La maggioranza del parlamento sostiene dunque, con regolare votazione, che Berlusconi è un imbecille. Solo un imbecille crede infatti senza esitazione alle sparate di una poveraccia come Ruby capitata “a cena”. Egitto e non solo: da Napoleone a Mubarak, due secoli di fallimenti e delitti dell’Europa e dell’intero Occidente. Con l’incubo che vadano al governo non solo i Fratelli Musulmani, ma anche el Baradei, l’ex ispettore capo dell’Onu fatto fuori dalla Casa Bianca che nel 2003 ha voluto a tutti i costi l’invasione dell’Iraq
L’idea che in Egitto possano diventare personaggi di governo non solo i Fratelli Musulmani, ma anche el Baradei, vale a dire l’ex capo degli ispettori dell’Onu che sa benissimo con quali balle nel 2003 la Casa Bianca e i suoi alleati hanno voluto a tutti i costi invadere l’Iraq, toglie il sonno a molti con la coscienza non proprio immacolata. “Achtung Egitto!”: Netanyahu chiama, Henry Bernard Levy e Berlusconi rispondono, pronti a cianciare con l’usuale razzismo di masse islamiche come orde assetate di sangue occidentale e desiderose di abbracciare quanto prima un nuovo nazismo… Il centesimo nazismo arabo, paventato ad arte da decenni nel Vicino e nel Medio Oriente dai nostri allucinati ma non disinteressati profeti, spesso bugiardi patentati. Mubarak è un “uomo saggio” dichiara a petto in fuori e tacchi alti Berlusconi, il quale evita anche lui di nominare el Baradei e ci tiene invece a precisare che segue la crisi egiziana non tanto facendo il bunga bunga con la “nipote di Mubarak” quanto invece stando “in contatto con i dirigenti israeliani dei quali sono amico da 30 anni”, nel caso ci fosse chi non ha ancora capito chi comanda nel giro berluscone e in quello della Farnesina in mano al minestrello degli Esteri Franco Frattini. Per non dire del giro della vicepresidente della Commissione Esteri del senato, quella Fiamma Nirenstein che oltre a vivere in una colonia israeliana è nota nella comunità ebraica nostrana come ex comunista che spinge all’odio verso tutto ciò che è di sinistra. Ma andiamo per ordine.
Il lato comico è che ad aizzare contro il “pericolo islamico”, sia che si tratti dell’Iran “che vuole l’atomica per distruggere Israele” (!) sia che si tratti dell’Egitto che vuole solo togliersi di dosso la camicia di forza Mubarak, in particolare è quello stesso Bernard Levy che, oltre a raccontar panzane sul caso Sakineh, è stato uno degli animatori della campagna a favore di Cesare Battisti. A favore, vale a dire, di quello che, stando alle sentenze, è un pluriassassino, rifugiato prima in Francia e poi in Brasile, il cui governo ha deciso di non estradarlo in Italia alla faccia non solo del Chiavaliere. Che strana situazione: tutti a dare addosso a Battisti evitando di notare che il suo lord protettore è il “nuovo filosofo” francese Henry Bernard Levy. Il quale, poiché fa il tifo per lo “scontro di civiltà” e loda qualunque cosa di Israele, tiene banco in Italia anche allagando di “penzose” articolesse il Corriere della Sera senza che nessuno lo prenda a pernacchie. E dire che già nel ’79 il “nuovo filosofo” parigino, noto fighetto che nel ’77 si era molto illustrato nella famosa “tre giorni” dell’Autonomia Operaia all’Università di Bologna, disegnava per autorevoli riviste di politica estera soprattutto inglesi una serie di nuovi confini non solo per il Medio Oriente, ma anche per l’intera Asia centrale! Insomma, in quanto ad allucinazioni pro talebani monsieur Levy è stato un pioniere. Idem in fatto di protezione per gente come Battisti, della quale si deve esere innamorato nella disastrosa, stado ai risultati successivi, tre giorni di Bologna. Strano strabismo, quello non solo berluscone, nevvero? Sbraitare contro i protettori di Battisti e far finta di non sapere che il suo principale protettore è quello stesso Bernard Levy al quale diamo retta quando straparla di Iran e mondo musulmano in generale. Strano caso di schizofrenia…
Ancora l’Egitto, dunque. Alfa e omega del nostro colonialismo nei Paesi islamici. Quel colonialismo che prese il posto dello schiavismo, da noi non più praticabile in Medio Oriente a causa del dilagare dell’Islam, e che rappresenta un’altra pagina orribile dell’Europa e dell’Occidente. Allora non si trattava di “esportare la democrazia” a cannonate, ma più semplicemente – sul modello dell’invasione europea delle Americhe – di impadronirsi di terre altrui e disporre della manodopera semischiavile dei popoli colonizzati. Il 2 luglio 1798 Napoleone entrò con una armata vittoriosa ad Alessandria d’Egitto, ed era la prima volta che dopo le crociate un esercito europeo invadeva terre islamiche. Dopo quella di Napoleone, sono seguite le invasioni francesi e inglesi del XIX secolo, le cui conseguenze si fanno sentire ancora oggi, e infine quella degli Usa in Iraq del 2003. Sono gli Usa che hanno preso il testimone del colonialismo europeo, con il fido alleato Israele che gli fa da cane da guardia nella regione e che mantiene alta la tensione rifiutando qualunque piano di pace in modo che ci sia sempre una qualche scusa per poter intervenire se del caso anche militarmente. Lo studioso John Mearsheimer ha detto chiaro e tondo che “quando si tratta di Medio Oriente l’Occidente usa parole idealistiche e azioni brutali”. Una delle quali è stata, per esempio, il colpo di Stato angloamericano in Iran per destituire Mossadeq, regolarmente eletto, uccidere la democrazia iraniana, tenere in sella lo scià burattino e criminale Reza Pahlewi, massacrare i comunisti e impedire che il petrolio iraniano sfuggisse al vergognoso sfruttamento anglo Usa e fosse più saggiamente utilizzato con l’aiuto dell’italiana Eni. Il golpe contro l’Iran fu anche un golpe contro l’economia e l’autonomia italiana, non lo dimentichiamo, visto che Enrico Mattei stava portando l’italiana Eni ad aiutare l’Iran in campo petrolifero. Un’altra azione brutale fu iniziare all’improvviso a trattare l’Iran come uno “Stato canaglia”, idea venuta a George Bush per spingere la destra islamista a vincere le elezioni troncando il vasto programma di riforme iniziato da Kathami e avere in tal modo la scusa buona per iniziare a strangolare economicamente l’Iran onde impedire facesse ombra a Israele. Altra azione brutale, condita con le solite belle parole, la lunga guerra, con qualche milione di morti, fatta contro l’Iran tramite l’Iraq di Saddam.
Quando in Algeria si profilò la vittoria elettorale dei musulmani, democraticamente ottenuta, i militari algerini, educati in Francia e più in generale nelle accademie militari occidentali, rubarono il risultato con il solito golpe. Golpe da noi benedetto perché per noi l’islam è come il nazismo. Anzi, da Nasser in poi, passando per i capi della Siria, Iran, Iraq, ecc., sono decine i “nuovi Hitler”, cioè a dire i capi di Stato o di governo demonizzati dagli Usa e da Israele solo per aizzare l’opinione pubblica occidentale contro qualunque cambiamento arabo che non fosse leccare il sedere agli inquilini della Casa Bianca o ai vari Sharon, Netanyahu, ecc. Ricordo una puntata di un programma televisivo di Gad Lerner in cui, rivolgendosi ad alcuni ospiti arabi islamici, il giornalista – pochi giorni fa preso pesantemente in giro su La7 perfino da Paolo Mieli per la sua “trasparenza” ed per il suo “eroismo” – lodò il golpe algerino affermando in sostanza che “anche Hitler in Germania aveva vinto le elezioni” e che quindi bene avevano fatto i bravi militari algerini a evitare un nuovo nazismo in salsa arabo islamica. Gli ospiti in questione, offesi in tale malo modo, protestarono che mai più avrebbero messo piede in un programma così condotto. In effetti faceva una strana impressione vedere Lerner presentare l’intero popolo algerino, qualche decina di milioni di persone, reduce da una dura guerra di Libarazione contro il colonialismo francese, come un’orda di barbari pronti a indossare la svastica…
Ci sono poi le due guerre contro l’Iraq. La prima con il trabocchetto del disco verde Usa per l’invasione del Kuwait, utile a Bush padre per giustificare la mattanza contro l’Iraq con la scusa di “difendere il Kuwait”, che nonostante le chiacchiere è rimasto proprietà privata di un parassita fermo al Medioevo. La seconda guerra, tuttora in corso, è quella voluta e ottenuta dal mascalzone Bush figlio con la balla delle “armi di distruzione di massa”, che peraltro nell’intero Vicino e Medio Oriente sono in possesso solo ed esclusivamente di Israele.
Basta già questo per capire perché lo studioso Mehran Kamrava, autore del libro “The modern Middle East”, parli di “abisso in cui è sprofondato l’Occidente per conquistare il Medio Oriente”.
Ma restiamo all’Egitto. Il 29 ottobre 1956 Israele lo invase per dare man forte, colonialista, alla Francia e all’Inghilterra che volevano a loro volta invaderlo per contringere l’Egitto del “nuovo Hitler” (!) Nasser a rimangiarsi la nazionalizzazione del canale di Suez, aperto dall’Europa per far passare le proprie navi dirette in Oriente senza dover circumnavigare l’intera Africa e guadagnare così un sacco di quattrini, dei quali l’Egitto vedeva a malapena qualche briciola. Solo la fermezza degli Usa di quell’epoca costrinse gli inglesi e i francesi a restarsene a casa e gli israeliani a porre fine alla demenziale invasione. Ma Israele – ormai avviata verso il militarismo disastroso che la domina tuttora – non seppe resistere alla tentazione di attaccare di nuovo l’Egitto nel ’67 colpendo in simultanea la Siria. Oggi è dimostrato in modo inconfutabile che non si trattò neppure da lontano di un attacco “preventivo” per difendersi da un ipotetico imminente attacco dei “nuovi Hitler” (!) siroegiziani, ma di una operazione militare lungamente studiata e pianificata. Con quell’operazione Israele convinse la Casa Bianca a cambiare rotta: anziché tenerne a bada le pulsioni antiarabe e i furti di terre palestinesi, gli Usa fecero di Israele il proprio cane da guardia nella regione. Un alleato di ferro che non solo si comporta da 51esimo Stato Usa in Medio Oriente, ma, come hanno dimostrato una marea di documenti segreti rivelati di recente, i cosiddetti “Palestinian papers” divulgati da Al Jazeera, si permette di fare quel cavolo che gli pare contro i palestinesi sapendo bene che agli Usa, e all’ipocritissima Europa, non resta che abbozzare.
Stando così le cose, anche se è solo un caso ha un enorme valore simbolico il fatto che proprio al Cairo, dove Obama promise “una nuova era” basata su “rapporti nuovi col mondo musulmano”, è iniziata la fine non solo di Mubarak, ma forse anche dello stesso Obama. Il quale paga così il prezzo di essere incapace pure lui di non farsi tenere al guinzaglio da Israele e dalla lobby filoisraeliana senza la quale negli Usa è difficile essere eletti presidente.
Proprio i “Palestinian papers” permettono di capire anche la strategia Usa in Egitto, che è poi la strategia usata dalla Casa Bianca in tutto il mondo arabo e nel resto del pianeta: corrompere, corrompere, corrompere. Corrompere i Mubarak così come si corrompono gli Abu Mazen. E trattare le minoranze e i non alleati come spazzatura, da “trasferire” magari in Amazonia come progettato incredibilmente, in puro stile nazista, per i palestinesi. Corrompere i governi per potersi garantire il tranquillo continuare a succhiare senza problemi il petrolio ovunque esso si trovi. Il nostro scorazzare in auto, il nostro stare al calduccio d’inverno e consumare un sacco di corrente elettrica per rimbecillirci davanti alla tv e illuminare a giorno le città anche di notte, il formidabile uso di aria condizionata dello zio Sam, che ha contagiato ormai anche l’Europa, tutto si basa sul petrolio ottenuto ora con qualche guerra e ora con qualche colpo di Stato, ma ottenuto sempre e comunque corrompendo governi e interi sistemi politici. La corruzione in Egitto è arrivata al punto che la gente non la regge più, non ne può più di ladri patentati come Mubarak&C, al potere da una trentina d’anni solo perché fa comodo a Usa e Israele avendo ormai svenduto i palestinesi e anzi collaborando attivamente per strangolare Gaza. Anche in Tunisia la gente ha detto di colpo basta al marciume, benedetto anche quello dall’Europa e dagli Usa pur di non avere seccature. Riguardo la Libia, sappiamo bene quali sono i rapporti di Gheddafi con il nostro vergognoso Berlusconi, il suo alleato e socio di bunga bunga, e con il suo sistema di potere. L’Arabia Saudita ha un regime semplicemente orripilante, con le donne trattate come cittadini si serie C, non possono per esempio guidare l’auto – sicuramente non da una città all’altra – né andare in bicicletta! In Arabia Saudita le sentenze di morte vengono eseguite anche con la lapidazione e la decapitazione in piazza, con buona pace e silenzio complice dei vari Bernard Levy e inquilini della Casa Bianca. Regime orripilante, quello saudita, che però ci fa comodo tenercelo buono, non a caso furono gli inglesi a mettere sul trono d’Arabia il peggio del peggio dell’integralismo islamico, vale a dire i wahbiti della dinastia saudita. La democrazia a cannonate lì non la esportiamo… Lasciamo le donne saudite (e kuwaitiane…) in balia di un regime oscurantista medioevale, oltre che profondamente corrotto, né più e né meno come lasciamo i palestinesi nelle sgrinfie dei vari Avigdor Lieberman oggi e dei vari Sharon e Baruch Goldstein ieri.
Riassumendo: da Napoleone a Mubarak, due secoli di continuo intervento militare dell’Europa e dell’Occidente in Medio Oriente. Due secoli di fallimenti sempre più gravi, obbrobbriosi, e di nostro abisso morale sempre più profondo. Che strano. L’Europa che ha prodotto le cose più mostruose della Storia del genere umano, come il nazismo e i campi di sterminio, si accanisce ancora a impancarsi maestra di morale e civiltà per il resto del mondo, stabilendo cosa sia giusto e cosa non sia giusto per i vari popoli, compresi soprattutto queli che abbiamo già tenuto sotto il nostro tallone. Non so cosa succederà in Egitto. Né nel resto del mondo arabo. So però per certo che abbiamo responsabilità enormi, non foss’altro perché siamo stati noi a rompere i coglioni a casa loro per oltre 200 anni, tralasciando la precedente vergogna delle crociate, e non loro a casa nostra. Non solo abbiamo responsabilità enormi, ma abbiamo anche una informazione serva, ignorante e succube dei nostri pregiudizi. Per non parlare dei politici, ridotti a guano berluscone.
Ma a proposito di guano berluscone, ecco una buona notizia anche se è in apparenza pessima. La grande maggioranza del nostro parlamento ha votato chiaro e tondo che il Chiavaliere è un povero imbecille e/o che la stessa grande maggioranza è composta di goliardi imbecilli. Il parlamento ha infatti respinto le richieste della magistratura milanese riguardo Berlusconi adottando la versione ufficiale secondo la quale lui era davvero convinto che la bonazza Ruby fosse davvero nipote di Mubarak. Ammesso e non concesso che sia vera la versione rifilata ai gonzi da Berlusconi e dai suoi strani avvocati, pagati dallo Stato come parlamentari, ammesso e non concesso cioè che sia stata Ruby a presentarsi come “nipote di Mubarak” e non il Chiavaliere a spacciarla come tale, resta un fatto certo: solo un imbecille minus habens può credere alle sparate di una poveraccia raccattata per strada da un Emilo Fede. E solo un capo di governo col cervello ormai in pappa può evitare di chiedere al suo ministro degli Esteri di fare una veloce e prudente, oltre che doverosa, verifica presso l’ambasciata egiziana a Roma o presso l’ambasciata italiana al Cairo. La maggioranza del parlamento ha perciò sentenziato, con tanto di regolare votazione, che Berlusconi è un povero scemo. Uno al quale ti puoi presentare dicendo “piacere, sono Napoleone” e lui ci crede pure! E se invece, come è probabile, la maggioranza ha votato sapendo bene di avvalorare una balla, allora la stessa maggioranza ha sentenziato di essere composta da cialtroni della peggior specie. Il che significa anche che un primo ministro il cui potere si regge su una simile maggioranza è, se possibile, qualcosa di peggio di uno scemo. Deve essere per questo che l’Italia grazie alle mutande della “nipote” è stata pioniera: ha infatti anticipato il destino che ha portato il resto del mondo a chiedersi chi sia mai “zio” Mubarak e cosa farne. Berlusconi potrebbe risolvere alla grande, da par suo, il problema invitandolo a una lunga tournee di bunga bunga “in famiglia” ad Arcore, palazzo Grazioli, Costa Smeralda e via porcheggiando. Il mondo gliene sarebbe grato e lui passerebbe alla Storia. Delle mutande, ovviamente.
Come direbbe Mike, “Allegria!”.
nella rossa Emilia, dei miei conoscenti conobbero dei vecchi ex-partigiani negli anni 70-80, erano ancora viventi. Persone di scarsa istruzione e cultura, si vantavano di avere ucciso tedeschi, a volte in modo feroce ed a sangue freddo, diciamo cosi´. In effetti, non si vantavano di aver fatto fuori dei fascisti, in quanto italiani.
Per cui ho avuto spesso l´impressione che la guerra partigiana fosse vista come una guerra di liberazione nazionale prima che una guerra antifascista, e faccio fatica a capire bene Sylvi. Lei obiettera´che sono troppo giovane, non conosco le sue parti, etc. Pero´mi ricorda il furore di una mia vecchia zia (ora avrebbe 100 anni, ma non e´quella del Veneto nel 43, che vive ancora!) quando si accennava appena criticamente ai fascisti, il duce e la repubblica di Salo´. Erano argomenti che facevano scattare una molla, e lei si metteva a gridare come una pazza. Una reazione che ho visto in altre donne anziane nostalgiche (Sylvi non e´molto anziana, e forse neanche nostalgica, ma sembra avere gli stessi istinti e reazioni su quel periodo e quei fatti).
La pulizia etnica peggiore della storia d´Europa? nella Seconda GM e dopo?
Forse, ma non sono sicuro. Come dicevo, la Russia e´Europa, e milioni di russi finirono nei Gulags sotto Stalin, e morirono. Come la mettiamo?
E poi, bisogna mettere le cose in proporzione numerica secondo i tempi.
Come la mettiamo con le guerre di religione dei secoli passati?
Leggevo che un vescovo francese che combatteva gli albigesi istrui´i soldati cosi´: uccidete tutti (compresi i cattolici), poi Dio riconoscera´i suoi…
Peter
Cara Sylvi,
tutti sanno che non apprezzo certi termini, specie se rivolti verso una donna, e francamente non mi piace si dia dello “stronzetto” neppure a Popeye, anche se lui usa termini fastidiosi specie con AZ e Uroburo.
Ciò detto, ciò che io penso o non penso di un forumista riguarda solo me, non è cosa che io possa rendere pubblica. Delle sue posizioni condivido ben poco, ma lei ha diritto a stare nel forum, dire la sua e senza essere insultata. Oltre che senza insultare. Peraltro, non ritengo ormai insulti certe espressioni usate anche nei suoi confronti, mi pare facciano ormai parte di un lessico per così dire familiare, amicale. Forse mi ulludo, ma in questo forum nessuno odia nessuno, dei due specialisti in tali sentimenti ce ne siamo per fortuna liberati.
Mi spiego meglio. Se lei o Popeye veniste alle nostre non frequenti e non numerose tavolate, sareste i benvenuti. Magari a tavola si litigherebbe, ma nessuno si sognerebbe di impedirvi di mangiare con noi o di alzarsi e andarsene sdegnato. Cosa che invece accadrebbe di sicuro con un fascista.
Viviamo in un’epoca confusa. Finché posso, privilegio la comunicazione. Anche – ovviamente – con chi non la pensa affatto come me. In un’era nella quale tutto si sfarina e degrada, sperando che prenda forma il Nuovo e che questo sia decente e migliore dell’Attuale anziché fonte di nuobe tragedie e sopraffazioni, la comunicazione tra diversi e antagonisti è talmente preziosa che merita anche si passi sopra a qualche eventuale insulto. Fermo restando il fatto che qui nessuno le nega il diritto a esserci, neppure quelli che ogni tanto la accusano di “straparlare”.
Un saluto.
pino
x Sylvi
Mi scusim ma credo non si scriva “moh”, bensì “mo'”. Mi pare sia tratti infatti di una contrazione di “modo”. Un meridionalismo del quale ora non ricordo l’origine, mi pare ne parli il Tagliavini. Che è di sicuro nella mia biblioteca, ma chissà dove.
Un abbraccio.
pino
Se c’e’ uno in questo blog che si comporta come un fascista e proprio lui il psichiatra impazzito. Come ho detto sempre, non c’e’ una grande differenza tra fascisti e komunisti. Sono due facce della stessa moneta, falsa.
Nel mio paese in Italia c’e’ sempre stato un monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Mentre per i caduti e scomparsi della seconda guerra mondiale non se ne parlava. Erano come se non avevano mai esistiti ecetto per il lutto che le mamme e moglie portavano per sempre. Solo recentemente hanno aggiunto al monumento i caduti della seconda guerra mondiale, soldati e civili, senza distinzione politica eccetto che facevano parte della razza umana.
Forse era questo silenzio che doleva piu’ di qualunque altro insulto che si poteva dare.
x Shalom -#144-
La circoncisione.
I miei figli e i nipoti sono circoncisi e non siamo Ebrei.
E’ una scelta, non un obbligo.
Una scelta per le ovvie ragioni.
Anita
Caro Uroburo,
ho solo cercato di dire a CC che forse sarebbe stato opportuno di non metterla sul piano di “hai rotto gli zebedei” quando ci si rivolge a qualcuno che, a torto o a ragione, ricorda i propri morti e non li vorrebbe più vederle come vittime di Serie B, tanto per usare un eufemismo che non mi piace affatto.
Come se piangere una persona cara sia, in questo caso, un torto.
Mi sono limitato a considerare più le ragioni (e non i torti,) che ci saranno pure stati – chi lo mette in dubbio? – ma il mio modesto pensiero andava a chi, vessato e espropriato delle loro case, sradicato dalle prorie radici, dimenticato da chi NON doveva dimenticare, non gli è bastata la classica pacca sulla spalla di commiserazione.
Io sono nato nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, tante tragedie non le ho vissute nè percepite per evidenti ragioni ma ricordo mio padre, grande preveggente di Realpolitik che a me adolescente, parlava di quelle zone, Istria, Fiume, Zara eccetera, anche perchè da quelle ci divideva solo una sottile striscia di mare chiamata Adriatico.
Non aveva una grande considerazione di Tito, nonostante fosse socialista fino al midollo (conobbe di persona Giacomo Matteotti) e combattè da partigiano sui Monti Sibillini, però dava atto al dittatore slavo la capacità di tenere coese le diverse etnie di quelle zone già allora caldissime.
Ripeteva spesso che fino a quando Tito fosse vissuto l’allora Jugoslavia sarebbe rimasta una nazione, mentre alla sua morte
si sarebbero scatenate, a vicenda, le pulizie etniche, le vendette sopite e le mattanze, come del resto la guerra nei balcani, le conseguenze che ne sono derivate e che tutti conosciamo.
In ogni caso, non l’ho MAI sentito parlare con tono dispregiativo
nei confronti di soldati italiani che pur aveva combattuto, mentre invece era durissimo verso le gerarchie fasciste.
Finita la guerra, sempre per sentito dire, dalle mie parti ci fu una buona pacificazione, la cittadina era intatta e i fascisti erano gente del luogo, quindi persone conosciute che non dovevano rispondere di crimini efferrati. Già dalla prima metà degli anni 50 l’amministrazione era socialcomunista e con sindaco comunista.
Penso sia stato merito di tutti che non sia finita a forconi o a pallettoni. Mentre invece più a nord non fu così.
Questo so, caro U.
Contraccambio i saluti
C.G.
caro Pino, 153
ha ragione! Mai sconfinare (“scantinare” si dice da noi, naturalmente!) nei dialetti altrui.
Era meglio se mi limitavo al domestico “cumò”.
Vado a dar la cena al marito!
Saluti Sylvi
a me pare che mo´sia la contrazione del latino mox, ora, adesso.
Ma ormai sono vox clamantis in deserto…
Peter
ps
da non confondersi con la-il blogger Vox, s´il vous plait…
Per lei il deserto e´anche troppo popolato…
A dire il vero, 23 milioni di russi morirono durante la II guerra mondiale, uccisi dai tedeschi. Altro che gulag.
x Popeye
sui monumenti ai caduti ci sarebbe da discutere e paragonare.
Se ci fai caso, non ci sono mai monumenti ai caduti di guerre perdute. Questa e´secondo me la ragione per cui non ci sono monumenti ai caduti per la Seconda GM in Italia, mentre invece ci sono in GB. In Italia hanno poi trovato la scappatoia dei monumenti ai ´caduti di tutte le guerre´.
Non mi ricordo di avere visto monumenti ai caduti in guerra in Germania, forse perche´ le ha perse tutte nel ´900.
In Francia, a Parigi, non mi pare di aver visto monumenti elogiativi ai caduti della Seconda GM. Invece abbondanza ai caduti delle guerre napoleoniche, e Prima GM, o no? Sul 1870, guerra persa contro i prussiani, nisba…
In sostanza, chi perde ha sempre torto, chi vince ha sempre ragione, come a carte, scacchi e calcio…chi si ricorda le partite perse?
Un´eccezione cé´per le guerre dove i perdenti possono protestare…
I neri in UK si opposero anni fa ad un monumento ai caduti dei fucilieri del Lancashire, i quali sconfissero gli zulu in Africa e si presero il 90% del loro territorio…I militari inglesi non la presero bene, ma le minoranze hanno i loro diritti
Peter
Popeye { 08.02.11 alle 19:45 } Come ho detto sempre, non c’e’ una grande differenza tra fascisti e komunisti. Nel mio paese in Italia c’e’ sempre stato un monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Mentre per i caduti e scomparsi della seconda guerra mondiale non se ne parlava.
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Il pregevole signor Popeye è una macchietta, come per altro anche la pregevole signora Silvy. Li si usa come termine di riferimento.
Ad esempio uno dice piezzemmiexxa ed immediatamente pensa al Losco Bananiero; uno dice squilibrato ed immediatamente pensa a certi personaggi di cotesto blog; uno dice ‘mbecille e subito pensa a certi altri (sempre personaggi di cotesto blog).
In tuttì’Ittaglia NON ci sono monumenti ai caduti della II GM. Sono stati i kommunisti ad imporlo? Anche nelle zone in cui di kommunisti non ce n’erano? Ooouuuhhhyyyaeaaaahhhhh!!!!
E perchè invece in tutt’Ittaglia ci sono monumenti ai caduti della I GM? Certi imbecilli lo sanno? Se lo sanno perchè caxxo non lo spiegano? E se invece non lo sanno che caxxo parlano a fare?
Il bello della democrazia è che parlano tutti. Anche quelli che aprono la bocca solo per dire cazzate. U.
PS. Naturalmente non è dato sapere cosa c’entrino i monumenti ai caduti con il paragone tra kommunisti e fascisti. Paragone ridicolo, per chi ha un minimo di cultura e comunque tipico dell’estrema destra (pseudo)liberale.
x Vox
errore, parecchi milioni morirono perche´mandati in guerra disarmati o armati malissimo. In prima fila quelli coi fucili, quelli dietro erano istruiti di prendere i fucili della prima fila a mano a mano che cadevano sotto il fuoco nemico…se poi facevano dietrofront terrorizzati, c´era il fuoco ámico´dei russi stessi ad accoglierli…
Molti milioni morirono uccisi direttamente o indirettamente dai tedeschi come dice lei.
Pero´io mi riferivo ai milioni, dio sa quanti, fatti fuori nei gulags PRIMA della guerra. Meminisse iuvabit…
Peter
Caro Cerutti
Forse hai ragione. Devo avere un poco di debolezza nei tuoi reguardi.
x 156
Piu’ a nord non fu cosi’ perche la guerra continuo’ piu’ a lungo e molti fascisti anche di leva si rifugiarono a nord.
Erano civili e militari, gente che aveva impieghi comunali, prefetti, sindaci, guardie, etc…
Venivano da Roma, Lazio, Toscana, Umbria…scappavano perche’ erano fascisti, scappavano per salvarsi la pelle.
Cosi’ come scappavano dalla Iugoslavia.
Ne conobbi diversi, per alcuni la prima tappa era Milano eppoi la Svizzera.
Il maestro Dino Olivieri ne ospito’ diversi, abitava nello stesso palazzo dove abitava mia mamma ed il suo compagno.
Un piano di sotto.
Olivieri era marchigiano di Senigallia, credo che tutti conoscano la canzone “Tornerai”.
Anita
Caro Peter,
solitamente per pulizia etnica si intende “l’eliminazione violenta [secondo me più specificamente forzata] delle minoranze etniche da un territorio”. Può essere attuata con uccisioni ma anche solo con deportazioni o espulsioni.
Dopo la seconda guerra mondiale i tedeschi sono stati sloggiati dai territori ad est dell’Oder-Neisse, dalla Boemia, dalla Iugoslavia, dalla Romania, dall’Ungheria. Gli italiani dai territori ad est dell’Isonzo.
Fino ad allora cambiavano i confini ma non cambiavano gli abitanti.
Io non ricordo altri esempi, in tal numero, di spostamenti forzati di popolazioni nella precedente storia d’Europa. Però sarei interessato ad ascoltare altri punti di vista.
Un saluto U.
X U. di P.
Ho toccato qualche nervetto! Ridicolo per un impazzito fascista come te! Prenditi le pilloline e get a life!
ps- spostamenti forzati solo per un l’atra faccia di un fascista!
Peter { 08.02.11 alle 21:22 } errore, parecchi milioni morirono perche´mandati in guerra disarmati o armati malissimo. In prima fila quelli coi fucili, quelli dietro erano istruiti di prendere i fucili della prima fila a mano a mano che cadevano sotto il fuoco nemico…se poi facevano dietrofront terrorizzati, c´era il fuoco ámico´dei russi stessi ad accoglierli…
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Caro Peter,
questa dove se l’è letta?
Perchè quel che lei riporta è accaduto durante la prima guerra mondiale, con lo zar.
L’Armata Rossa non ha mai sofferto di scarsezza di armi individuali; e, ad essere proprio precisi, neppure di armi pesanti o munizioni.
L’Esercito Rosso era un esercito poco numeroso ma molto bene armato, a differenza di quello zarista.
Se si deve criticare l’Unione Sovietica lo si faccia riferendosi a fatti reali (e ce ne sarebbero a iosa).
Un saluto U.
Forse TUTT”ITALIA e’ il nuove nome della PADANIA? Boh!
Anita { 08.02.11 alle 21:28 } Piu’ a nord non fu cosi’ perche la guerra continuo’ piu’ a lungo e molti fascisti anche di leva si rifugiarono a nord.
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Cosa sta dicendo, mia incantevole signora?
Dove, a nord ci furono atteggiamenti ostili o di dileggio nei confronti di soldati caduti durante le guerre mussoliniane o dei loro parenti?
Ma perchè non si sforza di capire l’argomento di cui si parla? U.
…Forse era questo silenzio che doleva piu’ di qualunque altro insulto che si poteva dare.Popeye
Questo è il nodo, che Popeye ha individuato.
Per sgombrare il campo a insinuazioni di personalismi, non dovrei a gente intelligente spiegare che la vicenda di mio padre (militare lontano da queste terre) si possa confondere con ciò che NON successe in Italia a proposito dei fatti qui capitatai.
Per quel che riguarda i parenti di mio marito, ho conosciuto quei fatti indirettamente. Lo zio infoibato non aveva figli, gli altri si sono salvati, come tanti. Stop e spero che quello che dirò ora sia una testimonianza esattamente come quella di C.G.
A differenza però di C.G. io qui sono vissuta, ho respirato il disprezzo degli austriaci e l’odio della cortina di ferro, e la “superiorità dei vincitori” nostrani.
Sin da bambina! La prima volta che sono stata a Trieste, potevo avere 11/12 anni, della città ricordo soprattutto: il confine pattugliato dagli americani sulla Costiera, le macchie di sangue ancora visibili sugli scalini della Chiesa di S.Antonio in Ponterosso.
Ci era appena morto uno studente in una delle rivolte per Trieste italiana. E ricordo una bandiera tricolore con la stella rossa e la falce e il martello!
Crescendo mi rendevo conto che il silenzio non era solo dello Stato italiano, ma era soprattutto dei direttamente coinvolti,delle vittime, direi terrorizzati di parlare.
Durante le lezioni di Storia dell’Università facevo fatica a capire; mi pareva tutto confuso in un calderone di ambiguità.
Ambiguità che permangono ancora oggi, anche se molti archivi
hanno messo dei punti fermi.
Calandomi nelle vicende umane di chi era direttamente coinvolto, cioè gli esuli, esisteva, al solito chi aveva avuto la vita segnata , non soltanto per la perdita dei beni; e chi era rimasto fascista arrabbiato.
A Pola sono stata parecchie volte nella Sede degli Italiani, oltre la Porta Ercole delle antiche mura ,credo deo 1° sec. in pieno centro città; si percepiva la falsità dei rapporti fra “loro, i rimasti” e noi “italiani”!
Ma non di questo voglio parlare, ma di un libro che mi ha veramente colpito: “Bora” di Anna Maria Mori (esule che scriveva anche per Repubblica) e Nelida Milani (rimasta e sposata a un croato, docente universitaria).
Due bambine traumatizzate , a Pola, ai tempi dei fatti.
Due donne che hanno dato visioni diverse alle stesse tragiche vicende e che le hanno superate. forse, in modi diversi.
Si potrà al solito dire: chi se ne frega; hanno sofferto tutti.
Già, ma non allo stesso modo, perchè non c’è stato uno Stato che abbia sostenuto tutti allo stesso modo!
Il silenzio dello Stato, quando non era lo schiaffo di Saragat che medagliava i titini, o di Pertini ( che ho sempre stimato) che graziava un delinquente come Toffanin, delinquente che non fece un giorno di galera.
O le commemorazioni alle vittime innocenti del nazi-fascismo…e gli altri…appunto di serie B.
Io sto parlando da cittadina che si sente colpevole anche per il silenzio dei miei governanti.
Chi la gira in altro modo è in malafede!
Certo che queste vicende fanno parte della Storia più grande, ma solo dopo che sono state storicizzate, appunto!
E non lo sono state!
E adesso vorrei ribadire un concetto espresso più volte anche da Pino: non sappiamo fare i conti, tutti, con la nostra storia.
Che cosa ce lo impedisce? Io non ho paura della verità!
L’ho superata, grazie ai molti italiani che non accontentandosi di vincere hanno anche voluto distruggere la memoria del “nemico”.
Per questo non siamo una Nazione normale!
Sylvi
Cerutti Gino { 08.02.11 alle 20:00 } ho solo cercato di dire a CC che forse sarebbe stato opportuno di non metterla sul piano di “hai rotto gli zebedei” quando ci si rivolge a qualcuno che, a torto o a ragione, ricorda i propri morti e non li vorrebbe più vederle come vittime di Serie B
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Caro Gino,
il fatto è che, come giustamente ha scritto CC, le ragioni per le quali si è steso un velo di silenzio su tutta la II guerra mondiale (ittagliana) sono bennote: e non riguardano per nulla i kommunisti ma scelte dei governi (conservatori) per un periodo lungo più di mezzo secolo.
Si trattava di confessare che noi avevamo fatto, anche se su scala minore, esattamente quel che avevano fatti i nazisti. Ma questo avrebbe dato ragione alle critiche fatte dai kommunisti al regime fascista. Quindi era meglio tacere ….
Quindi CC ha ragione nel definire le provocatorie intemerate della pregevole Silvy una solenne rottura di coglioni. Non quelle di una qualunque madre che ha avuto un figlio morto in Russia, ad El Alamein oppure nelle foibe, ma quelle di cotesta fascistella travestita.
Impari a vedere quel che è realmente successo, altrimenti se ne vada tranquillamente affa…..
Un caro saluto U.
Caro Nicotri, hai citato la Nireinstein ed anche il “filosofo” Levy, bene perche’ hai anche ricordato il loro passato comunista, ma le cose strane non finiscono con loro due, moltissimi giornalisti filo-israeliani hanno avuto in passato esperienze nella sinistra extraparlamentare ed ora questi stessi personaggi sono in molti posti chiave sia a destra che a sinistra, e’ un caso ?
E’ un caso che Lerner, Mieli, la Nireinstein, Levy e tantissimi altri abbiano fatto parte di organizzazioni di estrema sinistra ed oggi sono tutti in posti importanti ed influenti ?
Non e’ che la cosidetta sinistra e’ una specie di cavallo di troia che permette a certi poteri innominabili di entrare laddove avevano poco potere ?
Caro Cerutti
Il post #173 non e’ degno di una risposta. Il signore in questione per me e’ un citriolo senza coscienza. NO sbaglio, non arriva neanche a quello livello.
x Andrea Rossi
Gli arrivisti, i voltagabbana, gli opportunisti e gli intelligenti in vendita si trovano ovunque e da sempre. Oltre ai nomi che lei cita si possono citare, in ambito cattolico, i vari Ferrara, Bondi, Liguori, i socialisti dell’era Craxi e i socialdemocratici dell’era precedente, e via di questo passo. Ma guardi che i vari Lerner e Mieli non è affatto detto siano arrivisti e voltagabbana, semplicemente ognuno cerca di andare avanti nella propria professione e coglie le occasioni che trova. Una intelligenza sprecata, ripiegata sullo “splendido passato”, non è cosa necessariamente apprezzabile o preferibile a intelligenze invece messe a frutto, anche se nel caso dei Lerner, Mieli, Ferrara, ecc., il frutto è stato soprattutto dei loro datori di lavoro. Della Nirenstein preferisco non parlare.
Guardi che non esiste nessun potere “innominabile”, ha un nome perfino l’Innominabile dei Promessi sposi. Se lei legge l’ultimo libro di Shlomo Sand, edito da Rizzoli con il titolo emblematico “L’invenzione del popolo ebraico”, comprende una infinità di cose che ci tengono accuratamente nascoste. Israele e il sionismo fanno il loro gioco, come lo ha fatto e lo fa la Chiesa con le sue “verità” e qualunque altro Stato e movimento politico. Nulla di nuovo sotto il sole. E non c’è nessun motivo di “innominare”. In quanto ai cavalli di Troia e alle “quinte colonnne”, c’è sempre chi ci tenta, ogni Stato che può richiamarsi a una religione cerca di usare a proprio favore le minoranze della propria religione o cultura sparse nel mondo, ma di qui a ventilare una sorta di Spectre o complotto su larga scala ce ne corre. La realtà è sempre più semplice di quello che si pensa. E i cretini e i mascalzoni prima o poi hanno il benservito. Purtroppo non sempre in tempi brevi e non sempre prima di poter arrecare danni e tragedie agli innocenti.
‘Notte. Il mondo non è un posto semplice.
pino nicotri
Ho trovato un monumento ai caduti della WWII.
Guida Terzigno/Lapidi sul Monumento ai caduti – Wiki
http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Terzigno/Lapidi_sul_Monumento_ai_caduti
Forse non ce ne sono perche’ i caduti della WWII erano fascisti.
Anita
x Peter 158
E “cumò” significa esattamente ora – adesso, così lo intendevo!
Ha persino ragione!
Buonanotte Sylvi
@ 173
E’ il classico sistema di penetrare tutti i partiti e tutte le organizzazioni, cosi’ che, chiunque venga a trovarsi al potere, certi individui stanno sempre e comunque in posti chiave. La cosa mi sembra assolutamente palese, ormai.
Ho inserito un commento che non parte ma non lo ripeto altrimenti succede come ieri che poi ne rovo tre … Buonanotte
A puro scopo informativo. Quando si elenca no 5, 6, 0 magari 10 ex esponenti di Lotta Continua che hanno fatto successo come giornalisti o altro sarebbe il caso di tener presente che quell’organizzazione seppur minoritaria contava decine e decine di migliaia di militanti in gran parte studenti o laureati, gente che quando il movimento si auto-sciolse non sono stati teletrasportati su urania ma sono rimasti tutti sulla terra, vivendo e lavorando per vivere come si conviene ai comuni mortali , moltissimi hanno continuato il loro impegno sociale in altri partiti o raggruppi politici, nei sindacati, nel volontariato nello sport nella cultura… nella vita … con impegno perizia e dedizione. Che alcuni di loro abbiano avuto dei successi professionali come giornalisti ma anche avvocati, medici, geologi …… mi pare cosa del tutto normale, ansi sono convinto che molti di loro hanno raccolto meno di quanto meritassero proprio a causa della loro militanza politica.
Poi ognuno può immaginarsi le lobby che crede ma almeno non mettete nel conto anche l’ingombrante Ferrara che in quel periodo era dirigente del PCI responsabile del settore fabbriche e quindi quantomeno un concorrente.
Antonio—antonio.zaimbri@tiscali.it
Il post #173 non e’ degno di una risposta. Il signore in questione per me e’ un citriolo senza coscienza. NO sbaglio, non arriva neanche a quello livello.
Popeye.
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E ai i tuoi commenti ortaggio-infantili?
màh..
C.G.
Sempre quella benedetta curiosità!!!
Alcune affermazioni di Uroburo e CC sulle foibe, sui massacri in Yugoslavia da parte dei soldati italiani, ecc. ecc. non mi suonavano nuove…tombola!
Le hanno riprese pari pari, con le stesse identiche parole, da un'”insigne storica” come Alessandra Kersevan e da una giornalista che dirige la “Nuova alabarda” di Trieste, Claudia Cernigoi, quest’ultima toltasi da Rifondazione Comunista perchè “troppo revisionista”.
Queste due signore hanno come unica fonte di “ricerca” gli Archivi di Stato Sloveni ( non tutti ovviamente!!!) e la vecchia organizzazione di Propaganda Slovena.
Le testimonianze? Valgono solo quelle che piacciono a loro!
Ovviamente non contestano tanto Pansa, forse lo ritengono poco pericoloso; contestano gli storici docenti universitari che si sforzano di leggere qualcosina di più!!!
Ai blogghisti “normali” non serve andare a leggere quel che scrivono le signore “storiche” basta che leggano i riassunti di due blogghisti!….
Sylvi
Visto che non riappare provo a reinserire con qualche variazione il commento che questa notte non passava.
L’ho detto e ripetuto molte volte, ma ogni tanto ribadirlo non guasta, (repetita iuvant per quelli colti). Io non cito storici più o meno di parte ma mi limito a fare un discorso generale su un argomento che in varie forme ma con gli stessi ragionamenti si riaffaccia periodicamente su questo blog come in altri contesti. Le guerre tirano fuori da ogni uomo il peggio e quelle cosiddette civili il peggio del peggio. Da tutte le parti in conflitto in un modo o nell’altro, chi più chi meno, si commettono brutture prepotenze stragi, sembrerebbe quindi logico dire che sono tutti uguali, ma non è così per il semplice motivo che come tutte le cose anche le guerre, e le responsabilità sugli atti che ne conseguono, hanno un’origine, insomma c’è da vedere “CHI HA COMINCIATO”. Poi tracciato questa discriminante si possono, se ce ne sono gli estremi e le condizioni, valutare ed eventualmente perseguire giuridicamente i comportamenti dei singoli o dei gruppi, ma nella valutazione storica degli eventi complessivamente intesi va tenuta sempre presente la discriminante iniziale. Se non si fa questo è un po’ come valutare allo stesso modo un “OMICIDIO PREMEDITATO” ed un “ECCESSO DI MEZZI IN LEGITTIMA DIFESA” che la stessa cosa non sono.
Antonio—antonio.zaimbri@tiscali.it
Cara Silvy,
diciamolo, Pansa un pò come Ferrara.
“Franza o Spagna basta che sè magna”.
Ora scrive su “Detenuto” dei pennivendoli Feltri/Bellopietro
Nomi, anche questi, che rispecchiano un programma ben definito.
Tempo fà volevo acquistare il suo libro “il sangue dei vinti” ma poi mi sono detto che chi dall’Espresso passa a Libero qualche “elargizione ” ci deve essere stata per fare quel gigantesco salto della quaglia tanto da far impallidire quelli…della Komare. (sob!)
Non l’ho più comprato, per questo.
Buona giornata a te e non andare in bestia quando le opinioni
sono quelle che sono.
Così diverse, è il sale di un blog.
C.G.
Mia pregevole signora Silvy,
lei ci creda o meno (e del suo parere non me ne importa proprio nulla perchè lo ritengo ininfluente) non so neppure chi siano le persone da lei citate. E le mie fonti sono TUTTE italiane (Del Boca); oppure sono testimonianze di chi personalmente c’era stato.
La mia prima conoscenza di quel che avevamo fatto in Iugoslavia l’ho avuta dai racconti di un tenente della Julia su cose che aveva viste e vissute personalmente. Poi ho incominciato a cercare.
Quindi la smetta con le sue balle da operetta e con le sue ricerche un po’ fuori dalla realtà (diciamo così).
Tra parentesi, non capisco perchè quel che dicono gli sloveni dovrebbe essere meno attendibile di quel che raccontano i fascisti (che hanno sempre sostenuto la ridicola tesi dell’Italiano, brava gente).
Io so che LEI racconta balle. Che le raccontino anche gli sloveni è possibile. U.
PS. L’Italia è un paese che ha sepolto sotto silenzio perfino le stragi di stato, per non parlare della tragedia di Caporetto e dell’imbroglio della Banca Romana. Naturalmente sono stati i kommunisti (ed i sindacati)!
Vadi, cara, vadi …..
PS. Vadi, possibilmente senza rompere gli zebedei. U.
x U.
in effetti lei parlava strettamente di pulizia etnica, quindi mi sono allargato troppo.
Si riferisce pero´solo alla ´pulizia etnica´subita da tedeschi ed italiani dopo la Seconda GM, trascurando, forse inconsciamente, quella fatta da loro prima e durante, dai tedeschi in particolare.
Sull´armata rossa, non mi risulta che fosse sempre ben armata ed equipaggita come dice lei, invece era molto numerosa.
E non facevo confusione tra le due guerre, anche se e´vero che quei fatti successero anche durante la Prima GM, ch i russi persero.
Comunque, la ´disciplina´dell´armata rossa era tale, che un numero incalcolabil di soldati morirono perche´eliminati dai russi stessi, questo e´innegabile
Peter
In questo blog finirete per essere in due gatti anziche’ di… quattro gatti.
Bye,
Anita
…dalle mie parti ci fu una buona pacificazione, la cittadina era intatta e i fascisti erano gente del luogo, quindi persone conosciute che non dovevano rispondere di crimini efferrati. C.G.
caro C.G. e… anche AZ
qui sta la differenza con noi; qui la “guerra” continuò fino al ’54.
Ma per rispondere anche ad AZ su ” chi comincia prima” bisogna capire la situazione in Istria fin dalla fine della IGM e che Fulvio Tomizza ha descritto in maniera magistrale, nei suoi libri.
Gli istriani hanno scoperto di essere o italiani o slavi con il fascismo; prima erano istriani che tiravano la vita coi denti, come si suol dire, ma tutti nella stessa barca.
Il fascismo importò la struttura dello Stato, a tutti i livelli, fino al postino!
Impose ovunque l’italiano e questo anche a Fiume e in Dalmazia; italianizzò nomi, cognomi e luoghi …; l’Austria, pur imponendo le sue leggi non era arrivata mai a tanto!
E l’etnia slava non dimenticò. Ma allora non ci furono stragi o atti di violenza collettiva…prima della guerra.
Me lo confermarono anche tanti dalmati slavi che ho conosciuto a Zara e che non erano, non sono, degli sprovveduti.
Con la guerra, i nazi-fascisti e le mire di Tito, il quale per prima cosa cominciò ad importare partigiani dal sud, con un disegno ben preciso e di questo gli va dato atto, cominciarono le tragedie.
Dopo il ’43 i nazisti col loro Kustenland, i fascisti con la loro arroganza violenta, Tito coi suoi piani di grande Yugoslavia…e lui aveva capito che senza una drastica “pulizia” degli italiani, meglio veneti, non avrebbe raggiunto il suo scopo!
E gli slavi capirono che era il momento giusto per appropriarsi
di palazzi, case, campi, vigne, uliveti… come mai avevano sognato!
Chi cominciò? Un po’ difficile rispondere a questa domanda, anche per i miei amici slavi che non hanno le certezze granitiche delle ” storiche un tanto al chilo”.
Ma tu hai capito che io parlavo dell’Italia, e degli italiani nel dopoguerra, non degli slavi nei loro nuovi confini.
Spero lo comprenda anche Az, anche precisando che nel ’46 non mi risulta ci fosse in Italia un governo conservatore!!!
Che Pansa scriva su Libero …un altro giornalista che mi ha profondamente deluso.
Dev’essere dura rinunciare alla visibilità e alla illusione del potere…più che ai soldi…credo!
Sylvi
x Anita 176
quello era infatti un monumento ai caduti della Prima GM.
Mi pare di aver visto monumenti ai caduti in mare di entrambe le GM in Italia dalle mie parti, ma nessun monumento specifico per i caduti della Seconda GM.
Ripeto che secondo me la ragione fu che venimmo sconfitti, e basta. Vahe Victis! e ancora, una salus victis, nullam sperare salutem…
Anche in Francia, non ho visto monumenti ai vinti del ´40, invece ce ne sono a iosa ai caduti della Resistence…e di molte altre guerre vinte di cui non si ricorda piu´nessuno…
Peter
ps
ci sono da voi monumenti ai caduti in Vietnam? ed in Corea?
per inciso, se in Friuli volessero erigere dei monumenti ai caduti nelle foibe, chi gli impedirebbe di farlo? forse ci sono gia´, non ricordo se Sylvi lo ha detto oppure no. E cosi´pure dei monumenti ai caduti della Seconda GM in genere.
Sylvi non mi venga a dire che avrebbero bisogno del permesso da Roma, la quale sono convinto benedicerebbe urbi et orbi…
Peter
CHE SCHIFO! CHE VERGOGNA! CHE GENTAGLIA!
http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-bunga-bunga/faro-causa-allo-stato/61694?video=&pagefrom=1
http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-bunga-bunga/gli-sms-di-sara-tommasi-al-premier-silvio-vergognati/61709?video=&pagefrom=1
http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-bunga-bunga/intercettazioni-nicole-barbara-la-politica-e-la-gavetta/60853?video=&pagefrom=1
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/09/news/polemica_17_marzo-12247460/
x Peter
Caro Peter,
non hai guardato fino in fondo.
Piu’ sotto ce’ una lastra di marmo con la scritta:
COMUNE DI TERZIGNO
Il sindaco D. Auricchio
il presidente del consiglio comunale P. Apuzzo
l’amministrazione comunale
ed il popolo tutto
IN RICORDO
hanno voluto incidere su questo marmo
i nomi degli eroi terzignesi
caduti nella seconda guerra mondiale
sui fronti: Mar Mediterraneo, Africa
Russia, Grecia e Albania
(1940-1943)
caduti della Resistenza e
della Repubblica Sociale Italiana
(1943-1945)
TER-IGNIS XXIII-XI-MMVIII
donato da Salvatore Annunziata
———————————————-
E due lastre con i nomi.
Anita
Diceva mio nonno: -chi insulta non ha argomenti migliori per convincere!
Egregio signore,
mi risulta che Angelo del Boca fosse un esperto di guerre coloniali in Africa!
E se le sue letture si fermano al Centro Propaganda sloveno,( nemmeno cerco la sigla, se la trovi lei!) …contento lei contenti tutti!
A me non interessa convincerla di niente…da 40anni, (Tito vivo)
giro Istria e Dalmazia…ho più mazzetti di fiori da portare nei cimiteri di là che di qua. E come lei sa di italiani non ne sono rimasti!
Io ho costruito una comunicazione positiva, e parecchio faticosa agli inizi, con i miei “ex nemici” e un’amicizia che ci aiuta ad evitare fanatici come lei da entrambe le parti!!!!!
Sylvi
“Povero quel popolo che ha bisogno di eroi”
Non ricordo chi lo disse, certamente non un ipocrita.
C.G.
x Peter
PS:
Si’ ci sono statue e memorials per caduti della guerra in Vietnam.
Per memorial si intende grandi edifici – musei – librerie.
Nelle varie cittta’ ci sono lapidi di commemorazione, con i nomi e le date.
So che c’e’ una grande statua con tre’ militari, alta oltre 200′.
Per i caduti e veterani della guerra in Korea c’e’ un grande Memorial Park a Washington DC, con buildings, laghetti e varie lapidi.
Sono sicura che ogni Stato ricorda i suoi caduti.
Ciao, Anita
x Peter
Nei monumenti ai Caduti dei Comuni sono stati incisi , ma da pochi anni, anche i nominativi dei Caduti della IIGM.
Per gli infoibati la “cosa” è stata molto più lunga e laboriosa! E non priva di feroci polemiche.
Udine ha un giardinetto con una pietra carsica intitolato agli “infoibati”…stanno discutendo se chiamarli “vittime” o “martiri”!
In giro per l’Italia mi risulta che ci siano vie e piazze…ma non numerosissime!
Roma aveva negato l’intitolazione…ora non so!
Sylvi
x Peter
Ecco, ho digitato due parole ed ho trovato:
Monuments to vietnam soldiers USA photo
http://www.google.com/images?rlz=1T4GZAZ_enUS327US327&q=monument+to+vietnam+soldiers+USA+photo&um=1&ie=UTF-8&source=univ&ei=Ra1STeWZJoPLgQeNpLiiCA&sa=X&oi=image_result_group&ct=title&resnum=1&ved=0CCoQsAQwAA&biw=995&bih=531
Ce ne sono a bizzeffe…tutte cliccabili.
Spero che il link passi.
Anita
Eureka, si apre….
Monument to Korean soldiers USA photo – Google Search
http://www.google.com/images?rlz=1T4GZAZ_enUS327US327&q=monument+to+Korean+soldiers+USA+photo&um=1&ie=UTF-8&source=univ&ei=uq9STf-nLo34sAPj6-GgBw&sa=X&oi=image_result_group&ct=title&resnum=1&ved=0CB0QsAQwAA&biw=995&bih=531
Sto imparando anch’io.
Anita