quello di limitare la libertà di espressione e mettere da parte i sostenitori della sinistra nei dipartimenti di scienze sociali dell’università. Gideon Sa’ar, ministro dell’Istruzione e presidente del Consiglio per l’istruzione superiore, in una seduta alla Knesset ha parlato di un nuovo codice etico per gli istituti di istruzione superiore e ha richiesto che il supporto per il boicottaggio accademico ,da parte dei docenti universitari, sia definito come una violazione della libertà accademica. Visto lo spirito del dibattito si presuppone che il codice etico punti ad insegnare il sionismo secondo il punto di vista di Netanyahu e l’interpretazione di Im Tirtzu ,in sintesi a limitare la libertà dei ricercatori e dei docenti di criticare la politica del governo.Sa’ar probabilmente minaccerà di non finanziare più i dipartimenti che non rigano dritto. I docenti universitari hanno criticato tale idea e hanno avvertito che se un ente pubblico ,guidato da un politico , fisserà i limiti della libertà di espressione e di ricerca, ciò segnerà la distruzione dell’istruzione superiore.Invece di difendere il mondo accademico da forze che cercano di eliminarla, Sa’ar si fa portavoce della Likud e delle aspettative del primo ministro, che vuole trasformare l’Università in un ramo difesa del governo. Chiunque abbia a cuore il futuro dell’istruzione superiore e della scienza deve protestare contro l’introduzione di un codice etico.

  23. Shalom: leggere gli israeliani decenti
    Shalom: leggere gli israeliani decenti says:

    http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/2011/12/01/israel-and-iran-why-war/

    Israel and Iran: Why War?

    All I can say to you readers is: I hope you don’t get sick of this. I don’t know how you could, but it’s possible some of you would prefer to be ogling Lady Gaga’s latest outfit.

    The drama playing itself out in the Middle East and other capitals around the world is endlessly fascinating. It’s almost like a miniature version of the lineup of world powers that faced off shortly before World War I. Though I don’t mean to imply that we’re facing the next world war. I do mean that the intrigue of this showdown between Iran and the west in general, and Iran and Israel in particular is riveting. There is so much blood, conniving, and spookery, it as good or better than a John le Carre spy thriller.

    The post I’m writing tonight was inspired by a conversation I had earlier this evening with Avner Cohen, perhaps the world’s leading academic expert on Israel’s nuclear program. I’m going to weave together Avner’s ideas with my own, so the ones he agrees with shall be his own, and ones he doesn’t (if there are any) shall be mine.

    A questions that always hovers over this debate for me is: why would Israel, in this day and age of savage advanced weaponry, play Russian roulette with Iran? Why are Israeli leaders ready to go to war? After all, the stakes are incredibly high. Thousands, if not more will die on both sides. The benefits to Israel appear marginal compared to the risks. Just why is this so damn important?

    Avner offered me some interesting insights (he’s just published this op-ed in today’s Haaretz). Bibi and Barak have different, but overlapping motivations. For Bibi, Israel’s nuclear arsenal gives it the ultimate veto power over demands placed on it by the U.S. and the world. For the Likud and the Israeli far-right the biggest threat to their vision of Israel isn’t the Palestinians, whose power to change the map are minimal. Rather it is the outside world, who they believe could attempt in the future to impose an arrangement on Israel that was against their interests or principles. With a nuclear capacity, Israel can afford to say, simply, No.

    For Barak, the considerations are different. It has always been critical in the defense minister’s view for Israel to have decisive military superiority in the region. With a nuclear advantage he has this in spades. WMD gives Israel the ability to maintain its regional interests. It throws just enough of the fear of god into other players that they must tiptoe where Israel’s interests are concerned. Were Israel to lose this advantage, its room for tactical maneuvering would be far more limited. Once Iran or another country in the region gets the bomb, Israel is no longer the top dog of the Middle East. It becomes merely one among equals, or perhaps even an also ran. Then Israel can get pushed around either by frontline states or world powers. Its sphere of interest will diminish considerably and it may even be forced to make concessions or compromises against its will.

    Seeing the possibility that Iran will gain a nuclear capability and the ill that it could bring Israel, Barak is sorely tempted to do whatever he can to delay that day. For him, Iran with a bomb is not just a threat in and of itself, it marks the end of 60 years of Israeli dominance of Middle East realpolitik. It’s a fate the defense minister is prepared to do everything in his power to avoid–including war, if necessary. And he must do this while Israel still has the advantage. After Iran gets the bomb the region will be different, and it won’t be nearly as much fun for the generals and spymasters who’ve been used to having broad leeway and deference from their neighbors.

    Avner also offered me a fascinating insight into how the warning flares of an Israeli attack first went up around six weeks ago. They began with reports in multiple Israeli newspapers, virtually at the same time that Bibi and Barak were prepared to go to war imminently. The language used was so dire, the pleading of the columnists so woeful, anyone with eyes in their head could see that these otherwise sober, even cynical reporters were begging the world to stop Israel before it was too late.

    What was the spur for this, what convinced journalists that we were in a make or break moment? Cohen tells me he understands that something very specific happened during this period. He’s not sure what it was, but it clearly took the form either of the successful test of a new weapons system or technological capability; or perhaps the completion of a major training exercise/drill connected to an Iran attack. Here is how Haaretz, in a November 4th article by Yossi Verter, alluded to the same phenomenon:

    Why did the public-media discussion [regarding an Iran attack] break out in such intensity in the past week? According to several discreet independent sources, in the last two to three weeks something happened, some sort of development in the political-security arena which pointed out to those in the know that the level of preparation for an attack had risen by a significant step. The various sources don’t disagree on the importance of the development, only on when it occurred.

    Whatever the specific event, it was some sort of milestone that Israel needed to pass in order to offer certainty that the attack was guaranteed success (at least in Israel’s eyes, if not those of the rest of us who are doubtful). Once it was completed, Israel was ready for war.

    I ran this scenario by my own Israeli source who confirmed the general outlines but would not go into particulars because it is “very sensitive.” If you add to this the fact that the same source has told me that there are many more “surprises” in store for the Iranians in the future, I come to believe that Israel has been spending massively to prepare multiple types of cyberattacks and advanced weapon systems which will amplify the impact of their strike. In his own pro-Israel ‘kid in a candy store’ sort of way, Eli Lake wrote exuberantly of such prospects recently.

    Remember the $300-million that George Bush gave Meir Dagan around 2007? Where do you think it’s being spent? In mounting a massive campaign to develop cyberwarfare skills (of which Stuxnet is only the tip of the iceberg), in subsidizing the Mossad to the tune of tens of millions, and its MEK collaborators to the likely tune of millions for their spying and sabotage missions inside Iran among others. Where do you think the hundreds of thousands of dollars MEK is spending to lobby for its removal from the Treasury Department’s terror list comes from? How ’bout the black ops program which caused the Nov. 12th missile base explosion and the Isfahan blast and assassinations of three nuclear scientists? All paid for by Bush and implemented by Israel through its spy agencies.

    Yossi Melman with his typical touch of Israeli braggadocio, confirms as much (Hebrew) in today’s Haaretz, in which he recites the litany of suspected terror attacks by Israel against Iran, ending with this:

    It’s clear that the damage caused by these types of operations required great sophistication and financial and technological resources in the form of field agents and intelligence that was timely and precise.

    Where I profoundly disagree with him and all the other Israeli spooks who brag and crow about these achievements, is that it will have any sort of long-term impact on Iran, its possible WMD development, or the region. Here’s an example of what I find objectionable in this approach:

    Even if the CIA and Mossad are not involved in these operations, the very hints which allude to their involvement serve the purposes of western intelligence services. They create an image of them as omnipotent and intensify the fears of the Iranian leadership. In the lingo of intelligence this is known as psychological warfare.

    I’ve got news for Melman. It ain’t gonna work. Meir Dagan may have ice water running through his veins, but his Iranian counterpart is no less steely. The rhetoric above is precisely what is wrong about the Israeli attitude and psychological profile. There’s a sort of swagger in the step, and self-confidence bordering on pathology. Whatever we do is gonna work. Whatever we say is going to throw the fear of God into ‘em. But it doesn’t work that way anymore. Israel is no-doubt powerful, it may even win the battle if it strikes Iran. But as sure as the sun will rise tomorrow, Israel will lose the war.

    In fact, another interesting part of my conversation with Avner Cohen involved a discussion of the aftermath of such an attack. He believes that the world will be so disturbed by the outcome that there will be an outcry for a Middle East nuclear free zone. Though Barak believes he can finesse his way out of such a development, the Israeli scholar believes there will be overwhelming international support for one. The numbers of dead on both sides, the devastation to city and countryside, all will be so severe that nothing less than ridding the region of WMD will have to be the result. It will be the price the world will expect and demand from both Israel and Iran.

    I’m not sure I agree. Avner may be more of an optimist on this score than I. Of course, if something as disastrous as a war has to happen it would be redemptive for some good to come out of it as the declaration of the United Nations emerged from the ashes of World War II. But I’m not as sanguine that the world can be unified enough to make such a thing happen.

    Now a word about the MEK, those darlings of the Beltway political punditocracy. Yossi Melman confirms the critical role it plays in fomenting terror and instability inside Iran:

    With all due respect to the great efforts invested by western intelligence agencies–and we’re speaking here of operational coordination whose like may never have been seen before–it’s hard to imagine that such operations could’ve succeeded without internal support [within Iran]. That is, without the support of individuals, groups and organizations opposed to the regime and prepared to aid in these acts of sabotage [or “terror”].

    Melman continues droning on about the dissatisfaction brewing within the country among ethnic minorities so angered by the regime that they’d be willing to rise up against it, engage in massive terror attacks, and overthrow it. It’s precisely such delusions and utter ignorance about the actual internal dynamics of Iran that breed the types of monomaniacal Israeli policies I’ve been discussing here.

  24. Shalom: della guerra all'Iran ne parlano eccome!
    Shalom: della guerra all'Iran ne parlano eccome! says:

    http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/tag/iran-attack/

    ‘iran-attack’
    Dagan’s First TV Interview
    Friday, December 2nd, 2011

    Ilana Dayan has the first interview former Mossad director Meir Dagan has ever given to Israeli TV. For many Israelis, it must be a bit like hearing Marcel Marceau speak the first word of his career, as Dagan has a reputation for being exceedingly laconic and unwilling to speak publicly or to the press. He’s changed his view over the past year since he’s left the agency and faced the very real prospect of an Israeli war against Iran.

    Dayan is a superb interviewer who both brings out the best in her interviewees by being sympathetic to them, but also by challenging them in a dramatic fashion. For example, at one point she says to him: Barak says we have to act within the next nine months or Iran will have the bomb. You say we have till 2015. What if you are wrong? What if we wait as you suggest and they get the bomb and the Jewish people face a Holocaust? We will then have a situation we never experienced, in which we will face a nation of madmen with a nuclear weapon.

    Dagan’s reply is quite interesting. He disagrees with her and says: Iran acts as a rational state. It takes into account the implications of its actions [and those of others]. Therefore, it’s not in a mad dash to get a nuclear weapon. Dayan responds: are you telling me that Ahmadinejad is a rational man [in Hebrew, she calls him a “rational goy” which is an odd, slightly racist locution]? Dagan answers: I think he is a sophisticated individual, but his audience is not an Israeli or western one. The Iranians are sophisticated, quite wise, and we should not make the mistake of dismissing them.

    He says that for Israel enter into a regional war with its eyes open, this [going to war] should be necessary only if we are attacked or the sword is “beginning to cut the meat off living flesh.” To Dayan’s question whether or not Israel can successfully fight a war against Iran, Hezbollah, Hamas and Syria, he concedes that it could. But he adds: what will happen the day after? We have to think about the high price we will have to pay for this victory. To Barak’s foolhardy claims that there will be no more than 500 Israeli dead after such an attack, Dagan responds that the level of destruction, of paralysis of normal life in Israel, the ability to conduct an orderly society for any length of time, the price we will pay in human lives [lost] will be higher.

    Dagan fought in the 1973 War and its impact is seared into his consciousness. He remembers Israel’s leaders who told their soldiers there would not be a war. And they were wrong. Dead wrong. The cost in human life was enormous. This is what leads Dagan to tell Israel today that its leaders are not immune from making fatal mistakes.

    There is also a great deal of discussion of the veteran Israeli spymaster’s philosophical approach to war. Given how much blood Dagan has shed himself and ordered others to shed, it may be hard to believe that he has a conscience about it, that he regrets it and hates war with every fiber of his body. But I came away from this interview being impressed with the man, that while he has chosen a path I would never choose, that he has made a good faith effort to discharge his task honorably, or as honorably as possible under the circumstances.

    At the end, Dayan asks him whether if it were possible for him to erase all memories of war from his consciousness, both the good and the bad, would he do it? He answers: very willingly. Given the level of self-deception and outright lying of which most politicians are capable these days, it’s easy to say that Dagan is posturing for the camera or angling for a political career. But I felt him to be genuine, a real, complicated, tormented, conflicted human being. Someone real, unlike the charlatans and schemers who he advised and who now face the decision of whether to go to war against Iran.

  25. Peter
    Peter says:

    Sciascia, mentre scriveva il cavaliere e la morte, era malato di mieloma multiplo, e comunque non mori’ suicida, con assistenza o da solo. Che riposi in pace.

    Ho letto l’articolo di G. Chiesa indicato da Vox (bene, solo il link, e l’articolo segnalato, una tantum, e’ breve…). Dubito che il sig. Magri non abbia lasciato un messaggio, che lo volesse o no.
    La scelta del modo in cui se ne e’, purtroppo, andato, e’ di per se’ un atto politico, specie nel contesto attuale.
    Io non esprimo alcun giudizio personale sul suo suicidio in se’, mi pare di averlo ripetuto in tutte le salse.

    Peter

  26. Vox
    Vox says:

    BY WAY OF DECEPTION THOU SHALL DO WAR
    IN MODO INGANNEVOLE FARAI LA GUERRA
    (Il motto del Mossad)

    Sembra che, ancora una volta, Israele abbia deciso di restare fedele al principio di cui sopra. Dopo la seconda esplosione in Iran, stavolta nella citta’ di Isfahan (la precedente, avvenuta la scorsa settimana in un centro di armamenti, ha ucciso 20 militari e distrutto una gran quantita’ di armi) e dopo il rapimento e l’assassinio di alcuni tra i maggiori scienziati iraniani, esperti del nucleare, a voler vederre le cose nell’ottica del cui prodest, il sospetto di un coinvolgimento di Israele aumenta sempre di piu’.

    Rendendosi conto di non avere molte possibilita’ in uno scontro armato diretto (l’Iran e’ il paese piu’ forte del Medioriente), al quale, per altro, c’e’ una strenua opposizione sia al Pentagono che a tel Aviv (e col rischio di una guerra che veda coinvolta la Russia) ecco che si punta a una guerra “coperta”, ambigua, fatta di attentati ai punti strategici, ai centri militari, ai laboratori e alle centrali nucleari (civili). E questo non e’ altro che terrorismo. Terrorismo portato avanti da uno stato contro un altro stato. Terrorismo in puro stile Mossad.

    http://www.theaustralian.com.au/news/world/all-eyes-on-israel-after-second-iranian-blast/story-e6frg6so-1226212700988

    All Eyes on Israel After Second Iranian Blast

    CLOUDS of smoke billowed above the city of Isfahan – evidence that the latest strike against Iran’s alleged nuclear weapons program had hit its target.

    The second blast in as many weeks at an atomic or missile facility has sparked Iranian denials and claims of accidents, but a new phase in efforts to destroy its nuclear ambitions is said to be under way.

    “Instead of overt action you have covert action. This is the new battlefront — this is a new kind of war,” an Israeli defence official said.

    The Israeli Defence Minister, in a radio interview yesterday, did little to dampen speculation that it had a role in the blast at Isfahan, located in central Iran, and an explosion at a missile base west of Tehran.

    Ehud Barak, acknowledging that Israel stood to benefit most from disruption to the nuclear program…

  27. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara sylvi,
    ..io personalmente trovo osceno…quel gruppetto…
    Molto brava, ma presumo che tu sappia che io trovo oscene altre cose…e mi sembra di averlo detto in altro post..

    Bravina…6-!

    Questioni di sostanziali difformità di vedute, che rendono interessante il Blog….ma che nella sostanza, non mutano il mio sostanziale ritenere osceno il moralismo interessato e l’ipocrisia di fondo di certe affermazioni!!
    Peccati mortali e questioni di gusto o “disgusto”, come si dice in letteratura ed in sentimento !

    buona giornata !

    cc

  28. Anita
    Anita says:

    x Rodolfo -#161-

    Caro Rodolfo,

    mentre non metto in dubbio che gli incidenti in Iran non succedano cosi’ per caso, e’ vero che vivere in Israele e’ come vivere ai piedi di un vulcano.

    Qui negli US ci sono sempre spots in TV con richieste di cibo e di aiuti, nel passato erano solo appelli per molti anziani abbandonati in Siberia, ammalati, soli e senza il necessario, ma adesso ci sono appelli per la popolazione in generale in Israele, manca cibo e soldi per comprare, mancano medici e medicinali…le risorse vengono spese per la loro difesa.

    I missili piovono giornalmente, ora anche dal Libano.

    Non credo che sia tutta propaganda, diversi che si erano stabiliti in Israele per passare i loro anni d’oro, ritornano desolati, trovavanano la vita giornaliera troppo difficile…sono sempre sotto allarme e manca il necessario, lunghe file.

    Saluti,
    Anita

  29. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    a parte il fatto che con 6- ai miei tempi si andava a ottobre…

    “moralismo interessato”…”ipocrisia”? e perchè di grazia?
    Non ho giudicato Magri…lungi da me…
    ma il “contesto” che ho letto su Repubblica? con divani bianchi, vermuttini con oliva ecc. ecc…
    non credi che gli ipocriti fossero loro???

    Qualche anno fa, dopo molte sofferenze, è morto lo zio più giovane di mio marito…era molto simpatico e ironico.
    Al funerale eravamo una folla di parenti e il figlio ci disse che suo padre aveva preteso in punto di morte che tutti i parenti andassero a cena in suo onore e lo ricordassero così
    …aveva prenotato nel miglior hotel di Udine che gli sarà costato una barcata di soldi!
    Era stato un gran lavoratore, un imprenditore illuminato, aveva avuto molti dolori, molte delusioni …ma non aveva mai mollato.
    Aveva avuto il coraggio di vivere…ci diede un esempio di forza.

    Lo abbiamo ricordato fra un antipasto, un bicchiere di vino e una risata di ricordi…
    Abbiamo ammirato il suo coraggio nel vivere e nel morire.
    Ipocriti???

    Quanto al moralismo interessato…non hai visto tu invece un amoralismo deprimente in questa vicenda???
    Quale esempio di vita e di eredità di affetti per i nipoti???

    Aggiungo un’ultima cosa: io penso che quando si diventa madri e padri si perde il pieno possesso della propria vita, non possiamo più disporne a piacimento.
    Abbiamo dei doveri di “immagine” verso figli e nipoti. E di lasciare un esempio.
    Questi sì irreversibili! Altrochè se mi capisci!!!

    Al di là dell’umana pietà verso chi non ce la fa.

    Sylvi

  30. Anita
    Anita says:

    x Silvi

    “Aggiungo un’ultima cosa: io penso che quando si diventa madri e padri si perde il pieno possesso della propria vita, non possiamo più disporne a piacimento.
    Abbiamo dei doveri di “immagine” verso figli e nipoti. E di lasciare un esempio.”

    Ottimo, quando una persona decide di suicidarsi, assistito o meno, e senza motivi fisici che rendono la vita impossibile, lascia la famiglia con un senso di colpa, per sempre si chiederanno il perche’.

    Del resto non parleremmo del signor Magri se fosse morto di cause naturali…ci sarebbe un obituario e basta.

    Ciao,
    Anita

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Sylvi { 30.11.11 alle 14:33 } … i medici si arrogano il diritto di CURARE, fin che ciò è possibile…cioè di rispettare il giuramento di Ippocrate. Senza accanimenti… Sulla sacralità della vita umana ho trovato spesso più radicali i medici geriatri
    Sylvi { 03.12.11 alle 11:01 } trovo un bel po’ di confusione , (voluta?) fra suicidio e eutanasia che presuppone, quest’ultima, l’aiuto di terzi.
    Si potrebbe, forse si dovrebbe, rispettare la volontà di chi vuol finirla con la vita. Ma chiedere alla società, alle strutture mediche di mettere in pratica i miei desiderata cambia completamente la questione. …. dicevo, per la società la vita, tutta, deve essere sempre Sacra. Ma l’eutanasia dovrebbe essere impedita a tutti i costi; non a chi vuol ricorrervi ma a chi la pratica, ai medici… Se non c’è il medico, … nessuno vi ricorre. NO, il divieto all’eutanasia deve essere un paletto insormontabile! …Magri poteva fare come Monicelli, come Primo Levi
    ————————————————-
    Cara Silvy,
    metto insieme questi due messaggi, forse impropriamente.

    Trovo il primo abbastanza oscuro. Personalmente sono del parere che ogni forma di accanimento terapeutico – praticato sempre e solo da medici cattolici, talvolta in modo particolarmente indegno – sia un modo per violare la volontà del paziente.
    Per altro i medici non hanno affetto il diritto di curare, hanno invece l’obbligo di farlo se e quando venisse loro fatta richiesta (o quando, in caso di incoscienza, si suppone che la richiesta verrebbe fatta).
    Quindi questo suo sul diritto di curare mi sembra un vero e proprio lapsus che spiega bene la cultura di fondo dei cattolici, per i quali quel che conta è quel che la Chiesa dice, volta per volta naturalmente, che mai la Chiesa ha detto sempre la stessa cosa su alcunché, cosa di per sé alquanto curiosa per chi dice di parlare a nome di Dio.

    Il suo secondo messaggio non riesce comunque a fare a meno– anche lei!- di dover dire agli altri quel che devono fare, cosa che, per un suicida o aspirante tale, mi sembra veramente il massimo!
    Tuttavia sono d’accordo con il tema che lei propone: altro è il mio diritto di morire altro è pretendere che qualcuno metta in atto la mia decisione. Per quanto io consideri con grande fastidio la cosiddetta obiezione di coscienza almeno per come viene praticata in Italia [i medici non possono non ottemperare ad una legittima richiesta di un paziente, se non se la sentono diano le dimissioni e vadano a lavorare negli ospedali cattolici], credo che nessuno potrebbe costringere un medico a togliere la vita ad una persona (e de facto credo che nessuno l’abbia mai fatto ad eccezione, naturalmente, dei reparti alpini nella II GM, come lei c’insegna).
    Tuttavia mi sembra che non si possa sic et simpliciter abolire il diritto di morire di chi non può o non ha il coraggio di farlo. A differenza di quel che lei dice queste situazioni non riguardano solo i medici ma molto più spesso i parenti (un caso a Bologna proprio ieri). Le posso assicurare che anche granitiche convinzioni sull’illiceità dell’eutanasia in certi momenti diventano molto meno granitiche.
    Il suo discorso sulla sacralità della vita mi lascia francamente indifferente. In occidente non c’è uno sola organizzazione che abbia sempre e coerentemente difeso questo principio, e la Chiesa meno di ogni altra (basti pensare alle benedizioni degli stendardi fascisti, franchisti, nazisti ed ustascia ancora fino a pochi anni fa).
    La vita è sacra sempre e solo a parole, e di solito chi lo dice non l’ha mai veramente rispettata. Però è vero che la società non può fornire obbligatoriamente un servizio di questo genere a nessuno.
    Tuttavia non è detto che non si possano trovare dei volontari, ed in tal caso il giudizio dovrebbe essere assai prudente. Poniamo il caso di una persona non più giovanissima, ammalata di un male incurabile, ormai in stato preagonico (che può durare giorni e giorni) che non sopporta più un dolore atroce che dura da mesi e mesi. Come potrebbe decidere di togliersi la vita da sola? Soprattutto con quali strumenti? Sarebbe proprio così criminale farla dormire per sempre? Sì certo lei ha i suoi principi, che per una volta non discuto, ma a volte i principi contano assai poco, ci sono altre cose che contano di più. Non voglio scomodare l’Antigone ma se ci sono situazioni di fronte alle quali i diritti individuali si devono fermare, ce ne sono anche altre che esulano dai diritti e dalle leggi della collettività.
    Io credo che queste cose debbano essere esaustivamente (ancorchè laicamente, perché ascoltare i portavoce del cardinal Bagnasco proprio non mi interessa) discusse ma poi dovrebbero esser decise con molto rispetto, molta tolleranza e, magari anche, con un po’ di silenzio. I diritti e le campagne “politiche” – salvo quello inalienabile, di poter scegliere se vivere o morire – qui non c’entrano molto.
    Un cordiale saluto U.

  32. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    sto aspettando che mio figlio mi invii sulla mia posta una email che
    appena posso rivolgerò a te: mio nipote che canta ” bravo il falegname” in preparazione della recitina di Natale.
    Momentaneamente non posso aprire la posta, devo attendere.

    Giornata grigia e piovosa, da stare in casa davanti al caminetto.
    La prossima settimana andremo in Austria qualche giorno a vedere i mercatini di Natale.
    Vorremmo andare a Linz che ha i più belli, ma è abbastanza lontano; probabilmente ci fermeremo a Salisburgo.
    Sono molto belli…il trionfo del legno lavorato.

    ciao
    Sylvi

  33. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 03.12.11 alle 14:51 } Aggiungo un’ultima cosa: io penso che quando si diventa madri e padri si perde il pieno possesso della propria vita, non possiamo più disporne a piacimento.
    Abbiamo dei doveri di “immagine” verso figli e nipoti. E di lasciare un esempio.
    ——————————-
    Una breve nota: chi decide di uccidersi non sente assolutamente più questi argomenti,validi o meno che siano. E personalmente li condivido almeno nella sostanza.
    Un saluto U.

  34. sylvi
    sylvi says:

    …credo che nessuno potrebbe costringere un medico a togliere la vita ad una persona (e de facto credo che nessuno l’abbia mai fatto ad eccezione, naturalmente, dei reparti alpini nella II GM, come lei c’insegna). Uroburo

    caro Uroburo,
    questa non l’ho proprio capita …a cosa si riferisce esattamente?

    Sì, ha ragione, il medico ha l’obbligo di curare anche se non richiesto.
    Qui la Chiesa non c’entra proprio, e non pensavo ai dettami della Chiesa, mentre scrivevo.
    Frequento regolarmente medici, agnostici o atei, nessuno che abbia giustificato il suicidio assistito.
    E tantomeno un medico dichiararsi disponibile a dare la morte…è una contraddizione in termini.
    Questo dal punto di vista deontologico, legale e professionale.
    Lei parla poi di situazioni contingenti…e qui, è vero, siamo in territorio minato…ho vissuto sulla porta di casa la vicenda Englaro con tutte le coreografie , anche queste oscene, ideologiche.
    Qualcosa ho imparato! Se non altro la difficoltà a scegliere.
    E la stupidità dell’intolleranza.

    Per quel che riguarda i malati terminali…ho avuto mia madre, gli ultimi giorni piena di morfina perchè non soffrisse… e non soffriva…anzi negli sprazzi è riuscita a darci lei conforto …è morta nel suo letto, cincondata da affetti , in maniera dignitosa e serena.

    Io credo che entro pochi paletti indiscutibili, poi si debba fare spazio alla scienza, alla coscienza , alla sensibilità e alla disponibilità verso chi soffre.
    Ma i paletti ci devono essere…e li deve mettere uno Stato laico riferendosi a valori etici e morali e civili che possono essere anche, ma non solo, alcuni dettami delle religioni.

    saluti
    Sylvi

  35. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    la sua nota la ritengo una affermazione di sommo egoismo che non nasce improvvisamente, ma è un atteggiamento che ha permeato tutta la vita di un individuo.

    E allora …che dire…anaffettività? asocialità?…ci metta tutte le a…che vuole.
    -Sol chi non lascia eredità d’affetti
    poca gioia ha dell’urna…. dai Sepolcri

    Sylvi

  36. Peter
    Peter says:

    oggi sto a casa col raffreddore, quindi dovete sopportarmi per un po’…
    Sono fondamentalmente d’accordo con Sylvi su parecchie cose, salvo la sacralita’ della vita che e’ un concetto per me troppo astratto. Tuttavia e’ vero che gia’ Ippocrate condannava la pratica dell’eutanasia (a dire il vero anche l’aborto), e lo faceva nel V secolo AC, mi pare, quando cioe’ di cure e provvidenze terapeutiche ve ne erano pochissime e scarsamente efficaci.
    Sylvi ha anche ragione che eutanasia medica e suicidio assistito sono due cose diverse. Uroburo fa confusione, invoca l’esempio di un malato terminale in preda all’agonia come possibile giustificazione della pratica del suicidio assistito.
    Orbene, in Italia non so (o forse lo so…), ma altrove i malati terminali non muoiono in preda ad atroci sofferenze. Vi sono i mezzi, costosi ma ancora disponibili a tutti, per avvolgere i malati terminali in un bozzolo di quasi-insensibilita’ al dolore, senza obnubilare del tutto la coscienza. Molti apprezzano quei momenti finali, quando si vive praticamente ora per ora, con parenti ed amici attorno. Vorrei anche far notare, che a soffrire alla vista di un malato terminale siamo prima di tutti NOI, voi, tutti. E’ una vista scomoda, atroce, terribile. Ci ricorda che siamo tutti senza difesa, alla fine. Allora puo’ subentrare un falso senso di pieta’, che e’ prima di tutto pieta’ per noi stessi…’Tanto vale che….’.
    Anni fa mi trovavo al capezzale di una persona intima che moriva. Non ricordo come ed in che termini, ma gli chiesi se avesse paura e se soffrisse troppo. Mi rispose secco, non ho dolore, questa roba funziona benissimo. Ed a avere paura sei tu. Se ti pesa tanto stare qui, vattene. -Una lezione che non ho mai scordato.

    Il suicidio assistito, per giunta in una clinica a scopo di lucro, di gente che ‘sta’ bene’ almeno fisicamente e’ un’aberrazione, secondo me. Mettetela come volete, io rimarro’ sempre di quell’avviso

    Peter

  37. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Sulla pratica medica, dobbiamo intenderci sui termini, il che e’ molto difficile. E’ molto piu’ facile in inglese, i medici hanno ‘duty of care’, che pero’ significa solo fare cio’ che rientra nell’interesse del paziente, non il dovere di prestare cure specifiche di questo o quel genere. In sostanza, puo’ essere nel migliore interesse di un paziente il non fare NIENTE, anche se , per quanto ne so, delle terapie palliative vengono sempre date.
    Se un paziente e’ incapacitato, mi pare che la decisione su cosa sia il suo migliore interesse sia presa da due medici indipendenti.
    Noti che se , chiunque, rifiuta terapie anche di importanza vitale, ed e’ compos mentis, la sua decisione viene sempre rispettata alla lettera.

    Un caro saluto

    con stima

    Peter

  38. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    La mia limitata esperienza e’ che chi in buona salute commette un suicidio violento, o come nel caso del signor Magri un suicidio pubblico, lo fa to ‘make a statement’ = per rilasciare una dichiarazione.

    Il mio caro amico Robert e compagno di tennis si e’ immolato sotto il treno vicino a casa sua, treno da Boston MA a Groton Ct. proprio in una semi curva dove il treno non lo poteva evitare…. Carriera invidiabile, un bel uomo di 60 anni.

    La figlia della mia amica e vicina, in ottima salute, si e’ impiccata nello scantinato della sua casa, da un altezza di solo circa 150 cm. o meno
    Lasciando l’unica figlia dodicenne, il padre abitava di fronte ed entro’ in casa e vide la luce accesa nello scantinato…il resto e’ ovvio.
    Sposata, insegnante di piano, cattolica praticante, benestante…ci stiamo ancora chiedendo cosa l’abbia potuta spingere ad un atto simile.

    Lo scorso anno il mio nuovo handiman, sparito dalla circolazione, 42enne, mi ci vollero due mesi per sapere via un vicino detective che fine aveva fatto.
    Il motivo, un divorzio in-amichevole….

    A mio ed a nostro parere questi suicidi, i metodi, sono stati per lasciare un ricordo indelebile a persone che ritenevano responsabili.

    Un saluto,
    Anita

  39. Anita
    Anita says:

    x Peter -#190-

    Anche da noi e’ cosi’, la decisione e’ del paziente o chi per lui/lei.

    Include discussioni col medico curante,” Living Will”, testamento, documenti, e basta un biglietto o una nota sulla patente di guida con DNR. “Do Not Resuscitate”.

    Chi vuole prolungare fino all’ultimo e’ libero di farlo…almeno lo era prima di Obama’s health care.

    Anita

  40. Peter
    Peter says:

    x Anita

    qui non c’e’ un vero ‘chi per lui’, salvo forse, in casi estremi, i tribunali. Le advance directories ci sono anche qui. I parenti non hanno reale voce in capitolo per persone incapacitate, la legge non gliela da’. Puoi immaginare che i parenti possono avere opinioni discordanti, e per interessi non sempre trasparenti…
    Nessuno puo’ essere soppresso-legalmente- in ambito medico terminale, a differenza di altri paesi europei come Olanda ed altri che tu hai indicato. Mi stupisce che sia legale in alcuni stati USA.
    Tuttavia e’ lecita la teoria del doppio effetto, che tu certo conosci

    I suicidi: treni ed impiccamenti sono le modalita’ qui piu’ diffuse.
    Qui quel mattacchione di J. Clarkson ha fatto commenti strani sui suicidi sotto i treni (200 all’anno), dice che i suicidi dovrebbero vergognarsi per le interruzioni dei servizi che provocano (!). E’ vero pero’ che i poveri macchinisti non possono frenare, pur vedendo uno/a steso sui binari…A volte la testa viene ritrovata a mezzo meglio dai piedi, situazioni davvero macabre.

    un saluto

    Peter

  41. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Qui le varianti sono che si possono sospendere le IV ma non l’intubazione.
    Il paziente puo’ rifiutare tutto sempre che sia cosciente e coerente.
    Ogni caso e’ diverso…..

    ===

    Ieri sera ho ricevuta una e-mail da mia nipote, sono parenti dalla parte di mio marito, siamo in comunicazione diverse volte al giorno, io sono la zia, abitano in Florida, si sono spostati dal RI alla FL diverse volte, principalmente per il clima.

    Guarda un po’ che tipo di vita ha fatto mio nipote da una trentina di anni in qua.

    Verbatim from his wife:

    “Thirteen back surgeries, two neck surgeries, a stomach bypass, an intestinal resection, two gallbladder surgery, six heart stents, two heart attack, shoulder surgery and is going to have surgery for a very enlarged prostate.
    Plus all other kinds of pain and disorders…and complications, many. Addiction to meds too.
    That is a lot of time spent in hospitals, and recuperation …..

    ….in pain now because he is unable to urinate….the prostate is so enlarged.
    He still has the phalli-cath, and will have it until the surgery…..”
    ====

    Lui ha 66 anni, lei 68, una bambolina bruna di 85 pounds, size zero.

    Per fortuna sono piu’ che benestanti, ma sono ormai anni che lui non lavora.

    Sai quanti avrebbero gettata la spugna?

    Mi sono vicini perche’ hanno bisogno di sostegno morale, e costante….

    Anita

  42. Anita
    Anita says:

    PS: x VOX

    Io sono gentile, non scrivo sulla situazione Europea, Italia, Spagna, Portogallo…etc…..

    Un articolo di Ieri sul NYTs:

    European Leaders Look to I.M.F. for Assistance, Again, as Euro Crisis Lingers
    By ANNIE LOWREY and STEVEN ERLANGER

    http://www.nytimes.com/2011/12/04/world/europe/europe-looks-to-imf-again-for-help-in-euro-crisis.html?_r=1&pagewanted=print

    Non so lo puo’ aprire, il NYTs spesso non lo permette, si deve acquistare la copia.
    Lo puo’ sempre ricercare in Internet.

    Gli USA hanno il voto piu’ alto della I.M.F. e con il 41.9% di SDRs.

    Bye,
    Anita

  43. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    bellissima la Storia di Natale…ma mi sono commossa perchè l’haski
    con il muso bianco e nero è il ritratto del nostro Adak, morto sei anni fa e mai dimenticato.
    un abbraccio

    Sylvi

  44. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    ho troppo esperienza di funerali, per non comprendere la “sottile ironia”di Repubblica nel caso in questione.
    Repubblica , non è il Vangelo, e tantomeno lo è per me, e presumo per molti altri !
    Piuttosto, non comprendo per quale astrusa ragione (si dirà ..dovere di cronaca ..)Repubblica citi con tanta dovizia di particolari l’attesa…aveva un corrispondente nel salotto ?
    E se si, chi l’aveva invitato ?
    Di sicuro, avendo assistito ad una serie di funerali,(capita da vivi) , che se un corrispondente di giornali “citasse”i particolari di certe discussioni “fuor di testo” che si raccolgono tra le ultime file della processione che accompagna il “morto” ,ci sarebbe da scrivere un romanzo comico, o citare per danni morali l’articolista che osasse ,…sia da parte dei soggetti protagonisti dei dialoghi interessanti,sia da parte dei parenti del morto.
    In verità,presumo di conoscere”le ragioni” di tanta dovizia di particolari sul “caso ” in oggetto, dovizia di particolari che fa il paio con l’articolo che assolutamente non condivido di Marco Travaglio sul “fatto quotidiano! (nemmeno Lui il Vangelo, se mi consenti).
    Le ragioni sono di carattere “malpanciste”a mio avviso rispetto ad una certa “storia”….ora bisogna capire :

    L’oggetto è Lucio Magri (defunto) o l’ambiente che frequentava in vita?
    Rispondi a questa domanda e avrai la risposta per la mia citazione dell’ipocrisia , nel caso in questione.
    Di fronte alla Morte si tace ,se si vuol rispettare il vivo.
    Punto e basta!
    Santa ipocrisia , non comprendo la santità dei Santi ufficiali, figurarsi se accetto la santità di eventuali Santi laici !
    Santa ipocrisia !

    notte
    cc

    Ps -piuttosto che citar Sepolcri, una rilettura attenta del Fu Mattia Pascal..mi pare più opportuna..anche se tutto sommato non amo Pirandello, bisogna saper ammettere che qualche volta ci azzeccava…nel descrivere la famiglia “borghesotta”..in sostanza mica erano ipocriti solo gli scribi e i farisei..anzi la loro progenie alberga e vive ed è quella che tutto sommato “comanda”.
    Ed adesso basta , che tanto non serve a nulla incazzarsi ed essere indignati contro gli ipocriti, delle più varie sfumature..
    Il contesto che accompagna la Morte..assume i vasti aspetti dal cordoglio sincero e basta ,alla comicità più esilarante..tantè !!

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