Salvare Israele dal sonno della ragione della sua maggioranza e del suo governo. Tutti ammettono che la lotta contro la nascita dello Stato palestinese è soprattutto per evitare che Israele finisca sotto processo al tribunale internazionale dell’Aja. Così come ormai si ammette che Berlusconi non si dimette solo per paura di finire in galera

Israele e Berlusconi non vogliono essere processati, perché sanno che sono colpevoli e verrebbero quindi condannati. Ciò che colpisce è che ormai quasi tutti riconoscono che il governo di Israele si oppone alla nascita dello Stato palestinese soprattutto per il timore che lo Stato israeliano venga denunciato al tribunale internazionale dell’Aja per rispondere dei suoi vari gravi delitti contro i palestinesi, con il rischio concreto di condanna. Il che equivale ad ammettere che Israele di tali delitti,  contro l’umanità e il diritto internazionale, si è effettivamente macchiato. Colpisce anche l’analogia con il governo Berlusconi: quasi tutti ammettono, a partire dallo stesso Silvio Berlusconi, che non si dimette solo per il timore di finire, giustamente, in galera. C’è bisogno di commenti? No di certo. Mi limito pertanto a pubblicare due articoli esemplari e sorprendenti. Del primo sorprende il fatto che sia stato pubblicato su un giornale italiano, nella fattispecie su Repubblica. Del secondo sorprende che sia stato scritto da un israeliano ebreo, a dimostrazione che l’equazione ebreo=sionista=israeliano e viceversa è assolutamente falsa, come del resto sappiamo molto bene. Checché ne dica il capo dello Stato Giorgio Napolitano,  che tempo fa ha pubblicamente avvalorato tale frottola affermando che oggi l’antisemitismo si traveste da antisionismo. Evidentemente anche Napolitano finge di ignorare che sono semiti anche gli arabi e i palestinesi, e che quindi oggi i veri antisemiti sono i fanatici israeliani come Netanyahu, Barak, Lieberman, Sharon, ecc., nonché i loro potenti sopporters negli Usa con in testa la lobby sionista dell’Aipac.

A tale proposito, è assolutamente sbagliato che si parli di “lobby ebraica”, così come è sbagliato dire che “gli ebrei di New York” hanno tradito i democratici votando in massa per i conservatori  perché contrari alle aperture dei democratici riguardo la nascita dello Stato palestinese. A parte il fatto che tali aperture NON ci sono, se non a chiacchiere, resta il fatto che non di lobby ebraiche si tratta, bensì di lobby sioniste. Sono molti a New York gli ebrei che hanno orrore delle politica israeliana, a partire dal regista Woody Allen, così come è robusta la componente ebraica antisionista in vari Stati degli Usa. L’esempio più eclatante è quello di Noam Chomsky, forse l’intellettuale più importante oggi esistente al mondo. Continuare a parlare di “lobby ebraica”, come fa anche Vittorio Zussoni, è sbagliato e pericoloso anche perché finisce con aizzare le antipatie o gli odi contro gli ebrei in blocco, vizio antico del mondo cristiani di cui è bene fare a meno, anziché contro i responsabili dei soprusi contro i palestinesi, tenendo presente che il sionismo comprende anche, negli Usa, una bella fetta del mondo cristiano. Fetta che è stata per esempio alla base della rielezione di George Bush e molto ha contribuito a spingere per l’invasione dell’Iraq così come oggi spinge per la guerra anche contro l’Iran.
Ma ecco i due articoli.
Israele è in pericolo se si isola dal mondo
Thomas L. Friedman

Non sono mai stato tanto preoccupato per il futuro di Israele. Lo sgretolamento dei pilastri della sicurezza di Israele – la pace con l´Egitto, la stabilità della Siria e l´amicizia con Turchia e Giordania – abbinato al governo più inetto dal punto di vista diplomatico e più incompetente dal punto di vista strategico della sua storia hanno messo lo Stato ebraico in una situazione pericolosissima.
Il governo americano è stufo marcio di questi leader israeliani, ma è ostaggio della sua inettitudine, perché in un anno di elezioni la potente lobby filoisraeliana può costringere la Casa Bianca a difendere lo Stato ebraico all´Onu anche quando sa che il governo di Tel Aviv sta portando avanti politiche che non sono né nel suo interesse né nell´interesse degli Stati Uniti.
Israele non è responsabile del rovesciamento del presidente egiziano Hosni Mubarak o delle rivolte in Siria, o della decisione della Turchia di cercare di ritagliarsi un ruolo guida a livello regionale scagliandosi cinicamente contro Israele per aver spaccato il movimento nazionale palestinese fra Gaza e Cisgiordania. Quello di cui il primo ministro israeliano Bibi Netanyahu è responsabile è di non aver messo in campo, in risposta a tutte queste trasformazioni, una strategia in grado di difendere gli interessi di Israele sul lungo periodo.
Anzi no, una strategia Netanyahu ce l´ha: non fare nulla, rispetto ai palestinesi o rispetto alla Turchia, che lo costringa ad andare contro la sua base, a scendere a compromessi con le sue idee o a inimicarsi il suo principale partner di coalizione, l´estremista di destra Avigdor Lieberman, che ricopre l´incarico di ministro degli Esteri. Dopo di che, chiedere aiuto agli Stati Uniti per bloccare il programma nucleare iraniano e per farsi tirar fuori da pasticci di ogni genere, ma fare in modo che il presidente Barack Obama non possa chiedere nulla in cambio mobilitando i Repubblicani al Congresso per mettergli i bastoni fra le ruote e incoraggiando i principali esponenti della comunità ebraica a insinuare che Obama è ostile a Israele e sta perdendo i voti degli ebrei. Ecco qua: non si può certo dire che Netanyahu non abbia una strategia.
«Anni di sforzi diplomatici per far accettare Israele in Medio Oriente sono crollati in una settimana con l´espulsione degli ambasciatori dello Stato ebraico da Ankara e dal Cairo, e con la frettolosa evacuazione del personale dell´ambasciata da Amman», ha scritto Aluf Benn sul quotidiano israeliano Haaretz. «La regione sta rigettando lo Stato ebraico, che si rinchiude sempre di più dietro mura fortificate, sotto la guida di una leadership che rifiuta qualsiasi cambiamento, movimento o riforma […] Netanyahu ha dato prova di una passività totale di fronte ai drammatici cambiamenti avvenuti nella regione e ha consentito ai suoi rivali di prendere l´iniziativa e fissare l´agenda».
Che cosa avrebbe potuto fare Israele? L´Autorità Palestinese, che negli ultimi cinque anni ha fatto grandi passi avanti nella costruzione delle istituzioni e delle forze di sicurezza di uno Stato in Cisgiordania, alla fine si è detta: «I nostri sforzi per costruire lo Stato non hanno indotto Israele a fermare gli insediamenti o a impegnarsi per giungere alla separazione dei Territori Occupati, perciò in pratica non stiamo facendo altro che sostenere l´occupazione israeliana. Andiamo alle Nazioni Unite, facciamoci riconoscere come Stato all´interno dei confini del 1967 e combattiamo Israele in questo modo». Una volta resosi conto della situazione, Israele avrebbe dovuto proporre un suo piano di pace o cercare di influenzare la diplomazia dell´Onu con una risoluzione che riaffermasse il diritto sia del popolo palestinese che di quello ebraico di avere uno Stato all´interno dei confini storici della Palestina, e facendo ripartire i negoziati.
Netanyahu non fatto nessuna delle due cose e ora gli Stati Uniti si stanno barcamenando per disinnescare la crisi, per non essere costretti a opporre un veto alla proposta di creare lo Stato palestinese, una mossa che potrebbe rivelarsi disastrosa in un mondo arabo che marcia sempre più verso l´autogoverno popolare.
Quanto alla Turchia, la squadra di Obama e gli avvocati di Netanyahu in questi ultimi due mesi hanno lavorato instancabilmente per risolvere la crisi nata dall´uccisione di civili turchi da parte di agenti delle forze speciali israeliane nel maggio del 2010, quando la flottiglia turca cercava in tutti i modi di sbarcare a Gaza per portare aiuti alla popolazione. La Turchia pretendeva scuse ufficiali. Poi però Bibi ha smentito i suoi stessi avvocati e ha respinto l´accordo, per orgoglio nazionale e per paura che Lieberman lo usasse contro di lui. Risultato: la Turchia ha espulso l´ambasciatore israeliano.
Quanto all´Egitto, la stabilità lì ormai è un ricordo e qualunque nuovo Governo al Cairo dovrà fare i conti con pressioni populiste antisraeliane più forti che mai. Tutto questo in parte è inevitabile, ma perché non mettere in campo una strategia per minimizzare il problema proponendo un vero piano di pace?
Ho grande simpatia per il dilemma strategico di Israele e non mi faccio nessuna illusione sui suoi nemici. Ma Israele oggi non offre ai suoi amici – e Obama è fra loro – nessun elemento per difenderlo. Israele può scegliere di combattere contro tutti oppure può scegliere di non arrendersi e attutire il colpo ricevuto con un´apertura, sul fronte delle trattative di pace, che gli osservatori equilibrati possano considerare seria, in modo da limitare il suo isolamento.
Purtroppo oggi Israele non può contare su un leader o su un esecutivo capace di simili sottigliezze diplomatiche. Non resta che sperare che gli israeliani se ne rendano conto prima che questo Governo precipiti ancora di più lo Stato ebraico nell´isolamento, trascinandosi dietro l´America.

L’iniziativa palestinese di settembre e l’isolamento di Israele
di Michael Warschawski

Sembra che i governanti israeliani non capiscano in che mondo stiamo vivendo. E se lo sanno, questo rende la situazione ancora peggiore.
Considerano la primavera araba come una destabilizzazione temporanea che rafforzerebbe la posizione di Israele come unico alleato affidabile per gli Stati Uniti in Medio Oriente. Dopo il lutto per la caduta dei propri alleati, Ben Ali e Mubarak, i leader israeliani sono ritornati come sempre al lavoro, senza cogliere affatto la forza di quello che lo stesso Ehud Barak ha descritto come uno tsunami. Sotto la leadership della gang Netanyahu-Lieberman-Barak, il governo di Israele ha deciso che la priorità politica è la “dignità nazionale”, che hanno descritto come “assetto strategico”.
Fino a poco tempo fa, Israele aveva due alleati in Medio Oriente: Turchia ed Egitto. Per decenni, la Turchia è stato partner militare e commerciale, un fatto che in qualche modo ha ridotto l’impatto su Israele da parte dei membri della Lega Araba. L’importanza della Turchia è aumentata ancora di più dopo la caduta dello Shah dell’Iran, la trasformazione dell’Iran in una Repubblica Islamica e la fine dell’alleanza militare con Israele.
La visita di Anwar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e la conclusione degli accordi di pace di Camp David hanno posto fine al boicottaggio arabo e, mentre le relazioni economiche e turistiche rimanevano minime, la cooperazione militare e dell’intelligence tra Egitto e Israele era tutt’altro che trascurabile.
Sia Egitto che Turchia stanno ora mettendo in discussione le loro relazioni strategiche con Israele e hanno cominciato a costruire una nuova partnership tra loro. Come lo stesso presidente turco ha detto recentemente, gli Stati della regione sono stufi dell’arroganza israeliana. Anche re Abdallah di Giordania, altro alleato di Israele, sta denunciando l’aggressiva politica del governo di Tel Aviv e avvertendolo dal crescente isolamento nell’area.
Le dimostrazioni di massa anti-israeliane in Egitto e la cacciata dell’ambasciatore d’Israele al Cairo, da una parte, e la decisione del governo turco di richiamare il proprio ambasciatore a Tel Aviv e la fine dei contratti militari con Israele, dall’altra, avrebbero dovuto essere percepiti dai governanti israeliani come una spia rossa che indica l’urgente necessità di invertire la rotta. In entrambi i casi, a Israele era stato domandato di chiedere scusa per la morte dei cittadini turchi a bordo della Freedom Flotilla e, più recentemente, dei soldati egiziani in Sinai. Una richiesta minima. Ma in entrambi i casi, il governo israeliano ha rifiutato di presentare ogni tipo di scusa. “È una questione di dignità”, hanno detto il primo ministro Netanyahu e il ministro degli Esteri Lieberman, come se questi due sapessero cos’è davvero la dignità.
Anche l’editorialista di Ha’aretz, Ari Shavit, noto per il suo incondizionato supporto al governo quando è attaccato da Paesi esteri, sembra spaventato dalla cecità di Netanyahu e del suo team: “Sotto la leadership di un premier testardo e di un ministro degli Esteri irresponsabile, la politica di sicurezza nazionale sta cadendo a pezzi. Invece di rafforzarsi contro l’uragano che sta arrivando, Israele sta isolando se stesso”, ha scritto il giornalista, che ha concluso la sua diagnosi con un avvertimento sulla prossima crisi con l’amministrazione statunitense.
Il governo israeliano si ostina in una doppia negazione: la negazione della primavera araba e dell’uragano che sta per travolgere la regione e la negazione degli effetti regionali – e internazionali – dell’Operazione Piombo Fuso, il massacro orchestrato dall’esercito israeliano a Gaza tra il 2008 e il 2009. Come il giornalista di Ha’aretz, Gideon Levy, spiega bene in un articolo dell’11 settembre “Israele sta ora mangiando i frutti amari di Piombo Fuso che è stata la più importante svolta nelle relazioni con il mondo e con la regione a causa di una politica brutale e violenta. Il risultato è che i soli due Paesi che l’hanno sempre accettata, Turchia ed Egitto, stanno ora bruciando le loro relazioni con Israele. Il peccato originale: Piombo Fuso”.

284 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Prima di fornirti i dati del Censimento devo finire di studiare ” le priorità intellettuali e pratiche del bloggista tipo”…onde per cui possa non offendere le sensibilità di blogghisti così timidi e soprattutto di raffinata educazione.

    Vado a pranzo .Mio marito mi ballonzola attorno impaziente!
    Sylvi

  2. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    vai pure a mangiare con calma, che ho secoli di tempo di vita ,in attesa dei DATI del censimento del 1913 !

    cc

  3. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Ahh scusa io attendo QUELLI famosi CHE DICEVANO …”BEN ALTRO” ,rispetto al 1910…!!
    Sono curioso di scoprire il BEN ALTRO,… un pò come cucinare l’osso Buco alla Milanese in BEN ALTRA MANIERA…tipo..che so elimina la carne e si tieni ILBUCO !!

    cc

  4. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Ahh Sylvi, non ti preoccupare del Blogghista tipo e delle SUE priorità,..a noi che c’è ne frega !!

    cc

  5. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Di questi tempi…!!

    Ho deciso…di questi tempi , meglio leggere di fantascienza..riprendo in mano Asimov,..ma mi dimentico che il nostro era stato un feroce lettore di Gibbon che narrava della caduta dell’impero Romano..porca Vacca, se leggo i giornali mi deprimo e non voglio complicazioni psicosomatiche…in sostanza fino all’ultimo voglio la mia PENSIONE , mica voglio regalare i miei soldi a questa banda di assassini matricolati..devo durare, devo durare..mica li devo far ridere..devono piangere !!

    cc

    ps Pensionati d’Italia tenete duro, respirate finchè potete, non distraetevi , non cadete in depressione, questi non aspettano altro che si crepi, per risollevare la “speculazione”!!

  6. Peter
    Peter says:

    x CC

    forse pero’ il blogghista ‘medio’ avrebbe detto ‘che ce ne frega’…
    Il tuo sara’ un problema di andata, per parafrasare la cara Sylvi…
    Fate pure, cari . Io oggi me ne sto solo soletto, nella mia casa silenziosa, in una giornata freddina, ventosa e nuvolosa, rimirando il mare in lontananza, il guaio e’ che e’ pure bassa marea…La vista del mare abbondante all’orizzonte (quando c’e’ alta marea) mi inspira il senso dell’infinito e dell’eterno…
    A proposito, vorrei il tuo consiglio di uomo di mondo per un problema pratico, se vuoi ti mando un’email

    Peter

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x nicola metta e x TUTTI
    IL PROCESSO E LA CONDANNA DI CRTISTOFORO COLOMBO
    ——————————-
    IL GIUDICE, LE TESTIMONIANZE E I REATI: IN 66 PAGINE INEDITE LA CRONACA DELLA CAUSA CONTRO LO SCOPRITORE DELL’ AMERICA, DI CUI OGGI RICORRE IL 500° DELLA MORTE
    Il processo a Colombo «Schiavista e violento»
    Trovati i verbali del 1500 con le accuse al navigatore

    GENOVA – «È vero che Cristoforo Colombo ha dato ordine di sottoporre a tortura Miguel Muliart, a lui legato da vincoli di parentela?» chiede il giudice Bobadilla. «Sì, è vero» risponde il testimone. Il processo è quello contro il navigatore tenutosi a Santo Domingo alla fine di settembre del 1500: Muliart morirà sotto tortura. L’ accusa quindi è di omicidio. Ma altri omicidi vengono contestati a Colombo, insieme con atti di efferatezza. Più volte si torna su un episodio: Bartolomeo, fratello di Cristoforo, ordina di tagliare la lingua a una donna (spagnola) perché ha osato dire che i Colombo sono «di bassa estrazione», appartenenti «a una famiglia di lanaioli». Cristoforo approva la ferocia del fratello. I testimoni ricordano il suo elogio per quella vendetta. A Colombo viene contestata nei verbali questa frase: «Quello che avete fatto sta bene, chiunque parla male di noi merita la morte, è così il diritto». Lui, il navigatore, assiste al crescendo di accuse con un atteggiamento che dai verbali appare di arroganza. Sono 66 pagine inedite, scovate nell’ archivio spagnolo di Simancas da Isabel Aguirre, che le ha trascritte, mentre la storica Consuelo Varela le ha studiate a fondo: un libro a doppia firma che uscirà la prossima settimana in Spagna per i tipi di Marcial Pons, con il titolo La caduta di Cristoforo Colombo e il processo Bobadilla. «Ai verbali – ha spiegato Varela al convegno “Genova Europa Mondo”, tenutosi ieri a Genova in occasione del cinquecentenario della morte del navigatore – mancano due, forse tre pagine iniziali. L’ inchiostro si è brunito, ma sono perfettamente leggibili. Si documenta anche come Colombo si rifiuti di firmare più volte gli atti, quasi non volesse riconoscere l’ autorità dei giudici». O meglio del suo giudice, l’ odiato Francisco de Bobadilla, inviato dalla corona a Santo Domingo per controllare l’ operato del vicerè. Ma alla fine l’ imputato, riconosciuto colpevole, firmerà. Quello che emerge è un Colombo avido, incapace di pietà per la fame che regna a Santo Domingo mentre lui si accaparra le derrate alimentari, ferocissimo nel tenere l’ ordine nella colonia fino alla tortura e all’ omicidio, ostile alla cristianizzazione degli indigeni: un indigeno battezzato, non essendo più «merce», non poteva essere comprato e venduto come schiavo. Ma era poi Colombo diverso dagli uomini del suo tempo? No, risponde Varela: «Non era un santo, ma neppure un criminale. Era un grande uomo». Il vescovo di Genova Tarcisio Bertone in apertura del convegno, ricordando lo «spirito missionario» di Colombo, aveva citato «il suo processo di beatificazione poi sospeso», lanciando un «perché no» a una sua riconsiderazione. A margine del convegno, il cardinale ha poi smorzato, precisando che «bisogna naturalmente considerare l’ uomo non solo nelle sue intenzioni, ma anche nei suoi comportamenti». Mentre il comitato nazionale per le Celebrazioni di Colombo, attraverso il suo segretario Mario Falciatore, ha contestato l’ immagine che emerge dal processo «di parte». Resta il legittimo dubbio se i 22 testimoni, tutti «blancos», uomini di diversa estrazione sociale, abbiano detto il vero. L’ INTERROGATORIO Il parente torturato Il giudice Bobadilla «Corrisponde a verità che Cristoforo Colombo ha dato ordine di sottoporre a tortura Miguel Muliart, che a lui risulta legato da vincoli di parentela?» Il testimone «Sì, è vero» LA DEPOSIZIONE Donna e vendetta Il fratello Bartolomeo Ordina di tagliare la lingua a una donna spagnola colpevole di aver detto che i Colombo sono «di bassa estrazione» Cristoforo Colombo «Quello che avete fatto sta bene, chiunque parla male di noi merita la morte»

    Dellacasa Erika

    Pagina 22
    (20 maggio 2006) – Corriere della Sera

  8. Peter
    Peter says:

    x Pino

    la tristezza del ‘caso Colombo’ e’ che un audace navigatore genovese, quindi italiano, avesse dovuto ricorrere all’aiuto e sostegno dei reali di un paese straniero per realizzare la sua impresa e le sue ambizioni legittime di navigare nuovi mari e scoprire nuove terre.
    Al punto che, data la fama postuma, gli spagnoli si arrogano il diritto di considerarlo spagnolo, e lo designano con un nome spagnolo, Cristobal Colon. Quando visitai la cattedrale di Siviglia, fu solo in omaggio alla mia fastidiosa presenza che le due guide spagnole misero in chiaro al gruppo che Colon era nato si’ a Genova, ma l’Italia all’epoca non era unita, per cui gli spagnoli si sentono libero di considerarlo spagnolo…Nella cattedrale vi e’ infatti un grande monumento dedicato al navigatore.
    Caro Pino, quel processo che tu riporti ha un’aria di deja’ vu…
    Mi sembra un po’ strano che gia’ esistesse Santo Domingo con annessi e connessi nel 1500, pochi anni dopo la ‘scoperta’. ma a parte quello, le accuse ed il pprocesso mi paiono inspirati dalle solite invidie e gelosie per un governante ‘straniero’, che dato il suo dialetto era forse piu’ vicino ai portoghesi che non agli spagnoli.
    Poi c’e’ il punto dei ‘banchieri ebrei’, sostenuto da te e Faust. Secondo me non e’ possibile, dato che l’editto di espulsione di Ferdinando ed Isabella si era gia’ materializzato nel marzo del 1492, ben prima della spedizione avventurosa, e molto incerta, di Colombo

    un saluto

    Peter

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “Critiche sono che Chomsky ha bisogno di vivere nelle varie nazioni per un po’ per capire cosa e’ veramente successo negli ultimi 30-40 anni.”

    Ne deduco quindi, che vivendo lui negli US, sa quello che dice.

    C.G.

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    E’ vero che il decreto viene firmato qualche mese prima, mi pare a marzo, della partenza di Colombo ad agosto da Palo Alto, ma il motivo concreto del decreto, a parte le solite scuse “religiose”, resta il bisogno della corona spagnola di procurarsi i quattrini per approntare comunque flotte e stimolare i commerci. Se prima ci avevano sol tentato, dopo il rientro di Colombo dal primo viaggio si passa dai tentativi alle realizzazione senza se e senza ma. Si deve tener presente che già con Enrico il Navigatore le esplorazioni oceaniche in grande stile erano la carta iberica per una maggiore grandezza e potenza.
    Per quanto riguarda l’oro rapinato ai nativi dalla Spagna di Carlo V e la sua contabilità se ne trova traccia in libri su questo re. Per non danneggiare troppo il fegato, a un certo punto ho smesso di leggere quante opere d’arte e religiose in oro sono state distrutte e fuse, in seguito anche e soprattutto dall’Inquisizione sbarcata anch’essa come una maledizione di Dio in Centro e Sud America, per rimpinguare le casse spagnole. Agli indios, come pure ho già scritto a suo tempo, è stata distrutta scientemente l’intera cultura scritta. Se i cattolici di quel delinquente del vescovo Cirillo hanno incendiato “solo” la biblioteca di Alessandria, vero e proprio ombelico scientifico dell’Occidente, i cattolici spagnoli hanno distrutto più di una biblioteca con milioni di quipu quando hanno capito che questi erano la memoria storica delle popolazioni locali.
    A proposito di Alessandria, so bene che è stata fondata da Alessandro e che la biblioteca è opera di faraoni di cultura greca. Ma la cultura alessandrinista è qualcosa di diverso dalla cultura greca: è infatti nata dall’incontro tra la capacità speculativa dei greci e l’enorme massa di conoscenze scientifiche a carattere prevalentemente pratico degli egizi, dei babilonesi e in genere di tutto il Medio e Vicino Oriente. Erone di Alessandria aveva già inventato il motore a reazione, usato però solo per far girare su se stesse delle statue antropomorfe di bronzo montate su fontane: sotto la fontana c’era una caldaia che quando andava in ebollizione incanalava il vapore in un condotto che sfociava in un foro del tallone di un piede della statua, spinta così a roteare. Il giunto che noi chiamiamo cardanico, dal nome di un matematico italiano, è in realtà una invenzione di Alessandria, così come il teorema detto di Archimede era noto agli egizi da qualche migliaio di anni. I matematici alessandrini erano già arrivati a un tipo di calcolo matematico che di fatto coincide con il nostro calcolo degli integrali. Nel regno di Pergamo sapevano usare il principio del sifone per far superare agli acquedotti ostacoli anche di 200 metri. Tutto ciò lo si trova scritto nel meraviglioso libro “La rivoluzione dimenticata” scritto dal matematico Lucio Russo, che bisogna assolutamente leggere.
    Poi però in Egitto, Pergamo, ecc., sono arrivati i romani….. E dopo di loro i cristiani. Altro che “mamma li turchi”!
    Un saluto.
    pino

    P. S. Mi pareva che al tu fossimo concordemente passati già tempo fa, non è che ora mi sono preso improvvisamente confidenze indebite.

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Se non ricordo male, Colombo si rivolse prima allo Stato della Chiesa. Che fece l’errore clamoroso – uno tra i tanti – di non scucire il becco di un quattrino. Non ricordo ora il nome del papa o del cardinale al quale andò a proporre i suoi piani, ma prima di andare dagli spagnoli si rivolse al papato. La cui grettezza era già enorme…
    Comunque la cosa più importante da tenere a mente è, secondo me, che Colmbo “scoprì” l’America solo ed esclusivamente perché cercava un modo per permettere al commercio delle spezie di arrivare alle Indie senza dover pagare dazio ai musulmani che nel frattempo erano diventati i padroni dei territori delel antiche vie terrestri che da secoli permettevano il commercio delle spezie, delle quali già i romani andavao matti tanto da fare incazzare Plinio il Vecchio perché “spendiamo in spezie oltre 100 milioni di sesterzi l’anno”. E Plinio aveva già capito che i prezzi arrivavano a Roma molto gonfiati a causa dei molti intermediari e dazi da pagare strada facendo.
    Se ci pensiamo bene, la Storia del genere umano è dominata dal naso, alla ricerca di odori. Per certi versi, somiglia non poco a quel tipico annusare la femmina da parte dei mammiferi per respirrarne gli odori. E capire così se è disponibile….
    Un saluto.
    pino

  12. Anita
    Anita says:

    x C.G. -#59-

    …..ma sempre dal punto di vista di un “attivista-anarchico-sindacalista”, self declared=auto dichiarato.

    Anita

  13. nicola metta
    nicola metta says:

    @Peter
    da wikip.

    http://es.wikipedia.org/wiki/Santo_Domingo#Historia

    Santo Domingo
    Fundada por Bartolomé Colón en 1496. Conocida por ser el lugar del primer asentamiento europeo en América, y por ser la primera sede del gobierno colonial español en el Nuevo Mundo.

    El primer asentamiento se remonta a 1493, aunque fue fundada oficialmente el 5 de agosto de 1496 por Bartolomé Colón con el nombre de La Nueva Isabela, después de uno anterior construido por su hermano Cristóbal Colón, ambos asentamientos llevaban su nombre en honor a la reina de España Isabel I. Luego más tarde pasó a llamarse “Santo Domingo”, en honor a Santo Domingo, quien fue el patrono de Domenico Colombo, padre de Cristóbal Colón.1 La ciudad llegó a ser conocida como la “puerta de entrada al Caribe”.

    n.m.

  14. nicola metta
    nicola metta says:

    @ Pino
    Comunque la cosa più importante da tenere a mente è, secondo me, che Colmbo “scoprì” l’America solo ed esclusivamente perché cercava un modo per permettere al commercio delle spezie di arrivare alle Indie

    … colombo era diretto a raggiungere le Indie circumnavigando il globo e secondo i suoi calcoli marittimi, arrivato a Guayanany (El Salvador) era convinto di essere arrivato all’isola di Sipango (oggi giappone).
    Nel 1992 x la commemorazione del 500 anni della scoperta del nuovo mundo, il governo giapponese costrui’ una caravella, copia della Santa Maria e questa caravella con bandiera del sol levante arrivo’ a Santo Domingo nel 1992 x partecipare poi alla regata che giunse a New York nell’ottobre dello stasso anno…
    n.m.

  15. Shalom: Obama, dalla lobby ebraica ragionevole alle sgrinfie di quella piu' oltranzista
    Shalom: Obama, dalla lobby ebraica ragionevole alle sgrinfie di quella piu' oltranzista says:

    ARTICOLO APPARSO NEL MAGGIO DEL 2011
    ———————————————————
    IL RETROSCENA
    Obama e gli ebrei lib-dem
    Il ruolo di J-Street per la Palestina.
    di Gea Scancarello

    Per essere il discorso che doveva ridefinire il rapporto dell’America con il Medio Oriente non è andata proprio benissimo. Il riferimento del presidente Barack Obama a un futuro Stato palestinese nei confini del 1967 ha monopolizzato l’attenzione, scatenato un inferno di polemiche e messo in secondo piano la generosità statunitense. Non proprio quello che la Casa Bianca sognava per inaugurare il nuovo corso.
    Chi l’ha presa peggio è stata il premier israeliano Benjamin Netanyahu, atteso a Washington proprio venerdì 20 maggio. Il primo ministro ha gridato al tradimento e bollato la proposta come inaccettabile. E, conoscendone il carattere iracondo, non sarà facile calmarlo.
    Eppure, quell’idea Obama non se l’è inventata su due piedi. A suggerirgliela, anzi, è stata la stessa comunità ebraica americana. O, meglio, i suoi più influenti rappresentati: la lobby di stanza al Congresso. Registrata con il nome di J-Street, ‘la casa politica per gli americani pro-Israele’.
    Il piano di Obama copiato dagli ebrei di J-Street

    Giovedì 19 maggio, proprio la mattina dell’atteso discorso del presidente, gli uomini di J-Street hanno pubblicato a proprie spese un’inserzione sul New York Times. Il messaggio, a caratteri cubitali, recitava: «Il riconoscimento di uno Stato palestinese all’interno delle frontiere del 1967 è vitale per l’esistenza di Israele». Sotto, le firme di 18 ex generali delle forze armate di Gerusalemme, cinque ambasciatori e diplomatici, altrettanti presidenti di università ebraiche e 40 vincitori di premi letterari e umanitari.
    IL PIANO DELLA LOBBY. Non si tratta di un exploit isolato. Nel novembre scorso, nel pieno stallo delle trattative di pace, i lobbisti ebrei fecero avere al presidente i propri suggerimenti per uscire dall’impasse, con un vademecum pubblicato su internet. Tre i punti cardine. Primo: per costruire uno Stato palestinese è fondamentale in primis identificarne i confini. Secondo: i confini non possono che essere quelli del 1967, su cui si era già trovato un accordo con Ariel Sharon. Terzo: è possibile dopo l’intesa che le due nazioni si scambino di comune accordo specifiche porzioni di territorio. Virgola più, virgola meno, è esattamente quello che ha detto giovedì Obama.

    Il presidente, insomma, non solo non ha cercato di smarcarsi dallo storico alleato, ma ne ha accolto in pieno le richieste. La vicinanza tra la Casa Bianca è J-Street non è in discussione. Il problema semmai è che J-Street non è vicina a Netanyahu.
    La nuova lobby di Washington, che muove tra il 2 e il 4% dei voti americani, è stata creata nel 2007 – prima dell’elezione di Obama – da Jeremy Ben Ami, ebreo ed ex consigliere politico di Bill Clinton.
    Le posizioni del gruppo si sono subito scostate dalla politica del premier israeliano: quelle di J-Street sono più moderate e di sinistra liberale, lontane dal sionismo ‘senza se e senza ma’ degli ebrei della diaspora.
    UNA LOBBY DA 5 MILIONI. Nell’arco di quattro anni l’influenza di J-Street è cresciuta fino ad appannare l’American Israel public affairs committee (Aipac), il comitato di lobbisti a lungo egemone a Washington, ascoltato con attenzione dall’ex presidente George W. Bush.
    La lobby di Ben Ami è diventata, infatti, il principale catalizzatore dei finanziamenti dei business man di origine ebraica del Paese: il magnate George Soros, per esempio, nel 2010 ha dato al gruppo 750 mila dollari, una discreta fetta del budget da 5 milioni.
    Si tratta di denari finiti nelle casse dei partiti, democratico e repubblicano. E necessari ai loro comitati elettorali. La corsa di Obama nel 2008 fu sostenuta con generosità (e passione) dai nuovi lobbisti pro Israele.
    Con il discorso sul futuro del Medio Oriente, il presidente ha quindi voluto chiarire agli amici di J-Street chi sono i suoi referenti. E pazienza se Bibi Netanyahu se la prende: la campagna per la Casa Bianca è sul punto di riaprirsi e Barack ha bisogno di alleati che contano davvero.

  16. Anita
    Anita says:

    x Nico Metta

    Caro Nico,

    sono anni che non visito Santo Domingo, mi fece molto impressione del come era tutto trascurato, dal museo lasciato a finestre e porte aperte, il castello di Diego Colombo, le ville del Trujillo, la gente si prendeva ricordi, piastrelle, legno, pezzi dei bar, il guardarobe del Trujillo era aperto e la gente asportava bottoni, e tutto quello che gli capitava….io ho una mia foto molto scura scattata dentro il guardarobe…
    Ma tutto era aperto, la gente andava e veniva come se fosse casa loro.

    Anita

    Sono certa che le cose siano cambiate per il meglio, almeno nel dipartimento di cultura nazionale.

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cara signora Anita, quel signore non ha peli sulla lingua e, si sa,
    chi non ha peli sulla lingua a voi ammeregani neokojon va indigesto. Il che, tradotto, significa che scrive il vero.
    Potrete sempre rifugiarvi sulla Pallin (con due elle) e l’ultima arrivata di cui non ricordo il nome per sentirvi gratificati.
    No problem.
    Tanto, dietro l’angolo c’è sempre Dio che vi “blessa”…ergo, cosa dovete temere voi supporters di esportatori di democrazia?
    màh..

    C.G.

  18. Peter
    Peter says:

    x NM

    non scrivere ‘@Peter’ che mi fai accapponare la pelle. Mi ricordi un altro blogger…per un attimo ho temuto che…?

    Peter

  19. Peter
    Peter says:

    x Pino

    ma no, quali ‘confidenze indebite’, non siamo mica in un seminario?…
    Volevo solo confermare che la tua non fosse stata una svista, dato che abbiamo sempre usato il lei prima.
    Il fiuto? le spezie? l’odore femminile? mah, ho dei dubbi.
    Il guaio e’ che ci sono signore sul blog, allora noblesse oblige.
    Le spezie servono solo a rendere i cibi piu’ appetibili, e poi avranno stimoli digestivi. L’olfatto ha una grande importanza, ma non sono d’accordo sulla ‘ontogenesi’ del senso. Anch’io ho un olfatto sensibilissimo, ed ero -forse ancora sono- in grado di notare l’odore acre delle donne mestruate, le quali pero’ nella specie umana non sono fertili in quella fase, di regola. Infatti trovavo l’odore repellente. Puo’ darsi che inconsciamente notassi anche l’odore dolce e sottile delle donne giovani in fase ovulatoria, ma in quella fase le donne sono in genere vivaci e fanno di tutto per farsi notare in tutti i modi…
    In generale, direi che e’ meglio se certi organi femminili non emanano odore: di solito l’odore e’ una puzza, hanno vaginiti batteriche che emanano un pessimo odore. E’ un terribile ‘turn off’ ‘ quando sono giovani ed attraenti, il maschietto passa al dunque e cerca di ‘onorare’ e preparare un certo introito con la lingua, e….puahhhh. Meglio non pensarci.
    Comunemente, si dice ‘smell of fish’, puzza di pesce -marcio, ovviamente

    un caro saluto

    Peter

  20. Peter
    Peter says:

    a proposito, una mia vecchia amica zoologa mi raccontava di donne mestruate violentate da oranghi allo stato naturale. le scimmie hanno un olfatto sviluppatissimo -pregherei di risparmiarmi subdole allusioni-. Io obiettai che non ha senso, le donne mestruate non sono fertili. Ma certe scimmie si’, rispose la zoologa.
    Specie che vai…

    Peter

  21. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro peter,
    mandi, mandi ,pure le tue @mail.
    Sintatticamente sono correto , magari grammaticalmente No !
    Ma che ciene frega a noi !

    cc

  22. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Pino,
    direi perfetto il tuo 60!
    E sai che io non amo fare complimenti,(da ultimo “orso piemontese)..pensa che non conoscevo quella del Sifone di Pergamo !

    cc

    per far contento peter, direi che mi sono imparato da te qualche cosa !

  23. Peter
    Peter says:

    x CC

    no, il 60 di Pino non e’ perfetto…
    Quello che mi sforzo di far intendere e’ che fu la cultura greca antica a diffondersi nel bacino del Mediterraneo, ed oltre, con l’ellenismo. La sua dinamicita’ intellettuale non ha conosciuto pari nel mondo antico.
    Erone di Alessandria, di cui ricordo la vecchia formula geometrica, era greco: punto. L’Egitto era profondamente ellenizzato in quel periodo, e vi si parlava correntemente il greco. Alessandria era una citta’ greca al 100%. Persino la popolazione moderna ha un aspetto molto europeo. Erone invento’ anche il paranco ed altre cosette. Eratostene era ovviamente greco anche lui.
    Ancora oggi in India si pratica una strana ‘medicina greca’, che risale ai ‘figli di Esculapio’ che accompagnarono Alessandro Magno nella sua folle spedizione…cioe’ i suoi medici personali

    Peter

  24. Peter
    Peter says:

    la stele di Rosetta, conservata al British Museum, permise a Champollion di decodificare i geroglifici perche’ era un testo scritto in due lingue, egizio e greco…

    Peter

  25. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Il mio cane e’ signorino ma con i gioielli di famiglia, si delizia ad annusare dove e’ passata una femminuccia….anche se e’ una coyote.

    All’inizio credevo che parlavate di cucina….

    Sto aspettando la grazia di una visita di mia nipote col bebe’, ha ormai 4 mesi e l’ho visto 3 volte, non mi e’ permesso di farle visita perche’ la casa e’ un disastro…
    Ormai non mi interessa piu’, quello che faccio lo faccio per dovere.
    Domenica prossima ci sara’ il battesimo.

    Ciao, Anita

  26. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Tu metti l’accento sul contributo greco, io insisto nel dire che l’exploit è stato possibile dall’innesto del pensiero greco sulle conoscenze mesopotamiche, babilonesi ed egizie. Exploit verso il quale tutti sono e siamo debitori. Compresi gli ebrei e i cattolici, anche se non ammetteranno mai che senza l’universalismo ellenistico le loro religioni sarebbero rimaste quello che erano, piagnonerie, riti e superstizioni locali.
    E poi c’è un’altra cosa, fondamentale, da dire: il pensiero e la cultura greca sono realtà nate nelle polis del mare Egeo prospiciente l’attuale Turchia, nelle polis sulla costa oggi turca e nelle polis nell’entroterra oggi turco. Sono nate cioè dalla contaminazione con la civiltà babilonese, iranica, e mesopotamica. Leggere Santo Mazzarino! Una rivelazione inaspettata. La pensiola Anatolica, così protesa verso la Gracia e verso quella che poi è diventata Europa, è stato il ponte tra due mondi, anzi tra tre mondi (il terzo è quello indo-cinese), che ci ha trasmesso l’alito iniziale.
    Ma cisono state altre contaninazioni, più a sud. Teniamo presente che a detta di alcuni antichi la stessa ammiratissima Costituzione di Atene è stata copiata da quella di Cartagine. E del resto gli alfabeti, compreso quello poi adottato dai greci, sono una realtà nata in una zona dell’attuale Iran e Iraq e man mano perfezionata anche nelle città fenicie.
    A mio modesto avviso, il pregio del pensieri greco antico consisteva nella capacità di distinguere gli elementi comuni in realtà tra loro differenti, capacità nata, allenata, nutrita e cresciuta dal fatto che le polis erano migliaia, distribuite soprattutto in una infinità di isole, e i greci, pur con le polis in guerra tra loro, hanno sempre cercato gli elementi comuni, quello che potremmo chiamare la grecità. Questa è stata, a mio avviso, la base della loro capacità di pensiero speculativo, analitico. Altro elemento fondamentale è stata la possibilità di difendersi nei processi, cosa che ha partorito e sviluppato la dialettica. La capacità analitica e la capacità dialettica quando hanno incontrato, con l’ellenismo, lo sterminato sapere egizio, babilonese, iranico e mesopotamico, sterminato ma statico, hanno scatenato il boom, l’exploit, il miracolo. Apollo, Afrodite e Iside!!! L’universalismo. La corona, cioè il simbolo delle regalità e del potere “per volere degli Dei” prima e “di Dio” dopo, si chiama così perché nata dalla parola “corna”, che erano l’attributo di divinità decisive egizie. Compreso Amon, il Dio del santuario di Siwa che Alessandro andò a visitare con un viaggio avventuroso e pericoloso. Il Mosè di Michelangelo non ha caso ha due corna: non perché avesse una moglie infedele, ma perché si trattava di un attributo divino. E certo non di origine greca. Da Amon e dalle sue corna spiraliformi viene il nome delle conchiglie dette ammoniti, dalla caratteristica forma di corno conico spiraliforme. “Corona” e “corna” sono la stessa parola, come del resto è evidente. Non ci fa caso nessuno, sembrano cose priva di importanza, invece sono importanti.
    L’universalismo ellenista era però basato sulla cultura e non sul credo religioso come invece con l’universalismo cristiano o cattolico. Cattolico: termine che significa appunto “universale”, coniato da Costantino per indicare il cristianesimo.
    Insomma, la nostra tanto decantata globalizazzione, basata sulla rapina finanziaria, è stata preceduta oltre 2000 anni fa dalla globalizazzione e dall’universalismo ellenistico. Purtroppo sconfitto dalla grettezza maccabeo-giudaica, dalla forza militare (e giuridica!) romana e dal papato suo erede.
    Tutto qui.
    ‘Notte.
    pino

  27. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita e x Peter

    Annusiamo le spezie per sentire la grazia di Madre Natura, la disponibilità di Madre Terra. Purtroppo mal ripagate. Molto mal ripagate. Ormai troppo mal ripagate. Non a caso si dice che stiamo violentando il pianeta….
    ‘Notte.
    pino

  28. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro peter,
    non mi sembra che Pino attribuisca agli Egizi tutto lo scibile del Mondo antico.
    Detto ciò diciamo che l’interscambio culturale dell’ellenismo produsse molte novità.
    Sennò magari i greci erano già immersi nell’esoterismo pitagorico !
    Ovvero al posto di Giove,avrebbero finito per adorare la Sez aurea,il p greco o la radice 2.

    cc

  29. nicola metta
    nicola metta says:

    Sono certa che le cose siano cambiate per il meglio, almeno nel dipartimento di cultura nazionale.

    Cara Anita le cose son cambiate ma la trascuratezza del dominicano rimane la stessa… Il paese e’ cresciuto ed oggi non lo riconosceresti piu dai tuoi ricordi… Santo Domingo citta’ e’ una metropoli con grattaceli e viadotti, tunnel e metropolitana… il traffico urbano e’ allucinante e tanta miseria nei barrios… Musei, biblioteche ed altri centri di cultura sono stati modernizzati… ma la fame viene prima della cultura e la fame resta appiccicata addosso e dentro… deforma il fisico e la mente… la poverta e’ sopravvivenza tragica… seppur allegra e caraibica… qui non cambiera’ mai il dominicano se non cambiera’ tipo e qualita’ e quantita’ di alimentazione e istruzione scolastica e sociale…Il turismo con la forza corrutrice che si porta dietro… fa il resto…
    Posso raccontarti cosa conosco di quest’isola che rimane ancora piratesca… come modus vivendi resta L’isola dei Pirati…
    Non ci sono le 4 stagioni… un giorno dell’anno e’ uguale all’altro, una banana e un cocco lo trovi tutti i gg dell’anno… e la zia ( nel senso di parente e non s.s.) ha sempre pronto un riso con fagioli o lenticchie… i piatti in tavola, a minor o maggior quantita’, sono sempre gli stessi… riso e fagioli, uova fritte e carne impanata di spezie… il gusto e’ sempre quello sia con una carne che con un’altra… si frigge molto… quasi tutto, si friggono banane, platano, pesce e carne… l’olio e’ un lontano parente di quel da noi conosciuto… L’olio extra vergine non si usa… Il sole e’ sempre scottante e voglia de lavura’ saltame addoss… penso che anche questa sia colpa dell’alimentazione e del clima… ma soprattutto di scarsissimi stipendi x lavoro dipendente… Lavura’ o far nulla… non cambia lo stato di poverta’… la vita di sopravvivenza e’ la stessa xcche’ lo stesso e’ l’approcio del dominicano al sopravvivere… cosicche’ che lavorino le donne, anche piu’ lavori al giorno, che tanto il dominicano o e’ in giro a cercar come procurarsi dei soldi o e’ sotto un grand albero a giocare a domino’ bere birra e ron e a grattarsi la pancia… tanto ce’ la moglie o la zia (tutti hanno una zia che li aiuta o amanti varie) che riescono quasi sempre a mettere in tavola qualcosa da mangiare… Dico sempre, che se non ci fossero le donne quest’isola sarebbe disabitata x fame… e noia… Era cosi’ anche ai tempi dei nativi Tainos… poi son arrivati conquistadores e pirati… (ed ora il narcotraffico) e si e’ radicalizzata la mentalita’ del dammi il “mio”… ma dammelo OGGI… domani e’ e sara’ un’altro giorno… uguale a ieri e oggi… e non cambia nulla… e si vive di speranza xcche’ cambi… ma se non cambia “me da lo mismo, me da igual” fa lo stesso…
    Penso che se ci fossero le 4 stagioni sarebbe tutto diverso… pensare al prossimo inverno… raccogliere, conservare, ingegnarsi x affrontare cambi climatici etc… mantenere porte e finestre in buono stato… ci si preoccupa del tetto e sbarre a porte e finestre… il resto della casa resta uguale x anni e anni… non cresce un chiodo x migliorare l’esistente… ci si accontenta del sufficente… Se ci fossero le 4 stagioni… farebbe del dominicano un’altra persona, ma il clima e i governi non permettono che cambi “nulla” della situazione del vivere alla giornata nell’ignoranza e affamati… nell’incertezza di arrivare vivi a domani… Tipico della mentalita’ del pirata che non sapeva e non gl’importava piu’ di tanto di arrivare a domani… (stanotte all’osteria… poteva essere accoltellato e non vedere l’alba…) Fa caldo sempre e donne e uomini sopravvivono con lo stretto necessario d’abbigliamento… la carne nuda qui abbonda… ed e’ l’unica cosa che abbonda… ed e’ di facile disponibilita’ ad essere usata come merce…Se la carne fosse oro sarebbero tutti ricchissimi…
    Saluti caraibici
    N.M.

  30. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Oh, porca vacca ho scritto senza leggere che cosa aveva scritto Pino prima di me !
    Un 82 inutile alla luce di quanto scritto prima !
    Vabbè vado a leggere le storie del castello di Otranto !

    notte
    cc

  31. Anita
    Anita says:

    x Nico

    Caro Nico,

    si’ ho letto che in RD donne portano avanti la baracca, con piu’ c’e’ disoccupazione con piu’ cresce l’ozio, diventa un modo di vivere, non di rado succede anche qui.

    Qui continuano ad aumentare i mesi e gli anni dei benefici per i disoccupati, c’e’ chi ne approfitta per ritornare a scuola, per diversificare, per tenersi al corrente nella ricerca di lavoro, ma molti si accontentano dell’assegno settimanale ed eventualmente cadere nel welfare.

    Lo vedo da vicino, mia nuora, con un dottorato in psicologia ha trovato lavoro distante da casa, due mie amiche hanno preso corsi per diversificare la loro competenza ed hanno trovato lavoro…nello stato vicino, e’ molto sacrificante dovere viaggiare in auto per ore ogni giorno, ma lo fanno.

    Mia nipote e’ ritornata al lavoro dopo un mese dalla nascita del suo bambino, il “pelandrone” che abita con lei gioca a video games tutto il giorno, ormai lo conosco da 5 anni, lavora per qualche mese appena sufficientemente per ricevere la disoccupazione, l’unico pregio e’ che non usa droghe.

    Negli primi anni che ho visitato RD, Santo Domingo era gia’ una citta’ abbastanza avanzata, almeno la parte moderna…il turismo era alla sua nascita, se ti ricordi volevo comprare 10 ettari lineari di terra da Boca Cica ad est, terra produttrice di banane…mio marito non volle prestarmi i soldi per fermare l’acquisto.
    Solo per 1’000 dollari all’ettaro.

    Oh, nel museo di cui parlavo c’erano alcuni quadri di Paul Gauguin, non potevo credere ai miei occhi, abbandonati senza alcuna sicurezza e con gli sbalzi di temperatura ed umidita’.
    Chissa’ che fine hanno fatto.
    Il museo era semi spoglio.

    Ho dei bei ricordi di lavori artigianali, una Madonna e San Giuseppe primitivi, sculture di corallo bianco, ambra e giada scura.

    Buonanotte,
    Anita

  32. Anita
    Anita says:

    PS:

    In riguardo alle 4 stagioni, qui ci sono, ma gli sfaticati non mancano….
    Io mantengo la mia casa di continuo, ogni anno ho progetti di manutenzione, con la disoccupazione che c’e’ e’ difficile trovare gente che si vuole sporcare le mani.

    Anita

  33. Anita
    Anita says:

    x Tutti…

    This video WILL make your day… Enjoy!

    If you listen really close in the audio you can hear the woman who is recording this trying to keep her kids quiet in the background so as not to frighten the moose and chase them away.
    Worth listening to several times, and the music, although it’s not bebop, is absolutely
    perfect for the video. I hope you all enjoy it!
    Just click below.

    Basta cliccare qui sotto.

    http://www.wimp.com/babymoose

    Da visionare in full screen…..

    Questo video fara’ la vostra giornata … Buon divertimento!

    Se si ascolta molto vicino a l’audio si può ascoltare la donna che sta registrando cercando di mantenere i suoi figli tranquilli in background in modo da non spaventare le alci e scacciarle.
    Vale la pena di ascoltare più volte, e la musica, anche se non è be-bop, è assolutamente perfetta per il video.
    Spero che piaccia a tutti voi !

    Anita

  34. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Da visionare in full screen…..

    Questo video fara’ la vostra giornata … Buon divertimento!

    Da ascoltare tutto il pezzo, sperando che “i novelli boscaioli” non disturbino il SONNO DELLE ALCI, nei meravigliosi Boschi dell’america felix…

    Da visionare in full screen…..

    Questo video fara’ la vostra giornata … Buon divertimento!

    http://tv.repubblica.it/economia-e-finanza/new-jersey-vivono-nei-boschi-per-sopravvivere-alla-crisi/76776/75141?ref=HREC1-10

    Mi raccomando “religioso silenzio”…
    Eh,eh,!!

    cc

  35. Peter
    Peter says:

    x CC

    bravo CC, questa e’ informazione. La storia della ‘comune’ mi ha dapprima inspirato simpatia, poi ci ho pensato un po’ su, ho questo vizietto…
    Intanto e’ assai allarmante un tale livello di disoccupazione nel paese piu’ ricco e potente del mondo. Magari alcuni pensano ancora di emigrare in US per avere lavoro…Mi chiedo se sia solo disoccupazione di manovali, edili e tessili, o se anche altri settori siano afflitti, tipo manodopera qualificata, tecnici, insegnanti, professionisti, terziario avanzato, etc etc.
    Vada per la sessantenne sdentata del video, ma mi sembra un po’ sospetto che un muratore trentenne, in forma e buona salute, non trovi lavoro…Forse non lo trova nel suo quartiere o nella sua citta’, ma questa gente ha mai sentito che si puo’ anche emigrare? mi pare una mentalita’ da tedeschi dell’Est, lo stato deve portargli il lavoro vicino casa…E poi, un giovane valido deve per forza fare il muratore?! perche’ non provare a fare il carpentiere, o il netturbino, o il giardiniere, o tante altre cosette che il ‘job centre’ potrebbe gettare nella sua direzione?!
    Immagino che vivendo nella comune del bosco non paghino affitto, tasse, fondiaria, etc, ma la cosa ha dei risvolti legali essendo demanio pubblico…
    Qui in GB c’e’ l’annoso, e tedioso, problema degli ‘zingari’, i quali per inciso sono bianchi, cristiani, e parlano perfettamente la lingua essendo cittadini ‘regolari’…insomma, e’ gente di queste parti. Viaggiano in campers e roulottes, si installano dove gli pare, seguono proteste ed ordini di sloggiare quasi sempre ignorati, alla fine se se ne vanno lasciano una montagna di rifiuti come regalo alla comunita’ stanziale del loco…che di solito subisce un’impennata di piccoli furti e magari anche scassi durante il loro ‘gradito’ soggiorno…Al momento e’ in corso un lungo contenzioso di sfratto a Dale Farm, dove una grossa comunita’ di ‘viaggiatori’ si e’ costruita anche le case abusive (alla faccia di essere ‘zingari’…), senza permessi ne’ niente. I bulldozer stanno provando a sloggiarli, ma non c’e’ verso, ‘diritti umani’, avvocati e tutto il resto.
    Gente che aggira le regole e le leggi e fa pagare agli altri, se vuoi il mio parere

    Peter

  36. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro peter,
    il tuo guaio, è che tu hai “il vizietto”.
    Ma io non ho bisogno del tuo parere per capire, che sostanzialmente il “pezzo” di Repubblica era solo uno strumento ecologista per non disturbare il “sonno ” dell’Alce.
    Tutta propaganda per poter salvare il cornuto ramificato.
    A volte il “vizietto” ti gioca brutti scherzi , presumo fin dai tempi del V secolo avanti cristo !

    cc

  37. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Io non penso…come tu sai…intuisco…

    La signora sdentata che faceva la disegnatrice a N.Y. in ben 61anni non ha trovato nè il tempo nè i soldi per farsi una mezza dentiera??

    Mi ha fatto pensare alle inchieste ( ieri sera) di Iacona su Napoli!
    Tutti giovani, tutti tatuati, tutti con macchina e motorino…tutti che “faticano” al nero…dov’è l’impresa? dov’è la Finanza?…e tutti che piangono una nera miseria e imprecano perchè lo Stato non gli porta il lavoro accanto al mucchio di immondizie!!!

    Poi…il nostro caro e gentile Peter scrive…

    …ha mai sentito che si puo’ anche emigrare? mi pare una mentalita’ da tedeschi dell’Est, lo stato deve portargli il lavoro vicino casa…

    Tedeschi dell’est???
    A me pare che questa sia filosofia tipicamente italica!
    I nostri baldi giovani, moltissimi, lo scrivono nel curricolo – NON disponibile a viaggiare!!!!!!!!!!
    Amen

    Sylvi

  38. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Il Neutrino sfuggente..
    x Peter
    Nel V secolo avanti Cristo o giù di Lì..il buon Pitagora sconvolto dalla incommesurabilità del rapporto tra la diagonale del quadrato ed il lato, cominciò seriamente a pensare che 1+1 non fosse precisamente uguale a due, ma circa uguale a due.
    Per cui presa una mela la divise in due parti e dotato di una bilancia di precisione vide che il peso della somma delle due parti, era inferiore al peso della mela intera.
    Il nostro “greco” immediatamente capì che la colpa era della parte di polpa sia pur piccolissima che era rimasta attaccata al coltello.
    (massa mancante).

    Alcuni secoli più tardi il buon Chadwick allievo di Rutherford dei celebri laboratori di Cavendish, (che non erano “il nonno dell’attuale campione ciclistico) più o meno si pose la stassa domanda a cosa accadesse al Protone in decadenza aproposito dell’emissione dei raggi beta.
    Non potendo pesare sia il protone che quello che ne rimaneva , decise di applicare la celebre E=mc(quadrato)che sostanzialmente ci “diceva” che esisteva (sob!)la celebre equivalenza massa energia.
    Per chi non lo sapesse il segno =sta lì a dirci che quello che sta a sinistra e uguale a quello che sta a destra, fino a prova contraria.
    Al posto di pesare il protone prima e dopo,per la legge di conservazione dell’energia e misurando le energie , qualche cosa non quadrava a desta e sinistra , per cui si intuitì che a seguito del decadimento doveva essere scappata da qualche parte una piccola massa.(energia)
    Nel 33 il buon Enrico Fermi,anche dopo un’intuizione di Pauli chiamò il tutto neutrino ,per cui fece quadrare i conti con la celebre uguglianza
    Protone prima di decadere= Protone decaduto+elettrone+neutrino e tutti da allora vissero più felici e contenti.
    Fermi poi calcolò anche quella che poteva essere la sezione di urto di questo neutrino, si ipotizzò che la sua massa non potesse essere che 10alla meno quattro minore di quella dell’elettrone e che un neutrino prodotto dal decadimento beta,dovesse essere in grado di attraversare anni luce di Piombo prima che qualcuno lo fermasse.
    Tanto che ancora oggi nessuno lo ha ancora messo in trappola.
    Ovvero si contano i passaggi presumo..

    Ma Archimede che era un Greci italico, si presume che avesse inventato già all’epoca una trappola per neutrini…quando disse Eureka!

    un saluto

    cc

    ps- se non ricordo male, questa dovrebbe essere la vera storia del neutrino sfuggente..!!

  39. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    non ti preoccupare,di pensare , ma risparmiati pure la fatica di intuire, ho già detto a chiare lettere (ammesso) che il Pezzo di Repubblica è un falso degli Ecologisti,messo in piedi per la salvezza dell’alce cornuta.
    In merito alla “dentiera” ultimamente mi è saltato un incisivo,richiesto consulto per mettere a posto l’intero apparato mi sparano circa 12.000 euri.
    Adesso devo pagare la prima rata del quarto anno di Università del maggiore, per cui è meglio non vederci per un pò, rischierei senza volerlo di “sputazzarti” in viso che non è il massimo…come ben capirai..per cui meglio per un pò restare all’epistole o epistolè come direbbe il buon peter..
    ciao
    cc

  40. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    commento sul tuo post 93 della mia “mezza mela” alla quale sono sfuggiti sicuramente parecchi neutrini:

    – tutto giusto, tutto esatto…..ma cosa si è fumato???-

    Ahhh, la Gelmini!!!

    Ti saluta

    Sylvi

  41. Linosse
    Linosse says:

    Caro CC
    Forte dei consigli della Sylvi dopo aver esaurito tutte le energie per “la forza dell’ottimismo” ho frequentato un corso per parrucchieri unisex(con tutte queste incertezze dei sessi è meglio non fare errori).
    Le prime clienti sono state due cagnette Lassie con cui ho abbondato di boccoli e colpi di sole attraverso i quali mi sono accattivato la simpatia delle loro padroncine ,forse il settore è migliore dell’umano.
    Ho letto il pezzo ,anche per distrarmi dalla notizia sconvolgente che S&P ha declassato 11 amministrazioni tra cui primeggia quella della friula (non cè piu religione e se c’era dove si è ficcata?),dei neo comunardi boscaioli.
    Che abbiano finito il te e vadano ad approvvigionarsi nei “frondosi” boschi in attesa del novello ibrido Robin Hood(a stelle e strisce)-Nembo Kit ?
    Se sai qualcosa in più dell’articolo toglimi da questo dilemma.
    Saluti
    L.

  42. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    a me risulta che Napoli e la Campania, posti per i quali NON ho alcuna simpatia personale, abbiano dato il grosso dell’emigrazione italiana in tutto il mondo fino a tempi molto recenti, e cosi’ la Sicilia…
    Che i tedeschi dell’Est abbiano una mentalita’ da ‘nanny state’ lo sanno i tedeschi occidentali, quindi lei non fa testo. Pochissimi sono inclini ad emigrare

    Peter

  43. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Dalle nostre parti, ( non nomino le parti!), ma anche dal Veneto e dalla Lombardia, tutti vanno in Croazia: Fiume, Rovigno …
    Dentisti molto bravi, materiali ottimi, lavori accurati, prezzi dimezzati!!!

    Noi in famiglia siamo: io e mio figlio solo controlli e pulizia;
    mia figlia e mio marito hanno diamanti in bocca!!!
    Ma con due dentiste nelle immediate vicinanze ( già preoccupate dalla concorrenza) sarebbe grossa che andassimo dalla concorrenza oltre confine!!!

    Sylvi

    Sylvi

  44. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    infatti e’ la concorrenza oltre confine che riduce i prezzi, cara la mia furba. Succede lo stesso in Austria, per via dei dentisti ungheresi, ‘morti di fame’, a due passi…

    Aggiungo che viaggiare ed emigrare non sono esattamente la stessa cosa…un conto e’ stabilirsi con armi e bagagli in un’altra citta’, regione, o paese straniero. Un altro e’ accettare di farsi 200-300 km al giorno come parte del lavoro in questione…per esempio

    Peter

  45. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro linosse,
    purtroppo non ne so di più di quanto esposto nel “chiaro” “falso ” di Repubblica.
    Per cui devi rassegnarti a spazzolare “cagnette” in calore e magari anche qualche “padroncina” ..nel caso..!!
    In attesa che I Greci della colonia di Taranto inventino qualche cosa per riacchiappare il Neutrino Welfare che è più viscido di un Campano .

    cc

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