La guerra del Mediterraneo per i nuovi assetti petroliferi e il pericolo di nuove guerre civili nei Balcani. L’ottusità pericolosa degli adoratori un tanto al chilo del novello Achille Lauro, moltiplicato un milione, che si chiama Silvio Berlusconi
Ieri sera, lunedì 28 marzo, ho partecipato a una puntata del programma televisivo Iceberg di Telelombardia dedicata all'”emergenza Lampedusa” e alla comparsa di Silvio Berlusconi come imputato in tribunale a Milano. Tra gli ospiti, il sottosegretario Daniela Santanchè, l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, il giornalista Luigi Amicone e Michelle Nouri, giovane donna per metà ceca e per metà irachena, venuta a vivere in Italia 20 anni fa, dunque ormai cittadina italiana, a suo tempo fidanzatina (“avevo 14 anni”) più o meno presunta di uno dei figli di Saddam Hussein. A parte lo strano mix di ottusità e propagandismo berluscone di Borghezio e Santanchè, mi ha colpito la loro visione drammaticamente provinciale anche della realtà che sta sconvolgendo il Nord Africa e alcuni Paesi arabi del Medio Oriente e del Golfo, con annesso flusso di poveri disgraziati che cercano di emigrare in Europa passando per l’Italia, cioè per Lampedusa. Il problema non è che questi due parlamentari siano ottusi e provinnciali, ma che lo sia l’intera maggioranza e il governo del quale loro due sono espressione. In particolare Borghezio, più macchietta che politico, con al seguito una piccola e patetica claque, è felice come una Pasqua perché “la Francia agli emigranti in questi giorni ha chiuso i confini in faccia, non li fa entrare, li rimanda indietro”. “Dovremmo imparare dai francesi”, ha concluso ottusamente Borghezio. Sì, ottusamente perché mostra di ignorare come la stessa stampa francese abbia rivelato che la “rivoluzione” libica non è altro che il frutto di una ben precisa opera di istruttori militari francesi inviati da Sarkozy in gran segreto in Libia per armare quelli che poi dovevano diventare i rivoltosi. Lo scopo? Permettere al colosso petrolifero francese Total di mettere le mani sul petrolio libico. Le carte geografiche che pubblico – si possono ingrandire copincollandole – aiutano a capire la situazione. Quella reale, non quella a chiacchiere “democratiche” con le quali ci riempiono le orecchie per imbottircene la testa.
Borghezio&C soprattutto ignorano e non hanno capito che la Francia vuole che la Total in Libia prenda il posto della nostra Eni, segando così la possibilità dell’approvvigionamento energetico dell’Italia già compromesso dalla decisione idiota di Berlusconi di fare uscire l’Eni dall’Iran, che con la Libia ci fornisce una buona metà del petrolio, cioè dell’energia elettrica e per le auto, di cui abbiamo bisogno per campare. Visto che dopo l’incidente alla centrale nucleare giapponese mette fuori gioco il nucleare e rilancia alla grande il petrolio, Sarkozy ha giocato d’anticipo: una bella guerra per garantire alla Francia il petrolio necessario, anche a costo di fottersene della Comunità Europa messa di fronte al fatto compiuto. E’ un trucco vecchio come il cucco, asso nella manica di ogni colonialismo: sobillare, armare, organizzare e istruire una minoranza per scatenarla contro il governo, bello o brutto che sia, del proprio Paese per installare al potere qualcuno che ci faccia comodo. E per avere l’appoggio della propria opinione pubblica, rifilarle balle e una visione demoniaca del regime che si vuole abbatere, dipingendolo preferibilmente come “un nuovo Hitler”. Dal Vietnam all’Afganistan, dal fallito sbarco degli anticastristi nella Baia dei Porci a Cuba fino all’Iraq, i risultati sono noti. Ma a dire il vero erano noti da secoli. S’è perso il conto dei “nuovi Hitler” che abbiamo indicato a vanvera al mondo, da Castro a Nasser, da Saddam Hussein al Siriano Assad, da Arafat a tutti i governi iraniani in blocco dopo quello monarchico e filo Usa dello Scià di Persia, quel Reza Pahlevi che, assieme ai suoi servizi segreti, si poteva semmai in qualche modo paragonare per ferocia e ottusità a Hitler: chiunque non si piegasse agli interessi della Casa Bianca o alla sua appendice mediorientale Israele era automaticamente un “nuovo Hitler”.
Borghezio&C, cioè il nostro governo, non hanno capito neppure che la Francia chiudendo i confini alle decine di migliaia di disperati sbarcati dall’Africa e dal Medio Oriente non fa altro che scaricarli sull’Italia, in modo da costringere la Lega a spintonare il nostro governo magari fino al punto di rottura. A quale scopo? L’ho già scritto nelle puntate precedenti: allo scopo di acuire le difficoltà politico economiche dell’Italia con la segreta speranza di poterci cacciare quanto prima dall’euro, specialmente se l’Italia dovesse spaccarsi in due, come è ormai probabile che avvenga. Obiettivo non dichiarato e non dichiarabile: tenersi il nord Italia “europeo”, cioè bene integrato nell’economia centroeuropea con perno sul mercato tedesco, e mollare il sud Italia “africano e levantino”.
Sarkozy e la Lega Nord stanno giocando col fuoco. La sinistra è ormai talmente rimbecillita in gran parte da fare il tifo per la guerra al “feroce dittatore” Gheddafy pur di mettere (inutilmente) in difficoltà Berlusconi. La sinistra non ha speranze finché dobbiamo tenerci tra i coglioni gente come Walter Veltroni, che proprio ora sarebbe invece il caso mantenesse la promessa fatta a suo tempo di andarsene in Africa una volta finito il suo mandato di sindaco di Roma. Ah, anche l’ecumenico Uòlter Walterloo ama la Memoria a patto di essere più smemorato della smemorata di Collegno quando si tratta di mantenere gli impegni presi…
Il Nord-Africa e il mondo arabo sono se non in fiamme comunque in preda a rivolte che possono trasformarsi in guerre civili. Come che sia, questa è la guerra del Mediterraneo scatenata da Sarkozy, con lo strano supporto del suo nemico storico Inghilterra, per imporre nuove sfere di influenza energetica sottraendo ogni controllo all’Italia e impedendo altri sbocchi energetici alla Cina. L’appoggio dell’Inghilterra alla Francia di Sarkozy in realtà non sorprende più di tanto: Londra è da sempre nemica dell’unità europea e da secoli la sua politica è tesa in tutti i modi a impedire che si realizzi. Ai nostri giorni si è ben guardata dall’adottare la moneta europea dell’euro. E ora è disposta a mandare in pezzi la Comunità Europea, basata sull’asse Parigi-Berlino, pur di dar vita agli ultimi bagliori, alimentati dal petrolio, del suo antico colonialismo.
Dietro l’angolo delle crisi del nord Africa e del mondo arabo sono in attesa le nuove possibili rivolte e guerre civili nei Balcani e nell’ex Jugoslavia. Anche qui i social forum e i blog, soprattutto quelli basati all’estero, non perdono occasione per farsi sentire. La Tunisia e l’Egitto la miccia che ha acceso le fiamme tuttora in atto è stato l’aumento del prezzo del pane. Ma anche nei Balcani c’è un continuo aumento dei prezzi e svuotamento delle pensioni, per non parlare delle tensioni interreligiose sempre più forti ogni volta che c’è da costruire una nuova chiesa o una nuova moschea e delle tensioni tra le diverse etnie. La Macedonia è sempre sull’orlo della rottura tra etnia macedone ed etnia albanese. Il Sangiaccato, a suo tempo detto di Novi Pazar, territorio tra la Serbia e il Montenegro, vuole l’autonomia e maggiori diritti per l’etnia bosniaco-musulmana. La Bosnia Erzegovina è sempre una polveriera dove si trafficano quantitativi industriali di armi, munizioni e bombe.
Saremmo felici se il vento che soffia gagliardo dal Marocco al Barhain e Arabia Saudita portasse in tutti quei Paesi democrazia e libertà tanto quanto ce ne sono in Occidente. Temiamo però che, proprio come è accaduto nei Balcani e nell’ex Jugoslavia, si punti a cambiare tutto perché non cambi nulla: si punti cioè semplicemente a installare governi e regimi più proni agli interessi occidentali anziché a quelli dei propri Paesi. Un timore che si basa sul comportamento dei soliti due pesi e due misure che vedono la repressione violenta in Barhain, Yemen e Arabia Saudita andare avanti nel silenzio in primis della Casa Bianca. La signora Clinton è arrivata alla faccia di bronzo di dichiarare che l’Occidente è intervenuto armi alla mano in Libia per evitare “la possibilità di centinaia di migliaia di morti nella sola Bengasi”. Manca solo la solita “bomba atomica” da addebitare alla vittima designata di turno, in questo caso a Gheddafy, fino a ieri riverito e corteggiato da Londra a Parigi e Roma, oggi da avviare invece alla ghigliottina sui Campi Elisei o all’impiccagione ad Hyde Park.
Mentre l’Europa e l’intero Mediterraneo sono seduti su una nuova polveriera, noi ci dedichiamo all’adorazione di Berlusconi. I suoi fans un tanto al chilo che lo hanno accolto davanti al tribunale di Milano dimostrano clamorosamente il nulla politico che nutre il berlusconismo: dichiarazioni di adorazione tante, motivazioni politiche zero. Un desolante livello da cercopitechi. Non molto dissimile da quello esibito con impudico esibizionismo dai Borghezio e dalle Santanché, abilissimi nel travisare i fatti, scambiare fischi per fiaschi e svicolare. Sì, certo, in un Paese civile nessun capo di governo si troverebbe a dover affrontare un processo in tribunale, e Berlusconi ne deve ormai affrontare a raffica essendo venuti al pettine vari nodi del suo fare il furbo con leggi ad personam una più su misura dell’altra. Ma in nessun Paese civile sarebbe rimasto incollato alla poltrona, anziché dimettersi a razzo, un primo ministro che a causa delle leggi del proprio Paese, belle o brutte che esse siano, si fosse trovato sotto processo.
In Francia, dove nessuno si è sognato di utilizzare gli anni passati al governo per far cadere in prescrizione le accuse rivoltegli dalla magistratura, Chirac è andato sotto processo, ma dopo avere finito il proprio mandato. In Italia Berlusconi ha fatto il furbo, tentando in tutti i modi di conteggiare i suoi anni di governo per far andare in prescrizione i suoi reati o addirittura cancellandoli in altri modi, vedasi ora il trucco della “prescrizione breve”. Trucco oltretutto incostituzionale, perché favorendo gli incensurati rende i cittadini della Repubblica Italiana non più eguali davanti alla legge.
E in ogni caso nei tanto ammirati a chiacchiere Stati Uniti un presidente, Bill Clinton, è stato messo sotto processo e ha rischiato di essere cacciato dalla Casa Bianca per decisione di un magistrato perché aveva mentito all’opinione pubblica su un suo affare privato di sesso. In Italia Berlusconi mente spudoratamente a tutti gli italiani, compresi i suoi elettori, però vuole farla franca. E i suoi fans un tanto al chilo, emuli dei napoletani ammiratori di Achille Lauro in cambio di un pacco di spaghetti e un paio di scarpe, non si rendono conto che ne fanno una macchietta patetica come loro.
Che Dio ce la mandi buona. God save the Italy!
Non è il primo attentato con pacco bomba nella zona, pochi giorni fa c’era stato un attentato per certi versi simile alla redazione di Lucca del quotidiano livornese “IL TIRRENO” (gruppo Repubblica Espresso). Dalle notizie della cronaca locale le condizioni del militare ferito sembrano un po’ meno gravi di quanto riportato nel 185, speriaqmo sia ciosì.
Posso solo immaginare se avremo citato l’utopia che sta creando Chavez! Non ci voglio neanche pensare.
… Utopia, utopia… REALTA SOCIALISTA BOLIVARIANA… Si definisce cosi LA REALTA SOCIALISTA BOLIVARIANA… solo nella tua bacheca bacata che ti trascini dietro dentro la cranica fortezza… ormai a gruviera… ( chiama l’idraulico… quando ti duole… non il medico…) non si definisce utopia una realta sociale… L’utopia è da realizzare… mentre questa è realta impensabile fino a una decina d’anni indietro… OGGI grazie alla realta bolivariana, la poverta è diminuita, quasi dimezzata… la sanita è gratuita x tutti… l’analfabetismo è stato azzerato… tanto x non perdere tempo… mi fermo qui. Quello che tu pensi NUN CE NE PO FREGA DE MENO… ma è da evidenziare che in Venezuela los gringos hanno finito di comandare le loro marionette… leggi carlosandresperez… siete considerati golpisti, ladri di materie prime, i soliti conosciuti… gli yankee… i venezuelani se li sono tolti dai coglioni…
Tanto x portarmi avanti col lavoro… Il Presidente Costituzionale della democratica Rep. Bolivariana de Venezuela non è gaddafi… ma Hugo Chavez che è stato eletto democraticamente con il 65% dei voti (leggittimati da organismi internazionali… ormai i brogli elettorali li fanno solo in gringolandia… leggi Miami mafia dei cubani vendepatria… narcotrafficanti e criminali… ) e ha vinto tutte le elezioni fin’ora in 10 anni… i poveri nella Rep. Bolivariana de Venezuela, stanno lasciando le catapecchie dove vivevano quando cerano los gringos… ci vorra ancora un tempo pratico e logico… ma TUTTI avranno una casa e una vita degna… 60mila case ARREDATE DI TUTTO PUNTO sono assegnate aggratis ogni anno ai diseredati… Hai capito cetriolo in salamoia… quando nomini il C.te Hugo Chavez Frias… sciacquati la boccuccia bamboccio di cartapesta… eccome sempre non ti saluto…
Faust
caro faust,
personalmente sul”socialismo” Bolivariano avrei qualche dubbio,ma purtuttavia credo che bisogneà pur concedergli qualche anno per vedere i risultati .
Non puoi però negare che Chavez abbia degli aspetti di tipo “populista”degenere, del tipo Italiota odierno.
Vincere le elezioni , significa solo vincere le Elezioni e basta ..le vince anche Berlusconi…se è solo per questo…
Poi sai il Sud -america non è l’europa occidendale, per cui staremo a vedere..!!
cc
caro cc,
quando fa comodo le Regioni sono autonome, quando fa comodo reclamano la solidarietà!!!!
Federalismo all’italiana!!!
Io faccio il ministro a casa mia, e qui applico le “mie politiche”.
Sottosegretario con ministro Minetti?
Non sum digna…ce ne sono molte, anche in Piemonte, più degne di me!!!
Poi …una bifolca degli estremi lembi dell’impero…
Vorrei chiarire che secondo la concezione che abbiamo qui degli imprenditori…B: non è mai stato un imprenditore…è stato molto altro…ma non imprenditore !
Infine….ritengo giusto contestare governo e presidente, smascherare le sue balle e le sue malefatte…ma non vedo all’orizzonte gente in grado di far meglio.
Leggiti Cacciari su l’Espresso…chi ragiona e propone mi pare respinto anche da quelli che dovrebbero… cambiare le cose!!!
A volte mi pare di vivere in una Nazione lunare…vedo i vicini che governano, lavorano, risolvono i problemi…
noi no, siamo i creativi!!! gli utopisti, …i casinisti…gli improvvisatori…
Che rottura di balle…diresti tu!!!
Sylvi
I
Mio povero e misero signor Popeye,
se dovessi passare la mia vita a condannare ogni attentato dinamitardo, ogni omicidio di mafia, ogni omicidio, ogni atto violento, ogni repressione, non mi basterebbero dieci vite.
In democrazia ognuno condanna quel che gli pare ma lei non ha nessuna ragione per criticarmi visto che mi attribuisce, come al solito, idee o tesi che non ho mai sostenuto.
Non si vede perchè dovrei condannare qualcosa solo perchè lei pensa che dovrei farlo: lo faccia lei. Per di più solo un pistola come lei può mettere sullo stesso piano un atto del genere (che potrebbe avere cause di semplice criminalità comune) con la repressione politica.
Lei ha le idee confuse, il cervello esaurito, come le dice Peter (giustamente). A lei non importa un bel nulla degli attentati, li usa solo per criticare i suoi avversari.
Ma lei, di suo, non vive mai? Un saluto U.
Caro CC,
purtroppo hai completamente ragione il contributo del miserabile signor Popeye alla discussione nel blog è nullo. Sa solo aggredire, usare espressioni volgari, ironizzare, ma non porta mai un solo argomento. Per di più mette in bocca agli altri idee che sono solo i suoi peggiori fantasmi persecutori,capovolgendo regolarmente quel che vien detto.
Tuttavia io non sarei d’accordo con l’espulsione di nessuno. E’ un principio che non condivido in un gruppo di discussione che dovrebbe essere per definizione aperto a chiunque. Se in una fabbrica si fanno lavorare gli handicappati non dovremo noi tenerci il Popeye? Impariamo ad esercitare la pazienza e la tolleranza che sono doti essenziali in democrazia: infatti lui non ne ha.
Un caro saluto U.
caro faust,
personalmente sul”socialismo” Bolivariano avrei qualche dubbio
… x esempio?? mi spieghi cosè x te il dubbio sul socialismo bolivariano…
,ma purtuttavia credo che bisogneà pur concedergli qualche anno per vedere i risultati .
… caro comunista moderato adelante con juicio… i risultati sono alla vista anche dei sordi… certo non li vedono e non li sentono quelli che chiamano utopia la realta evidente e che come le 3 scimmiette… pur non vedendo e non sentendo, se non solo i propri rumori gastrici-anali… scrivono quel che gli pare su tutto e ditutto…
Non puoi però negare che Chavez abbia degli aspetti di tipo “populista”degenere, del tipo Italiota odierno.
e tu come faresti?? certo Chavez non le manda addire… non tutti hanno studiato a Oxford e il melo non da il pero… ma basta che se magna… e che si è padroni accasa propria… cosè che non ti piace??? Chavez governa e risolve in meglio la realta x secoli avversa ai poveri di latinamerica… e soprattutto non si mette le dita nel naso…
serve altro…?¿?
Vincere le elezioni , significa solo vincere le Elezioni e basta ..le vince anche Berlusconi…se è solo per questo…
Poi sai il Sud -america non è l’europa occidendale, per cui staremo a vedere..!!
… certo… io gia vedo… per esempio basi militari che accerchiano il venezuela… dalla colombia e dai satelliti… Chavez non è gaddafi… E NON AMMAZZA O TORTURA NESSUNO… ( x rispondere alla tuo sgradevole accostamento fra un militare di formazione rivoluzionaria e socialista che oggi governa democraticamente il suo paese x il bene del popolo e dei poveri tutti di latinamerica e un ricc(hi)one pedofilo che governa x se stesso e x provenzano…) Nella Rep. Bolivariana de Venezuela ccè la democrazia… difficile un’invasione-truffa come in Libia… e los gringos lo sanno… ma fanno come le 3 scimmiette + gli scimmioni come popey… che vivono incosciamente la loro scimmietudine… e non ascoltano U. e Peter…
ciao neee…
Faust
L’Italia ha una superficie territoriale di circa 300’000 Km quadrati, con una popolazione di 65’000’000.
Quasi priva di risorse territoriali.
Il Venezuela ha una superficie territoriale di oltre il triplo, o 916’445 Km quadrati, con una popolazione di sotto 29’000’000.
Ricchissima di risorse territoriali.
Percio’ con un futuro in continua crescita, e’ ancora una nazione emergente.
L’Italia e’ sovra popolata…e dipendente.
x Faust
Lo avevo detto o no!
Faust sei veramente comico. E’ bello leggerti! Dimmi cosa farai quando sono bannato (o me ne vado)? Credi veramente che questi gatti spelati ti daranno retta? Ti disprezzano e ti bastonano a ogni opportunità.
PS – Quando vedi i Marlins in Haiti dagli un saluto da me.
x Uroburo
Il tuo contributo fini’ dieci anni fa’. Continui a scrivere le stesse sciocchezze. Queste rappresentano i tuoi argomenti, i tuoi contributi.
Dimmi cosa ai contribuito tu? Ripeti sempre le stesse cose come un pappagallo.
Figurati …
x P.
Is it snowing where you are?
Here it’s a mixture of snow and rain, so far.
Big snow flakes….
Bye,
Anita
Un post scritto per Nessuno e mi sparate tutte ´ ste risposte…
a questo punto ,anzitutto, raccolgo l´invito di Controcorrente
(disgraziato!) e ci sentiamo lunedi.
un saluto a tutti.
cara Anita,
qui oggi abbiamo avuto 24°, una giornata quasi estiva.
In giardino sta tutto fiorendo , troppo velocemente.
Sono balorde persino le stagioni, ormai!
E’ successo altri anni che in aprile poi nevischiasse e che la fioritura si interrompesse bruscamente, facendo danni gravissimi alle colture.
Comunque spero che anche da te giunga un po’ di bel tempo.
Buonanotte Sylvi
Poppy….Poppy…
C.G.
Il Venezuela ha una superficie territoriale di oltre il triplo, o 916’445 Km quadrati, con una popolazione di sotto 29’000’000.
Ricchissima di risorse territoriali.
Cara Anita e ti sembra giusto che il 90% degli abitanti morivano di fame, malattie e ignoranza…?¿
Percio’ con un futuro in continua crescita, e’ ancora una nazione emergente.
… risorse e ricchezza che prima di Chavez, riempivano le tasche ai soliti ladroni capitalisti e marionette dell’imperialismo e svuotavano le pance e le menti ai poveri… e riempivano le fosse…
Ora è cambiata la musica… un futuro in continua crescita… è giusto che sia il popolo a compartire queste ricchezze…
y Ahora… Venezuela es de Todos y no mas de las multinacionales ciuppasangre de los pobres… Dignida para el Pueblo!! Viva Chavez!
Faust, guggino di quello sopra…
Ps: ciao Anita ciquelita linda… Ho ritrovato, dopo 4 anni la mia Lucy, ora vive con me da meno di un mese e da una settimana mi sono trasferito a SD… devo lavorare x l’Universidad Autonoma de Santo Domingo, sto preparando un progetto di Tv Comunitaria educativa, che sara gestita direttamente dagli studenti della UASD, la prima del genere in quest’isola. Una Tv educativa… il mio sogno da sempre.
x Anita
a proposito, fin da bambino ho sempre ammirato il genio scacchistico di Bobby Fischer. Fischer e’ stato probabilmente il piu’ grande scacchista di tutti i tempi. Appartiene comunque all’Olimpo dei piu’ grandi giocatori, Capablanca, Alekhine, Tal, Kasparov…
Di americano aveva ben poco, padre tedesco, madre polacca ed ebrea. Aveva gli scacchi nel sangue. La sua eccentricita’ quasi psicotica mi ha sempre annoiato, e la sua fissazione con il re e la regina degli scacchi inspiro’ piu’ di uno psicanalista, dicevano che era la sua ossessione con le figure parentali paterna e materna…
Da giovane lessi con attenzione le sue ’60 partite da ricordare’, un libro molto utile per chi vuole imparare, anche se ‘spoilt’ dal suo narcisismo infantile.
Ho appreso solo giorni fa che e’ morto nel 2008. Stranamente, scelse di morire ed essere sepolto in Islanda, paese che consacro’ la sua gloria come campione del mondo nel lontano 1972. Fischer si ritiro’ dalla competizione, e secondo lui resto’ campione del mondo per sempre. Karpov, Kasparov e gli altri erano degli ‘usurpatori’.
Rifiuto’ tutte le cure specifiche, mi commuove che disse ai medici ‘nulla cura di piu’ del contatto umano’, che di certo gli mancava, o si faceva mancare.
Peter
Dimmi cosa farai quando sono bannato (o me ne vado)?
… continuero abbastonare gli affamatori del popolo e tutti i prepotenti, forti con i deboli e deboli con i forti… x quanto mi riguarda ho gia detto a suo tempo che non sei piacevole quando vuoi fare lo spiritoso x schizzofrenia nevrotica… controllati e rispondi ai fatti e agli argomenti… penso che non sei un’idiota ( come un deficente dominican-york spione della zia che entrato in camera mia in montagna, portato da un’altro idiota… quando ha visto il poster gigante del C.nte Chavez… gli scappo un’apprezzamento cabronesco simile ai tuoi su Chavez… uscito da casa mia, ho saputo che in Haiti, due gg dopo… lhanno malmenato senza lasciare segni visibili, non so chi fossero i malmenatori… ma il codardo ha prontamente inviato le sue scuse… innocenti vigliacchi che pensano coi $$ negli occhi… Alla notizia non me ne sono dispiaciuto… e neanche compiaciuto… odio la violenza…) Stavo dicendo che la colpa del tuo rientro è grazie a Uroburo, come quella dello scrotolfo è del Pino… se alloro va bbene cosi… non vedo xcche te ne vai… Un piatto di minestra sapiente non lo si nega annessuno. Approfitta e fanne buon uso e cche ben ti faccia
F.
PS: ti ripeto smettila con il voler far ridere attutti i costi… non padroneggi la lingua… elemento indispensabile x dimostrare l’intelligenza ironica-satirica… sappiamo che sei intelligente… argomenta e rispondi… non comicitarti addosso… ciao Gran Marlins…
x Anita
giorni fa dissi Spassky-Fischer, invece di Fische-Spassky come ti ostinasti a dire tu, correttamente: Fischer era lo sfidante, Spassky il detentore, quindi veniva prima
Peter
x Peter
Mi sono ostinata?
L’ho scritto solo una volta.
Anita { 28.03.11 alle 22:02 } PS:
I remember the World Chess Championship 1972, Bobby Fischer vs Boris Spassky. (cold war time )
I don’t remember Kissinger’s involvement.
Fischer was eccentric to say the least….he was a royal pain….
————————————————————–
Lo so che Boris Spassky difendeva il suo titolo, ho solo invertito i nomi.
Fischer era cittadino Islandico e Americano.
Sapevo che era morto non tanti anni fa’, ma niente di specifico.
Ho trovata una bonanza di foto nella sua nuova patria.
http://www.chessville.com/news/FischerFreedomWatch3.htm
Guardale, sono interessanti.
Anita
x Peter
PS:
Pero’ non hai detto niente su quello che ho scritto:
“Chess is a very brainy game, it requires concentration, critical thinking, abstract reasoning, strategic planning, and much more…..
Beside…..patience.”
Anita
x Faust
Caro, le risorse naturali bisogna estrarle e costa bilioni, ma lasciamo perdere.
Cosi’ hai trovata la tua Lucy, ma come hai fatto dopo 4 anni?
E’ ancora libera adesso che vivi in citta’ ?
Cerca di stabilirti in un posto, non sei piu’ un ragazzino.
Se hai trovato il tipo di occupazione che hai sempre sognato, tienilo caro, non capita tutti i giorni.
Auguri e congratulazioni.
Anita
x Faust
Vedo che sei di brutto umore, forse anche fuori di testa. La tua sulla repubblica boli-avariata mi ha fatto crepare di risate. Che vuoi da me? Hai già provato a darmi “consigli” nel passato e non ha funzionato. Allora risparmiati il fiato e mettiti un fazzoletto bagnato con acqua fresca sulla nuca.
Di americano aveva ben poco, padre tedesco, madre polacca ed ebrea.
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Prima di sparare panzane informati. Fisher e’ nato, cresciuto, e istruito negli Stati Uniti. Il padre biologico era un ebreo Ungherese, fisico.
Un aiutino:
http://en.wikipedia.org/wiki/Bobby_Fischer#Early_years
Cosi’ hai trovata la tua Lucy, ma come hai fatto dopo 4 anni?
E’ ancora libera adesso che vivi in citta’ ?
Cara Anita, giusta la tua domanda… Lho trovata a Pepillo Salcedo Manzanillo, praticamente il buco del culo del mondo)… La gran manager della mia ex moglie, incapace di gestire anche se stessa… ha lasciato Lucy in affidamento ad un mio amico italiano… in quanto lei è sempre in viaggio… Il mio amico s’e venduto anche le mutande è scappato da SD inseguito dai debiti e si è rifugiato in un piccolo villaggio al confine con Haiti… ho cercato di sapere dove fosse e dopo qualche mese lho trovato… grazie ai miei compagni campesinos… Ho trovato questo amico… un poveraccio toscano che ho aiutato in mille modi… quando me ne sono andato da qui è crollato e non riesce piu a badare a se stesso e ai due figlioli… quando mi sono presentato dove vive… si è spaventato pensando che fossi da lui x chiedergli una barca di soldi che mi deve… ma poraccio non aveva neanche i soldi x mangiare… e cosi gli ho consigliato di tornarsene in Italia, che ha ancora la madre che si svena x mandargli dei soldi x i figli… Ma lui si vergogna a tornare al suo paese… dal quale era partito ricco ed ora non vuole tornare a chiedere aiuto alle autorita che lo aiuterebbero a vivere e crescere i due figlioli… gli ho dato dei soldi e sconvolto da come ho trovato Lucy… lho caricata in auto e me la sono portata via… Non si reggeva sulle zampe… mangiava solo avanzi di riso… viveva al mare e mi sono accorto che dandogli da mangiare riso e aringhe o sardine… non ne vuole sapere di mangiarlo… Dopo due gg, sparassitato e lavato x bene ho vissuto con lei 15gg x rianimarla e farla tornare viva… finche dopo brevi passeggiate, si affaticava dopo 15-20 minuti… avevo altri due cani che mi accompagnavano e Lucy ha ripreso a vivere… ora è ancora debole, ma mangia e sta bene.
In citta ho affittato un appartamento su due piani, nella citta coloniale di 3 ampie stanze, sala e cucina… epputtanaeva… non ho un balcone… ( storia che raccontero un’altra volta, in quanto un’italiano che ha ristrutturato l’edificio affianco al mio… ha rubato un paio di metri al mio edificio e si è allargato abusivamente…) e grazie al tetto dell’edificio affianco, dall’altro lato dell’italiano ladro, domani vengono muratore e fabbro ed apro una porta sulla parete dello studio, che da sul tetto dei vicini… non dell’italiano… ma dall’altro lato… cosi Lucy avra una terrazza tutta x lei… Ho ripreso la mia impiegata che ha lavorato x me x piu di 10 anni e se ne occupera lei dell’appartamento e di Lucy, anche in mia assenza… Sono molto contento… ma mi sa che non durero molto in questo appartamento… troppi italiani che vivono vicini… e gli italiani non li sopporto… morti di fame che vengono con quattro soldi e si credono ricchi… pochi mesi e si sputtanano il “capitale… x sesso e s’infangano con le peggiori troie che incontrano… non sanno distinguere una troia da una donna normale… primo mese, primo figlio e sono nella mmerda amantenere tutta la tribu della moglie… ho gia visto sulla terrazza affianco 3 passeggini… tutti la stessa storia… o disperati dopo i guai scappano in Italia… brutte storie… non li sopporto… ciao ciquelita e buona serata…
Faust
Vedo che sei di brutto umore, forse anche fuori di testa.
… mi dispiace che non ascolti quel che ti si consiglia… aaa sssiii tu sei uno di quelli che dicono che sanno sbagliare da soli… fatti tuoi… ma non lamentartene… Fuori di testa ci sarai ttu, io non sto bene da solo, mi mancano le belle montagne e l’aria pura… nient’altro… adios cabron..
F.
x Faust
PEPILLO SALCEDO, MANZANILLO, REPUBLICA DOMINICANA EN BOARDING PASS
http://www.youtube.com/watch?v=KufHZR6v_wM
Alla fine del video c’e’ anche un auto quasi nuova in vendita…
Ti sei fatto perdere l’occasione?
Anita
Caro Faust
Una volta avevo un giovane ingegnere appena uscito dall’università. Notai che aveva una piccola tabella scritta a mano sulla scrivania che diceva:
Prendi consigli di altri fai i sbagli di altri.
Tutto qui, i tuoi sbagli non li voglio proprio fare.
PS – Mi sono mai lamentato?
x Popeye
appunto, Fischer (non Fisher…) di americano aveva ben poco…
Padre tedesco (o ungherese, ancora meglio per il mio point), madre polacca, molto ambiziosa e competitiva come tutti gli immigrati di prima generazione. Probabilmente rovino’ psicologicamente il giovane genio degli scacchi…
Del resto, Fischer odiava il suo paese di nascita e lo lascio’ poco dopo aver vinto il titolo mondiale. Per inciso, non si considerava neanche ebreo, e’ sepolto in un cimitero cristiano.
Molto difficilmente un americano figlio o nipote di americani avrebbe raggiunto quel livello in un gioco in cui hanno sempre eccelso gli europei orientali ed i russi. L’ambiente ha la sua importanza…
Ti concedo pero’ che fosse piu’ americano di Kissinger
Peter
x Anita
infatti ai miei tempi finivo col pattare o perdere delle partite vinte perche’ perdevo la pazienza…
Peter
Caro uroburo,
….Se in una fabbrica si fanno lavorare gli handicappati non dovremo noi tenerci il Popeye?….
Da questo punto di vista hai ragione,in effetti però gli “handicappati” sono produttivi,in considerazione (rapporto)del loro handicap,sì, però in effetti ci possiamo tenere il Popone, Lo vedo bene a “leccare i francobolli”,peccato che la digitalizzazione , gli precluda anche ques’ultima possibiltà ….consideriamolo “un nostro fioretto” e poi chissà che questo fatto ,non ci faccia guadagnare “punti” per il futuro !
Si potrebbe fare così , ogni voltà che popone scrive cazzate,noi mettiamo 10 Punti nel quadernetto da 100 punti.
Completato l’albo , Pino paga cena a tutti i pertecipanti al Gioco !
cc
http://www.cattolicesimo-reale.it/il-blog/lo-tsunami-atto-damore-e-castigo-di-dio/
Il 21 marzo scorso il professore cattolico integralista Roberto De Mattei, già noto per le campagne contro l’evoluzionismo, per il creazionismo e sulla “storicità” di Adamo ed Eva ma, quel che più conta, vicepresidente del CNR ha rilasciato a Radio Maria queste deliranti affermazioni che meritano di essere conosciute e che riporto qui sotto da You tube, associandomi alla campagna per la sua rimozione.
Si tratta di affermazioni demenziali, significative della subcultura diffusa da Radio Maria, ma gravi soprattutto perché vengono dal vicepresidente del massimo centro di ricerca scientifica italiano. Per questo hanno suscitato immediate proteste seguite da una petizione, che tutti possono sottoscrivere, per chiedere le sue dimissioni dal CNR.
Di fronte al modo debole e incerto con cui il CNR ha cercato di prendere le distanze dal prof. De Mattei, il quotidiano online “Cronache laiche” – che aveva già ricostruito in un brillante articolo di Giovanni Boaga le bizzarre teorie “scientifiche” di questo signore – ha anche indirizzato al presidente del CNR Luciano Maiani una lettera del direttore Cecilia Maria Calamani in cui si chiede la rimozione senza indugi di un personaggio che discredita l’Italia davanti alla comunità scientifica mondiale.
“Cronache laiche” invita anche a chiedere le dimissioni di De Mattei con una email indirizzata al presidente e al suo staff, al direttore e al consiglio di amministrazione del Cnr, quest’ultimo responsabile della sua nomina.
Quale “difesa della vita”? Quando alla Chiesa piaceva il nucleare
Posted on marzo 27th, 2011 in No Comments »
Riporto dall’agenzia cattolica-critica “Adista” n. 23 del 26 marzo la nota di Valerio Gigante Un “atomo” di memoria: tra silenzi e sostegni, quando alla gerarchia piaceva il nucleare.
Chissà se tra i vertici ecclesiastici, in questi drammatici giorni di emergenza nucleare, qualcuno si sarà ricordato di Energia per il futuro, un fascicoletto di 48 pagine esplicitamente realizzato per “sponsorizzare” l’opzione nucleare nel nostro Paese ed allegato nel gennaio 2010 a diversi settimanali diocesani. A curarlo era stata la società Mab.q, concessionaria pubblicitaria di Radio Vaticana, il cui primo inserzionista è proprio l’Enel, principale attore della riapertura dell’ipotesi nucleare in Italia. L’opuscolo assumeva toni trionfalistici sulle prospettive dell’atomo. Fin dalla prima pagina sottolineava la «lungimiranza» della Chiesa cattolica, che «negli anni si è sempre opposta al nucleare applicato a fini bellici, ma si è dimostrata altrettanto aperta nei confronti dell’utilizzo pacifico di questa fonte energetica». «La Santa Sede – proseguiva il libretto – si è sempre dimostrata particolarmente attenta nei confronti del nucleare come potenziale fonte energetica “pacifica”, soprattutto per promuovere la crescita economica dei Paesi emergenti e per una più equa distribuzione delle risorse su scala mondiale». E citava il card. Renato Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: «L’energia nucleare – erano le parole del card. Martino riprese nel fascicolo – non va guardata con gli occhi del pregiudizio ideologico, ma con quelli dell’intelligenza, della ragionevolezza umana e della scienza».
La riflessione sul dibattito intorno al nucleare dentro la Chiesa cattolica, alla luce delle disastrose conseguenze del terremoto giapponese, non possono che ripartire da qui. Dal fatto cioè che la gerarchia cattolica ha spesso sottovalutato la questione delle energie rinnovabili, il rischio di un ritorno al nucleare, e più in generale i temi che riguardano la sostenibilità ambientale. Tutte questioni legate ad un concetto di “difesa della vita” che evidentemente non tocca le corde profonde di cardinali e vescovi quanto avviene invece per i temi dell’aborto, del testamento biologico, della fecondazione assistita.
Ma se da parte delle gerarchie c’è stato disinteresse o, come nel caso dell’opuscolo dello scorso anno, adesione entusiasta nei confronti del nucleare, non così è avvenuto tra le realtà di base della Chiesa, che anche su questo tema hanno evidenziato uno scollamento rispetto alla gerarchia, mobilitandosi per la raccolta di firme in calce ai referendum di giugno per bloccare la costruzione di nuove centrali atomiche, costituendo reti sui territori, elaborando documenti, organizzando momenti di riflessione, incontri, dibattiti (v. Adista nn. 30 e 55/10; 19/11).
Intanto però, fuori dai nostri confini italiani le cose sembrano andare in maniera assai diversa. La Chiesa tedesca, ad esempio, nei giorni scorsi ha preso con decisione la strada del no al nucleare, con il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, mons. Robert Zollitsch, che il 14 marzo scorso ha dichiarato che «l’energia atomica non è l’energia del futuro», ma una «tecnologia di passaggio» ed ha esortato i politici tedeschi a «ripensare al settore energetico per adottare fonti energetiche più ecologiche e sostenibili. Occorre tener conto degli interessi delle generazioni future». La Chiesa italiana sembra molto in ritardo. Nessuna dichiarazione ufficiale dei vertici della Cei su quanto avvenuto in Giappone e sulle sue ripercussioni rispetto alla scelta del governo italiano di dare il via libera al nucleare.
Come Cota finanzia le scuole dei preti
Posted on marzo 28th, 2011 in No Comments »
“Mentre Gelmini e Tremonti tagliano le risorse essenziali della scuola pubblica, si prepara una legge regionale per finanziare le scuole paritarie private”, scrive in un comunicato la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni e numerose altre associazioni (Comitato torinese per la laicità della scuola, COOGEN – Coordinamento Genitori Nidi Materne Elementari Medie, Comitato per l’Integrazione Scolastica, Coordinamento RSU no Gelmini, CGD – Coordinamento Genitori Democratici Piemonte, CIDI – Centro Iniziativa Democratica Insegnanti, FNISM – Federazione Nazionale Insegnanti, sezione di Torino “Frida Malan”, CEMEA Piemonte – Centri di esercitazione ai metodi dell’educazione attiva, MCE – Movimento di Cooperazione Educativa, Associazione “31 Ottobre” per una scuola laica e pluralista promossa dagli evangelici italiani, CUB Scuola Università e Ricerca del Piemonte, UIL Scuola, FLC-CGIL). Segue la denuncia della legge regionale che Cota vuol far passare in Piemonte. Ecco il testo.
Il 15 giugno è stata presentata al Consiglio regionale del Piemonte la Proposta di legge n. 20 del 15/6/2010 a firma Vignale e altri “Modifiche alla legge regionale n. 28 del 28 dicembre 2007 (Norme sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)”. Si tratta della traduzione concreta dell’impegno preso durante la campagna elettorale da Cota e da tutto il centro destra di modificare in peggio la legge sul “diritto allo studio e la libera scelta educativa” varata dalla precedente maggioranza di centro sinistra.
Di cosa si tratta in concreto?
a) L’articolo 1 prevede che i “benefici previsti dall’art. 12 comma 1 lettera a, […] assegni di studio per iscrizione e frequenza” cioè i soldi pubblici che vanno a coprire le spese per le rette delle scuole private siano d’ora in poi gestite direttamente dalla Regione, in modo da eliminare il controllo che gli enti locali potevano esercitare. Si tratta di cifre considerevoli se si considera che per l’anno scolastico 2008/2009 le domande ammesse e finanziate sono state 10.463 per un importo complessivo di €. 10.741.884.
b) L’art. 2 istituisce un “fondo rotativo per l’edilizia scolastica finalizzato esclusivamente alle scuole paritarie senza fini di lucro non dipendenti di Enti Pubblici”. Questo articolo è particolarmente grave per due motivi: in primo luogo perché viola esplicitamente il dettato dell’art. 33 della Costituzione (Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.), assegnando risorse pubbliche per l’edilizia scolastica delle scuole private direttamente ai proprietari delle scuole stesse, senza nemmeno la foglia di fico dei “contributi destinati alle famiglie”; in secondo luogo perché discrimina ulteriormente, sulla scia di quanto purtroppo già fa la legge in vigore, le scuole “paritarie senza fini di lucro dipendenti di Enti Pubblici”come ad esempio le scuole materne comunali. Le scuole dell’infanzia del Comune di Torino perciò non vedranno nemmeno un euro.
c) per rafforzare quanto disposto dall’art. 2, al fine di aggirare le competenze degli enti locali per edilizia scolastica, si affida alla Regione la competenza in materia.
d) cancellando il comma 2 dell’art. 37, che stabilisce la ripartizione dei finanziamenti previsti dalla legge (trentacinque per cento per il sostegno di offerta di istruzione e il diritto di apprendimento e il sessantacinque per cento a favore degli interventi a sostegno delle famiglie, di cui il quaranta per cento per gli allievi delle scuole private), si vuole avere mano libera per spostare, da un capitolo di spesa all’altro, le già insufficienti risorse riservate per gli studenti delle scuole pubbliche alle scuole private.
In sintesi, siamo di fronte ad uno smaccato intervento, esplicitamente ideologico, per spostare notevoli risorse, nell’ordine di decine di milioni di euro, verso le scuole private per consentir loro di rinnovare le strutture, abbassare le rette di iscrizione e frequenza per accrescere l’appetibilità. Il tutto mentre il duo Gelmini-Tremonti, contemporaneamente, priva le scuole pubbliche, le scuole di tutti, con centinaia di migliaia di allievi ( in Piemonte 509.849 nel 2008/2009), non solo di qualsiasi stanziamento per l’edilizia, la manutenzione e la sicurezza, ma persino dei fondi per il funzionamento ordinario.
DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA SECONDO COSTITUZIONE!
DICIAMO NO AL PEGGIORAMENTO DELLA LEGGE REGIONALE N. 28 DEL
Ancora soldi alle “private”
Lo denuncia il Coordinamento SOS scuola in questa lettera a Bagnasco riportata da “Cronache laiche” del 21 marzo 20011
Gentile cardinale Bagnasco,
il recente discorso pronunciato dal Pontefice in occasione dell’incontro con i sindaci dell’Anci ci spinge a riproporre all’attenzione sua e della stampa la lettera che come associazione di genitori, insegnanti e studenti le abbiamo inviato quattro mesi fa.
Le parole del Pontefice volte a sollecitare ulteriori finanziamenti pubblici alle realtà ecclesiali «quali parrocchie, oratori, case religiose, istituti cattolici di educazione e di assistenza» ci lasciano esterrefatti, visto che vengono dopo che è stato reso pubblico che persino dell’8 per mille che noi cittadini destiniamo allo Stato, apponendo la firma nell’apposita casella della dichiarazione dei redditi, circa il 45% è stato in realtà devoluto dal Governo, sotto varie voci, alle casse della Chiesa invece che ai naturali destinatari di quella cifra (enti pubblici e privati per iniziative umanitarie e culturali non confessionali), come espressamente richiesto dai contribuenti.
Né ci rassicurano le sue parole di Presidente della Cei a difesa della scuola pubblica statale, le quali suonano più che un riconoscimento del valore educativo e formativo dell’insegnamento nella scuola statale, un riconoscimento condizionato che suona come un tentativo di estendere anche alla scuola statale una visione confessionale dell’educazione volta a piegare, nel nostro paese, ogni scelta di politica scolastica alla gerarchia ecclesiastica.
Respingiamo quindi, come contribuenti, ogni ulteriore finanziamento alle scuole paritarie, ribadendo il nostro totale dissenso alle sovvenzioni già elargite.
Saremo grati alla stampa se vorrà dare spazio a questa nostra lettera, espressione di una parte forse minoritaria della città ma non così piccola da meritare il silenzio.
I genitori del Coordinamento SOS Scuola
(genitori, insegnanti, studenti)
Co.Ge.De Li guria
x Peter
Se insisti, credi quello che cavolo vuoi specialmente te ti fa sentire meglio e meno crabby.
Cheerio mate!
x CC
Si e’ vero sarei bravo anche a leccare i francobolli e’ guadagnarmi una onesta paga. Ma non potrei mai superate te nel tuo impiego di leccaculo emeritus e il tuo amico U. come bidello maximus.
Adesso vai a pulire il sedere delle tue asinelle.
Pero’ devo dar credito a CC per aver scoperto l’acqua calda. Non e’ possibile discutere su questo blog. Le ragioni sono ovvie anche Peter.
Mi dispiace lasciare la signora Anita, la signora Sylvi, e mio fratello Rodolfo perché fa piacere leggerli anche se non condivido tutto quello che scrivono ma il tempo e’ arrivato di sgombrare.
Ringrazio il signor Nicotri per l’ospitalità e gli chiedo scusa se la mia partecipazione gli ha procurato acido.
Da questo giorno in poi non parteciperò più nel blog.
Un saluto a tutti.
x Popeye
che significa ‘le ragioni sono ovvie anche Peter’?
Non mi pare che sia una frase di senso compiuto…
O sei scioccato perche’ ho detto che Fischer non era molto americano?!
Peter
caro Popeye,
mi dispiace, ma capisco!
Anche a me succede sempre più spesso di pensare davanti a certi post: oggi prendo la clava, l’elmetto e lo scudo e dico la mia…oppure, complice il bel tempo, vado a viole e margherite?
La seconda!!!
Cari saluti Sylvi
x Popeye
suvvia Poppy, ti invito a restare. Sei un ‘pain in the ass’, ma come ci insegna la Santa Romana Chiesa siamo nati per soffrire.
Piu’ Popeye in terra, meno purgatorio nella afterlife…
Resta e facci sentire la tua versione a stelle e strisce
Peter
notiziole dalla remota Puglia…
Un bel campo di concentramento appena allestito a distanza da Manduria per la ‘accoglienza’ ai tunisini provenienti da Lampedusa…
Uno di passaggio li ha visti arrivare in pullmans ‘double decker’.
Il campo e’ in aperta campagna, recintato con filo spinato, soldati di guardia.
Campo a base di tendoni azzurri, caldi di giorno (siamo ormai ad aprile…), freddi di notte. Gli immigrati senza invito sono trattati come detenuti, gli hanno tolto lacci e cinture. Hanno passato parecchi giorni a Lampedusa diosaccome…
Ehm, cosa dice la Convenzione europea sui diritti umani?!
Comunque sempre meglio dei francesi di emme che non fanno entrare nessuno, dopo aver causato la guerra e l’esodo.
E Sarkozy ha scacciato migliaia di zingari solo l’anno scorso…
Peter
x Popeye
Caro P.
spero che sia uno scherzo del primo di aprile.
Come vedi la mia sabbatica non e’ durata molto…
Adesso mi vuoi lasciare sola? ~~ Che compagno di viaggio sei?
Lascia perdere chi sfotte gratis, io ormai non li leggo piu’.
I need your moral support, you are my invisible shield….
Spero di risentirti, di leggerti.
Ciao, Anita
——————
Giornata cupa e fredda, tutto e’ coperto di neve, davvero scoraggiante.
oh oh, my invisible shield…
e che e’, Lancillotto?
O la ragazza dei Fantastici 4??!!
Peter
“Lascia perdere chi sfotte gratis, io ormai non li leggo piu”.
Cara signora Anita, che cosa ha fatto il Poppy fino adesso se non sfottere e insultare ?
Sempre cieca e sorda da un lato, vero?
Buona giornata, nonostante la neve. Qui è primavera con cielo azzurro e ragazzini del quartiere che giocano una patitella in un campetto di fronte a me. Avrei una voglia matta di mettermi in mutandoni e dare insieme a loro quattro pedate al pallone…
C.G.
x Peter
Two ugly Americans are better than one alone…..
Non ho proprio voglia di uscire, sono stanchissima di questo interminabile inverno.
Mi devo far coraggio.
Anita
x C.G.
Chi e’ nato prima, l’uovo o la gallina?
Anita
Questo dovrebbe saperlo lei che fa tanto la maestrina.
C.G.
Caro Pino, caro signor Popeye e cari tutti,
il dialogo tra diversi è l’essenza stessa di un blog; non capirlo significa non aver ben chiaro quel che stiamo a fare qui. Un blog in cui tutti la pensano allo stesso modo muore nel giro di poche settimane. Muore per la noia. Il confronto – ed il confronto non può essere che il confronto tra diversi – è l’anima, la ragion d’essere di un blog.
Questo richiede un po’ di tolleranza e la capacità di accettare che al mondo ci siano visioni del mondo diverse dalla nostra ma comunque legittime. Io ritengo illegittimi i punti di vista che sostengono dei reati (vi ricorderete quel pezzo di emme del “signor” Carlo!) ma a parte questo caso, tutti i punti di vista devono essere ritenuti legittimi. Compreso quelli di Anita, Popeye e Rodolfo.
La perdita di chiunque si traduce in un impoverimento del blog, anche quando, ed è purtroppo il caso del signor Popeye, il suo contributo di argomenti e di idee è nullo. Ma la presenza del signor Popeye ci obbliga a fare i conti con pareri diversi dal nostro, ci costringe a pensare, ci obbliga ad argomentare. Non capirlo è grave!
Io ho polemizzato con il signor Popeye come credo nessun altro, ma la sua partenza mi dispiace moltissimo. E non perché io sia, in fondo in fondo, amico del signor Popeye: non lo sono affatto; o perché lo reputi, in fondo in fondo, un brav’uomo: non lo reputo tale. Ma perché a partire da domani saremo un po’ più poveri.
Il mio parere non conta nulla ma mi auguro che il signor Popeye voglia ripensarci. E soprattutto spero che Pino esprima il suo parere al riguardo e, se lo ritenesse utile, fosse lui, nel suo ruolo ufficiale di blogmaster, a pregare il signor Popeye di continuare a rimanere tra noi.
Questo è solo il mio parere, ma ci tengo ad esporlo con chiarezza.
Tutto questo non c’entra nulla con quanto espresso dalla signora Silvy nel suo ridicolo: sylvi { 01.04.11 alle 12:07 } “Anche a me succede sempre più spesso di pensare davanti a certi post: oggi prendo la clava, l’elmetto e lo scudo e dico la mia…”. A me pare che la clava la pregevole signora l’abbia sempre, con la bava alla bocca ed una rabbia belluina. Ma anche lei è una parte di realtà, e per questo io la ringrazio di continuare ad essere tra noi.
Un cordiale saluto a tutti, nessuno escluso, compreso gli assenti. Uroburo
PS. La parola chiave è “cordiale”.
» 21/02/2011
ISRAELE – PALESTINA
Il veto Usa all’Onu, un boomerang contro Israele
di Arieh Cohen
Gli Stati Uniti hanno messo il veto a una bozza di risoluzione per fermare gli insediamenti dei coloni israeliani nei territori occupati. In tal modo gli Usa danneggiano se stessi nei confronti del mondo arabo, ma rischiano anche di far cadere la soluzione dei “due Stati”. Israele rischia di essere cancellato come focolare del popolo ebraico perché dovrà accogliere una maggioranza palestinese.
Tel Aviv (AsiaNews) – Il 18 febbraio scorso, l’amministrazione Usa ha deciso di porre il veto alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva a Israele di desistere e bloccare ulteriori colonizzazioni dei territori palestinesi. Si tratta in effetti della West Bank e di Gerusalemme est che dal 1967 si trovano sotto un’occupazione bellica.
I palestinesi non riescono a comprendere come questo veto di Washington potrà aiutare – e non danneggiare – gli interessi Usa in politica estera. Tutti gli altri 14 membri del Consiglio di sicurezza, compresi gli alleati occidentali degli Usa hanno votato a favore della risoluzione. Oltretutto, l’ambasciatore Usa all’Onu, Susan E. Rice, ha spiegato che gli Stati Uniti sono d’accordo con il contenuto della risoluzione. La Rice ha dichiarato: “Noi rifiutiamo la legittimità della continua attività degli insediamenti israeliani nei termini più forti” e ha aggiunto: “La continua attività degli insediamenti viola gli impegni internazionali di Israele, distrugge la fiducia fra le parti e minaccia le prospettive di pace”. E allora perché il veto?
L’ambasciatrice Rice, all’unisono con altri portavoce Usa, ha detto che secondo l’amministrazione, adottare la risoluzione potrebbe danneggiare gli sforzi in atto per riportare ai negoziati di pace Israele e i palestinesi. Come questo avverrebbe, non è chiaro. E non aiuta a capire il fatto che l’ambasciatrice abbia espresso la convinzione che “questa bozza di risoluzione rischia di indurire le posizioni delle due parti. Essa potrebbe incoraggiare le parti a stare fuori dai negoziati e, se e quando essi riprendono, a tornare al Consiglio di sicurezza non appena essi giungano ad una empasse”.
In realtà, al contrario, la risoluzione voleva creare la vera condizione necessaria per i negoziati, e cioè proprio il blocco di quella “continua attività degli insediamenti” che gli Usa definiscono come illegittima “nei termini più forti”. E cosa vi è di sbagliato nel “tornare al Consiglio di sicurezza non appena essi giungano ad una empasse”? Non è proprio questo il motivo per cui esiste il Consiglio? In più, se in un certo momento nel futuro, gli Usa sentissero che è necessario bloccare una risoluzione, essi potrebbero esercitare il proprio veto: allora e non adesso contro una semplice bozza che esprime principi ed esigenze, con le quali gli Usa sono d’accordo! Così pensano molti circoli palestinesi vicini al governo e tale è l’opinione di alcuni israeliani.
Nelle dichiarazioni di alcuni israeliani e americani vi è un diffuso fraintendimento, secondo cui il blocco delle “attività degli insediamenti israeliani” è un tema dei negoziati stessi. Si tratta di una lettura ovviamente errata della “Dichiarazione di principi” – il cosiddetto “Accordo di Oslo”, che Israele e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) hanno firmato il 13 settembre 1993 – che è la premessa per i negoziati di pace. In quel documento, il tema degli “insediamenti” è in effetti definito come un soggetto, materia per un futuro trattato di pace. Ma il significato è il destino degli insediamenti già costruiti fino ad allora, non se Israele è libero di impegnarsi in “continua attività di insediamenti” nel tempo che rimane fino a che il trattato di pace viene firmato.
Un principio legale universale, conosciuto da tutti, afferma che una parte impegnata in una disputa non può continuare a creare nuovi fatti, alterando l’oggetto della disputa. Oltretutto, la “continua attività degli insediamenti” è proibita in modo esplicito dalle leggi internazionali. La Quarta convenzione di Ginevra del 1949, a cui Israele ha partecipato, proibisce a un potere occupante di insediare elementi della propria popolazione in territori occupati. Dagli anni dopo la guerra israelo-araba del 1967, vi è poi una lunga serie di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu, che dichiarano illegale tale “attività di insediamento” e domandano a Israele di fermarsi e desistere subito da ogni attività di questo tipo: risoluzioni passate e non bloccate dal veto Usa. In altre parole, il blocco delle “attività di insediamento” non è per nulla un tema per i negoziati, ma una richiesta della legge internazionale, che vi sia o no un negoziato. Così la pensano i palestinesi, alcuni israeliani e qualche esperto indipendente.
Nei giorni prima del voto al Consiglio di sicurezza, l’amministrazione Usa ha cercato con tutte le forze di convincere il presidente dell’Olp, Mahmud Abbas (Abu Mazen), di ritirare la bozza. Il Segretario di Stato Clinton e lo stesso presidente Obama gli hanno telefonato per questo. Essi hanno cercato con tutte le forze di risparmiarsi la necessità (perché era una necessità non lo si è capito) di porre il veto su una risoluzione con cui essi erano d’accordo. Essi avrebbero dovuto sapere che questa richiesta era impossibile. A parte tutto, come si poteva pensare che il presidente palestinese avrebbe accettato le loro suppliche (che a un certo punto sono divenute minacce implicite)? Con tutte le rivolte che avvengono nel mondo arabo, con una popolazione palestinese che vive sotto occupazione militare da 44 anni (!) e sempre più sfiduciata nelle possibilità di libertà, come avrebbe potuto Abbas ritirare la bozza di risoluzione, anche se personalmente avesse voluto farlo? In realtà, se il presidente Obama e il segretario Clinton avessero avuto successo, ciò avrebbe avuto conseguenze catastrofiche: Abbas e la sua organizzazione sarebbero stati screditati per sempre dal “popolo palestinese delle strade”, con risultati che è meglio non immaginare.
Va detto inoltre che la strategia multipolare e non violenta su cui sono impegnati Abbas e la sua organizzazione, con speciale enfasi sull’Onu, è la migliore politica “antiterrorista”: la promessa che essa porta aiuta a prevenire l’ira e la disperazione della popolazione palestinese nei territori occupati, senza farle trovare uno sfogo in una rinnovata “lotta armata” dal fronte ampio.
Ovviamente, per continuare ad avere successo nel prevenire violenze in larga scala, questa strategia deve mostrare dei risultati. Ad oggi, tutto è diretto verso la domanda di riconoscimento dello Stato palestinese da presentare all’Onu in settembre. In quel periodo, Abbas intende anche indire elezioni parlamentari e presidenziali (il suo mandato è scaduto all’inizio dello scorso anno). Il riconoscimento dell’Onu sarebbe la carta vincente per queste elezioni. Pensare a come farvi fronte non è troppo presto, né per gli Usa, né per Israele. L’immediata e scontata reazione dei due sarebbe quella di opporsi con forza all’ammissione dello Stato palestinese nell’Onu. Ad ogni modo essi hanno ancora tempo per riflettere con serietà se ciò sarebbe nel loro interesse. Un tale riconoscimento non sarebbe una minaccia né per gli Usa, né per Israele. Al contrario, essa potrebbe essere il miglior catalizzatore perche i negoziati di pace fra Israele e Palestina abbiano successo. La dignità “esterna” e responsabile, e la conseguente legittimità “interna” di uno Stato palestinese potrebbe creare le migliori condizioni – interne ed esterne –per seri negoziati di pace fra entità formalmente alla pari.
Un altro veto degli Usa a questo punto – dicono alcuni – potrebbe causare qualcosa che – ancora una volta – sarebbe meglio non pensarci. Un fatto che dovrebbe essere chiaro a tutti è che le inaspettate convulsioni in Egitto e altrove nel mondo arabo, dove le piattaforme tettoniche sono ancora in movimento, dovrebbe spingere chiunque – in Israele e negli Usa – a non ripetere prevedibili e programmate reazioni, motivando invece a pensieri nuovi, slegati da vecchie “concezioni”.
Già questa volta, con il suo veto, gli Usa hanno corso un grande rischio e non hanno guadagnato alcun vantaggio: questo lo dicono gli statisti palestinesi, i diplomatici e diversi commentatori. Proprio in questo momento, nel contesto medio-orientale con tanti pericoli e poche prospettive positive, per gli interessi Usa (e di Israele) nella regione è saggio scoraggiare i palestinesi da una via non-violenta e diplomatica? Questa strada essi l’hanno imbracciata proprio nel tentativo di fermare le “attività di insediamento” e per bloccare quel processo che strappa via da loro le case, la terra e l’acqua ogni giorno.
[Con il veto] gli Usa hanno fatto un favore a Israele? È ancora troppo presto per valutare le complete ripercussioni di questo veto, ma già non mancano israeliani riflessivi che risponderebbero di no, come ha fatto Gideon Levi, scrivendo sul quotidiano israeliano Ha’Aretz. Le prospettive di pace, sicurezza e prosperità per Israele dipendono dall’arrivare a un trattato di pace con l’Olp. Ciò significa la fine dell’occupazione militare, il lasciare che i palestinesi siano liberi di fondare il loro Stato, dove potranno essere sicuri da nuovi espropri di case, terra e acqua. Tutto ciò in linguaggio diplomatico si definisce “la soluzione per i due Stati”. Ma la “continua attività di insediamento” rende sempre meno possibile questa soluzione con fatti quotidiani e sul terreno.
Per ogni colono che si insedia, rimpatriarli e riportarli in Israele diventa sempre più difficile. Per questo già ora alcuni palestinesi parlano di abbandonare la “soluzione per i due Stati”, domandando semplicemente la cittadinanza e i loro diritti civili a un solo Stato, un unico Stato che comprende l’intero territorio della Terra santa fra il fiume Giordano e il mare Mediterraneo, attualmente diviso fra lo Stato di Israele e un territorio sotto l’occupazione militare (più la piccola e stretta, ma sovrappopolata Striscia di Gaza che, purtroppo è sotto l’effettivo controllo di un’organizzazione terrorista). La “continua attività di insediamento” può rendere questo scenario inevitabile. E per gli israeliani questo è proprio un finale scenario da incubo. I cittadini palestinesi di questo Stato unitario comincerebbero con l’ essere una larga minoranza, diventando presto una maggioranza. In ogni caso, lo Stato ebraico verrebbe a finire, non come Stato, ma come Stato nazionale degli ebrei. Lo scenario da incubo è quello che guida il campo dei “pacifisti” in Israele, fra cui il presidente Shimon Peres. Essi desiderano pace, non tanto per ragioni “umanitarie”, “universaliste” o per visioni intellettuali cosmopolite, ma per motivi nazionali e patriottici. Essi non sono meno testardi o nazionalisti o patriottici della destra a favore degli insediamenti. Essi sono soltanto più realisti.
Ci sarà un tempo – essi dicono apertamente – in cui nessuno degli amici occidentali di Israele, nemmeno gli Usa, potrà tollerare uno Stato che domina una vasta popolazione di non-cittadini sottomessi, che vivono sotto un’occupazione militare, senza diritti civili. E non potranno scusare un’Autorità palestinese, che amministra solo parte del territorio occupato, in modo semiautonomo, , come non hanno scusato a suo tempo i Bantustan costruiti dal Sudafrica.
Questi israeliani fanno notare il veloce abbandono da parte degli Usa del loro amico di una volta, Hosni Mubarak. Secondo loro dovrebbe suonare come un campanello d’allarme. Oggi Israele può ancora persuadere l’amministrazione Usa a porre il veto su una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu, pur essendo d’accordo con essa.
Ma la veloce virata americana sull’Egitto significa che ciò non è garantito per il futuro. Come si dice per definire la politica americana, “Gli Stati Uniti non hanno alleati permanenti, ma solo interessi permanenti”. Nel caso presente, gli Usa stati persuasi a votare contro i loro stessi interessi, solo perché un governo alleato ha chiesto loro di farlo, ma la logica suprema della politica americana suggerisce che non potrà essere sempre così.
ISRAELE – PALESTINA
Aerei israeliani bombardano Gaza. Israele accusato di “pulizia etnica”
Almeno 17 feriti fra cui sette bambini. Il raid è una rappresaglia contro i missili di Hamas su Ashkelon. A Ginevra Israele è accusato di operare una “pulizia” etnica” attraverso la politica degli insediamenti dei coloni nei territori occupati.
Tel Aviv (AsiaNews/Agenzie) – L’aviazione israeliana ha bombardato per almeno un’ora il territorio di Gaza in rappresaglia per una serie di missili lanciati da Hamas tre giorni fa sulla costa di Ashkelon. I missili di Hamas non avevano fatto vittime; i bombardamenti israeliani hanno fatto 17 feriti, fra cui sette bambini e almeno due donne.
L’escalation militare coincide con una discussione serrata al Consiglio Onu per i diritti umani a Ginevra, dove Israele è stato accusato di operare una “pulizia etnica” con la politica degli insediamenti ebraici a Gerusalemme est e nei Territori occupati.
I bombardamenti israeliani hanno colpito un campo di addestramento della milizia radicale e alcuni negozi e una fabbrica di cemento. Nel pomeriggio di ieri le Forze armate di Tsahal avevano effettuato un altro raid dichiarando che di aver bombardato “un tunnel” lungo il confine, che servirebbe a “immettere di nascosto terroristi” in Israele. In una dichiarazione dell’esercito israeliano si afferma: “Suggeriamo ad Hamas di frenare l’escalation nella regione e di non voler provare la forza delle Forze armate”.
Intanto, ieri a Ginevra, il Consiglio Onu per i diritti umani, si appresta a discutere e votare una risoluzione che condanni Israele per le colonizzazioni dei territori occupati che giungono fino alla cacciata dei palestinesi dalle loro terre.
L’accademico Richard Falk, investigatore dell’Onu, ha accusato la politica degli insediamenti dei coloni come “una forma di pulizia etnica”.
Israele ha sempre accusato Falk di essere prevenuto verso lo Stato ebraico. Falk ha detto che egli vorrebbe che il Consiglio chieda al Tribunale internazionale dell’Aia di aprire un’inchiesta sul comportamento di Israele nei territori occupati. L’inviato israeliano all’Onu, Aharon Leshno Yaar, ha definito Falk “un imbarazzo per le Nazioni Unite”.
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Leshno Yaar è invece un imbarazzo per l’intero mondo civile.