La più grande escort (anche) con Berlusconi è la Chiesa, che a fronte di tanta devastazione non solo morale tace e sa urlare solo contro i poveracci alla Englaro. La verità sulla “rivoluzione libica” comincia finalmente a emergere anche sui principali giornali
Che usi avesse lo abbiamo capito al punto da averlo ribattezzato da un bel pezzo Il Chiavaliere, epiteto molto più adeguato alla realtà del titolo di Cavaliere. Ciò detto, salto a piè pari il fetido argomento “Silvio e le donne” per fare invece la seguente considerazione: strano che tutti facciano finta di non accorgersi che dalle intercettazioni telefoniche e annesse azioni risulta chiaro e tondo che NON E’ VERO che Silvio Berlsuconi non interferisce con i suoi giornali e televisioni, NON è cioè quel “mero proprietario” che ai gonzi come Veltroni-D’Alema&C è riuscito a far credere di essere in modo da potersi mettere con il loro volenteroso aiuto la legge sotto i piedi e candidarsi alle elezioni. Con le note conseguenze, sempre più a valanga e per l’esattezza a valanga di merda.
Visto che è ormai assodato che il conflitto di interessi c’è ed è in piena azione, e che invece quella del “mero proprietraio” è solo una presa per il sedere di tutti gli italiani, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe intervenire d’autorità. Non è vero che non può destituire Berlusconi da primo ministro: il Chiavaliere ha tradito il solenne giuramento fatto al monento di ricevere l’incarico, ha mentito agli italiani, ha tradito l’opinione pubblica, ha tradito e falsificato la realtà in vari campi. Soprattutto, la sua permanenza a palazzo Chigi vanifica i sacrifici, le “lacrime e sangue” che lo stesso Napolitano ci chiede, vanifica il senso di responsabilità che da qualche tempo il capo dello Stato chiede con insistenza a tutti con il paradossale risultato di salvare di Berlusconi primo ministro, il quale oltretutto sta sputtanando l’Italia a livello planetario. Insomma, il Chiavaliere sta danneggiando gravemente l’interesse generale dell’Italia in più campi, fino a minacciarne il rimanere nell’euro e nell’Eurozona e quindi la stessa unità nazionale. Non so se ciò basti per l’accusa di Alto Tradimento, ma di sicuro ce n’è più che a sufficienza perché Napolitano inviti con fermezza e se necessario anche pubblicamente Berlusconi a dimettersi mettendo sul piatto come aut aut le proprie dimissioni. Di fronte a una mossa come questa Berlusconi sarebbe semplicemente spazzato dalla scena. Non c’è da temere che il parlamento si rifiuti di dar vita a un altro centrodestra, vista la fifa nera che i parlamentari hanno di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate. I Responsabili alla Scilipioti non potrebbero certo mostrarsi cosi Irresponsabili da non sostenere un nuovo centrodestra perché se lo facessero confermerebbero clamorosamente che con Berlusconi non erano Responsabili quanto invece semplicemente Venduti.
A fronte di tanta devastazione della morale pubblica e privata nonché della riduzione della donna a semplice “troia”, come le chiamano il fornitore Tarantini di carne fresca e il suo cliente abituale, impressiona il silenzio del Vaticano e della Chiesa, ennesima dimostrazione dell’arte del meretricio nella quale Santa Madre Chiesa eccelle da quasi duemila anni, da sempre escort dei potenti al governo: i 3 miliardi di euro incassati ogni anni dall’imbelle Stato italiano valgono bene questo nuovo caso di prostituzione. Del resto già dopo il caso Noemi, della quale e dei cui genitori è ora più chiaro il tipo di disponbilità verso “papi” Silvio, il Vaticano per mano del segretario di Stato Raffaele Bertone era ansioso di assolvere pubblicamente il Grande Chiavaliere approfittando della festa della Perdonanza a L’Aquila. Ricordate? Quella tradizionale festa religiosa aquilana la ribattezai la Puttananza, e il pornografico abbraccio e bacio in bocca di Santa Madre Chiesa con Berlusconi non venne consumato solo perché, se non ricordo male, Vittorio Feltri accoltellò alla schiena Dino Boffo, l’allora direttore de L’Avvenire d’Italia, quotidiano dei vescovi italiani, suscitanto l’inevitabile irrigidimento delle gerarchie. La Chiesa fa la voce grossa contro i poveracci alla Englaro e i loro diritti, ma tace vilmente di fronte agli “uomini della Provvidenza” e al denaro. Perfino Manuela Arcuri e Patrizia D’Addario sono delle educande di fronte alla sfacciataggine del meretricio vaticano, che ha degradato il cristianesimo in cattolicesimo papalino, quello che a suo tempo ha dato il disco verde sia al nazismo che al fascismo in cambio di ricchi piatti di lenticchie chiamati Concordato, che decenza vuole venga finalmente abolito anche in Italia anziché ingrassato da puttanieri incalliti.
Cambiamo argomento. Vi propongo in sequenza la lettura di alcuni articoli, a partire da quello di Guido Rampoldi su Repubblica che a partire dal titolo – I Gattopardi di Tripoli – smaschera clamorosamente la marea di panzane ovunque addotta per giustificare l’ingiustificabile guerra in Libia. A seguire, un articolo di Franco Venturini sul Corriere della Sera, che dimostra come, incredibile ma vero, l’Italia non sia più un Paese mediterraneo, una lettera di un lettore del Corsera a Sergio Romano e la sua interessante risposta, infine il vergognoso articolo del solito bugiardo Levy Bernard Henri, la cui boria trionfalista a fronte degli altri articoli citati suona per quello che è: pura boria narciso trionfalistica.
16 Settembre 2011
I gattopardi di Tripoli
Autore: Guido Rampoldi
Mentre sta per concludersi il sesto mese di una guerra che sembrava destinata a durare poche settimane (cominciò il 19 marzo 2011, con il primo bombardamento francese sulla Libia), non sarà il caso di domandarsi cosa sia successo e cosa potrà accadere? Stando all´ufficialità ci attendono gloria e vittoria, in quanto “tutto va per il meglio”, come avrebbe detto quel personaggio di Voltaire, il professor Pangloss, passeggiando tra migliaia di cadaveri. Il meglio appunto include dai 20mila ai 50mila morti, secondo le stime di fine agosto. Applicando il rapporto standard di dieci feriti per ogni ucciso, ricaviamo che, su una popolazione di sei milioni di abitanti, i libici ammazzati o colpiti da proiettili e bombe sono stati dai 220 ai 550mila, l´equivalente in proporzione di 2-5 milioni di italiani.
Stando ad Amnesty international, gheddafisti e ribelli hanno praticato o praticano stili di combattimento qualitativamente simili che comprendono squadre della morte, camere di tortura e assassinio di arresi. Le atrocità commesse dai soldati di Gheddafi sono in quantità maggiore. Ma i ribelli potrebbero presto pareggiare i conti, essendo cambiati a loro vantaggio i rapporti di forza. Come denunciano da mesi varie organizzazioni umanitarie, nelle zone controllate dagli insorti bande brutalizzano gli immigrati africani e i connazionali con la pelle nera. Rapinano, stuprano o semplicemente sfogano il tradizionale razzismo arabo con il pretesto che le loro vittime siano “mercenari di Gheddafi”. È abbastanza per sospettare che ad incentivare le migrazioni verso l´Italia sia proprio la paura che incute quel gangsterismo ammantato di ideali, piuttosto che i non meno feroci soldati di Gheddafi.
Si dirà che quando collassa un regime totalitario è quasi inevitabile che scorra il sangue e vi sia molta anarchia. Il problema è che non si vede alcun tentativo di punire le atrocità commesse da insorti. Secondo Amnesty, il Consiglio nazionale di transizione non ha prodotto “alcuna indagine credibile né ha preso misure per chiamare i responsabili a rispondere”. Probabilmente non ha voluto. Ma se lo decidesse, sarebbe in grado di punire i colpevoli? Ha scarsa autorità sui comandanti locali e nessuna nel Sud, dove non si sa bene cosa stia accadendo. È diviso da rivalità ideologiche o tribali, essendo piuttosto malassortito. E comunque è poco credibile agli occhi dei combattenti, i quali, avendo rischiato la pelle, non accetteranno facilmente che guidi la transizione chi non ha meriti rivoluzionari, o peggio, svolgeva incarichi di responsabilità nel regime.
Anche se la direzione pare quella, non è scritto nel destino che la Libia diventi uno Stato fallito, un caos sanguinolento in cui la politica sia un confronto militare tra consorterie armate, ciascuna con protezioni straniere e interessi nel malaffare, un po´ come l´Afghanistan dei mujahiddin (però un Afghanistan addossato all´Italia). Ma mettiamo che la storia ci sorprenda in positivo. Che Gheddafi domani si arrenda e la guerra di colpo finisca. Che migliaia di famiglie rinuncino a vendicare un parente ucciso, mutilato, torturato. Che il Consiglio nazionale di transizione riesca nel progetto cui sta già lavorando, ricostituire lo Stato richiamando nei ranghi lo stesso personale in servizio prima della guerra, dagli impiegati fino ai viceministri, agli ufficiali delle Forze armate, insomma tutti tranne “i pochissimi” che si sono macchiati di atrocità, come annuncia il capo del Cnt. Mettiamo poi che la gioventù ribelle accetti questo gattopardismo, consegni le armi e torni serenamente a casa da mamma e papà, se nel frattempo non sono stati ammazzati; e nel Paese cominci una miracolosa transizione. In questo caso avremo grossomodo lo stesso risultato che si poteva raggiungere sei mesi fa, attraverso il negoziato proposto più volte da Gheddafi. La minaccia di un intervento Nato probabilmente avrebbe convinto il Colonnello ad accettare un esilio interno, sia pure ben mascherato. Quasi tutto il regime si sarebbe riciclato nel nuovo sistema, così come sta avvenendo, ma sarebbe cominciato un percorso verso la democrazia. L´unica vera differenza: nel governo provvisorio avrebbe svolto un ruolo importante un figlio del Colonello, Saif, fino a ieri considerato dagli occidentali il capo della fronda illuminata (in quanto ispiratore di quel Centro per i diritti umani che divenne punto di riferimento di vari riformatori e poi fu chiuso dalla polizia segreta).
Abbiamo sulla coscienza una guerra evitabile, controproducente, in ogni caso orribilmente stupida? Nessuno potrà mai dimostrare che il negoziato con Gheddafi avrebbe potuto concludersi con un compromesso accettabile. Però sappiamo che a differenza dell´Egitto, la Libia non ha una salda radice unitaria, una tradizione parlamentare, una consuetudine con la libera competizione tra le idee, e neppure movimenti resistenziali di ispirazione liberale. A maggior ragione la transizione aveva bisogno della stabilità che poteva offrire soltanto un percorso concordato. Sappiamo anche un´altra cosa: fin dal primo momento Parigi e Londra esclusero quella soluzione. Perché solo la guerra assicurava protagonismo e un lauto bottino petrolifero? No, perché Gheddafi è un criminale. Ma non lo era forse anche prima, quando la sua polizia ammazzava oppositori a dozzine? Sì, ma mai era arrivato a far bombardare le piazze, il popolo. Le prove? Le fornisce al-Jazeera, e i media occidentali le rilanciano: ma le più eclatanti sono falsificazioni. Il repertorio include immagini di cadaveri di soldati con le mani legate, “uccisi perché ammutinati”. Poi rivedi il filmato e hai l´impressione che gli assassini siano i ribelli, infatti non soccorrono l´unico moribondo. Ora Amnesty indirettamente conferma: all´inizio della sollevazione gli insorti uccisero militari che avevano catturato. In futuro potremmo scoprire che messe-in-scena e rivolta furono agevolate da un sodalizio di servizi segreti. Dopotutto già negli anni Novanta i britannnici avevano provato a innescare moti in Cirenaica (Gheddafi sventò, probabilmente su soffiata dello spionaggio italiano).
Una transizione concordata era la soluzione migliore non solo per la causa della libertà ma anche per gli interessi dell´Italia, cui la guerra prometteva e promette molti rischi. Tanto più risulta singolare il comportamento dell´informazione italiana: a parte pochi battitori liberi, quali Giuliano Ferrara e Sergio Romano, i nostri giornali fecero propria la linea sarkoziana del “con Gheddafi non si tratta” (e il corollario implicito: non resta che la guerra). In seguito mantennero il punto, talvolta con effetti tragicomici. Tre mesi fa il regime cercò di negoziare una pax musulmana con i ribelli, cui inviò una delegazione di undici imam. Intenzionalmente o no, l´aviazione Nato li incenerì mentre sostavano in una struttura militare. Quella sera un irrilevante mullah di Tripoli lanciò anatemi anche contro la popolazione italiana. La mattina seguente i nostri principali quotidiani gridavano in prima pagina che “l´islam libico” aveva promesso stragi di italiani per vendicare gli imam di Gheddafi. Nessun accenno ai motivi per i quali gli undici viaggiavano per la Libia.
Non è strano che siamo diventati “tutti francesi” quando semmai avremmo dovuto essere “libici”, e magari anche un po´ anche italiani? Gheddafista a marzo e sarkozista in aprile, e cioè privo di dignità in un ruolo e nell´altro, il governo ha pensato di difendere i nostri affari con un´interpretazione convincente dello stereotipo dell´Italiano traditore. Però sorprende l´opposizione: perché si è lasciata abbindolare dai grandi progetti del piccolo Sarkò? Probabilmente per la solita subalternità alla mediocrazia, intesa come potere dei media ed egemonia delle mediocrità. Ogni qualvolta la storia bussa ai nostri confini, l´informazione si conferma l´espressione di una classe dirigente modesta. Soffre una penosa carenza di strumenti concettuali, e soprattutto di curiosità, come è tipico di un giornalismo le cui nomenklature sono per gran parte un prodotto delle grandi scuole aziendali dell´ossequio. Inoltre, per ragioni che meriterebbero di essere indagate, tre o quattro ambasciate straniere sembrano disporre in Italia di un certo giornalismo cammellato, schierabile secondo gli interessi contingenti di quei Paesi, e anche contro l´interesse italiano. E per tutto questo, anche la guerra di Libia spinge a domandarsi se quest´Italia in crisi potrà mai risollevarsi finché a rappresentarle situazioni e problemi sarà un giornalismo così stanco e opaco.
“L’Italia non è più un Paese mediterraneo”(Franco Venturini).
17/09/2011 di triskel182
Nella partita del Mediterraneo l’Italia non gioca da protagonista.
Non c’è soltanto l’Italia che vara una manovra a geometria variabile, tutta tasse e orfana dei necessari stimoli per la crescita. Non c’è soltanto l’Italia che si azzuffa sulla prostituzione d’altissimo bordo mentre altrove si discute di una possibile seconda recessione e dei modi per prevenirla. C’è, anche, una Italia talmente ripiegata sul suo caotico ombelico da non avere più energie per vedere quel che le accade intorno.
Ieri Silvio Berlusconi ha annunciato che non andrà all’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu dove da lunedì saranno invece tutti i grandi e anche i meno grandi della terra. Ci andrà per noi il ministro Frattini, ma non siamo egualmente in presenza di una abdicazione autolesionista e dettata da motivazioni che nulla hanno a che fare con gli interessi nazionali? Non basta, perché è ancora viva l’eco della visita congiunta di Sarkozy e di Cameron nella Libia «quasi» liberata da Gheddafi. Intendiamoci, non è un mistero che i governi di Parigi e di Londra siano stati gli avanguardisti dell’offensiva Nato contro il Raìs, e può dunque apparire logico che siano loro i primi a salire sul podio dei vincitori in attesa di vedere se di vittoria unitaria davvero si tratterà.
E non è nemmeno un mistero che Parigi e Londra, più Parigi di Londra, puntino ad ottenere dai loro alleati libici una fetta più grossa della torta energetica e infrastrutturale che Gheddafi aveva concesso in maggioranza (ma non senza contropartite) all’Italia.
Ciò detto, e proprio perché le mire dei nostri amici franco-britannici sono note, stupisce che il governo italiano si sia fatto anticipare con tanta facilità. Non è questo il caso dell’Eni, che anzi ha battuto sul tempo Total nel riannodare i discorsi interrotti sulle forniture libiche. Ma dal momento che nulla può ancora essere deciso anche perché la guerra non è finita e non è del tutto chiaro chi comanderà nella Libia di domani, serviva, era opportuna, una iniziativa italiana al più alto livello.
Berlusconi era troppo compromesso con Gheddafi, dirà qualcuno. Ma il Raìs aveva piantato la sua tenda anche a Parigi, Sarkozy gli aveva dato prestigio e altro (armi?) per fregiarsi della liberazione delle infermiere bulgare, dagli anglo-scozzesi Gheddafi aveva avuto in dono il presunto attentatore di Lockerbie, e ora si scopre che i servizi britannici assieme a quelli Usa avevano collaborato con gli 007 di Tripoli in bruttissimi affari di islamisti torturati… No, la verità è più semplicemente che Berlusconi aveva e ha priorità diverse.
E soprattutto, la verità è che la Libia rappresenta soltanto una tessera di un grande mosaico che si va scomponendo e ricomponendo: il Mediterraneo nel quale siamo immersi.
Se ci guardiamo in giro è impossibile non scorgere l’affollarsi delle novità strategiche a due passi da casa nostra. Il ruolo della Francia, grazie alla Libia ma anche a un gradito ruolo di supplenza offerto all’America, è in evidente ascesa. Lo stesso si può dire della Gran Bretagna, che «torna» nel Mediterraneo dopo un lungo disinteresse. In ripiegamento operativo sono gli Usa, ma ciò accade anche altrove nel mondo e dovrà essere verificato se si riuscirà a superare la crisi economica. La Cina è dietro ogni angolo, vicina sì come avvertiva il film di Bellocchio nel 1967 ma non stupida: il sostegno all’euro comporta concessioni commerciali, strategiche ed energetiche, anche in Libia. Sale a freccia l’attivismo della Turchia (forse contenta di non trovarsi imprigionata nella Ue, anche se nessuno lo dice) e il periplo di Erdogan nelle «primavere arabe», unito alle sue sfuriate per la platea contro Israele, propone di fatto Ankara come nuovo punto di riferimento di un islam moderato e non anti-occidentale. Quel che era una volta il Cairo, che oggi assieme a Tunisi tiene tutti con le dita incrociate (e anche qui l’Italia potrebbe essere più attiva e visibile).
Tra pochi giorni, poi, all’Onu, con Berlusconi assente, verrà posta la questione dello Stato palestinese, o per meglio dire dello status palestinese visto che il veto americano impedirà di andare oltre. L’Italia è orientata al «no» assieme alla Germania, ma si lavora per evitare una spaccatura europea forse con l’astensione e un proprio documento, oppure con una previa limatura del testo palestinese che peraltro Abu Mazen ha praticamente rigettato ieri. Il tentativo europeo è arduo, ma non risulta che nello sforzo di evitare strappi pericolosi Roma sia attiva quanto Parigi, Londra, Berlino e persino Bruxelles (nella doppia veste della signora Ashton e del simil-governo belga in carica per gli affari correnti da ben più di un anno).
Nell’insieme, è come se il Mediterraneo fosse stato investito da uno tsunami geopolitico del quale non vediamo ancora la fine. Sappiamo soltanto che esistono dinamiche nuove, e che per conseguenza servono politiche se non nuove almeno aggiornate. Questo è vero per tutti gli attori presenti. E invece l’Italia appare assente o distratta, vittima di quella sua poca credibilità che la colpisce e la danneggia non soltanto sui mercati.
Speriamo di non doverci dire, domani, che mentre il Mediterraneo cambiava volto noi non c’eravamo perché occupati a discutere di intercettazioni e di signorine di Stato.
Da Corriere della Sera del 17/09/2011.
COME FARE LE ELEZIONI IN LIBIA MA FORSE È MEGLIO ASPETTARE
La guerra in Libia non è ancora finita, ma se si sa sempre quando le guerre cominciano non si sa mai quando finiscono. Eppure già si parla di «prossime elezioni». Non crede che invece dovranno passare ancora molti anni prima del ritorno alla normalità in quel Paese? E quando, secondo lei, regnerà la democrazia? Pierangela Bonetti Lodi
Cara Signora, Dopo la conquista di Tripoli, Mustafa Albel-Jalil, presidente del Consiglio nazionale transitorio, ha dichiarato che le elezioni potrebbero avere luogo entro diciotto mesi: un periodo che dovrebbe bastare all’approvazione di una nuova carta costituzionale e all’organizzazione della campagna elettorale. L’Onu è molto più prudente e si astiene dall’indicare una data. Un suo rappresentante, reduce da una recente missione a Tripoli, ha dichiarato che vi sono in giro per la Libia troppe armi e che occorrerebbe anzitutto bonificare il Paese. Ma gli argomenti più puntuali e convincenti sono contenuti in un articolo apparso nel numero di settembre di Foreign Affairs, la rivista americana del Council on Foreign Relations. Gli autori sono Dawa Brancati e Jack L. Snyder, due professori universitari che hanno recentemente studiato il problema delle prime elezioni in Paesi sconvolti da una guerra civile fra il 1945 e oggi. Il rischio, secondo Brancati e Snyder, è che le tensioni elettorali riaccendano il conflitto. Per evitare che questo accada occorrono alcune condizioni. È necessario, in primo luogo, che la parte soccombente sia stata totalmente battuta e quindi incapace di riorganizzarsi. È necessario, in secondo luogo, che il fronte dei vincitori non sia composto da fazioni ostili, pronte a battersi per il controllo del potere. Ed è necessario infine che l’ordine pubblico sia garantito da una forza di polizia neutrale e rispettata o da una forza internazionale. Nessuna di queste tre condizioni esiste verosimilmente in Libia, un Paese dove gli uomini di Gheddafi controllano ancora alcune piazzeforti, non vi è un fronte unitario della resistenza al regime, le istituzioni statali sono deboli se non addirittura inesistenti, la società civile è un mosaico di lealtà tribali, il ventaglio delle posizioni ideologiche è molto ampio, l’amministrazione molto corrotta e i ribelli poco inclini a lasciarsi controllare da quella che verrebbe percepita come una forza d’occupazione. Nel loro studio gli autori sono giunti alla conclusione che la probabilità di una nuova guerra civile diminuisce di un terzo se le elezioni hanno luogo cinque anni dopo la fine del conflitto. Ma non sono certo che la Nato e i Paesi maggiormente responsabili dell’intervento (Francia e Gran Bretagna) siano politicamente pronti ad accettare una tale attesa. Sono intervenuti spensieratamente nella speranza di una guerra breve e risolutiva. E sperano ancora di potere chiudere rapidamente il capitolo della guerra per aprire quello degli affari.
Sarkozy a Tripoli come Mitterrand a Sarajevo nel ‘ 92
Ho passato la giornata di giovedì in Libia accanto al presidente francese Nicolas Sarkozy e al premier britannico David Cameron, in visita a Tripoli e Bengasi. Abbiamo vissuto insieme con il popolo libico, finalmente libero dalla dittatura, uno straordinario giorno di festa. L’ accoglienza tributata a noi occidentali è stata commovente: si sentiva che i libici erano pieni di gioia. Gli altri sul posto, io di sicuro, provavano finalmente un senso di orgoglio. Per l’ Europa, e per la Francia. Sarkozy e Cameron hanno realizzato un’ impresa storica. In piazza della Libertà a Bengasi, davanti alla folla in festa, ne ho avuto la certezza. Per la prima volta l’ Occidente e il mondo arabo hanno ignorato i profeti dello scontro di civiltà; gli europei hanno teso la mano al popolo di un Paese arabo e musulmano in rivolta contro una spaventosa dittatura, contro un tiranno che minacciava di fare scorrere fiumi di sangue della sua stessa gente. Abbiamo aiutato quelle donne e quegli uomini, siamo stati dalla loro parte mentre si sollevavano contro l’ oppressione, e lo abbiamo fatto senza ricorrere all’ occupazione, senza pretendere di imporre noi, dall’ alto, il successivo regime politico. Non abbiamo voluto paracadutare a Tripoli la democrazia. La democrazia, in Libia, stava già nascendo, bisognava solo impedire che venisse soffocata nella culla, e ci siamo riusciti. L’ Europa ha fatto quel che era giusto, cioè aiutare un popolo che da solo, per primo e senza armi, aveva comunque deciso di conquistarsi, a qualsiasi prezzo, la libertà. La lotta non è finita, naturalmente, Gheddafi non è stato ancora catturato e dopo avere vinto la guerra ora si tratta di vincere la transizione. I miei amici del Consiglio nazionale libico si dicono sicuri che l’ ex dittatore si trovi ancora in Libia, nascosto in una delle tante città sotterranee che si è fatto costruire durante i suoi quarant’ anni di dominio assoluto; nessun Paese vuole assumersi il rischio di ospitare un uomo ricercato dalla giustizia internazionale per crimini gravissimi. E poi, lo ripeto: bisogna avere successo anche nella transizione, nella costruzione democratica, evitare le trappole che aspettano al varco tutte le rivoluzioni, fermare gli islamisti, ottenere che tutti rendano le armi, eccetera eccetera. Ma, intanto, che gioia! Il viaggio è stato preparato a lungo, sono state osservate tutte le possibili misure di sicurezza, ma è evidente che i due capi di Stato hanno preso dei rischi. Per questo Sarkozy e Cameron mi hanno ricordato il presidente François Mitterrand, a Sarajevo, nel 1992. Si può essere d’ accordo o meno con Nicolas Sarkozy, io spesso non lo sono e per questo non l’ ho votato. Ma occorre riconoscere quando un uomo di Stato è capace di fare un grande gesto politico, di issarsi al di sopra delle contingenze, di accettare consapevolmente e lucidamente un rischio. Sarkozy e Cameron a Tripoli hanno fatto la stessa scelta di coraggio di Mitterrand in Bosnia, e io sono convinto che è anche con azioni di questo tipo che si scrive, e si fa avanzare, la Storia. Lo dimostrano le tantissime donne venute ad acclamare Sarkozy all’ ospedale di Tripoli. Donne del popolo, non le amazzoni della guardia presidenziale, donne che hanno finora vissuto sotto la tirannia, in un Paese musulmano, e sperano in una nuova era di libertà. Quindi, è giusto riconoscerlo, per Nicolas Sarkozy è stato un momento di grande affermazione personale e politica. Dopodiché le elezioni sono un’ altra questione, quel che accadrà la primavera prossima nel voto per l’ Eliseo sarà deciso da altri fattori. Qui siamo su un altro piano. Quanto al rapporto tra l’ Occidente e il mondo arabo, quanto alle relazioni tra le grandi civiltà di questo pianeta, il viaggio a Tripoli è stato un momento fondante. Ci ricordiamo tutti di come gli Stati Uniti hanno lanciato la guerra in Iraq, un conflitto che continuo a ritenere sbagliato. Il profumo di Bengasi, giovedì, era molto diverso dai cattivi vapori di Bagdad. A giornata conclusa, ho viaggiato accanto a Nicolas Sarkozy e ad Alain Juppé, sull’ aereo della Repubblica francese che ci ha riportati a Parigi. Il presidente sa di essere all’ origine, con il suo ministro degli Affari esteri, di qualcosa di inedito. Il famoso diritto di ingerenza, il tanto declamato e mai applicato dovere di proteggere, in Libia è stato messo in pratica. Per la prima volta, non a chiacchiere, ma con le armi. E, quel che più importa, per una causa giusta. (testo raccolto da Stefano Montefiori) RIPRODUZIONE RISERVATA
Levy Bernard Henri
Pagina 23
(17 settembre 2011) – Corriere della Sera
Poi tu sai meglio di me che hanno delle societa’ intrinsecamente matriarcali, il che puo’ avere i suoi vantaggi per le donne.
Caro Peter, purtroppo le societa’ matriarcali sono molto complesse e di difficile comprensione agli estranei da dette societa’… Mi ricordo il Marocco, ieri il sudamerica e oggi il centro america… La novita’ brutta di oggi e’ il vertiginoso aumento dei reati di violenza intrafamiliare. Il machismo e l’ignoranza… violenta la serenita’ familiare oltre che psicologicamente come e’ sempre avvenuto nella storia dell’umanita cabrona e barbara… oggi e’ soprattutto fisica. Il macho detta legge anche e soprattutto da caprone… Il macho e’ un prodotto della femmina madre… l’omosessuale e’ un prodotto del padre macho ( tralasciando i preti autori e convincitori e iniziatori della maggiorparte degli omosessuali…) e queste sono solo alcune mie osservazioni in una societa’ di pazzi… ignoranti e disposti a qualsiasi bassezza x fare soldi… vivono convinti che questa e’ la vita x la quale si ammazzano fra loro e specialmente entre familiari… Il reato di violenza intrafamiliare e’ in uno scandaloso crescendo… i numeri sono violenti e coperti… questa e’ la societa matriarcale-machista religiosa… e a questo tipo di societa’ il socialismo non piace e lo avversano… vivaddio!! evviva noi che cosi’ non siamo… e lottiamo x una societa’ differente nel socialismo
Faust
x -#93-
Mi sembra che il dialogo si stia avviando su un soggetto malamente velato.
Apologies don’t work as well as we’d like them to, they just serve to make yourself feel better.
Anita
la femminizzazione di certe professioni , in societa’ tradizionalmente maschiliste come quella russa, stalinista e sovietica in particolare, ha delle ragioni complesse, che non possono comodamente attribuirsi solo alle perdite militari maschili della seconda GM. Intanto perche’ si ebbero perdite civili altissime anche di donne e bambini (di ambo i sessi…). Poi perche’ non si verifico’ nel dopoguerra di altre societa’ europee che subirono perdite maschili altissime, percentualmente paragonabili a quelle dell’URSS, come la Germania…
Vox e’ il solito ‘fulgido’ esempio di ciarlataneria sul blog, ovvero di manipolazione di dati per mettere le ‘pezze a colore’ sui buchi delle sue teorie sbrindellate.
Peter
xCC 80
Parlo non di statistiche; nel 1913 Cecco Beppe fece fare il Censimento a tutto l’Impero.
Fu l’ultimo, prima della fine.
Ne avevo parlato, mi pare parecchio tempo fa in un post a Uroburo a proposito degli italiani a Fiume.
Abbi pietà di me…sto aspettando l’invernoper sistemare i libri che giacciono alla rinfusa.
Non ho tempo di cercare quello giusto!
Comunque i criteri di lettura erano forzatamente diversi dalle tue statistiche.
Caso eclatante di come si possono distorcere le classifiche mescolando a caso piselli e motociclette!
Tarvisio: comprendeva tutti i territori fino a Pontebba, dove c’era il confine coi veneti.
Weisenfels: tutti i minuscoli villaggi verso la Slovenia che sono in maggioranza rimasti in Slovenia.
E’ vero come segni tu che non ci fossero italiani, infatti c’era una bella comunità di carnici e friulani…eh,eh,eh!
Tarvisio credo sia l’unico paese in Europa dove ufficialmente si parla: friulano, italiano, tedesco, sloveno!
A proposito del mio post a Pino su Bertone…al solito ti sei preso la riga che ti faceva comodo.
L’ho ripetuto in tutte le salse: a Roma la Chiesa non si distingue, anzi, dal potere temporale.
E’ uno schifo, ma è così.
Io sono fedele alle parole di Gesù a proposito di Cesare e di Dio.
Però la sx non faccia il fariseo…chiaro???
buonagiornata
Sylvi
@Vox 14
grande!
bravo!
dovevamo mandare i Typhoon a intercettare i Mirage dei mangiarane e i tornado degli ubriaconi altro che dargli le basi!
Ma sto sognando.
Questo e’ il paese di Alberto Sordi.
Indecisi a tutto ma servi di tutti.
bah…
Tarviso e Weisenfels erano delle “pagliuzze” rispetto al resto,quello che interessa è il dato globale della riconquistata(sic!) Venezia -Giulia: Goriziano ,Trieste e Istria.
Leggo che solo nella Zona di Trieste gli Italiani erano maggioranza.
Nel resto minoranze.
Tutto semplicemente qui.
Attendo con impazienza i dati di Cecco Beppe, buonanima.
Salutami la Sissi !!
cc
Cara Sylvi,
non avevo dubbi sulla tua fedeltà alla più ambigua e “di comodo” frase che racconti postumi narrano sia stata detta da Gesù .
cc
Ah Sylvi, tirami pure fuori il censimento del 1921 e vediamo le differenze..credo che siano già palesi,infatti è noto che gli Austriaci non sapessero contare , mentre gli Italiani molto meglio.
cc
Cara Sylvi,
ho dato una rapida scorsa ai giornali.
Che fai oGGi ? raccogli fondi per le armate padane di secessione o cuci bandiere verdi con sole delle Alpi, da apporre ai nuovi confini?
Proprio ora che pensavo ad un giretto in Friuli, non mi dire che devo fare le carte per un passaporto..
cc
caro cc,
te l’ho detto, appena posso…non è lavoro da poco!
Devo trovarlo e poi ricopiare cifre su cifre.
Istria: Pola, Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago…più Albona, Grisignana ecc. ecc.
Chi le abitava?
350.000 esuli, più le migliaia nelle foibe, più i rimasti…
Più la Dalmazia!!!!
Riconquista un corno.
Immagino dove leggi le tue tabelle!!!;
io ti ho proposto un censimento ufficiale degli austroungarici che con la burocrazia non scherzavano.
Forse lo trovi anche sul web!
Soltanto sulle montagne sopra Gorizia c’erano numerosi slavi!
Ma la contea di Gorizia, dopo la sua decadenza, è stata nei secoli rivendicata da Venezia e dall’Austria. Vinsero quest’ultimi, ma gli slavi c’entravano una mazza!!!
Comunque, per coerenza , dovresti dire che gli israeliani sono a casa loro perchè hanno occupato i territori che erano palestinesi!
O due pesi e due misure?????
Leggiti Joseph Roth…ti farà bene alla conoscenza geografica e anche sociologica .
Ps: La madre di Marchionne era di antichissima famiglia istriana-veneta. Era nata in un paesino all’interno fra Pola E Albona!
Che sia questa la giustificazione di cotanto figlio???
Sylvi
x CC
Fossi in te non mi preoccuperei…il sole delle Alpi non ha udienza dalle nostre parti…lo lasciamo tutto a voi padani.
In Friuli, se vieni fatti vivo, troverai tante aquile giallo-azzurro.
Gli imprenditori veneti, incazzatissimi,hanno fatto dei conticini…
Se il Veneto se ne va, col suo leone, l’Italia esce dal G8;
Il Veneto entra nel G20.
Il nord, senza il Piemonte, produce il 50% del pil nazionale…
E’ abbastanza impressionante che girino tranquillamente queste notizie…e che tutti continuino la tiritera dei Bossi padrefiglioespirito di libertà!!!
A noi di quei dementi non ci può fregare di meno!!!
Anzi…vorremmo liberarci anche di loro.
Però…vieni,vieni…a te faremo ponti d’oro…
per festeggiarti meglio posso chiedere in prestito una bandiera rossa ad amici di Cervignano, o una della CGIL a un collega fanatico!
Sylvi
Ps: La madre di Marchionne era di antichissima famiglia istriana-veneta. Era nata in un paesino all’interno fra Pola E Albona!
Che sia questa la giustificazione di cotanto figlio???
Grazie della notizia , non la conoscevo,ma adesso comprendo molto di più…!!
Vedi l’importanza di scambiarci “notiziole” sul Blog, si comprende meglio , ovvero certe intuizioni , vengono poi confermate dal DATO !
Grazie ancora..!
Anzi , ho già ordinato un paio di mutande di Tolla che calzerò all’uopo , prima di varcare i “Sacri Confini”!!
Sono ovviamente “mutande” metafisiche ,diverse da quelle che si possono indossare al SUD, salvo che la Metafisica sovente finisce per INTRODURRE , molto più a fondo e penetrante della FISICA !
un saluto
cc
Caro Pino
Forse più che di Chiesa bisognerebbe parlare di Vaticano S.P.A. ,è piu in sintonia con l’attualità.
L.
Cara Sylvi,
il tuo 110 è un capolavoro di “confusione” sistemica.
Io parlo di dati del 1910, e del 1921, cosa “azzeccano” esuli e Foibe ?
Un cavolo a merenda ,ovviamente,…ma quando fa comodo anche i cavoli si mangiano a merenda ..nevvero ?
In Friuli ci verrò in incognito..ovviamente,salvo che già non siano telecamere ai Sacri Confini !
tuo
cc
Cara Sylvi,
non ti affannare …noi Piemontesi, siamo abituati da secoli a vivere a pane e cipolla…a forza di piangere , non lacrimiamo più, questione genetiche..torneremo sulle colline con capre e asinelli,guardando i veneti e i friulani far fortuna nel G21,g22ect,ect
Questioni genetiche eh,eh,eh !!
cc
immagino dove leggi le tue tabelle !!
cara , vorresti saperlo eh…,sto aspettando i dati del censimento Austro -Ungarico del 1913, intanto ti saluto eh!
cc
carissima Sylvi,
dimenticavo..
Vedo con sommo piacere, la presa di distanza dal Lumbard di ponte di legno,ormai “stracotto”…
Con dispiacere vedo però che nel passato Il Lumbard vi aveva “fottuto” la LIGA VENETA ” e voi accomodanti avevate dovuto abbassare gli “usberghi”…abbandonando gli Eroi armati con il cannone della Stufa di Piazza san marco al loro triste destino..
Questioni di tattica ..si direbbe , nella più ampia stategia della Rifondazione della Liga veneta -furlan- istriana….
Dimmi mia cara ,sei forse TU una “statego” di cotanta lungimiranza ?
cc
ps Apprezzo dai nostri scambi che la Patania è solo un’invenzione !!!
x Anita
che si dice di Troy Davis, il condannato a morte non graziato in Georgia? finira’ sul patibolo tra pochi giorni, perche’ non e’ riuscito a ‘provare la sua non colpevolezza'(!) per un evento che risale al 1989, quando una guardia giurata venne ferita a morte.
Si sono mossi addirittura il papa, il ministro degli esteri francese, AI, la commissione EU per i diritti umani…
Peter
caro/a vox anche io ho pensato immediatamente al mossad (tra l’altro lo hanno dichiarato apertamente) dietro l’attentato alla Turchia.
Per Nicotri
Ovviamente, quando mi riferisco al “servo” mi riferisco come dice vox a Zucconi, un finto liberale che ha pubblicato le peggiori schifezze per quanto riguarda l’aggressione (perche’ di questo si tratta) alla Libia, quello che e’ sempre pronto a fare la battutina ai danni di berlusconi ma che non spende un briciolo della sua “ironia’ nei confronti dei suoi fratelli americani.
P.S. il mese scorso, grazie a Robert Fisk, ho scoperto di cosa si tratta quando si parla si Sabra e Chatila: agghiacciante.
Sto’ vedendo il discorso di Obama alle UN: quanta ipocrisia. Purtroppo gli stati occidentali, tutti, oggi sono in grado di esprimere governi solo ed esclusivamente piu’ o meno fascisti.
Cordiali saluti.
Vedete il discorso di Obama all’Assemblea delle Nazioni Unite.
Quanto doppiopesismo, quanta pochezza. Che omuncolo.
Obama sostiene che la Libia e’ stata liberata da un tiranno (vero ma con tanti ma…) mentre dall’altra parte si prepara a porre il veto alla autodeterminazione della Palestina. Dichiara (sto traducendo a braccio) di non dimenticare i 6.000.000 di vittime della shoa ma non una parola di condanna a Israele che sta facendo pulizia etnica da decenni.
Che pagliaccio.
Continuo su Obama che condanna l’Iran perche’ non e’ capace di dimostrare lo scopo pacifico del suo programma nucleare ma non dice niente riguardo al fatto che noi non siamo in grado di dimostrare che sia per scopi militari (senza parlare che Israele, che e’ l’unico a possedere l’atomica da quelle parti, di testate nucleari ne possiede circa 300).
Il leader iraniano qualche tempo fa fece una osservazione che e’ dovrebbe essere analizzata: se il nucleare e’ una cosa buona perche’ noi non possiamo svilupparlo? Se, invece, il nucleare e’ una cosa cattiva perche’ gli altri devono possederlo e noi no?
Siamo finiti. Moralmente valiamo meno di zero.
x Carliono e x TUTTI
Sì, un discorso di un’ipocrisia rivoltante. Oltre che pericoloso per Israele e gli Usa. Non sapevo che in Israele avessero maggiordomi di colore ala Casa Bianca.
pino nicotri
ISABEL PIQUER EEUU pone Libia como ejemplo de intervención
Barack Obama ha puesto a Libia como modelo para futuras intervenciones internacionales durante una reunión de alto nivel celebrada en la ONU en la que los líderes mundiales dieron la bienvenida al presidente del Consejo Nacional de Transición libio (CNT), Mustafá Abdul Jalil, y sellaron el reconocimiento del nuevo Gobierno de Trípoli.
B.O. ha presentato alla Libia come modello per futuri interventi militari internazionali… durante una riunione di alto livello celebrata alla ONU nella quale i leaders del mondo hanno dato il benvenuto al pres. del Consiglio Nazionale Libico (CNT) Mustafa’ Abdul Jalil e firmarono il riconoscimento del nuovo governo di Tripoli.
Ai ribelli mercenari libici riconoscono l’entrata nell’ONU come nuovo governo libico e NON VOGLIONO riconoscere lo Stato Palestinese… Un governo legittimo ma senza diritti e riconoscimenti…
Un mondo governato da pazzi, vergognosamente nobel per la pace… senza piu vergogna a nascondere la rapina, il sopruso e l’abuso su paesi sovrani…
Un chiaro avviso ad altri Paesi sovrani a sottostare all’impero capitalista… Quando si arriva alla rapina delle ricchezze altrui… vuol dire che le casse sono vuote e non ci si preoccupa di diplomatizzare un’aggressione… Si rapina avviso scoperto…
N.M.
… da cubadebate
Deisy Francis Mexidor
“Castigo sin precedentes” en EEUU decisión contra René González, afirma su abogado
Negarle a René González, uno de los cinco antiterroristas cubanos prisioneros en Estados Unidos, el derecho de reunirse con su familia después de cumplir su condena es una “decisión sin precedentes”, afirmó abogado Richard Klugh.
Crudelta ed ingiustizia dell’impero gringo…
Uno dei 5 Eroi antiterroristi cubani ingiustamente ed illegalmente carcerati, dopo aver scontato la pena a 15 anni di segregazione in stato d’isolamento… oggi gli impediscono di riunirsi con la sua famiglia e di tornare a Cuba…
Soprusi e abusi senza precedenti nella storia di gringolandia… l’impero che si sta sgretolando come argilla in riva al mare…
Obama, Vergognati!!!
Nicoletta il nobel e’ stato dato anche a Kissinger, l’uomo che piu’ di tutti ha influito per il rovesciamento (colpo di stato sostenuto dagli usa) del governo legittimo di salvador Allende.
errata corridge
Nicola ovviamente
scusa.
“L’impegno americano per la sicurezza di Israele è inamovibile”, ha aggiunto Obama ricordando che “la nostra amicizia con Israele è profonda e duratura” e che Israele merita “riconoscimento e relazioni normali con i propri vicini”. Perché “Parliamoci chiaro: Israele è circondata da vicini che le hanno mosso guerra più volte: questa è la realtà”
Ma dai! mandatelo a scuola a studiare un po di storia.
Oggi Obama sta confermando tutta la sua pochezza. Ma e’ veramente cosi’ legato alla lobby israeliana?
Fossi americano oggi lo considererei il giorno della vergogna.
x Peter
Troy Davis, cosa si dice?
Solo quello che sai tu.
Troy Davis denied clemency in Georgia.
Georgia’s pardons board on Tuesday rejected a last-ditch plea for clemency from death row inmate Troy Davis despite high-profile support for his claim that he was wrongly convicted of killing a police officer in 1989. (Sept. 20) (The Associated Press)
Ci sono proteste ed appelli, ma i giorni mancano……
Oggi non si sente altro che i discorsi dei vari Capi di Stato.
Ho sentito il discorso di Obama nella sua interita’, non ho avuto tempo di sentire i commenti, non ti dimenticare del fuso orario.
Devo chiudere, credo che il pittore abbia finito……
Ciao, Anita
Composizione etnica
(cens.1910)[6] Tedeschi 23,9%
Ungheresi 20,2%
Cechi 12,6%
Polacchi 10,0%
Ruteni [Ucraini] 7,9%
Rumeni 6,4%
Croati 5,3%
Slovacchi 3,8%
Serbi 3,8%
Sloveni 2,6%
Italiani 2,0%
Serbocroati in Bosnia 1,2%
In attesa del dati del censimento del 1913 , caraSYLVI comincio a passarti alcuni dati su quello del 1910 da Wiki
cc
x Peter e x chi legge l’Inglese:
Remarks by President Obama in Address to the United Nations General Assembly
http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2011/09/21/remarks-president-obama-address-united-nations-general-assembly
Anita
Per aiutarti nel riordino degli Scaffali ..ovviamente ..!!
cc
x CC e Sylvi
scusate se mi intrometto, ma chi (…) se ne stra(…) della composizione etnica, passata, presente e futura, del (….) del Friuli?
Peter
x Peter
– Mai mi permetterei di esprimere il mio menefreghismo per certi suoi argomenti!!!
– Non si parla di composizione etnica del Friuli…lei è ignorante…
ma della Storia di mezzo continente che ha portato a due GM…senza contare le altre guerre locali…e quelle che , purtroppo, verranno!
Vedo che lei è entrato egregiamente nella mentalità albionica:
-c’è la nebbia! Il Continente è isolato!!!-
Sylvi
x Sylvi
quali ‘certi miei argomenti’ di grazia? tanto per sapere…
Ieri mi ero intromesso sul tema della condizione femminile nei paesi ‘comunisti’, intavolato proprio da lei.
Che la composizione etnica del Friuli, della Croazia, mettiamo pure di tutti i Balcani del diavolo (e che il diavolo se li porti con annessi e connessi) abbia portato a DUE guerre mondiali mi giunge proprio nuova. Comunque faccia lei, che ne sa sempre una piu’ del diavolo (o almeno cosi’ credera’ di certo).
saluti albionici
Peter
x Nico Metta
Rene’ Gonzalez e’ un cittadino americano, nato a Chicago, Illinois, il 13 agosto 1956, percio’ la sua patria non e’ Cuba.
Nel 1990 Rene’ ritorno’ negli Stati Uniti, la figlia minore e’ nata a Miami.
Non so niente del caso, forse Rene’ Gonzalez e’ trattenuto perche’ non e’ un cittadino cubano.
Anita
Caro peter,
sinceramente poco educato il tuo commento !!
sorry!!
cc
René González Sehwerert, uno dei 5 Eroi cubani che stanno scontando ingiustamente molti anni di carcere in isolamento (contro i diritti umani) x essersi infiltrati e aver scoperto la rete dei terroristi cubani-americani criminali che hanno messo bombe in aerei civili ed autori di attentati contro Cuba e Fidel Castro e averli denunciati all’FBI x porre fine agli attentati contro Cuba… Per questa azione di controterrorismo 5 Eroi sono stati incarcerati e condannati a pene che durano da 13 anni e per gli altri 4 dovranno restare ancora x molti anni in carcere. Rene’ e’ nato in Usa e la famiglia vive in Cuba… fu condannato a 15 anni e pochi gg orsono e’ uscito in liberta vigilata x altri 3 anni… Non puo’ uscire dalla Florida e’ senza protezione ed e’ un tiro al piccione x gli anticastristi di Miami… Ha passato 13 anni in cacere, con gli altri 4 Eroi che ancora sono in isolamento totale da 13 anni… pur non avendo ammazzato nessuno o messo bombe su aerei di linea civile (come han fatto terroristi cubano-americani come i criminali della cia luis posada e bosch… bomba aereo de Venezuelana de aviacion – 72 morti fra i quali un italiano… e questi terroristi sono a piede libero a passeggiare x Miami, mentre i 5 Eroi cubani che hanno denunciato i terroristi della cia… sono in galera…) questa e’ la giustizia di gringolandia… Una merda fatta cespuglio e premi nobel x la pace… YANKEE VERGOGNATEVI la vs. democrazia e’ una presa x il culo x ingenui…. Siete dei guerrafondai, capitalisti usurai, criminali e rapinatori di ricchezze e invasori di Paesi Sovrani… come la Libia…
N.M.
http://granma.cu/italiano/index.html
Libertà per i Cinque, già!
Perchè si conosca la verità di René González Sehwerert e si faccia giustizia…
n.m.
sinceramente poco educato il tuo commento !!
sorry!!
cc
…dai ccicci… ha ragione Peter…
ogni limite ha la sua pazienza…
non trovi¿¿ ciaooo neee…
Faust
Caro nick,
ma bisogna “portare pazienza”.
Ovvero talvolta “canzono” anche io certi dibattiti sulle petunie.., Mi pare però,che questa volta, Peter nei confronti miei e della Sylvi, abbia usato un linguaggio troppo diretto..forse non padroneggia più i modi di dire italiani..!!
cc
x Faust
“Siete dei guerrafondai, capitalisti usurai, criminali e rapinatori di ricchezze e invasori di Paesi Sovrani… come la Libia…
N.M.”
—————————————————————————-
La Libia…
Mi sembra che la Francia e l’Inghilterra abbiano iniziato le azioni contro Gheddafi in Libia, l’Italia ne era la beneficiaria numero uno.
Basta che tu ti riempi la bocca con gringolandia.
Per tua norma Rene’ Gonzalez e Co. furono arrestati nel 1998…percio’ ne’ “cespuglio, ne’ Obama erano capi di stato.
Anita
x CC
e meno male che ho usato una caterva di puntini e parentesi…
In effetti, non cercavo esattamente di essere educato.
Altrimenti, avrei tradotto, o translitterato, da questo idioma albionico in italiano: forse la composizione etnica del ricco, fiero, rinomato Friuli non e’ esattamente al vertice della lista di priorita’ intellettuali e pratiche del partecipante medio di questo blog al momento attuale della sua fase di sviluppo.
Ti va bene cosi’?
Gia’ mi faccio due palle ogni santo giorno adattando inconsciamente i miei modi ‘naturali’ alle esigenze di questi debosciati di questa parte della Manica…vedo che anche i piemontesi vogliono la loro parte. Ma certo, a disposizione. Ne prendo doveroso atto
distinti ossequi
Peter
…forse la composizione etnica del ricco, fiero, rinomato Friuli non e’ esattamente al vertice della lista di priorita’ intellettuali e pratiche del partecipante medio…Peter
Non mi è esattamente chiaro quali sono le priorità intellettuali e pratiche del blog…troppo spesso però sono insulti ( vero Faust?) e una violenta intolleranza verso chi dissente o parla d’altro!!!
Buon pro vi faccia!!!
Sylvi
Caro peter,
mi inchino alle tue proteste.., ma devi sapere “che pur dispiaciuto”, e anche “contro la lista di priorità”, senza offesa, parlerò ancora del Friuli con la Sylvi , tutte le volte che lo riterrò opportuno.
Mi spiace anche per il”buon faust” che ovviamente dovrà “sopportare”, ma faust ha pazienza ..non è vero “vecchio nick” ?
cc
troppo spesso però sono insulti ( vero Faust?)
…e mmo cche ho fatto… apparte le bestemmie e gli insulti dovuti e da loro meritati…(chiaramente l’Anita in questa mia guerra, da buon vecchio comunista, contro l’impero del cciocolatino-maggiordomo degli isdraeliani… non c’entra… se poi si sente della cricca dei guerrafondai… mi dispiace, ma e’ affar suo…) contro l’impero di carta straccia verde… mi dica buona donna… mi dica…cchi ho insultato¿¿?¿¿
F.
x il forum
La cosa piu’ curiosa e’ che qui sul forum si parla dell’America gia’ data per persa, caduta, affondata, etc…
Negli USA pensiamo la stessa cosa dell’Europa…
Mal comune e’ mezzo gaudio ?¿¿?¿¿?
Anita
PS:
Quando io scrivevo che Barack Hussein Obama era “un vestito vuoto” mi davate contro con ardore…adesso ve ne state accorgendo e non sapete un millesimo di quello che combina sotto mano.
Anita
cartoon
UGH!.
Not another war…!!!
http://conservativebyte.com/wp-content/uploads/2011/09/Not-Another-War.jpg
Anita
Troy Davis
L’esecuzione di Troy Davis e’ stata messa in attesa o sospesa.
Sono notizie lampo, non ci sono particolari.
Anita
E ORA LA GUERRA A GESU’
I cristiani devono rinunciare alla fede in Gesu’ (per dimostrare di non essere antisemiti) sostiene un rabbino in un’intervista.
E in Usa gia’ 5 chiese cristiane-evangeliche (!) hanno di fatto cancellato Cristo.
Per secoli, i Cristiani hanno ritenuto che chi respinge Gesu’, respinge Dio, afferma ancora il rabbino Pinchas Hayman, donde le persecuzioni contro gli ebrei e la loro ‘satanizzazione’.
Dunque, adesso i Cristiani devono rinunciare a venerare Gesu’, tornando in pratica all’antico testamento e a quelle famose ‘radici giudaiche’ di cui si parla da qualche parte anche in una formulazione della cultura europea.
http://wakeupfromyourslumber.com/blog/fester/christians-must-give-jesus-says-rabbi
Christians Must Give Up Jesus Says Rabbi
CHRISTIANS have to make a choice – “either retain their present belief system and be antisemitic or form a partnership with the Jewish people.”
This is the view of Bar-Ilan University’s Rabbi Dr. Pinchas Hayman, who is active in Jewish-Christian dialogue and in encouraging modern Christianity to return to its Jewish roots by observing the Seven Noahide Laws.
“As long as Christians keep Jesus as God, they will be antisemitic because that belief must lead them to believe that those who reject Jesus reject God,” he told the Australian Jewish News. (I thought it was Jesus’ explicit statements about Jews that was the problem)
“That’s how the process of satanising the Jews began. That belief is the root cause of 1500 years of the Christian idolatrous antisemitism which led to the Holocaust.”
Proficient in New Testament Studies and Classical Greek, Dr. Hayman noted that at least five American churches have given up belief in Jesus.
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Ecco, allora, dove porta la perniciosa idea delle radici giudaico-cristiane (anzicche’ che so?, greco-romane) della cultura europea?
Quello che sembra una stupidaggine uscita dalla testa di un fanatico, potrebbe essere, in realta’, parte integrante del progetto sionista di giudaizzazione dell’Occidente. Non nel senso che ci vogliono far diventare tutti di fede giudaica (assolutamente escluso, poiche’ il giudaismo e’ una fede chiusa, riservata, appunto, a pochi ‘eletti’), ma perche’, dopo aver conquistato il mondo finanziario, politico (si veda, in Usa, l’incredibile potere dell’AIPAC e di altre lobbi sioniste) e mediatico, hanno bisogno di cancellare anche la nostra cultura e perfino la religione. Puo’ benissimo darsi che questo non succeda mai, ma il tentativo mi sembra evidente.
L’ “abolizione” di Gesu’ Cristo, per quanto assurda (essendo questa figura – reale o inventata – alla base della religione cristiana) e per quanto l’organizzazione Vaticano s.p.a. ne sia comunque lontana da secoli, rappresenterebbe (e non tanto sottilmente) anche la distruzione della parte migliore del cristianesimo, di quel messaggio di fratellanza, di pace, di equita’ universale, che poi e’ anche alla base del pensiero socialista.
Gia’ immagino gli alti lai di alcuni su questo blog, ma visto che porto comunque il marchio del complottista, ritengo di poter dire quello che penso, visto che non e’ (ancora) proibito per legge.