“Un pezzo di Palestina è in Libano”

“Un pezzo di Palestina è in Libano”, ci scrive la mia amica Stefania Limiti in questo breve reportage da lei intitolato “Voci dai campi profughi dove si vive in condizioni estreme. Con la grande illusione che Israele, paese che occupa militarmente terre di altri, voglia costruire la pace”. Avrei dovuto partire con Stefania e un gruppetto di volenterosi, ma occuparmi del libro per don Andrea Gallo “Non uccidete il futuro dei giovani!”, che arriva in libreria sabato prossimo, mi ha assorbito talmente da avermi impedito, oltre ad anche un solo giorno di ferie, di tornare in Libano. Leggiamo cosa ci scrive Stefania:

Scrivo questo post di ritorno da Beirut, dove il Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila ha portato la solidarietà ai rifugiati della Palestina.
Un pezzo di Palestina è in Libano. Oltre cinquecentomila persone, cacciate dalle loro case nel 1948 e poi nel 1967, vivono in circa dodici campi profughi sparsi nel paese dei Cedri, oggi alle prese con una difficile sfida per difendere la propria indipendenza e per superare l’eredità coloniale.
Nel 2003 l’ufficio centrale di statistica palestinese (Pcbs) calcolava che nel mondo ci sono 9.6 milioni di palestinesi: quasi cinque milioni (4.8 per l’esattezza) quelli della diaspora – una delle grandi tragedie del ‘900 completamente rimossa – che vivono in Giordania, Libano, Siria ma anche in altri stati arabi, Europa e Stati uniti: un milione e centomila vivono in Israele, i cosiddetti «arabo-israeliani», 3.7 quelli che risiedono nei Territori occupati – 380 sono le scuole gestite dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, un dato che segnala la gran quantità di bambini palestinesi costretti ad affrontare lo studio in condizioni di grande difficoltà.

Ciascun palestinese della diaspora, in genere, spera di poter tornare a visitare un giorno, o a vivere, nella terra dove loro o i loro cari sono stati cacciati. Il loro caso non compare in nessuna agenda internazionale. In particolare, le autorità del Libano, dove i palestinesi da sempre hanno segnato con la loro cultura e il loro protagonismo la vita del paese, portando progresso ma anche le inevitabili divisioni, vorrebbero volentieri disfarsene: non a caso la competenza su di loro è assegnata al ministero dell’Interno, come fossero un fatto di ordine pubblico e non a quello degli Affari sociali. I Palestinesi in Libano sono stranieri di serie b, senza la possibili di andarsene: non hanno neanche un passaporto ma solo la carta rilasciata dall’Onu che attesta il loro status di profugo. Come risolvere la grande questione dei rifugiati, se non riconoscendo il loro diritto al ritorno, proprio come prevede la risoluzione dell’Onu numero 194? – strano caso del destino, lo stesso numero d’ordine che verrebbe assegnato allo Stato palestinese, se venisse riconosciuto dal Palazzo di Vetro il suo diritto alla esistenza.

Pensate: la validità di quella risoluzione (che stabilisce il diritto al ritorno e al risarcimento economico e morale dei profughi della Palestina) è stata riafferma da ben 120 votazioni nel corso di questi anni – anche se, più delle tre cifre, colpisce il fatto che è stata sempre, pervicacemente, disattesa. Fu approvata l’11 dicembre del 1948, verso la fine della guerra arabo-israeliana ed esprime apprezzamento per gli sforzi dell’inviato delle Nazioni Unite Folke Bernadotte dopo il suo assassinio da parte dei membri della Banda Stern.
Uno dei grandi interrogativi che pesa sulla iniziativa diplomatica dell’Autorità palestinese riguarda i confini: come chiamare Stato il residuo delle terre di Cisgiordania e Gaza, prive di contiguità territoriale, rosicchiate dagli insediamenti israeliani che hanno ridotto progressivamente i confini della Palestina stabiliti nel 1967? Ma l’interrogativo che angoscia i rifugiati riguarda la loro esistenza: se il riconoscimento dello Stato palestinese li dimenticasse, ci ha spiegato a Beirut il ricercatore indipendente Jaber Suleiman, del Gruppo Ritorneremo, (autore di Marginalised Community: the case of Palestinian Refugees in Lebanon, edito dal Development Research Centre on Migration, Globalisation and Poverty, aprile 2006) allora non sarebbe un evento da salutare con entusiasmo. Per Talal Salman, stimato intellettuale libanese, direttore di As Safyr, uno storico giornale indipendente di Beirut, i negoziati sono una perdita di tempo: Israele non ha nessuna intenzione di fare la pace, gli Stati Uniti non hanno intenzione di convincerli, e senza una soluzione per loro, i rifugiati, non si chiuderà mai la piaga dell’occupazione.
I profughi in Libano vivono in condizioni davvero estreme ma non rinunciano alla loro dignità e alla loro storia: nei campi accolgono le delegazioni con le musiche tradizionali cantate da ragazze e ragazzi in abiti tradizionali, allevano i loro figli cercando di preservarli dall’angoscia che nasce quando non c’è futuro, e di strapparli alla rapacità di alcuni gruppi di terroristi radicali, un fenomeno controllato ma non certo inesistente. E pensano alla loro Palestina le giovani educatrici che organizzano i corsi anti-violenza per bambini e donne del campo di El Buss, nel sud del Libano, i medici e gli insegnanti che si prendono cura della gente in ogni misero campo o gli attivisti dalla Ong Beit Atfal Assoumud (partner del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila nel viaggio), un poderoso, laico argine, insieme al suo leader, Kassem Aina, al lavoro dei gruppi estremisti fondamentalisti.
In questi giorni, alla vigilia del dibattito sulla risoluzione presentata dall’Autorità palestinese che chiede di essere riconosciuta come Stato, colpisce la violenza di alcuni commentatori ospitati dai maggiori quotidiani italiani i quali hanno spesso un argomento su cui poggiare la loro invettiva contro l’esistenza di uno Stato palestinese – pur sapendo che non c’è più terra disponibile per realizzarlo, se Israele non si ritira dai propri insediamenti: tirano fuori le “offerte israeliane di pace”, un mito creato a tavolino, insieme ad una massiccia offensiva mediatica contro il presidente Yasser Arafat, indicato come il responsabile del fallimento del negoziato e del rifiuto delle “proposte di pace”  di Ehud Barak. Un’interessata bugia per nascondere il nodo del conflitto: il fatto che Israele non intende affatto tornare ai confini del 1967 e restituire ai palestinesi quel misero 23% costituito dai territori occupati. Piuttosto vuole annettersi circa la metà della Cisgiordania e concentrare gli abitanti arabi in bantustan, attorno ai centri abitati e ai villaggi, separati gli uni dagli altri e circondati dalle truppe israeliane. In altri termini Tel Aviv punta all’annessione del «massimo di territorio con il minimo di arabi». Robert Malley, membro del team Usa a Camp David, oltre alle critiche di noti commentatori israeliani come Meron Benvenisti e Uri Avnery, sostenne in quei giorni di attivismo del presidente Clinton che Yasser Arafat aveva più volte messo in guardia Bill Clinton sui pericoli di un vertice convocato senza un’adeguata preparazione soprattutto dopo che il premier israeliano Ehud Barak si era rifiutato di attuare una serie di precedenti accordi firmati tre mesi prima con l’Autorità palestinese, come il terzo ritiro parziale dalla West Bank, il trasferimento all’Anp di tre villaggi vicini a Gerusalemme est e la liberazione di 1500 prigionieri palestinesi. Il presidente Clinton riuscì infine a convincere Arafat ad andare a Camp David, dove non vi fu alcuna proposta scritta da parte di Ehud Barak dal momento che le presunte offerte furono presentate come vaghe «idee dei mediatori Usa», promettendogli, inutilmente, che, se il summit fosse fallito nessuna delle parti in causa, a cominciare dagli Usa, avrebbe potuto gettarne la responsabilità sulle altre. A dieci anni dal quel falso negoziato, siamo ancora alle prese con una grande illusione: quella della volontà di Israele, paese che occupa militarmente terre di altri, di costruire la pace.

184 commenti
Commenti più recenti »
  1. sylvi
    sylvi says:

    Ieri, alla Barcolana, giornata splendida.
    Il golfo di Trieste, l’ho visto da lontano , da un terrazzo, era un colpo d’occhio incredibile, se non commovente.
    1800 barche di tutte le misure!
    Ha vinto l’Europa, cioè Esimit Europa che, con il permesso della Commissione europea, batteva bandiera blu con le stelle.

    Sulla randa però un’enorme scritta GAZPROM…mah!!!
    Sulle rive una marea di gente che soltanto a vederla da lontano portava a un attacco non so se di claustrofobia o a un desiderio di buttarsi in acqua per sfuggire alla calca!
    Comunque uno spettacolo che merita visto almeno una volta!

    per CC

    Ho guardato i fogli del Censimento che presto dovremo completare.
    Ti chiedono, oltre al resto, dove è nato tuo padre e tua madre…cioè che cittadino sei…!!! Appunto!!!
    I tuoi doppi uteri, per spiegare i centomila, che TU hai dichiarato mancassero all’appello (rileggiti) fra il censimento austrougarico e quello italico te l’ho spiegato e pure chiaramente…mi pareva…
    Ho parlato di plurilingui e plurinazionali che con il formarsi dei nazionalismi hanno dovuto, per forza, andare o di qua o di là.
    Gli austroungarici non chiedevano la nazionalità, chiedevano piuttosto dove abitavi..e anche quante vacche, pecore, gatti, cani avevi…non che lingua parlavi!!!
    Non che non ci fossero i nazionalismi fra gruppi etnici, e che l’Austria forse cercava di non accorgersene, o di sopire il fenomeno.
    Questo comunque è stato sempre il problema di queste terre che credo sia difficile da capire per chi non vive in confini complicati.

    Che tu esca coi doppi uteri…mah,mah,mah!

    Sylvi

  2. Tony
    Tony says:

    @Sylvi

    ma sei delle mie parti?
    anch’io ho notato quella scritta Gazprom.
    solo che mi go godudo come una bestia ;-)P

    perfetta anche la replica a CC (non ho letto cosa ha scritto ma quello che hai scritto tu lo quoto 100% e – dove e’ nato tuo padre e tua madre : me gira za le bale….)

    e cari saluti a Pino
    da un lettore ormai fidelizzato

  3. Tony
    Tony says:

    x Pino :

    tirano fuori , un mito creato a tavolino, insieme ad una massiccia offensiva mediatica contro il presidente Yasser Arafat, indicato come il responsabile del fallimento del negoziato e del rifiuto delle di Ehud Barak.

    manca un pezzo?

    grazie e ciao

  4. Controccorrente
    Controccorrente says:

    x Sylvi

    Che anche dalle parti dell’Est,ci siano strane conte, l’ho appreso iersera, guardando la TV con il programma di Jacona.
    Pare che in Otalia, tutto si moltiplichi miracolosamente, quando si conta a Roma come nel 21 direi…(dopo si moltiplicarono pure le baionette fino ad 8 milioni)
    La bella signora anziana del trentino mi pare…si è improvvisamente trovata proprietaria di 30.000 vacche,quandi in realtà ne ha 5 nella bellissima piccola stalla del paesotto stile antico.
    Si, in effetti mi pare perfettamente in linea con l’andazzo otalico degli ultimi anni anni..L’unica cosa che si moltiplicano in Otalia ,sono le vacche!
    Dalle baionette alle vacche !

    QuastoToni,poi, è strepitoso,…direi un vero “animale” da Blog,riesce a darTi ragione “quoto” senz<a aver letto un rigo di quello che ho scritto !!!(per sua stessa ammisssione)
    Un pò come la nostra storia del censimento del 13 al posto del 10,e del"ben altro" mai certificato…in sostanza non Ha letto nulla , mi pare di ricordare ecte,ect.".(non era Varazze non era San Remo e forse non era nemmemo quella volta lì,)..
    In sostanza,tra tutte e due, siete sicuri che avete visto la "barcolana" e non invece una regata sul Lago di Garda ?
    Certo che Voi all'Est ultimanmente ,siete proprio dei tipi strani!!!

    cc

    nb_ sto consultando un Vocabolario etimologico delle mie parti , infatti il vocabolo "toni" dalle mie parti vuol anche significare "altro".. Te propri an toni", ma non ne sono sicuro…devo fare delle ricerche , ma adesso non ho tempo..!!Poi vi dirò !

  5. Controccorrente
    Controccorrente says:

    X Pino

    Bello il pezzo sulla Palestina,ma sei sicuro delle “conte”di palestinesi in Palestina e fuori ?
    Sai ultimamente, sono confuso sulle Conte..ognuno conta Filosoficamente ..secondo gli zii e i bisnonni !!

    cc
    In Austria -Ungheria se ho bel capito se dicevi che eri Algerino loro ti contavano come tale …si fidavano sulla parola i “solerti funzionari”…sempre meglio però ,dei conti ministeriali sulle VACCHE,,gli fanno dire MUU e poi contano !!
    Se dici MUUU sei una Vacca extra-comunitaria, se dici UHMMMahhh sei una vacca di arcore !!
    Questione fonetiche!!

  6. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Sylvi,
    ho riletto ma non mi pare che sia io ,quello che ha affermato per primo la storia dei 100.000Sloveni in più !
    In prima battuta ho dato i dati di tabella ,senza commenti !

    Poi leggendo meglio ho capito come contavano i Solerti funzionari austro-unni .. :

    ..Gli austroungarici non chiedevano la nazionalità, chiedevano piuttosto dove abitavi..e anche quante vacche, pecore, gatti, cani avevi…non che lingua parlavi!!!

    Dal che si deduce ,che Milano è una città Calabrese, e che io al Censimento in corso , porterò il Mio gatto per essere interrogato!
    Dipende dal Miao ed Io sono Cinese !

    cc

  7. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Incredibile Gelmini…
    —-
    So che non esiste un tunnel da Ginevra al Gran Sasso, ho visitato il Cern e non ho visto tunnel. Bastava mettere quella parola tra virgolette e aggiungere tecnologico, il “tunnel tecnologico dentro il quale SONO VIAGGIATI i neutrini”.
    —–
    QUANDO SI DICE ..PER RIMEDIARE AD UNA CAZZATA se fa un’altra peggiore…
    Concludendo dove sono viaggiate le cazzate dei Quoti e dei Quozienti ?

    E meno male che “questa” è andata Squola dalle Suore !
    Figurarsi se andava in una Squola pubblica !!!

    ehheccc!!

  8. Tony
    Tony says:

    @CC

    cala la cresta picio…

    dicevo solo che sono d’accordo con Sylvi sul fatto che l’Austriaungheria era un paese plurilingue e multietnico dove negli uffici pubblici dovevi saper parlare tre lingue ,altro che ‘qua no se parla s’ciavo’ come da nostra IDIOTA destra locale.

    ma tu che ne sai?
    di dove sei fenomeno? Padania?

    e animale lo vai a dire a qualcun altro,picio.

    ma varda questo…

  9. sylvi
    sylvi says:

    Con i “i miei” numeri risulta semplicemente dal censimento del 1910 che gli Italiani erano circa 100.000 in meno su un totale di complessivo di 900.000 nella conta delle popolazioni della Venezia-giulia acquisita dagli Italiani dopo la Prima guerra Mondiale.
    Sempre secondo quel “benedetto censimento Austro-ungarico , fatto dai solerti funzionari austro-ungarici di “provata efficienza”,sostanzialmente mi aspetterei da te BEN ALTRO a confutazione dei soli “aridi “numeri da me esposti e null’altro visto che io ho parlato solo di numeri e non di altro. CC

    Caro CC

    anche facendo una attenta analisi del testo , quei centomila in meno del 1910 rispetto alla conta “acquisita dagli Italiani dopo la IGM” tu come la interpreti??

    Toni ha semplicemente capito quello che intendevo dire…perchè abita da queste parti, proabilmente!
    Non so che BEN ALTRO ti aspettavi…sai …non ho fatto altro che rispondere alle domande nella mia vita…
    ma non c’è peggior asino di chi non VUOL capire!!!
    Soprattutto sui censimenti!!!

    Tu scriverai il luogo di nascita di tuo papà e tua mamma???

    Io sto pensando…se metto mio padre nato a Napoli e mia madre nata a Lecce…come pensi che l’ISTAT cataloghi le mie origini???
    Almeno gli austroungarici misuravano la tua ricchezza con le vacche, …e contemporaneamente facevano il censimento bovino!!!
    E anche delle PERSONE ( non crucchi, slavi, veneti) che abitavano un dato territorio.
    Ma capisco che il concetto ti sia ostico!!!

    PS: odi, odi…sulla Gelmini ti do assolutamente ragione!
    Da noi si dice: pezo el tacon del buso!

    Sylvi

  10. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Por Toni,

    gho deto “animale” da Blog, ze tu non capisi , non capisi..
    Però pissi assai lungo Toni !!
    Quoto el Quosiente intellettivo ciò !

    tuo cc

  11. Tony
    Tony says:

    @ Controcorrente

    pisso lungo perche’ lo go lungo,picio.

    te vol far gara?
    ocio a no farte mal….Einstein…

  12. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Gho capio, sei un legaiolo volgAROTO DEL CAZO !
    mA VA BEN LO STESO POR tONI !

    tuo cc

  13. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    scusa , ma questo è un campione del “livello medio”, del blogghista tipo delle tue parti ?

    cc

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Tony

    E’ tutto molto ben raccontato nel libro della giornalista e docente universitaria Tania Reinhart “Distruggere la Palestina”. Di “saltato” gli israeliani se ne intendono. Molto.
    Un saluto.
    pino nicotri

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC

    Stefania Limiti è molto scrupolosa, i dati li ha controllati alla fonte.
    Un saluto.
    pino
    P. S. 1) – Non venderti l’ombrello pieghevole che ho dimenticato nella tua macchina long time ago….
    2) – Saluti da Ipazia.

  16. NENA NEWS - SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI ISRAELIANE: CRESCONO ADESIONI E SOLIDARIETA’
    NENA NEWS - SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI ISRAELIANE: CRESCONO ADESIONI E SOLIDARIETA’ says:

    SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI ISRAELIANE: CRESCONO ADESIONI E SOLIDARIETA’
    Sempre più prigionieri e cittadini si stanno unendo allo sciopero della fame dichiarato due settimane fa da una cinquantina di detenuti nelle carceri israeliane. Nonostante le sparute concessioni dell’Amministrazione carceraria, le condizioni dei “detenuti di sicurezza” restano difficili.

    Di GIORGIA GRIFONI, Betlemme (Cisgiordania), 10 ottobre 2011, Nena-News. E’ giunto al quattordicesimo giorno lo sciopero della fame portato avanti dai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e sempre più persone, detenuti e non, si stanno unendo alla protesta.

    Dopo alcune manifestazioni di solidarietà tenutesi il 7 ottobre scorso nei Territori occupati, in Israele e in qualche città europea come Londra e Bruxelles, alcuni attivisti palestinesi e internazionali hanno lanciato una giornata di sciopero generale in tutta la Cisgiordania per mercoledì 12 ottobre, che sarà seguita da manifestazioni nelle città palestinesi venerdì 14 ottobre. A Haifa, una decina di giovani campeggiano da due giorni senza mangiare in Ben Gurion Avenue per incoraggiare i prigionieri a resistere. A Nablus, un gruppo di ex-detenuti ha iniziato uno sciopero della fame cinque giorni fa. E a Gaza, alcuni palestinesi e attivisti tra cui Silvia Todeschini dell’International Solidarity Movement, stanno partecipando alla protesta.

    Una solidarietà popolare che viaggia però accanto al silenzio politico: alla richiesta da parte di alcune associazioni palestinesi di prendere una posizione pubblica in favore della protesta dei detenuti, il presidente palestinese Abu Mazen si sarebbe rifiutato. “Dopo vent’anni da Oslo– si chiede Murad Jadalah, ricercatore legale dell’organizzazione palestinese per i diritti dei prigionieri nelle carceri israeliane ”al- Dameer”– dove sono finiti i palestinesi? L’Autorità Palestinese è riuscita nel suo obiettivo: annichilire il popolo, piegare le sue motivazioni. Nessuno sta combattendo per chi è in prima linea contro l’occupazione: i seimila prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane”.

    Intanto, nelle prigioni la protesta guadagna nuovi aderenti. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, numerosi “detenuti di sicurezza” nelle carceri israeliane stanno programmando la loro adesione allo sciopero, molti dei quali sono palestinesi residenti nello stato ebraico. “Israele – continua Murad Jadalah- li definisce “detenuti di sicurezza” e non “prigionieri politici” quali sono, perché non riconosce l’esistenza di un’occupazione militare nei territori palestinesi: di conseguenza, non viene loro applicata la Convenzione di Ginevra e vengono loro negati molti diritti, quali l’assistenza familiare e legale”.

    Lo sciopero della fame è stato avviato il 27 settembre scorso da circa 50 detenuti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp) nelle carceri di Rimon e Nafha, a cui hanno aderito più di 200 prigionieri di altre fazioni politiche. Lo scopo della protesta è quello di migliorare le condizioni dei carcerati, condizioni che sono drasticamente peggiorate dopo la dichiarazione fatta nel giugno scorso dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: introdurre delle misure restrittive per i prigionieri palestinesi per far pressione sul governo di Hamas che da cinque anni detiene il soldato israeliano Gilad Shalit. Queste misure comprendono il divieto di studiare e di leggere, oltre all’intensificazione delle pratiche di isolamento dei prigionieri. I detenuti, dal canto loro, hanno avanzato una serie di richieste, tra le quali quella di poter studiare, di poter visitare gli altri detenuti e di non essere umiliati con manette a mani e piedi durante le rare visite che vengono concesse ai loro familiari.

    Punto focale della protesta è però l’isolamento, utilizzato spesso come forma di punizione collettiva da parte delle autorità israeliane, ma non solo: alcuni detenuti sono bloccati in celle di 2,5 metri per 2,5 da circa 10 anni. Nonostante le autorità carcerarie israeliane abbiano acconsentito ieri ad alcune concessioni – permesso di guardare le televisioni satellitari, visite dei parenti senza manette, possibilità di incontrare altri prigionieri e polli serviti interi invece che tritati- la fine esse sembrano decise a non cedere sulle pratiche di isolamento.

    Una rassicurante dichiarazione è stata emessa ieri da parte delle Amministrazione carceraria israeliana sulle buone condizioni di salute degli scioperanti e sulla situazione di apparente calma nei centri di detenzione. Ma secondo alcuni attivisti per i diritti umani, i soldati avrebbero tolto il sale ai prigionieri, “l’unico sostentamento per proteggere lo stomaco durante lo sciopero” come puntualizza Murad Jadalah. Sono stati segnalati altresì casi di maltrattamento dei prigionieri, alcuni dei quali sono stati picchiati dalle guardie carcerarie e costretti a correre in piena notte all’interno delle carceri.
    Nena News

  17. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    —–
    vuoi forse dirmi che gli Austro-unni …”Almeno gli austroungarici misuravano la tua ricchezza con le vacche, …e contemporaneamente facevano il censimento bovino!!!
    E anche delle PERSONE ( non crucchi, slavi, veneti) che abitavano un dato territorio”
    —–
    ..catalogavano secondo il criterio “geografico storico” per cui eventualmente se i dati del 10 sono veri,i territori della venezia giulia per gli Austro.Unni erano geograficamente e storicamente fuori d’Italia…ma allora è proprio una questione di Gusti prima Roma , poi Ostrogoti , unni vandali ,slavi ,uscocchi, napoletani veneziani…è proprio vero siamo tutti australopitechi , meno ovviamente UNO, che è rimasto scimmia !

    cc

  18. Tony
    Tony says:

    @CC
    acqua…acqua….
    e finiamola qua che ‘ meglio…
    [mai parlare con un imbecille;la gente potrebbe fare confusione]

    @Pino Nicotri
    nel pezzo che ho riportato dall’articolo – NELL’ARTICOLO – ci sono nelle due frasi dei segni di ‘maggiore’ e ‘minore’ (che se li metto qua nei commenti poi NON SI VEDONO una volta pubblicato il commento) che rendono le frasi incomplete.
    Segnalavo questo,non chissa’ quale pensiero recondito.

    saluti

  19. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Pino,

    l’ombrello l’ho riposto da qualche parte . sicuramente lo ritroverò.
    Purtroppo devo darti una terribile notizia , non so più dove ho riposto il tuo cappellino,ma te ne posso procurare uno Rosso della Fiom CGIL, se non ti fa schifo !
    In merito alla nostra comune amica Ipazia ,Ella, direbbe che il tuo Ombrellino in questo momento è inutile “da un punto di vista geometrico e di conformazione”al nobile “scopo” che ogni tanto “mi attanaglia la mente e il cuore,nel leggere certe considerazioni in giro per i Blog….da un punto di vista ogettivamente e puramente relativistico in questo momento mi sento un Einstein..!!
    Per cui temo di essere ricoverato da un momento all’altro insieme al mio amico Napoleone Bonaparte a filosofeggiare in compagnia di Socrate nel ex “buen ritiro” di Collegno!

    un caro saluto

    cc

  20. Controccorrente
    Controccorrente says:

    X Por Toni,

    hai proprio ragione, ma ti assicuro che nonostante la confusione è tutto molto chiaro per me !

    cc

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Tony

    Ah, ora ho capito. Mancavano le parole- riportate tra virgolette – “proposte di pace”.
    Un saluto e grazie della segnalazione.
    pino nicotri

  22. Controccorrente
    Controccorrente says:

    ps – x por toni

    E comunque mi è di consolazione apprendere da te, che non v’è bisogno di essere legaioli per essere imbecilli !
    Ma già lo sapevo !

    cc

  23. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi ,
    a proposito di censimenti…
    Una cosa risulta chiara : ” sotto il regno di berlusconi e bessi del nord,noi in Otalia abbiamo un problema nei censimenti..

    http://www.leggo.it/articolo.php?id=142609

    Per cui il consiglio è spostare la Gelmini alle Poste e mettere il Bossi ministro della p.i con sottosegretario “il trota ” !
    Sicuramente nel rimpasto salterà fuori la Padania , alla fine del censimento !

    cc

  24. Uroburo
    Uroburo says:

    Mah ….
    A me pare che CC abbia solo detto che secondo i dato dellì’ultimo censiomento austro-ungarico in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia gli italiani erano centomila meno degli slavi: cinquecentomila a quattrocentomila. Tutto qui.
    Il resto mi sembra solo un mal capito. U.

  25. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro pino,
    La Smemorata mi ha appena detto di essere stata ad Arcore e di aver riconosciuto Silvio come suo sposo legittimo!
    E’ un Gossip straordinario , non ti pare ?
    Puoi farlo tuo, io ti faccio da garante e da fonte attendibile !

    cc

  26. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    giusto per l’informazione:
    “picio” a Trieste NON è un insulto, che io sappia!
    Ma “por toni” mi pare non un complimento!

    Diciamo che sei partito lancia in resta ” siccome suoli”!

    Sylvi

  27. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    in gergo tecnico si direbbe una questione di “disambiguità “.
    Per esempio chissà cosa vuole dire “ciampornia” in Veneto ?
    Ma non mi pare di essere partito “lancia in resta” contro i mulini a vento, anche se amo Cervantes.

    cc

  28. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Però dove CC abbia preso i suoi numeri, e quali parti del territorio siano state prese in considerazione non è dato sapere!
    A me pare di aver motivato le mie affermazioni.
    Lui un po’ meno!
    Amen

    Sylvi

  29. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Ps- Por Toni non è un insulto in Piemontese…diciamo che può essere una “considerazione disambigua” a seconda da che parte la si veda ..nel caso di toni il mio era un incoraggiamento a migliorare !

    cc

  30. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    troppa Sgnappa durante la “barcollata”,,ho detto chiaramente , i territori della venezia-giulia annessi dall’italia dopo la prima GM!
    la memoria Sylvi !

    cc

  31. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    tu non hai fornito un solo dato , hai commentato il non si sa ancora cosa !

    cc

  32. Tony
    Tony says:

    @Pino Nicotri

    non ci siamo ancora ancora Pino.
    manca ancora
    “tirano fuori –MANCA– , un mito creato a tavolino”

    saluti

    @cc
    povero mona,sei patetico.

  33. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    in effetti dopo il Picio triestino,adesso arriva il Mona… presumo che adessso mi dirai che vuol dire “bel ragazzo ed intelligente ” naturalmente in triestino…
    Di sicuro ,però l’unica cosa che sappiamo per certo è che il “por toni” c’è l’ha più “lungo del mio” ..non vorrei che però si riferisse a qualche “misura triestina”sconosciuta in Piemonte.
    Ovviamente devo considerare che in effetti potrebbe essere un argomento di discussione che può interessare solo a te , eventualmente..io non ho intenzione di far “misure”..devo onestamente ammettere che per il momento può essere vero, escludendo questioni di Pressione ,per il momento ha indubbiamente ragione Lui..!!

    cc

    in fatto di pipi più lunga !

    cc

  34. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Mi pareva di aver abbondantemente dimostrato che nei censimenti austroungarici non aveva senso dire tot italiani e tot slavi…erano censiti in altro modo.
    Poi non è che gli austroungarici ci considerassero italiani se l’Italia non esisteva.!!! O era una “espressione geografica”!!

    E poi, secondo i tuoi documenti, si chiedeva dichiarazioni di italianità???!!!
    Ti ho già chiesto: nei tuoi numeri dove sono ficcati i friulani???
    Ma dai!
    Mi è fin troppo chiaro dove prendi i tuoi numeri…
    i neonazionalisti hanno nazionalizzato gli abitanti pregressi!!!

    E per aver detto 1913 anzichè 1910, e me ne sono scusata, la stai menando con la grappa!!!
    Barcolana deriva da Barcola, sobborgo di Trieste e spiaggia dei triestini. E lo sanno anche i gatti!
    Vai pure in giro con le tue ciampornie!!!

    Sylvi

  35. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    ma questo non è un blog friulano,ch’io sappia …..
    Quindi se si usano parole di un altro linguaggio, non universalmente conosciuto, si dovrebbe spiegarne il significato. Per altro il seguito mi sembra inequivocabile.
    Come inequivocabile era il senso di quel che aveva scritto CC. Nei territori conquistati gli italofoni erano una minoranza, ancorchè assai corposa.
    Insomma abbiamo fatto una guerra atroce per “libbberare” i nostri ed abbiamo finito per opprimere gli altri ancor peggio di come i nostri fossero mai stati oppressi.
    Un saluto U.

  36. Tony
    Tony says:

    @CC

    sai cosa mi fa incazzare di te?
    che piu’ sopra hai scritto a Pino
    “ma te ne posso procurare uno Rosso della Fiom CGIL, se non ti fa schifo !”

    percio’ ne deduco che…
    ORA….indovina….compagno…(?)

    seppelliamo l’ascia di guerra,caro teston de guato?
    (Sylvi traduci ;-)P )

  37. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,

    allora almeno una cosa mi è chiara a questo punto, “Ciampornia” non è un termine disambiguo ..esiste solo in piemontese !
    In quanto al resto “rimango nel paese delle “nebbie”, poichè tu ancora non hai fornito un “ben altro”, per cui deduco che i friulani sono “apolidi” inclassificabili…esteri … per cui abbiamo fatto 600.000 morti per conquistare degli “Apolidi ! ”
    Quindi la questione dell?italianità di Fiume era una balla stratosferica inventata dagli italiani..!!

    cc

    e dal divin Poeta che i n fatto di “intendersi di ciampornie non era secondo a nessuno ,,per quanto risulta agli atti !!

  38. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Credo che CC sia un poliglotta dialettale, io ho interpretato “por Toni” come “x toni”, forse spagnolo, ma con CC non si sa mai….

    Qui e’ un lunedi’ festivo, si celebra Columbus Day, festa federale.
    Il giorno e’ il 12 Ottobre, ma dato il weekend si celebra oggi, tutti i negozi sono aperti.

    E’ ritornato il caldo…non eccessivo, ma neanche autunnale.
    Noi abbiamo i soliti sbalzi, da 40*F a 80*F da un giorno all’altro.

    Credo che quest’anno non avremo i nostri splendidi colori autunnali, l’uragano Irene ha fatta strage di alberi anche bruciandone le foglie tra’ il vento e l’acqua salata dell’oceano.

    Ciao, un abbraccio.
    Anita

  39. Tony
    Tony says:

    @Uroburo

    “ma questo non è un blog friulano,ch’io sappia …..”

    AAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHHHH

    allora ,per la ennesima et ultima volta e per tutti gli italians oltre l’Isonzo :
    TRIESTE IS NOT (N-O-T) FRIUL !

    La Regione si chiama Friuli Venezia Giulia.
    Indovina perche’ ci sta il Venezia Giulia?

    allora io voglio anche bene ai simpatici cugini friulani
    MA
    Emilia IS NOT Romagna
    Trentino IS NOT SudTirol
    Scotland IS NOT England
    Venezia Giulia IS NOT Friuli

    A-hug
    ho parlato ;-)

  40. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Toni,
    io infatti da sempre sostengo che i confini del piemonte sono al Sesia, non al Ticino..Novara is Not Piemonte !

    cc

  41. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    allora ha ragione Tony, un” teston de guato”! ottimo pesce , che corona anche una buona zuppa.
    Come” picio”, è un intercalare, amichevole!!!
    Ma prendiamo il termine ” mona” che normalmente “gli italiani” considerano una parolaccia. Minchia sì, mona no!
    Invece, al di là del termine tecnico pensato da voi, è un intercalare che può essere anche affettuoso…
    Ed è usato spesso fra amici, familiarmente!

    Fiume non era italiana, come non lo era Trieste; erano porti franchi abitati soprattutto da gente che parlava veneto.
    Le campagne erano abitate in maggioranza da croati!

    Come per i termini suddetti a me pare che si intenda semplificare ciò che è complicato.
    La IGM sarebbe stata dichiarata per liberarci dall’oppressore???
    La neo-Italia non vedeva l’ora di fare quasi 700mila morti ( tanti sono a Redipuglia!) solo per “salvarci” dall’oppressore???
    Adesso te lo dico, in veneto:
    contalo a Giona che’l’iera mona!!! Non a mi!
    Lo capisci benissimo!
    I friulani NON erano UN CORNO apolidi; erano un popolo, erano a casa loro!!!
    Ed erano contati come popolo, dagli austroungarici civili!!
    Gli italiani sono subito venuti a colonizzarci …a battaglioni!!!

    Sylvi

  42. sylvi
    sylvi says:

    Ahhh, Ahhh, Ahhh…
    me l’aspettavo la precisazione di Tony!!!
    E ha ragione!
    I triestini sono giustamente giuliani!

    Sylvi

  43. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    infatti io sono per l’Internazionale Proletaria !
    Non so Toni.
    Non mo dire che lo sei anche Tu, che così facciamo una “grossa festa” internazionale !

    cc

  44. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    stavo giusto pensando a te che non ti facevi viva.
    Mi hai fatto ricordare che quando ero bambina a scuola ci facevano sempre festeggiare la scoperta dell’America, il 12 ottobre.
    Non mi entusiasmava, perchè finiva sempre con un riassunto e un tema!!!

    I miei uomini mi raccontavano or ora che hanno attraversato l’Austria sotto una grossa nevicata; pareva Natale, mi hanno detto.
    Poi arrivati in Baviera hanno trovato il sole e 17°!

    Ma anche qui fa freddo, rispetto a pochi giorni fa.

    Spero tu passi una buona Festa di Colombo.

    ti abbraccio
    Sylvi

  45. sylvi
    sylvi says:

    CC,

    Internazionale fin che vuoi, ma poi ognuno a casa sua!!!
    Ma sommessamente vorrei dire…non è che anche i palestinesi vogliono una casa loro???
    Allora non sono Internazionali???
    Bah, non ci capisco niente!

    Sylvi

  46. Peter
    Peter says:

    queste faccende territoriali, con relativi censimenti di peli pubici (in senso figurato) cominciano francamente a rompere gli ammennicoli che si trovano ben al disotto del pube (sempre in senso figurato…).

    Al sig. Tony, benarrivato…
    Pero’ faccio notare che le regioni italiane sono quello che sono, e che Friuli-Venezia Giulia e’ la regione, di cui Trieste e’ capoluogo. Pertanto, dire che Trieste ‘non e’ Friuli’ per me non ha praticamente senso…Salvo che la Venezia Giulia e’ in gran parte scomparsa dall’Italia, amen…
    Per la verita’, un inglese saccente tempo fa obiettava che neanche Venezia e’ tipicamente italiana, alche’ lo mandai a quel paese. Mi chiedo quale parte d’Italia sarebbe ‘tipicamente italiana’, e secondo chi…comunque gli inglesi bisogna capirli.
    Scotland is not England: e’ vero, ma non c’e’ paragone col Friuli-Venezia Giulia, che e’ una sola regione amministrativa…Scozia ed Inghilterra sono addirittura due ‘paesi’ diversi, anche se non stati sovrani, un concetto impossibile da spiegare ai continentali.
    Quindi lei e Sylvi, per piacere, smettete di spaccare il capello in quattro…

    Peter

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