Wojtyla “santo subito!”. Per nasconderne le colpe

Ma Wojtyla, il famoso papa polacco, predecessore dell’attuale papa Ratzinger, è davvero un beato? E può magari essere dichiarato in futuro anche santo? Si tratta francamente di domande oziose, inutili. La Chiesa può dichiarare santo e beato chi più le aggrada, esattamente come una tribù animista può dichiarare che in un baobab c’è uno spirito che fa miracoli o i buddisti e gli induisti possono dichiarare che il Tal dei Tali è – appunto – un santone e venerarlo come tale. Se c’è chi crede certe cose, affari suoi. L’importante è che non voglia costringere gli altri a credere anche loro in ciò che crede lui. Ecco perché è assurdo porsi certe domande su Wojtyla o sugli altri “santi” e “beati” dichiarati tali dalla Chiesa. Alcuni dei quali peraltro erano fior di mascalzoni, come per esempio S. Carlo Borromeo, il famoso vescovo e santo di Milano: grande cultore delle torture e dei roghi dell’Inquisizione, ha in comune con Wojtyla l’essere scampato a un attentato con una pistola dell’epoca e avere voluto interpretare l’essere rimasto illeso come un miracolo, un segno della benevolenza di Dio, quando si trattava invece solo di imperizia dello sparatore e inefficienza dell’arma usata.

Tutto ciò premesso, che Wojtyla non sia degno di essere considerato beato, e quindi tanto meno santo, perlomeno nel senso attribuito a tali termini dai laici, risulta chiaro da almeno due episodi. Il primo e senza dubbio il più grave è essere il responsabile dell’ordine imposto ai vescovi di tutto il mondo nel marzo 2003 di tacere alle autorità civili dei propri Paesi qualunque caso di pedofilia del clero. L’ordine, come ho scritto più volte, venne firmato dall’attuale papa, Ratzinger, e dall’attuale segretario di Stato vaticano, Raffaele Bertone, nella loro veste, all’epoca, rispettivamente di responsabile e suo vice della Congregazione per la dottrina della fede (ex tribunale dell’Inquisizione). Ma a volere quell’ordine, nell’ambito di un aggiornamento delle leggi vaticane relative a una serie di delitti, e a ratificarlo è stato Wojtyla. Le conseguenze sono tristemente note. Gli scandali per i casi di pedofilia del clero coperti dalle gerarchie locali sono esplosi un po’ ovunque, in Italia, negli Usa, in Australia, in Austria, in Irlanda, ecc. Negli Usa la Chiesa in vari processi ha dovuto pagare alle vittime dei preti pedofili danni per cifre totali astronomiche, e per quell’ordine del 2003 una corte del Texas nel 2005 ha accusato Ratzinger di ostruzione della giustizia. Per evitare un devastante rinvio a giudizio è dovuto intervenire l’allora presidente George Bush junior, che ha imposto l’immunità dovuta ai capi di Stato perché nel frattempo l’imputato era stato eletto papa, diventando così anche capo dello Stato del Vaticano.

Un’altra grave colpa di Wojtyla è avere voluto far credere che fosse un rapimento la scomparsa della giovanissima sua concittadina vaticana Emanuela Orlandi, svanita nel nulla nel tardo pomeriggio del 22 giugno 1983. Emanuela era una bella e vivace ragazzina di quasi 16 anni e non c’era assolutamente nessun motivo, nessun indizio che potesse legittimamente far credere che fosse stata rapita anziché essere scappata di casa per un po’, come fanno migliaia di minorenni ogni anno anche in Italia, o anziché essere rimasta vittima di qualcos’altro, come pure succede a centinaia di altri minorenni ogni anno, fino ai recenti casi di Sarah Scazzi e Yara Gambirasio. Eppure un paio di settimane dopo quel 22 giugno, per l’esattezza la prima domenica di luglio, Wojtyla alla fine della consueta preghiera dell’Angelus sorprese il mondo accreditando la pista del rapimento e lanciando un appello perché la ragazza fosse rilasciata. Il tutto senza neppure interpretare o almeno avvertire i genitori della ragazza, il padre della quale, Ercole Orlandi, era un fattorino di Wojtyla. Abitante in Vaticano con la famiglia, moglie, cinque figli e una sorella, Ercole portava di persona ai destinatari residenti a Roma le lettere, i messaggi, gli inviti, le convocazioni, i doni, gli incoraggiamenti e quant’altro del papa. L’appello di Wojtyla diede la stura alla bufala, durata un quarto di secolo, del rapimento “politico”: per anni e anni si è infatti favoleggiato – con enorme clamore, ma sempre senza mai lo straccio di una prova – che Emanuela era stata rapita per essere scambiata con Alì Agca, il terrorista turco condannato all’ergastolo per avere sparato in piazza S. Pietro a Wojtyla una domenica d’estate del 1981. Per anni e anni si è anche favoleggiato che ad armare Agca fossero stati i servizi segreti di Mosca, all’epoca capitate del colosso comunista URSS: la vulgata tenuta in scena per quasi 25 anni affermava che i “servizi” di Mosca erano desiderosi di togliere di mezzo il papa polacco perché alimentava le proteste anticomuniste della natia Polonia.

Sta di fatto che la ragazza non è tornata a casa neppure dopo che Agca è stato infine estradato in Turchia in occasione dell'”anno santo” del 2000. Un mancato ritorno che è la prova lampante del fatto che la pista del “sequestro politico” era solo una colossale montatura. Nei giorni scorsi è arrivato in libreria “Uccidete il papa”, libro nel quale il collega di Repubblica Marco Ansaldo dimostra, appunto, ciò che era chiaro fin dall’inizio: vale a dire, che la pista “comunista” dietro Agca era una balla. Nessuno però osa trarre le conclusioni: e cioè che Emanuela Orlandi non è stata dunque rapita. Meglio tenere in scena la nuova montatura, lanciata nel 2005, che vuole Emanuela comunque rapita: non più dagli amici di Agca, ma dalla banda della Magliana…
Come ho scritto nel mio libro “Emanuela Orlandi, la verità. Dai Lupi Grigi alla banda della Magliana” e come ho ribadito nell’ultimo mio libro “Cronaca criminale. La Storia definitiva della banda della Magliana”, è ovvio che se davvero Emanuela fosse stata rapita ai sequestratori dopo l’appello lanciato in mondovisione dal papa in persona non sarebbero rimaste che due sole possibilità: liberare l’ostaggio o sopprimerlo. I rapitori si sarebbero ovviamente resi conto che dopo quel clamoroso appello sarebbero stati fatti segno a una caccia senza quartiere, non solo da parte della polizia e dei carabinieri e neppure da parte dei soli servizi segreti italiani. Insomma, gli eventuali rapitori non avrebbero avuto scampo: se non si fossero liberati in fretta della ragazza, viva o morta, sarebbero stati braccati e catturati. Per giunta di appelli Wojtyla ne fece ben otto: se per scrupolo o imperizia gli ipotetici rapitori non si fossero liberati di Emanuela dopo il primo appello, sicuramente lo avrebbero fatto senza aspettare l’ottavo. Teniamo presente che in Italia nel 1983, anno della scomparsa di Emanuela, di casi di rapimenti a scopo d’estorsione accumulati nel corso degli anni ’70 e dei primi anni ’80 se ne contavano a centinaia, non mancava quindi l’esperienza per sapere che se si voleva risolvere felicemente un caso, cioè arrivare al rilascio o alla liberazione armi alla mano dell’ostaggio vivo, era essenziale non fare troppo baccano.

Neppure un anticlericale incallito può pensare che un papa condanna a morte una ragazzina per quello che al massimo sarebbe stato solo un inutile gesto di buonismo. Chiaro come il sole quindi che Wojtyla – e la segreteria di Stato vaticana che lo consigliava – sapesse con certezza che Emanuela non era stata rapita, ma era morta per responsabilità, accidentale o meno, di qualcuno d’Oltretevere. Qualcuno che non si poteva abbandonare al suo destino, nelle mani cioè della giustizia. Che in Vaticano sapessero bene come stavano le cose, e cioè che per Emanuela non c’era più niente da fare, lo dimostra anche la testimonianza di monsignor Francesco Salerno ai magistrati italiani: “Poiché mi occupavo di finanza vaticana e avevo quindi molte conoscenze, nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della Orlandi proposi a monsignor Giovanbattista Re, dirigente di un settore della Segreteria di Stato, di darmi da fare per cercare di sapere cosa le fosse successo. Ma il monsignore mi disse che era meglio lasciare le cose come stavano”.  Qualcuno potrebbe pensare che Salerno fosse un mitomane o un bugiardo. Ma si tratta di ipotesi da escludere: il monsignore infatti, successivamente alla sua testimonianza, è stato nominato rettore della basilica di S. Giovanni in Laterano. E ovviamente non si mette un mitomane o un bugiardo a capo di quella che dopo la basilica di S. Pietro è la più importante chiesa dell’intero modo cristiano. Semmai, lo si promuove a un così prestigioso incarico per comprarne il silenzio.
I magistrati hanno anche intercettato una telefonata di monsignor Bertani, “cappellano di Sua Santità”, che ordina al vicecapo della Vigilanza vaticana, Raul Bonarelli, di mentire agli inquirenti che lo avevano convocato per interrogarlo come testimone: “Non dire che la Segreteria di Stato ha indagato. Dì che siccome la ragazza è scomparsa in territorio italiano la competenza delle indagini è della magistratura italiana e non del Vaticano”.

Tutte queste notizie le ho scritte e ribadite nei libri che ho citato, senza ricevere mai neppure una smentita. Si tratta infatti di cose certe, documentate, quindi NON smentibili. La conclusione è evidente, oltre che NON smentibile: Wojtyla ha scientemente avvalorato una falsa pista, prestandosi a coprire la responsabilità di qualcuno in un delitto o in una disgrazia che ha avuto come vittima Emanuela Orlandi. A essere precisi, e come pure dimostro nel mio libro sul caso Orlandi, Wojtyla si è prestato scientemente nel suo ottavo appello per il “rilascio” di Emanuela ad avvalorare come rapimento anche la scomparsa di Mirella Gregori, altra ragazza romana svanita nel nulla quasi un mese e mezzo prima di Emanuela. Senza annoiare il lettore, basti sapere – e l’ho dimostrato nel mio libro – che è fin troppo chiaro che Mirella Gregori non è mai stata rapita: nell’ultimo numero del luglio ’83 il settimanale Panorama ne fece il nome come semplice esempio delle molte scomparse di minorenni in Italia. Ma chissà perché Wojtyla volle “miracolosamente” far diventare anche quella scomparsa in rapimento, in modo da indurre l’opinione pubblica a convincersi che i “rapimenti” erano due, e che quindi la scomparsa di Emanuela era sicuramente un “sequestro”. Anche un cretino, purché onesto, capisce – e poteva capirlo subito fin dal luglio ’83 – che tanta fretta nel(lo stra)parlare di rapimenti è chiaramente dovuta al bisogno di depistare le indagini sulla Orlandi allontanando i sospetti dal Vaticano.

Per giunta il papa polacco “santo subito!” si è prestato a usare strumentalmente il tutto per dare addosso all’Unione Sovietica. Come beato o santo non c’è male….
Come si vede, anche tralasciando tutto il resto, compreso il non encomiabile viaggio in Cile dal golpista massacratore Pinochet, è piuttosto difficile credere che Wojtyla sia davvero degno degli onori degli altari. Semmai, è legittimo il sospetto che lo si voglia “santo subito!” per evitare che se ne indaghi troppo l’operato, compreso il losco comportamento attorno al caso Orlandi. Sì, losco: non c’è infatti un altro termine per definire un comportamento che ha tenuto banco con una balla per così tanti anni, per giunta ai danni – oltre che del giornalismo in generale – sia di privati che di interi Stati ingiustamente calunniati.
La Chiesa a suo tempo è stata indecisa se mandare Francesco d’Assisi al rogo o no, tanto dava fastidio con le sue prediche all’andazzo vizioso, corrotto e  carnascialesco dei papi e del Vaticano, poi decise di renderlo inoffensivo facendolo santo: il modo migliore per evitare che la gente si mettesse in testa di capire bene cosa predicasse e perché. All’opposto, Carlo Borromeo fu fatto santo per evitare si indagasse troppo sulla sua vita reale, ricca di lussi, sopraffazioni e condanne al rogo con la scuse più ignobili.

In ogni caso: che tristezza e che stitichezza questi santi e beati. Fanno un miracolino, giusto per essere dichiarati beati, poi se tutto va bene ne fanno un altro per essere dichiarati santi, ma sempre col contagocce. Evitando di farne troppi e ben chiari, di miracoli, quasi fossero stitici. Poi, ottenuta la nomina e la gloria degli altari, i beati e i santi spariscono, si limitano a presenziare nei calendari e i loro miracoli si vedono col binocolo o restano un ricordo. E poi, diciamo la verità, che strano: nonostante le migliaia e migliaia di beati e santi, il cui numero aumenta inoltre in continuazione, il mondo continua poco miracolosamente ad andare come va: piuttosto male.

171 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Anita,
    su da brava , non distoglierci con i tuoi brillanti cappelini, su dai,parliamo delle teste che li portano !

    cc

  2. Anita
    Anita says:

    x CC

    Veramente ieri notte ho solo visto molti studenti che clamoravano davanti la Casa Bianca, felici per la morte di Osama bin Laden.
    Anche a New York, la citta’ che non dorme.

    Ho visto i videos su Repubblica.it

    La foto di Osama morto e’ falsa, e’ una foto messa in giro dalla TV Pakistana.

    Leon Panetta e’ stato messo in carico delle operazioni in Afghanistan, e il Generale David Petraeus e’ stato spostato come Capo della CIA.

    Ciao, Anita

  3. alessandro
    alessandro says:

    Caro Controcorrente,
    belli i tuoi due pezzi sui sofisti;gia´ son quelli che(a differenza dei filosofi della natura) spostano il loro interesse sull´uomo(cultura umanistica).
    Chi non crede a una verita´ assoluta non puo´ non interessarsi a quella che e´ stata la prima forma di relativismo occidentale(homo mensura)…ferma restando una distinzione di base piuttosto forte.
    A differenza di Protagora(esiste una verita´ relativa),Gorgia, addirittura nega ogni verita´ e tutto e´ falso(le famose 3 tesi).
    Mi son chiesto come mai tu abbia uscito questo discorso
    e mi son risposto:
    “di fronte all´insicurezza del presente…
    di fronte a una verita´ data per sempre
    ecc.ecc.
    ecco ,che significato ha oggi l´idea del progresso?
    e,forse, ti e´ sembrato spontaneo legarti proprio ai sofisti
    e passare,poi, dalla filosofia alla fisica.”
    E mi passano per la testa due cose:
    1)fece un po´ di scandalo,tempo fa, una tua considerazione sulla Storia e sul progresso e ricordo pure la critica di Uroburo.
    Cio´ che tu hai scritto possa essere inteso come se tu dicessi:
    se ancora oggi ci sono bambini che muoiono e guerre inutili che senso ha ancora parlare di progresso?siamo sempre li´,forgiati da Saperi ai quali della nostra felicita´ non interessa nulla;
    2)se,come per i sofisti, non esiste una verita´ assoluta la Parola viene ad acquistare una sua autonomia:e la poesia,dunque,non mira al vero,ma ai sentimenti(nasce quella che noi oggi chiamiamo estetica?).

    Ora,
    se la storia e´ una bufala
    se la felicita´ un miraggio
    se la verita´ assoluta non esiste
    se ogni sapere e´ potere
    e se ogni potere e´ dominio sui piu´ deboli
    allora ciascuno e´ impossibilitato realmente a essere un essere sociale
    perche´,in fondo, e tu lo hai detto benissimo, tutto e´ funzionale alla riproduzione della specie….
    e se e´ cosi´ allora l´individuo per non diventare un pazzo o uno schiavo non puo´ che vivere poeticamente la realta´.
    Non si puo´ combattere contro i mulini a vento.

    P.S.
    si sarebbe arrivati alla stessa conclusione se avessimo impostato il discorso non filosoficamente ma economicamente;potevamo benissimo partire anche da Marx e dalla sua idea per cui e´ la struttura economica a formare le coscienze e non viceversa.
    Non siamo ancora riusciti a essere uomini!

    mi rileggero´ poi ancora una volta quanto da te scritto seguendo una certa fisica.
    ciao

  4. alessandro
    alessandro says:

    per Nicotri:
    del suo post in risposta al mio non condivido(ancora) la sua idea per cui quanto detto da Saviano su Israele e´ dettato dall´opportunismo.
    No so se Saviano abbia gia´ risposto ad Arrigoni…comunque sono convinto che non solo Saviano abbia il dovere di rispondere ma anche che dira´ cose nuove.

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Alessandro

    Saviano ha già dichiarato, dopo l’uccisione, che NON ha nulla da rispondere ad Arrigoni. Mi pare una posizione quanto meno gelida, priva di humana pietas, molto attenta a schivare eventuali difficoltà. Non ha risposto neppure a una mia e-mail con la quale lo sollecitavo a potergli porre alcune domande, ma questo non è certo rilevante.
    Non ho detto che Saviano è saltato sul carro di Israele per opportunismo, ho solo detto che secondo me lo ha fatto per questo motivo, ma la mia è solo una supposizione, non una affermazione: non ho infatti prove.
    Sul carro di Israele è saltato anche Vendola, e stando alle sue dichiarazioni lo ha fatto con motivazioni risibili. In questo non vedo come Vendola si distingua da Uòlter.
    Applaudire e allinearsi pecoronescamente non significa risolvere i problemi e far fare passi avanti alla pace, neppure alla sicurezza di Israele, che ovviamente non può contare più della sicurezza degli altri.
    Ciò che mi indigna è l’estrema ignoranza di questi supporter su cosa sia il sionismo, la storia di Israele, quella dell’ebraismo, il dibattito in Israele, ecc. Sono solo pappagalli che ripetono slogan e “belle parole”, pro domo propria. In Israele ci sono intellettuali, giornalisti e uomini e donne di buona volontà enormemente più avanti di questi nostri tristi “leader” ed “eroi” del cavolo, che oltre a conquistare loro un posto al sole per se stessi non sono in grado di far conquistare nulla a nessun altro, tanto meno alla società italiana.
    Un saluto. Anche per Rodolfo e Beniamino.
    pino

  6. alessandro
    alessandro says:

    per Nicotri:
    certe cose non si capiscono davvero;ho sempre pensato che il modo migliore per essere liberi e´ avere lo stretto necessario per vivere:avendo lo stretto necessario avremmo una piu´ equa distribuzione delle risorse e,esistenzialmente parlando,la possibilita´ di non essere ricattati e,soprattutto, di dire cio´ che si pensa,di esprimere il proprio punto di vista.
    Ora,Saviano ha la scorta perche´ e´ stato minacciato di morte:cioe´,paradossalmente parlando, si trova nella condizione in cui
    puo´ esprimere tutto cio´ che pensa.
    In questa sua particolare condizione,quindi,io credo che l´opportunismo non abbia molto senso, considerando, soprattutto, che Saviano e´ uno scrittore.
    Credo che Saviano su Israele abbia detto le cose che semplicemente pensa in buona fede……………SOLO CHE mi sarei aspettato che Saviano avesse risposto ad Arrigoni (e pure alla sua e-mail)ma non per una questione di pietas ma,piu´ semplicemente, in quanto gli sono stati posti degli interrogativi sulle sue stesse dichiarazioni.
    Piu´della pietas conta,almeno in questo caso, la verita´.
    Inoltre Saviano ha, secondo me, una grande preoccupazione:quella di essere strumentalizzato………solo che lui dovrebbe sapere(e lo sa sicuramente)che una volta fatte certe dichiarazioni e´ inevitabile iniziare un dialogo con tutti i rischi che ne possono seguire.
    Infine ,il “non ho niente di commentare” non puo´ essere inteso come
    lasciamo l´ultima parola ad Arrigoni?
    perche´ qualcuno diceva che il vero conta meno del verosimile.saluti

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Alessandro

    Concordo. Ma non mi piace chi comincia a far calcoli su cosa conviene o non conviene per se stessi. Se si decide di entrare nell’arena, non lo si può fare solo in parte e con la preocccupazione di non diventare un bersaglio.
    Non avere nulla da dire sulla morte di qualcuno ucciso per il suo impegno per gli ultimi lo trovo – ripeto – gelido, anzi squallido, specie se ci si rifiuta anche di rispondere alle domande posteci proprio dalla stessa vittima. E se non si ha nulla da dire in certe occasioni, allora non si ha niente da dire su qualunque argomento che non sia il blablablà e l’autopromozione, magari per vendere libri e incassare soldi in tv. O andare in parlamento. Ma a fare che?
    pino

  8. alessandro
    alessandro says:

    per Nicotri:
    lo so
    lo so
    ci si indigna per certe cose e io,in fondo, sono d´accordo con lei;cio´che mi ha fatto parlare e´ che credo che oggi esiste un´Italia(solo?) dove ci sono uomini corrotti e, moltissimi, sotto minaccia o sotto ricatto.
    E ho in mente alcune frasi di Gramsci sulla figura dell´intellettuale.
    Ecco,nonostante certo mio radicale realismo senza consolazione,
    l´idea d´un intellettuale scrittore opportunista ferisce quelle che si potrebbero ancora ,laicamente, chiamare speranze.

  9. Damocle
    Damocle says:

    2000 case palestinesi distrutte dall’inizio della seconda intifada

    Dall’inizio della seconda Intifada, nel settembre 2000, decine di migliaia di abitazioni palestinesi sono state distrutte nella Striscia di Gaza.

    Un terzo del dato fa riferimento al periodo della guerra israeliana su Gaza “Piombo fuso”, tra il 2008 e il 2009.

    In un rapporto divulgato in questi giorni, il ministero dei Lavori pubblici di Gaza ha fornito i dati esatti sulle case palestinesi distrutte e sullo stato di riparazioni e ricostruzioni.

    “Tra il 2000 e la fine del 2008 (poco prima della guerra israeliana), Israele ha distrutto 6.344 abitazioni mentre 4.334 sono ancora in fase di ricostruzione grazie ai finanziamenti ricevuti nel 2010.

    Le abitazioni totalmente distrutte a Gaza restano 3.407, sono case residenziali. Cento sono state risanate e 1.327 sono in fase di riparazione.

    Dall’ufficio del ministero si sono poi fatte alcune precisazioni sullo stato dei fondi di cui dispone il governo per eseguire i lavori.

    “Abbiamo fondi per lavorare su 800 abitazioni mentre 1.200 case totalmente distrutte restano scoperte. A queste ultime vanno ad aggiungersi le 12 abitazioni distrutte da Israele nel periodo successivo alla guerra ‘Piombo fuso’.

    Il dato complessivo delle case palestinesi distrutte da Israele nella guerra ammonta a 48.445 unità abitative, di cui 3.500 unità rimaste inagibili, quindi inabitabili, più altre 950 abitazioni rese pericolanti.

    Le spese per le riparazioni delle case dei profughi palestinesi di Gaza distrutte da Israele sono state a carico dell’ Unwra per 58,415 milioni di dollari, mentre Undp ha sostenuto i lavori del resto delle abitazioni per 11 milioni di dollari.

    Del budget totale delle spese, l’88% (73,554 dollari) è stato destinato alle riparazioni di quelle danneggiate, mentre si stima un deficit di 9milioni di dollari pari al 12% per i lavori restanti.

    Gli sgangherati esportatori di democrazia cos’hanno da dire in proposito ?, forse i bambini, i vechhi, le donne e gli uomini palestinasi non hanno il diritto di avere una casa e di aspirare ad una vita di pace e di lavoro ?.

  10. Faust
    Faust says:

    che il modo migliore per essere liberi e´ avere lo stretto necessario per vivere:avendo lo stretto necessario avremmo una piu´ equa distribuzione delle risorse e,esistenzialmente parlando,la possibilita´ di non essere ricattati e,soprattutto, di dire cio´ che si pensa,di esprimere il proprio punto di vista.

    … tutto vero… grazie Ale!! se tutti vivessimo con il necessario, senza consumismo e globalizzazione del libero mercato… nessuno ha da rubare nulla all’altro… il mondo va al contrario quando è fondato sull’individualismo… ognuno fa quel cazzo che gli pare… mentre col socialismo tutto è comunitario… l’individuo puo fare quello che gli pare… dentro la legge (!?) sono pieni gli scaffali di libri con leggi… e non sono mai sufficenti… le galere continuano affiorire, la delinquenza non è mai diminuita… l’ingiustizia sociale del piu forte che schiaccia il piu debole ( pensiero del maccotrompetta…) accumulare ricchezza x portarsela nella tomba… eqquesta la societa libera e capitalista, ma se è societa di umani… non puo il profitto sullo sfruttamento dell’umanita sostituire l’umanismo e x organizzarsi ci si organizza in societa fra tutti… questo è il socialismo tanto odiato dagli idioti o in mala fede…. Saviano non risponde xchhe sa che è scivolato su una merda… e se non l’aiuta qualcuno, da solo non riesce ad alzarsi in piedi… addiferenza di Pino, penso che non sa cosa rispondere ad Arrigoni… non l’ha fatto quando era vivo… e non lo fa da morto… Si vergogna e tace!!
    ciao caro Abbacchi e Braci anche a te…
    Faust

  11. Faust
    Faust says:

    … quanta fretta x arricchirsi… da Edoardo Bennato… una canzone intelligente… Il gatto e la volpe… sono i propagandisti del capitalismo ( adulatori del capitalismo… poveri con le pezze ar culo che parlano e spiegano come è bello essere ricchi…) … esssono contenti il gatto e la volpe… cchi gli crede sono i pinocchi…
    F.

    http://www.youtube.com/watch?v=YoBuv7HR-Fw&feature=related

  12. Vox
    Vox says:

    Ecco una faccenda che potrebbe essere plausibile, in linea con informazioni che circolano da diversi anni. La foto del presunto Bin Laden morto sembra assai poco credibile, il naso, la fronte, la struttura cranica sono diversi, lo si vede a occhio nudo.
    Ma che sia morto – e da moltissimo tempo – personalmente non ho molti dubbi. Pochi dubbi anche su coloro che da anni sono usi a diffondere false notizie e usarle per portare avanti guerre illegali.

    CADAVERE DI BIN LADEN NEL GHIACCIO PER UN DECENNIO?

    da un art. di
    Paul Joseph Watson

    Una moltitudine di fonti diverse, sia pubbliche che private, incluse quella di un individuo che ha lavorato personalmente con Bin Laden, ci ha riferito in prima persona che il cadavere di Osama è rimasto nel ghiaccio per almeno un decennio e che la sua ‘morte’ sarebbe stata annunciata nel momento politico più propizio… mentre il corpo di Bin Laden sarebbe stato precipitosamente buttato in mare per prevenire a chiunque di scoprire quando sarebbe effettivamente morto.

    Nell’aprile del 2002, il membro del Consiglio delle Relazioni Estere, Steve R. Pieczenik, che ha ricoperto l’incarico di Assistente Segretario di Stato sotto Henry Kissinger, Cyrus Vance e James Bake, ha detto all’Alex Jones Show che Bin Laden era già “morto da mesi”.

    Pieczenik è sicuramente nella posizione per conoscere queste informazioni, avendo lavorato direttamente con Bin Laden quando gli Stati Uniti stava armando e finanziando il supremo terrorista nel tentativo di espellere i Sovietici dall’Afghanistan alla fine degli anni ’70 e nei primi anni ’80 (un fatto storico documentato che i pappagalli nei media stanno negando oggi in vista degli ultimi sviluppi).

    Pieczenik ha poi affermato che il videotape di un grasso Bin Laden, dove si prende la ‘responsabilità’ per l’11 settembre e che fu realizzato nel dicembre del 2001, era “un imbroglio assoluto”, realizzato per “manipolare” la gente nel periodo di grande emotività che seguì l’11 settembre[…]

    In aggiunta a ciò, c’è un profluvio di altre fonti, sia dell’amministrazione statale che di agenti professionisti d’intelligence registrate negli ultimi nove anni, che suggeriscono l’idea secondo la quale Bin Laden fosse molto probabilmente già morto e che era lampante che la salute del leader di Al-Qaeda fosse in rapido declino a causa della malattia ai reni già dalla fine del 2001…

    http://www.prisonplanet.com/inside-sources-bin-ladens-corpse-has-been-on-ice-for-nearly-a-decade.html

  13. Vox
    Vox says:

    RISULTATI IMMEDIATI

    L’uccisione di bin Laden fa volare la popolarità di Obama
    La morte del leader del terrore è un tassello fondamentale in vista delle elezioni presidenziali del 2012

    “Oggi, sotto la mia direzione – ha detto Obama, annunciando l’uccisione di Osama bin Laden – gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione mirata contro il rifugio di Abbottabad, Pakistan. La morte di bin Laden segna il risultato più alto sino a ora nell’impegno della nostra nazione per sconfiggere Al Qaeda”.

    ======

    In un certo senso, il fatto di avere la pelle scura aiuta.
    Se arrossisce, quando mente sapendo di mentire, non si vede.
    Per quanto, a quei “livelli”, ho qualche dubbio che siano ancora capaci di vergognarsi di qualcosa.

  14. Vox
    Vox says:

    E mentre tutti si trastullano col diversivo della cosidetta morte di Osama bin laden, Israele sembra si prepari ad attaccare l’Iran per conto suo…

    http://www.presstv.ir/detail/177824.html

    ‘Israeli jets prepare in Iraq to strike Iran’

    Israeli jet fighters have reportedly conducted drills at a military base in Iraq in order to strike targets inside Iran.

    A considerable number of Israeli warplanes were seen at al-Asad base in Iraq, reported a source close to prominent Iraqi cleric Muqtada al-Sader’s group.
    The aircraft reportedly included F-15, F-16, F-18, F-22, and KC-10 jet fighters.

    The warplanes carried out their week-long exercises at nights, the same source added.
    The drills were reportedly aimed at preparing to strike Iran’s air defense systems, disrupt Iran’s radars and attack targets deep inside Iran.

    Iraqi officials had not been notified of the exercises, which were conducted in collaboration with the US military.
    The United States maintains numerous bases in Iraq, and the Baghdad government is not involved in any of the military deployments taking place there.

  15. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Da qualche tempo i videos youtube non si aprono direttamente per me.

    Quando clicco il link mi appare un annuncio che pero’ posso aprire cliccando: Open in a new window.

    O se azzurro il link mi appare su Google toolbar e lo apro da li’.

    Questo mi succede solo su questo forum.

    Anita

  16. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Le concedo che “the burial at sea” e’ stata una pessima scelta.

    Apre la porta a congetture e sospetti che non finiranno mai.

    Somehow it can give the feeling that we have been bamboozled.

    Anita

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