La guerra del Mediterraneo per i nuovi assetti petroliferi e il pericolo di nuove guerre civili nei Balcani. L’ottusità pericolosa degli adoratori un tanto al chilo del novello Achille Lauro, moltiplicato un milione, che si chiama Silvio Berlusconi
Ieri sera, lunedì 28 marzo, ho partecipato a una puntata del programma televisivo Iceberg di Telelombardia dedicata all'”emergenza Lampedusa” e alla comparsa di Silvio Berlusconi come imputato in tribunale a Milano. Tra gli ospiti, il sottosegretario Daniela Santanchè, l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, il giornalista Luigi Amicone e Michelle Nouri, giovane donna per metà ceca e per metà irachena, venuta a vivere in Italia 20 anni fa, dunque ormai cittadina italiana, a suo tempo fidanzatina (“avevo 14 anni”) più o meno presunta di uno dei figli di Saddam Hussein. A parte lo strano mix di ottusità e propagandismo berluscone di Borghezio e Santanchè, mi ha colpito la loro visione drammaticamente provinciale anche della realtà che sta sconvolgendo il Nord Africa e alcuni Paesi arabi del Medio Oriente e del Golfo, con annesso flusso di poveri disgraziati che cercano di emigrare in Europa passando per l’Italia, cioè per Lampedusa. Il problema non è che questi due parlamentari siano ottusi e provinnciali, ma che lo sia l’intera maggioranza e il governo del quale loro due sono espressione. In particolare Borghezio, più macchietta che politico, con al seguito una piccola e patetica claque, è felice come una Pasqua perché “la Francia agli emigranti in questi giorni ha chiuso i confini in faccia, non li fa entrare, li rimanda indietro”. “Dovremmo imparare dai francesi”, ha concluso ottusamente Borghezio. Sì, ottusamente perché mostra di ignorare come la stessa stampa francese abbia rivelato che la “rivoluzione” libica non è altro che il frutto di una ben precisa opera di istruttori militari francesi inviati da Sarkozy in gran segreto in Libia per armare quelli che poi dovevano diventare i rivoltosi. Lo scopo? Permettere al colosso petrolifero francese Total di mettere le mani sul petrolio libico. Le carte geografiche che pubblico – si possono ingrandire copincollandole – aiutano a capire la situazione. Quella reale, non quella a chiacchiere “democratiche” con le quali ci riempiono le orecchie per imbottircene la testa.
Borghezio&C soprattutto ignorano e non hanno capito che la Francia vuole che la Total in Libia prenda il posto della nostra Eni, segando così la possibilità dell’approvvigionamento energetico dell’Italia già compromesso dalla decisione idiota di Berlusconi di fare uscire l’Eni dall’Iran, che con la Libia ci fornisce una buona metà del petrolio, cioè dell’energia elettrica e per le auto, di cui abbiamo bisogno per campare. Visto che dopo l’incidente alla centrale nucleare giapponese mette fuori gioco il nucleare e rilancia alla grande il petrolio, Sarkozy ha giocato d’anticipo: una bella guerra per garantire alla Francia il petrolio necessario, anche a costo di fottersene della Comunità Europa messa di fronte al fatto compiuto. E’ un trucco vecchio come il cucco, asso nella manica di ogni colonialismo: sobillare, armare, organizzare e istruire una minoranza per scatenarla contro il governo, bello o brutto che sia, del proprio Paese per installare al potere qualcuno che ci faccia comodo. E per avere l’appoggio della propria opinione pubblica, rifilarle balle e una visione demoniaca del regime che si vuole abbatere, dipingendolo preferibilmente come “un nuovo Hitler”. Dal Vietnam all’Afganistan, dal fallito sbarco degli anticastristi nella Baia dei Porci a Cuba fino all’Iraq, i risultati sono noti. Ma a dire il vero erano noti da secoli. S’è perso il conto dei “nuovi Hitler” che abbiamo indicato a vanvera al mondo, da Castro a Nasser, da Saddam Hussein al Siriano Assad, da Arafat a tutti i governi iraniani in blocco dopo quello monarchico e filo Usa dello Scià di Persia, quel Reza Pahlevi che, assieme ai suoi servizi segreti, si poteva semmai in qualche modo paragonare per ferocia e ottusità a Hitler: chiunque non si piegasse agli interessi della Casa Bianca o alla sua appendice mediorientale Israele era automaticamente un “nuovo Hitler”.
Borghezio&C, cioè il nostro governo, non hanno capito neppure che la Francia chiudendo i confini alle decine di migliaia di disperati sbarcati dall’Africa e dal Medio Oriente non fa altro che scaricarli sull’Italia, in modo da costringere la Lega a spintonare il nostro governo magari fino al punto di rottura. A quale scopo? L’ho già scritto nelle puntate precedenti: allo scopo di acuire le difficoltà politico economiche dell’Italia con la segreta speranza di poterci cacciare quanto prima dall’euro, specialmente se l’Italia dovesse spaccarsi in due, come è ormai probabile che avvenga. Obiettivo non dichiarato e non dichiarabile: tenersi il nord Italia “europeo”, cioè bene integrato nell’economia centroeuropea con perno sul mercato tedesco, e mollare il sud Italia “africano e levantino”.
Sarkozy e la Lega Nord stanno giocando col fuoco. La sinistra è ormai talmente rimbecillita in gran parte da fare il tifo per la guerra al “feroce dittatore” Gheddafy pur di mettere (inutilmente) in difficoltà Berlusconi. La sinistra non ha speranze finché dobbiamo tenerci tra i coglioni gente come Walter Veltroni, che proprio ora sarebbe invece il caso mantenesse la promessa fatta a suo tempo di andarsene in Africa una volta finito il suo mandato di sindaco di Roma. Ah, anche l’ecumenico Uòlter Walterloo ama la Memoria a patto di essere più smemorato della smemorata di Collegno quando si tratta di mantenere gli impegni presi…
Il Nord-Africa e il mondo arabo sono se non in fiamme comunque in preda a rivolte che possono trasformarsi in guerre civili. Come che sia, questa è la guerra del Mediterraneo scatenata da Sarkozy, con lo strano supporto del suo nemico storico Inghilterra, per imporre nuove sfere di influenza energetica sottraendo ogni controllo all’Italia e impedendo altri sbocchi energetici alla Cina. L’appoggio dell’Inghilterra alla Francia di Sarkozy in realtà non sorprende più di tanto: Londra è da sempre nemica dell’unità europea e da secoli la sua politica è tesa in tutti i modi a impedire che si realizzi. Ai nostri giorni si è ben guardata dall’adottare la moneta europea dell’euro. E ora è disposta a mandare in pezzi la Comunità Europea, basata sull’asse Parigi-Berlino, pur di dar vita agli ultimi bagliori, alimentati dal petrolio, del suo antico colonialismo.
Dietro l’angolo delle crisi del nord Africa e del mondo arabo sono in attesa le nuove possibili rivolte e guerre civili nei Balcani e nell’ex Jugoslavia. Anche qui i social forum e i blog, soprattutto quelli basati all’estero, non perdono occasione per farsi sentire. La Tunisia e l’Egitto la miccia che ha acceso le fiamme tuttora in atto è stato l’aumento del prezzo del pane. Ma anche nei Balcani c’è un continuo aumento dei prezzi e svuotamento delle pensioni, per non parlare delle tensioni interreligiose sempre più forti ogni volta che c’è da costruire una nuova chiesa o una nuova moschea e delle tensioni tra le diverse etnie. La Macedonia è sempre sull’orlo della rottura tra etnia macedone ed etnia albanese. Il Sangiaccato, a suo tempo detto di Novi Pazar, territorio tra la Serbia e il Montenegro, vuole l’autonomia e maggiori diritti per l’etnia bosniaco-musulmana. La Bosnia Erzegovina è sempre una polveriera dove si trafficano quantitativi industriali di armi, munizioni e bombe.
Saremmo felici se il vento che soffia gagliardo dal Marocco al Barhain e Arabia Saudita portasse in tutti quei Paesi democrazia e libertà tanto quanto ce ne sono in Occidente. Temiamo però che, proprio come è accaduto nei Balcani e nell’ex Jugoslavia, si punti a cambiare tutto perché non cambi nulla: si punti cioè semplicemente a installare governi e regimi più proni agli interessi occidentali anziché a quelli dei propri Paesi. Un timore che si basa sul comportamento dei soliti due pesi e due misure che vedono la repressione violenta in Barhain, Yemen e Arabia Saudita andare avanti nel silenzio in primis della Casa Bianca. La signora Clinton è arrivata alla faccia di bronzo di dichiarare che l’Occidente è intervenuto armi alla mano in Libia per evitare “la possibilità di centinaia di migliaia di morti nella sola Bengasi”. Manca solo la solita “bomba atomica” da addebitare alla vittima designata di turno, in questo caso a Gheddafy, fino a ieri riverito e corteggiato da Londra a Parigi e Roma, oggi da avviare invece alla ghigliottina sui Campi Elisei o all’impiccagione ad Hyde Park.
Mentre l’Europa e l’intero Mediterraneo sono seduti su una nuova polveriera, noi ci dedichiamo all’adorazione di Berlusconi. I suoi fans un tanto al chilo che lo hanno accolto davanti al tribunale di Milano dimostrano clamorosamente il nulla politico che nutre il berlusconismo: dichiarazioni di adorazione tante, motivazioni politiche zero. Un desolante livello da cercopitechi. Non molto dissimile da quello esibito con impudico esibizionismo dai Borghezio e dalle Santanché, abilissimi nel travisare i fatti, scambiare fischi per fiaschi e svicolare. Sì, certo, in un Paese civile nessun capo di governo si troverebbe a dover affrontare un processo in tribunale, e Berlusconi ne deve ormai affrontare a raffica essendo venuti al pettine vari nodi del suo fare il furbo con leggi ad personam una più su misura dell’altra. Ma in nessun Paese civile sarebbe rimasto incollato alla poltrona, anziché dimettersi a razzo, un primo ministro che a causa delle leggi del proprio Paese, belle o brutte che esse siano, si fosse trovato sotto processo.
In Francia, dove nessuno si è sognato di utilizzare gli anni passati al governo per far cadere in prescrizione le accuse rivoltegli dalla magistratura, Chirac è andato sotto processo, ma dopo avere finito il proprio mandato. In Italia Berlusconi ha fatto il furbo, tentando in tutti i modi di conteggiare i suoi anni di governo per far andare in prescrizione i suoi reati o addirittura cancellandoli in altri modi, vedasi ora il trucco della “prescrizione breve”. Trucco oltretutto incostituzionale, perché favorendo gli incensurati rende i cittadini della Repubblica Italiana non più eguali davanti alla legge.
E in ogni caso nei tanto ammirati a chiacchiere Stati Uniti un presidente, Bill Clinton, è stato messo sotto processo e ha rischiato di essere cacciato dalla Casa Bianca per decisione di un magistrato perché aveva mentito all’opinione pubblica su un suo affare privato di sesso. In Italia Berlusconi mente spudoratamente a tutti gli italiani, compresi i suoi elettori, però vuole farla franca. E i suoi fans un tanto al chilo, emuli dei napoletani ammiratori di Achille Lauro in cambio di un pacco di spaghetti e un paio di scarpe, non si rendono conto che ne fanno una macchietta patetica come loro.
Che Dio ce la mandi buona. God save the Italy!
LIBIA
“Dieci ribelli uccisi
in un raid della coalizione”
Il regime di tripoli ha respinto la proposta di cessate il fuoco avanzata ieri dal consiglio nazionale di transizione, bollandola come un “trucco”. Nel Paese arrivano gli operatori umanitari
BENGASI – Almeno dieci ribelli libici sono rimasti uccisi dopo un raid aereo della coalizione alla periferia di Marsa el Brega, terminal petrolifero a sud di Bengasi in cui città in cui sono in corso furiosi combattimenti con le forze di Muammar Gheddafi. Lo hanno reso noto gli insorti. In precedenza fonti dello schieramento che si batte contro il regime del Colonnello avevano riferito di aver riconquistato la città. E da Tripolo torna a farsi vivo il regime che rimanda al mittente la proposta di cessate il fuoco del Consiglio di transizione di Bengasi. “Non so proprio come altro definirla se non come un’idea folle”, ha dichiarato il portavoce del governo, Musa Ibrahim nella tarda serata di ieri.
Sul fronte umanitario si profila, “a brevissimo”, l’arrivo in Libia degli operatori dell’agenzie umanitarie per portare sostegno alla popolazione. Lo ha detto il presidente di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora, annunciando che nell’ambito della missione è stato affidato all’Unicef il coordinamento dell’ azione igienico-sanitaria. “E’ molto importante entrare in Libia – ha precisato Spadafora – stiamo aspettando l’ok definitivo, è questione di ore. Un team è già sul luogo per le verifiche delle condizioni di sicurezza”. Quando gli operatori umanitari saranno sul campo, l’Unicef metterà, fra l’altro, a disposizione kit per le vaccinazioni e acqua potabile.
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OVVERO: IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI. SARKOZY, LA SUA SIGNORA E BERNARD LEVY VADANO A PRENDERSELO IN CULO. NEL CAMERON DI LONDRA ASSIEME A OHHHHH-BAMA
Shalom
Cara Silvy,
ho creduto di poter fare qualcosa per questo paese per tutta una vita, ho lavorato con impegno e senza risparmiarmi, h0 fatto delle cose nella mia sede di lavoro che nessuno aveva mai fatto prima, ho fatto la mia parte ed anche di più.
Adesso non ci credo più. Sono un cittadino rispettoso delle leggi, faccio la mia parte con impegno come ho sempre fatto perchè sono fatto così, ma senza nessuna speranza.
Mi trovo in buona parte d’accordo con una frase pronunciata dal povero Buce qualche giorno prima della sua fine. Governare gli italiani, diceva, non è impossibile, è inutile.
Sono d’accordo se ci si riferisce alla classe digggerente, che è il vero cancro di cotesto infelice paese: il popolo, dalla Resistenza in poi, ha fatto la sua parte ed anche di più. Ma questa classe digggerente, modello P2, è riuscita ad imporre le sue soluzioni, ed ora una grande parte delle classi subalterne si identifica in un maiale come il Banana ed in un Avanzo di Latrina imbecille e superficiale come il Bassi.
Purtroppo gli ittagliani hanno bisogno di sperare invece di lavorare giorno per giorno sui tempi lunghi o lunghissimi, come sarebbe indispensabile per risistemare questo antico e complessissimo paese. Abbiamo fretta. Ci siamo cuccati vent’anni di Buce e ci cucceremo vent’anni di Banana. Nessun paese in crisi può sprecare quarant’anni in un secolo senza andare a pezzi. E’ quello che ci accadrà.
Francamente le sue tabelline mi interessano poco, io, per quanto mi riguarda, non credo più a questo paese e spero solo di potermene andare al più presto. Purtroppo per poterlo fare devo prima sistemare delle cose lunghe e complicate altrimenti me ne sarei già andato.
I miei migliori auguri a coloro che rimangono ma la cosa non mi riguarda più.
Un saluto U.
Caro uroburo,
comprendo la tua amarezza e in un certo senso invidio la tua “possibilità” di andartene quanto prima.
Io non posso .
In un paese dove chi rappresenta le classi digerenti ed il sub-strato piccolo borghese, individualista, vigliacco, perbenista,dà spettacoli come quelli visti al parlamento italiano appena due giorni fa, c’è poco da sperare…anzi forse è caduta un’ipocrisia di fondo, è ciòè OGGI il Parlamento è lo Specchio ” reale del paese più di quanto si creda.
Ne esprime in chiaro le pulsioni più becere, le ipocrisie di fondo, in sostanza mai come oggi Il Parlamento è l’espressione del paese Reale.( la pancia)
Il Porco leghista che epiteta la collega Handicappata è l’emblema dell?italia odierna…!!
Gramellini sulla Stampa lo chiamava DIVERSAMENTE INTELLIGENTE..
Purtroppo Noi siamo un Paese OrMAI di diversamente Intelligenti..
Lo si evince a volte anche nel Blog !
cc
Caro CC,
hai ragione.
Ai tempi della Prima Repubblica (chissà perchè la chiamano così: non è cambiato nulla) la classe digggerente (penso alla DC) era il meglio del paese: Erano riusciti a salvare la forma democratica del paese pur essendo una minoranza e pur non potendo integrare la sinistra nel governo per i ben noti veti useggetta, arrivati fino alla liquidazione dei Moro.
Certo il prezzo è stato un accordo parziale con la mafia ed una corruzione dilagante ma almeno avevano un progetto di stato e di società.
Ora abbiamo un colluso mafioso al vertice del potere ed una corruzione che è ormai diventata sistema di governo.
Questa classe digggerente rappresenta veramente il ventre profondo e viscerale di una grande parte del paese. Gli altri, che potrebbero essere addirittura la maggioranza, non hanno più nessuna voce in capitolo e l”opposizione si è liquefatta, ed ormai non si capisce nemmeno più il perchè.
Non abbiamo mai avuto, neppure in epoca fascista, una classe diggerente così ributtante, mediocre, becera, ottusa, incapace. E l’opposizione non c’è più. Come nel Ventennio, nè più nè meno.
Come sai è per me complicato andarmene ma l’obiettivo è quello. Via da questo paese mefitico: mi vienmale solo a pensarci.
Un caro saluto U.
Caro uroburo,
se non fosse per la tradizione del nostro Blog,direi che le posizioni della no9stra amica comune Sylvi ,si sono attenuate nello spazio di pochi giorni.
Siamo al fallimento del Comunismo e del capitalismo finanziario in contemporanea.
E’ già un passo in avanti che merita approfondimento ed analisi.
Il Comunismo più che fallito ,non è mai esisistito per cui si potrebbe parlare di fallimento del comunismo di tipo sovietico,più comunemente detto capitalismo di stato o alltra forma dell’imperialismo mondiale.
Parlare invece di fallimento del capitalismo finanziario è assai arrischiato in quanto il capitalismo finannziario è la forma più moderna dello sviluppo capitalistico,ovvero se fallisce l’uno è destinato a fallire anche l’altro.
Lo stallo politico sta proprio lì , l’incapacità strutturale della politica nella gestione dello sviluppo capitalistico così come si configura.
Sembra incredibile ma una delle menti più lucide del Digerenti attuali tremonti oggi rimpinge le industrie di stato di passata memoria e medio-banca.
Che sia diventato un marxista ?(di stato) o un social-liberista , un pentito,…
Di certo oggi fa un figurone in confronto ad un bersani che ancora invoca le liberalizzazioni
cc
Si affoga nelle contraddizzioni, ma la cosa non mi disturba affatto !!
…Chi non ci vive da tanto tempo come me, vorrebbe ritornarci.
Anche perchè non ho MAI perso i contatti.
Che strana la vita…
Salutoni
C.G.
La cosa più triste non è l’incredilie volgarità di Berlusconi che racconta una lunga barzelletta sboccata a un folto gruppo di amministratori pubblici della Campania, ma il fatto che questi come servi beoti ridono pure. Nessuno fa una piega neppure per il ritratto idiota che il Chiavaliere fa dei “mediterranei”. Siamo al livello dei cercopitechi.
http://tv.repubblica.it/copertina/il-lato-b-della-mela-la-nuova-barzelletta-di-berlusconi/65420?video=&ref=HRER1-1
Caro Pino,
finirà a “lancio di monetine”. Anzi si è già iniziato contro quella mezzasega di La Rissa.
Ricordi?… “vuoi pure queste?
Un dejà-vù.
C.G.
Ai miei tempi la storia a volte si divertiva a giocare scherzi da prete ai potenti arruffando gli eventi in modo tale che i piani prefigurati ne uscivano ridimenzionati, sconvolti ed a volte ribaltati. In quegli stessi giorni in cui io mi imbarcavo a Quarto con i miei mille, il conte scorreggione faceva scrivere al suo re un invito al “caro cugino” Francesco II Borbone a spartirsi l’Italia in due regni uniti e solidali. Aveva definito la mia impresa “ una scappata da matti”, e se non mi impedì di partire fu solo perché era straconvinto che qualora la flotta borbonica non avesse fatto a pezzi le mie navi, come egli sperava, e contro ogni previsione fossi riuscito a sbarcare in Sicilia, con 1000 volontari mal armati e poco addestrati contro un esercito di 18000 soldati borbonici presenti sull’isola avrei sicuramente subito la sorte dei fratelli Bandiera e di Pisacane. Da buon opportunista preferiva quindi creare mille martiri borbonici che assumersi l’impopolare compito di fermare un eroe del popolo e lasciò fare al destino. Ma il fato birichino mise insieme un po’ di cose non previste un generale borbonico troppo supponente delle sua superiorità e troppo legato agli schemi della tecnica militare, il grande coraggio dei miei impreparati volontari, la mia abilità nel condurre battaglie irregolari e qualche altra favorevole combinazione ed in pochi giorni mi ero impadronito di Palermo. A quel punto tutto la cosa prese un aspetto completamente diverso, il “caro cugini” Franceschiello divenne molto meno “caro” e le cose finirono con io e Vittorio Emanuele che ci incontravamo a Teano con l’Italia quasi completamente unificata.
Oggi che accadano cose così impreviste ed imprevedibili è molto, più difficile ma non impossibile, anche gli imperi ed i potentati a forza di fare porcate qualcuna storta glie ne deve andare, e non è detto che il destino non abbia voglia di farsi quattro risate anche nel terzo millennio.
Giuseppe
caro Pino,
se quegli amministratori pubblici avessero avuto dignità, non avrebbero trovato niente da ridere…e quella signora sindaca non gli sarebbe corsa incontro…sarebbe rimasta di sale …seduta.
Perciò gli somigliano!!!
Qui ho sentito stamattina un senatore della Repubblica pdl, noto a livello nazionale, dire ai giovani industriali che ” molte cose si chiariranno in maniera definitiva fra qualche settimana, massimo qualche mese “.
Gli hanno risposto a muso duro che sperano non sia un “elettoralismo”, neologismo chiarissimo!
La vergogna di essere governati così era palpabile.
Qualsiasi soluzione, pur di finirla! A questo siamo!
Sylvi
Cara Silvy,
vada tranquilla e non abbia timore: dovendo scegliere tra chiunque (compreso Totò Riina) ed un’alleanza con la sinistra (intendo questa sinistra che è più moderata di Clinton e di Blair) l’imprenditoria ittagliana sceglierà, come ha sempre fatto, chiunque.
Quindi il general Bava Beccaris, il Buce, gli agrari, la Chiesa (nel senso del Vaticano), il Banana (più volte), la mafia ….. Devo continuare o basta così?
Quindi “Qualsiasi soluzione, pur di finirla!” per modo di dire. Qualsiasi soluzione di destra, quindi un altro bel governo Banana.
Allegria, allegria …. U.
caro CC,
Tremonti non è uno scemo…almeno questo glielo dovresti concedere e vedo che glielo concedi.
Ma non occorre essere geni della politica per capire che lui ha capito che c’è una parte d’Italia che si salva solo statalizzando, cioè impedendo ai “cosidetti amministratori” di mandare Tutto a rotoli.
Di impedire loro di fare ancora debiti su debiti…danni su danni,pronti anche a vendere la Fontana di Trevi!
L’altra? Chissà!
O pensi che sia amico dei leghisti perchè fa il doppio gioco??? Non credo!
Fossi in te non sarei contenta delle contraddizioni, nè sicura della conversione a sx di Tremonti.
Io purtroppo sono d’accordo con l’analisi di Uroburo, che se ne va perchè ha la famiglia altrove, o almeno credo,…ma noi restiamo per gli stessi motivi…e se noi fossimo rassegnati, non lo sarebbero i nostri figli!!!
Ma…quei sindaci di Napoli erano lì per chiedere di fermare l’abbattimento dell’abusivismo…una sfilza di sindaci con tanto di fascia tricolore a chiedere di “non rispettare le leggi”, di permettere frane, alluvioni, smottamenti del territorio…tanto poi…dopo..chi se ne frega! Tè capì??
Domani è il 3 aprile, vado a esporre l’Aquila Friulana nel 943esimo anniversario della nascita della Patrie dal Friul!!!
Sylvi
Che magone!!!
La Julia sta tornando dall’Afghanistan.
Le armi sono già tornate. E infilati nella canna di uno o più fucili,non si sa, è stato trovato mezzo kg di hascisc.
Una quantità ridicola per inzozzare di fango tanti uomini che hanno costruito scuole, ospedali e che stanno riorganizzando il sito delle statue dei Buddha di Bamiyan!
Spero li trovino e che sappiamo tutti chi sono!!!
Sylvi
Cara Sylvi,
io non credo affatto in una conversione a Sx di Tremonti.
Dico solo che sovente prende atto di una certa “ineluttibilià” delle cose e tenta di trarne alcune conseguenze.
Ciò non lo qualifica(non basta a..) come uomo di sinistra.
Quindi il problema non è Tremonti.
Il problema è che di fronte all’ineluttabile (prevedibile) per il momento la Politica, balbetta sia essa di SX o Dx.
Nel balbettio “generalizzato occidentale) si distinguono poi gli Idioti” del nostro Governo,che avendo già prima, idee poche e parecchio confuse, rendono ancora più difficili le cose al nostro paese.
Prima se vanno, meglio è…
Nessuno però ammette, ho ha il coraggio di dire come stanno le cose del mondo,e cioè che difficilmente le cose torneranno come prima della crisi, e che LE GUERRE in corso e che verranno ,sono le conseguenze …
cc
ec h di troppo
Ps
x Sylvi
Io non sono nè contento ,nè scontento delle contraddizzioni, dic solo che esistono sono grandi come delle montagne, …!!
Non serve un bel nulla far finta che non esistono… !!
Od occultrle dietro ai teatrini delle politiche di 2cabaret” , tanto quelle ci sono e lì rimangono… !!
Cara Sylvi,
la scoperta di presenza di Droga nelle armi di reparti degli Alpini, non squalifica di certo i Nostri “soldati nel loro complesso.
Ai tempi del Vietnam attraverso le bare dei soldati morti, fiorì uno dei più colossali traffici di droga mai visti verso gli Stati Uniti.
Ovviamente, quello era il frutto di un’organizzazione ,che nulla aveva a che vedere con la stragrande maggioranza dei ragazzi che tornavano…
Ironia della sorte, magari quella stessa droga importata, ammazzò i reduci ,che non riuscirono più ad integrarsi in patria, dopo aver assistito agli orrori del Vietnam..!!
cc
Passaggio delle operazioni sotto la Nato. Morale, ogni singolo stato e’ politicamente meno esposto, gli attacchi “umanitari” contro le citta’ libiche, sono piu’ coordinati e piu’ micidiali (sembra 74 solo nelle ultime 48 ore). I ribelli (che io chiamerei golpisti) altra rivendicazione non hanno che marciare su Tripoli in una guerra di conquista, sanno di avere (per ora) i bombardieri della Nato dalla loro,non hanno nessuna richiesta di autonomia regionale, nessuna richiesta di apertura politica, ma nonostante questo sono visti bene da quasi tutta la stampa anche di sinistra (il Manifesto titolava “con gli insorti contro la guerra”, una bella contraddizione, la Repubblica li definisce “simpatici”). Il crollo della Libia significherebbe la fine di un paese comunque relativamente avanzato in un nuovo Irak con annesso di occupazione militare, stragi e miseria. Quello che mi fa piu’ arrabbiare che anche la manifestazione per la pace della CGIL ha le stesse premesse di chi giustifica l’intervento armato. Noto inoltre che a parte una presa di posizione ragionevole del vescovo di Tripoli, le alte sfere della Chiesa non mi sembra si siano pronunciate…Comunque complimenti a Pino per aver individuato prima delle rivelazioni giornalistiche la vera naturadi questa rivolta. La mia domanda e’, chi sara’ il prossimo?Iran, Siria?
Ma l’eugenetica nazista in questo sogno di purezza non fece altro che emulare l’avanguardia eugenetica americana e scandinava, come spiega Edwin Black nel suo “War against weak”, la guerra contro i deboli.
L’evoluzionista Leon Whitley dell’American Eugenics Society riceve una lettera con la richiesta di una copia del suo libro “The Case for Sterilization”. In essa si parla di Madison Grant, presidente della Eugenics Research Association e dell’American Eugenics Society, che in “The Passing of the Great Race” scriveva che “le leggi della natura richiedono la distruzione degli inadatti e la vita umana ha valore solo in riferimento alla comunità e alla razza”. La lettera è firmata “Adolf Hitler”. L’esordio dell’eugenetica non risale alla Germania nazista, ma ai ventisette Stati americani che la adottarono dal 1907 al 1979. Ben cinque presidenti americani, Teddy Roosevelt, William Taft, Woodrow Wilson, Calvin Coolidge e Herbert Hoover sposarono l’eugenetica. Fra gli aspetti folkloristici di una vicenda tanto tragica vi furono le “fitter families”, famiglie con un pedigree invidiabile, da depliant eugenetico, esposte alle fiere nazionali nel Texas. L’American Eugenics Society organizzò nel 1911 un “better babies day”, molto simile all’accoppiamento nazista dei giovani adoni ariani. Lydia de Vilbiss, esponente di punta del Better Babies Movement, nel 1921 organizzò conferenze sulla prevenzione delle gravidanze e contribuì alla nascita della Race Betterment Conference e della American Eugenics Society. Il suo libro, “Birth Control: What is it?”, divenne la bibbia delle sterilizzazioni (centomila solo negli Stati Uniti fra gli anni Venti e Settanta del secolo scorso).
Solitamente la memoria va alle aberranti pratiche nazionalsocialiste degli anni Trenta in Germania, senza sapere che l’origine e la pratica della sterilizzazione eugenetica è molto più antica. Uno dei primi paesi ad applicare la sterilizzazione forzata furono infatti gli Stati Uniti sul finire dell’ottocento. Già nel 1898 lo Stato del Michigan esaminò la proposta di legge per la castrazione di malati mentali, epilettici e criminali recidivi. l’Indiana, nel 1907, promulgò la prima legge statunitense che prevedeva la sterilizzazione coatta di malati mentali, delinquenti recidivi e violentatori. Di lì a breve la legge dell’Indiana fu estesa ad altri 15 stati americani. Nel 1931 ben trenta stati avevano approvato leggi sulla sterilizzazione. Nel 1921 la Società Americana di Eugenetica propose la sterilizzazione selettiva del 10% della popolazione, giudicata composta da elementi inquinanti, al fine di evitare il suicidio della razza bianca. Una folta schiera di eugenisti propugnava la sterilizzazione forzata di vite senza valore, impedendo la procreazione dei soggetti più deboli, giudicati non adatti alla procreazione in quanto portatori di tratti ereditari indesiderabili. Tra il 1907 e il 1960 si stima che negli ospedali psichiatrici pubblici siano state eseguite oltre 60.000 sterilizzazioni chirurgiche obbligatorie. Oltre a criminali sessuali, ritardati mentali e portatori di tare ereditarie, molti stati approvarono leggi per la sterilizzazione eugenica mediante vasectomia anche di alcolizzati o appartenenti a gruppi etnici ritenuti pericolosi per la razza bianca.
A questo proposito va ricordata la progressiva campagna di chiusura verso gli immigrati dopo la prima guerra mondiale, culminata nella dura legge contro l’immigrazione approvata nel 1924, il Johnson Act (Immigration Restriction Act). La legge aveva lo scopo di regolamentare la composizione etnica e razziale degli Stati Uniti, sulla base dei principi sostenuti dal movimento eugenetico americano. In particolare la limitazione dei flussi d’immigrazione colpiva i popoli dell’area del Mediterraneo e dell’Europa dell’est, intorno ai quali circolavano pregiudizi su una presunta inferiorità biologica. La filosofia eugenetica statunitense legittimava tali scelte con la necessità di preservare il sangue della stirpe americana dalla contaminazione biologica del meticciato. Negli Stati Uniti il movimento eugenetico finanziò ricerche sulla trasmissione ereditaria di tratti sociali, in particolare di quelli indesiderabili, e classificò individui, gruppi e razze collocandoli su una scala di valore umano. Quindi promosse soluzioni biologiche per problemi sociali come la criminalità, in base al rigido geneticismo che contraddistingueva la sua impostazione teorica. In particolare gli eugenisti americani sostenevano l’esistenza di una correlazione tra la frenastenia (idiozia ed imbecillità patologiche) e la condotta immorale o la tendenza al crimine. Tratti sociali come l’alcolismo, la prostituzione o la povertà, conseguente alla disoccupazione e alla malattia cronica, erano in sostanza imputabili ad una degenerazione ereditaria, a sua volta accertata attraverso la misurazione del QI, e perciò del presunto potenziale intellettivo. Era dunque scientificamente provata la connessione tra scarsa intelligenza e comportamento degenerato, e da ciò discendeva una biologizzazione delle differenze tra le classi sociali, per cui la diversa distribuzione di potere, funzioni e ricchezza tra le stesse era proporzionale al diverso livello di dotazione intellettiva ereditaria. La degenerazione tuttavia era attribuita anche a particolari razze e gruppi etnici, di cui si sosteneva l’inferiorità e perfino la tendenza criminale. I popoli dell’Europa meridionale e orientale, ebrei in particolare, erano considerati geneticamente inferiori e si osteggiavano i matrimoni misti, paventando il rischio di una contaminazione del sangue dei pionieri americani.
Embe’, il goy e’ sempre inferiore. Di fronte a un ebreo un goy, o gentile o non ebreo che dir si voglia, e’ come un animale. Ancora oggi ne sono convinti un sacco di rabbini e milioni di ebrei non solo ortodossi.
Shalom
x Alex1
L’Iran. L’ho scritto varie volte. E’ il sogno e l’obiettivo della destra israeliana. Netanyahu è stato eletto con due precisi mandati da parte degli elettori: 1) – impedire a tutti i costi la nascita dello Stato palestinese, che ormai non ha più neanche senso che nasca perché non ce ne sono più le basi (territoriali, giuridiche, politiche, economiche, idriche, agricole, di diritto internazionale, ecc); 2) – colpire militarmente l’Iran con la scusa della “bomba atomica iraniana”. Che è una balla colossale né più e né meno come l’atomica “di Saddam”.
Come certo anche lei sa, gli iraniani mangiano i bambini. A colazione, pranzo e cena. A volte, i più cattivi, pure a merenda…. Ergo, bisogna fare la guerra anche all’Iran.
Può essere che intanto ci si alleni con la Siria. Ma l’insuccesso del tentativo di “rivoluzione” in Libia pone qualche problema. Obama non è del tutto scemo: debole, ma non scemo. Non credo che suicidi o dissangui gli Usa per far contento l’alleato Israele, anche se negli Usa la spinta dell’Aipac e affini è potentissima, sono stati loro a fare eleggere Hilary Clinton. E si vede. Londra e Parigi hanno pezzi di dna ancora colonialisti, ma essere colonialisti oggi con i Paesi islamici o arabi o anche “solo” africani non è facile come per i coloni fanatici israeliani.
In ogni caso, se la destra e il governo israeliano vogliono colpire l’Iran (ma anche la Siria, il Libano, e chiunque non accetti in Medio Oriente il predominio politico e militare di Israele), gli Usa e in tono minore l’intero Occidente hanno bisogno di colpire la Cina. Poiché il colonialismo oggi, ripeto, è troppo difficile, e costoso, ecco che si ricorre allo strangolamento economico. Come? Con lo strangolamento energetico: fare di tutto perché la Cina non possa approvvigionarsi di petrolio nel mondo arabo, africano, sudamericano.
Ci sono però altre due opzioni:
– alimentare rivolte nella stessa Cina, ricorrendo alle minoranze religiose, e in questo caso vanno bene non solo i cattolici, ma anche i più numerosi musulmani che mangiano i bambini. Obiettivo: far sì che la Cina si spacchi nelle sue storiche quattro province, per fondere le quali ci furono non poche guerre oltre 2000 anni fa.
– Facilitare la guerra, sperando sia a base di bombe atomiche, tra Cina e India, guerra che molti danno per inevitabile.
Embé, la superiorità morale, civile e culturale dell’Occidente non perdona. Se Parigi val bene una messa, si figuri cosa val bene continuare con lo strapotere. Anche molte decine di milioni di morti. Anzi una manciata di centinaia di milioni, visto che la “obsoleta” II guerra mondiale ne ha fatti da sola 40 milioni. Non lasciamo forse morire di fame nel mondo un bambino ogni 6 secondi? Ogni minuto sono 10, ogni ora 600, ogni giorno 14.400, ogni settimana 100.800, ogni anno (non bisestile…) 36.792.000. In dieci anni, mentre i papa e governi se ne fottono, vengono uccisi dalla sola fame l’apocalittica cifra di 360.792.000 bambini! Erode al confronto era un benefattore. Il calcolo, spaventoso, l’ha già fatto il lettore Cerruti Gino. Se poi aggiungiamo quelli morti per mancanza di medicinali, che la nostra “generosità” gli rifila scaduti o a prezzo salato come quelli contro l’Aids, allora magari ci suicidiamo dalla vergogna e dal dolore.
Se il problema fosse “salvare i civili”, anziché fare la guerra a Gheddafy con i soldi buttati via in armi si potrebbe salvare la vita di centinaia di migliaia di infanti.
Come diceva la buonanima di Mike Bongiorno? “Allegria!”
Un saluto. Allegro.
pino
http://tv.repubblica.it/dossier/libia-rivolta-gheddafi/i-ribelli-bombe-coalizione-sui-nostri-combattenti/65437?video=&ref=HREC1-7
Volevano le bombe? Ebbene, sono arrivate. Un po’ qua e un po’ là…
Ratzy a Mary Lybbycy
Scalfari è un radical-chic.
Che sarebbe poi l’espressione, altamente sprezzante ma di per sé idiota, con la quale i gegni dell’estrema destra (in Ittaglia fascista perchè non ce n’è un’altra) fermissimamente affermano che un benestante non può essere progressista ma deve necessariamente essere un conservatore (in Ittaglia un fascista perché non c’è altra destra).
In tal modo accettando, senza neppur saperlo, una lettura meccanica ed assai poco dialettica del marxismo laddove parla di struttura e sovrastuttura. Sono concetti complessi, complicati, difficili da capire per i diversamente intelligenti della nostra destra, ormai del tutto appiattita su un personaggio da barzelletta (nei paesi normali, da noi va tutto bene) come il Banana.
Scalfari è un radical-chic, dicevo, quindi non val la pena di leggerlo. Anzi gli si sputa addosso con grande disprezzo: E’ un radical chic! Come dire: E’ una m….!
Tuttavia Scalfari rimane uno dei migliori giornalisti italiani ed un esperto di economia. Nel suo articolo di oggi parla del recente Decreto Tremonti che “autorizza la Cassa depositi e prestiti (di proprietà del Tesoro al 70 per cento) ad intervenire in caso di necessità per finanziare aziende ritenute strategiche Questo decreto praticamente resuscita l’Iri di antica memoria rendendo possibile che lo Stato prenda il controllo delle imprese che abbiano requisiti ritenuti strategici dal governo (da Tremonti) nella sua amplissima discrezionalità. Tutto ciò avviene per decreto. …
Ma il vero obiettivo di Tremonti è di far entrare lo Stato non soltanto nelle aziende che hanno necessità di finanziamento ma direttamente nel sistema bancario. In particolare nelle cosiddette banche territoriali: le banche popolari, le banche cooperative, le Casse di risparmio. Quelle più a corto di capitali, quelle alle quali la Lega guarda con occhi avidi, quelle che procurano voti, organizzano interessi e clientele. Una rete immensa di sportelli, di prestiti, di mutui. Di fatto la politicizzazione del credito”.
Ehhhhh sì: Scalfari è un radical-chic.
Signora Sylvi.
Lei prenderebbe a pedate nel sedere quel mio connazionale che accampa diritti e non accetta doveri, giusto giustissimo, quello che mi pare meno giusto è che forse al di la delle sue intenzioni, quelle suo ipotetiche pedate buttate la e non ben mirate rischiano di colpire chi anche quelli non hanno colpe, per esempio quei tunisini che insieme ad alcuni lampedusani si sono dedicati purtroppo con risultai minimi alla pulizia di qualche angolo dell’isola. Quello che vorrei fosse chiaro è che quel popolo migrante è fatto di persone che al pari degli italiani dei francesi o dei tedeschi non sono fabbricati con lo stampino per i biscotti ma sono una realtà quanto mai variegata, c’è il bracciante agricolo semianalfabeta e l’ingegnere informatico, il ragazzo che si imbarca in questa rischiosa avventura inseguendo un sogno indotto dalle luci sfavillanti delle città europee, e quello disilluso da una rivoluzione rimasta a metà e forse tradita, e tra i molti ci saranno sicuramente anche gente compromessa con il passato regime che teme ritorsioni e vi saranno alcuni ex detenuti comuni scappati dalle carceri e che s’imbarcano per non tornarvi. Quello che è profondamente sbagliato è che queste persone così diverse tra loro casualmente accumunate da una situazione contingente volutamente esasperata per meschini interessi elettoralistici, vengano percepite come un unicum, in cui siccome ci sono gli ignoranti sono tutti ignoranti, siccome ci sono i delinquenti sono tutti delinquenti. Le soluzioni??? Semplicemente non esistono, le poche possibili sono state bruciate dall’incapacità e dalla demagogia dei governanti, siamo destinati noi e voi a vivere nell’incertezza e nella paura, gli uni di essere ricacciati gli altri di essere invasi, siamo tutti figli di un’organizzazione mondiale del così detto libero mercato che pretende lo spostamento di capitali merci tecnologie fabbriche senza alcun vincolo e limite ma nello stesso tempo vorrebbe bloccare e vincolare le persone dentro a porzioni di territorio delimitate da confini quasi sempre tracciati in modo arbitrario dai più prepotenti e dai più forti a danno dei più miti e dei più deboli. Non può funzionare, prima o poi scoppierà il mondo.
Cara signora Anita,
lei è membro del NIAF?
(National Italian American Foundation)
C.G.
Tremonti (forse) non è scemo, sicuro però che chi lo crede di sinistra tanto furbo non mi pare.
“Quando avremo colonizzato il paese, tutto quello che agli arabi resterà da fare e darsi alla fuga come scarafaggi drogati in una bottiglia” (Raphael Eitan, Capo di Stato Maggiore delle forze armate israeliane, “New York Times”, 14/4/1983).
«Noi dichiariamo apertamente che gli arabi non hanno alcun diritto di abitare anche in un centimetro di Eretz Israel… Capiscono solo la forza. Noi useremo la forza senza limiti finchè i palestinesi non vengano strisciando a noi» (Rafael Eitan, capo dello stato maggiore di Tsahal, citato da Gad Becker in «Yedioth Ahronot», 13 aprile 1983).
Moshe Dayan, allora ministro della Difesa, rifiutò – in una riunione riservata del gabinetto israeliano – l’ennesimo patto di sicurezza offerto dagli Stati Uniti, come risposta alle grida di allarme che venivano da Israele «in pericolo»:
«Questo patto sarebbe solo un ostacolo per noi… Le azioni di rappresaglia, che non potremmo più condurre se fossimo legati da un patto di sicurezza, sono la nostra linfa vitale. Sono quelle che ci rendono possibile mantenere un alto stato di tensione tra la nostra popolazione e nel nostro esercito. Senza queste azioni cesseremmo di essere una nazione combattiva, e senza la disciplina che ne consegue, siamo perduti. Dobbiamo continuare a gridare che il Negev è in pericolo, così i giovani andranno là a combattere».
26 maggio 1955, la frase è ricordata nel suo diario segreto da Moshe Sharrett (Shertok), allora Primo ministro israeliano, ed ex ministro degli Esteri
– «C’è una enorme divario fra noi [ebrei] e i nostri nemici, non solo in capacità ma in moralità, cultura, santità di vita e coscienza. Sono i nostri vicini, ma sembrano gente che non appartiene al nostro continente, al nostro mondo» (presidente israeliano Moshe Katsav, Jerusalem Post, 10 maggio 2001).
– «I palestinesi sono come coccodrilli, più carne gli dai, più ne vogliono» (Ehud Barak, primo ministro, Jerusalem Post, 30 agosto 2000).
– «[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe» (Menahem Begin, New Statesman, 25 giugno 1982).
– «Quando ci saremo insediati sulla terra, tutto quello che i palestinesi potranno fare sarà correre qua e là come scarafaggi in una bottiglia» (Raphael Eitan, capo di Stato Maggiore al New York Times, 14 aprile 1983).
– «Come possiamo restituire i territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli» (Golda Meir, 8 marzo 1969).
– «Non ci sono cose chiamate palestinesi, non sono mai esistiti» (Golda Meir, 15 giugno 1969).
– «Dovremo uccidere tutti i palestinesi a meno che non si rassegnino a vivere qui come schiavi» (un certo dottor Heilbrun, che presiedeva il comitato per la rielezione del generale Shlomo Lahat come sindaco di Tel Aviv, ottobre 1983).
– «Dichiariamo apertamente che gli arabi non hanno alcun diritto di insediarsi anche in un solo centimetro di Eretz Israel…la sola cosa che capiscono è la forza. Useremo la forza più estrema fino a che i palestinesi verranno a noi strisciando» (Raphael Eitan, capo di Stato Maggiore, Yediot Ahronot, 13 aprile 1983).
– «Dobbiamo tutti muoverci, correre e prenderci quante più posizioni possiamo per espandere gli insediamenti, perché tutto ciò che prendiamo resta a noi…e tutto ciò che non arraffiamo resterà a loro» (Ariel Sharon, allora ministro degli Esteri, Agence France Presse, 15 novembre 1998.
– “La colonizzazione sionista nella terra di Israele può solo arrestarsi o procedere a dispetto della popolazione nativa palestinese. Questo significa che può procedere e svilupparsi solo con la protezione di una potenza indipendente – dietro un muro di ferro, che i nativi non potranno penetrare.” con queste parole, nel 1923, Vladmir Jabotinsky indicava la strada per la colonizzazione della Palestina.
- E il Signore Jahvé disse a Giosué di distruggere totalmente tutto ciò che si trovava nella città, uomini e donne, giovani e anziani, e i buoi, le pecore, gli asini, passati al filo della tua spada (Bibbia).
– Moshe Dayan: “Coloro che si ostineranno a restare vivranno come cani”.
– Dayan – come ha rivelato pochi mesi or sono il giornale israeliano Haaretz – fece distruggere una 80ina di moschee “per sradicare l’identità palestinese”. Lo stesso Dayan ha ammesso chiaro e tondo che ”la dichiarazione dello stato di Israele nel 1948 è stata fatta a spese della pulizia etnica di 513 villaggi palestinesi, creando più di 700.000 rifugiati palestinesi, espropriando le loro terre, case e negozi per il 78% della Palestina… Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse una precedente popolazione (palestinese)”.
– Sharon: “Con i palestinesi dobbiamo completare l’opera rimasta incompiuta nel 1948”, cioè cacciarli tutti come peraltro prevedere esplicitamente il partito Israel Beitanu.
– Un libro del docente israeliano Ilan Pappe pubblicato nel 2006 si intitola esplicitamente “La pulizia etnica della Palestina”.
LA PAROLA AGLI ISRAELIANI DI GUSH SHALOM (Blocco per la Pace), organizzazione fondata dall’ex-parlamentare israeliano Uri Avnery.
Dal sito http://zope.gush-shalom.org l’articolo originale in inglese: The war in Gaza – vicious folly of a bankrupt government
Qui la traduzione estratta dalla pagina http://www.confinionline.it/ShowRassegna.aspx?Prog=11476
“La guerra a Gaza, lo spargimento di sangue, le uccisioni, la distruzione e la sofferenza su entrambi i lati del confine sono la perversa follia di un governo in fallimento. Un governo che si è lasciato trascinare da militari avventurieri e da una rozza demagogia nazionalista in una guerra distruttiva e inutile che non darà soluzione ad alcun problema, né per le comunità del sud di Israele sotto una pioggia di missili né per le terribili povertà e sofferenze di Gaza assediata. Il giorno dopo la guerra, rimarranno gli stessi problemi – con l’aggiunta di molte famiglie in lutto, persone ferite e invalide per tutta la vita e di mucchi di macerie e distruzione”.
“L’escalation verso la guerra poteva e doveva essere evitata” – prosegue la nota di Gush Shalom. “A rompere la tregua è stata Israele con l’incursione compiuta in un tunnel nella notte delle elezioni americane due mesi fa. Da allora è stato l’esercito ad accumulare fiamme di escalation con incursioni e uccisioni mirate, ogni volta che il lancio di missili su Israele diminuiva. Il ciclo del massacro potrebbe e dovrebbe essere rotto. Il cessate- il -fuoco può essere ristabilito immediatamente e su basi più solide. È diritto di Israele chiedere la fine totale del lancio di razzi sul suo territorio e i suoi cittadini, ma deve por fine a tutti i suoi attacchi e alla morte per fame del milione e mezzo di abitanti di Gaza, smettendo anche di interferire con il diritto dei palestinesi di scegliersi i loro capi. La dichiarazione di Ehud Barak secondo cui avrebbe sospeso la campagna elettorale per concentrarsi sull’offensiva di Gaza è una barzelletta. La guerra a Gaza è di per sé la campagna elettorale di Barak, un tentativo cinico di comprare i voti con il sangue e le sofferenze di Netivot e Sderot, Gaza e Beit Hanun”.
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Ehi, the forum has been hijacked…by aliens…from out of space.
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x 1l 327
Vorrei sapere chi è quel Genio che ha detto che Tremonti è un uomo di Sx su questo Forum ?
cc
Cara Anita,
dopo la dipartita dell’esimio sig P, che troverà senza dubbio il modo di ricomparire sotto mentite “spoglie”, di sicuro è diminuito per il momento il numero dei “post”.
Ne ha enormemente giovato il “livello” medio…infatti non è detto che la quantità sia sinonimo di qualità, anzi la quantità è in genere tipica della “cloache” indistinte,animate dai “mestatori” di professione! (mestatore : colui che rimesta nell’elemento che gli è più confacente”)
Per il momento mia cara,non vedo “aliens”, ma al massimo strani silenzi , che giustificano la mancanza di “argomenti ” , cosa che tipicamente non avveniva prima , dove l’insulto gratuito dominava la scena, il proscenio,e la platea.
un saluto
cc
x da Tunisi
….quelle suo ipotetiche pedate buttate la e non ben mirate rischiano di colpire chi anche quelli non hanno colpe, …
La ringrazio per la sua risposta civile …innanzitutto!
Quello che lei scrive è assolutamente condivisibile…ma…
io ho qualche esperienza annosa di …rifugiati, immigrati ecc.ecc.
Viviamo un tempo straordinario, nel senso proprio di non ordinario…popoli che si muovono, che combattono e subiscono, popoli che cercano altro!
Le mie esperienze sono proprio quelle!
Sono quasi ventanni che queste mie terre sono percorse in maniera straordinaria da “stranieri”…più o meno “barbari”.
Ho imparato ad accettarli, ad ascoltarli e a “cercare ” di capirli.
Non è facile rinunciare a poche certezze acquisite dopo una nostra guerra che ha segnato profondamente,e che ancora ci divide, per avvicinarsi ad un “altrove” per colore della pelle, diverse abitudini, religione, usi e costumi.
Non è facile , mi creda, …e occorre tempo e tanta buona volontà.
Ancor di più se questo “altrove” è un tuo ex nemico…per tanti motivi.
E’ la mia esperienza!
Ora vorrei spiegarle quel che provo, anche se difficile…
Sono contenta di aver raggiunto alcune certezze:
-non vedo il diverso, vedo l’uomo!
Questa conquista mi dà la possibilità di essere “accogliente” con chiunque e contemporaneamente discriminante.
Per farmi capire posso solo esprimermi con il linguaggio ” da maestrina” direbbe con disprezzo qualcuno nel blog!
Come madre sono coinvolta e “non
lucida”…come insegnante sono empatica ma razionale!
La stessa cosa provo per voi.
Mi si chiede di accogliere persone in difficoltà…non ho problemi, mi creda, mi sento coinvolta,…
ma discrimino, se sono appena coerente e uso quella logica che Uroburo mi disconosce.
Non guardo in voi il tunisino. ma l’uomo!
Mi pare di capire, con la mia esperienza di volontariato, che ci sono delle priorità che non riguardano questi vostri ragazzi che cercano, giustamente, una vita migliore.
E’ sempre necessario scegliere.
E quando è necessario scegliere…si scelgono i più deboli… i veri perseguitati, quelli in pericolo di vita, i bambini…
voi ragazzi tunisini sani e forti non mi sembrate tali, in questo momento storico.
Con tutta la mia simpatia e i miei auguri.
Sylvi
x TUTTI
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri