Berlusconi riattacca il disco rotto della lotta al comunista. Sentiamo cosa dice Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani
Ma che fine hanno fatto i comunisti, di cui Berlusconi ha sempre parlato in continuazione come fossero orde pronte a qualunque sopruso? E lo sapevate che Romano Prodi insegna economia ai quadri del partito comunista cinese? E che Cina, Giappone e Coree stanno comprando interi pezzi d’Africa anche per mandarvi ad abitare centinaia di migliaia di propri cittadini? Ce lo rivela in questa intervista Oliviero Diliberto, ex ministro della Giustizia nel governo D’Alema e rieletto di recente segretario del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI).
Domanda – Berlusconi si è dimesso. Lei ha brindato?
Ovviamente! Però per ubriacarmi aspetto la fine della legislatura. Infatti, pur nella gioia immensa per l’insperata suo sfratto da palazzo Chigi, il mio è stato un brindisi robusto, ma senza ubriacatura. Berlusconi non è morto, è solo uscito da palazzo Chigi, ma resta ben radicato nel parlamento. Che userà per condizionare il più possibile il governo Monti, ovviamente non per motivi politici, ma solo per continuare a fare gli interessi delle proprie aziende. A partire da quelle televisive senza le quali chissà dove sarebbe…. Forse già ad Hammamet, anche se lui come è noto preferisce Antigua.
E ora…
E ora il problema è chi pagherà il rinnovamento, visto che a quanto pare si vuole non solo evitare il tracollo finanziario dell’Italia, ma si vuole anche il suo rinnovamento perfino morale. Staremo a vedere cosa farà Mario Monti. Fino ad ora non s’è visto molto, e niente a favore dei lavoratori e dei giovani.
Molti dietro Monti e Mario Draghi, al vertice della BCE, vedono le stesse potenti banche che con le privatizzazioni del ’92-’94 hanno lucrato abbondantemente sulla situazione italiana. Faranno un’altra scorpacciata con le nuove privatizzazioni? E poi cosa ci resterà da vendere in caso di bisogno?
Che in Europa ci siano poteri tecnocratici trasversali agli schieramenti politici è un fatto certo. Rappresentano interessi ben precisi non solo delle grandi banche, ma anche di gruppi finanziari ed economici. Vorrei ricordare quanto ha guadagnato la Pirelli con le privatizzazioni nel settore immobiliare. E tutto ciò giustifica da solo il varo della tassa patrimoniale, che guarda caso Berlusconi non vuole. Lui non ha fatto altro che trasferire sugli strati sociali che non lo votano, cioè sugli strati che guardano a sinistra, il peso della tassazione, alleggerendola agli strati sociali del proprio elettorato. In buona parte parassitario e affaristico, come i magistrati ci hanno permesso di scoprire in modo certo.
Però in definitiva anche Monti predica l’austerità, esattamente come a suo tempo Luigi Berlinguer. Insomma, ancora una volta tempi di vacche magre e da stringere la cinghia. La Cgca di Venezia ha rivelato che per migliorare la situazione dei nostri conti pubblici, negli ultimi 12 anni abbiamo subito 20 manovre correttive, cioè 20 leggi finanziarie, compresa quella che si appresta a fare nei prossimi giorni il governo Monti, per un totale di 575,5 miliardi di euro, pari a un milione di miliardi di vecchie lire, e pari a oltre la metà dell’attuale nostro mega debito pubblico. Ogni italiano ha sborsato 6.178 euro. E, stando alla Cgca, dovremo sborsarne ancora anche nei prossimi anni. Che spazi possono avere i comunisti e la sinistra in generale per passare dalle solite “lacrime e sangue” a una nuova epoca di benessere accettabile?
Beh, Berlinguer lanciò l’austerità per legittimare il Partito Comunista. Oggi però il Partito Democratico, oltretutto ben lungi dall’essere comunista o anche solo socialista, non ha nessun bisogno di legittimarsi, ha espresso infatti perfino l’attuale presidente della Repubblica. Perciò potrà fare la voce grossa ed esigere che a versare le lacrime e il sangue non siano sempre e solo, ancora una volta, i lavoratori e gli strati sociali deboli, ma chi finora il sangue magari lo succhiava agli altri e le lacrime le versava dal ridere. Come per esempio l’imprenditore che rideva felice per gli affari che gli si prospettavano sulla pelle dei terremotati de L’Aquila. Se ogni italiano in 12 anni ha sborsato oltre 6.000 euro a testa, oltre alle normali tasse, per le 20 finanziarie, ciò significa che una famiglia di quattro persone ne ha sborsate quasi 25.000. Cifre pazzesche. Mentre i “padroni del vapore”, con in testa Berlusconi, di soldi ne hanno fatti invece a palate.
Lei a fine ottobre al congresso di Rimini è stato rieletto segretario del Partito dei Comunisti Italiani. Che però in parlamento non ha più neppure un rappresentante. Che linea intendete seguire?
La linea è quella di salvaguardare gli ultimi diritti di massa rimasti in Italia, visto che di tante conquiste – ottenute a suo tempo grazie ai partiti di sinistra e ai grandi sindacati – è rimasto ben poco. Il nostro è un sistema che sclude dal benessere sempre e comunque un buon 10-20 per cento della popolazione, e in più quando è costretto a concedere maggiori diritti e maggiore benessere di massa, come negli anni ’60 e ’70, poi trova sempre il modo di riprenderseli svuotandoli. Sta succedendo anzi è successo con il potere d’acquisto dei salari e stipendi, con l’assistenza sanitaria, con le scuole pubbliche, con le pensioni, con gli accessi all’Università, con l’occupazione giovanile, ecc. Salvaguardare i servizi sociali è già da solo un fatto grandioso. Non sono così ingenuo da credere che possiamo salvaguardarli da soli. Ci vuole una alleanza. Con i partiti e le forze di una sinistra da ricostruire. Noi in parlamento ci vogliamo tornare, ma come espressione di strati sociali e di lavoratori, non come espressione di noi stessi. Non ci basta intercettare i voti del malcontento e della protesta, vogliamo anche organizzare gli strati sociali e lavorativi del malcontento e delle proteste.
Se è per questo, Fausto Bertinotti intendeva addirittura rifondare il comunismo, donde il none di Rifondazione Comunista del suo partito, però non ha mai spiegato come rifondarlo. Manca oltretutto una analisi di classe, come si diceva una volta. Manca cioè il sapere come è composta e come e dove è dislocato oggi l’insieme dei lavoratori, in particolare quella che si usava chiamare la classe operaia, e quali sono gli strati sociali con i quali i lavoratori possono allearsi.
Concordo. Le varie ristrutturazioni, delocalizzazioni e i vari ridimensionamenti dell’apparato industriale, basti citare i drammatici cambiamenti della Fiat, con l’inglorioso epilogo di queste ore che vedono anche la chiusura degli impianti di Termini Imerese, hanno cambiato tutto, frantumando non solo in fabbrica la vecchia struttura del lavoro e dei lavoratori basata sul contratto a tempo indeterminato. Le grandi fabbriche non esistono più o non sono più tanto grandi o si dislocano e diversificano anche all’estero, come appunto la Fiat di Marchionne. Oggi inoltre la piaga del lavoro precario e non contrattualizzato ha aperto un altro fronte, un’altra realtà che ci ha colto impreparati.
Abbiamo però iniziato a studiare di nuovo e a fare analisi, per porre le basi necessarie per capire come è strutturato oggi il mondo del lavoro e della produzione, quali sono le linee di tendenza, in modo da poter ricominciare il lavoro di creazione di cellule di partito nei luoghi di produzione e in quelli di socializzazione. Il famoso “territorio”, anche in senso lato, non lo lasceremo certo sempre alla Lega. Oggi il PdCI ha 21 mila iscritti. Pochi, in assoluto, ma non pochi dati i cataclismi che si sono succeduti. Teniamo presente che tra la prima e la seconda guerra mondiale i militanti erano molto meno di quanti ne abbiamo noi oggi. Insomma, non ripartiamo da zero. E abbiamo alle spalle una grande storia, anche se non esente da errori e sconfitte.
Monti pare avere le mani legate, un percorso delimitato da paletti ben precisi, pare impossibile che possa mettere mano alla riforma elettorale. Senza la quale come farete a tornare in parlamento?
Ripeto: politica delle alleanze, da SEL a Di Pietro. Ma, ripeto anche, non per motivi egoistici, cioè solo per tornare in parlamento, ma per fare meglio la nostra parte in difesa dei diritti e magari per il loro allargamento.
Che futuro vede per i giovani?
Francamente, un futuro molto difficile. I più capaci andranno all’estero, e li capisco. Cos’altro possono fare, data la situazione in cui il ventennio berlusconiano ha ridotto l’Italia? I giovani un futuro in Italia potrebbero averlo, ma rovesciando il paradigma dello sviluppo. Cosa che non si può fare comprimendo i salari e i diritti dei lavoratori, come dimostra il declino della Fiat che pure ci ha tentato con forza e determinazione, e deprimendo la scuola, l’Università e la ricerca.
Marco Mancini, persona intelligente, rettore dell’Università di Viterbo e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), dalla disperazione ha firmato un protocollo d’intesa con la Confindustria per il dottorato di ricerca presso le aziende, quando invece dovrebbe essere il contrario: è la dirigenza aziendale che deve migliorare all’Università la propria formazione. Il dramma è che le Università in Italia sono state ridotte senza un soldo. In Cina stanziano invece cifre mostruose per l’Università e la scuola in generale, promuovendo così la migliore formazione dei giovani e il miglioramento della struttura produttiva. Eppure sono molte le delegazioni cinesi che vengono in Italia per capire e imparare in molti campi, segno che un futuro noi possiamo ancora averlo. Se, ripeto, cambiamo profondamente il modello di sviluppo.
A proposito di Cina: ci salverà dalla bancarotta?
Neppure la Cina fa beneficienza, ma stipula accordi che siano vantaggiosi anche per lei. Certamente delle buone relazioni con Pechino possono essere di grande aiuto e contribuire e risolvere i gravi problemi che abbiamo davanti, compreso il rischio di bancarotta a causa del gigantesco debito pubblico. Può sorprenderla, ma un uomo che ci può molto aiutare ad avere buone relazioni con i cinesi è Romano Prodi.
Romano Prodi?
Sì, proprio lui, l’ex capo del governo di centro sinistra. Prodi infatti ha un regolare corso a Pechino di lezioni di economia niente di meno che alla scuola quadri del partito comunista cinese.
Ma no!
E invece sì! E in Italia fa discorsi sulla Cina di grande intelligenza e apertura, senza nessun pregiudizio. L’ex celeste impero può essere una grande risorsa. Oltretutto i suoi investimenti in Occidente non sono nel settore del lusso, ma della produzione vera e propria, a differenza dei Paesi arabi parassiti delle rendite petrolifere.
Al congresso del suo partito a Rimini c’era anche una delegazione del partito comunista cinese. La Cina prenderà il posto che una volta era dell’Unione Sovietica? La Città Proibita prenderà il posto del Cremlino e piazza Tien An Men quello della piazza Rossa?
Veramente a Rimini le delegazioni estere erano ben 45, compresa quella cinese, che però come suo costume non ha tenuto una sua relazione. No, anche se noi guardiamo alla Cina con grande interesse per vari motivi, non prenderà il posto dell’Urss per almeno due motivi. Il primo è che a differenza dell’Urss non intende egemonizzare né partiti comunisti né Paesi esteri. Il secondo è che l’Unione Sovietica aveva anche un suo blocco di alleanze militari, il Patto di Varsavia contrapposto alla Nato, mentre Pechino non ha nulla di simile. Tant’è che gli Usa ne approfittano continuando ad accerchiarla, nell’evidente tentativo di ripetere con la Cina la stessa politica di “contenimento” applicata a suo tempo con l’Unione Sovietica. Un “contenimento” che in realtà era finalizzato a strangolarla economicamente, come è poi successo, con una continua corsa al riarmo che ha dissanguato i sovietici per le cifre pazzesche che erano costretti a stanziare per rincorrere gli Usa sul piano degli armamenti sempre più sofisticati e sempre più costosi, fino ad avere pochissime risorse da destinare allo sviluppo. Gli Usa hanno dissanguato l’Urss anche in Afganistan partorendo Bin Laden e i suoi talebani, che hanno impegnato i sovietici in una guerra costosissima. E a proposito di Afganistan, con la scusa dell’11 settembre gli Usa vi hanno schierato basi per poi schierarne anche in Paesi ex membri dell’Unione Sovietica come il Kazakistan e l’Uzbekistan, sul lato occidentale della Cina. Nei giorni scorsi inoltre Obama ha iniziato l’accerchiamento anche dall’Oriente, dislocando militari in Australia e dichiarando che gli Usa sono una potenza affacciata anche sull’oceano Pacifico: dove “Siamo venuti per restarci”, ha chiarito Obama. Imperialista e di fatto militarista quanto i suoi predecessori.
L’accerchiamento avviene anche per sottrarre all’influenza di Pechino quasi tutti i Paesi produttori di petrolio, in modo da tentare di frenare se non strangolare il tumultuoso sviluppo economico della Cina, un grande Paese con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, ma privo di risorse energetiche.
Però in Africa il governo di Pechino per avere petrolio stipula accordi con regimi a volte indecenti, ai quali vende armi con grande disinvoltura.
Beh, credo che in fatto di vendite di armi e di sostegno a regimi indecenti noi occidentali non siamo in grado di dare lezioni a nessuno. Vogliamo forse dimenticarci che abbiamo colonizzato e sfruttato in modo feroce tre quarti del pianeta, dalle Americhe alla stessa Cina passando per l’Africa, i Paesi arabi, l’India e il sud est asiatico, con decine di milioni di vittime e con l’orrore dello schiavismo? Il dato interessante invece è che i cinesi, ma anche i giapponesi e i coreani, anziché puntare su un loro colonialismo comprano in Africa giganteschi appezzamenti di terreno, da dissodare e rendere produttivi trasferendoci decine e a volte centinaia di migliaia di propri abitanti che vi costruiscono anche città, nelle quali resteranno come emigranti.
Questa sì che è una notizia! Può fornirci qualche dato più preciso?
La Corea del Sud ha comprato quasi mezzo Magadascar, che certo non è una piccola isola. A sud del Congo il Giappone sta comprando territori ovunque può. La Cina da parte sua preferisce compare concessioni, minerarie, industriali o nel campo delle infrastrutture. Così sposta centinaia di migliaia di cinesi per metterli al lavoro su tali concessioni, il che comporta che nasceranno città abitate da cinesi che diventeranno cittadini di Stati africani.
In Italia l’aumento dell’età pensionabile è molto malvisto, in Germania invece si parla senza drammi di andare in pensione a 70 anni nel giro di qualche decennio dato che si prevede che la vita media arriverà presto a 90 anni. E si parla senza drammi anche delle necessità di almeno altri 350 mila immigrati l’anno per poter reggere sia il sistema produttivo che quello pensionistico.
Non ho tabù. Ma occorre discutere di questo tema con serietà, senza preconcetti, ma senza neppure falsità grossolane, come si sentono troppo spesso.
Primo, la riforma delle pensioni è già stata fatta. Nel 1995 dal governo Dini. La più radicale (e nefasta) delle riforme: dal retributivo al contributivo: il che, con la parallela trasformazione del lavoro per i giovani in precariato continuo, fa sì che i giovani di oggi avranno una pensione di fame al termine della vita lavorativa. Dunque, una ulteriore riforma non è indispensabile. Va anzi invertito il tema. I problema è infatti come garantire la pensione ai giovani, senza metterli in contrapposizione con gli adulti, figli contro padri. Ciò non è solo iniquo. E’ anche sbagliato dal punto di vista dei conti, perché non è certo togliendo ai padri che si darà ai figli tra quarant’anni…
Secondo,. Se si vuol far cassa, dobbiamo dire con parole di verità che l’Inps è in attivo per la spesa previdenziale. Occorre invece separare nettamente assistenza e previdenza.
Terzo. Se si parla solo di età pensionabile, non si va al nocciolo del problema. Si può anche immaginare che alcune categorie di lavoratori restino a lavorare un po’ di più, ma il punto è che l’aumento della vita media pone problemi di welfare, prima che di pensione, molto seri. Il welfare come l’abbiamo conosciuto non funziona più perché gli anziani non sono “coperti” per nulla. L’assistenza (le cosiddette badanti) è tutta sulle spalle delle famiglie. Va rimodulato dunque l’impianto del welfare per estenderlo e non per ridurlo.
Quarto. La logica degli incentivi e dei disincentivi per andare in pensione, se generalizzata, è completamente iniqua. Se un lavoratore vuole una pensione più alta (meno bassa) e rimane a lavorare sulle impalcature o alla catena di montaggio dopo una certa età, questo è il più formidabile incentivo agli incidenti sul lavoro! Occorre dunque separare nettamente il lavoro manuale (non solo usurante, categoria quanto mai incerta) dal resto. Per i lavori manuali, ci deve essere l’obbligo di andare in pensione, con il massimo della cifra, ad una età anagrafica sicura, fissata per legge e certo non da vecchi.
Quinto ed ultimo. Il problema vero è che pare che oggi vogliano accelerare il passaggio dal retributivo al contributivo, colpendo quindi quelli che stanno a cavallo tra la legislazione precedente e la riforma Dini. La cosa è sciocca (non si incassa nulla al momento) ed iniqua. Siamo del tutto contrari.
Anziché blaterare contro gli immigrati come fa la Lega dobbiamo riconoscere che anche il nostro sistema produttivo e pensionistico si regge, come in Germania, sull’afflusso anche di immigrati oltre che con l’avvio dei nostri giovani finalmente a un lavoro decente.
Soffiano venti di guerra. Da una parte l’isterismo “atomico” contro l’Iran, replay di quello che ha permesso di invadere l’Iraq. Dall’altra la Casa Bianca che, oltre a mettere sempre più piede militare nel Pacifico, punta a una alleanza con l’India in funzione anticinese. Sperando in quella che secondo molti esperti è prima o poi una inevitabile guerra tra India e Cina.
La guerra è il modo classico con il quale gli Stati e gli imperi hanno risolto le proprie crisi. La guerra permette infatti la repressione interna e il togliersi dai piedi “la teste calde” mandandole a crepare al fronte. Oggi però il fronte non sempre esiste, e le guerre si possono perdere anche a causa del fronte interno, come è successo per esempio agli Usa quando hanno perso la guerra in Vietnam per la ribellione pacifista dei giovani statunitensi. Inoltre oggi le guerre costano molto care e l’Occidente, già in crisi finanziaria, rischierebbe i rifornimenti petroliferi. In caso di attacco all’Iran credo che di petrolio ne vedremmo ben poco.
La guerra Cina-India è inevitabile? Non credo. Di recente l’India ha firmato con la Cina accordi importanti, per la vendita di know how e per altro ancora. Una guerra non conviene a nessuno dei due, checché sperino gli Usa e l’intero Occidente che sulle guerre ha sempre campato e basato il suo sviluppo.
Torniamo in Italia. Vanno di moda i rottamatori e le facce nuove come quella del sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Guardi, il dato innovativo non può essere tout court un dato generazionale, altrimenti evviva allora le Minetti e i Trota alla Renzo Bossi. Né si può puntare, come fece Craxi e come fa Berlusconi, sulla coreografia “moderna”, vedi l’arredo della stazione Leopolda del congresso organizzato a Firenze da Renzi, invece che sulle analisi e sulla strategia politica e sociale. Eccetto che per il web, che però è una realtà che può essere spenta o sospesa a piacimento non solo dagli Usa, Renzi torna agli anni ’50. In Italia, ma non solo, ci sono anziani e vecchi preziosi, a partire dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e giovani incapaci, vanitosi e chiacchieroni. Una volta si diceva che l’età rende saggi ed è un patrimonio di conoscenze. Oggi i Renzi vogliono sostenere che i giovani sanno tutto, e comunque più dei “vecchi”, senza più bisogno di formarsi e di imparare dall’esperienza. Quella propria e quella altrui. Mi sembra una concezione pericolosa.
peter { 30.11.11 alle 16:04 } x U.i suoi sberleffi da macchietta meneghina non mi tangono. Ed ora torni alle sue libagioni, il suo hobby preferito, l’unica cosa che conosce davvero bene.
peter { 30.11.11 alle 18:00 } x U. … deve avere allucinazioni auditive … Ma non riuscira’ a sviare il discorso sull’eutanasia facendomi perdere le staffe… O forse ha il delirium tremens? lo considero una concreta possibilita’. Si ricordi, ‘il vero intenditore beve con moderazione’
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Haw haw haw, mio caro e buon Peter,
se i miei sberleffi non la tangono com’è che le sono saltati i nervi in modo tanto scoperto? Lei non ha perso solo le staffe ma anche il comprendonio, e neppur se n’accorge.
Quanto alle sue battute di argomento alcoolico, è stato un argomento dell’elegantissimo signor Popeye. Unico del blog. Vedo che lei lo segue. E giustamente perché avete la stessa incapacità di accettare senza inutili polemiche i pareri diversi dal vostro.
A cuccia ora, alano con voce da pechinese, non ho tempo da perdere con un tale rilevante pistola. Uroburo
x U…lulato
vedo che continua a sentire voci o versi animali…buon per lei.
Si sollazzi pure nei fumi alcoolici.
Sono io a non aver tempo da perdere con un tale stronxo, tanto per chiarire.
Si rimetta pure il biberon tra le labbra e non rompa
Peter
x Peter
Le donne di solito rimangono vedove per molti anni, io gia’ da 15 anni, molte mie amiche sono vedove da anni, normalmente si rifanno una vita, non necessariamente con un altro compagno, ma non da escludere.
Mia nuora e’ vedova da quando aveva 29 anni, adesso ne ha 53.
Mia mamma e’ rimasta sola per 32 anni, avrebbe avuto possibilita’ di sposarsi anche negli US.
Viene piu’ duro quando si e’ molto anziani, il mio amico Jim ha persa la moglie pochi mesi fa, lui ha 96 anni ed e’ molto depresso, abita con la figlia, il genero ed un figlio.
Gli manca la compagnia costante.
Al contrario, mio cognato dopo la morte di sua moglie si e’ presa una giovane ragazza in casa, lui ottantenne, lei allora minorenne.
Conobbi Katrina quando aveva 20 anni…contenti loro, contenti tutti. (abitavano in Florida)
Anita
La pensavo solo bisbetico, ma è ancora peggio razzista…..
x Anita
si’, ma parlavo solo di anziani. Se superano il primo anno di solito ce la fanno per parecchi anni.
Le eccezioni ci sono sempre, conosco un tale di 95 anni che sta’ benissimo dopo la perdita della moglie, venuta a mancare 2-3 anni fa.
Ti risulta che ci siano US Americans che vanno a morire in quella fetida clinica svizzera?
Peter
@ Linosse (70)
Il trucco di attribuire attentati o assassinii clamorosi al singolo pazzoide casuale “che ha fatto tutto da solo” e’ ormai talmente logoro che e’ sorprendente che continuino a propinarcelo.
Ormai, si dovrebbe diffidare di qualsiasi cosa ci venga scodellata dai media, se non arrivare a pensare l’esatto contrario. La regola dovrebbe essere comunque quella di controllare ogni informazione rilevante col sistema incrociato (confronto della stessa notizia da almeno due o tre fonti alternative), ma soprattutto usando il proprio raziocinio. Di solito, basta chiedersi cui bono? per arrivare a una risposta molto vicina alla verita’.
x Marta
al suo posto, francamente mi vergognerei del modo in cui certi suoi connazionali fanno i soldi, altro che razzismo. Patetica
Peter
ma come vigilare? Proteste, manifestazioni non servono a scalfire minimamente questo sistema tanto marcio ma ancor piu’ quanto criminale.
@ Cara Marta,
gia’ il solo fatto di informarsi in modo approfondito e di riflettere sul complesso degli avvenimenti (di solito, a veder bene, strettamente collegati tra loro) e’ un modo di vigilare. Scoprire come la mano sinistra del prestigiatore che, distraendoci con qualche gesto privo di significato, consente alla mano destra di operare il trucco fondamentale – cioe’ comprendere le strategie e gli scopi del potere – e’ di per se’ un fatto rivoluzionario che ognuno di noi puo’ compiere nel suo piccolo, quotidianamente.
La storia ha il passo lento, procede per gradi, con un processo di accumulazione. Spesso, non e’ affatto spinta avanti dal grande gesto di un eroe, ma dallo sforzo corale di migliaia e migliaia di persone, in un arco di tempo prolungato.
L’exploit eroico, come un fuoco d’artificio o come la ciliegia sulla torta, e’ piu’ visibile, ma non e’ che la culminazione del lavorio paziente di molti. In quest’ottica, anche se tendiamo a sminuire il valore del singolo individuo, in realta’ ognuno puo’ essere protagonista del cambiamento, se vuole, e la presenza o assenza di un singolo puo’ fare molta differenza. Come dice il proverbio, la goccia d’acqua scava la roccia.
Nella situazione attuale ritengo che bisogna armarsi di molta pazienza, con la consapevolezza che i veri risultati del nostro lavorio potrebbero arrivare tra molto tempo, forse dopo di noi. Ma non ci si deve scoraggiare (a meno di essere come Berlusconi & Co. = dopo di me, il diluvio).
Detto questo, non ci dovremmo illudere che l’edificio accuratamente costruito dagli attuali padroni del mondo si lascera’ scalfire in poco tempo da manifestazioni “concordate” o “permesse” da loro stessi. Le sfide dovranno essere continue, prolungate, indifferenti ai divieti, agli arresti, alle intimidazioni, prima che si comincino a vedere le prime crepe. Capisco che per chi ha una famiglia da mantenere, tutto questo e’ piu’ facile a dirsi che a farsi. Ma si tratta di decidere che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli, se vogliamo vedere anche loro schiavi di un sistema parassitario e disumano, se vogliamo sentirci come bestiame condotto al macello, o se sappiamo alzare la testa e la voce e mostrare alla generazione successiva che qualcosa di diverso e’ possibile, o almeno che vale la pena lottare. Se non altro, per non morire da pecore.
x Peter -#105-
Veramente non ne ho mai sentito.
Tutto e’ possibile.
C’e’ gente che va in India per dental implants…per risparmiare soldi.
Fanno tutto in un giorno, ho visto alcuni ads.
Sono sicura che sai come e’ lunga la procedura, ma in India la fanno in un giorno, extractions, posts and new teeth….
Anita
Fra Iran e Occidente scontro inevitabile [TITOLO SEMPLICEMENTE DELINQUENZIALE]
Il Giornale, 30 novembre 2011
Assalto all’ambasciata, l’Iran “avverte” Londra. Un estremo tentativo i mostrare i denti e proteggere la propria potenza atomica in ascesa.
In che consiste veramente il caos iraniano, scoppi, aggressioni, rapimenti, rilasci? È l’uranio, stupido. La lista degli eventi ci aiuta, ma bisogna allargare lo sguardo: lunedì il grande scoppio a Isfahan, uno dei centri di arricchimento nucleare. Poi, ieri, l’attacco di katiushe dal Libano sulla Galilea, nel nord d’Israele, inusitato di questi tempi, perchè gli Hezbollah sono nei guai a causa della rivoluzione siriana che mette in crisi Assad, loro consueto fornitore di armi e aiuti per conto dell’Iran.
Ma chiunque abbia sparato dal Libano, siano essi gruppi palestinesi, o la componente sunnita, oppure Al Qaida, si tratta quasi sicuramente di un avvertimento iraniano a chi si era divertito poche ore prima a far esplodere i reattori iraniani. E lo scoppio di ieri è il secondo dopo quello di Bigdaneh il 12 novembre che ha fatto a pezzi il generale Hassan Mogdaneh, cervello pensante del progetto nucleare, seguito tutta una serie di altri eventi, fra cui la sparizione degli scienziati e i devastanti attacchi degli hacker: insomma, qualcuno pensa intensamente, con dedizione, a bloccare la bomba iraniana.
Ma l’attacco dal Libano è un piccolo avvertimento a piantarla, come piccola, specialmente dati i precedenti dell’ambasciata americana nel 1979, possiamo giudicare l’aggressione di ieri all’ambasciata britannica. Naturalmente la causa è stata la politica inglese di sanzioni. Esse peraltro si stanno avventando sull’Iran dopo che l’Aiea ha presentato il rapporto in cui certifica che l’Iran arricchisce l’uranio per scopi bellici. Il Congresso americano sta preparando un pacco di sanzioni letali da approvare prima di Natale. Intanto, gli scoppi punteggiano l’antipatia internazionale per la politica nucleare degli ayatollah. Dunque che cosa fa l’Iran in queste ore? Perché attacca gli inglesi e poi li rilascia? Perché è un estremo tentativo di mostrare i denti ma senza creare ulteriori reazioni internazionali per seguitare a proteggere la loro potenza atomica in ascesa. Il regime ringhia senza troppo mordere per conservare il punto di arrivo, l’atomica, in una situazione di difficoltà senza precedenti. La situazione economica rischia di precipitare addosso all’Iran con un’ondata enorme di sanzioni; gli scontri interni sono all’apice; la Siria e la Libia sono cupi segnali; l’opposizione interna, pur seviziata, probabilmente sta preparandosi a una rinnovata rivoluzione una volta che le sanzioni mettano l’economia al tappeto, e comunque lo scoppio nel compound segretissimo di Isfahan dimostra che qualcuno dall’interno aiuta un’eventuale azione internazionale.
E l’azione internazionale potrebbe essere larghissima: si dice sempre Mossad e Cia, e nessuno pensa all’Arabia Saudita, di cui l’Iran stava per assassinare l’ambasciatore a Washington. L’Iran si è spinto molto oltre un comportamento accettabile, mostrando i denti per difendere la bomba, e quando l’Aiea ha dimostrato che essa è reale, è dietro l’angolo, tutte le sue minacce, le sue aggressioni verbali, l’egemonismo nei confronti delle rivoluzioni arabe, le follie del millenarismo che vuole l’apocalisse per stabilire il califfato mondiale e far tornare il Mahdi hanno acquistato un diverso significato: se l’Iran avrà la bomba, la continua minaccia cambierà tutte le dinamiche di un mondo sotto ricatto. Dunque assistiamo alla preparazione di uno scontro che è in ogni caso definitivo, comunque lo si gestisca. Gli ultimi eventi ci dicono che nessuno può permettersi un Iran con la bomba, e senza bomba l’Iran può ringhiare, ma non azzannare. Dopo, è un’altra storia.
Che fa moralista da strapazzo….. decisamente avvincente la sua memoria corta !!!
x Peter e x tutti
Wikipedia ha tutte le informazioni sul discorso in corso:
Assisted-suicide is legal in several jurisdictions, including Belgium, Luxembourg, the Netherlands, Switzerland and three American states (Oregon, Washington, and Montana).
http://en.wikipedia.org/wiki/Assisted_suicide
Non ho letto l’articolo, c’e’ un accenno in ligua italiana.
Anita
x Anita
vi e’ una differenza tra un’eutanasia parziale di malati terminali, ed il suicidio assistito vero e proprio, che si pratica, che io sappia, solo in Svizzera, in Europa.
Personalmente, sono contrario ad entrambe le pratiche, sia per ragioni etiche individuali, sia per ragioni ‘pratiche’, diciamo di salute pubblica e per l’interesse generale della societa’ nel suo insieme.
un saluto
Peter
X Marta 87
“Non mi stupirebbe che questi matti criminali, o esaltati, facciano il gioco di un sistema altrettanto criminale, ma subdolo e ancora piu’ folle di chi commette simili orrori”
Cara Marta il senso dell’articolo è questo,chi fa il gioco millenario per chi ?,come giustamente sostiene CC nel com.74.
Saluti
L.
PS
E Vox nel 106.
L.
E ifnatti caro Linosse, il post di cc diceva la stessa cosa, ma non l’avevo ancora visto, anche Vox lo scrive , e assolutamente condivido ,nel seguente post che mi indirizza come si dovrebbe reagire, “come la goccia d’acqua che pian piano scava il sasso”.Chiede tanto tempo, troppo dico io. Invece credo che ci sarà violenza. Perchè la gente ,ovunque, è incazzata nera e non ha piu’ tempo di aspettare, perchè i giovani vogliono un lavoro, perchè sono stanchi di pagare sempre loro per errori non commessi. Penso proprio che il tempo di ascoltare i bei discorsi è finito. Fin’ora gli indignati si sono comportati molto civilmente.In Spagna soprattutto, ma non credo proprio che avranno ancora tanta pazienza di stare a sentire le chiacchiere vuote di questa Europa cialtrona che chiede solo sacrifici e non da niente in cambio. La gente ragiona semplicemente chiede quel che gli spetta.
un saluto M.
@ Marta
La violenza c’è già, solo che per il momento è tutta dalla parte delle cosidette autorità. Basta vedere quello che è avvenuto da noi a Genova e a Napoli durante il G8, o quello che sta avvenendo oggi in Usa, in Egitto e dovunque ci siano manifestazioni e sollevazioni popolari genuine.
Come diceva lo stesso JF Kennedy (non uno stinco di santo, ma senz’altro uno dei presidenti americani più intelligenti)
“Those who make peaceful revolution impossible will make violent revolution inevitable.” –
John F. Kennedy, In a speech at the White House, 1962
ovvero, chi rende impossibile una rivoluzione pacifica renderà una rivoluzione violenta inevitabile.
Ma anche la violenza diventa inutile, quando è fine a sè stessa, quando è semplicemente espressione di rabbia e sofferenza. Tutti i poteri della storia hanno avuto a che fare con sollevazioni più o meno violente, ma le hanno sempre represse nel sangue. Anche le azioni terroristiche sono inutili, anzi, sono controproducenti e non vanno mai prese in considerazione.
La rivoluzione ha delle chance solo quando ha una “testa”, cioè un’idea precisa del mondo che vuole costruire dopo l’eventuale sconfitta dello stato o dell’elite a cui si oppone, quando segue un progetto e combatte usando delle strategie (come fa il potere), dotandosi di una retroguardia che avanzerà e sostituirà le file distrutte, sferrando colpo su colpo, in modo da non lasciare al potere la possibilità di riprendersi. Somiglia alla guerra. Infatti lo è.
Fino a quando la maggior parte dell’esercito e delle forze dell’ordine resteranno saldamente dalla parte del potere, per quanto ingiusto, criminale e odiato esso sia, una rivoluzione popolare avrà poche probabilità di successo. Tutte quelle che sono riuscite hanno sempre avuto l’esercito, o almeno parte di esso, con loro. Bisogna dunque lavorare in quella direzione, col convincimento, sui cuori e sulle menti (e non è facile), includendo quelle forze nel nuovo progetto, dando anche a loro una prospettiva, come hanno fatto, per esempio, nel Venezuela.
Tuttavia, prima o poi è il potere stesso a darsi la zappa sui piedi. Militari e poliziotti, in ultima istanza, sono persone e sono lavoratori. Quando si convincono che il potere li sfrutta e tratta male anche loro come tutti gli altri, finiscono col sottrarsi agli ordini in massa e passare dalla parte del popolo (così avvenne durante la rivoluzione russa). Già abbiamo assistito a scioperi della polizia negli ultimi mesi del governo Berlusconi e non è affatto escluso che questo si ripeta. I tagli non sono stati aboliti e tutto lascia prevedere che le cose si metteranno anche peggio molto presto.
Come ho già detto, un vero cambiamento richiede una concomitanza di fattori, dal basso e da ogni lato (dall’alto no, campa cavallo) ed è un’opera corale. Ci vuole tempo, sia perchè maturino le condizioni necessarie, sia perchè un movimento di liberazione da spontaneo e disorganizzato, si trasformi in una forza rivoluzionaria ordinata e travolgente.
Al momento siamo nella fase spontanea e disorganizzata, ed esiste un sentimento condiviso a livello MONDIALE della NECESSITA’ e dell’IMPROROGABILITA’ del cambiamento. Dunque, siamo sulla buona strada.
Un’altra mia opinione è che dovrebbero essere ricreate delle sezioni politiche-informative a macchia di leopardo su tutto il territorio. Lo fanno perfino i leghisti. Lo scopo dev’essere, appunto, di informare, di discutere, di far incontrare quanta più gente possibile, immigrati inclusi (perchè sono nostri alleati, non nemici, come vuol farci credere il potere per disunirci e indebolirci).
Internet, facebook, twitter e roba del genere va bene fino a un certo punto, ma poi diventa uno scoglio. Infatti, preserva la singolarità, l’estraneità e la divisione fisica di coloro che li usano, impedendo di formare raggruppamenti. Non ci dimentichiamo che l’unione fa la forza e che, negli ultimi decenni, è stato fatto di tutto per sfilacciare e indebolire il tessuto sociale, la coesione umana.
La viva voce, l’incontro degli occhi, la vibrazione dei sentimenti, tutto questo ha una grande importanza, tant’è vero che le manifestazioni si fanno uscendo in strada tutti insieme, fianco a fianco, e ci commuovono, ci danno energia, ci fanno sentire parte di un grande tutto.
Nessun blog potrà mai sostituirsi, per efficacia, all’incontro di un gruppo di persone che condividano le stesse mete. Bisogna tornare, insomma, ai metodi di comunicazione tradizionali (almeno in parte).
@ Shalom
L’articolo della Nirenshtein fa schifo, anche come opera di propaganda. E’ pieno di menzogne grossolane e credo che ormai siano rimasti solo i più sprovveduti a crederci, oltre ai compari di questa “giornalista”. Specialmente dopo le menzogne precedenti, come le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam o i mai avvenuti bombardamenti del popolo libico da parte di Gheddafi, chi può cascarci sul serio? La gente ne ha fin sopra i capelli.
La verità è che nessuno vuole un’altra guerra, tranne Israele e gli arrapati del business militare che muovono le leve in Usa (anche loro agli ordini di Israele) . Perfino buona parte del Pentagono è contraria. Ma Israele ha i suoi scopi da perseguire, anche se non si rende conto che sono irrealizzabili, oltre che criminali.
C’è un bel po’ di gente, tra l’altro, che pensa che l’assalto all’ambasciata britannica sia stata opera di agenti provocatori. Trovare un gruppetto di studenti incazzati e aizzarli contro un’ambasciata non è per niente difficile. Voilà e il gioco è fatto. Dietro ogni avvenimento c’è chi ci guadagna. Ricordiamo: cui bono? La GB si ritrova con una bella scusante nuova di zecca per giustificare l’ennesima avventura colonialista.
Solo che stavolta le cose potrebbero prendere una direzione inaspettata.
GRANDE FRATELLO E’ SEMPRE CON TE
(perchè facilitargli il compito?)
Wikileaks: “Siamo tutti spiati”
nuove rivelazioni di Assange
Tracce cibernetiche tra chat e sms
Ogni giorno intercettati miliardi di dati. Telefonate, mail, sms finiscono nella rete creata da centinaia di aziende private. Anche in Italia. E’ un database choccante, un colossale catalogo di come la vita di chiunque possa essere “rubata” e analizzata
http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/12/01/news/wikileaks_siamo_tutti_spiati-25901348/?ref=HRER2-1
x Vox
GB non ha nessun piano di iniziare una guerra in Iran, se e’ di quello che si accenna qui.
Qui non ne parla nessuno, e di solito cose simili sono preparate per tempo.
Tempo fa solo W. Hague disse che l’opzione militare era considerata, poi venne indotto a correggersi con ‘non esclusa’.
Sono anni che su questo blog se ne parla come di una cosa che debba accadere domani mattina…sembra la cronaca di una guerra ‘annunciata’
Peter
Cara Marta,
ad “occhio e croce” mi par di capire che tra Vox, il sottoscritto e l’ingegnere Comunista, e Uroburo,anche se mi sembra non abbia scritto nullo di così espilicito per il momento, esista un comune sentire in materia di sentire…a riguardo del futuro…,sentire che che Magri ha riassunto in quel suo passaggio citato dall’InG se non erro.
Ho tra le mani il libro di Don Gallo,curato da Pino…Don Gallo dice ai giovani “incazzatevi”, che più o meno è l’equivalente di “indignatevi” , anche se a voler essere più precisi l’iccazzatura è già un derivato dell’indignazione.
Io mi sentirei di aggiungere che servano altre due fasi..studiate,comprendete ed organizzatevi…!!
Ti sembrerà strano….,ma non sono nemmeno parole mie e tutto sommato sono parole già dette nel passato, tanto per superare come si dice del “neonato” ,la cosiddetta fase anale del percorso di crescita…ecco ,in sostanza se ben ricordo il bimbo scopre con entusiasmo che la popò è un suo prodotto..proprio suo…, ma alla maturità, servono ancora bel altri passaggi…ovvero ci va del tempo, prima di una presa completa di coscienza , anche se come è ovvio ci sono quelli che non la raggiungono mai, e altri che nè raggiungono talmente tanta ,che si dannano l’animaper non farla acquistare agli altri (sono gli ipocriti ).
Siamo dunque alle fase “anale” del percorso di crescita…vedremo..anche se la Storia come giustamente sottolineato da altri..”di fasi di crescita abortite ce ne sono già state altre”.., ma non per questo si deve desumere che prima o poi una vada a buon fine…!!
C’è il terrore di questo , credimi…nei “buoni salotti “..delle Etiche a buon mercato , tanto al chilo..o meglio all’occorenza !!
cc
‘c’e’ un bel po’ di gente che pensa che l’assalto all’ambasciata britannica a Teheran sia opera di agenti provocatori’…
E chi sarebbe questo ‘bel po’ di gente’? ‘io, mammata e tu’, come si diceva una volta dalle mie remote parti??
Sostenere che una cosa del genere fosse lontanamente possibile in Iran, ed a Teheran, e’ davvero patetico e risibile…
La sequenza e’ stata, per la cronaca: il governo britannico e’ seccato, a torto o a ragione, per le ambizioni nucleari di Teheran. Allora ha reciso parecchi ‘legami economici’ con la repubblica islamica d’Iran. Gli ayatollahs incazzati hanno aizzato gli studenti contro l’ambasciata brit, senza che la polizia, ovviamemte, muovesse un dito. Una mossa cretina, ma tant’e’ quando i religiosi sono ‘in charge’, a Teheran come ovunque.
Gli inglesi incazzati stanno chiudendo l’ambasciata, EU sta’ promuovendo sanzioni economiche contro l’Iran, tra cui limitazioni al petrolio iraniano. Francia, Germania, Olanda ed Italia pensano di chiudere le ambasciate, o ridurle a ‘chargé d’affaires’. Ecco dove si e’ al momento
Peter
x Peter
E’ CERTO, assolutamente CERTO, che Netanyahu e con lui tutte le comunità sioniste occidentali vogliono la guerra all’Iran. Già iniziata clandestinamente dal Mossad in modo clandestino a base di sabotaggi e uccisioni “mirate” di scienziati nucleari, “mirate” come quelle contro i palestinesi con le quali si sono molto addestrati.
E’ CERTO, assolutamente CERTO, che Netanyahu chiede OGNI GIORNO il disco verde a Obama per bombardare l’Iran.
E’ CERTO, assolutamente CERTO che i signori della finanza internazionale pur di non crollare sotto il peso delle loro speculazioni e malefatte varie non vedono l’ora di mettere la mani sul petrolio iraniano dopo quello iracheno e libico.
E’ CERTO, assolutamente CERTO che la Turchia non è stata eccettata in Europa per spingerla a svolgere un ruolo di potenza regionale. Un modo per spingerla contro l’Iran come a suo tempo i criminali alla Bush padre e figlio, Rumsfeld e teocon sionisti hanno giocato l’Iraq contro lo stesso Iran. L’Iran ha troppo petrolio, esattamente come gli indios dele centro e sud America e come i territori abitati dai “pellerossa” negli Usa, perciò come tutti loro devono essere spazzati via. Ho già detto varie volte che il motivo reale per il quale non si vuole che l’Iran si doti di centrali nucleari, che gli Usa avevano già venduto in gran numero al criminale scià di Persia Reza Pahlevi, burattino utile contro l’URSS, è non permettere che possa vendere troppo petrolio ai Paesi come la Cina.
E’ CERTO, assolutamente CERTO che gli Usa sono decisi a fermare i nqualche modo la Cina perché è chiaramente destinata ad essere una tale potenza economica e militare e scientifica da fare impallidire non solo gli Usa. L’unico modo per fermarela Cina, oltre alla guerra, è privarla di fonti d’energia, come il petrolio.
E’ CERTO, assolutamente CERTO che gli Usa dopo il crollo dell’Urss e con la scusa dell’11 settembre hanno iniziato l’accerchiamento militare della Cina sul suo lato occidentale, Afganistam, Kazakistan, ecc. Obama nei giorni scorso alle Hawai ho dichiarato che ora iniia l’accerchiamento anche a est della Cina, iniziando dall’Australia.
E’ CERTO, assolutamente CERTO che l’UNICO motivo per i lquale Obamana non ha ancora concesso il disco verde a Netanyahu è il timore che una aggressione all’Iran gli impedisca di essere rieletto. Una volta rieletto, il premio Nobel per la pace maggiordomo nero alla Casa Bianca tenuto in piedi, assieme a Hilary Clinton, dai danari soprattutto delle lobby sioniste, avrà la tentazione di tentare il colpo gobbo.
Direi che oggi lo scenario di guerra nel giro di due anni è al 70% delle probabilità. Le incertezze derivano dal fatto che l’Iran non è l’Iraq, è un osso uro, che la Cina e la Russia forse non starebbero a guardare, e che potrebbe saltare per aria la condizione che oggi ci permette di disporre del petrolio dell’Iraq, Paesi del Golfo, Arabia, Iran e Libia, lasciandosi in brache di tela con le industrie ferme, le auto col serbatoio vuoto, le case fredde e i televisori spenti….
In ogni caso, caro Peter, è bene prepararci al peggio.
Un caro saluto.
pino nicotri
P. S. Dimenticavo:
– E’ CERTO, assolutamente CERTO, oltre che documentato dalla Storia, che l’Inghilterra NON gradisce troppo poteri europei troppo vasti, tanto meno l’Unione Europea, tant’è che col cavolo ha adottato l’euro e ora disinveste a razzo dalla nostra moneta, per giunta dicendolo ad alta voce, in modo da accelerarne il crollo. Assieme al conseguente crollo dell’Unione Europea. Crollata la quale, la strade per l’Iran non solo è spianata, ma anche asfaltata… Si torna direttamente alla seconda metà del 1800 e ai primi 30 anni del 1900.
– Se legge “Giacomo il fratello di Gesù” di Eisenman e si fa un viaggetto a Gerusalemme e a Betlemme capirà con chiarezza che il revanscimo sionista sta silenziosamente recidendo le basi e le radici storiche e geografiche del cristianesimo. Per ora in silenzio. Ma in Vaticano se ne sono accorti da un pezzo.
x Pino
le rispondo a caldo, e brevemente, ma con rispetto e stima. Con lei e’ sempre possibile un dialogo, anche quando le opinioni e punti di vista sono piu’ o meno divergenti. Lei ha il grande merito di non scendere mai a livelli personali, a differenza di alcuni fellow bloggers, coi quali non berrei mai neanche un caffe’ al bar.
Cio’ che dice da tempo sui dirigenti israeliani sara’ anche vero, non ne ho idea perche’ di quel paese non m’interessa.
Pero’ e’ da anni che qui si parla di una ‘imminente’ attacco all’Iran, che per fortuna non si e’ mai materializzato.
Lei sostiene che avra’ luogo tra un anno, non appena Obama sara’ rieletto, SE sara’ rieletto. Chi vivra’ vedra’.
In ogni caso, pochi mesi fa sosteneva che il mio paese (ebbene si’, lo e’…) si preparava ad invadere l’Iran ‘at any time now’, il che ovviamente non si e’ verificato. E non credo accadra’…
GB odia o teme EU? E’ una domanda complessa. In generale, gli inglesi non sono realmente ‘capaci’ di sentimenti troppo forti, di qualsiasi genere. Sono gente fiera, ma in modo molto diverso da francesi e soprattutto tedeschi… Questo sia detto tra noi. Sono da sempre inclini ai compromessi. Ecco perche’ entrarono in EU ormai 40 anni fa, allora mercato comune, poi CEE.
Essendo insulari, non amano un Europa continentale forte, dominata dai tedeschi ed in subordine dai francesi, che gli dica cosa debbano o non debbano fare, dal lavoro alla famiglia, dalle corti di giustizia alle dimensioni dei tondini di ferro, in cio’ ha ragione. Tanto piu’ che loro le leggi le prendono alla lettera…
Ma non si sognano di minare l’Unione Europea alle sue basi, anche perche’ non possono. Punto. L’euro non lo hanno del resto accettato la Svezia, la Danimarca…
Al massimo, se ne usciranno dall’EU, ma pagherebbero un prezzo altissimo, il che nessuno vuole fare, specie di questi tempi.
Personalmente, e per quello che vale, gradisco molto le innovazioni del costume e della societa’ in genere indotte dalla legislazione comune europea.
In sostanza: si rilassi
un saluto
Peter
x Pino
la Cina pone una grave minaccia per la configurazione e le dinamiche del mondo ‘as we know it’. E soprattutto per l’ambiente. E’ un pozzo senza fondo che risucchiera’ tutto.
In questo le do ragione, prepariamoci al peggio. Accerchiarla? Magari. Ma non credo sia fattibile
Peter
Caro Peter,
premesso che sono rilassatisssimo – data la formazione stoico cristiana sono sempre pronto all’evenuatle togliere il disturbo, e non ho mai creduto che la vita si possa vivere fuori dalla Storia, cioè comodamente – io NON ho detto che tra un anno “accadrà”, cioè non ho detto che Obama rieletto autorizzerà l’attacco all’Iran. Ho solo descritto le tendenze in atto, e in atto non da ieri (da quando Netanyahu&C negli Usa hanno inventato la “guerra al terrorismo” per evitare che la pace mondiale afflosciasse le industrie militari e i sogni dei sionisti. La teoria dello “scontro di civiltà” è nata anche così). Cosa succederà, NON lo sa nessuno. Io al momento certe cose le do al 70% delle probabilità, se si va avanti così e non intervengono modifiche del quadro. Ovviamente spero ardentemente di sbagliare, il che per fortuna è largamente possibile oltre che molto auspicabile.
Vede, se io fossi alla Casa Bianca, o in Downing Street, pianificherei senza dubbio le cose che ho descritto, perché è l’unico modo per conservare gli indecenti privilegi occidentali lasciando che continui a crepare di fame un bambino ogni 4 secondi, più il resto degli orrori cui contribuiamo però convinti di essere buoni e “migliori” degli “altri”. Ecco perché “ci vedo chiaro”: perché sono abbastanza onesto da ammettere che in certe situazioni certe cose, se non peggio, le farei anch’io, se avessi responsabilità politiche che per fortuna non ho. Fossi stato Mussolini, una volta che la Germania era dilagata in Europa credo che avrei anch’io attaccato vilmente la Francia per evitare che i tedeschi fossero i vincitori assoluti, cosa che li avrebbe portati poi a prendersi anche l’Italia pur se fascista. Certo però non avrei fatto la cazzata di invadere la Grecia, cosa che per fortuna ha permesso all’Urss di schierare l’imbattibile generale Inverno. Se devo dirla tutta, non avrei avuto neppure la debolezza di Hitler di lasciare che gli inglesi e non pochi loro alleati si mettessero in salvo imbarcandosi da Dunkerque per l’Inghilterra. I romani certe debolezze non le hanno mai avute (neppure gli Usa, a dire il vero). Per fortuna Hitler non aveva studiato – o non le aveva studiate bene – le guerre inglesi contro la Spagna e la Francia…. Lo avesse fatto, non avrebbe commesso quell’errore: lui voleva che l’Inghilterra accettasse la pace del fatto compiuto , ma l’avrebbe accettata meglio a testa recisa più che solo obtorto collo, condizione quest’ultima che agli inglesi piace molto poco.
Gli inglesi non lavorano per far crollare l’euro e l’Europa, però non ci mettono del loro sangue per evitarne il crollo e se questo dovesse esserci loro si saranno mossi in anticipo. Gli inglesi sono eminentemente pratici, perciò egositi. Come gli antichi romani fino a dopo i Flavii…
Fa male a non interessarsi di Israele, perché Isarele invece si interessa di tutto noi. Eccome! Lo sanno bene gli accademici inglesi che pur essendo ebrei non hanno timori nel firmare in massa contro la riprorevole politica sionista. Il che dimotra ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che un conto è essere ebrei e un altro essere sionisti. Così come un conto è essere cattolici, un altro essere crociati. Idem per l’essere islamici, che è diverso dall’essere jihadisti o talebani.
Un saluto.
pino
P. S. Dimenticavo: certe cose le ha già dette con chiarezza il segretario di Stato, sionista pure lui e anche lui premio Nobel per la pace, Henry Kissinger: per controllare il pianete bisogna controllare i territori della Via della Seta. Ergo….
Mamma mia quanta carne al fuoco, quasi mi si è fermata la digestione, ma con tutto quello che avete scritto negli ultimi post…. vorrei divertirmi ancora per qualche anno eheheh!!!!!
O devo cminciare a inchiodare porte e finestre, preparare scorte di cibo e acqua?………..scherzo , ma neppur tanto con questi cupi scenari descritti da Pino, meno male che qualche scettico nel blog mi conforta.
Caro CC,
io mi sono limitato a dire che secondo Magri, ed anche secondo me, non si può pretendere che la sinistra sappia già da ora come sarà il sistema “socialista” (chiamiamolo così per brevità) quando il capitalismo ci ha messo vari secoli per trovare la sua strada. Per altro una strada che, ora come ora, non sa più nemmeno lui dove porti.
Verso il socialismo, dico io da tempo (cioè verso un’economia pianificata), solo che non sarà quello dei popoli ma quello dei banchieri. Saranno i banchieri a pianificare l’uso delle risorse, proprio come dice il bellissimo messaggio n. 4 di Vox.
Un caro saluto U.
Caro Pino,
come ho detto varie volte un attacco all’Iran sarebbe imparabile. Tuttavia un’operazione come quella irakena mi sembra poco probabile, anche se gioca a favore della tua tesi il fatto che tutti i giacimenti iraniani siano posti in un’area alquanto ristretta e quindi facilmente conquistabile.
Pare però che finalmente i russi, e fors’anche i cinesi, si stiano muovendo. Certo è poca roba, ma la Russia rimane un paese fortemente armato anche se politicamente isolato. La Cina poi non parliamone: è isolata e neppure armata, nonostante gli ultimi sviluppi (stanno armando una portaerei).
Le carte non sono ancora del tutto giocate ma, attenzione: Israele ormai gioca in proprio ed ormai da tempo.
Un caro saluto U.
Perdincibacco, pensavo che certi malvezzi fossero unici del signor Popeye,ma mi rendo conto di essermi sbagliato.
Anche il nostro alano con voce da pechinese è dotato di scarsa fantasia: copia. Copia le critiche e perfino le espressioni. Mah …. Poverino!
E’ che quando ci si fa prendere dalla rabbia si diventa ciechi. U.
x U…lulato
continui pure ad ululare, ed a rodersi il fegato gia’ roso dalle libagioni…
sinceramente, la compiango, fa pena
Peter
x Uroburo
Infatti. Israele gioca in proprio e cerca di mettere gli Usa e l’Occidente di fronte al fatto compiuto. Netanyahu non ha attaccato ancora l’Iran SOLO ED ESCLUSIAMENTE perché lui e qual mascalzone di Lieberman non hanno ancora la maggioranza nel governo a favore dell’attacco, per il quale tifa anche gran parte del rabbinato. Una serie di alti ufficiali hanno firmato una protesta scritta contro l’invadenza e il ruolo del rabbinato ortodosso militare perché “sta stravolgendo l’identità delle forze armate”. Anche i capi dei servizi segreti sono contrari all’attacco contro l’Iran, che definiscono “una follia”. Ma, come ho scritto più volte, Netanyahu ha troppo il dente avvelenato dal desiderio di vendicare la morte di suo fratello Jonathan, il cui nome è stato dato alla fondazione Usa che ha teorizzato la “guerra al terrorismo” e poi lo “scontro di civiltà”. Se la maggioranza del governo cambierà atteggiamento schierandosi per l’attacco all’Iran, un secondo dopo Netanyahu ordinerà una serie massiccia di bombardamenti aerei.
Leggendo il libro “Giacomo il fratello di Gesù” di Eisenman, sionista di ferro, e rileggendosi i libri di Giuseppe Flavio “Guerre giudaiche” e “Antichità giudaiche” si capisce meglio cosa e perché sta succedendo ed è probabile che succederà: è il replay delle guerre in Giudea prima dei Maccabei contro “i greci” e poi degli zeloti, esseni, sicari, qumramiti e altri fanatici contro i romani, conlcuse con la rivolta di Bar Kosiba che più o meno nel 170 indusse Adriano a cambiare perfino il nome di Gerusalemme in Aelia Capitolina e quello della Giudea in Siria Palestina, ponendo fine alla locale storia ebraica.
La cosa pazzesca, ma significativa, è che mentre in Giudea si perdeva tempo in fanatismi religiosi e guerre varie – il tutto per continuare la pratica della circoncisione! – in Egitto i “greci”, cioè i Tolomei, svilupparono un sapere elevatissimo grazie al potere di attrazione di Alessandria e alla sua formidabile biblioteca. Anche nella Siria “greca” il sapere scientifico faceva grandi passi. Del mondo alessandrinista nato grazie ad Alessandro Magno, la Giudea era la macchia nera dedita alle rivolte dei fanatici anziché allo studio e alla ricerca come nel mondo attorno. Vedere come viene incensata da studiosi come Eisenman e sionisti arabofobi vari mette i brividi.
‘Notte.
pino
x Peter e Uroburo (in ordine alfabetico)
Signori, vi prego! Contegno. Un passo indietro da parte di entrambi, rinunciando agli insulti.
Grazie.
Un saluto a tutti e due.
pino
Per PINO
Ma io non ho scritto insulti.
Peter ha detto di avere il fisico di un alano ed io penso che abbai con la vocetta fessa dei pechinesi.
Per il resto trovo che questo suo definire patetici praticamente tutti sia un comportamento cialtronesco.
Tutto qui. TI pare che possa aver voglia di litigare con quello che mi sembra essere solo un rilevante pistola?
Un saluto U.
x Pino
eppure io trovo, effettivamente, PATETICO che quel vecchio signore dica che lui non esprima insulti…dopo che da giorni non fa che insultarmi.
E’ una mia illazione che beva troppo, ma da sempre e’ sul blog un grande esperto di libagioni alcoliche, su richiesta o ‘motu proprio’. Il che andrebbe mano nella mano col suo comportamento talvolta cosi’ puerile e ‘mercuriale’ , se mi intende.
Trovo singolare che mi dia del ‘pechinese’, ho cercato di fargli capire che per la mia stazza sarei piuttosto un alano, e se quel tale mi incontrasse faccia a faccia se ne starebbe bono senza ul…, ehm, inveire in modo un po’ irritante…
Verso per verso, a me lui pare un lupo solitario, e forse spelacchiato, che ululi nella steppa. Metaforicamente parlando
Peter
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Uroburo non insulta mai….
Anita
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Siamo a un passo dal duello??? Beh se vi serve un arbitro ho la domenica libera….M.
E’ una mia illazione che beva troppo, ma da sempre e’ sul blog un grande esperto di libagioni alcoliche, su richiesta o ‘motu proprio’ Peter
caro Peter
lungi da me l’idea di difendere ” le sparate” di Uroburo con le quali inanella i suoi post , dedicate soprattutto a chi osa pensare con la sua testa e ovviamente risparmiate ai suoi compagni di brasati!!!
Ma lei gli dà dell’ubriacone semplicemente perchè è appassionato del buon bere…che è sempre nemico del “bere smodato”.
Lei parla come un meridionale che da troppo tempo vive nella patria degli smodati della birra e del whisky.
Anche nel meridione hanno imparato a vinificare con eccellenza e questo lei lo dovrebbe aver sentito dire…tutti ubriaconi?
Inoltre lei è rimasto al fiasco del vecchio clinton scassafegati, pare nulla sappia dei rossi piemontesi e toscani e dei bianchi triveneti…potrei continuare lungo lo stivale.
Vinificare o distillare…me lo permetta…parla di terra, di pioggia, di sole, di fatica e amore per il lavoro fatto bene…e cosa che non guasta …parla di PIL!!!
Conosco molti vignaiuoli…quando parlano del loro vino…parlano di poesia …di arte ,altro che ubriachi!
Molti vigneti sono circondati da roseti…altri da macchie odorose…chissà perchè?
Per capire ci sono dipinti eccelsi, poesie, scritti vari…ma potrebbe almeno riguardarsi, da Fantasia di Disney , la sesta di Beethoven con Bacco, i liocorni, gli elfi ecc.ecc.
Comuque secondo me quando Uroburo parla di vini sono gli unici momenti che non ha bisogno delle pilloline…eh,eh,eh!
Ps : riflessione personale: friulani e veneti passano per ubriaconi perchè usano come aperitivo il “tajut” o l'”ombra”…
in meridione ho visto mandar giù campari come acquetta…ma il campari acquetta NON è…e chissà che porcate ci sono in quel bel rosso brillante!!!
buonagiornata
Sylvi
2PS x Peter
Il Ribolla Cravner che Marta ha bevuto si porta dietro una storia di ricerca paziente della barbatella autoctona che stava per sparire.
Si porta dietro la guerra del vignaiuolo contro le pietre del Carso, contro la Bora che spazza via tutto con sè, contro una storia di guerre che fa sempre ricominciare tutto da capo…
Poi c’è la ricerca delle anfore, che nel caso, vengono dal Caucaso…
la loro messa a dimora,
l’affinamento in botti di rovere…e l’attesa …l’attesa paziente di chi sa che bisogna dare tempo alla natura.
C’è il lavoro, nel senso più alto!!!
Sylvi
3 PS.
Rileggendo ho piazzato qualche pronome relativo da matita blu.
Me ne scuso!
Sylvi
x Sylvi
la ringrazio, suppongo…pero’ osservo che lei e’ molto incline a giudicare praticamente qualunque cosa su di un piano, ed un’ottica, geografici, per non dire ‘etnici’, ed in questo e’ un tantino datata…
E poi, se io fossi il meridionale a disagio nella patria dei bevitori di birra e whisky, dovrei allora inferire (non infierire, badi…) che i settentrionali italici si sentirebbero invece qui quasi come a casa loro?…sillogismo, sillogismo…
Per l’esattezza, il whisky e’ molto popolare in Scozia, da queste parti molto di meno.
Lei ha ragione, di vini in genere mi intendo poco, comunque ho un gusto, e se il vino e’ buono o meno buono lo giudico assaggiandolo.
Mi inchino comunque di fronte alla sua appassionata conoscenza in materia, sia detto senza alcuna malizia
buona giornata a lei
Peter
x Sylvi
ci tengo a precisare che al Sud si producono ottimi vini da tempo immemorabile…per la precisione dall’epoca greco-romana, trascurando la preistoria.
Quando altrove, se andava bene, bevevano cervogia e si dipingevano la faccia di blu…
un saluto
Peter
x Peter
Guardi però che la birra, che anche per me è inferiore al vino sotto vari profili, ha avuto una enorme inportanza anche culturale. Era talmente importante che ha finito col dar vita al verbo bere. I mesopotamici ne avevano di tanti tipi. E poi la birra è la versione liquida del pane, il quale è a sua volta la versione solida della birra. La centralità del pane nella storia è nella cultura del genere umano è fuori discussione. Bene, tra il pane e la birra, che in Mesopotamia si facevano entrambi con l’orzo, c’è in definitiva solo una differenza di quantità d’acqua nel preparare l’uno e l’altra. La birra deve essere nata come conseguenza o scarto di lavorazione del pane. Qualche donna, perché erano principalmente loro a preparare il pane, si deve essere accorta che l’orzo lasciato a macerare in acqua fermentava, dando origine a un liquido un po’ inebriante.
Bevo raramente alcolici, e la birra non m’è mai piaciuta, forse perché usanza nordica e io sono un terrone. C’è stato un periodo però in cui la bevevo volentieri, grazie alla mia compagna milanese divenatata in seguito mia consorte. Ma preferivo le birre ad alta gradazione, tale che non sfigurava di fronte al vino. Molti anni prima, universitario inconcludente e lavoratore a Padova, bevevo volentieri una birra francese, la Pelfort 43, della Pelican (o Pelikan?), che mi pareva sapesse un po’ di liquirizia. Non l’ho mai più trovata, neppure in Francia. Gli intenditori mi dicevano che come birra era una schifezza. Ma gli intenditori, in qualunque campo, non mi hanno mai entusiasmato. Troppo “tecnici”, perciò freddi di cuore. Un conto sono gli esperti, un altro gli intenditori.
Un saluto.
pino
Caro Pino,
farà piacere un bel mazzo di rose
e anche il rumore che fa il cellophan,
ma una birra fa gola di più
in questo giorno appiccicoso di caucciù.
Ciò detto i crucchi sono intenditori di birra come noi lo siamo di vino: ogni paese ha la sua cultura e le patate non sono nè meglio nè peggio della pasta.
Poi ci sono quelli, che a me sembrerebbero dei rilevanti pistola, che, popeyanamente, confondono un interesse con un vizio. Ma questo fa appunto parte di quello spirito ciecamente polemico che scatta non appena si va a toccare qualche nervetto scoperto. Sapevamo che finocchi e terroni erano argomenti tabù; adesso ci aggiungiamo puro l’Inghilterra ed il porre fine alla propria vita. Che noia!…
Un saluto U.
caro Peter,143
pare che già Noè si fosse presa una sbronza…che cosa avesse bevuto esattamente non si sa.
E i greci e i romani bevevano vino annacquato…pare che a volte fosse più simile all’aceto o esageratamente dolce edulcorato con miele.
Ma non ho approfondito l’argomento sulla base di documenti inoppugnabili.
Al Sud, fino a qualche decina di anni fa , si beveva male, nel senso di vini ricavati da uve cotte al sole, che davano vini di alta gradazione e non calibrati.
Infatti venivano usati al Nord per rinforzare i nostri vini deboli.
Così mi dicevano produttori….ma non sono addentro all’argomento.
L’anima ad un vino è data dal terreno più o meno ghiaioso, dalla formazione geologica, dalla posizione geografica e metereologica.
Dalla scelta della quantità di grappoli da lasciare a maturazione ed infine dalla vinificazione vera e propria e dal riposo del vino.
Detto in soldoni!
L’etnia che lei tira fuori, non c’entra con la geografia, questa sì fondamentale per dare a ogni vino la sua anima.
E’ certo che gli italiani hanno imparato a vinificare dai francesi…adesso pare che l’allievo superi a volte il maestro!!!
Comunque i romani bevevano birra e spendevano un sacco per farsela mandare. e soprattutto d’estate la preferivano al vino.
Si costruivano le “ghiacciaie” per tenerla al fresco.
Sicuramente non la bassa plebe!!!
La mia “ottica geografica” deriva da uno studio corretto della Storia che non può prescindere dalla Geografia fisica.
Sylvi
x cc 90
…comprendo che per te il principio dialettico e il fatto che esistano contraddizioni logiche nel discorso, siano elementi “oscuri”,ma ti assicuro che l’intera scienza naturale è basata su questi principi.CC
caro cc
mio marito voleva che andassi con lui all’Assise di Confindustria…
ho preferito non andarci perdendo l’ennesima occasione di comprendere ” che l’ntera scienza naturale è basata sui principi dialettici e sulle contraddizioni logiche” di cui tu mi rendi edotta.
Più …tu dici che io pontifico e straparlo…no, mio caro!!!
Ho evitato accuratamente di commentare il post dell’Ingegnere comunista e soprattutto le tue sbrodolate a proposito di suicido ed eutanasia.
Ancor di più tacqui sulla figura umana e politica di Magri. Per rispetto! Non perchè non avessi da dire.
Purchè però non si voglia ergerlo ad esempio e a maestro universale!!!
Stop; non parlo più!
La TUA “logica” non si è fermata; la MIA sì!
Sylvi
USA: PASSA AL SENATO LA NUOVA LEGGE SULLA
DETENZIONE ILLIMITATA E SENZA PROCESSO
Se gli americani pensavano che Guantanamo non li riguardasse, che fosse solo una cosa “per gli altri”, per i “musulmani”, i “terroristi” (o solo sospettati di esserlo), presto potrebbero assaggiare la stessa minestra e capire che nessun male riguarda solo “gli altri”.
Una cosa che va contro il buon senso, contro la legge di diritto e contro un essere umano, se non viene fermata sul nascere quando ancora riguarda “gli altri”, prima o poi finirà per riguardare tutti.
Com’era da aspettarsi, vista la tendenza iniziata coi vari Patriot Act e con la generale indifferenza degli statunitensi, il disegno di legge che considera “zona bellica” anche il territorio statunitense e che consente l’arresto e la detenzione senza giusta causa, senza processo e senza limite prestabilito (per esempio, 48 ore), è passata a larga maggioranza al senato (93-7).
Questa legge, teoricamente, mirerebbe ai soliti “terroristi”, ma nella pratica si intende per tutti i cittadini che fanno quello che il governo non vuole, come protestare, scioperare, manifestare, occupare. Non è un caso che sia passata proprio adesso, quando il movimento Occupy Wall Street è cresciuto e si è diffuso in tutta America ed Europa.
http://www.prisonplanet.com/indefinite-detention-bill-passes-senate-93-7.html
‘Indefinite Detention’ Bill Passes Senate 93-7
The Senate last night codified into law the power of the U.S. military to indefinitely detain an American citizen with no charge, no trial and no oversight whatsoever with the passage of S. 1867, the National Defense Authorization Act.
… Though the White House has threatened to veto the bill, the fact that Obama administration lawyers yesterday reaffirmed their backing for state sponsored assassination of U.S. citizens would suggest otherwise. Not voting for the bill, or in other words upholding the oath to protect the Constitution, has been described over and over again as “political suicide”…
As Spencer Ackerman highlights, the bill completely violates the sixth amendment in that it allows American citizens to be locked up indefinitely, including in a foreign detention center, without any burden of proof whatsoever. An American merely has to be declared a terrorist and they can be abducted off the streets and never seen again.
by Paul Joseph Watson
Prison Planet.com
Infatti:
La legge passata al senato (numero 1867) permetterà ai militari di arrestare e assassinare coloro che protestano contro il governo.
http://www.prisonplanet.com/occupied-america-senate-bill-1867-would-allow-u-s-military-to-detain-and-murder-anti-government-protesters-in-american-cities.html
Senate Bill 1867 would openly “legalize” the U.S. government’s detainment and murder of anyone who holds a so-called “anti-government” point of view.
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Quando al potere c’è un’oligarchia (nella fattispecie, finanziaria e industriale) che sfrutta la maggioranza della popolazione e crea leggi che impediscano il dissenso, che puniscono con la detenzione, la tortura o la “sparizione” coloro che protestano, si ha il fascismo. Magari, da esportare anche quello.
VIDEO
Buffo e primitivo, ma vero
http://www.youtube.com/watch?v=H6b70TUbdfs&feature=youtu.be