L’Occidente e il mondo arabo: cambiare tutto per non cambiare niente? Per la Libia abbiamo parlato subito di “genocidio”, di “interi quartieri civili bombardati” e di “fosse comuni”, ma a sproposito. Guarda caso, gli stessi termini, peraltro meno inappropriati, il cui uso è stato accuratamente evitato per la mattanza israeliana a Gaza

Ciò che accade in Libia è senza dubbio grave e apre spiragli verso un futuro migliore, sia per la Libia che di conseguenza per il resto del mondo arabo e non solo. Ma ci sono fatti che denotano con chiarezza mire occidentali perché “tutto cambi senza cambiare niente”, senza cioè che cambi in fatto di petrolio. Fa pensare al solito gattopardismo anche quanto accade nelle ultime ore in Tunisia e in Egitto. La rivolta popolare pareva avesse scacciato definitivamente gli ostacoli a una democrazia degna di questo nome. Ora invece pare che il potere preesistente non voglia uscire di scena dopo essersi rifatto una verginità cacciando i rispettivi capi di Stato e di governo, supportati docilmente per decenni, quando ormai non erano più difendibili. Ma veniamo alla Libia.
I mass media occidentali, e italiani in particolare, hanno cominciato a parlare immediatamente di “genocidio” quando le vittime della reazione di Gheddafy erano ancora solo decine o centinaia e venivano comunque indicate dai nostri giornali in “mille morti”. Mille morti su una popolazione di oltre sei milioni di abitanti chiaramente NON sono un genocidio. NON sarebbe un genocidio neppure se i morti fossero diecimila, come per prima hanno ipotizzato – ma NON affermato – le emittenti arabe Al Arabiya e Al Jazeera, di colpo prese per oro colato quando fino al giorno prima le deridevamo o guardavamo con sospetto. La nostra interessata ipocrisia, e annessa sporcizia morale, risulta in tutta la sua gravità se ci si ricorda dell’accanimento con in quale abbiamo rifiutato il termine “genocidio” quando l’esercito israeliano ha invaso Gaza provocando una mattanza di (altri) più o meno 1.500 morti (oltre 400 dei quali bambini!) su un totale di appena 1,5 milioni di abitanti. Un termine, “genocidio”, che ci rifiutiamo con accanimento di ammettere anche quando si contano le vittime totali palestinesi della repressione israeliana, che ormai ammontano a svariate migliaia di esseri umani. La nostra interessata ipocrisia, e annessa sporcizia morale, arriva al punto di rifiutarci anche di parlare di “pulizia etnica” per definire il continuo esproprio – cioè furto – di terra palestinese per far largo ai coloni, avanzo velenoso del colonialismo sconfitto dalla Storia. Ci rifiutiamo cioè di chiamare pulizia etnica quella che è una pulizia etnica.

Certi termini li usiamo solo se c’è da dare addosso agli “altri”, perciò ce ne riempiamo la bocca per il Kosovo, il Tibet, ecc., qualche volta magari per gli avanzi degli indios amazonici… Alla stessa stregua la Nato e gli Usa si muovono militarmente, anche imponendo le “no fly zone”, solo ed esclusivamente quando NON si tratta di disturbare gli israeliani, i loro massacri di palestinesi e la annessa pulizia etnica. Abbiamo perso il conto, e la memoria, delle manifestazioni pacifiche di palestinesi stroncate mietendo vittime tra di loro in numero tale che se si trattasse di Parigi, Londra o New York i responsabili militari finirebbero di corsa in galera. In Israele invece restano indisturbati, o diventano ministri, capi di stato maggiore e anche di governo. Da NON disturbare con critiche e tanto meno con accuse, pena la lapidazione in piazza al grido di “antisemita!”.

Non tutti hanno il coraggio della signota Merkel, che al telefono ha risposto per le rime a Netanyahu accusandolo chiaro e tondo di “non fare nulla per il processo di pace”, lui che aveva avuto l’ardire di rimproverare la Merkel perché la Germania all’Onu aveva – giustamente, con altri Stati, bloccati dalla solita complicità Usa – chiesto la fine dei soprusi colonialisti israeliani ai danni dei palestinesi. Strano – o no? – come la notizia della sfuriata della Merkel – che alle incredibili accuse di Netanyahu per il voto all’Onu ha reagito scandendo “Come osa! Siete voi che ci avete deluso. Non avete fatto il minimo sforzo per fare avanzare la pace!” – abbia dato notizia, se non m’è sfuggito qualcosa, solo il Corriere della Sera. Che il 26 febbraio l’ha comunque prudentemente relegata in un riquadrino in fondo a pagina 5. La signora Merkel pare sia l’unica ad avere letto suo giornali quanto rivelato dai “palestinian papers”, vale a dire che finora Israele grazie all’appoggio Usa ha solo fatto finta di volere la pace, puntando in realtà a disfarsi dei palestinesi e degli arabi israeliani, quattro milioni di persone, “trasferendoli” magari perfino in Amazonia, cioè dall’altra parte del mondo.

L’uso immediato, fulmineo e a sproposito della parola “genocidio” nei fatti libici denota la volontà, nostra e di alcuni Paesi arabi, di drammatizzare sin da subito quei fatti. Anche i “bombardamenti di interi quartieri di Tripoli”, con annessa cifra di “10.000 morti e 50 mila feriti”, si è rivelata una balla. Il giornalista inviato Vincenzo Nigro scrive chiaro e tondo a pagina 3 di Repubblica di sabato 26 febbraio quanto segue: “Non è vero che i cacciabomardieri abbiano colpito indiscriminatamente i quartieri di Fashlun, Siahia, Gerganesh”, “non ci sono i segni dei bombardamenti”. Sempre Nigro nella stessa pagina scrive che “inventando e ingigantendo quello che è successo per davvero, i network arabi hanno accelerato la decomposizione del regime”. Ma la drammatizzazione serve per legittimare il nostro intervento militare “umanitario”. Non a caso però l’Occidente si guarda bene dal mandare le truppe di pace “umanitarie” nel posto dove da 60 anni è più urgente e utile mandarle, vale a dire in Israele-Palestina per separare i contendenti prima e poi per evitare che uno dei due si veda rubare ormai quasi tutta la terra e la stessa prospettiva della dignità nazionale e di uno Stato, nonostante quanto deliberato dall’Onu nell’ormai lontano 1948. Da notare che se al posto della solita retorica del menga l’Occidente avesse mandato un esercito per separare i contendenti e imporre loro una pace equa sarebbero state risparmiate decine di migliaia di vite, comprese quelle di alcune migliaia di ebrei israeliani.

Riguardo la Libia tutti i giornali hanno parlato di “fosse comuni” per seppellire “le migliaia di vittime”. Ma le foto a corredo della notizia mostrano fosse che NON sono affatto comuni, ma chiaramente singole e neppure improvvisate: si vede bene che hanno le pareti di cemento. In varie foto inoltre si vede bene che si tratta di un cimitero con tombe già in uso, e quindi le fosse vuote sono l’equivalente di quelle dei nostri cimiteri che preparano man mano le fosse per i nuovi inevitabili arrivi decisi da madre natura o da incidenti vari. Un’altra cosa strana è che si vede chiaramente il mare a pochi metri dalle fosse vuote, scavate nella sabbia. Chi costruisce cimiteri nella sabbia in riva al mare con la certezza che l’alta marea, il mare agitato e le tempeste spazzino via tombe, bare e defunti? Mistero. C’è qualcosa che non quadra.

A questo punto c’è da chiederci perché si voglia intervenire militarmente drammatizzando ben oltre la realtà quanto avviene in Libia, fermo restando il fatto che la caduta di Gheddafy, e annessa ingombrante famiglia, è certo una buona cosa se sostituita da una democrazia degna di un tale nome. La risposta alla domanda purtroppo può essere molto semplice e banale: petrolio. Lo stesso petrolio per il quale la Casa Bianca, abitata allora da Bush padre, tese un tranello a Saddam spingendolo ad invadere il Kuwait in modo da poter intervenire militarmente contro l’Iraq e a favore del medioevo kuwaitiano. Vale a dire, a favore del nostro poter disporre del loro petrolio. Disponibilità aumentata dall’invasione dell’Iraq voluta da Bush figlio e ottenuta mentendo agli americani e al mondo. Se Parigi val bene una messa, il petrolio val bene qualche altra guerra e massacro. Tanto non si tratta di massacri di americani o di europei…
Non so se si punti alla frantumazione della Libia per poterci assicurare le zone più ricche di petrolio. So però che anche i problemi libici derivano dall’essere la Libia uno Stato inventato dall’Europa, con i confini tracciati come al solito a Parigi, Londra e magari Roma, usando la riga e facendo riferimento a meridiani e paralleli anziché alla realtà geografica ed etnica locale. Lo stesso metodo usato per l’Iraq e molti altri Stati nati dal collasso del nostro colonialismo, anche loro con dentro popoli, etnie e tribù tenute assieme con la forza o con la corruzione, ma certo non unite dal senso di una comune appartenenza e dello Stato. Lo ripeto per l’ennesima volta: sono due secoli, dall’invasione dell’Egitto compiuta da Napoleone, che calpestiamo (anche) il Medio Oriente e gli imponiamo – o nei migliori dei casi tolleriamo – capi e politiche che fanno comodo a noi, ma non ai suoi abitanti.

Riguardo la Libia, il fatto che a parlare della situazione in tv e in conferenze stampa con la inviati esteri e a proporre accordi con i ribelli sia un figlio di Gheddafy, unito al fatto che i suoi vari figli possiedono grosse fette dell’economia libica, dovrebbe farci riflettere. Si tratta indubbiamente di comportamenti che confermano come al potere in Libia ci sia non un governo legittimo legittimamente espresso, ma un gruppo familiare insediatosi al seguito del suo patriarca. Ma confermano anche che il tentativo del nostro Umberto Bossi di creare la sua bella dinastia padana, indicando nei suoi figli i “continuatori della lotta per la libertà” e installando intanto nella Regione Lombardia l’insulso figlio Renzo, è un tentativo che va respinto perché pericoloso. Idem per quanto riguarda il tentativo del Chiavaliere e/o dei suoi servi di fondare una dinastia berluscona puntando non si sa ancora bene se sul figlio Piersilvio o sulla figlia Marina.

Ma che succede in Libia? E nel mondo arabo? Come andrà a finire? A giudicare dalle proteste e sollevazioni a catena, pare proprio che stia finendo il post colonialismo chiamato anche imperialismo, vale a dire la nostra capacità di installare al potere nelle terre ricche di petrolio e altre materie prime per noi strategiche governi più o meno fantocci, ma comunque in grado di garantirci il predominio economico e l’influenza politica decisiva. I Paesi arabi e quelli del cosiddetto Terzo Mondo hanno cominciato a volersi emancipare dal nostro abbraccio soffocante e a voler camminare sulle proprie gambe fin dai primi accordi tra loro, da quello di vari decenni or sono tra i “Paesi non allineati”, cioè né con l’Occidente capitalista né con l’Est comunista, a quello della Repubblica Araba Unita. Tutti tentativi non andati a buon fine. Anche perché quando in quei Paesi nasceva una democrazia veniva schiacciata nel sangue, come è successo in Iran, Cile, Congo e per certi versi anche in Indonesia,  se non garantiva l’usuale asservimento nei confronti in particolare degli Usa. Il petrolio per noi ha sempre avuto più valore del sangue delle popolazioni altrui.

Ora pare che anche quell’epoca stia finendo, ma resiste ben radicata nei posti peggiori in fatto di regimi impresentabili, come l’Arabia Saudita, il Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti. Si tratta di territori nel cui sottosuolo giace gran parte delle riserve mondiali di petrolio. Che, ripeto, per noi vale molto di più del sangue e della vita delle popolazioni che ci vivono sopra. Non condivido l’entusiasmo di chi vede già la democrazia installata in Tunisia, Egitto e tra poco anche in Libia. Non solo e non tanto per il gattopardismo già in moto, ma anche perché non mi pare esista quel tessuto intermedio fatto di quadri dirigenti capaci di gestirla per davvero una democrazia evitando che sia solo una farsa come in Afganistan e Iraq. L’entusiasmo giovanile, nutrito a quanto pare dalle infinite vie di Internet, non basta.

Certo, la tempesta che scuote quei Paesi è salutare, anche se c’è purtroppo da contare i morti. Se le democrazie prendessero davvero il posto dei regimi servili sarebbe più facile anche porre fine alla tragedia israelo-palestinese, con un accordo di pace credibile con Israele che garantisca la vita di questo Stato e la fine del ricorso alle armi, terrorismo compreso. Stando così le cose appare particolarmente miserabile l’allarmismo seminato dai soliti untori che sanno vedere nel mondo islamico, un miliardo e mezzo di persone, solo terroristi e masse pronte a saltarci alla gola nonostante gli islamisti che seminano il terrore siano una infima minoranza. Allarmismo evidentemente frutto della nostra cattiva coscienza e coda di paglia: sappiamo bene che il male da noi fatto anche nelle  terre islamiche potrebbe giustificare il restituirci la pariglia. Allarmismo portato avanti anche dal giornalismo pessimo, cialtrone e guerrafondaio come quello che urla e si strappa i capelli dalle prime pagine di quotidiani come Libero. Il cui nome esatto e completo dovrebbe essere Libero Di Dire Cazzate. Se non ci liberiamo dei paraocchi e delle tossine, non sapremo cogliere le grandi opportunità offerte dal vento che soffia nel mondo arabo per costruire un rapporto tra noi e loro più giusto e duraturo. Loro si stanno muovendo, specie i giovani, verso di noi. Noi però restiamo fermi. Ovvio che se non facciamo passi verso di loro sarà anche questa una occasione sprecata.
Purtroppo Obama ha tradito la promessa fatta al Cairo un anno fa e che tanto aveva fatto sperare non solo il mondo arabo: “Costruiremo un rapporto più giusto con il mondo arabo e islamico”. Che l’abbia tradita lo dismostrano in modo clamoroso i “palestinian papers”, ma anche la recente vergognosa decisione, e annessa ipocritissima e ingiustificabile giustificazione,  di porre il veto alla richiesta avanzata all’Onu da molti Stati di bloccare il colonialismo israeliano. L’Europa dovrebbe rendersi conto che tocca quindi a lei rimboccarsi le maniche e cambiare strada. Purtroppo però non pare che fino ad ora lo si sia capito.

319 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Vox
    Vox says:

    Dietro le rivolte arabe c’e’ scritta una parola che non osiamo pronunciare

    di John Pilger

    Poco dopo l’invasione dell’Iraq, nel 2003, intervistai Ray McGovern, uno degli ufficiali della CIA, che preparava i rapporti quotidiani di intelligence per il presidente [degli Usa].

    McGovern era all’apice della monolitica “sicurezza nazionale”, la quale rappresenta il potere nordamericano […]. Alla vigilia dell’invasione, assieme ad altri 45 alti ufficiali della CIA e di altre agenzie, McGovern scrisse a George W. Bush che i “tamburi battenti” per la guerra non erano basati su prove d’intelligence, ma su delle menzogne.
    McGovern mi disse:
    MG: Era una sciarada al 95%.
    P: Come hanno fatto a cavarsela?
    MG: E’ stata la stampa a consentire che i pazzi la facessero franca.
    P: Chi sarebbero questi pazzi?
    MG: La gente dell’amministrazione Bush ha un insieme di idee che somiglia parecchio a quelle del Mein Kampf. E queste persone venivano definite “i pazzi” nelle alte sfere in cui mi muovevo.
    P: Norman Mailer ha scritto che, secondo lui, l’America è entrata in uno stato di pre-fascismo. Cosa ne pensa?
    MG: Be’, spero che abbia ragione, perchè altri dicono che nel fascismo ci stiamo già.

    Il 22 gennaio, Ray McGovern mi scrisse un’email, esprimendo tutto il suo disgusto per il trattamento barbaro riservato dall’amministrazione Obama alla “gola profonda” Bradley Manning e per la persecuzione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.

    “Al tempo in cui George e Tony decisero che sarebbe stato divertente attaccare l’Iraq,” scriveva MG, “io dissi che in quel momento cominciava il fascismo. Devo ammettere, però, che non credevo che le cose sarebbero arrivate a questo punto così velocemente”.

    Il 16 febbraio, Hillary Clinton ha tenuto un discorso alla George Washington University, condannando quei governi che arrestano i dimostranti e sopprimono la libera espressione. Ha lodato anche la forza liberatrice di internet, dimenticando, però, di menzionare che il suo stesso governo sta progettando di chiudere [in Usa] quei pezzi di internet che incoraggiano il dissenso. Un discorso di spettacolare ipocrisia.

    Ray McGovern era tra il pubblico che ascoltava la Clinton. Si alzò e le voltò le spalle, in silenzio. Fu immediatamente prelevato dalla polizia, picchiato, trascinato fuori della sala e gettato dietro le sbarre.

    McGovern mi ha poi mandato le foto delle ferite riportate. E’ un uomo di 71 anni. Durante il suo pestaggio, ovviamente ben visibile alla Clinton, costei non ha fatto neanche una pausa nel suo discorso.

    Fascismo è una parola dolorosa, perchè è accompagnata da un’iconografia che va a toccare il nervo scoperto del Nazismo. Perchè è troppo spesso usata nella propaganda contro i nemici ufficiali degli Usa e per promuovere le avventure [militari] occidentali con un vocabolario moraleggiante dell’epoca della lotta contro Hitler. Eppure, fascismo e imperialismo sono gemelli.

    Dopo la II GM, molti nei paesi che avevano reso rispettabile il concetto razzista di superiorità culturale della “Civiltà Occidentale”, scoprirono che Hitler diceva le stesse cose, adoperando mezzi straordinariamente simili.

    Da allora, la nozione stessa di “im perialismo americano” è sparita dai libri di testo e dalla cultura di questa nazione, forgiata sulla conquista genocida del suo popolo nativo. La guerra alla giustizia sociale e alla democrazia [vera] divenne “la politica estera Usa”.

    Come ha documentato lo storico William Blum, dal 1945 in poi gli Usa hanno distrutto o sovvertito oltre 50 governi, molti dei quali erano democratici, e hanno fatto ricorso a criminali come Suharto, Mobutu e Pinochet per dominare [su quei paesi] per interposta persona.

    Nel Medioriente, ogni dittatura e pseudo-monarchia possibile è stata supportata dagli Usa. Con l’Operazione Ciclone la CIA e l’ Mi-6 britannica hanno segretamente foraggiato l’estremismo islamico, con l’obiettivo di colpire i movimenti nazionalisti e la democrazia.

    Le vittime di questo terrorismo di stato sono stati principalmente i musulmani. La gente coraggiosa uccisa la scorsa settimana nel Bahrain e in Libia (quest’ultima una “priorità del mercato britannico”), vanno a unirsi ai bambini ammazzati a Gaza dagli ultimi modelli di F-16 americani.

    Le ribellioni nel mondo arabo non sono rivolte solo contro il dittatore locale, ma soprattutto contro la tirannia economica creata dalla US Treasury, imposta dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale, le quali hanno ridotto paesi ricchi come l’Egitto allo stato di enormi sweatshops, in cui metà della popolazione sopravvive con meno di 2$ al giorno.

    Il trionfo del popolo del Cairo è stato il primo colpo dato a quello che Mussolini chiamava corporativismo, una parola che appare nella sua definizione di fascismo.

    “E’ necessario distruggere la speranza, l’idealismo, la solidarietà al povero e all’oppresso”, ha scritto Noam Chomsky una generazione fa, “e rimpiazzare questi sentimenti pericolosi con l’egoismo e il cinismo […] E’ in atto una grande campagna per convincere la gente, soprattutto i giovani, che non solo essi dovrebbero provare questi sentimenti, ma che effettivamente li provano”.

    […] La ribellione araba ha respinto la paura, avviando un’insurrezione di idée oppresse, di speranza e di solidarietà contagiosa. Negli Usa, dove il 45% dei giovani afro-americani sono senza lavoro, mentre i top-manager del mondo finanziario prendono, in media, un miliardo di dollari all’anno, le proteste di massa contro i tagli dei servizi e dell’occupazione si sono sparse a macchia d’olio, fin nel cuore di stati come il Wisconsin.

    In GB, un moderno movimento di protesta in rapida espansione, UK Uncut, comincia ad agire contro gli evasori e le banche rapaci. Qualcosa sta cambiando e non può essere fermato. Il nemico ha ora un nome.

    http://johnpilger.com/articles/behind-the-arab-revolt-is-a-word-we-dare-not-speak

  2. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    dubito che avrebbero la meglio su di un aitante pugliese alto 1.85, con spalle, torace e tutto il resto in debite proporzioni. Ed a ringraziare la distanza dovrebbero essere loro…
    Invece si possono godere la vista del SUO grugno, per il quale le Alpi Cozie potrebbero, forse, non bastare, chissa’…
    Invece la Padania e’ un figment della sua imagination.
    Non lo chieda ai suoi allievi, di certo non lo sanno…

    Peter

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Il Poppy:
    “Serve più capitalismo laissez faire”.

    Infatti!!
    Ma forse il chierichetto tutto patria, army e cacameukazz (come dicono a Napoli) intendeva capitolismo per arricchire pochi e affamare molti.
    Di esempi “virtuosi” negli ultimi tempi ne abbiamo visti parecchi.
    Erbaccia da estirpare.
    C.G.

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Komare.
    Questo è il Paese che noi tutti amiamo.
    Quando non è servo.
    C.G.

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Poppy.
    Sei tu che devi sforzarti per farti capire.
    Se usi sempre il “kojonese” il problema resta.
    Datti una mossa.
    C.G.

  6. Rodolfo
    Rodolfo says:

    In fabbrica in Italia chi va´avanti?
    Vanno avanti i raccomandati i ruffiani e i leccaculo.
    Non quelli che hanno delle vere capacita´, che sono intelligenti ma timidi e orgogliosi…gente che non sanno abbassare la testa e rimangono a meta´strada.
    Io ho lavorato in Italia all´ “Ale´magna” dove alla fine del turno di notte il piu´scemo aveva un panettone e 5 brioche sotto il giubbotto.
    Nella raffineria di Priolo (Montedison) 6 anni , dove non mi sono mai divertito tanto a lavorare, in fabbrica la notte cucinavamo cozze pepate alla Catanese con buon vino Siciliano….ecchi se ne fotteva delle pressioni, delle temperature , dei livelli e delle pompe che andavano in surriscaldamento.(era la prassi)….poi quando si andava “fuori servizio”
    ci voleva un giorno per rimettere le cose a posto, chi se ne fotteva se nel frattempo la fabbrica aveva perso milioni.
    Il lavoratore Italiano non ha il senso del dovere e non ama il suo lavoro e la sua fabbrica, forte della protezione dei sindacati che pensano solo ai cazzi loro e non a quelli della fabbrica.
    Cosi….i MIGLIORI se ne vanno all´estero e non e´ una sorpresa venire a conoscenza che la FIAT stenta a vendere un´auto mentre alla VW fanno i straordinari.
    L´antifona della “corsia di precedenza” voleva significare quello.
    Tempo fa´all´ufficio anagrafe di Siracusa mi accorsi che un impiegato sapeva a malapena scrivere il suo nome…sai i gomiti.
    Per dirla alla Bartali in Italia “gli e´ tutto sbagliato, tutto da rifare”..
    Poi sai…cc…uno come te ucciderebbe uno come me spingendolo verso il burrone…certo te ne vengono di idee…ma in una situazione del genere devi stare attento a non finire nel burrone tu e quello che ti sta accanto….gente piu´pazza di te ne esistono a bizzeffe.
    Un saluto. Rodolfo

  7. Popeye
    Popeye says:

    x gatto-gallo
    Repetitio est mater studiorum: non leggo o capisco il gattogallese!

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xVox
    “Eppure, è divenuto assolutamente chiaro che quello che sta avvenendo in Libia è un vero e proprio golpe militare manovrato dall’estero. L’ennesimo. E tutti ad applaudire, inclusi Annozero e Ballarò, senza un minimo di straccio di analisi dei fatti.”

    Quali prove hai? Metti le tue carte sul tavolo….vedo…so´che e´un Bluff.
    Rodolfo

  9. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    Caro mio, nessuno ti ha mai suggerito che quando sono arrivati gli ebrei (e a forza di bombe derubati beni e terre altrui) in quel lembo di terra c’era già qualcuno?
    Nò, èh?
    C.G.


    Ma conosci sempre la stessa litania?
    Tueeo quello e´oramai passe´, gia´spiegata da me, ma tu da quell´orecchio non ci senti, troppo fanatico…troppo chiuso.
    Oggi e´un´altra realta´, svegliati da quel sonno profondo….e da quel sogno. Rodolfo

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Perchè non domandarlo al popolo di Palestina se questa è una mera litania?
    Se i tempi sono cambiati?
    Scommetto che voleranno un paio di pedate nel sedere.
    Verso chi, non mi è difficile intravvedere.
    Altro che sogni…
    C.G.

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Urka!
    Il Poppy che mi delizia con il latino..
    eppure gli avevo solo consigliato di smetterla con il kojonese e fare la persona pressochè seria.
    Nessuno, tanto meno il Cerutti, gli chiede la luna.
    Figuriamoci..
    Basterebbe la smettesse di fare il clown.
    C.G.

  12. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Come vedete la signora (o signor ) Copypaste non discute, per lui (lei) esiste solo il frenetico e furioso riportare di link….i suoi naturalmente….quelli che gli convengono, discussione nisba.
    Che povero diavolo(a9
    Rodolfo

  13. Anita
    Anita says:

    x Rodolfo

    Ho smesso di leggere i copia-incolla, se voglio informazioni sballate vado in internet, ormai conosco abbastanza websites, alcuni sono fatti per uso e consumo secondo le lingue, quello che leggi in italiano e’ differente dalla versione inglese e immagino differente in altre lingue.

    Ultimamente quando ho tempo da perdere mi godo i vecchi sitcom in TV, almeno sono leggeri e mi fanno ridere.
    Sono nuovi per me….

    Anita

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Attentato all´aeroporto di Francoforte , uccisi due militari Americani, altri due feriti gravemente. Erano di ritorno dagli USA diretti alla base di Ramstein. Si tratta di un Kosovaro islamista.

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xAnita 218
    se e´per questo non li leggo nemmeno io, li scorro solo velocemente.
    Mica posso perdere il mio tempo prezioso dietro un fanatico(a)
    Un saluto . Rodolfo
    Ps.Google pare abbia avuto dei problemi e non so´se hai ricevuto la mia ultima E-Mail. Non mi hai risposto.

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “Navi US in Mediterraneo. Tre navi da guerra statunitensi dirette verso la Libia sono entrate nel Mediterraneo dopo aver attraversato il canale di Suez. Si tratta della Uss Kearsarge, che trasporta elicotteri, della Uss Ponce con a bordo munizioni e mezzi da sbarco e dell’unità da trasporto Andrid che ha a bordo blindati”.
    ——————————————————————————-
    Ah, perbakko! Se passano due navi iraniane ecco gli ipocriti di turnoululare alla luna. Apriti cielo!!
    Questi invece possono, come se fosse casa loro?

    Niente da ridire, Komare, oppure si tratta del solito media falso perdente-kommmmmmunista che in italiano dice una cosa mentre in giargian-kojonese ne racconta un’altra?
    C.G.

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Chissà dove lo ha letto che quel balordo sia un “kosovaro islamista”..?
    Ergo, da oggi se un israeliano massacra un palestinese dovremmo, secondo logica rudolfiana (e pure un pò sfigatamente razzistoide)
    capire se si tratti di un israeliano.. ebraista.
    Così, tanto per non cadere sul doppiopesismo tanto caro agli ipocriti di turno.
    C.G.

  18. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    rispetto la sua analisi, che aveva gia’ esposto altre volte.
    Tuttavia il punto che vorrei fosse vero, e che purtroppo non e’, e’ che la mafia venne reintrodotta in Sicilia da US. Perche’ cio’ presupporrebbe che il fascismo l’avesse estirpata, il che non e’ affatto vero, direi. Lei ha evidenza del contrario?
    Lo stato fascista non era certo basato sul rispetto della legalita’, e se la mafia come tale non prosperava sotto di esso era perche’ quella che lei chiama classe digerente non ne aveva bisogno. E’ esposto bene ne ‘la presa di Macalle’ di Camilleri. Del resto, i metodi terroristici del fascismo, inspirati al culto delle personalita’ dei leaders nazionali ed anche dei ras locali, avevano poca differenza coi metodi che propriamente si chiamano mafiosi, secondo me. Anche se mafia e fascismo erano cose diverse.
    Delle commistioni tra mafia americana, mafia siciliana e compagnie delle zie sono probabilmente avvenute nel Dopoguerra, ma a mio avviso la DC si servi’ indipendentemente della mafia in Sicilia, Calabria e Campania per mantenere il suo potere, belzebu’ docet…Era una collusione che la vecchia classe digerente fascista, poi DC, italica era perfettamente in grado di gestire da se’

    un saluto

    Peter

  19. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Loro possono…..possono, non solo…devono persino, ne va´della nostra sicurezza, ora anche gli Italiani sono piu´tranquilli…..tu no…
    ma sei il solo.

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Gli abitanti di Pantelleria per esempio gia´esultano e sperano naturalmente che la mossa Americana fermi il flusso dei fuggiaschi.
    Sara´cosi…..

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Sono pensieri miei naturalmente, non vado cercando link per trovare un parere. Rodolfo

  22. Anita
    Anita says:

    x C.G. -#221-

    Io non ho detta una sola parola.
    La vada a raccontare a qualcun altro.

    Anita

  23. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    Una risposta al tuo 222 e´superflua.
    Provo per te solo un po´di pena, informati BENE prima di scrivere stronzate.

  24. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xAnita
    Ma quello vive in un mondo tutto suo, in una botte fatta di antiamericanismo e ti fa dire anche quello che non scrivi.

  25. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Per uno che va a Sigonella esclusivamente per poter orinare vicino ad una caserma Americana e se ne vanta ,e´chiaro che gli manca qualche Venerdi´.

  26. controcorrente
    controcorrente says:

    Rodolfo caro, devo ammettere che è stata una Vera fortuna” per l’italico suol che tu te ne sia andato.
    Qui non ti rimpiange proprio nessuno e penso pure in Germania, quando sarà..tra duecento anni !
    Io non ho affatto detto che ti voglio gettare in una “scarpata”, ho solo detto che se nel caso da te minacciato di trovarti in una corsia di sorpasso a fare lo “sbruffone” come hai detto di saper fare a parole,intralciando il regolare accorrere di una Ambualnza (vita in gioco) non esiterei a farlo.
    Mio caro parà dei miei stivali, ricordati sempre che a decidere non è la forza o l’addestarmento, ma la determinazione.
    A meno di venire aggrediti alle spalle con i soliti metodi fascistoidi da parà!

    cc

  27. controcorrente
    controcorrente says:

    Rudy,vedo che ti stai rifacendo del tempo perduto…sicuro di non aver incasinato di nuoco con le mail….ecco perchè te ne sei andato dall’Italia, non sei capace di fare nulla e ti incasini da solo…non prendertela con gli italiani , qui nessuno ti voleva ..eri un grande pasticcione !!!
    Con te si rischiava la pellecome compagno di lavoro !

    cc

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    E’ stato sollevato conflitto di competenza davanti al presidente della Camera Fini per decidere l’attribuzione del processo Banana alla giustizia ordinaria piuttosto che al tribunale dei ministri.
    Indovinate cosa farà il fine Fini e soprattutto cosa farà l’opposizione del partito di Violante?….
    Siamo proprio finiti. U.

  29. controcorrente
    controcorrente says:

    Per fortuna dall ‘Italia non se vanno solo i migliori , ma anche i peggiori, diversamente saremmo già affogati da tempo !!

    cc

  30. sylvi
    sylvi says:

    Sarei dovuta andare a Trieste oggi; mia figlia mi ha detto di restare a casa.
    Da due giorni la bora soffia come non capitava da oltre mezzo secolo: 17o km orari le punte massime, 100 fissi.
    La città è in stato di emergenza; sul golfo il pontone Ursus alto 18 metri se ne andava a spasso dopo aver rotto gli ormeggi.
    Tre rimorchiatori l’hanno catturato…e ci voleva coraggio oggi ad uscire in mare!
    Il golfo di Trieste, ma ancor più quello del Quarnaro sotto bora forte è uno degli spettacoli più affascinanti che si possono ammirare: il mare impazzito, l’acqua che si alza, si sbriciola e si dissolve in nuvole di fumo salato che si accendono e si spengono in banchi di schiuma feroce, fra fischi, sussulti e sibili.
    Da guardare , ma ben ancorati alla terra!

    Sylvi

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    il fascismo non aveva certo sconfitto la mafia ma i mafiosi portati direttamente in Sicilia dall’intelligence useggetta, tra gli altri Vito Genovese, hanno incominciato a tessere la loro tela. E fino al 1946 l’autorità suprema in Italia rimaneva nelle mani dell’Useggetta. I sindaci mafiosi messi al potere dall’AMG sono stati decine e decine.
    Non tutta la DC era mafiosa, ma l’impossibilità di una normale dialettica politica interna al nostro paese ha reso indispensabile l’uso della mafia come organizzazione di controlo del territorio e con questo la fine della lotta alla mafia.
    Ringraziamo dunque l’Useggetta del bel regalo, approposito del portare libbbbertà e democrazzzzia…..
    Un saluto U.

  32. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Uroburo,
    su quello che farà Fini le avvisaglie si sono già sentite oggi,(Ponzio Pilato),su quello che farà il partito di Violante ..poco, è minoranza..
    Semmai il problema è ed era , ma chi cazzo lo ha imbarcato..tardino ormai..per piangere..!!

    cc

    Anche Lui è un regalo che è arrivato dalle Colonie dell?ex Impero, nato ad Addis-Abeba…!!

    Ahhh, visto che eccezionale Gheddafi,dopo che il B gli ha baciato le mani e non si sa se anche altro, adesso ci “oltraggia come piccola potenza ed insignificante”… l’unica che ha piegato la testa…come dire oltre che poveracci , pure coglioni…ben gli sta agli eredi di Graziani il feroce condottiero e ai coloni invitti !!

    Hai visto che il Bassi tratta con i meridionali, qui gatta ci cova,Il Federalismo è una bufala, mi sa che gli serve solo per creare le premesse legislative per la secessione futura. Come dice la Sylvi ..viva L’Italia

  33. Vox
    Vox says:

    CHAVEZ

    …”gli Stati Uniti stanno esagerando le cose per giustificare una invasione in Libia”, e… “sono impazziti per il petrolio libico”.

    Si riferisce naturalmente alla neanche tanto velata volontà, da parte dell’Occidente e in primo luogo degli Usa, di iniziare una ennesima “missione umanitaria” in Libia.

    Le dichiarazioni della Clinton dei giorni scorsi, volte a posizionare gli Stati Uniti al fianco dei ribelli, sono da considerarsi in tal senso, con una ulteriore precisazione, naturalmente, ben oltre l’ipocrisia di un governo, quello Usa, che praticamente in ogni dove nel mondo vi siano risorse da sfruttare e capi di governo da insediare al proprio soldo per perpetrare i propri affari non si tirano indietro per nessun motivo al mondo. Così come non badano a spese, e a coinvolgere l’Europa, per affrontare campagne militari dietro la falsa e bieca motivazione dell’impegno umanitario.

    Dell’umanità, bisogna pure che qualcuno lo dica, agli Stati Uniti non importa un fico secco. Anche perché altrimenti non si spiega il motivo per il quale la stessa Amministrazione non si tiri certo indietro, in merito a bombardamenti dall’alto sulla popolazione inerme, nel caso in cui gli interessi siano marcati a stelle e strisce.

    … Chavez, che se da una parte, sia chiaro, ci tiene a precisare che “non sostiene Gheddafi”, dall’altro lato rammenta che “quelli che hanno condannato immediatamente la Libia, erano stati muti di fronte ai bombardamenti israeliani causa di migliaia e migliaia di morti, compresi bambini, donne, intere famiglie; sono stati zitti di fronte ai bombardamenti e ai massacri in Iraq, in Afghanistan”.

    Ad ogni modo, sulla Libia si stanno preparando a fare carne di porco. Le navi statunitensi stanno riposizionandosi sui mari e iniziano a incrociare a distanza utile per un intervento imminente.

    Il punto insomma dovrebbe essere ormai chiaro: Tripoli è assediata ma non solo dai ribelli, e se da una parte è certa la fine politica di Gheddafi, è parimenti certo il fatto che, sebbene ancora timidamente, ovvero senza scoprirsi troppo, tutti i paesi del mondo, in pratica, stiano girando come avvoltoi per piantare la propria bandierina, e i propri pozzi, direttamente o mediante un nuovo governo fantoccio, sulla Libia.

    come sempre, i motivi per i quali si paventano interventi da parte dell’Occidente sono ovviamente del tutto avulsi da motivazioni umanitarie, ma rappresentano interessi di due tipologie ben precise: materie prime e basi geopolitiche.

    Ovvero petrolio e controllo di luoghi strategici in una delle parti più importanti, a tal fine, del mondo.

    Intanto, di passaggio, per capire la più alta posta in gioco nello scacchiere mediorientale, registriamo, e comunichiamo, che la Borsa dell’Arabia Saudita, in soli quattro giorni, ha perso il 16%.

    Che ne dite, ci sarà un intervento o lasceranno Egitto e Libia a fare la propria storia da sé come è giusto che sia?

    http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2011/3/2/la-chiarezza-di-chavez-sullipocrisia-usa-in-merito-alla-libi.html

  34. controcorrente
    controcorrente says:

    ec al 231-
    Corsia di emergenza, non di sorpasso , ma si capiva lo stesso..!!

  35. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    E questi sono i bei regali italiani arrivati negli US:

    ….nel 1937, Genovese è costretto a darsi alla latitanza perché accusato dalla procura distrettuale di New York di essere il mandante dell’omicidio di Ferdinand Boccia, un soldato e suo ex socio nella Famiglia. Genovese lascia gli Stati Uniti e si rifugia in Italia.

    L’esilio in Italia
    Genovese, da tipico opportunista, diventa subito sostenitore di Benito Mussolini e degli altri gerarchi fascisti. Nel 1943, con lo sbarco degli alleati in Sicilia, Genovese diventa l’interprete ufficiale del colonnello Charles Poletti.

    Genovese prospera con i suoi affari nel mercato nero e nel contrabbando grazie agli ufficiali americani corrotti, tra cui lo stesso colonnello Poletti, legato alla mafia.
    Ma nel 1945 la polizia militare scopre i suoi loschi affari e lo arresta.
    L’agente Orange Dickley, ufficiale della polizia militare, scopre che Genovese in realtà è ricercato per omicidio e lo fa rimpatriare negli Stati Uniti per sottoporlo a processo.

    Continua…..

    http://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Genovese

    Anita

  36. Vox
    Vox says:

    OCCUPARE LE BANCHE…

    … potrebbe cominciare a sembrare una soluzione.

    Scrive Franco Berardi Bifo:

    Il Knowledge liberation front, riunito a Paris Saint denis il 12 Febbraio ha indetto una giornata di teach in nelle banche delle grandi città europee per il 25 marzo. A Londra lo stanno già facendo da alcune settimane: si entra in una banca e la si occupa per fare lezione, per leggere poesie, per parlare di biologia molecolare per stendere i panni, per dormire.

    Occupare le banche deve diventare una pratica comune. E’ pericoloso? Sì è pericoloso, ma è più pericoloso ancora aspettare che qualcuno risolva il problema. La guerra che il capitalismo finanziario ha dichiarato contro la società è giunta alla stretta finale.
    http://www.looponline.info/index.php/editoriali/485-a-scuola-di-rivolta

    Forse, tra un po’, il Cairo lo avremo dalle nostre parti.

  37. Peter
    Peter says:

    la Repubblica dice bora a Trieste a 170 kmh, 90 feriti. beata la Sylvi che si diverte, tra una lezione e l’altra…

    Dice anche che la Camera ha approvato il federalismo dei comuni. Che diavolo e’, a proposito?
    Ed anche Berlusconi col fazzoletto verde. Lo diceva quello che, oltre a tutto il resto, e’ pure leghista della min…sk

    Peter

  38. Popeye
    Popeye says:

    Vito Genovese emigra in America con la sua famiglia nel 1913 e con i suoi familiari si stabilisce a Little Italy (New York), dove già abitano alcuni suoi parenti. Nel 1915 subisce il primo arresto per possesso illegale di arma da fuoco e verrà condannato ad un anno di reclusione. Uscito di prigione conosce un giovane coetaneo, Lucky Luciano. I due diventeranno inseparabili e la loro amicizia durerà per quasi quarant’anni.

    All’inizio degli anni venti, Luciano lo introduce nella Famiglia mafiosa guidata da Joe Masseria. Sotto la sua guida, Genovese si occupa di estorsioni e contrabbando di alcolici e, grazie al suo carattere sadico e violento, diventa uno dei più spietati e sanguinari killer della Famiglia.

    Nel 1930, con lo scoppio della guerra castellammarese, compie decine di omicidi, tra cui quello del boss Gaetano Reina. Nel 1931 Lucky Luciano, assieme agli altri boss, organizza l’omicidio di Joe Masseria e Salvatore Maranzano, i due mafiosi più potenti dell’epoca, mettendo cosi fine alla guerra. Genovese fu uno dei killer di Joe Masseria assieme a Joe Adonis ed Albert Anastasia.

    Lucky Luciano, nuovo boss della Famiglia, nomina Genovese suo vice: cosi, a soli 34 anni, Vito diventa uno dei più potenti mafiosi di New York. Quando nel 1936 Luciano viene arrestato e condannato a 30 anni di carcere, pur continuando a comandare dalla prigione, affida la reggenza della Famiglia al vicecapo Vito Genovese. Appena un anno dopo, nel 1937, Genovese è costretto a darsi alla latitanza perché accusato dalla procura distrettuale di New York di essere il mandante dell’omicidio di Ferdinand Boccia, un soldato e suo ex socio nella Famiglia. Genovese lascia gli Stati Uniti e si rifugia in Italia.,/b>

    Genovese, da tipico opportunista, diventa subito sostenitore di Benito Mussolini e degli altri gerarchi fascisti. Nel 1943, con lo sbarco degli alleati in Sicilia, Genovese diventa l’interprete ufficiale del colonnello Charles Poletti.

    Genovese prospera con i suoi affari nel mercato nero e nel contrabbando grazie agli ufficiali americani corrotti, tra cui lo stesso colonnello Poletti, legato alla mafia. Ma nel 1945 la polizia militare scopre i suoi loschi affari e lo arresta. L’agente Orange Dickley, ufficiale della polizia militare, scopre che Genovese in realtà è ricercato per omicidio e lo fa rimpatriare negli Stati Uniti per sottoporlo a processo.

    Durante lo svolgimento del processo, i testimoni chiave incominciano a morire in modi misteriosi (naturalmente assassinati dagli uomini di Genovese). Le morti, grazie alle autorità di polizia corrotte, vengono archiviati come suicidi e così Genovese viene assolto da tutte le accuse.

    Sempre nel 1946 Lucky Luciano era stato espulso dagli Stati Uniti e quindi Frank Costello era diventato il boss ufficiale della Famiglia Luciano. Costello declassò Genovese da potenziale erede al trono della Famiglia e inoltre, negli anni di assenza di Genovese, Costello aveva diminuito di molto il potere ai suoi uomini di fiducia. Genovese, che aspirava al ruolo di boss, cominciò a nutrire rancore verso il suo vecchio amico, progettandone l’eliminazione.
    ———————————
    Beati i gatti ignoranti perché saranno sempre con noi!

  39. Popeye
    Popeye says:

    “grazie agli ufficiali americani corrotti, tra cui lo stesso colonnello Poletti, legato alla mafia.”

    Voglio notare che la Wiki italiana non da nessuna fonte per questo. Quella inglese da le fonte ma sono solo “hearsay” (diceria)
    su Poletti. Lui in una intervista alla BBC TV nel 1993 nego’ tutto.
    http://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Poletti#cite_note-38

  40. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x rudolfo
    a)Io non vado ESPRESSAMENTE a fare pipì davanti l’entrata della base usaescippa di Sigonella. Quando ci passo, almeno una volta l’anno, mi scappa. Un must. Un dovere, in italiano.

    b) le mie sono considerazioni soggettive ed emozionali, non ho mai preteso che un ottuso supporter della barbarie le possa condividere.

    C.G.

« Commenti più vecchiCommenti più recenti »

I commenti sono chiusi.