La senatrice Fiamma Nirenstein vuole le dimissioni del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, collega Enzo Jacopino, reo di ospitare nella sede romana la conferenza stampa di presentazione di Freedom Flotilla 2. Meglio però si dimetta lei da vicepresidente della commissione Esteri del parlamento italiano

Mi pare sia arrivato il caso di chiedere le dimissioni della senatrice Fiamma Nirenstein, giornalista e autore di libri, da vicepresidente della commissione Esteri del senato. Anche la Nirenstein è infatti caratterizzata da quello che pare proprio possa essere un conflitto di interessi, anche se nessuno ne osa parlare per timore di essere lapidato con il lancio delle solite accuse pretestuose e spesso ridicole di antisemitismo. La nostra senatrice ha infatti casa  nella colonia di Gilo, a Gerusalemme. Come è noto le colonie sorgono su terreni e territori tolti autoritariamente ai palestinesi calpestando spesso e volentieri il diritto internazionale. Mentre i mass media italiani as usual su certi temi tacciono, o vanno a rimorchio delle versioni ufficiali, di norma taroccate, il quotidiano israeliano Haaretz ha dedicato alla nostra senatrice “colona” un articolo decisamente interessante, che la definisce più a destra della destra sia italiana che israeliana, il che è tutto dire, lei ex comunista, evidentemente più che pentita addirittura contrita, articolo che riporto per intero in basso. Mentre un gruppo di ebrei italiani ha inviato alla rivista Karnenu della comunità ebraica torinese una lettera che tra l’altro sintetizza bene l’attuale ruolo della Nirenstein, lettera della quale riporto il link che la pubblica per intero. Ma veniamo ai fatti più recenti, per i quali – sommati al resto –  credo sia il caso di chiedere le dimissioni dalla commissione Esteri.
E’ stata convocata a Roma per lunedì 13 dicembre una conferenza stampa per presentare la Freedom Flotilla 2, cioè la nuova flotta di navi di pacifisti che si prepara a tentare ancora una volta di rompere l’assedio israeliano al milione e mezzo di esseri umani che vivono e/o sopravvivono a Gaza. La conferenza stampa è stata convocata presso la sede nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, non perché l’Ordine patrocini l’iniziativa, ma solo per la normale disponibilità e sensibilità democratica del suo presidente, collega Enzo Jacopino, visto anche che la notizia c’è ed è clamorosa: si tratta infatti di una sfida questa volta più massiccia, il numero di navi e pacifisti sarà notevole, compresa forse una nave di ebrei non sionisti maniacali, cioè arabofobi. Apriti cielo! Da alcuni giorni i soliti noti,  guidati as usual da Fiamma Nirenstein, questa volta in compagnia di tali Claudio Pagliara e Dimitri Buffa, giornalisti, oltre che col solito stantio supporto del sito che chissà perché si chiama Informazione Corretta quando di corretto in senso informativo ha molto poco, si è scatanata con il lancio di mail di protesta le cui parole sono pietre lapidatorie. Se non peggio. L’obiettivo di costoro sono le dimissioni di Jacopino da presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti italiani. Opperbacco!
Nirenstein&C equiparano i pacifisti della Flotilla, nove dei quali sono stati massacrati dai militari israeliani a bordo della nave Mar Marmara, ai terroristi filo Hamas, tant’è che hanno coniato il vergognoso termine di “pacifinti”. Ma tutta la loro forsennata propaganda non è riuscita a nascondere la realtà, documentata da una apposita commissione internazionale, tant’è che a quanto pare Israele, per quanto possa parere incredibile, si è accorta del suo tragico eccesso e si appresta a chiedere scusa alla Turchia, dato che i 9 uccisi, alcuni dei quali a sangue freddo, erano cittadini turchi.
Nirenstein si è distinta a suo tempo nell’aggressione “politica” contro Massimo D’Alema, reo in visita di Stato in Libano di avere accettato in dono una kefiah, il classico copricapo arabo, e lo aveva indossato qualche secondo su richiesta dei fotografi e cinefototeleoperatori  presenti. Barando come non di rado, la kefiah è diventata il simbolo del terrorismo internazionale e D’Alema è stato immediatamente bollato di intelligenza col terrorismo. E’ lo stesso modo di (s)ragionare di chi volesse accusare Gianfranco Fini di essere un sostenitore degli omicidi mirati israeliani o dei loro bombardamenti contro i civili palestinesi solo perché in visita di Stato in Israele ha indossato il keppele, cioè il tipico copri sommità del capo ebraico, offertogli dai suoi interlocutori israeliani, con soddisfazione della stessa Fiamma. Keppele sì e kefiah no? Come si vede, siamo al delirio puro e semplice. La simpatica Fiamma, aspirante Giovanna d’Arco d’Israele e per ora piccolo incrocio tra un Giuliano Ferrara e una Oriana Fallaci in sedicesimo, ha organizzato la recente maratona oratoria a Roma per Israele intitolata presuntuosamente “Per la Verità, per Israele”. Si tratta dell’iniziativa che ha visto Roberto Saviano inviare un suo video nel quale racconta le sue origini ebree e la sua infanzia in un kibbuz, confondendo stranamente anche lui tra ebrei e israeliani oltre che tra ebrei e sionisti, che è come dire confondere Saviano e i campani come lui con la camorra che in Campania spadroneggia. Ah, cosa non si fa per l’autopubblicità…
Tutta questa bella gente usa e abusa il termine terribilmente accusatorio “antisemiti” per colpire chiunque osi non allinearsi sulle posizioni israeliane, anche le più oltranziste e sbagliate, che finora hanno provocato oltre 80 mozioni di condanna e ammonimento a Israele da parte dell’Onu. Chissà, forse è antisemita anche l’Onu…, cioè il mondo intero, Mah. Non comment. Del resto anni fa Romano Prodi, all’epoca per così dire presidente  della Comunità Europea venne aggradito perché aveva osato dare notizia di un sondaggio condotto in Europa che dimostrava come per gli europei la politica antipalestinese di Israele fosse il più concreto pericolo esistente di guerra. Giusta o sballata che fosse, ed è, tale convinzione europea, l’accusa di antisemitismo agli europei e al povero Prodi è palesemente strumentale, oltre che scema. Il problema è che tutta questa bella gente finge di ignorare alcune cose. La prima è che sono semiti anche i palestinesi e gli arabi, motivo per cui a rigor di termini – che a me paiono comunque da mettere in soffitta – sono antisemiti  anche Nirenstein&C. La seconda è che già Koesler a suo tempo ha chiarito che il “semitismo” degli ebrei è assolutamente infondato: gli ebrei sono infatti un mosaico di spezzoni di etnie, le più varie: caucasiche, berbere, nordafricane, cazare, sacie. yemenite, abissine (i famosi falashà), slave, mediterranee, ecc. Koesler ha infatti dimostrato che Hitler e i volenterosi carnefici nazisti erano non solo dei criminali efferati, ma anche degli imbecilli ignoranti: il loro “antisemitismo” criminale si rivolgeva infatti contro milioni di esseri umani in gran parte europei tanto quanto lo stesso Hitler, Mussolini e le loro corti dei miracoli e dei macelli.
Con il lancio dell’accusa ormai più che abusata e strumentale di “anntisemitismo” Nirenstein&C corrono il rischio di finire come Leone Paserman, il portavoce della comunità romana condannato a pagare 50 mila euro di danni a Michele Santoro perché lo aveva accusato di antisemitismo – e ne aveva anche lui chiesto le dimissioni, anzi il licenziamento dalla Rai! – solo perché aveva osato fare il giornalista mandando in onda non le veline gradite a Paserman&C, ma un servizio che mostrava alcune sgradevoli realtà israeliane, ovviamente ai danni dei palestinesi. Forse è troppo pretendere che Nirenstein&C abbiano letto, studiato e capito i libri di Shlomo Sand, Israel Filkenstein, Ilan Pappè, Noam Chomsky, Rabkin Yakov, Ber Borochov, Anton Shammas, Sammy Smooha, Nurit Kirsh, ecc., e perfino le opere giovanili di Ben Gurion e del sionista non arabofobo Judah Magnes,  che dimostrano tutte come il sionismo si sia appropriato del pessimo mito cristiano dell'”ebreo errante” per sostenere per i propri fini politici l’insostenibile: vale a dire, l’esistenza e la compatta omogeneità del “popolo ebraico” a partire dai miti, storicamente fasulli, distrutti dagli autori citati (tutti ebrei e quasi tutti anche israeliani), di Abramo, della “schiavitù” a Babilonia e di quella in Egitto, nonché infine dell’esilio in massa dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme per mano dei romani. Nirenstein&C fanno parte del filone che confonde allegramente tra religione e “popolo”, come se esistesse per esempio un popolo protestante o uno cattolico o uno buddista o uno ateo, anziché l’insieme dei reletivi credenti. Nirenstein&C, oltre a sapere ben poco di ebraismo in quanto Storia, e magari poco anche in fatto di ebraismo in quanto miti e religione, devono essere innamorati delle tesi biologiche dei vari Ruppin e Salaman: la “pura razza ebraica” al posto della “pura razza ariana”. Ovviamente su “rigorose basi biologiche”… Il tutto per supportare l’incredibile “Legge del ritorno”, in base alla quale tutti gli ebrei del mondo possono “tornare dopo 2000 anni” nell’ex antica Giuda, detta dai romani Palestina, alla faccia dei suoi trimillenari abitanti, discendenti degli ebrei che non si sono mai mossi da dove si trovavano , che a un certo punto si sono convertiti all’islam e che sono molto più “semiti” – o se si preferisce, per dirla con Ruppin e Salaman, molto più di “sangue giudeo” – di quanto non lo siano Nirenstein e molti altri. La nostra simpatia per Israele ha delle perplessità di fronte al fatto che si tratta di uno Stato che, per dirla con Shlomo Sand, “appartiene a tutti gli ebrei del mondo, compresi quelli che vivono in altri Paesi e in Israele non ci metterebbero mai piede”, anche perché non pochi di loro, come per esempio i  Naturei Karta (= Guardiani della Città) sono contrari alla sua stessa esistenza, ma NON a chi ci vive da generazioni come i malcapitati palestinesi e più in generale i non ebrei.

Per il momento mi fermo qui. Ma credo che su questi temi ci sarà da tornare ancora. Nirenstien infatti è tra coloro che più spingono per “dare una lezione” all’Iran, ovviamente a base di bombe. Comprese quelle atomiche, stando per esempio alle convinzioni di Silvio Berlusconi confidate all’ambasciata Usa a Roma e rivelate da WikiLeaks. Convinzioni purtroppo non solo di Berlsuconi, ma anche di esperti di strategie militari citati per esempio da Giorgio Frankel nel suo libro “L’Iran e la bomba”, che smonta un’altra serie di leggende metropolitane e balle “atomiche”. Per ora concludo con la lettera alla rivista Karnenu e con l’articolo di Haaretz. Nirenstein, che di mestiere fa o faceva la giornalista, tant’è che la conobbi sia pure solo molto poco nella redazione romana de L’Espresso (allora aveva la E maiuscola…), finge di ignorare che in Israele ci sono giornalisti dello spessore e del coraggio di Gideon Levi, Amira Hass, Warshawsky, ed altri che non ragionano con il paraocchi sionista o con la logica di un rabbino razzista come Jussuf Ovadia, che è a capo di un partito della coalizione di governo e di recente ha augurato la morte a tutti i palestinesi.

LINK  DELLA  LETTERA  A  KARNENU: http://www.hakeillah.com/2_10_lettere.htm#Lettera_a_Karnenu_

ARTICOLO DEL QUOTIDIANO HAARETZ:

Nel quartiere di Gilo a Gerusalemme, uno dei più ampi in Israele, vivono circa 50.000 persone. Fino ad ora  non ha mai avuto un rappresentante al parlamento. A partire da questa settimana non è più vero. Fiamma Nirenstein, un’abitante del quartiere da 10 anni, è stata appena eletta al parlamento italiano. Se noi ci atteniamo alla definizione delle Nazioni Unite, che ritiene Gilo, nell’angolo meridionale della capitale, una colonia, si potrebbe dire che la Nirenstein è la prima “colona” a divenire membro di un parlamento non israeliano.
Questa settimana, in una serie di telefonate a Roma, fatte tra le prime voci di una vittoria vicina per la coalizione politica di destra alla quale appartiene la Nirenstein e le notizie della vittoria travolgente di Silvio Berlusconi, la Nirenstein  ha precisato in diverse occasioni di non aver richiesto la cittadinanza israeliana, ma che questo aspetto burocratico non aveva importanza per definire la sua identità. In una discussione che alternava l’ebraico e l’italiano, la Nirenstein ha detto che: “Mi sento come se avessi fatto l’aliyah [ “salita” o viaggio di ritorno degli ebrei in Palestina. n.d.t. ]”.
Durante le elezioni, la Nirenstein non mai nascosto la sua  israelianità. La sua campagna è stata incentrata sulla valutazione che Israele rappresenta l’avanguardia della democrazia occidentale nella lotta contro il mondo del terrore. “Io ho concorso per un posto al parlamento come rappresentante del distretto della Liguria. Ho tenuto comizi a Genova e in altre città della regione,” racconta, “ma alla gente non ho parlato di problemi locali. Ho detto loro che la cosa più importante per la loro identità italiana consisteva nello stare dalla parte di Israele.” La Nirenstein ha intitolato il suo libro più recente “Israele siamo noi”. Con il “noi” essa faceva ovviamente riferimento agli italiani.

Avvertimento.

Anche se l’Italia non ha grande esperienza nel campo degli attacchi terroristici ed il numero degli immigrati musulmani è piccolo al confronto di altri paesi europei, il discorso sull’importanza  della guerra al terrorismo islamico, o semplicemente come relazionarsi con l’Islam in generale è molto presente nei discorsi italiani contemporanei.
Oriana Fallaci ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a scrivere libri nei quali essa ha definito in modo diretto l’Islam come la sorgente di tutti i mali. Lo stesso Berlusconi, il leader indiscusso della destra italiana per più di una decina d’anni ha sostenuto in una delle sue comparse di pochi giorni fa: “Dobbiamo essere consci della superiorità della nostra cultura che ha portato il benessere al popolo di quei paesi che l’ hanno adottata ed assicura il rispetto per i diritti umani e religiosi. Tale rispetto certamente non esiste nei paesi islamici”.
Forse questo è il motivo per cui Berlusconi e Gianfranco Fini, socio di Berlusconi e capo  del precedente partito neo-fascista, hanno proposto alla Nirenstein di  associarsi alla loro lista congiunta, il “Partito della Libertà”.
Il padre della Nirenstein giunse in Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, come soldato della Brigata Ebraica. A Firenze incontrò la madre di lei , che combatteva come partigiana contro il governo fascista e più tardi contro il regime nazista. “Io sono nata comunista”, afferma. Nella sua gioventù fece parte della generazione del 1968, fondò il primo giornale femminista in Italia e lavorò in giornali di sinistra. Dopo la Guerra dei sei giorni nel 1967, cominciò a crearsi un divario tra lei e i suoi “compagni comunisti”, che ritenevano Israele un paese occupante. Lei ricorda: “Per molto tempo rimasi confusa. Nel 1982 firmai una petizione contro la prima guerra in Libano. Oggigiorno non l’avrei sottoscritta. Che cos’ ha guadagnato Israele dal suo ritiro dal Libano?”

A destra di Netanyahu:

Il suo primo viaggio in Israele fu come giornalista, e fu solo dopo questa iniziale visita che essa vi ritornò per un lungo periodo nel 1992. Per due anni gestì l’Istituto Italiano di Cultura a Tel Aviv e dopo l’assassinio di Rabin decise di dover rimanere in Israele. “Avevo la sensazione che questo fosse il luogo più interessante di tutto il mondo, come pure percepii che la mia relazione con Israele era parziale.”  Essa non ottenne la cittadinanza israeliana in quanto ritenne che un passaporto israeliano l’avrebbe ostacolata nel lavoro, ma a parte questo, lei sostiene anche che “ogni ebreo nel mondo è un israeliano, anche se non ne è consapevole. Tutti coloro che non lo riconoscono fanno un grande sbaglio.”
Nella realtà della situazione delle correnti politiche israeliane, la Nirenstein è collocata a destra del Kadima e del partito Laburista, e forse perfino del presidente del Likud,  Benjamin Netanyahu. Essa afferma di credere nell’idea dei due stati per due popoli, ma ritiene che il principio di “territori in cambio della pace” è  uno sbaglio. Non c’è alcuna possibilità di discussione su ciò, ella spiega, fino a che l’intero mondo arabo non sarà disponibile a riconoscere Israele. I negoziati con Hamas sono assolutamente fuori discussione.
Ma ci sono sondaggi d’ opinione che affermano che una maggioranza di israeliani sono disponibili a negoziare con Hamas.
La Nirenstein: “Il pubblico sostiene un compromesso con Hamas, così che esso cesserà di lanciare missili su Sderot. Ma, moralmente parlando, non ci devono essere negoziati con Hamas, che ritiene che gli ebrei sono i figli di scimmie e di maiali. Non puoi negoziare con cannibali, che mangiano esseri umani.”
E’ molto difficile discutere con la Nirenstein. Non solo per la bassa qualità della connessione telefonica con Roma, ma anche perché lei ritiene che Israele sia il punto di riferimento che dovrebbe servire di ispirazione a tutto l’occidente.
Essa afferma che “Israele è l’avanguardia di tutte le democrazie del mondo ed è venuto il tempo per l’Europa di riconoscerlo.”

Ma nella campagna elettorale ti sei incontrata con italiani che a mala pena sanno dov’è Israele. Come sei riuscita a convincerli che Israele è importante per le loro vite?

“Ho detto loro che l’Italia può imparare molto da Israele. Si può apprendere che cosa sia una vera democrazia, come può sopravvivere una democrazia in condizioni di conflitto, senza tradire i suoi principi fondamentali. Israele è una cultura di vita, la cultura di un popolo che ha sempre cercato la pace. I nostri problemi in Italia sono dati dal fatto che talvolta non sappiamo chi noi siamo. Tu puoi sapere chi sei se riconosci il tuo nemico ed il tuo amico. Israele è l’amico per l’Italia.”

In altre parole l’Islam è un nemico?

“Non sto dicendo che tutti i musulmani sono terroristi, o che tutti i musulmani sono criminali. Ma Hamas ha affermato di voler conquistare Roma, per trasformarla in un avamposto dal quale conquisterà tutta l’Europa.”

E tu pensi che Hamas voglia realmente conquistare Roma?

“Roma è un luogo molto simbolico agli occhi dell’Islam radicale. L’Italia, con la sua cultura cattolica, è un nemico agli occhi dell’Islam.”

Ovviamente, tutto ciò tocca una delle questioni centrali della recente campagna elettorale in Italia. Fini, che è designato a divenire il portavoce parlamentare nella nuova amministrazione di Berlusconi, parla frequentemente della necessità di mettere al bando la immigrazione illegale. Perfino il moderato partito social-democratico, guidato dal precedente sindaco di Roma, Walter Vwltroni, ha dedicato molta attenzione all’argomento.
“La gente sente che l’immigrazione sta minacciando le sue città, la sua cultura,” afferma la Nirenstein. “Potrebbe essere esagerato, ma gli abitanti di Firenze, ad esempio, pensano alla loro città come un tempio per le opere d’arte che vi furono realizzate. Quando vedono i gradini del duomo pieni di immigrati, restano shockati.”

Ho vissuto a Firenze. Ricordo l’Italia come un paese tollerante.

“E’ molto cambiato. C’è un intero quartiere nel quale non puoi entrare di notte. Ci sono stupri, ci sono aggressioni, c’è spaccio di droga. Ci sono scuole per immigrati dove non tengono appeso il crocifisso. Gli immigrati disprezzano la nostra cultura. Noi diamo loro lavoro ed essi scherniscono i nostri valori. C’è una profonda contraddizione tra l’Islam radicale ed i valori italiani.”
“Il problema è dato dal fatto che difficilmente troviamo un Islam moderato in Italia. Proprio l’opposto. A Roma hanno costruita una enorme moschea. Ci sono una gran quantità di moschee in Italia ed in esse operano delle scuole coraniche molto anti-occidentali. C’è la poligamia, le mogli vengono percosse ed è un fenomeno molto comune. C’è il padre che uccide la propria figlia per l’onore della famiglia. E’ logico che gli italiani se ne sarebbero accorti e che ci sarebbe stata una reazione.”

Il saluto a braccio teso [ o fascista, n.d.t.]

Nei libri della Nirenstein non trovi il sentimento aggressivo anti-musulmano che grida da ogni pagina dei libri della Fallaci. Ma mentre lei non fa parte dell’ondata di opposizione agli immigrati e ai musulmani che sta travolgendo l’Italia, appartiene però alla nuova destra che è riuscita ad ottenere un’impressionante vittoria elettorale questa settimana. Sembra che non ci sia una cosa tale quale una “via di destra” che sia di “destra” in tutta Europa: Berlusconi, il capitalista dichiarato ed il più accanito filo-americano in Europa da un lato, la Lega Nord con il suo selvaggio incitamento dall’altro, e poi Fini e il suo precedente partito neo-fascista.
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, in confronto a questo gruppo, sembrano quasi dei comunisti.
La Nirenstein non accetta “completamente” questa definizione. Per lei Berlusconi è uno di centro che riceve voti anche dalla sinistra, perché è “per gli oppressi” e vuole ridurre il loro carico fiscale. La Nirenstein si considera come “un’amica della Lega del Nord” che vuole trasformare l’Italia in uno stato federale. Essa ritiene questa un’ambizione legittima , anche se alcuni pronunciamenti della Lega  sono “sgradevoli”.
La sua vicinanza all’ex partito neo-fascista  ha creato alla Nirenstein dei disappunti durante la campagna elettorale, in particolar modo dopo che uno dei candidati di Berlusconi al senato, Giuseppe Ciarrapico, ha dichiarato con orgoglio di essere stato e di rimanere fascista. Secondo la Nirenstein, la sua candidatura “non si adatta” con la sua candidatura in quanto anti-fascista dichiarata, ebrea e figlia di una partigiana, ma ciò nonostante essa è rimasta nella stessa lista.
“Non esiste una lista perfetta,” dice.

Durante la campagna elettorale hai incontrato persone come Ciarrapico?

“Ad uno dei comizi elettorali al quale ero presente, a Genova, qualcuno ha fatto il saluto fascista. Andai dalle persone di Alleanza Nazionale ( il nome del precedente partito neo-fascista ) e chiesi chi fosse.  Dissi che io protestavo , che ero sorpresa di vedere cose del genere e che desideravo non vederle mai più.”

Ma lo stesso Fini usava fare il saluto fascista ai comizi negli anni ’60, quando tutti erano a conoscenza di dove aveva portato il fascismo.

“Io non so se Fini ha fatto quel saluto, può darsi nella sua giovinezza. Ma non so che cosa avrebbe dovuto fare di più oltre che inginocchiarsi allo Yad Vashem [ museo dell’olocausto a Gerusalemme, n.d.t.]. Avrebbe dovuto uccidersi?”

Non avrebbe potuto fare di più forse.  Ma come ti sei sentita tu, come ebrea, come figlia di una partigiana, di fianco ad un uomo che da adulto ha sostenuto il fascismo?

“Egli è stato fascista come io sono stata comunista, quando io restavo indifferente a ciò che faceva Pol Pot, quando ammiravo Che Guevara. Lo valuto come una persona che da allora si è trasformata.”

L’Italia del dopo-elezioni, dice la Nirenstein, è un luogo divenuto migliore, un luogo più stabile, un luogo senza una sinistra radicale ed una destra radicale. Lei non sa ancora che cosa farà nel nuovo parlamento. Alla Nirenstein piacerebbe occuparsi di affari esteri, ma  sa  che dovrà pagare un prezzo: Per ora rimarrà a Roma e manderà un saluto ai suoi buoni amici in Israele. Però non rinuncerà alla sua casa a Gilo, che resterà in attesa del ritorno da Roma del membro del parlamento.
[trad. mariano mingarelli]

281 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Bèh, Poppy..
    diciamo pure che i bolscewìki fecero buco per le loro incongruenze
    e che i capitolisti (con la a) si sono avviati su quella strada senza più ritorno.
    Mi spiego: fare responsabili quelli che responsabili delle porcate
    difronte al dio denaro non lo sono affatto.

    Ma non credo che tu possa arrivare a capirlo.
    Non è un pregiudizio sui generis, soltanto una constatazione.

    C.G.

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S. A volte leggo l’Unità, uno dei migliori quotidiani italiani.
    Povero ma bello.
    Una testata intelligente, con giornalisti con la schiena diritta.
    Merce rara, questa, nell’Italia berluskina.
    C.G.

  3. Anita
    Anita says:

    Omofobo l’ha concepito lei. (conceived)

    Io ho scritta la verita’.

    Sulla mia frase di mandare al suo eroe qualche cosa di grazioso e possibilmente rosa, non ci vedo niente di omofobico, Bradley Manning e’ apertamente gay, partecipa alle gay parates ed era stato abbandonato dal suo compagno, un transvestito.
    Ecco perche’ era depresso e voleva fare rappresaglie contro le forze militari, era deluso e si sentiva isolato.

    Le parole “razzista”, “sessista”, “islamaphobe” e “omofobo” sono cosi’ abusate che hanno perso il loro significato.

    Anita

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Le sue subdole paroline “grazioso” e “possibilmente rosa”, nonchè “effemminato”, dimostrano casomai ce ne fosse bisogno (non c’è bisogno) che lei ha poco rispetto per chi è sessualmente diverso.
    Poppy, da parte sua e onestamente gli ha dato, forse neanche volendo, una lezione di civiltà.

    Lei ha pregiudizi da tardo perbenismo.
    Io non ho peli sulla lingua e glielo faccio notare.
    Questo è un blog di opinioni, non una chat, le piaccia o meno.
    Buonaseeera.
    C.G.

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.:
    il post di Pino (245) che ho letto solo ora mi trova completamente d’accordo.
    Se lo rilegga attentamente, le sarà d’aiuto contro i suoi pregiudizi
    medioevali.
    C.G.

  6. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Il primo a copiare documenti e a renderli pubblici fu Daniel Ellsberg, l’analista dell’esercito US che nel 1971 fece scoppiare lo scandalo sul conflitto vietnamita rivelando la verità sulla sporca guerra con i “Pentagon papers”. Erano 14.000 documenti che Ellsberg fotocopiò uno ad uno con una fotocopiatrice Rank Xerox. La stizza dell’America di Nixon è nota: Ellsberg che aveva passato il tutto al New York Times (che ci mise tre mesi a decidersi di pubblicare le carte) rischiò una condanna a 115 anni. Alla fine fu assolto. In seguito Ellsberg ha ottenuto una sfilza di premi, il Ron Ridenhour Courage Prize, il Gandhi Peace Award e recentemente il Right Livelihood Award.

    In Israele è invece ancora sotto processo un’altra soldatessa, israeliana, Anat Kamm che si è permessa di passare a un giornalista di Haaretz le carte segrete dei piani attuati dall’esercito contro le enclaves palestinesi, disubbidendo alle prescrizioni date dalla Corte Suprema di Gerusalemme. Il suo caso è poco seguito, eppure si tratta di un’emula di Ellsberg e di Manning. In sua difesa è intervernuta varie volte Judith Miller del New York Times. Silenzio o quasi da noi.

    Bradley Manning – l’attuale eroe legato a WikiLeaks lui è il terzo soldato che disubbidisce e rompe la cortina di silenzio, il segreto imposto dalle amministrazioni compresa quella Obama su faccende non proprio virtuose. Arrestato rischia una condanna a 52 anni.
    Ricordo il suo precedente contributo quando mesi fa divulgò un video sulla mattanza fatta dall’equipaggio di un elicottero US contro civili inermi.
    (alla Komare ovviamente questo non fa caldo nè freddo, preferisce quaglieggiare sul fatto che Manning sia omosessuale)

    Questi due casi recenti, Manning e Kamm, DEVONO diventare casi di mobilitazione internazionale. Come fu per Ellsberg. Si tratta infatti di chiedere la liberazione di questi nuovi eroi che con il loro coraggio, inventiva e a rischio della propria incolumità hanno deciso di lavorare per la trasparenza.

    C.G.

  7. Anita
    Anita says:

    x 257-258

    Il mio amico piu’ caro era un Fratello omosessuale non praticante, ci divertivamo un mondo…fu trasferito a Roma a Citta’ del Vaticano.

    Due vicine, conviventi, erano lesbiche, di sovente passeggiavamo con i nostri cani, poi Stella e’ morta…e la compagna ando’ via.

    Lei non sa di cosa parla.

    Lei e’ il pregiudizio impersonato e non se ne accorge.

    Nella mia, benche’ breve carriera di pittrice, ho conosciuto parecchi omosessuali, lavoravamo assieme. (in Italia)

  8. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Molto probabilmente non le è servito a niente nel considerare chi è diverso da noi cosidetti “normali” degno del rispetto che deve valere per tutti.
    A priori, mia cara signora.
    Non solo per il fratello della sorella del cognato del cugino dello zio.
    C.G.

  9. Popeye
    Popeye says:

    e che i capitolisti (con la a) si sono avviati …
    —————
    Caro Cerutti,
    Posso sbagliare una volta ma l’errore non lo ripeto. Ma tu che scusa hai? Continui a cinguettare come un pappagallo guercio che si crede il Gesù reincarnato.

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Attento Poppy, quando i gesucristi decideranno di scendere dalla croce saranno kazzi amari per voi mercanti del Tempio..!!
    C.G.

  11. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti,
    La mia coscienza e’ a posto. La tua? Che scusa metterai? Sono KOMUNNNNNNNISTA!

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Dicono tutti così quando cominciano a farsela sotto:
    “ho la coscienza a posto”.
    Quale posto poi, non è mai dato di sapere.

    Ma forse non lo sanno neanche loro.
    C.G.

  13. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Cerutti Gino { 19.12.10 alle 19:50 } Molto probabilmente non le è servito a niente nel considerare chi è diverso da noi cosidetti “normali” degno del rispetto che deve valere per tutti.
    A priori, mia cara signora.
    Non solo per il fratello della sorella del cognato del cugino dello zio.
    C.G.

    —————————————————————————

    Ma cosa cavolo scrive?
    Fratello = Brother nel senso religioso.

    Cosa me ne importa degli affari sessuali della gente, e’ lei che ci sta facendo una malattia…non io.

    Mi dica, se lei non avesse me da importunare tutti i giorni cosa farebbe?

    Le consiglio una visita a ” Boston Combat Zone” eppoi mi dica del normale….

    Anita

  14. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “Cosa me ne importa degli affari sessuali della gente, è lei che ci sta facendo una malattia…non io”
    ——————————————————————————–
    I fatti:

    “E’ la verita’, Bradley Mamming e’ apertamente gay,
    partecipava alle gay parates, era disperato perche’ il suo compagno ‘transvestite’ l’ha lasciato.
    Deluso e abbandonato….era in cura per depressione…per il suo cuore infranto…

    Anche se fosse in una prigione comune lo dovrebbero tenere in isolamento, in prigione i giovincelli con facce da bambini non se la passano bene”.

    —————————————————————————–
    No comment. (superfluo)
    C.G.

  15. Anita
    Anita says:

    E’ la verita’……….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Lei si illude o non sa cos’e’ il mondo.

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Quanti punti esclamativi..
    Certo che se il mondo fosse lasciato alle SUE illusioni e il SUO sapere, staremmo freschi.
    Anzi, stiamo già freschi.
    Sottozero.
    C.G.

  17. Anita
    Anita says:

    (!) is a punctuation mark usually used after an interjection or exclamation to indicate a strong feelings or high volume, and often marks the end of a sentence.

  18. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Lei dovrebbe trovarsi un altro eroe, Adrian Lamo, il quale ha ottenuto le informazioni o leaks da Bradley Manning e le ha divulgate ai giornali prima che Julian Assange entrasse in scena.

    Bradley Manning scriveva sempre su Facebook col nick “bradass87″ e da li’ si rivelano i suoi demoni personali.

    Lei ne’ parla, ne’ capisce l’inglese, le sue informazioni sono limitatissime……….

    Fino ad ora tutte le rivelazioni di Wikileaks, quella piu’ affascinante potrebbe essere stata l’aver appreso che alcuni leader arabi incalzano il governo americano ad attaccare gli impianti nucleari iraniani.

    Questo solleva altresi’ dei dubbi sull’utilita’ dell’ammasso di dati di Wikileaks.
    Alla fine, cio’ potrebbe sviarci piu’ che illuminarci sulle politiche arabe.

    Domani si trovi un altro zimbello, io saro’ occupata per qualche giorno.

    Anita

  19. Anita
    Anita says:

    Re: # 271

    La storia si Adrian Lamo ha presa un altra svolta, e’ stato lui a denunciare Manning.

    ———————————————————————–
    Traduzione Google

    Nel mese di maggio, 22 anni, US Army Private First Class Bradley Manning ha contattato Lamo tramite IM, apparentemente di punto in bianco.
    Manning era in cerca di qualcuno con cui confidarsi.
    Secondo Lamo, Manning ha continuato a dirgli che ha fatto trapelare la video Apache, e che aveva anche trapelato 260.000 cavi diplomatica.
    Lamo ha deciso di denunciarlo alle autorita’, e poi ha raccontato la storia di Kevin Poulsen di Wired.
    Wired ha riportato l’arresto di Manning e il coinvolgimento di Lamo.

    Per molti dei sostenitori WikiLeaks ‘Lamo’ e’ diventato persona non grata.
    WikiLeaks portavoce Jake Appelbaum usato il suo keynote Sabato a chiedere che la comunita’ hacker distanziasse Lamo.
    A Lamo gli e’ stata data la possibilità di difendersi sullo stesso palco Domenica, e lo prese.

    Anita

  20. sylvi
    sylvi says:

    Un po’ di tutto e di più.

    I miei triestini per tornare da Pieve di Soligo (Veneto) ci hanno messo quasi sette ore, bloccati a Lisert, uscita autostrada a Monfalcone da imbecilli motorizzati che credevano di entrare in Slovenia senza Tutte le adeguate attrezzature previste dagli austro-slavi inflessibili ma con strade scorrevolissime!

    Mio figlio è tornato da Stoccarda in nove ore; transito solo rallentato sui Tauri, che non sono gli Appennini tosco- emiliani!!!
    Ma TUTTI, da quelle parti, forse non hanno il cellulare ultima generazione da 600/800 euro, ma sono assolutamente provvisti di treno di gomme invernali da 400 euro e pensano, i tontoloni, che la corsia di emergenza serva alle emergenze appunto non ai cretini sempre più emergenti.

    Poi, solo dopo, ce la possiamo prendere con ANAS, PC ecc. ecc!

    Per quel che riguarda Roma mi sarebbe piaciuto leggere sui giornali di sx una condanna senza se e senza ma, sui metodi degli pseudo studenti che, se hanno imparato solo questi metodi per affermare le loro sacrosante ragioni, è meglio chiudere le scuole e dagli la pensione di animalità, serrarli nelle stalle comandati da quei simpatici robot che chiudono automaticamente il cancello a chi ha già brucato nella mangiatoia e crede di fare il furbo mangiando due volte.
    Insieme ovviamente a questi politici gravemente neurolesi.
    NOI, veneto friulani fasin di bessoi, i piemontesi non so!!!
    Un Fassino peggio non gli può fare!!!

    In libertà soltanto i buoi e gli asinelli che devono riscaldare le grotte e le capanne!

    continua
    Sylvi

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO
    ———————————————-Crisi sistemica: cosa non fare e cosa fare

    di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    I drammatici sviluppi intorno alla sostenibilità dei debiti sovrani, alla tenuta dell’euro e al futuro dell’Ue hanno scatenato un tale turbinio di proposte e presunte soluzioni da creare più confusioni che certezze.

    Poiché la crisi è sistemica, occorre riflettere pacatamente sulle politiche economiche e finanziarie che i governi e le altre istituzioni preposte dovrebbero mettere in cantiere. Sarebbe opportuno vedere prima di tutto quello che non dovrebbe essere fatto.

    A nostro avviso anzitutto non bisogna immettere ulteriore liquidità per salvare le banche o comprare titoli di stato. Invece questa è purtroppo la politica delle Fed. Recentemente poi si è scatenata una grande campagna per indurre la Bce a fare altrettanto. Con il fondo dell’European Financial Stability Facility e gli acquisti di titoli di stato direttamente da parte della Bce si arriva ad una disponibilità effettiva di circa 700 miliardi di euro. Per il salvataggio della Grecia, dell’Irlanda e del Portogallo potrebbero bastare, ma non sarebbero sufficienti per affrontare una possibile crisi spagnola. Oggi il mondo della finanza internazionale, a cominciare da quella americana, richiede con forza che la Bce porti la sua offerta di liquidità a 2.000 miliardi di euro! Proseguire su questa strada prima o poi porterebbe inevitabilmente una fiammata di inflazione.

    Non bisogna tagliare indiscriminatamente i bilanci, in particolare le spese sociali e gli investimenti degli stati, per abbattere il debito pubblico e rientrare nei parametri di Maastricht. Il debito pubblico dell’Ue raggiungerà circa 9.300 miliardi di euro alla fine del 2010, pari in media al 78% del Pil europeo. Per riportare il debito pubblico sotto il livello del 60% del Pil occorrerebbe eliminare 2.150 miliardi di debito. E’ impossibile nel breve o nel medio periodo. Se lo si volesse fare in 10 anni ciò comporterebbe un taglio annuo di circa 200 miliardi. Oltre ad una ovvia incapacità di tenuta sociale, ciò provocherebbe una deflazione e una recessione con delle conseguenze reali molto più gravi di quelle finora prodotte dalla crisi bancaria e finanziaria.

    Non bisogna fare le cartolarizzazioni, vendere cioè il patrimonio pubblico per far cassa e abbattere in parte il debito pubblico. L’esperienza, anche in Italia, ci insegna che, alla fine, queste operazioni impoveriscono soltanto lo stato che poi si trova privo di patrimoni con valori reali. Sarebbe un party per i finanzieri e speculatori che metterebbero in campo titoli e anche valori fittizi nella prospettiva di scambiarli con i “gioielli di stato”. E l’effetto sul debito pubblico sarebbe comunque irrisorio.

    Non bisogna provocare una “inflazione controllata” per svalutare i debiti degli stati. Sono proposte che da tempo girano nel mondo della finanza anglosassone e sembrano aver attecchito anche nell’ufficio del presidente della Fed, Ben Bernanke. La storia europea ci insegna che è facile provocare l’inflazione ma è impossibile poi controllarla e spegnerne i focolai.

    Non bisogna svalutare le monete in modo competitivo pensando di favorire le esportazioni e quindi l’aumento della produzione interna e del Pil e in tal modo diminuire il debito pubblico. Né sarebbero utili nuove barriere doganali, di cui alcuni parlano, per contenere le importazioni. Ciò porterebbe ad una devastante guerra commerciale globale.

    Non bisogna credere che i titoli tossici o i rischi sui bond di stato si possono scongiurare accendendo polizze di assicurazione come i Cds. Se i titoli sono senza valore, un’assicurazione sul rischio può apparentemente garantire chi li possiede, ma non risolve la crisi sistemica. Nel 2010 i Cds sui titoli sovrani europei sono aumentati del 37,3% raggiungendo un totale di 661, 7 miliardi di dollari, facendo guadagnare 40 miliardi di dollari in commissioni alle grandi banche internazionali. Un bell’affare!

    Non bisogna abbandonare gli accordi monetari ed economici regionali, in Europa in particolare, né ipotizzare due o più Ue a differenti velocità, né un euro del nord e uno del sud. Queste teorie, promosse dai sostenitori del sistema del “dollar for ever” contro ogni forma di accordo unitario europeo, sembrano attecchire anche nel Vecchio Continente. Si vorrebbe far dimenticare che la maggior parte degli scambi commerciali dei paesi europei sono fatti proprio all’interno dell’Europa. Il Pil tedesco, per esempio, per più del 40% è frutto delle esportazioni, di cui più della metà riguarda gli altri paesi europei.

    Al contrario molte sono le cose che si dovrebbero fare all’interno di una riforma globale delle finanza e delle regole economiche. Due prima di tutto.

    Bisogna rilanciare l’economia reale attraverso una politica di grandi investimenti nelle infrastrutture e nell’innovazione tecnologica. Occorre ritornare a progettare gli investimenti a lungo termine. Gli eurobond per lo sviluppo possono essere dei validi mezzi, così come i nuovi strumenti finanziari pubblici-privati di lungo periodo quali quelli promossi dal Long Term Investors Club delle Casse Depositi e Presiti europee. In altre parole, l’aumento della ricchezza prodotta e più equamente distribuita è l’unica vera base per abbattere il debito pubblico e per mantenere la stabilità sociale.

    Bisogna chiamare in campo il curatore fallimentare con il “compito biblico” di separare il grano dalla gramigna, cioè il credito dalla speculazione e dai titoli tossici. Sostenere il primo e abbattere i secondi con regole più stringenti, con tasse e con altri sbarramenti contro la loro proliferazione.

    Tutto ciò presuppone un contestuale e forte impegno degli stati ad eliminare gli sprechi e a contrastare l’evasione fiscale, il lavoro nero e l’economia sommersa.

    *Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi ** Economista

  22. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    ho appena finito “Napoleone a Venezia” 1797/ 1814, di Alvise Zorzi che ha radunato e riordinato numerosi documenti e poderose bibliografie del tempo.
    Avevo informazioni sull'”amore” dei veneziani per il tappo corso-franco…ora mi è chiaro perchè odiano anche i “tappi” milanes-lumbard che dopo averli scippati della capitale serenissima si sono alleati ai franco piemontesi per depredarli meglio e finire con il Capo Tappo che li ha privati persino dei bordelli e delle cortigiane di gran lusso e cultura da scambiare con quelle uscite dal CEPU.
    Il Cafone rifatto!

    x Peter

    Ma la sua parte inglese credeva di avere il monopolio delle maree???
    Comunque Venezia ha un aeroporto civile…senza voli aboliti…e la corsa fino a Venezia città è molto carina e suggestiva.
    Il Sindaco, di sx preciso, ha ordinato per lei una bassa marea! Contento???
    Stia lontano dai ristoranti per turisti…è avvertito!!!

    Si accontenti del mio benarrivato, perchè coi tagli ai Comuni …il red carpet è soltanto per capi di Stato!!!

    Sylvi

  23. sylvi
    sylvi says:

    ps x Peter

    Se volesse acquistare qualcosa di vetro per un regalo si rivolga esclusivamente alla Murrina e ai Murano autentici…li riconoscerà anche dai prezzi!
    Il resto è Cina!

    Sylvi

  24. sylvi
    sylvi says:

    caro Az,

    grazie per la tua disponibilità riguardo al Manifesto!
    Forse dovrei leggerlo considerando che persino un Cardinale ne ha elogiato le idee!!!
    Sono al sesto volume della Ferrari, ma dovrei, dice il torturatore sloveno, arrivare almeno a otto!!!
    Per ora, i più caldi e partecipi auguri di buon Natale, nel senso di rinascita, li faccio alla Camusso, poverina, che si trova, essendo per sua disgrazia intelligente e lungimirante, nei guai più grossi, strattonata fra il futuro di Marchionne e il passato della Fiom!!!

    Che Gesù Bambino la assista!!!

    Sylvi

  25. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    grazie del pensiero. Sono riucito avolarea Milano ieri, orasono a spasso sul bellissimo lago diComo. ATorino noncivado piu’, troppocomplicato. Qui c’ero gia’ stato 20 anni fa,nonimporta.
    Penso che andro’ a Venezia conungiorno di anticipo.
    E’ incredibile quanti stranieri inLombardiaadesso, vedo pero’ chealcuni sono impiegati nei servizi, elagente non sembra razzistaverso di loro . Bene. Europa docet.
    Le auguro di rimettersi presto , farebbe bene pero’ d usare le TED (Thrombo-Embolic -Disease) stockings, fino alla coscia. InGb gli anziani leusano persino per i viaggi lunghi in aereo.
    Mi dica di nuovo quella trattoria a Venezia, la prego, e la chiesa chediceva, anche se ilmio fratellone e’ istruito da un veneziano doc, ma non voglio lasciar fare tutto a lui

    un caro saluto

    Peter

  26. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Ricordo che le avevo parlato di Locande per dormire (B&B), ce ne sono di tutti i tipi e di tutti i prezzi, avevo accennato a S. Marcuola poco distante dalla Stazione ferroviaria e del Casinò.
    Dalla Stazione di S. Lucia a S. Marco è una bella passeggiata da scarpe comode, passa vicino al Ghetto ( da vedere) e attraversa Canareggio, dove mi pare lei abbia trovato alloggio.
    Dall’altra parte del Canale, a Rialto, c’è il Vecchio mercato oltre al Ponte, da vedere, e su quelle fondamenta ci sono piccole trattorie, ma ci sono ovunque, purchè si allontanino un po’ dal flusso turistico.
    Si faccia ispirare dai frittolin, dove vanno a piluccare pescetti o polpettine e a bere un’ombra (bicchiere di vino) i veneziani superstiti.
    Se trova un fornaio compri una fetta di pinsa, dolce tipico di stagione.
    Si aggiri per S. Polo, isuoi rii e campielli, vada assolutamente alla Chiesa dei Frari ad ammirare Tiziano.
    Ovviamente dopo il canonico S. Marco, le Procuratie e il Palazzo Ducale.
    Una cioccolata al Caffè Florian è d’obbligo anche se non a buon mercato.
    Poi dipende dal tempo che ha, la Libreria Marciana, il Civico museo Correr, Ca’ Rezzonico e molto altro…
    Io, se avessi buone gambe, lascierei i Musei per una volta successiva.
    A Murano (vetri) ci può andare in breve tempo , Burano (merletti) è più distante, non è il caso!
    Faccia l’abbonamento giornaliero ai vaporetti così scorazza come vuole e può ammirare gli splendidi Palazzi che si specchiano sull’acqua.
    Le auguro bel tempo, compatibilmente con la stagione.
    Mi raccomando, scarpe vecchie!!!
    Buona vacanza.

    Ps. Per ora mi fanno più male i muscoli rimessi in moto che la ferita vera e propria.
    Delle calze fino alla coscia posso fare un pensierino…odio tutto ciò che assomiglia ai collant che ingabbiano il mio spirito libero!!!…

    Sylvi

  27. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ah!
    La Chiesa dei Frari a Venezia…
    Tiziano, ma anche il trittico di Giovanni Bellini sull’altare.
    Roba da capogiro.
    C.G.

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    pino nicotri
    P. S. I commenti a questa puntata saranno ora disabilitati

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