La maggioranza del parlamento sostiene dunque, con regolare votazione, che Berlusconi è un imbecille. Solo un imbecille crede infatti senza esitazione alle sparate di una poveraccia come Ruby capitata “a cena”. Egitto e non solo: da Napoleone a Mubarak, due secoli di fallimenti e delitti dell’Europa e dell’intero Occidente. Con l’incubo che vadano al governo non solo i Fratelli Musulmani, ma anche el Baradei, l’ex ispettore capo dell’Onu fatto fuori dalla Casa Bianca che nel 2003 ha voluto a tutti i costi l’invasione dell’Iraq

L’idea che in Egitto possano diventare personaggi di governo non solo i Fratelli Musulmani, ma anche el Baradei, vale a dire l’ex capo degli ispettori dell’Onu che sa benissimo con quali balle nel 2003 la Casa Bianca e i suoi alleati hanno voluto a tutti i costi invadere l’Iraq, toglie il sonno a molti con la coscienza non proprio immacolata. “Achtung Egitto!”: Netanyahu chiama, Henry Bernard Levy e Berlusconi rispondono, pronti a cianciare con l’usuale razzismo di masse islamiche come orde assetate di sangue occidentale e desiderose di abbracciare quanto prima un nuovo nazismo… Il centesimo nazismo arabo, paventato ad arte da decenni nel Vicino e nel Medio Oriente dai nostri allucinati ma non disinteressati profeti, spesso bugiardi patentati. Mubarak è un “uomo saggio” dichiara a petto in fuori e tacchi alti Berlusconi, il quale evita anche lui di nominare el Baradei e ci tiene invece a precisare che segue la crisi egiziana non tanto facendo il bunga bunga con la “nipote di Mubarak” quanto invece stando “in contatto con i dirigenti israeliani dei quali sono amico da 30 anni”, nel caso ci fosse chi non ha ancora capito chi comanda nel giro berluscone e in quello della Farnesina in mano al minestrello degli Esteri Franco Frattini. Per non dire del giro della vicepresidente della Commissione Esteri del senato, quella Fiamma Nirenstein che oltre a vivere in una colonia israeliana è nota nella comunità ebraica nostrana come ex comunista che spinge all’odio verso tutto ciò che è di sinistra.  Ma andiamo per ordine.

Il lato comico è che ad aizzare contro il “pericolo islamico”, sia che si tratti dell’Iran “che vuole l’atomica per distruggere Israele” (!) sia che si tratti dell’Egitto che vuole solo togliersi di dosso la camicia di forza Mubarak, in particolare è quello stesso Bernard Levy che, oltre a raccontar panzane sul caso Sakineh, è stato uno degli animatori della campagna a favore di Cesare Battisti. A favore, vale a dire, di quello che, stando alle sentenze, è un pluriassassino, rifugiato prima in Francia e poi in Brasile, il cui governo ha deciso di non estradarlo in Italia alla faccia non solo del Chiavaliere. Che strana situazione: tutti a dare addosso a Battisti evitando di notare che il suo lord protettore è il “nuovo filosofo” francese Henry Bernard Levy. Il quale, poiché fa il tifo per lo “scontro di civiltà” e loda qualunque cosa di Israele, tiene banco in Italia anche allagando di “penzose” articolesse il Corriere della Sera senza che nessuno lo prenda a pernacchie. E dire che già nel ’79 il “nuovo filosofo” parigino, noto fighetto che nel ’77 si era molto illustrato nella famosa “tre giorni” dell’Autonomia Operaia all’Università di Bologna, disegnava per autorevoli riviste di politica estera soprattutto inglesi una serie di nuovi confini non solo per il Medio Oriente, ma anche per l’intera Asia centrale! Insomma, in quanto ad allucinazioni pro talebani monsieur Levy è stato un pioniere. Idem in fatto di protezione per gente come Battisti, della quale si deve esere innamorato nella disastrosa, stado ai risultati successivi, tre giorni di Bologna. Strano strabismo, quello non solo berluscone, nevvero? Sbraitare contro i protettori di Battisti e far finta di non sapere che il suo principale protettore è quello stesso Bernard Levy al quale diamo retta quando straparla di Iran e mondo musulmano in generale. Strano caso di schizofrenia…

Ancora l’Egitto, dunque. Alfa e omega del nostro colonialismo nei Paesi islamici. Quel colonialismo che prese il posto dello schiavismo, da noi non più praticabile in Medio Oriente a causa del dilagare dell’Islam, e che rappresenta un’altra pagina orribile dell’Europa e dell’Occidente. Allora non si trattava di “esportare la democrazia” a cannonate, ma più semplicemente – sul modello dell’invasione europea delle Americhe – di impadronirsi di terre altrui e disporre della manodopera semischiavile dei popoli colonizzati. Il 2 luglio 1798 Napoleone entrò con una armata vittoriosa ad Alessandria d’Egitto, ed era la prima volta che dopo le crociate un esercito europeo invadeva terre islamiche. Dopo quella di Napoleone, sono seguite le invasioni francesi e inglesi del XIX secolo, le cui conseguenze si fanno sentire ancora oggi, e infine quella degli Usa in Iraq del 2003. Sono gli Usa che hanno preso il testimone del colonialismo europeo, con il fido alleato Israele che gli fa da cane da guardia nella regione e che mantiene alta la tensione rifiutando qualunque piano di pace in modo che ci sia sempre una qualche scusa per poter intervenire se del caso anche militarmente. Lo studioso John Mearsheimer ha detto chiaro e tondo che “quando si tratta di Medio Oriente l’Occidente usa parole idealistiche e azioni brutali”. Una delle quali è stata, per esempio, il colpo di Stato angloamericano in Iran per destituire Mossadeq, regolarmente eletto, uccidere la democrazia iraniana, tenere in sella lo scià burattino e criminale Reza Pahlewi, massacrare i comunisti e impedire che il petrolio iraniano sfuggisse al vergognoso sfruttamento anglo Usa e fosse più saggiamente utilizzato con l’aiuto dell’italiana Eni. Il golpe contro l’Iran fu anche un golpe contro l’economia e l’autonomia italiana, non lo dimentichiamo, visto che Enrico Mattei stava portando l’italiana Eni ad aiutare l’Iran in campo petrolifero. Un’altra azione brutale fu iniziare all’improvviso a trattare l’Iran come uno “Stato canaglia”, idea venuta a George Bush per spingere la destra islamista a vincere le elezioni troncando il vasto programma di riforme iniziato da Kathami e avere in tal modo la scusa buona per iniziare a strangolare economicamente l’Iran onde impedire facesse ombra a Israele. Altra azione brutale, condita con le solite belle parole, la lunga guerra, con qualche milione di morti,  fatta contro l’Iran tramite l’Iraq di Saddam.
Quando in Algeria si profilò la vittoria elettorale dei musulmani, democraticamente ottenuta, i militari algerini, educati in Francia e più in generale nelle accademie militari occidentali, rubarono il risultato con il solito golpe. Golpe da noi benedetto perché per noi l’islam è come il nazismo. Anzi, da Nasser in poi, passando per i capi della Siria, Iran, Iraq, ecc., sono decine i “nuovi Hitler”, cioè a dire i capi di Stato o di governo demonizzati dagli Usa e da Israele solo per aizzare l’opinione pubblica occidentale contro qualunque cambiamento arabo che non fosse leccare il sedere agli inquilini della Casa Bianca o ai vari Sharon, Netanyahu, ecc. Ricordo una puntata di un programma televisivo di Gad Lerner in cui, rivolgendosi ad alcuni ospiti arabi islamici, il giornalista – pochi giorni fa preso pesantemente in giro su La7 perfino da Paolo Mieli per la sua “trasparenza” ed per il suo “eroismo” – lodò il golpe algerino affermando in sostanza che “anche Hitler in Germania aveva vinto le elezioni” e che quindi bene avevano fatto i bravi militari algerini a evitare un nuovo nazismo in salsa arabo islamica. Gli ospiti in questione, offesi in tale malo modo, protestarono che mai più avrebbero messo piede in un programma così condotto. In effetti faceva una strana impressione vedere Lerner presentare l’intero popolo algerino, qualche decina di milioni di persone, reduce da una dura guerra di Libarazione contro il colonialismo francese, come un’orda di barbari pronti a indossare la svastica…
Ci sono poi le due guerre contro l’Iraq. La prima con il trabocchetto del disco verde Usa per l’invasione del Kuwait, utile a Bush padre per  giustificare la mattanza contro l’Iraq con la scusa di “difendere il Kuwait”, che nonostante le chiacchiere è rimasto proprietà privata di un parassita fermo al Medioevo. La seconda guerra, tuttora in corso, è quella voluta e ottenuta dal mascalzone Bush figlio con la balla delle “armi di distruzione di massa”, che peraltro nell’intero Vicino e Medio Oriente
sono in possesso solo ed esclusivamente di Israele.

Basta già questo per capire perché lo studioso Mehran Kamrava, autore del libro “The modern Middle East”, parli di “abisso in cui è sprofondato l’Occidente per conquistare il Medio Oriente”.

Ma restiamo all’Egitto.  Il 29 ottobre 1956 Israele lo invase per dare man forte, colonialista, alla Francia e all’Inghilterra che volevano a loro volta invaderlo per contringere l’Egitto del “nuovo Hitler” (!) Nasser a rimangiarsi la nazionalizzazione del canale di Suez, aperto dall’Europa per far passare le proprie navi dirette in Oriente senza dover circumnavigare l’intera Africa e guadagnare  così un sacco di quattrini, dei quali l’Egitto vedeva a malapena qualche briciola. Solo la fermezza degli Usa di quell’epoca costrinse gli inglesi e i francesi a restarsene a casa e gli israeliani a porre fine alla demenziale invasione. Ma Israele – ormai avviata verso il militarismo disastroso che la domina tuttora –  non seppe resistere alla tentazione di attaccare di nuovo l’Egitto nel ’67 colpendo in simultanea la Siria. Oggi è dimostrato in modo inconfutabile che non si trattò neppure da lontano di un attacco “preventivo” per difendersi da un ipotetico imminente attacco dei “nuovi Hitler” (!) siroegiziani, ma di una operazione militare lungamente studiata e pianificata. Con quell’operazione Israele convinse la Casa Bianca a cambiare rotta: anziché tenerne a bada le pulsioni antiarabe e i furti di terre palestinesi, gli Usa fecero di Israele il proprio cane da guardia nella regione. Un alleato di ferro che non solo si comporta da 51esimo Stato Usa in Medio Oriente, ma, come hanno dimostrato una marea di documenti segreti rivelati di recente, i cosiddetti “Palestinian papers” divulgati da Al Jazeera, si permette di fare quel cavolo che gli pare contro i palestinesi sapendo bene che agli Usa, e all’ipocritissima Europa, non resta che abbozzare.

Stando così le cose, anche se è solo un caso ha un enorme valore simbolico il fatto che proprio al Cairo, dove Obama promise “una nuova era” basata su “rapporti nuovi col mondo musulmano”, è iniziata la fine non solo di Mubarak, ma forse anche dello stesso Obama. Il quale paga così il prezzo di essere  incapace pure lui di non farsi tenere al guinzaglio da Israele e dalla lobby filoisraeliana senza la quale negli Usa è difficile essere eletti presidente.

Proprio i “Palestinian papers” permettono di capire anche la strategia Usa in Egitto, che è poi la strategia usata dalla Casa Bianca in tutto il mondo arabo e nel resto del pianeta: corrompere, corrompere, corrompere. Corrompere i Mubarak così come si corrompono gli Abu Mazen. E trattare le minoranze e i non alleati come spazzatura, da “trasferire” magari in Amazonia come progettato incredibilmente, in puro stile nazista, per i palestinesi. Corrompere i governi per potersi garantire il tranquillo continuare a succhiare senza problemi il petrolio  ovunque esso si trovi. Il nostro scorazzare in auto, il nostro stare al calduccio d’inverno e consumare un sacco di corrente elettrica per rimbecillirci davanti alla tv e illuminare a giorno le città anche di notte, il formidabile uso di aria condizionata dello zio Sam, che ha contagiato ormai anche l’Europa, tutto si basa sul petrolio ottenuto ora con qualche guerra e ora con qualche colpo di Stato, ma ottenuto sempre e comunque corrompendo governi e interi sistemi politici. La corruzione in Egitto è arrivata al punto che la gente non la regge più, non ne può più di ladri patentati come Mubarak&C, al potere da una trentina d’anni solo perché fa comodo a Usa e Israele avendo ormai svenduto i palestinesi e anzi collaborando attivamente per strangolare Gaza. Anche in Tunisia la gente ha detto di colpo basta al marciume, benedetto anche quello dall’Europa e dagli Usa pur di non avere seccature. Riguardo la Libia, sappiamo bene quali sono i rapporti di Gheddafi con il nostro vergognoso Berlusconi, il suo alleato e socio di bunga bunga, e con il suo sistema di potere. L’Arabia Saudita ha un regime semplicemente orripilante, con le donne trattate come cittadini si serie C, non possono per esempio guidare l’auto – sicuramente non da una città all’altra – né andare in bicicletta! In Arabia Saudita le sentenze di morte vengono eseguite anche con la lapidazione e la decapitazione in piazza, con buona pace e silenzio complice dei vari Bernard Levy e inquilini della Casa Bianca. Regime orripilante, quello saudita, che però ci fa comodo tenercelo buono, non a caso furono gli inglesi a mettere sul trono d’Arabia il peggio del peggio dell’integralismo islamico, vale a dire i wahbiti della dinastia saudita. La democrazia a cannonate lì non la esportiamo… Lasciamo le donne saudite (e kuwaitiane…) in balia di un regime oscurantista medioevale, oltre che profondamente corrotto, né più e né meno come lasciamo i palestinesi nelle sgrinfie dei vari Avigdor Lieberman oggi e  dei vari Sharon e Baruch Goldstein ieri.

Riassumendo: da Napoleone a Mubarak, due secoli di continuo intervento militare dell’Europa e dell’Occidente in Medio Oriente. Due secoli di fallimenti sempre più gravi, obbrobbriosi, e di nostro abisso morale sempre più profondo. Che strano. L’Europa che ha prodotto le cose più mostruose della Storia del genere umano, come il nazismo e i campi di sterminio, si accanisce ancora a impancarsi maestra di morale e civiltà per il resto del mondo, stabilendo cosa sia giusto e cosa non sia giusto per i vari popoli, compresi soprattutto queli che abbiamo già tenuto sotto il nostro tallone. Non so cosa succederà in Egitto. Né nel resto del mondo arabo. So però per certo che abbiamo responsabilità enormi, non foss’altro perché siamo stati noi a rompere i coglioni a casa loro per oltre 200 anni, tralasciando la precedente vergogna delle crociate, e non loro a casa nostra. Non solo abbiamo responsabilità enormi, ma abbiamo anche una informazione serva, ignorante e succube dei nostri pregiudizi. Per non parlare dei politici, ridotti a guano berluscone.

Ma a proposito di guano berluscone, ecco una buona notizia anche se è in apparenza pessima. La grande maggioranza del nostro parlamento ha votato chiaro e tondo che il Chiavaliere è un povero imbecille e/o che la stessa grande maggioranza è composta di goliardi imbecilli. Il parlamento ha infatti respinto le richieste della magistratura milanese riguardo Berlusconi adottando la versione ufficiale secondo la quale lui era davvero convinto che la bonazza Ruby fosse davvero nipote di Mubarak. Ammesso e non concesso che sia vera la versione rifilata ai gonzi da Berlusconi e dai suoi strani avvocati, pagati dallo Stato come parlamentari, ammesso e non concesso cioè che sia stata Ruby a presentarsi come “nipote di Mubarak” e non il Chiavaliere a spacciarla come tale, resta un fatto certo: solo un imbecille minus habens può credere alle sparate di una poveraccia raccattata per strada da un Emilo Fede. E solo un capo di governo col cervello ormai in pappa può evitare di chiedere al suo ministro degli Esteri di fare una veloce e prudente, oltre che doverosa, verifica presso l’ambasciata egiziana a Roma o presso l’ambasciata italiana al Cairo. La maggioranza del parlamento ha perciò sentenziato, con tanto di regolare votazione, che Berlusconi è un povero scemo. Uno al quale ti puoi presentare dicendo “piacere, sono Napoleone” e lui ci crede pure! E se invece, come è probabile, la maggioranza ha votato sapendo bene di avvalorare una balla, allora la stessa maggioranza ha sentenziato di essere  composta da cialtroni della peggior specie. Il che significa anche che un primo ministro il cui potere  si regge su una simile maggioranza è, se possibile, qualcosa di peggio di uno scemo. Deve essere per questo che l’Italia grazie alle mutande della “nipote” è stata pioniera: ha infatti anticipato il destino che ha portato il resto del mondo a chiedersi chi sia mai “zio” Mubarak e cosa farne. Berlusconi potrebbe risolvere alla grande, da par suo, il problema invitandolo a una lunga tournee di  bunga bunga “in famiglia” ad Arcore, palazzo Grazioli, Costa Smeralda e via porcheggiando. Il mondo gliene sarebbe grato e lui passerebbe alla Storia. Delle mutande, ovviamente.

Come direbbe Mike, “Allegria!”.

529 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Io mi posso appellare come voglio, lei NO!

    Amici di gioventu’?
    Provi amici di lunga data…e lei non e’ il Presidente di una grande Nazione.

    “A” list of Barack Hussein Obama’s Associates…non completa….

    William Ayers (Weather Underground – US Terrorist)

    Bernadine Dohrn (Weather Underground – US Terrorist)

    Tony Rezko (Chicago Politics – convicted felon)

    Al Mansour (Muslim financier who aided Barack financially while at Harvard/aka: Donald Warden)

    Reverend Wright (BOs pastor – 20 yrs)

    Father Pfleiger

    Rabbi Capers Funnye (Michelle Obama’s Cousin)

    Raila Odinga (Kenyan radical Muslim Cousin of Barack’s)

    Muhammad Hasa Chandoo (College Roommate #1 from Pakistan)

    Wahid Hamid (College Roommate #2 from Pakistan)

    Nadhmi Auchi (lent Obama over 3 million)

    Valerie Jarret (MOs boss, then BOs campaign team)

    Robert Malley (former campaign staff w/ties to Hamas)

    Saul Alinsky (Barack’s early idol/mentor for ideals)

    Rashid Khalidi

    Louis Farrakhan

    Frank Marshall Davis (communist mentor and porno author)

    and…and…and…

    Anita

  2. Has Bush been Africa's best friend?
    Has Bush been Africa's best friend? says:

    By Martin Plaut
    BBC News
    While Mr Bush has been severely criticised for the invasion of Iraq, his green credentials and the general deterioration of relations with the rest of the world, his African record has won considerable support.

    Even normally critical voices, like the aid activist and former rock star, Bob Geldof, gives Mr Bush credit for what he has achieved.

    At the top of the list is the President’s Emergency Plan for Aids Relief (Pepfar), initiated in 2003.

    At the time just 50,000 Africans were on anti-retroviral drugs.

    Since then the US has pumped $18bn (£12bn) into fighting HIV/Aids – much of it in Africa.

    By 2007, 1.3 million Africans were on medication, much of it paid for by the Bush administration.

    Not that Pepfar is without its critics. Some have attacked the US for preventing any funding for programmes that support abortion in any form. Others suggested that it has downplayed the need to promote the use of condoms. But no-one denies that the funding has made anti-retrovirals widely available, saving hundreds of thousands of lives.

    The story on aid is much the same.

    The US has backed programmes to cancel $34bn (£23bn) worth of debt for 27 African states. At the same time aid to Africa has risen to $5.7bn (£4bn) dollars a year by 2007. And, as anyone who has ever been to a refugee camp in Africa will testify, almost all the food aid to be seen comes from American farmers – aid worth $1.23bn (£0.85bn) in 2007.

    Mr Bush’s Malaria initiative has seen the disease halved in 15 African countries. Travelling to the continent with the president in February last year, Bob Geldof concluded: “The Bush regime has been divisive – but not in Africa.

    “I read it has been incompetent – but not in Africa. It has created bitterness – but not here in Africa. Here, his administration has saved millions of lives.

    The Bush legacy on Africa has won support from Todd Moss, Senior Fellow at the Center for Global Development in Washington.

    “I don’t think it’s too strong to say that President Bush’s Africa policy is the most distinguished foreign policy legacy of the administration,” he said.

    “Although few expected such interest eight years ago, the president has clearly been deeply and personally committed to strengthening US – Africa relations.”

  3. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    Hai letto #102? Ah! Fai finta di non conoscere l’inglese.
    Dice che Bush ha salvato milioni di vite umane in Africa, un continente devastato da voi europei. Forse lo ha fatto al nascosto di Cheney, ti pare?
    Come si vede hai una vista 2D, come i guerci, e monocromatica to boot.

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Le rammento che un post passato lei scriveva che non era d’accordo con Obama e su Obama ma che era il presidente del SUO paese e che come tale aveva diritto al rispetto anche da parte degli avversari politici.
    Ricorda?
    Doppia morale. Doppiopesismo.

    Lei cita supposizioni (provate da chi?) dal sito “Free Republic”.
    Non so, ma dal titolo mi sembra fascista -white-only.
    Se fosse tale , la dice lunga sulla qualità delle sue fonti.
    Come “Legno Storto”, per capirci meglio.
    C.G.

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Poppy
    sarò pure strabico , ma mi sembra che da quelle parti se la passino piuttosto male.
    Decisamente peggio che ai tempi delle porcate prodotte dal colonialismo europeo.

    Fate quindi un monumento al Bushetto Jr. (e magari pure a quello senior…benefattori dell’umanità) .

    Ditemi dove, mi tramuterò in piccione.
    C.G.

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G. e Popeye

    Gli Usa hanno molti meriti, almeno nei confronti dell’Europa della seconda guerra mondiale, e molte responsabilità verso larga parte del mondo, Paesi arabi e sudamericani in testa. Ma NON illudiamoci: le porcherie fatte dagli Usa, che hanno imparato dai coloni ed emigrati europei dei quali sono gli eredi, sono porcherie che chiamano in causa anche l’Europa. Il Vecchio Continente infatti predica molto bene, a chiacchiere, da qualche decina di ani, ma manda avanti lo zio Sam per godere i frutti anche delle sua porcherie. Idem per quanto riguarda la politica suicida di Israele: NON è che l’Europa sia candida…, lascia fare a Israele quello che pensa sia utile anche a se stessa. Tutto qui.
    Con questo non voglio dire “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Voglio semplicemente dire che di merda siamo pieni anche noi – non a caso alleati politico militari degli Usa – e che quindi oltre a criticare gli Usa e altri Paesi dovremmo in primo luogo criticare anche la nostra politica. E il nostro stile di vita. Insostenibile. E pagato dal resto del mondo anche grazie allo zio Sam, finché dura. Se continuiamo a tenere la testa sotto la sabbia, a a volerci ingozzare di consumi demenziali, finirà che andremo a rimorchio di una probabile guerra India-Cina e/o Usa-Cina per difendere in blocco il nostro benessere ormai tossico e inquinante.
    Baci.
    pino

  7. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    I monumenti gia’ di sono per chi ha vista per vedere. Vale anche per i piccioni

  8. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    I nomi sono nomi e li puo’ ricercare uno ad uno.

    Ho sempre scritto degli associati di B.H.Obama.

    Si puo’ anche informare da Popeye.

    Anita

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Poppy,
    non credo che tu abbia capito l’altifona: i piccioni, di regola e almeno quelli italiani, sui monumenti ci lasciano i loro escrementi.
    Ci cagano, detto tra noi.
    Non mi è dato di sapere dove vanno per quell’impellente bisogno i piccioni a stelle e a strisce.
    Ecco perchè mi trasformerei in piccione (viaggiatore) sapendo in precedenza e in quale parte venga eretto un monomento al Bushetto, ovvero all’imbecillità.
    C.G.

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Poppy
    “Antifona”, avrei voluto dire.

    Quando smanetto la tastiera le mie 10 dita corrono come quelle di un pianista. Spesso si inciampano tra loro.
    Succedeva pure a Beethoven…
    Scherzi a parte, ovviamente.
    C.G

  11. controcorrente
    controcorrente says:

    La festa dei Morti

    Da secoli c’è un a bella festa che li ricorda tutti, belli,buoni, brutti e cattivi,più o meno cade a Novembre !
    Ognuno porta un fiore ,un ricordo un amen ..in attesa di finire anche Lui tra i ricordati…

    I vivi poi mi commuovono ancora di più, soprattutto quelli che si indignano per la giustizia sociale , infatti è noto da secoli che una grande ondata di indignazione ha cambiato le cose..e resistono(la nuova resistenza) e si indignano accoratamente e rappresentano il vero problema per la sinistra.
    Indignati di tutto il mondo unitevi in una crociata di indignazione..!!

    cc

    Saimo tutti indignati ecco il segreto del mondo ecco spiegato l’arcano, indignati di tutto il mondo Unitevi!

  12. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Non ci sono monumenti a Presidenti viventi.

    Ci sono librerie-museo-storiche.

    Ieri era il centenario di Ronald Reagan, molto celebrato anche da dignitari mondiali.

    Ronald Reagan Foundation and Library, in California
    William J. Clinton Library anf Museum, in Arkansas
    George W. Bush Presidential Center-Library-Museum, in Texas

    Anita

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino, testuale:
    “Il Vecchio Continente infatti predica molto bene, a chiacchiere, da qualche decina di ani”…

    Hai sfondato una porta aperta.
    Questo NON è un lapsus (lapis, in gergo faustino) ma un dato di fatto.
    C.G.

  14. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    Ho capito bene cosa intendevi con il “piccione”. Ma tu non hsi capito bene. Un piccione che vede solo a due dimensioni e ha una vista monocromatica fara’ fatica a trovare i monumenti. Pero’ con un poco di impegnio possiamo attrezare il piccione con cacca “inelligente”.

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ah, sì Reagan, glielo raccomando.
    Quello a cui piaceva tanto la guerra fredda che se vedeva un pettirosso gli sparava gridando “kommmmmmmmmmunista”!
    E che durante il maccartismo faceva delazione USIA contro i suoi colleghi di lavoro.

    Quando faranno un “Foundation and Museum Library” in onore di Obama, cheffate voi conservatori bevitori di thè, gli date fuoco?

    C.G.

  16. Popeye
    Popeye says:

    Quando faranno un “Foundation and Museum Library” in onore di Obama, cheffate voi conservatori bevitori di thè, gli date fuoco?
    ————–
    Caro Cerutti
    Andremo la’ a mangiare cocomeri e cotica (non e’ Politically Correct ma non me ne importa!)

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Poppy,
    non ne ho il minimo dubbio. Su questo, certi tecnici (quelli con la testa di cemento) sono imbattibili.
    Basta sia qualcosa che “sgancia” e “tira”.

    Delle conseguenze, kissenefrega.
    American Dream oppure American Drill?
    màh..
    C.G.

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ecco, bravo Poppy!
    Riempite i vostri cannoni con cocomeri e cotiche. Fantastico!
    Si aiuta chi ha fame e non si fanno danni alle persone.
    Perchè non ci avete mai pensato da 66 anni a questa parte?

    Valli a capire stì ammeregani, tecniche sopraffine ma si affogano in un bicchiere d’acqua.
    Peccato.
    C.G.

  19. Popeye
    Popeye says:

    Ma NON illudiamoci: le porcherie fatte dagli Usa …
    ———–
    Non mi illudo affatto su quello che ha fatto l’Usa. Pero’ sono anche sicuro che se valutate con lo stesso peso non arriveranno mai al livello di quelle che non sono mai in discussione qui perche’ sono incoveniente. E quando sono in discussione c’e’ sempre una panzana adatta per dare colpa all’Usa.
    Sarebbe bello fare un elenco di queste “porcherie” per poi smontarle una alla volta.

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Bene Poppy,
    procurati pinze, martello, chiave inglese e cacciavite:

    Per quale motivo i governi conservatori e non, che si sono succeduti nel vostro Paese negli ultimi 30 anni (circa) hanno sempre usato guanti di velluto nei confronti del regime dell’Arabia saudita, noto come uno dei più retrogradi in fatto di democrazia e libertà individuali?

    C.G.

  21. peter
    peter says:

    x CG 123

    guanti di velluto? magari solo quelli…
    Bushetto accompagnava per mano (che tenerezza!) il re saudita nel suo ranch in Texas. Mi chiedo cosa ne pensasse sua maesta´…del resto, il bushetto vi ricevette anche il nostro ras padano galletto ´amburghese´ ruspante ed imbottito di viagra fino ai capelli finti primiaaa berluska…
    Obama fece, se possibile, anche di peggio, infatti al G20 di 2 anni fa a Londra si inchino´davanti al suddetto rginetto saudita, tutto copricapo in lenzuolo bianco (da fare invidia alle lenzuolate di Vox…), baffoni ed occhialoni neri…e cé´chi insinua che gli bacio´anche la mano inanellata…
    Tenendo conto che lapidazione, taglio delle mani e frustate sono del tutto legali in Arabia Saudita, che le donne non possono guidare o andare in bici, predicare una religiona diversa e´un reato capitale, i gay probabilmente li impalano…non possiamo non inchinarci di fronte al senso di democrazia e fairness ed equality dello zio Sam…

    Peter

  22. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti e Peter
    Sulla Arabia Saudita vi devo dare ragione. I governi Usa hanno cercato di usare un poco di “friendly persuasion” senza nessun frutto. Al massimo abbiamo frenato un poco i soldi che i principetti mandavano ai terroristi.
    Credo che con questo paese accettiamo il diavolo che sappiamo e il fatto che comprano made in Usa non aiuta. Come puri capitalisti siamo pronti a vendere la fune che useranno per impiccarci.

  23. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G. 95

    sicuramente più a sud di Zara potevano essere di Sebenico, patria del Tommaseo, e di Spalato, città prevalentemente veneta fino alla caduta di Venezia.
    Io sto parlando però di fuggiaschi dalla Dalmazia fino al 1954.
    Fai tu un po’ i conti.
    Da quelle parti parlano ancora oggi dalmatino, un miscuglio croato-veneto che a Zagabria non capiscono, mentre noi un po’ di più.

    So però che quelle popolazioni avevano moltissimi contatti con Ancona e Pescara che erano i loro punti di riferimento, persino nei nomi delle Chiese!
    Anche durante la guerra del 1991 per telefono mi parlavano di far venire i loro ragazzi ad Ancona o anche a Trieste come se dicessero di fare una gitarella!
    Bella la storia della mela e del maglione…soprattutto una bella educazione alle spalle!

    Sylvi

    Sylvi

  24. Vox
    Vox says:

    L’unica voce palestinese che sono riuscito a rintracciare sull’argomento Egitto.
    L’insurrezione d’Egitto e le sue implicazioni per la Palestina di Ali Abunimah su

    http://electronicintifada.net del 06/02/2011

    Siamo nel bel mezzo di un terremoto politico nel mondo arabo e la terra non ha ancora smesso di tremare. Azzardare previsioni quando gli eventi sono così mutevoli è rischioso, ma non c’è dubbio che la rivolta in Egitto – comunque si concluderà – avrà un impatto radicale in tutta la regione e nella stessa Palestina.

    Se il regime di Mubarak cadrà, e a sostituirlo ce ne sarà uno meno legato a Israele e agli Stati Uniti, per Israele sarà un grande smacco.

    Come ha commentato Aluf Benn sul quotidiano israeliano Haaretz, “La perdita di potere del governo del presidente egiziano Hosni Mubarak lascia Israele in uno stato di panico strategico. Senza Mubarak, Israele resta quasi senza amici in Medio Oriente; lo scorso anno, Israele si è giocata l’ alleanza con la Turchia. Infatti, osserva Benn, “A Israele sono rimasti due soli alleati strategici nella regione. La Giordania e l’Autorità palestinese”. Ma ciò che Benn non dice è che entrambi questi due “alleati” non sono immuni (dal dissenso – n.d.t.)…

    … Per la prima volta da anni stiamo assistendo a movimenti di grandi masse che, nonostante includano gruppi islamisti, non sono necessariamente dominate o controllate da loro.

    Bisogna anche considerare l’effetto dimostrativo che le proteste hanno per i palestinesi: la durata dei regimi tunisino ed egiziano ha giocato sulla percezione che questi non fossero sovvertibili, così come sulla loro capacità di terrorizzare parte delle loro popolazioni e di cooptarne altre.

    La relativa facilità con cui tunisini si sono liberati del proprio dittatore, e la velocità con cui l’Egitto, e forse lo Yemen, sembrano andare per la stessa direzione, possono anche fungere da messaggio ai palestinesi che né Israele né le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese sono indomabili come sembrano.

    In effetti, la “deterrenza” di Israele già ha preso un duro colpo dalla sua incapacità di sconfiggere Hezbollah in Libano nel 2006, e per aver rafforzato Hamas a Gaza con gli attacchi dell’inverno 2008-09.

    Per quanto riguarda la AP di Abbas, mai sono stati spesi così tanti soldi ricevuti da donazioni internazionali per una forza di sicurezza e con risultati così scarsi.
    Il segreto di Pulcinella è che senza l’occupazione militare israeliana della Cisgiordania e l’assedio a Gaza (con l’aiuto del regime di Mubarak), Abbas e la sua guardia pretoriana sarebbero caduti già da tempo.

    E’ improbabile che questo castello di carte palestinese rimanga in piedi ancora a lungo, costruito sulle fondamenta di un processo di pace fraudolento, da USA, UE, Israele e con il sostegno dei decrepiti regimi arabi che ora sono sotto la minaccia della loro stessa gente.

    Questa volta il messaggio dovrebbe esser che la risposta non è nella resistenza militare, ma piuttosto nel potere della gente e nella maggiore attenzione alle proteste popolari.

    Oggi, i palestinesi rappresentano almeno la metà della popolazione nella Palestina storica – Israele, Cisgiordania e la Striscia di Gaza assieme.
    Se si sollevano all’unisono per chiedere gli stessi diritti, cosa potrebbe fare Israele per fermarli?

    Israele non ha mai smesso di dare dimostrazione di violenza brutale e forza letale nei villaggi della West Bank tra Bil’in e Beit Ommar. Israele deve temere che, se rispondesse a qualsiasi sollevazione generale con brutalità, il suo già precario sostegno internazionale potrebbe iniziare ad evaporare più velocemente di quello di Mubarak.

    Il regime di Mubarak, a quanto pare, sta subendo una rapida “delegittimazione”. I leader israeliani hanno dimostrato che una tale implosione del sostegno internazionale li spaventa più di ogni minaccia militare esterna.

    Con lo slittare del potere verso la popolazione araba e lontano dai loro regimi, i governi arabi non possono permettersi di rimanere silenti e complici come hanno fatto per anni di fronte all’oppressione di Israele verso i palestinesi.

    Come per la Giordania, il cambiamento è già in corso. Ho assistito a una protesta di migliaia di persone nel centro di Amman ieri. Queste proteste, ben organizzate e pacifiche, sollecitate da una coalizione di partiti islamici e dell’opposizione di sinistra, sono partite da settimane nelle città di tutto il paese.

    I manifestanti chiedono le dimissioni del governo del primo ministro Samir al-Rifai, lo scioglimento del parlamento eletto in quelle che sono state ampiamente riconosciute come elezioni fraudolente in novembre, nuove libere elezioni sulla base di leggi democratiche, giustizia economica, fine della corruzione e la cancellazione del trattato di pace con Israele.

    Ci sono state significative manifestazioni di solidarietà per il popolo egiziano… gli slogan che ho sentito durante le proteste sono senza precedenti per il loro coraggio e per la loro diretta sfida all’autorità.
    Qualsiasi governo sensibile ai desideri del popolo dovrà rivedere le sue relazioni con Israele e gli Stati Uniti.

    Da oggi solo una cosa è certa: qualsiasi cosa succederà nella regione, la voce della gente non potrà più essere ignorata.

  25. Vox
    Vox says:

    In Egitto va bene, applaudiamo,
    ma da noi no, da noi no no no….

    Scontri Arcore, il Colle condanna
    Maroni chiede condanna esemplare
    Casini: non finiamo come l’Egitto

    ===

    Ohibò, epperchèno?

  26. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Silvy.
    Proprio così.
    Il luogo è Porto Recanati, cittadina situata 20 km a sud di Ancona subito dopo il promontorio del Conero.
    Nel 1963, i barconi non arrivavano più da parecchi anni, ci fu uno scambio di una settimana di nostre scolaresche con quelle di Spalato. Fu una bella esperienza che ricordo con piacere. Con una ragazzina jugoslava conosciuta là, per un periodo di tempo ci scrivemmo letterine infuocate dove i “ti amo” “mi manchi” e ” per te verrei a nuoto” si sprecavano. Bei tempi…
    Fu la prima volta che misi piede all’estero.
    C.G.

  27. Anita
    Anita says:

    x Cerutti Gino -#116-

    I Centri, librerie e musei Presidenziali vengono fatti con soldi privati, contributi piccoli e grandi.

    Sono una “charter member” delle Ronald Reagan e G.W.Bush.
    L’ultima e’ appena stata inaugurata.

    Peccato che sono cosi’ lontane, altrimenti ci farei una visita.

    Anita

  28. Anita
    Anita says:

    This dog is a rescued dog!

    Look at the face of this dog as he looks at his partner.

    Tina and Chandi Semi-final 2 Britain’s Got Talent 2010 Tuesday

    http://www.youtube.com/watch?v=ayldeeEsrOA

    English to Italian translation

    Questo cane è un cane salvato! (adottato)

    Guardate il volto di questo cane come guarda la sua partner.

    Tina e Chandi Semifinale 2 Britain’s Got Talent 2010 Martedì.

    Anita

  29. Popeye
    Popeye says:

    Cara Anita
    That was a great performance.
    PS – And I am still laughing after seeing the cartoon you send me.

  30. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ah,
    lei è una “chartermember” di quell’imbecille del Bushetto e sembra che lo scriva pure con una punta di orgoglio.
    Sob!
    Un vecchio detto recita:
    “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.

    Un’altro: “Cristo li fa poi li accomuna”

    Contenta lei…
    C.G.

  31. Anonimo
    Anonimo says:

    Non appena sento odore di doppiopesismo.

    Buona giornata a lei, Komare.
    Qui c’è un sole primaverile, peccato che non ho più il cane da portare a sollazzarsi nei campi. Mi piacerebbe farlo di nuovo.
    Quando andrò in pensione, avrò più tempo a disposizione e cercherò in un canile quì vicino qualche orfanello/a da portare con me e tenermelo.
    Mi saluti l’Alex, anche se quelle “mezzecalzette” non mi piacciono affatto. Preferisco cani a “zampa larga”, sono i più buoni.
    C.G.

  32. Popeye
    Popeye says:

    “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.

    Un’altro: “Cristo li fa poi li accomuna”
    ——————
    Caro Cerutti
    Spiega perche’ sei un bolscevico!

  33. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    Il tuo # 83 mi ha fatto capire piu’ di te e il tuo carattere che tutte le tue panzane scritte da quando ti conosco, virtualmente.

  34. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Solo Bolscevìko?
    E il “perdente kommmmmunista”?
    Cheffai, Poppy, perdi i colpi?
    C.G.

  35. Popeye
    Popeye says:

    La grande bufala del barboncino
    “In Svizzera non uccidiamo i cani”
    Non era vera la vicenda di un cane condannato a essere abbattuto a Rencovilier perché la proprietaria non avrebbe pagato una tassa. Il sindaco bombardato da migliaia di email. “E’ tutta un’invenzione – avrebbe smentito il primo cittadino – non ne possiamo più”

  36. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    No, non fai parte dei “perdenti komunisti”, una classe a parte, ma solo alla classe di “finto komunista” .

  37. A Z Cecina Li
    A Z Cecina Li says:

    Cara Anita. A proposito di presidenti USA e di rivoluzionari. Pur non essendo io un grande conoscitore della storia USA nelle scarse reminiscenze scolastiche mi par di aver letto di un tale George Washington che veniva definito come “RIVOLUZIONARIO” e che rivoluzionari erano tutti quelli che insieme a lui combatterono per l’indipendenza, compresi un bel po’ contrabbandieri, bucanieri e fuorilegge di varie specie.
    Quindi ad essere contrario allo spirito delle origini della patria, e per questo disdicevole, non è certo l’amicizia con dei rivoluzionari ma casomai le frequentazioni di noti e dichiarati reazionari, monarchi assoluti e tirannici, dittatori di ogni specie che i vostri presidenti hanno avuto negli ultimi 150 anni.

    Antonioantonio.zaimbri@tiscali.it

  38. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Qui piove neve gelata e ci aspettiamo freddo intenso, una bella combinazione…per rompersi la schiena…

    I cani ‘a zampe large’ li ho avuti.
    Alla mia eta’ non potrei piu’ correre con un dobermann al guinzaglio.
    Un cane piccolo fa piu’ compagnia, si accontenta di passeggiate con un certo limite, e’ piu’ facile da gestire.

    Anita

  39. Shalom: era ora! Anche la Germania osa dire la verita', e cioe' che la circoncisione e' una barbarie, una violenza sui minori. Il pretume ebraico musulmano con le sue pretese cavernicole vada a farsi benedire
    Shalom: era ora! Anche la Germania osa dire la verita', e cioe' che la circoncisione e' una barbarie, una violenza sui minori. Il pretume ebraico musulmano con le sue pretese cavernicole vada a farsi benedire says:

    Andrea Tarquini per “la Repubblica”
    circoncisione

    Per gli ebrei, e per i musulmani, è precetto religioso antichissimo. Ma secondo interpretazioni più rigide dell´articolo 223 del codice penale tedesco, viola la legge: mutilazione corporale. Nella Germania moderna nessuno l´aveva messa mai in discussione.

    L´autorevole, aperta Frankfurter allgemeine ha lanciato il dibattito: chiedendosi se la circoncisione rituale, praticata per motivi religiosi, sia compatibile con i valori costitutivi di uno Stato di diritto, che vieta gli attacchi all´integrità del corpo umano. Così, per la prima volta dal 1945, Berlino critica una tradizione ebraica, anche se non solo ebraica, appellandosi al no alle violenze specie contro l´infanzia: dal 2000 in Germania ogni punizione corporale verso i figli è vietata dalla legge.
    circoncisione

    Stephan Kramer, segretario generale del consiglio centrale degli ebrei tedeschi, ha espresso «profonda inquietudine per i tentativi di criminalizzare la circoncisione religiosa». Per lui abolire uno dei precetti religiosi costitutivi dell´ebraismo «è impensabile». Ancora più deciso l´intervento del rabbino Julian Chaim Soussan di Duesseldorf: «Anche l´ultimo bastione dell´autodeterminzione ebraica, il brit milà (così si chiama la circoncisione religiosa, ndr) è sotto tiro».

    Non bisogna cedere, insiste: «Da millenni decidiamo noi da soli quali siano gli elementi costitutivi dell´ebraismo, dell´identità ebraica, ci opponiamo a questi difensori della legge che vogliono oscurare la nostra identità a vantaggio di un´idea di società in cui decide solo la maggioranza». Un altro rabbino, Andrew Steimann, pur invitando a «non chiamare subito in causa il passato nazista», avverte che «insegnamento di dottrina e tradizione, shabbat e circoncisione rituale, sono elementi fondamentali della memoria collettiva che ha tenuto in vita l´identità ebraica».
    circoncisione

    Per cui «rinunciare alla circoncisione rituale significherebbe tradire tutti coloro i quali hanno lottato per la nostra fede pagando spesso con la vita».

    Un dibattito aperto è spesso un tabù violato, anche in una delle democrazie più solide del mondo come la Germania. Tanto più che l´articolo 223 del codice penale condanna ferite, lesioni e mutilazioni senza elencarle. Lo scontro vede uniti, per una volta, ebrei e musulmani. Nella Bundesrepublik la comunità ebraica dopo la riunificazione è rifiorita e tornata centrale nella società e nella cultura; i musulmani, a causa della forte minoranza immigrata turca, sono un fattore importante nel quotidiano. Infatti al Milli Goerus, la forte organizzazione islamica, mettono le mani avanti: e denunciano il «tentativo di limitare la nostra libertà religiosa».
    circoncisione

    I giudici “falchi” non sono d´accordo. Magistrati autorevoli come Rolf Dietrich Herzberg insistono nell´interpretazione dura delle leggi: la circoncisione viola l´integrità del corpo, tanto più se praticata per rito su minorenni incapaci di difendersi e di decidere. I maschi ebrei vengono circoncisi 8 giorni dopo la nascita, i musulmani attorno al sesto anno d´età, per cui secondo i magistrati il loro trauma è ben più grave. La difesa dell´integrità fisica, secondo i giuristi anti-circoncisione religiosa, deve far premio sul rispetto delle religioni. È una svolta nella coscienza collettiva della Germania postbellica. Eppure l´organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che per i maschi circoncisi contrarre l´Aids, o favorire la formazione del tumore all´utero nelle loro compagne, sono rischi molto più improbabili.

    Andrea Tarquini per “la Repubblica”

    Per gli ebrei, e per i musulmani, è precetto religioso antichissimo. Ma secondo interpretazioni più rigide dell´articolo 223 del codice penale tedesco, viola la legge: mutilazione corporale. Nella Germania moderna nessuno l´aveva messa mai in discussione.

    L´autorevole, aperta Frankfurter allgemeine ha lanciato il dibattito: chiedendosi se la circoncisione rituale, praticata per motivi religiosi, sia compatibile con i valori costitutivi di uno Stato di diritto, che vieta gli attacchi all´integrità del corpo umano. Così, per la prima volta dal 1945, Berlino critica una tradizione ebraica, anche se non solo ebraica, appellandosi al no alle violenze specie contro l´infanzia: dal 2000 in Germania ogni punizione corporale verso i figli è vietata dalla legge.

    Stephan Kramer, segretario generale del consiglio centrale degli ebrei tedeschi, ha espresso «profonda inquietudine per i tentativi di criminalizzare la circoncisione religiosa». Per lui abolire uno dei precetti religiosi costitutivi dell´ebraismo «è impensabile». Ancora più deciso l´intervento del rabbino Julian Chaim Soussan di Duesseldorf: «Anche l´ultimo bastione dell´autodeterminzione ebraica, il brit milà (così si chiama la circoncisione religiosa, ndr) è sotto tiro».

    Non bisogna cedere, insiste: «Da millenni decidiamo noi da soli quali siano gli elementi costitutivi dell´ebraismo, dell´identità ebraica, ci opponiamo a questi difensori della legge che vogliono oscurare la nostra identità a vantaggio di un´idea di società in cui decide solo la maggioranza». Un altro rabbino, Andrew Steimann, pur invitando a «non chiamare subito in causa il passato nazista», avverte che «insegnamento di dottrina e tradizione, shabbat e circoncisione rituale, sono elementi fondamentali della memoria collettiva che ha tenuto in vita l´identità ebraica».

    Per cui «rinunciare alla circoncisione rituale significherebbe tradire tutti coloro i quali hanno lottato per la nostra fede pagando spesso con la vita».

    Un dibattito aperto è spesso un tabù violato, anche in una delle democrazie più solide del mondo come la Germania. Tanto più che l´articolo 223 del codice penale condanna ferite, lesioni e mutilazioni senza elencarle. Lo scontro vede uniti, per una volta, ebrei e musulmani. Nella Bundesrepublik la comunità ebraica dopo la riunificazione è rifiorita e tornata centrale nella società e nella cultura; i musulmani, a causa della forte minoranza immigrata turca, sono un fattore importante nel quotidiano. Infatti al Milli Goerus, la forte organizzazione islamica, mettono le mani avanti: e denunciano il «tentativo di limitare la nostra libertà religiosa».

    I giudici “falchi” non sono d´accordo. Magistrati autorevoli come Rolf Dietrich Herzberg insistono nell´interpretazione dura delle leggi: la circoncisione viola l´integrità del corpo, tanto più se praticata per rito su minorenni incapaci di difendersi e di decidere. I maschi ebrei vengono circoncisi 8 giorni dopo la nascita, i musulmani attorno al sesto anno d´età, per cui secondo i magistrati il loro trauma è ben più grave. La difesa dell´integrità fisica, secondo i giuristi anti-circoncisione religiosa, deve far premio sul rispetto delle religioni. È una svolta nella coscienza collettiva della Germania postbellica. Eppure l´organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che per i maschi circoncisi contrarre l´Aids, o favorire la formazione del tumore all´utero nelle loro compagne, sono rischi molto più improbabili.

  40. Ratzy a Maryssymy: il Chiavalier che per Bingo Bongo Bossi era "il mafioso di Arcore" è in ottima e degna compagnia
    Ratzy a Maryssymy: il Chiavalier che per Bingo Bongo Bossi era "il mafioso di Arcore" è in ottima e degna compagnia says:

    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-22558.htm

    Marco Lillo e Vincenzo Iurillo per “il Fatto Quotidiano”

    Uno zio e una zia uccisi dalla camorra in un regolamento di conti degno di Quentin Tarantino per punire il cugino, sospettato di aver aiutato altri killer ad uccidere i rivali. È questo il segreto familiare di Raffaella Fico da Casalnuovo di Napoli. L’ultima fiamma del Cavaliere, quella che secondo Nicole Minetti era riuscita a farsi comprare un appartamento dal premier e che ora è approdata (con la benedizione del direttore generale della Rai Mauro Masi) all’Isola dei famosi, certamente non teme le avversità dell’Honduras che l’attendono. Nella sua vita ha visto da vicino realtà ben più difficili.

    La ragazza 23enne di Cercola è l’ennesima Papi girl che frequenta i “wild party” del Cavaliere nonostante le sue relazioni pericolose di tipo familiare e sentimentale con soggetti legati alla criminalità.

    Proprio a Napoli si concentrano i casi più recenti. Un’altra reduce dell’Isola dei famosi, Sara Tommasi, presto sarà sentita come testimone dalla Procura di Napoli in un’indagine di prostituzione di alto bordo.

    La Tommasi è stata intercettata mentre parlava con un indagato per falsificazione di monete e contemporaneamente comunicava via sms con il premier e con Lele Mora. Ieri alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, lei ha detto candida: “In politica o nello spettacolo, ci sono sempre giri loschi: in Italia è così. Di conseguenza, non ci spaventiamo, anzi sfruttiamo tutto ciò che ci capita”.

    La filosofia della ragazza di Arcore è chiara: “Lo sappiamo tutti che Lele Mora portava le ragazze a Berlusconi”. Viva la sincerità. E poi ancora aggiungendo banalità: Fabrizio Corona avrebbe “contatti” con la camorra insieme all’amico comune soprannominato Bartolo, che lei ha definito “intermediario di Corona”.

    Tutto così. Alla luce del sole, in diretta. Ormai le ragazze del premier i rapporti con i criminali li rivendicano. Chissà che alla prossima edizione dell’Isola non si faccia un collegamento dagli arresti domiciliari con Massimo Grasso, ex consigliere comunale di Forza Italia, ora indagato per associazione a delinquere di stampo camorristico con il fratello Renato (il boss dei videopoker) e soprattutto fidanzato di Eleonora de Vivo, anche lei ex naufraga dell’Isola insieme alla gemella Imma. Con la quale stroncava così il Cavaliere al telefono, prima di partecipare alla sua ennesima festa, “l’ho visto un po’ out, sta più di là che di qua…è diventato pure brutto deve solo sganciare”.

    Per non parlare della ex ‘Coloradina’ 25enne Marysthelle Garcia Polanco. La dominicana della quale Emilio Fede diceva: “L’hanno trovata in macchina con droga e un coltello”. Era fidanzata con tal Ramirez Della Rosa, condannato a 8 anni per spaccio e detenzione di 12 chili di cocaina custodita in parte in un box del residence Olgettina, pagato dal Cavaliere. Il caso D’Addario non ha insegnato nulla al Cavaliere che continua a farne entrare “di ogni”, come diceva la Minetti al telefono all’amica M.T.. Tutte potrebbero fotografarlo e ricattarlo eppure il premier sembra avere una passione per le amiche dei boss.

    Come Barbara Montereale, invitata a Palazzo Grazioli con Patrizia D’Addario nel 2008 e poi gratificata con una busta da 10 mila euro a Villa Certosa, nonostante fosse la fidanzata di Radames Parisi, rampollo di uno dei clan più importanti di Bari. O Sabina Began, già amica di un narcotrafficante kosovaro, Bashkim Neziri, sfuggito all’arresto a Roma alla fine degli anni novanta.

    Anche Noemi Letizia, in fondo, è figlia di un dipendente comunale arrestato per una storia di mazzette degli anni Novanta, e scampato al processo solo grazie a un anomalo smarrimento del fascicolo: Elio Letizia, sposato con una signora, Raffaella Palumbo, abile a incassare 20 mila euro dopo avere sostenuto tutte le bugie del Cavaliere sulla figlia minorenne. Bugie che ora rischiano di diventare un boomerang se davvero l’avvocato della famiglia della ex amica di Noemi, Roberta Oronzo, tratta la vendita di foto e filmati made in Villa Certosa, girati nel 2008.

    Il caso di Raffaella Fico è diverso. La 23enne di Cercola non ha nulla a che fare con le storie nere degli zii paterni e il padre di Raffaella Fico, Alfonso, è un onesto fruttivendolo, vittima di una rapina nel 2008. Eppure la storia degli zii di un’amica così intima del premier, al punto da ingelosire la ‘fidanzata’ Nicole Minetti, merita di essere raccontata. Lo zio e la zia di Raffaella Fico, sono stati uccisi nel 1997.

    La cronaca di Repubblica quel giorno è impressionante: “A Casalnuovo, sono rimasti a terra Pasquale Fico, 58 anni, paralizzato alle gambe da due anni dopo un altro agguato, e la moglie Lucia Porricelli, 55 anni. La coppia avrebbe pagato per il figlio Domenico, 26 anni, in carcere con l’ accusa di aver partecipato due anni e mezzo fa a un duplice omicidio. Pasquale Fico aveva tentato di far uscire il figlio dal carcere autoaccusandosi, ma senza risultato.

    Un passato con condanne per rapina, sequestro di persona, tentata violenza carnale, Pasquale Fico viene accusato, con la moglie, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di merce rubata. ….Il figlio di Pasquale Fico è legato a quel che resta della cosca Egizio e partecipa a un agguato contro due “rivali”. Scatta la vendetta trasversale: Fico viene ferito, resta paralizzato. Ieri l’agguato riesce. Marito e moglie sono sotto casa, in auto. I killer sparano sotto gli occhi della figlia diciottenne. L’auto si incendia. La ragazza riesce a trascinare i corpi dei genitori fuori dall’auto, ma è tardi”.

    Il cugino di Raffaella, Domenico Fico, 41 anni, è stato poi assolto per quell’omicidio che gli è costato così tanto. Poi però è finito altre volte nei guai. Per due volte, nel 2007 e nel 2008 è finito agli arresti domiciliari e risulta segnalato per precedenti di polizia del 2007 per violenza e lesioni.

    Quando il presidente Berlusconi fu costretto a difendersi a Porta a porta per il caso Noemi, il direttore del Corriere della sera Ferruccio de Bortoli lo invitò a tenere un contegno più consono alla carica: “ai compleanni non si va: si rischia di essere fotografati con tipi con la maglietta ‘Song ‘e Napule'”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.

  41. Anita
    Anita says:

    x Antonio AZ

    Caro Antonio, tu stai confondendo i soggetti.

    Prendi Bill Ayres, un marxista anti-americano che ha dichiarato guerra agli Stati Uniti nel 1960 e commesso atti di aggressione violenta (numerosi bombardamenti di edifici ) contro gli Stati Uniti.
    Era nella lista dei ricercati dell’FBI e in fuga per dieci anni … poi si e’ consegnato alla giustizia.

    E’ stato premiato dai suoi simpatizzanti marxisti e vive agiatamente con un dottorato di professore nella terra che odia e continua a predicare il suo dogma anti-americano.

    Ha sostenuto Obama con $$$$$, comizi per la campagna elettorale, e ideologicamente.

    Non si e’ pentito, anzi e’ dispiaciuto di non avere fatto di piu’, e…lo farebbe ancora. (parole sue)

    E questo e’ solo uno…della lista.

    Anita

  42. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Cerutti
    No, non fai parte dei “perdenti komunisti”, una classe a parte, ma solo alla classe di “finto komunista” .
    Popeye.
    —————————————————————————–
    Poppy,
    io finto kommmmmmmunista?
    Dormo, con sotto il cuscino la falce e il martello e appuntati in parete baschi con la stella rossa, foto di Ho-Chi-Min, di Turati e
    del Comandante Ernesto “Che” Guevara.
    Distende.
    Provare per credere.
    La suoneria della sveglia al mattino canta l’Internazionale (in tedesco):
    “Wacht auf, verdammter diese Erde….”
    Tradotto: “Svegliatevi, dannati di questo mondo…”
    Kome ti permetti di dubitare?
    C.G.

  43. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Gino,
    ho letto il tuo 83 (Pane nero). Che tu fossi proprio così come hai scritto era chiaro ed ovvio a tutti, compreso i sassi ed i barbieri. Star con te su questo blog è un vero piacere.

    Vorrei ora riprendere il tuo messaggio n. 72 Cerutti Gino { 07.02.11 alle 9:12 }per un commento che non ha alcun intento polemico (come sai io sono del parere che ognuno è libero di pensare quel che crede) nei tuoi confronti ma solo quello di precisare alcune cose al di là della risposta n. 73 controcorrente { 07.02.11 alle 9:49 }.
    Apparentemente la pregevole signora Silvy chiede un po’ di umana compassione per i caduti di tutte le guerre, compreso quelli che hanno, sfortunatamente per loro e per noi, combattuto dalla parte sbagliata; ed un po’ di umana solidarietà per la sofferenza, comunque umana e legittima, dei loro familiari. La stessa cosa, ed ancora a maggior ragione, per coloro che hanno perso la vita, ed i loro beni, negli accadimenti seguiti alla fine della II GM, che hanno portato alla più radicale pulizia etnica che si sia mai vista in Europa (ch’io ricordi in tutta la sua lunga storia). Apparentemente …
    Ora, tu che vieni da una regione rossa, e quindi contraria a fascismo e fascisti, hai mai assistito a manifestazioni di disprezzo nei confronti dei singoli caduti nelle guerre fasciste, compreso, quelli della Repubblichetta? Hai mai sentito rivolgere ingiurie od offese contro i soldati di Mussolini o contro i soldati morti in Africa o in Russia? Hai mai assistito a manifestazioni di ostilità contro i loro parenti? Io MAI. Non ne ho mai neppure sentito parlare, se non FORSE, nei periodi immediatamente successivi alla guerra (e si tratta di cosa assai dubbia). Qualcuno nel blog ha mai sentito parare di tali comportamenti in qualunque altra parte d’Italia?
    Quindi sul piano personale mai nessuno ha avuto nulla da dire contro dei poveracci morti non certo per colpa loro e mai nessuno ha avuto nulla da dire contro i loro parenti (questi poi non si sa bene di cosa colpevoli)….. Ma questo è uno dei temi portanti della pregevole signora Silvy….
    Curioso, no? Sembrerebbe un comportamento del tutto illogico, ma quando si parla di politica c’è sempre una logica. Anche perché il tema preferito della pregevole signora è poi quello portato avanti da 65 anni dalle associazioni combattentistiche della RSI e dai fascisti duri e puri [onore ai caduti di TUTTE le guerre, quindi anche delle guerre fasciste; tutti hanno combattuto e sono morti per la loro patria, quindi sono tutti uguali, partigiani e fascisti sono ugualmente degni di rispetto, salvo poi insinuare che i partigiani erano al soldo di Mosca mentre i fascisti combattevano per la Patria, ecc. ecc.]. Molto curioso, no?
    Ora, seguimi bene, ammettiamo per puro caso che la pregevole signora Silvy sia una fascista travestita: Sai quei fascisti “popolari” (in fondo, in fondo, mooooltro in fondo anche il Buce aveva delle supposte origini socialiste, pur non avendo mai capito nulla di Marx). Guarda che non è solo un’interpretazione mia, lo dice lei stessa [“Sono quelli come me, con il cuore alla sx sociale, alla giustizia sociale, ma il cervello non ancora portato all’ammasso il vero problema della sx!” Queste parole avrebbe potuto, paro paro, pronunciarle ‘Sto race e la pregevole Alessandra in arte Ducia…].
    Ti cito alcuni temi classicamente di estrema desta portati avanti da questa sedicente progressista: un antisindacalismo esasperato; un patriottismo formale, fatto di labari, bandiere e cerimonie ai cimiteri: la tendenza a dire che i panni sporchi dsi lavano in casa propria e quindi ad evitare ogni argomento che possa infangarla Patria, donde la negazione sistematica di stragi commesse dai soldati del Regio Esercito; continuo parlare di Nazione , di Patria, di Popolo tutti naturalmente uniti, in un paese che non è mai strato unito in tutta la sua storia, ecc.
    Ora, se ammettessimo per ipotesi che abbiamo a che fare con una di estrema destra, tutte queste contraddizioni avrebbero una loro spiegazione logica.
    No, caro Gino, quello che costei vuole non è il rispetto umano per dei poveri cristi e per le loro innocenti famiglie,quel che vuole è un riconoscimento politico [uno speciale che potrebbe allagarle la casa (?????) …parla Pansa…parlano le foibe…parla il dolore dei vinti…dopo quasi settantanni. In nessuna parte del mondo civile è stato fatto un tale vergognoso silenzio…; Morti inesistenti per l’Italia! Perchè??? Paura di offendere Tito? O i comunisti italiani?] E’ una classica prosa da fascista, compreso la rettorica formale piena di punti esclamativi ed interrogativi (rettorici).
    Caro Gino, quello che costei formalmente chiede l’hanno sempre avuto, quel che chiede surrettiziamente l’avranno tra poco. Ma per me i fascisti rimangono fascisti, gli antifascisti stanno e stavano comunque dalla parte giusta. Al di là dei loro errori e talvolta perfino dei loro crimini. Sono cose di cui ho già parlato ma come sempre questo indegno personaggio alle contestazioni formali non risponde MAI.
    Un caro ed amichevole saluto Uroburo

  44. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    che uno mi dia “della stronza” che l’altro mi dia “dell’indegno personaggio”…in fondo ognuno si esprime come sa e può!
    Che si possa travisare il pensiero di un blogghista…succede ovunque , ogni giorno…la buona fede, la sincerità, la dignità sono merce quasi in via di estinzione.

    Ma a lei voglio chiedere se mi ritiene, “ohhh per ipotesi”!!!
    una fascista più o meno travestita…perchè quel po’ che ricordo dei primi tempi che scrivevo sul blog “qualcuno” ha parlato spesso di infiltrati…e io “cadevo letteralmente dal pero”!
    Ora se questo è anche il suo pensiero…questo cambierebbe tutto. Non le pare?
    A parte il fatto che non so se ridere o arrabbiarmi, perchè nemmeno nei miei tempi più eroici ho osato paragonarmi a una Mata Hari o Marlene Dietrich , seppure “molto mignon”!
    C’è inoltre un altro risvolto…dovrei scrivere quel che mi viene in lingua sempre pensando “se questo” sarà giudicato più o meno fascista; non me l’ha ordinato il dottore!

    Per concludere ho solo da esortare certi “licei classici” a studiare la grammatica: vittime civili non corrisponde al significato di “soldati”.
    Ma lei questo lo aveva capito da moh, e ribadito nel suo 80 di cui la ringrazio!

    cordiali saluti Sylvi

« Commenti più vecchiCommenti più recenti »

I commenti sono chiusi.