In attesa del 2012. Intervista crepuscolare
- Che cosa vorresti che ti dicessero per ricominciare?
– Mi basterebbero due cose: se abbiamo davvero un’altra possibilità per rimediare ai nostri errori.
– Questo è scontato, altrimenti a che pro ricominciare?
– Il fatto è che anche sulla terra di tanto in tanto dobbiamo ricominciare, ma lo facciamo per ripetere sempre gli stessi errori del passato, magari in forme diverse.
– Sta tranquillo, la possibilità di avere una consapevolezza matura vi permetterà di fare scelte più ponderate. Ma qual è la seconda cosa?
– E’ appunto questo, che ognuno possa rendersi conto da sé, autonomamente, dei limiti insuperabili non solo della propria civiltà di appartenenza, ma anche di quelli delle civiltà che lo hanno preceduto o che sono venute dopo.
– La memoria che avrete sarà di lunghissima durata. Potrete rivedere, come su uno schermo, tutto quanto è accaduto prima e dopo la vostra civiltà, potrete fare tutti i confronti che vorrete.
– Ti dico questo perché la cosa che più m’interessa è quella di essere messo in grado di distinguere quando una civiltà è conforme ai valori umani e quando non lo è.
– Che cosa intendi di preciso per “conformità ai valori umani”? Mi pare una richiesta ovvia.
– Lo sarà per te. Io invece devo ricostruirmi come “persona umana”. Di ogni cosa per esempio ho bisogno di sapere quale possa essere l’impatto ambientale.
– Cioè vorresti far dipendere l’umanità dalla naturalità?
– Esattamente. Vorrei sapere se avrò la possibilità di stabilire un criterio generale che mi permetta di scegliere la soluzione migliore; anzi vorrei che questo criterio mi venisse offerto dalla stessa natura. E’ possibile?
– Far dipendere l’umanità dal rispetto della natura a molti può apparire limitativo.
– Mi rendo conto, ma noi dobbiamo stabilire quale civiltà, di tutte quelle storiche che si sono succedute, merita d’essere riprodotta nell’universo. Non possiamo compiere errori di cui ci pentiremmo amaramente. Abbiamo già sofferto abbastanza sul nostro pianeta.
– Non è facile poter trovare dei criteri obiettivi. Si rischia sempre la demagogia, il fanatismo.
– Allora diciamo questo: la cartina di tornasole che attesta uno squilibrio nei rapporti tra uomo e natura è offerta dal formarsi di una disuguaglianza di genere sempre più marcata. La donna viene discriminata dall’uomo, ovvero viene accettata solo se assume i criteri del maschilismo. Là dove si usa la differenza per affermare un arbitrio, una superiorità ipostatizzata di qualsivoglia natura, lì si compie una violazione non solo dell’umanità ma anche della naturalità dell’essere umano.
– E come pensi che la gente possa capire queste cose?
– Sviluppando dei princìpi naturali, il primo e più importante dei quali è la libertà di coscienza, che è la vera legge che regola l’intero universo.
– E come farai ad affermare un principio del genere quando le modalità con cui s’è cercato di viverlo sulla terra sono state diversissime?
– Secondo me c’è solo un modo: offrire la possibilità di ricostruire un ambiente analogo a quello in cui la libertà di coscienza è stata vissuta al meglio, con minori condizionamenti.
– Cioè vuoi dire che il futuro nell’universo non sarà altro che la realizzazione, su scala infinita, del meglio già ottenuto sulla terra e che col tempo s’era dimenticato o addirittura rimosso? Nel senso che se non si ricostruisce quello stesso ambiente, sarà impossibile provare di nuovo le stesse sensazioni emozioni impressioni percezioni?
– Sì, praticamente sì. I credenti parlano di “giudizio universale”, come se ci fosse qualcuno che dall’alto o dall’esterno fosse preposto a giudicare tutte le loro azioni. Invece dovrebbe esserci soltanto la possibilità di un obiettivo confronto di civiltà.
– Ho capito. E quindi da questo confronto si dovrebbe poi arrivare a compiere una scelta in tutta libertà.
– Proprio così. La libertà di coscienza dovrebbe essere considerata la prima cosa da rispettare. Nessuno può essere costretto a fare cose contro la propria volontà. Non deve scomparire il problema da risolvere, ma la percezione che non possa essere risolto a causa della volontà di qualcuno.
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