Il bunga bunga non è solo quello di Arcore. E ci guadagnano tutti, a partire dalla Chiesa. Compresi i giornalisti che in un eccesso di servilismo fanno sparire, con buona pace del superpatriottico ministro della Difesa Ignazio La Russa, perfino un nostro militare ucciso in Afganistan

Più che il patriottismo, come sempre di cartone, potè il servilismo. Il 19 gennaio 2011 marchierà per sempre alcuni giornali e annessi direttori. Quel giorno il  servilismo e l’ipocrisia dei giornalisti che difendono a tutti i costi il sempre più indifendibile Chiavaliere Papino il Breve, al secolo Berlusconi Silvio, hanno mostrato tutta la loro grandiosa sporcizia. Uso vocabili gravi e volutamente offensivi perché non se ne possono usare di più morbidi. Allineati all’edicola i vari quotidiani di famiglia e annessi fogli pretoriani gridano addirittura al colpo di Stato o poco meno solo perché i liquami accertati dalla magistratura di Milano sono tracimati come un’ondata di sterco nei vari mass media di tutto il mondo, dimostrando non solo che il reuccio di Arcore è nudo, ma anche brutto da vedere e piuttosto maleodorante.
La foga servile di troppi miei colleghi è stata tale che in quei giornali avreste cercato invano una qualche notizia sull’alpino Luca Sanna ucciso in Afganistan. Ecco di che pasta è fatto il “patriottismo” sventolato a più non posso dai cialtroni in carriera quando serve per dare addosso a qualcuno. Se si tratta di rimettere in fretta e furia le mutande al re nudo per coprirne le vergogne esibite in pubblico, quelli che quando fa comodo vengono definiti “eroi caduti per la pace” possono aspettare. Che vergogna! Anche per l’assenza di qualunque protesta da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa.

A vergogna si aggiunge vergogna. A voler far finta che la marea di prove e indizi che sommergono Berlusconi non esista o sia aria fritta sono infatti gli stessi che avvalorano al volo, per esempio, qualunque cazzata sparata da “supertestimoni” del menga come la sciroppata Sabrina Minardi pur di dare per assodato che la ragazzina vaticana Emanuela Orlandi non è sparita nelle fauci di un qualche orco vaticano d’alto bordo, ma è stata “rapita” dalla cosiddetta banda della Magliana. Per giunta da uno che non c’entra assolutamente nulla come Enrico De Pedis. Per certi mascalzoni le balle è utile spacciarle come verità assolute quando si tratta di spingere per l’invasione dell’Iraq e per strangolare in qualche modo l’Iran, ma se si tratta del padrone berluscone allora le verità basate su prove devono essere bollate come balle. E’ il giornalismo, bellezza… Ma il giornalismo dei servi. E dei mercenari.

Siamo costretti ancora una volta a occuparci delle imprese del Chiavaliere. Salterò il più possibile a piè pari le ormai noiose faccende delle sue scopate, orge o similorge, e verrò al sodo. Come i giornali lecca lecca hanno fatto sparire l’alpino Sanna il 19 gennaio, così il sempre più indecoroso nostro capo di governo non si è presentato alle esequie in onore di Sanna nella basilica romana di S. Maria degli angeli e dei martiri. Molti lo hanno criticato, per questa assenza. A me invece pare che sia stata il male minore. La sua presenza sarebbe stata infatti davvero inopportuna, data la carnascialesca volgarità dei suoi comportamenti e le minacce eversive dei suoi “appelli al popolo” televisivi. Come che sia, qualcuno si è ricordato di un’altra assenza del nostro primo ministro: non c’era neppure il 20 settembre dell’anno scorso, alle esequie del paracadutista Alessandro Romani, anche lui ucciso in Afganistan. E ci si è accorti che il motivo di quella assenza lo si trova spiattellato nelle 389 pagine del rovinoso “invito a comparire” spedito in parlamento dai magistrati milanesi. Il motivo lo ha infatti rivelato parlando al telefono con una sua amica una delle bonazze pagate dal Berluska per i suoi sollazzi: il 19 settembre sera, cioè poche ora prima delle esequite per Romani, nella reggia brianzola del reuccio di Arcore erano attese 24 ragazze 24, e “quando siamo andate a letto con lui alle quattro di mattina era sfinito”. Quando c’è da scopazzare e da divertirsi, gli “eroi della pace” possono anche andare a farsi fottere! Questa è l’etica del Chiavaliere, evidentemente ereditata dai suoi lacché dei mass media. Ancora una volta senza che il ministro La Russa abbia qualcosa da ridire…

Ma a farsi fottere, quando c’è da gozzovigliare, può andarci anche il presidente della Repubblica. Mi ha meravigliato – non troppo, a onor del vero… – che nessuno abbia fatto notare che tempo fa – se non sbaglio, un giorno di un dicembre – palazzo Chigi emise un comunicato per spiegare che il signor primo ministro Silvio Berlusconi non era potuto andare al Quirinale, per un appuntamento già da tempo fissato, perché “impedito da un forte mal di schiena”. Quando è scoppiato lo scandalo della D’Addario e del prosseneta “Giampi” Tarantini, pure quello a base di bonazze a pagamento, s’è scoperto che non di mal di schiena si trattava, bensì dell’arrivo di una infornata di volenterose “visitatrici”.

In un qualsiasi altro Paese civile basterebbe solo questo, e non è certo poco, per cacciare da palazzo Chigi un indegno come Berlusconi. Indegno, ci tengo a chiarire, non perché si comporti nelle sue magioni come un satrapo assatanato, comportamenti che – facendo finta che l’articolo 54 della Costituzione non esista –  sono solo affari suoi, ma indegno perché mente spudoratamente ai cittadini della Repubblica italiana della quale è, per disdoro della stessa Repubblica, il primo ministro. Bill Clinton finì sotto processo – detto impeachment – non per le sue semiscopate e annessi pompini con la Lewinsky, ma per avere mentito agli americani negando di avere avuto rapporti sessuali con la volenterosa stagista. Il nostro primo ministro mente invece da anni e su più fronti, come hanno appurato varie inchieste giudiziarie e alcune sentenze e come dimostra ad abundantiam la marea di conversazioni telefoniche delle 389 pagine, però continua a fottersene e a stare a palazzo Chigi come fosse una dependance di palazzo Grazioli. Se ne fotte, ma giustamente, visto che il senso civico degli italiani è stato ridotto a come è stato ridotto, grazie soprattutto a ormai quasi un ventennio di tv private berlusconiane e annessa marea di pubblicità e consumismo modaiolo tanto ebete e smodato quanto smutandato.

Oltre al suo mentire ormai seriale, il problema è che un capo di governo che pare che viva Berlusconi è ricattabile. Molto ricattabile. Troppo ricattabile. Non solo dal suo affollato contorno di escort e zoccole, come con volgarità le chiama l’ineffabile loro arruolatrice Nicole Minetti, ma anche e soprattutto da qualunque Paese straniero che abbia servizi d’informazione degni di questo nome. Come per esempio gli Usa, l’Inghilterra, Israele, la Russia, ecc. E infatti, guarda caso, ci sono mosse di politica estera che sembrano dettate più da qualcuno in grado di tirarlo per la giacchetta che da interessi della Repubblica italiana. In Inghilterra per infinitamente meno hanno mandato a casa vari politici.

Più che le donnine allegre e prezzolabili che si porta a letto, il problema è che Berlusconi ha portato in parlamento e fatto diventare ministro – della Difesa! – un corruttore di magistrati  come Cesare Previti, condannato in via definitiva dalla Cassazione, e un tipo come Marcello Dell’Utri, condannato anche in appello per contiguità mafiose. E’ bene ricordare che nella sentenza della Cassazione c’è scritto che Previti i suoi reati li ha portati a termine non solo per Berlusconi, ma anche CON Berlusconi. Di tutti i giornalisti italiani, l’unico che lo ha scritto è Mario Pirani, nella sua rubrica su Repubblica. Tutti gli altri tacciono…. Specie gli eroi dell’informazione alla Feltri, Belpietro, Minzolini, ecc.

Forse l’abbronzatura di Emilio Fede è in realtà il rossore per la vergogna di  abbassarsi a negare l’innegabile e intonare anche lui la ridicola litania: “Berlusconi ha dato sì soldi a quelle sue ospiti, ma solo perché è generoso con tutti e fa del bene”. Capisco avere la faccia come il culo, cosa possibile a 80 anni suonati se si vuole a tutti i costi parere giovani, ma Fede, visto anche che si picca di essere cattolico, dovrebbe sapere che il bene e la generosità meglio sarebbe esercitarli soprattutto a favore dei poveri cristi e non solo delle bonazze pronte a tutto in cambio di 5-7-10 mila euro o dello shopping di 9 paia di scarpe a botta.

Non prendiamoci in giro. NON è vero che Berlusconi attacca i magistrati solo perché sottoposto a molte loro attenzioni, cosa che peraltro sarebbe già grave di per sé e lo squalifica come inadatto alla responsabilità di primo ministro. NON è vero, e per due motivi. Il primo è che l’impossibilità che esista “la congiura dei magistrati” di cui lui ciancia da troppo tempo senza pagarne il fio: la congiura dovrebbe infatti essere talmente vasta da risultare evidente al resto della magistratura, oltre che a polizia, carabinieri, servizi segreti non solo italiani, giornalisti, ecc. Il secondo motivo è che lui la magistratura ha cominciato ad attaccarla già tramite il programma televisivo che – prima ancora di “scendere in campo” – aveva affidato all’urlatore Vittorio Sgarbi per far piacere al proprio protettore Bettino Craxi colto dai magistrati con le mani nel sacco. Gli attacchi di Berlusconi  contro la magistratura sono quindi un vecchio vizio, NON conseguenza delle molte inchieste che lo vedono sotto accusa non sempre senza motivo.

Un’altro cancro che il sistema di potere berluscone sta inoculando nella vita italiana è il giornalismo di pronto intervento in suo favore. Devo ricordare che Signorini, direttore del settimanale “Chi”, proprietà della Mondadori posseduta da Berlusconi, ha a suo tempo lanciato tramite il suo giornale la balla del “fidanzato di Noemi”: balla inventata di sana pianta per convincere l’opinione pubblica che la famosa Noemi, all’epoca anche lei minorenne, assendo fidanzata non poteva fare la spola con il lettone berluscone. La messinscena crollò solo perché il “fidanzato” si stufò della parte cucitagli addosso e se ne spogliò pubblicamente. Se Signorini s’è prestato a questa vergogna, Canale 5 s’è prestata a un’altra vergogna: sputtanare come fin troppo strambo il magistrato che aveva condannato Berlusconi, che di Canale 5 è il padrone, a pagare un maxirisarcimento a Carlo De Benedetti per i danni provocatigli con la nota compravendita di sentenze romane. Di Minzolini è superfluo parlare, tante sono note le sue prostrazioni, censure, omissioni e beffe ai danni dell’informazione, e quindi dei telespettatori. Un comportamento, quello di Spazzolini-Minzolini, che ha ridotto il Tg1 da lui diretto a qualcosa di troppo indecoroso e servile.
La conclusione è che le escort e le “zoccole”, come le chiama da par suo la signora Minetti, sono senza dubbio migliori e più decorose, non solo esteticamente, di molti, troppi giornalisti. Le bonazze vendendosi a ore non fanno male a nessuno, non ingannano nessuno, non ledono nessuna istituzione o servizio pubblico, badano solo a procurarsi la pagnotta, bene imbottita, e a procurarsi un lavoro meno indecoroso e meno precario. I giornalisti e, peggio ancora, i direttori che si vendono ledono invece un servizio e una istituzione qual è di fatto l’informazione, e così facendo mentono e ingannano il proprio pubblico. Che è quello che, come si suol dire, dà loro da mangiare. Altro che le “zoccole”!
Anche il giornalismo serio finisce con l’essere poco serio ed esilarante. Domenica 24 gennaio una persona seria come Sergio Romano, ricco di suo ed ex ambasciatore di carriera, se ne esce con un editoriale in prima pagina del Corriere della Sera dove invita Berlusconi a “lasciare ai suoi avvocati la difesa giudiziaria” e a “tornare a fare il primo ministro”. Come possa “tornare” Berlusconi a fare il primo ministro è un bel mistero, visto che non lo ha mai fatto se non pro domo propria e che è ricattabile perfino dalle “zoccole”. La prima volta il Chiavaliere ha esordito da primo ministro facendo diventare ministro – della Difesa! – un fellone come Previti.  Poi ha proseguito di conseguenza… E si vede. Un altro mistero è come faccia Romano a far finta di niente di fronte al fatto che i “suoi avvocati” sono, esattamente come Previti a suo tempo, tutti membri del parlamento se non dello stesso governo. E’ tollerabile, è da paese civile o piuttosto da satrapia orientale che ad assaltare perpetuamente i magistrati fastidiosi per il Chiavaliere siano memberi del parlamento? Non dovrebbero questi fare gli interessi degli italiani tutti e non di chi paga loro la parcella come a una Ruby o a una “zoccola” bungabunghesca per servizi d’altra natura?

423 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti
    Forse non ci hai fatto caso tutti i cartoni animati di Walt Disney erano comunisti eccetto per Paperone.

  2. Popeye
    Popeye says:

    Cara Anita
    Ho letto la versione italiana e avrebbe servito un migliore obiettivo se la avessero scritta su carta igienica. Quelli che scrivono sulla Wikipedia italiano devono essere per la maggior parte socialisti o comunisti. Se la scrivono alla uoroburiana.
    Ovviamente preferisco la Wikipedia inglese/americana.

  3. free mp3
    free mp3 says:

    i taste it Il bunga bunga non è solo quello di Arcore. E ci guadagnano tutti, a partire dalla Chiesa. Compresi i giornalisti che in un eccesso di servilismo fanno sparire, con buona pace del superpatriottico ministro della Difesa Ignazio La Russa, perfino un nostro militare ucciso in Afganistan — ArruotaLibera at present im your rss reader

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Poppy,
    sapevo che Pluto, il cane, fosse kommmmmmunista, ma che lo fosse pure Topolino mi ha sorpreso.
    Urkavakka!
    Avessi frequentato anch’io quei tuoi studi, perdindirindina, oggi sarei acculturato meglio.
    E vabbè..
    C.G.

  5. Anita
    Anita says:

    x Popeye -#202-

    Me ne sono accorta anche in altre traduzioni, a volte mi domando se parlano della stessa cosa…
    ——————————————————-

    x -#200-

    Caro P.

    sono diventati tutti signori, nessuno spala piu’ la neve a mano, non dove abito io.

    Le porte sono sotto portici, e se metto un piatto sulla neve sul deck, mi dura 20 minuti, arrivano gli scoiattoli e perfino the seagulls e fanno battaglia.
    Per loro getto del pane a pezzeti.
    Tutti hanno fame.

    Sul mio deck la neve misura 59 cm. molto conforme.

    Bye,
    Anita

  6. Anita
    Anita says:

    PS: -#202-

    Infatti ho pensato lo stesso.
    La storia; version revised da Uroburo, deve essere un collaboratore di Wiki in Italiano.

    Anita

  7. Anita
    Anita says:

    x P.

    Intendevo dire:

    Sul mio deck la neve misura 59 cm. molto uniforme.
    (non conforme)

    Anita

  8. peter
    peter says:

    x Popeye

    senti caro, anch’io preferisco la Wikipaedia in inglese, ma solo perche’ da’ le informazioni con una maggiore completezza e distacco professionale. Trovo anche che l’inglese sia (purtroppo) una lingua piu’ chiara e meno dedita ad equivoci dell’italiano…
    Detto cio’, tu devi metterti d’accordo con te stesso, dato che mesi fa disputavi contro la Wikipaedia in inglese per i suoi dati (a te invisi) sul Vietnam, ti ricordi? leggevi selettivamente certi dati ed ignoravi altri…A selective language barrier, my good man.

    Oggi ho visto un filmato ITN su una duplice esecuzione capitale per lapidazione (stoning) in Afghanistan. Due giovani amanti sono stati lapidati a morte. La donna e’ stata ‘graziata’ con fucilate al capo. Tutto ad opera dei talebani…
    E’ un artefatto? Vox direbbe senz’altro cosi’, per lui/lei i veri attentatori, schemers e plotters sono sempre e solo ‘gli altri’, in questo caso voi, per giustificare la presenza militare in Afghanistan…
    I suoi filmati sono invece per lei/lui ‘reali’, tipo soldati USA/UK che camminano tra i papaveri d’oppio: li pattugliano, secondo Vox. Beh, direi io, almeno quelli non si vedono fare esecuzioni sommarie, e che li pattuglino anziche’ confiscare e’ tutto da dimostrare.
    Secondo me, sul filmato ITN dell’esecuzione, la verita’ sta nel mezzo. La duplice lapidazione e’ reale, ma e’ solo riportata per raioni politiche. Molti altri fatti altrettanto reali in Afghanistan vengono ignorati

    Peter
    Peter

  9. controcorrente
    controcorrente says:

    Popone ,
    una grattatina alle Pulci…non guasta..sei un’orso pulcioso !
    Scrivi tu le versioni in italiano di Wiki!
    Così ci divertiamo…!!

    cc
    vai a spalare la neve alla Anita echhè diamine , dobbiamo partire Noi dall’Italia…al posto di sparare “cacchette” sul Blog !!
    Ci guadagni in credibilità!e magari L’Anita di da un soldino come ad una brava “giovane marmotta”.

  10. peter
    peter says:

    oggi ho letto anche su Yahoo una interessante ricerca fatta da studiosi texani di psicologia evolutiva (?) su coppie stabili etero.
    La ricerca e’ stata fatta su coppie giovani, se non erro tutti studenti, quindi c’e’ un bias importante.
    Ad ogni modo, le donne risultano essere piu’ tolleranti dei tradimenti di quanto non lo siano gli uomini. Ma ad una condizione: che i loro uomini le tradiscano con altre donne. Se i loro partners le tradissero con altri uomini, poche donne ‘perdonerebbero’.
    Per gli uomini e’ l’esatto contrario: il 50% perdonerebbe una relazione omosessuale alle loro partners, mentre solo una minoranza passerebbe sopra un tradimento con altri uomini.
    La conclusione dei ricercatori e’ che i loro ‘campioni’ maschili sono preoccupati della paternita’ dei figli, mentre l’idea di partners bisessuali li eccita, per la prospettiva fantasiosa o meno di avere piu’ partners loro stessi, e quibdi accrescere il loro successo riproduttivo.
    Le donne non si preoccupano invece, come e’ ovvio, della materinta’, dato che ‘mater certa’. Per loro e’ piu’ importante il sostegno dei loro partners, quindi non tollerano la bisessualita’ per paura di ‘abbandono’. Su qauesto punto non sarei molto d’accordo, visto che di regola le donne con figli vengono lasciate dai loro uomini per altre donne piu’ giovani…
    Secondo me i ricercatori texani hanno tratto la conclusione sbagliata sulle donne

    Peter

  11. peter
    peter says:

    invece, e’ ovvio che le donne tollerino i maschi poligami perche’ e’ un segno (presunto) di virilita’, potenza sessuale, fertilita’….

    Peter

  12. Popeye
    Popeye says:

    Detto cio’, tu devi metterti d’accordo con te stesso …
    ————
    Caro Peter
    Non voglio ritornare a quella polemica perché eri tu a selezionare solo le frase che ti facevano comodo. Sono sempre d’accordo con me stesso. E perché no! Ma se ti senti meglio credere che avevi ragione tu, te lo consento.
    Che cavolo vuoi dire con “A selective language barrier, my good man.” non lo so, cosi lascio perdere.
    Buona Sera.

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Stasera Santoro ha fatto fare la figura del pirla (al cubo) al suo direttore Masi, servo del Berluska secondo solo a Scodinzolini.
    Grande Michele quando gli ha fatto capire di togliersi dai piedi che la trasmissione cominciava.

    Giornalismo per palati fini e schiene diritte.
    C.G.

  14. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Poppy,
    ma non ti riesce di meglio che dire “get a life”?

    Sembri pedante come la Komare quando ci parla del cugino di sua zia, fratello del cognato di sua nonna parente in terzo grado con il suocero della sua trisavola.

    Suvvia..

    Urka, è tardi!
    Buenas noches.
    C.G.

  15. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Di parenti ne ho pochissimi, si possono contare su una mano.
    Parlo della mia famiglia passata e presente come quasi tutti su questo forum.
    Lei non e’ obbligato a leggere.

    Inoltre e’ il mio modo di scrivere e di parlare, creo un discorso su un esempio o un ricordo, cosa che i giornalisti, nelle interviste, trovano e trovavano interessante e rinfrescante.

    Lei e’ come un disco rotto…e faccio fatica a capire cosa cavolo cerca di dire.

    Buonanotte,
    Anita

  16. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Ti posso dire che per un uomo e’ molto piu’ difficile perdonare le indiscrezioni di una donna.
    Mio papa’ ha portato quell’astio fino alla sua morte, e mio marito mi avrebbe sparata se fossi stata infedele.

    I am running late, friends are going to pick me up with a four wheel drive, le strade secondarie sono ghiacciate.

    Buonanotte,
    Anita

  17. Anita
    Anita says:

    x Popeye

    Neve.
    Io ne ho di piu’ dei miei vicini sulla stessa strada perche’ sono piu’ esposta.
    Alcune case sono circondate da alti alberi sempreverdi, io sono esposta ai quatttro venti.

    Il mio tetto mi preoccupa, ho molta piu’ neve dei miei vicini.
    Neve pesante…

    I have hipped roofs, good for hurricanes and high winds, but not too good for over a foot of heavy snow.

    Bye,
    Anita

  18. Popeye
    Popeye says:

    Cara Anita,
    With a hipped roof, if you have a good angle to it, you do not need to worry about it. I am sure it has seen a lot more snow then what you have today.
    Keep warm.

  19. Anita
    Anita says:

    x Popeye

    I am back…

    The problem is that my roof has many valleys and it’s low pitched.

    It was built that way because in those years RI had several hurricanes, one after the other…and this is a very windy area anyway.
    The builder and owner was an architect.

    Frankly I have never seen so much snow on my roof, I have been living here since 1967.

    On TV they keep on advising to check the roofs for the weight of the snow……and then what?

    I do have a long handled snow removal roof rake, never been used…
    I surely wouldn’t attempt to give it a try.

    More snow for Saturday, Monday and Tuesday.

    ‘Night,
    Anita

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Un paio di magnifici, efficienti, volenterosi, eccellenti Bertolasoboys and girls (c’è pure un prefetto di mezzo..) arrestati perchè scaricavano in mare il percolato liquido della monnezza campana.
    Perchè in galera?

    Sarebbe stato più consono obbligarli con la forza a fare un bagno
    dentro quelle acque.
    E magari berle.
    C.G.

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cara Komare,
    in vita mia non ho mai avuto calli sul palmo delle mani ma quest’anno mi sono venuti come noci, a forza di spalare neve.
    E sì che ho (dicono) bellissime mani, da pianista.

    Kome la capisko….!
    C.G.

  22. Linosse
    Linosse says:

    Caro CC riprendo l’argomento di un tuo precedente commento:
    Uomini, donne
    e bambini
    ecco perché
    vi sterminiamo
    di Flore Murard-Yovanovitch | tutti gli articoli dell’autore
    “Perché un’immane strage di 300.000 civili, come quella causata dalle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki in un Giappone che aveva già deciso di arrendersi, non è comunemente considerata un «genocidio»? E il Presidente Truman non visto come assassino di massa al pari di Hitler, Stalin, Mao o Pol Pot?

    È con questa domanda provocatoria che Daniel J. Goldhagen, storico di fama mondiale e già autore del controverso bestseller I volenterosi carnefici di Hitler (1996), apre uno dei più esaustivi e potenti saggi sugli eccidi di massa del 20° secolo: Peggio della guerra. Lo sterminio di massa nella storia dell’umanità. Gli stermini di massa avrebbero causato approssimativamente tra i 127 e i 175 milioni di vittime (se si tiene conto anche delle carestie organizzate): più dei caduti delle due guerre mondiali. Tanto per cominciare.

    ESSERI UMANI CONTRO Così arriva subito la domanda di tutti i tempi: perché degli esseri umani scelgono di eliminare altri esseri umani, compresi donne e bambini? Lo storico americano si addentra negli agghiaccianti meccanismi degli eccidi di armeni, curdi, maumau, maya, bosniaci musulmani e di tutti coloro che Stalin, Mao o gli Khmer rossi hanno considerato dissidenti… E svela le numerose tecniche, oltre alla «soluzione finale», per eliminare, anche a lungo termine, altri gruppi con conversioni forzate, marce della morte, campi e Gulag, purghe, sterilizzazioni e stupri di massa….

    Se l’Olocausto è stato il genocidio per antonomasia – per l’entità dell’annientamento totale degli ebrei e senza precedenti nella Storia – Goldhagen ritiene che stragi di massa di minore portata hanno avuto meccanismi non molto diversi. Prendendo in contropiede la storiografia ufficiale, lo studioso vede nell’«eliminazionismo» una costante buia della Storia.

    BASTANO I MACHETE E non è la «modernità» (tecnologia, burocrazia e camere a gas), come diffusamente ritenuto, ad aver permesso ciascun genocidio: «Stentavamo a capire che bastavano machete», come confessa l’ex-segretario dell’ONU Boutros-Ghali nel caso del mancato riconoscimento del colossale eccidio di massa ruandese. Né pseudo cause socio-strutturali, come dimostra il caso del Sudafrica, dove anni di Apartheid non sfociarono, all’ascesa dei «neri» al potere, in un attacco contro i «bianchi», bensì nella strada della riconciliazione. Né tantomeno una presunta natura umana «barbarica», che si presumerebbe annidata in tutti noi e che farebbe di tutti noi potenziali massacratori.

    Goldhagen dimostra invece che l’avvio di un genocidio è sempre una «strategia» politica per la redistribuzione del potere, un «programma di morte» pianificato a tavolino. Ben lontano dall’essere sfogo o esplosione di follia improvvisa, è una scelta consapevole: «razionale».

    CALCOLO RAZIONALE Questa nuova e radicale lettura dello sterminio come «calcolo politico lucido» è uno degli aspetti più interessanti di questo saggio che, dati alla mano, confuta e spazza via false quanto radicate idee comuni sula presunta «irrazionalità» delle aggressioni sterminazioniste.

    A giocare un ruolo scatenante fondamentale sono infatti le visioni dei carnefici circa una presunta «nocività» delle potenziali vittime: in primis l’ideologia malata che fa dell’altro un morbo da «sradicare» per tornare a una presunta «purezza» (Dio, il Volk o la Nazione, ecc). I veri strumenti preparatori: i discorsi che fanno dei nemici «demoni», «sottouomini», «ratti», «serpenti», «babbuini»,«bacilli infetti» (o «pecore nere», come nel recente referendum svizzero anti-stranieri, ndA.). È il processo di «disumanizzazione» dell’altro che porta a trucidarlo: in uno dei capitoli più drammatici del libro, ex-genocidari hutu confessano che non consideravano i tutsi «esseri umani ma scarafaggi»…

    TESTIMONIANZE DIRETTE I pregi di questo libro sono immensi: dalle testimonianze dirette raccolte sul campo al rigore delle fonti storiografiche; riporta alla luce stermini dimenticati, come quello del popolo herero dell’Africa sudoccidentale a opera dei coloni tedeschi o dei kikuyu dai britannici, e tanti altri per mano di coloni francesi, belgi, ecc. Senza tralasciare il razzismo che ancora oggi permea la storia «minore» dei popoli «non-bianchi». Domanda dopo domanda, Goldhagen ci porta con genialità, in una indagine che si legge senza fiato, alla radice stessa dello sterminio. E lancia un appello affinché la comunità internazionale si doti di conoscenza, capacità di anticipazione e reale volontà politica per fermare in tempo stragi in corso o latenti, che esploderanno negli anni a venire. Questo libro dovrebbe diventare un manuale per giovani e dirigenti politici, in un’Europa dove fanno la loro riapparizione discorsi xenofobi anti-migranti, espulsioni e deportazioni, che sono e sono sempre stati all’origine di una «cultura» eliminazionista. ”
    Unita 8 gennaio 2011

  23. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x L.
    “Perché un’immane strage di 300.000 civili, come quella causata dalle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki in un Giappone che aveva già deciso di arrendersi, non è comunemente considerata un «genocidio»?

    Bèh, diciamo che la storia per i posteri è sempre stata scritta dai “vincitori” e, spesso e volentieri, la hanno falsificata a proprio uso e consumo.
    Il genocidio US resta comunque un genocidio, anche se da 60 anni si nascondono dietro un dito con le loro patetiche kazzate come:
    ” ha evitato ancora più morti” e cose del genere.
    C.G.

  24. Linosse
    Linosse says:

    X C.G. 231
    Azzardo un’ipotesi.
    Forse non ha evitato ancora più morti ma sicuramente è stata la premessa dell’esportazione di democrazia qua e la nel mondo.
    Se poi aggiungiamo tutto il resto :Dresda, Vietnam(con corredo di napalm e diossina),sparizioni in America Latina e in loco di pellerossa,più quello che accade attualmente in Irak e Afganistan……..
    L.

  25. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Devo chiamare qualcuno con un payloader, non posso aprire le porte dei garages, bloccate dai miei amici con lo spalaneve, e non c’e’ piu’ posto dove mettere le neve, eccetto piu’ in alto. Ormai e’ giaccio perche’ spinta dallo spalaneve.
    Domani un’altra nevicata…

    Anita

  26. controcorrente
    controcorrente says:

    Hoh HoH che succede in Giordania ???
    Aggiugere un carroarmatino nel gioco del risiko e auguri !!

    cc

  27. Linosse
    Linosse says:

    X Anita
    Qui da noi non possiamo distrarci con gli aggiornamenti sulla neve e dove la mettete e spalate.Forse non sei aggiornata,siamo troppo impegnati a spalare questa fitta merda (scusa la finezza popeyana) che sta invadendo tutti gli spazi nazionali.
    L.

  28. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    A me sembra il contrario, ci sono turbolenze in mezzo mondo e qui non parlate altro che del cavaliere, le sue indiscrezioni…ed affari politici interni.

    Non so delle vostre TV, ma da noi si vede 24/7 tutto quello che sta succedendo in Egitto, Iraq, Pakistan, Afghanistan, Tunisia, Yemen, Grecia, Lebanon, etc…

    Anita

  29. free crack adobe
    free crack adobe says:

    i like it Il bunga bunga non è solo quello di Arcore. E ci guadagnano tutti, a partire dalla Chiesa. Compresi i giornalisti che in un eccesso di servilismo fanno sparire, con buona pace del superpatriottico ministro della Difesa Ignazio La Russa, perfino un nostro militare ucciso in Afganistan — ArruotaLibera now im your rss reader

  30. Linosse
    Linosse says:

    X Aita
    A ciascuno il suo ,volgendo lo sguardo a quelli che hanno apparecchiato la tavola ,ad occidente ,con dovizia di particolari.
    L.

  31. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    UN GOVERNO DA QUARTO MONDO. UN GOVERNO CONTORNATO DA TROPPI SERVI E DELINQUENTI, CON QUALCHE MEMBRO DEGNO SOLO DELLA GALERA E DELL’INFAMIA
    —————————–
    Massimo Martinelli per “Il Messaggero”

    Ne giravano davvero tanti, di biglietti da 500 euro nella case dell”Olgettina. Tanti da non poter essere contati con le dita. E una delle ragazze di Arcore, forse la più spregiudicata, Marysthelle Palanco, si era comprata anche una macchinetta contasoldi, di quelle che i cassieri di banca si tengono sul tavolo.

    L`hanno trovata durante l`ultima perquisizione, quella del 14 gennaio scorso. Insieme alle schede di memoria di macchine fotografìche e videocamere che soprattutto Ruby custodiva gelosamente. E che potrebbero contenere le immagini che alcune di loro giravano ad Arcore, nella sala del Bunga Bunga.

    Quella che potrebbe diventare la prova definitiva per i pm milanesi sul livello di degenerazione che si toccava nelle feste ad Arcore è arrivata dunque il 14 gennaio scorso, mentre a Roma planavano le prime 389 pagine di accuse per il premier. Quel giorno, alle 8,38 di mattina, la polizia giudiziaria di Milano bussa in via Swinburne, a Genova, dove Ruby convive con Luca Risso. Hanno un ordine di perquisizione. E trovano praticamente una cineteca. Il verbale di sequestro è allegato agli ultimi atti inviati a Roma; i contenuti video e fotografici potrebbero arricchire uno dei prossimi provvedimenti giudiziari.
    ruby da signorini Ruby con il fidanzato Luca Risso

    Ecco l`elenco: «una scheda SD di un giga marca Emtec contenuta all`interno di una macchina digitale Canon Ixus; una scheda XD da 128 mb marca Olympus rinvenuta all`interno di una macchina Olympus C350; una scheda da un 1 giga marca Sandisk rinvenuta all`interno di una macchina fotografica Photosmart; una micro sd marca Nokia da 256 Mb munita di adattatore». E ancora, in un mobiletto: «9 cassette per telecamera mini Dv in una trousse grigia».
    Emilio Fede

    E poi i cd-rom delle sue esibizioni all`Albikokka e al Fellini, i locali di Genova dove lei si esibiva. E infine i biglietti da visita di personaggi istituzionali, che potrebbero essere chiamati a spiegare i loro rapporti con la ragazza: uno è intestato al sottosegretario “dott. Francesco B. – Presidenza del Consiglio dei Ministri” e un altro “Silvio C. . Ufficio di Polizia Giudiziaria”.

    E poi, ci sono i resoconti delle feste di Arcore, anche recentissime, fatti ai magistrati dalle ragazze e anche dalle loro amiche. Alcune delle quali erano attratte dal contesto-e dalla possibilità di guadagno ma che alla fine, erano rimaste talmente impressionate negativamente da quello che vedevano da fuggire via imbarazzate.

    Come un`amica di Aris Espinoza, T.N., sua ex compagna di scuola, classe `90, invitata lo scorso 6 gennaio, il giorno dell`Epifania, solo venti giorni fa. Quando le chiedono se ha mai visto le ragazze che incassavano denaro dopo le feste di Arcore, risponde: «Io con i miei occhi quella sera non ho visto nulla del genere, però aveva saputo da Aris che alle ragazze venivano consegnate dal Presidente delle buste contenenti denaro.

    Aris mi ha confidato di avere ricevuto molte volte delle buste contenenti denaro dal Presidente, perché Aris mi aveva detto di essere andata a letto col Presidente in più occasioni; io non so se questo corrisponde a verità, ma è questo che mi aveva confidato Aris. Che ripeto conosco da anni perché eravamo compagne di scuola. Anzi, come ho già detto Aris mi disse che se fossi andata a letto col Presidente avrei ricevuto anche io denaro».

    Il racconto della ragazza è quantomai esplicito: «Io indossavo un mini abito di colore nero, tacchi a spillo e le altre più o meno erano vestile in modo similare… Mentre noi ballavamo, il Presidente ed Emilio Fede erano seduti e guardavano. Alcune delle ragazze che ballavano si avvicinavano al Presidente, che le toccava e loro toccavano lui; stessa cosa con Emilio Fede. Le ragazze baciavano il Presidente, lo accarezzavano: alcune delle ragazze hanno fallo anche degli spogliarelli, lo non so indicare i nomi delle persone che hanno fatto gli spogliarelli perché era tutta gente che io non conoscevo e non avevo mai visto, però la maggior parte delle ragazze era straniera».

    E ancora: «Alcune delle ragazze che facevano lo spogliarello e che erano poi nude si avvicinavano al Presidente, che gli toccava il seno o le parti intime e il sedere. Insomma l`atmosfera era quella di un night club, con ragazze che si spogliavano, che mostravano le loro parti intime e che si avvicinavano al Presidente o ad Emilio Fede… io non ho avuto il coraggio dì fare una cosa del genere perché sono timida e quindi non mi sono spogliata, ne mi sono fatta toccare dal Presidente o da Emilio Fede. Io ritengo che tutti i presenti si siano accorti della mia timidezza. Aris era una di quelle che ballava, io ho trascorso il tempo più seduta che a ballare..».

    Le chiedono perché se lei sapeva che quella sera avrebbe potuto fare sesso col Presidente e ricevere denaro, poi se n`era andata a casa e lei: «Quando sono arrivata lì e ho visto tante gente e ho visto il contesto in cui si è celebrata la serata ha prevalso la mia timidezza e quindi ad un certo punto Aris mi ha detto “andiamo a casa”».

    Poi, sempre T.N. riferisce nei dettagli le confidenze che le faceva Aris: «Mi diceva che andare a letto con il presidente era stressante.. mi diceva che durava un bel po` e perché il Presidente aveva rapporti sessuali non solo con lei ma contestualmente anche con altre donne. Anche se quando sono arrivata ad Arcore sapevo che mi sarebbe potuto capitare di fare sesso con il presidente, poi vedendolo di persona, sinceramente, nonostante il denaro che avrei potuto ricevere dal Presidente, non me la sono sentita».

    Che alcune delle frequentatrici di Arcore si prostituissero abitualmente viene fuori dalle intercettazioni. Come quelle di Iris Berardi, giovanissima, addirittura minorenne in almeno due occasioni in cui il suo telefonino resta agganciato alla cella di Arcore. Ma quelle sere il premier non c`è: una volta è a Gedda e l`altra in ospedale, dopo la famosa aggressione del passante con il modellino del Duomo.

    Eppure che Iris sia una escort, appare chiaro da alcune conversazioni, come quella del 24 aprile scorso, quando la chiama un certo Antonio: «Ci vediamo ora?». E lei: «Stiamo iniziando a cenare; più tardi si, ma che regalino ci fai?». E lui: «Mille». Ma non bastano: «No tesoro, troppo poco mi spiace…».

    Qualcuno si innamora, come un certo Roberto che la chiama il 14 novembre scorso: «Dai ascolta, quindi cosa vuoi dire, che vuoi esser pagata?». E lei: «No? Non mi paghi un cazzo, non mi dai niente, non me lo fai il regalino?»: E lui: «Ma regalino in che senso? E a quanto dovrebbe corrispondere questo regalino?». E Iris: «A quello che dice la tua coscienza, basta che non siano 50 euro perché sennò ti butto giù dal terrazzo».

    E Roberto: «No, ma non è uno scherzo, Iris, non è uno scherzo, io tè l`ho già detto, tu mi vedi come un cliente tè, e va bè niente, non c`è niente da fare, alla fine Iris ci ho provato..». E ancora, a proposito della Minetti, viene fuori il suo rapporto molto stretto con Marysthell Polanco, fidanzata con Carlos Ramiirez de la Rosa, che proprio due giorni fa è stato condannato a otto anni di carcere per essere stato trovato in possesso di oltre dodici chili di cocaina, dopo che casualmente era stato fermato mentre guidava la Mini Cooper di Nicole Minetti. Era la Polanco ad avere tanti di quei soldi da aver bisogno di una macchinetta per contarli: solo il 3 agosto scorso gli trovano in casa oltre 54mila euro in contanti, comprensivi di 87 banconote da 500 euro.

    2- TRA I CONTATTI DI RUBY RUBACAZZI ANCHE IL LEGHISTA BELSITO, TESORIERE DEI LUMBARD E FEDELISSIMO DI BOSSI
    Scrive Massimo Martinelli sul “Messaggero” che tra il materiale trovato dagli inquirenti presso l’abitazione genovese di Ruby ci sono anche “i biglietti da visita di personaggi istituzionali, che potrebbero essere chiamati a spiegare i loro rapporti con la ragazza”. “Uno è intestato al sottosegretario ‘dott. Francesco B. – Presidenza del Consiglio dei Ministri’ e un altro ‘Silvio C. . Ufficio di Polizia Giudiziaria'”. Chi è Francesco B sottosegretario a Palazzo Chigi? L’unico compatibile, tra quelli che figurano nell’organigramma governativo, è Francesco Belsito, genovese, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per la Semplificazione Normativa, nominato il 22 febbraio 2010 al posto dello scomparso Maurizio Balocchi.

    Belsito è esponente di spicco della Lega Nord: segretario amministrativo del partito, ovvero tesoriere, appartiene al cosiddetto “cerchio magico” che tutela il Senatur Bossi da quando si è ripreso dopo la malattia. Come scriveva Tonia Mastrobuoni sul “Riformista” del 21 luglio 2010, “il ‘cerchio’ può contare su alcuni uomini chiave nella galassia leghista, a partire dal neotesoriere Francesco Belsito”. Il “cerchio” è composto dalla pasionaria Rosy Mauro, i capigruppo Bricolo e Reguzzoni, il governatore piemontese Cota, e secondo le voci di palazzo rende conto solo alla moglie di Bossi.

    3- IL LEGHISTA BRIGANDI’ PRELEVA IL DOSSIER SEGRETO SULLA BOCCASSINI E LO PASSA AL “GIORNALE” DI SALLUSTIONI
    Liana Milella per “La Repubblica”

    Ha un nome e un cognome il consigliere del Csm che una settimana fa ha preteso gli fosse consegnato, per documentarsi, il vecchio fascicolo della disciplinare su Ilda Boccassini. Chiariamo subito: si tratta di carte riservate, perché al tempo della discussione le sedute non erano pubbliche come oggi, ma segrete. Quel componente del Csm è Matteo Brigandì, notissimo esponente leghista nato a Messina ma radicalizzato in Piemonte, firmatario di una proposta di legge sul legittimo impedimento e pure di una per inasprire le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. Entra a palazzo dei Marescialli a fine luglio nella pattuglia dei cinque laici.

    E dopo un altolà a Bossi. Il quale, fino a 12 ore prima del voto, aveva indicato per quel posto Mariella Ventura Sarno. Brigandì lo contesta, fa circolare la voce che si tratta solo di una vicina di casa del Senatur, minaccia di nuovo le dimissioni. Entra al Csm. Anche se su di lui pendono due condanne che potrebbero diventare definitive a breve, una per diffamazione, l´altra per non aver pagato gli alimenti alla figlia. E per legge decadrà.

    Ma Brigandì, stavolta, si appunta sul petto una medaglia non da poco. Lui prende il fascicolo della Boccassini. Il contenuto finisce sul Giornale. Con tanto di virgolette e particolari. Il pezzo esce e il Csm vive una delle sue giornate di maggiore tensione. A seminare il panico è una furibonda telefonata del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati al vice presidente Michele Vietti. I due si conoscono da tempo. Hanno fiorettato per tre anni sulla riforma dell´ordinamento giudiziario quando il magistrato era presidente dell´Anm e Vietti sottosegretario alla Giustizia. Si stimano. Adesso Bruti Liberati vuole capire da dove sono uscite quelle carte riservate. E vuole scoprirlo anche Vietti.

    Per ricostruire come sono andati i fatti, alla fin fine, non ci vuole granché. Il caso Ruby scoppia il 14 gennaio. Il giorno dopo è sui giornali. Passa il fine settimana. All´inizio di quella nuova, tra il 18 e il 20 gennaio, Brigandì si rivolge ai funzionari che gestiscono la sezione disciplinare, quella che fa i “processi” alle toghe. Chiede il vecchio fascicolo della Boccassini. Può farlo, il regolamento gli consente di acquisire l´antica documentazione. Ma ovviamente non gli permette di divulgarla. Il resto è noto. Anna Maria Greco pubblica il suo pezzo sul Giornale.

    Adesso, al Csm, sono furibondi. Per tutta la giornata fervono i conciliaboli. Da una stanza all´altra. I 16 togati non hanno dubbi su come sia andata la storia e sono intenzionati a chiedere una «punizione esemplare» per Brigandì. Vittorio Borraccetti, toga storica di Magistratura democratica ed ex procuratore di Venezia, usa parola assai pesanti: «È stata commessa una scorrettezza enorme. Tra di noi c´è un guastatore istituzionale che lavora per danneggiare e screditare le istituzioni». Voce pacata come sempre. Ma inderogabile durezza. «Si può venire al Csm e dire che non si devono più votare le pratiche a tutela, ma non si può lavorare di soppiatto contro la magistratura. Questo non è consentito».

    Sul tavolo di Vietti non è ancora arrivata la formale richiesta dei togati di chiarire come si sia prodotta la fuga di notizie. Ma è solo questione di ore. Nel frattempo, alla spicciolata, i magistrati hanno protestato e chiesto accertamenti e una ricostruzione nitida di che cosa è avvenuto. Poi il vice presidente dovrà discutere della faccenda nel comitato di presidenza, con il presidente della Cassazione Ernesto Lupo e il procuratore generale Vitaliano Esposito. Imbarazzante che giusto oggi, per la cerimonia d´inaugurazione dell´anno giudiziario alla Suprema corte, tutti, Brigandì compreso, si ritrovino davanti al capo dello Stato.

    Vietti sta valutando se il primo passo non debba essere proprio quello di affrontare la “grana” con Napolitano, visto che, come alcuni togati sostengono, dietro il comportamento di Brigandì ci sarebbe anche una responsabilità penale. Come avvenne per Cosimo Maria Ferri, oggi segretario di Magistratura indipendente, ieri al Csm, quando finì nelle intercettazioni tra Innocenzi (Agcom) e Berlusconi, ne potrebbe nascere un pubblico dibattito in cui mettere i paletti per una corretta etica di un componente del Consiglio. Ma c´è chi, di fronte a un fatto così grave, chiede che Brigandì faccia pubblica ammenda e se ne vada.

  32. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Berluskaz-Kulo flaccidum (bèh, facciamo che sia latino..)
    “Vado avanti nell’interesse del Paese, che mi ha scelto come capo del Governo e che non ha mai rinnegato questa scelta, e lo farò fino a quando sentirò la fiducia degli elettori”.

    Sob!

    Il pirla allupato non si ricorda le due sberle prese da Romano Prodi.

    C.G.

  33. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino,
    Brigandì?
    Un nome , un programma.
    Da quando in quà un legaiolo abbandona la cadrega di sua spontanea volontà ?

    C.G.

  34. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    La tavola e’ stata apparecchiata da tempo.

    Fomentata dal “Muslim Brotherhood”.

    L’Egitto e’ una nazione secolare che da fastidio all’Iran.

    L’attuale situazione non e’ certo nell’interesse degli US o dell’Israele.

    Our influence is very limited.

    Anita

  35. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Anita,

    …L’attuale situazione non e’ certo nell’interesse degli US o dell’Israele….

    Siamo commossi fino alle lacrime..e sinceramente ce ne può fregar di meno..!!
    L’importante e che sia nell’interesse di quei popoli!
    Vedremo !
    Del Vostro interesse ,ho già detto..

    cc

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x CC
    Quando ho letto la riga della Komare
    “l’attuale situazione non certo nell’interesse” …eccetera,
    anch’io ho pianto. Di gioia.
    Era ora!
    C.G.

  37. sylvi
    sylvi says:

    x quelli che mi sgridano sempre perchè parlo sempre e solo della “Friula”.

    SONNET 116 di Shakespeare
    Let me not to the marriage of true minds Admit impediments.
    Love is not love Which alters when it alteration finds,
    Or bends with the remover to remove: O no! it is an
    ever-fixed mark That looks on tempests and is never shaken;
    It is the star to every wandering bark,Whose worth’s unknown,
    although his height be taken.Love’s not Time’s fool,
    though rosy lips and cheeks Within his bending sickle’s
    compass come:Love alters not with his brief hours and weeks,
    But bears it out even to the edge of doom. If this be error
    and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.

    SONETTO 116
    Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli;
    Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a
    svanire quando l’altro s’allontana.
    Oh no! Amore è un faro sempre
    fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;è la stella-guida
    di ogni sperduta barca,il cui valore è sconosciuto, benché nota la
    distanza.
    Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
    dovran cadere sotto la sua curva lama;
    Amore non muta in poche ore
    o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
    se questo è errore e mi sarà provato,io non ho mai scritto,
    e nessuno ha mai amato.

    Sylvi

  38. Anita
    Anita says:

    x CC e x C.G.

    Io ho risposto a Linosse:

    Linosse { 28.01.11 alle 17:44 } X Aita
    A ciascuno il suo ,volgendo lo sguardo a quelli che hanno apparecchiato la tavola , ad occidente ,con dovizia di particolari.
    L.

    —————————————————————-

    Forse non capisco i vostri pensieri, non sono una chiaro-veggente.
    In internet si deve parlare specificatamente…

    Anita

  39. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    L’Egitto e’ amico degli US, se l’Egitto cade sono problemi per tutti.

    Gli US stanno distanti, almeno ufficialmente, perche’ il governo
    egiziano non ha ascoltato i consigli degli US, niente forze militari, internet libero e aperto, etc…

    Robert Gibbs, il parlamentare per la Casa Bianca, ha risposto per lungo tempo ai reporters ed inviati da molte nazioni e degli USA.

    Anche lui non si puo’ pronunciare essendo la situazione ancora molto fluida.

    Economicamente non giova a nessuno, i business sono fermi, si stanno gia’ riposizionando altrove.

    Se chiudono il canale di Suez…l’Europa e’ la prima ha soffrirne le conseguenze.

    Anita

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    IL BUGIARDO MATRICOLATO

    http://tv.repubblica.it/copertina/videomessaggio-di-berlusconi-mai-fuggito-dai-giudici/60902?video

    Fa finta di non sapere che è stato sbugiardato dai giudici sull’iscrizione alla P2, sulla compravendita di sentenze del suo avvocato svelto di mano Cesare Previsti, che lui vergognosamente ha voluto fosse il ministro della Difesa del suo primo governo dopo avere tentato il golpe di farlo diventare ministro della Giustizia. Mario Pirani è il solo che ha avuto il coraggio di far notare che la sentenza della Cassazione che inchioda definitivamente Previti afferma per iscritto che questo bel tomo corruttore di magistrati agiva non solo per conto di Barlsauconi, ma anche in tandem con Berlusconi. Lo smemorato di Collegno-Arcore fa finta di non sapere che è stato condannato a pagare a De Benedetti-Groppo L’Espresso una cifra astronomica per risarcirlo dello scippo fatto fare tramite il comprasentenze Previti.
    E se non saltano fuori altri reati è solo perché il prodigioso smemorato di Collegno-Arcore ha paralizzato la politica per bloccare i vari processi che lo vedono alla frutta.
    Lui è uno smemorato, ma troppi giornalisti sono suoi leccaculi.

  41. Vox
    Vox says:

    LA MISERIA PIANIFICATA

    […] Il mitico “Mercato” rappresenta una tipica ideologia auto-confermativa: i disastri provocati dal sedicente “Mercato” divengono infatti la prova provata del “fatto” che non c’è mai abbastanza Mercato. Una cosa che pretende di esistere, ma ritiene sempre di non esistere mai a sufficienza, è, con ogni evidenza, una non-esistenza, un mito o, più precisamente, un alibi ideologico.

    Da venti anni si succedono provvedimenti ed “accordi” sulla flessibilità del lavoro, presentata come la panacea al problema della produttività. La Legge 30/2003, reclamizzata come la soluzione ultra-“flessibile” al problema della disoccupazione giovanile, ci ha condotto al record della disoccupazione giovanile. Secondo i governi e il padronato, la risposta a questo disastro sociale dovrebbe essere però quella di imporre ancora più “flessibilità”, cioè di precarizzare ogni forma di lavoro.

    Italia FONTE: COMIDAD

    Un sistema mediatico appeso per giorni all’attesa degli oracoli sibillini della Conferenza Episcopale Italiana, ha invece totalmente ignorato l’approssimarsi della scadenza dello Sciopero Generale del 28 gennaio. Intanto lo stesso sistema mediatico sta affilando le sue armi per cercare di liquidare questo sciopero come una espressione di attaccamento all’ideologia in un mondo che cambia. In effetti, tutti pensano e si esprimono in base a modelli ideologici, quindi non si può essere ideologici o non-ideologici. La differenza è, semmai, fra coloro che accettano di confrontarsi con le smentite provenienti dai dati di fatto, e invece coloro che trasformano ogni smentita in un’ulteriore conferma dei loro slogan. Quindi vi sono ideologie che non vengono affatto formulate per cercare di capire la realtà, ma solo per mistificarla; in questo caso ideologie che nascono per funzionare come armi psicologiche nella guerra mondiale dei ricchi contro i poveri.

    Il mitico “Mercato” rappresenta una tipica ideologia auto-confermativa: i disastri provocati dal sedicente “Mercato” divengono infatti la prova provata del “fatto” che non c’è mai abbastanza Mercato. Una cosa che pretende di esistere, ma ritiene sempre di non esistere mai a sufficienza, è, con ogni evidenza, una non-esistenza, un mito o, più precisamente, un alibi ideologico.

    Da venti anni si succedono provvedimenti ed “accordi” sulla flessibilità del lavoro, presentata come la panacea al problema della produttività. La Legge 30/2003, reclamizzata come la soluzione ultra-“flessibile” al problema della disoccupazione giovanile, ci ha condotto al record della disoccupazione giovanile.

    Secondo i governi e il padronato, la risposta a questo disastro sociale dovrebbe essere però quella di imporre ancora più “flessibilità”, cioè di precarizzare ogni forma di lavoro.

    Le ideologie auto-confermative usano anche le mezze verità come esca per far passare una menzogna. In queste settimane si è cercato di spacciare il fatto che la FIAT in passato abbia preso il denaro pubblico, come prova che oggi non lo stia più incassando. Sono stati messi in ombra non soltanto i milioni di ore di Cassa Integrazione, tramite le quali l’azienda ha potuto liberarsi del peso del costo del lavoro di parte dei suoi dipendenti per aumentare lo sfruttamento di quelli rimasti in fabbrica; ma si è anche taciuto sugli stessi dati ufficiali che rivelano che i fondi comunitari, versati dall’Unione Europea a titolo di “Sviluppo Regionale”, sono in realtà usati per finanziare le delocalizzazioni nell’Europa dell’Est. Con questi fondi la FIAT ha potuto aprire i suoi stabilimenti in Polonia, quindi il basso costo del lavoro polacco in questa delocalizzazione non c’entra nulla.

    …L’imprenditore che “crea ricchezza” rappresenta la più subdola delle menzogne sociali, dato che il cosiddetto “capitalismo” ed il sedicente “Mercato” costituiscono le sigle di comodo di oligarchie affaristico-criminali che saccheggiano il denaro pubblico ed i beni pubblici.

    Con questo sciopero generale finalmente, anche se in modo ancora timido e parziale, lo scontro va a centrarsi proprio sull’uso del denaro pubblico. Potrebbe sembrare un tentativo di riedizione del compromesso socialdemocratico che ha retto in Europa sino alla fine degli anni ’70, con una parte del reddito redistribuito in termini di salario individuale e salario sociale (il cosiddetto “welfare”).

    … Le privatizzazioni hanno determinato la fine del modello di economia mista pubblico/privato, e ci presentano oggi un ceto politico non solo asservito, ma dipendente dalle multinazionali anche per le proprie prospettive di carriera o di semplice salvezza personale. La kermesse sloganistica organizzata da Walter Veltroni al Lingotto di Torino, di proprietà della FIAT, ha conferito a questa supina dipendenza persino una plastica visibilità.

    Le privatizzazioni hanno impoverito la società senza raggiungere i miracoli produttivi che promettevano, cosa che però confermerebbe ugualmente la necessità di ulteriori “liberalizzazioni” e “riforme strutturali”, cioè di altre privatizzazioni. La povertà diffusa ha consentito all’affarismo multinazionale di intensificare lo sfruttamento dei consumatori attraverso la tecnica del “finanziamento ai consumi”, cioè l’indebitamento di massa, facendo così comprendere i veri moventi criminali alla base dello slogan della “stabilità finanziaria”, il nome d’arte della miseria pianificata.

    […]l’Italia … un laboratorio ideologico della sudditanza coloniale.

    La scelta delle multinazionali di mantenere alla “guida” del governo italiano un fantoccio che dà di matto ogni giorno, rappresenta la dimostrazione pratica della formula della “psywar”, resa nota dal presidente statunitense Harry Truman: “Se non puoi convincerli, confondili”.

    Nelle colonie i governi divengono sub-agenzie della guerra psicologica e sponde del terrorismo mediatico, strumenti di avvilimento della coscienza collettiva, per generare depressione e schizofrenia di massa. A Pomigliano la guerra psicologica ha però fallito in parte, a Mirafiori ha fallito quasi del tutto. La guerra psicologica quindi non è onnipotente e, dopo lo sciopero del 28 gennaio, ci saranno ancora occasioni per dimostrarlo.

    http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=398

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