11 settembre (2001) e 17 settembre (1982): i due pesi e due misure che stritolano la nostra morale. E la nostra credibilità
La profonda ipocrisia e disonestà, nel senso anche di malafede, dell’Occidente, cioè dell’Europa e degli Usa, appaiono in tutta la loro grave enormità dal confronto tra queste due date e relative rimembranze: 11 settembre 2001 e 17 settembre 1982. La prima data è – come sanno anche i sassi – quella dell’abbattimento delle Twin Tower di New York. Ma la seconda? Chi di noi occidentali se la ricorda? No, non è la presa di Porta Pia, quella è del 19 settembre, se non erro. Non ricordate, vero? E’ il giorno della strage di Sabra e Chatila. Vale a dire, della terribile mattanza – tra i 3 e i 6 mila civili ammazzati a sangue freddo, le donne e le bambine dopo essere state stuprate, le donne incinta dopo essere state sventrate e massacrate con il feto messo loro in braccio – fatta eseguire a Beirut dai militari israeliani alle milizie collaborazioniste dei falangisti cristiani nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila. Falangisti cristiani… Questo è dunque il cristianesimo in Libano?
Per i 2.750 morti delle Twin Tower (cifra recente di Repubblica), che l’approssimazione giornalistica anche della Rai fa diventare sempre “oltre 3.000 morti”, è stata immediatamente scatenata l’invasione dell’Afganistan e ogni anno si fanno celebrazioni e ricordi vari non solo nei giorni che cadono l’11 settembre. In più, suoniamo a rotta di collo la grancassa del dolore, esibito in modo fin troppo eccessivo, e delle accuse all’islam intero. Al punto da scatenare una campagna contro “la moschea a Ground Zero”, sorvolando disinvoltamente – as usual – che non si tratta niente affatto di Ground Zero. E’ come urlare contro una moschea in piazza S. Pietro a Roma mentre invece si intende farla in corso Vittorio Emanuele, o a Milano contro una moschea in piazza Duomo mentre invece si tratta di farla in piazza Cavour o in piazzale Augusto. Insomma, il solito nostro barare.
Per il massacro a sangue freddo di Sabra e Chatila, uno dei vari fatti compiere dagli israeliani ai cristiani falangisti o compiuti in prima persona in Libano, non è invece successo nulla. Anzi, il suo responsabile, il generale israeliano Ariel Sharon e vari altri ufficiali dei servizi segreti e dello stato maggiore, è in seguito diventato capo del governo israeliano! Reputo grave che un popolo affidi il proprio governo a un soldataccio con le mani così lorde di sangue, ma questi sono affari del popolo israeliano. Che però a un certo punto su questa orripilante vicenda ha prodotto persone capaci di autocritica e dolore, come il regista Ariel Folman con il bel film Valzer con Bashir. Noi invece navigando in senso opposto abbiamo prodotto i Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, ecc.
Insomma, il solito due pesi e due misure elevato all’ennesima potenza, che individua, descrive e misura alla perfezione il nostro abisso morale e la vera natura della nostra politica in Medio Oriente. Si noti che il massacro di Sabra e Chatila – durato qualche giorno e non un paio d’ore – è stato reso possibile dal fatto che la Casa Bianca decise di evacuare da Beirut con 15 giorni di anticipo i suoi militari fatti arrivare per proteggere la disgraziata e affamata popolazione civile dei campi profughi dai massacratori falangisti cristiani e dagli stessi militari israeliani, che con un esercito di 30 mila soldati e centinaia di carri armati, appoggiati da un nugolo di aerei ed elicotteri fa guerra, avevano da qualche tempo invaso il Libano. Il loro traguardo era schiacciare la Resistenza palestinese e far fuori anche Arafat. Dopo una serie di trattative questi evacuò dalla città i suoi uomini e le armi imbarcandosi nel porto di Beirut per trasferirsi a Tunisi, e i campi profughi rimasero privi di protezione militare motivo per cui per proteggerne la popolazione arrivarono le truppe di alcuni Paesi, Stati Uniti soprattutto. Insomma, partendo all’improvviso, con due settimane di anticipo su quanto concordato, gli Usa hanno la grave responsabilità di avere spianato di fatto la strada alle belve. Fermo restando che il tracollo morale dell’Occidente verso il mondo arabo e islamico è iniziato con la spedizione di Napoleone in Egitto ed è proseguito senza sosta fino ad oggi, è esploso con il colonialismo inglese e francese per diventare il cancro che ancora oggi ci consuma con la politica angloamericana in Medio Oriente. Nel passato recente c’è da dire che come Londra ha la responsabilità delle tragedie etniche e territoriali dell’Iraq e dell’India/Pakistan, così Parigi ha la responsabilità del sistema politico confessionale che dilania il Libano da decenni anche con guerre civili: i cosiddetti cristiani, infatti, non vogliono assolutamente perdere il predominio assegnato loro dal colonialismo dei cattolici francesi.
La sporcizia intellettuale, la disonestà politica e l’opportunismo voltagabbanesco di noi occidentali, e italiani in particolare, è descritta alla perfezione dalla parabola dell’arcitaliano, come lui stesso si pregia definirsi, Giuliano Ferrara. E mi scuso se in un tale contesto nomino un personaggio così imbarazzante. Ferrara è partito prendendo a suo tempo a pugni in diretta tv un direttore di orchestra che rifiutava di dedicare ai martiri di Sabra e Chatila il concerto in esecuzione in piazza a Torino ed è arrivato a organizzare a Roma l’Israele Day, e fin qui passi, ma poi anche l’ossequio ruffiano e conformista, se non anche leccacingoli, a qualunque eccesso e crimine dei dirigenti politici e militari israeliani. Insomma, un paladino tra la Oriana Fallaci e la Giovanna d’Arco dell’ultrasionismo arabofobo duro e puro, che ci spinge alla guerra globale con l’islam. Non è cambiato solo Ferrara, del quale non frega niente a nessuno, ma anche gran parte di noi, sinistra compresa. Marco Travaglio, l’eroe dell’antiberlusconismo duro e puro, ha applaudito anche lui il massacro di Gaza definendo l’invasione israeliana una giusta risposta ad una aggressione. Lo ha cioè definito negli stessi termini in cui di recente l’ha definita Berlusconi e prima di lui il voltagabbana Paolo Guzzanti e la colona ultrasionista arabofoba Fiamma Nirenstein, portata da Berlusconi nel nostro parlamento nonostante risieda in una colonia vicino Betrlemme.
A Beirut e in Libano ho fatto il giro di vari campi profughi e degli annessi luoghi delle varie stragi e massacri di palestinesi compiuti dagli invasori israeliani e annessi fiancheggiatori cristiani. Ne sono uscito abbastanza scosso. Mi venivano in mente spesso le parole di un film: “Ho visto cose che voi umani….”. Umani? Il livello di vita degli ormai oltre 400 mila profughi palestinesi, ammassati nei campi in condizioni semplicemente disastrose, è nella stragrande maggior parte dei casi miserabile. L’aumento demografico ha nel frattempo raddoppiato i palestinesi, che però sono costretti a vivere negli stessi spazi angusti dei campi perché è vietato ampliarli. Anzi, gli spazi sono diminuiti perché ci sono campi non più ricostruiti in tutto o in parte dopo le tragedie dell’82. Solo da poco tempo i palestinesi hanno acquisito il diritto al lavoro, ma solo dietro domanda al ministero del Lavoro e annessa autorizzazione, se concessa. In ogni caso i palestinesi devono lavorare sotto padrone e NON possono svolgere professioni autonome come fare il medico, l’avvocato, l’ingegnere, ecc. Non credevo alle mie orecchie quando mi hanno detto che per comprare un televisore o un frigorifero i palestinesi devono avere l’autorizzazione dei servizi segreti libanesi! Il problema è che per evitare “l’inquinamento” di oltre 400 mila musulmani i cristiani non vogliono assolutamente che i palestinesi abbiano i diritti civili: da ormai 60 anni. Grazie ai cristiani, in Libano i palestinesi sono trattati decisamente peggio che in Giordania e Siria, dove esistono gli altri loro campi profughi. I palestinesi, ammassati in ghetti e sottoposti a mille divieti e al continuo furto della loro terra perfino a casa loro in Palestina, sono diventati di fatto gli ebrei moderni, una diaspora di massa della nostra era: per loro però niente “diritto al ritorno”…. Il lato comico, si fa per dire, è che i palestinesi NON vogliono diventare libanesi, non ci pensano neppure da lontano, vogliono infatti restare palestinesi in attesa del chimerico tornare a casa, cioè in Palestina. Nel frattempo però, ovviamente, vogliono i diritti civili, ma sono trattati dai cristiani libanesi come neppure Umberto Bossi si sognerebbe di fare con gli extracomunitari o i rom in Italia.
Il viaggio è stato organizzato dal comitato “Per non dimenticare Sabra e Chatila”, che dal 2000 organizza ogni anno una visita pellegrinaggio sui luoghi dei massacri grazie all’impegno del grande giornalista Stefano Chiarini, purtroppo scomparso poco tempo fa, e dal Forum Palestina. Chiarini, amato in LIbano non solo da tutti i palestinesi, con la sua inossidabile volontà è riuscito – tra l’altro – a far diventare un sacrario la discarica di Chatila dove erano stati gettati a mo’ di immondizie ciò che restava dei corpi delle migliaia di palestinesi vittime della “soluzione finale” voluta da Sharon ed eseguita dai miliziaoni cristiani. Dagli incontri cui ho assistito e partecipato tra personalità libanesi ed esponenti del comitato sono venute fuori alcune buone notizie. La prima è che il leader del movimento Almustaqbal, una delle maggiori basi dell’attuale governo di Saad Hariri, figlio del precedente capo del governo Rafic Hariri ucciso in un attentato assieme a sette uomini della sua scorta, si è impegnato a farci trovare per la visita dell’anno prossimo il pieno diritto dei palestinesi al lavoro, segno che l’opera di Chiarini e la credibilità del comitato sono notevoli. Da notare che il leader di Almustaqbal è un Hariri, cugino dell’attuale primo ministro. La seconda buona notizia è che Walid Jumblat, il leader della minoranza drusa, progressista, s’è impegnato anche lui per la piena conquista dei diritti civili per i profughi palestinesi, per i quali è da sempre all’opera, pur avvertendo che il processo sarà lento. Infine, Talal Salman, direttore ed editore del quotidiano Assafir, il più autorevole del Libano (non ha mai interrotto le pubblicazioni neppure durante la guerra civile), ha spiegato che secondo lui l’attacco all’Iran non ci sarà. Opinione ripetuta giorni dopo da Jumblat.
Sono stato tra l’altro a Kana, il paesino nel quale gli israeliani nel corso dell’ultima invasione del Libano hanno bombardato due palazzi con la scusa che “da lì sparavano contro i nostri soldati”, con il risultato di fare un massacro di decine di civili, soprattutto bambini. Che quella israeliana fosse una scusa lo faceva intuire l’orribile frase di uno dei massimi comandanti militari – “Per ogni nostro caduto uccideremo cento di loro” – inferocito per l’imprevista resistenza opposta dalle milizie di Hetzbollah. In realtà, come è facile appurare andando a Kana, gli israeliani volevano uccidere i due comandanti militari di Hetzbollah che abitavano con le loro famiglie in quegli affollati palazzi, e per uccidere loro hanno massacrato decine di civili innocenti. Ne pubblico parte delle foto. Così come pubblico parte delle foto che mostrano le orrende condizioni di vita nei campi profughi palestinesi e come è ridotto ancora oggi il campo di Chatila. Non c’è bisogno di didascalie. Purtroppo.
Il campo profughi di Sabra non è stato più ricostruito, tanto era stato ridotto a macerie e a montagne di cadaveri. Gli israeliani avevano chiuso in una morsa di acciaio i due campi respingendo indietro, mandandoli così a morte certa, i disgraziati terrorizzati che cercavano scampo fuggendo. Il regista di Valzer con Bashir racconta le telefonate di militari di truppa come lui per avvertire Sharon che “sta accadendo qualcosa di allarmante” e la gelida risposta di Sharon: “La ringrazio della telefonata”. Della quale peraltro non aveva bisogno: è assodato che con il suo stato maggiore si godeva lo spettacolo del massacro osservandolo con il binocolo dai piani alti di un palazzone immediatamente fuori dal campo. Che a un certo punto gli israeliani di notte hanno illuminato dall’alto con i fari fotoelettrici per permettere allo sciame di pluriassassini di condurre meglio il lavoro loro affidato. C’è chi crede, anche tra gli israeliani, che forse tutto ciò è il motivo per cui Dio ha ridotto da anni Sharon in coma irreversibile e per farlo soffrire il più possibile non si decide a farlo spirare: il “grande condottiero” è da anni solo un misero tronco umano, che di umano ormai non ha neppure il poco che aveva prima, tenuto accanitamente in vita artificiale a mo’ di totem e reperto archeologico nazionale. Riguardo tale convinzione circa l’operato di Dio, no comment.
Per i morti delle Twin Tower è stato invaso l’Afganistan, poi anche l’Iraq. Per quelli della guerra civile in Kosovo è stato messo in moto e fatto funzionare il Tribunale Internazionale. Per Sharon e i massacratori di Sabra e Chatila non è successo nulla. Stefano Chiarini e altri erano riusciti a fare intervenire la giustizia del Belgio, che per i delitti contro l’umanità può intevenire ovunque, ma tutto è stato messo a tacere: Israele e gli Usa sono troppo potenti: loro non si lasciano processare, quale che sia l’atrocità commessa. Qualcuno dovrebbe ricordare loro che quando la nostra Democrazia Cristiana era sotto scandali vari il suo leader Aldo Moro in parlamento scandì con orgoglio che “la Democrazia Cristiana non si fa processare!”, e che sia Moro che la DC hanno fatto la fine che hanno fatto: meglio sarebbe stato se avessero accettato di essere processati. Anche Silvio Berlusconi, come è ormai evidente da anni, non si lascia processare, ma tralasciamo.
Alcuni dei massacratori sono diventati ministri del Libano mentre altri campano comunque tranquilli. Almeno uno fa il taxista e ancora oggi si vanta di averne “sgozzati un sacco” e che il problema era “se stuprare le donne prima o lavorare subito di coltello o ascia”. Coltello o ascia? “Eh sì, perché gli israeliani ci avevano fornito di quelle armi per evitare che usando le armi da fuoco suscitassimo allarme e capissero anche fuori dal campo che era in corso un massacro. Però alla fine per sbrigarci abbiamo usato anche le armi da fuoco e gli esplosivi per cercare di cancellare la tracce”.
Che però non sono cancellabili. Non negli animi degli esseri umani non accecati dall’odio e dal fanatismo.
Due pesi e due misure: una tenaglia che stritola la nostra morale. E la nostra credibilità.
Non è il caso di volere giustizia? Non vendetta: ma giustizia.
Caro CC,
papino il breve si adatta con gli appalti,…i legaioli puntano,…da subito, alle banche,…che coraggio,…si servono direttamente dallo sportello….
Altro che la mafia siciliana:quisquilie,pinzillacchere,…come diceva Toto’ il napoletano che vedeva lungo….
Un saluto,Ber
Cara Anita (303), quando ho tirato in 1/2 mio padre, non volevo fare un paragone con l’oggi, ma semmai con i tempi di mio nonno o del mio bisnonno, per rendere evidente il salto di qualita’ che nel giro di meno di 2 generazioni si e’ andato realizzando nella condizione dei lavoratori. Marx dice che l’uomo e’ oggetto della produzione. E’ vero, ma il senso giusto di questa affermazioone e’ che e’ stato ridotto cosi’ dal sistema di produzione industriale del tempo, che lo ha ridotto a parte di un ingranaggio produttivo, oggettivandolo. Con questo Marx non vuole certo negare la persona, anzi, la vorrebbe liberare da un meccanismo perverso che la fa contare meno di 1 macchina. Lei ha centrato il cuore del materialismo in Marx. Solo che lo ha visto dalla parte di 1 pregiudizio, anch’esso fra gli altri, duro a morire. Comunque non mi riporti ancora su Marx, perche’ io, al contrario di Marco, non l’ho mai letto. La saluto. F.
x Peter,
penso che i fichi nei vasi sia una buona idea,…poi,d’inverno o coprili o rientrarli.
Una piccola serra?
Antonio AZ ti potrebbe dare dei suggerimenti,lui a primavera scalda, cosi’ forza la maturazione.
Ciao,Ber
caro Pino
su spostamenti, smottamenti e perdita di allineamenti atronomici avra’ ragione lei, ma proprio non mi bevo che i pietroni siano stati accatastati cosi’ apposta nell’ultimo secolo dai locals.
Mi trovo a circa 50 km da Salisbury, e ne avrei sentito parlare, gli inglesi sono primi a vociferare di cose simili, sarebbe gia’ nota da tempo come la bufala di Stonehenge o roba del genere. E’ molto piu’ facile che sia un artefatto il ‘muro del pianto’ a Gerusalemme…
A proposito, Salisbury e’ un bel nome,ed anche una bella cittadina. La capitale dello Zimbabwe si chiamava un tempo Salisbury, nome poi cambiato in Harare da quegli ingrati…
un saluto
Peter
beh, anzi un po’ di piu’, 65km
Peter
x Ber
East Sussex, pero’ molto vicino a Tunbridge Wells, nel Kent
Peter
caro ber,
i segaioli vorrebbero mettere le mani su quello che resta dell’Oro di Napoli…per mettere i gerani a tutte le finestre e balconi del Nord,così come già sono abituate da sempre le regioni a statuto speciale !!
Sicilia compresa ,ma li le mani le ha già messe la mafia da tempo!
E’ una gigantesca lotta tra vecchia mafia e nuova mafia!
cc
I tedeschi intanto con i valichi aperti ridono!
X Follotitta
“Si e’ trattato, senza se e senza ma, di regimi fascisti con una economia collettivizzata e centralizzata. La Cina, senza passare attraverso traumatici cambi di regime come in Russia, e’ rimasta solo fascista e centralizzata, convertendosi alla economia di mercato. Cuba starebbe cercando una sua via, ma arrivare alla democrazia sara’ difficile, se non impossibile. Il PCI, se le interessa saperlo, e’ stato sempre un partito democratico e si e’ comportato sempre come tale”
Eccoci qui, di nuovo, cercando di cambiare la faccia del comunismo. Centralizzata? Esattamente come la voleva Marx, vero?
La Cina ha abbraciato il sistema economico CAPITALISTA!
Adesso lo sta facendo anche la CUBA!
Come dice Marco il marxismo/comunismo e’ morto, dead, D.E.A.D. , R.I.P.
Il PCI non puo’ essere komunista e democratico/capitalista allo stesso tempo! Meglio che cancellate “comunismo” dal vostro dizionario.
Caro ber ,
comunque una speranza resta,noi al Nord potermmo sempre geograficamente diventare quello che Cuba era per gli USA.
Si tratta solo di convincere le nostre Corna!
cc
Poppone che ne diresti se ti cancellassi tu,stai diventando superfluo! Monotono ,sempre con questo marxismo e comunismo e dai divertiti un pò..!!
cc
Poppy,
il muro di Berlino è caduto nel 1989.
Ma a voi ammeregani ancora non ve lo hanno detto?
Possibile?
Ma dove minchiazza vivete?
màh..
C.G.
x Peter
Ho ricevuto questo articolo, non il link.
Cosi’ l’ho ricercato in Internet…
Questa fonte e’ abbastanza affidabile e…non di destra.
UK Proposes All Paychecks Go to the State First”:
http://www.cnbc.com/id/39265847
Se ne parla nel UK?
Ciao, Anita
Ci sono anche alcuni commenti.
Caro Gino,
poppone dovrebbe capire che nella vita, ogni tanto si dovrebbe “staccare”.
Con i capitali che si ritrova dovrebbe andare una settimana a Las Vegas, affittare la Suite più costosa ,riempirla di Corna,fottersi tutto il Kapitale..così avrebbe almeno una buona ragione per ricominciare a lavorare sodo, nel paese delle Opportunità per tutti !!
cc
Caro Pino, viviamo nel paese delle distinzioni (scusi se mi includo, ma per questo rivendico nientemeno che la parte positiva della globalizzazione). Sordi, via Marchese del Grillo, esclamava al cinema: ‘Io sono io, e voi non siete un cazzo’. Che e’ esattamente il predicato della societa’ italiana di sempre. Che in questo trend si includessero anche le varie etnie con annessi territori, stupisce solo il fatto che non sia successo 1ma. Probabilmente, anzi no, sicuramente, ne vedremo delle belle. Peccato che non vi sia piu’ un Guareschi a raccontarcele. Una cosa che mi ha sempre meravigliato e’ che ai tempi dei Romani il tacco, dall’asse Brundisium-Tarentum alla punta si chiamasse Calabria e fosse abitato appunto dai calabri; mentre l’Apulia con gli Apulii era a nord di quest’asse e le citta’ + importanti erano Luceria, Venusia, Barium e Canusium. Com’e’ che il nome Calabria si sia spostato da Est a Ovest, per me e’ un mistero. Spero ci sia qualcuno che me lo chiarisca. La saluto. F.
x Follotitta
hai ragione, ma conviene essere piu’ precisi.
Tutta la Puglia, da Nord a Sud, corrisponde all’antica Japigia, cosi’ chiamata dai greci nel primo millennio AC. Gli Japigi erano distinti in tre gruppi, dei quali il piu’ meridionale era il messapico, che abitava nella zona di Lecce, Brindisi e Taranto, grosso modo l’attuale Salento. Un popolo piuttosto combattivo, infatti i romani incontrarono una resistenza notevole nella zona di Taranto nel III secolo AC.
In seguito, i romani decisero che la parte settentrionale, grosso modo Foggia e Bari, era l’Apulia, mentre la parte messapica venne chiamata Calabria. La ragione dello ‘scambio’ successivo e’ ignota anche a me…
Peter
x Follotitta
e’ utile notare che il nome Italia venne dato all’intera penisola dai greci antichi, ma all’origine gli itali non erano che una delle tribu’ abitanti l’antica Calabria! quella con Crotone, Reggio (la prima citta’ italica, Rhegion), Cosenza, Sibari…
Peter
caro Follotitta, forse nasce nel periodo Bizantino
da wiki
Con la caduta dell’Impero, la Calabria fu devastata dalle guerre gotiche, tra goti e bizantini, i quali ebbero la meglio. Successivamente a causa dell’invasione longobarda i bizantini persero gran parte dell’Italia compresa anche parte della Calabria settentrionale, i territori rimasti del Bruzio furono aggregati con le terre possedute nel Salento, formando il Ducato di Calabria compreso nel thema di Sicilia.
Successivamente il dominio bizantino in Italia meridionale fu diviso in: thema di Langobardia, con capitale Bari, e, una volta caduta la Sicilia in mano agli arabi, in thema di Calabria, con capitale Reggio. Quest’ultimo territorio aveva dunque ereditato il nome Calabria, precedentemente usato per designare la penisola salentina.
cc
x Cerutti Gino #378 e #379
Si sbaglia, di tutto il suo post x Pino ho capito solo pinzellacchere e quisquilie, ci aggiungo bazzecole.
Non ho la minima idea a cosa si riferisce e di chi parla..
Per sua informazione; e’ lei che si fa detestare.
Anita
viene anche notato che la Pugl-ia rimase una reg-ione rel-ati-va-mente pro-spera anche dopo la conq-uista ro-mana. Invece la Calabria (il Brut-tium dei romani) molto piu’ elle-nizz-ata e di-pen-dente dai t-raf-fici col resto del Medite-rraneo, non si ripr-ese piu’.
Peter
x CC
sono proprio contento che i bizantini le suonarono a quei maledetti goti. E poi dicono che i tedeschi combattono meglio dei greco-romano-italici…
Peter
x CC
Capisco la tua ignoranza, su Marx non farei meglio di te!
Ma Poppone era un Patriarca, non un Arcivescovo e nell’anno 1000
faceva un po’ la differenza.
Teneva sulle spine un Papa, anzi lo mandava in agitazione! Contento?
Sylvi
Caro Uro (230), le dovevo una risposta, o meglio la cortesia di un riscontro, che usero’ per chiarirmi questa questione del bidello. Se lei e’, o e’ stato, veramente un bidello, immagino si possa fregiare del titolo di bidello piu’ informato del mondo. Il che non e’ poi una cosa di poco conto. Altrimenti mi dica lei. Anche se poi, secondo me, qualunque sia il titolo col quale si tenta di darsi importanza, alla fine un uomo e’ solo nella parte di se’ che riesce a dare agli altri, sopratutto quando questa sia positiva e senza pregiudizi.
Apprezzo sempre i suoi interventi nel blog, sopratutto per le prospettive storiche che contengono. Il mio rammarico e’ che non intervenga + spesso; che se poi dipendesse dal fatto di essere molto occupato nella sua cucina, avrebbe tutte le ragioni del mondo e la mia simpatia. La saluto. F.
x Follotitta
Caro F.,
le assicuro che nemmeno io ho letto il Manifesto, il Capitale e altri lavori di Karl Marx e Friedrich Engels.
Ho letto ed assimilato quanto mi e’ possibile per passare un giudizio.
Mi deve scusare ma e’ lei che ha portato un esempio su Karl Marx, io ho solo espressa la mia opinione.
Saluti, Anita
Caro CC, la ringrazio per aver confermato la mia conoscenza. Non e’ che avessi dei dubbi, ma mi e’ sempre sembrato peculiare che ad un certo punto il nome di un territorio sia stato dato a un altro territorio. Per me rimane un mistero, ma con solo una infarinatura di storia romana e un niente di storia medioevale, i misteri sono destinati a rimanere tali. Un saluto. F.
x CC ma anche per Uroburo
Quando avete un momento, potreste spiegarmi il significato dei Termini PATRIA; STATO; NAZIONE visti dal punto VOSTRO di studio e approfondimento?
E già che ci siete, come questi termini si aprano e si confrontino con le altre Patrie, Stati e Nazioni?
E già che ci siete ancora, l’art. 52 della Carta parla della ” difesa della Patria”….è obsoleto?
Che significato hanno inteso dare i Padri della Patria? Ancora!!!!!
Insomma sto cavolo di PATRIA c’è o non c’è?
Abitando quassù in mezzo a mille tentazioni di mille PATRIE non ci capisco più niente.
Illuminatemi vi prego.
Vi sarò TANGIBILMENTE grata!
Da morta che cammina ovviamente!
Sylvi
cara Anita
ti avevo mandato un post che ho spedito correndo da Riccardo e chissà che fine ha fatto.
Ti riscriverò domani che sono “in libera uscita”,.
Ciao Sylvi
E io la mia di opinione, cara Anita. Siamo qui per questo. Sino a quando lo si fa in maniera civile e in buona fede, non c’e’ niente di male o sbagliato. Anzi, ci mancherebbe altro; ringrazio in anticipo, chi mi scrive per contestarmi. Altrimenti con chi converso, specie oggi che sta piovendo. La saluto. F.
x Follotitta
La faccenda è interessante anche perché ne nasce il nome di Italia e forse pure quello di penisola Iberica per la Spagna. Vediamo un po’ meglio.
Il nome Bruzio deriva dal fatto che il popolo dei bruzi, affine ai limitrofi lucani, si dichiarò indipendente nel IV secolo a. C. formando uno Stato confederato, con capitale Consentia (l’attuale Cosenza), il cui nome rimanda appunto al consenso che fece nascere la confederazione. Altra città importante era Pandosia Bruzia, scomparsa.
Nella zona tra le attuali Puglia e Calabria vivevano invece gli Enotri, che, come dice il nome, erano dediti alla coltivazione dell’uva. Un loro re si chiamava Italo, donde il loro succesivo nome di itali e quindi di Italia per l’Enotria. A Italo successe Morgete, motivo per cui almeno parte degli enotri si chiamarono Morgeti (oggi in Calabria c’è un paese con il nome di un santo, non ricordo quale, accompagnato dall’aggettivo Morgete). Morgete accolse come ospite un certo Sicelo, che ne approfittò per farsi un suo regno, i cui abitanti si chiamarono siculi. Dagli enotri erano quindi nati gli itali, i morgeti e i siculi.
In seguito troviamo in Sicilia, nell’entroterra e tenuti a bada dai greci insediati lungo la costa, un po’ di sicani, siculi e morgeti, più gli iberi. Che pare fossero arrivati per primi. Non so se avevano quel nome perché venivano dall’Iberia o, viceversa, se l’Iberia si chiama così perché colonizzata dagli iberi di Sicilia. Forse controllando i toponimi e gli idronimi si potrebbe ricolvere il problema.
I romani parte dell’attuale Calabria la chiamavno Brutium, noi diciamo Bruzio, mentre chiamavano Calabria la zona tra Brindisi e Taranto. Con la calata dei Longobardi, gente piuttosto civile demonizzata dalla storiografia ufficiale e diffamata dall’esistenza di tipi come Bossi e Borghezio, i bizantini persero anche parte dell’attuale Calabria settentrionale. Così, ciò che rimase loro lo unificarono con i territori del Salento ancora bizantini e gli diedero il nome di ducato di Calabria, facente parte del thema di Sicilia. Non mi convince il nome “ducato”, dato dai bizantini alla Calabria: che io sappia, i duchi erano i capi dei longobardi, quindi direi che la parola ducato deriva dai longobardi. Come che sia, il ducato di Calabria nasce nel VI secolo mettendo assieme ciò che restava del Bruzio e del Salento, cioè della Calabria dei romani.
Dopo la conquista araba della Sicilia, i bizantini divisero infine ciò che restava loro in Italia in due parti:
1) – thema di Langobardia (capitale Bari: incredibile, ma vero. La terronissima “Beri” è stata capitale della Langobardia, con buona pace di certi coglioni bossian-calderoliani);
2) – thema di Calabria, con capitale Reggio. E il nome Calabria resterà a designare quelle terre.
Dimenticavo. Il primo ad arrivare in Calabria pare sia stato un tizio chiamato più o meno Ashkenazi, un nipote di quell’ubriacone di Noè nonché inventore della barca a remi. Qui però siamo in piena mitologia, o belle balle che dir si voglia. Anche se a quanto pare insediamenti ebraici in Calabria sono antichissimi (ennesima riprova che la famosa Diaspora è stata in realtà volontaria e precedente la distruzione del Tempio a Gerusalemme per mano dei romani. Ma tralasciamo).
A questo punto direi che ci vuole un bicchiere di rosso: Cirò, ovviamente.
Buona serata.
pino nicotri
x Pino
dissentisco su di un punto: i romani chiamavano Calabria l’intera Messapia, la parte meridionale della Puglia, non solo la zona tra Brindisi e Taranto. Ed ho il sospetto che era la zona che gli aveva dato piu’ filo da torcere. Gli itali e gli enotri, che io sappia, erano due gruppi distinti, ma posso sbagliarmi
un saluto
Peter
x Peter
Mi par di capire fossero ceppi distinti, ma di origine comune. L’unica cosa su cui non si può dissentire è che i Bossi-Sporkezio-AlQalderoli&C per i longobardi sono una macchia. Anzi, una serie di macchiette.
Riguardo Stonehenge non so se possa essere davvero una truffa fin dalla sistemazione recente delle pietrone, io mi limito a sostenere l’impossibilità a mantenere gli allineamenti (g)astronomici per 5-6 mila anni. Allineamenti piuttosto ston..ati.
Un saluto brindando a Cirò.
pino
P. S. I crucchi grandi combattenti? Ma guardi che fino al ‘7-‘800 ne ridevano anche i francesi, che li ritenevano dei buontemponi.
x Ber #387
Anche l’altro giorno un medico mi ha domandato se sentivo la nostalgia dell’Africa,…si, gli ho detto:
“della mia Africa”,…adesso e’ diventato invivibile.
Si rimpiange sempre qualche cosa,dipende dai ricordi….
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Come sai mio marito e’ cresciuto e combattuto in Cirenaica, per lui non c’era “la mia Africa”.
I suoi ricordi erano amari e crudeli, ha visto molto.
Ha viste le persecuzioni degli Ebrei, da parte degli arabi, bionettavano le donne gravide, erano molto anti ebraici.
Questo anche prima del 1939.
Ho conosciuto diversi Italiani e Spagnoli nativi Africani ed Egiziani, sono dovuti scappare perche’ Ebrei, hanno perso tutto, sono stati separati dalle loro famiglie ed hanno trovato rifugio negli US.
Appunto, e’ questione di ricordi.
Ciao, Anita
Caro Popeye (409), defunto? Per carita’ e non lo scriva +, perche’ di tutte le sue confusioni, l’aver usato cotesta parola, e’ la peggiore. Non voglio esprimere un giudizio di merito su di lei, ma quello che scrive e’ un concentrato di pregiudizi cosi’ lontano dalla realta’, che e’ veramente difficile dialogare con lei, a – che ognuno di noi si parli addosso da solo; il che non e’ poi tanto divertente. Glielo ripeto, il suo livore e’ stupefacente, sopratutto nei confronti di un credo politico che ha fatto il suo tempo, e nella assunzione diffusa che oramai siamo sotto attacco da una masnada di terroristi islamici che non si fermeranno davanti a niente. Il problema non e’ che non si fermeranno loro, ma che non ci fermeremo noi, almeno sino alla completa distruzione della ns democrazia. La saluto. F.
Cari CeCi,
Credo che il superfluo sei proprio tu. Sylvi deve essere una santa per commattere con te ogni santo giorno. Fai postare le tue asinelle, sarebbe molto piu interessante.
Caro Cerutti,
Noi abbiamo passato a combattere terrorismo, se non hai fatto caso, siete voi che ancora credete nel fallito!
cara Sylvi,
senza scomodare troppo i testi sacri del diritto ,che puoi reperire tranquillamente, direi che si possa chiamare Patria, quel luogo ove ci si sente in pace con se stessi e con gli altri !
Difficile che combaci con Stato e Nazione.
Per qualcuno potrebbe essere semplicemente il Paradiso, per altri l’intero mondo inteso come umanità e comunità.
Potrebbe sembrare “molto ecumenico”,ma in realtà dieri che non mi scandalizzo affatto nel sentirmi “ecumenico”,visto che si scomoda a volte impropriamente un nome altisonante come Patria.
Tutto qui !
cc
ps -raramente nella vita si ritrovano queste condizioni,entrambe unite all’interno di uno stato o di una nazione.
Per cui Patria potrebbe anche coincidere con i momenti felici dell’esistenza di ognuno di noi, che so anche banalmente una cena con amici con cui si è in sintonia..ecco in quel caso e in quel momento uno può dire Lì è la mia Patria e gustarla anche per una sola serata..poi si potrebbero fare anche tanti altri esempi…
Sparala meno grossa, Poppy.
Suvvia!
Combattere il terrorismo?
Strano modo di combattere per scippare pozzi di petrolio e risorse altrui. Non per niente, come ripeto spesso, siete detestati un pò da tutte le parti là dove mettete le vostre manacce e allegramente sganciate qualche bombetta tipo “ndò cojo-cojo”.
Valli a capire stì ammeregani, si credono pure santi!
E meno male che non si azzardano a ritenersi pure navigatori
e poeti come noi italiani…
Meno male!
C.G.
x Follotitta
Vedi che sei veramente un pompous arse. Incominci con il non passare giudizi e poi incominci a vomitarli. Sei forse pure tu unto dal signore, infallibile, credendendo che la verita’ e’ tutta dalla tua parte, l’unico a non avere pregiudizi, l’uomo perfetto, l’uomo per ogni situazione, che la tua cacca profuma. Ma fammi il piacere, ca’ nessun’ e’ fess’.
Mi fermo qui perche’ non ne vali la pena.
Un saluto.
caro CC,
senza scomodare gli specchi, e tanto meno i testi più o meno sacri, mi pare che il tuo concetto di Patria risenta dei preparativi di un simpatico simposio fra il nucleo duro di Arruotalibera!
E se così fosse, mi sento libera di accettare la corte di altre Patrie vicine.
Non sono giovincella, come già chiarito, ma la Patria più vicina è molto più anziana di me!
Buonanotte e buona patria!
Sylvi
Caro Cerutti,
Ma non dire sciocchezze, l’ultima volta che avete provato a navigare credevate di aver arrivati in India. Figurati!
L’Usa non agisce basato a quello che pensate voi. Anzi proprio questa mattina ho sentito un professore islamico della John Hopkins che gli americani sono rispettati dagli islamici (loro hanno fatto i sondaggi) perche’ sanno che nell’Usa possono vivere tranquillamente e riconoscone i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare per migliorare la vita di tanti islamici. Non solo in Africa ci adorano! put that in your pipe and smoke it.
Scippare pozzi e tutte le altre cavolate sono cose che vi siete inventati. Ma se tu e i tuoi amici siete contenti crederlo per piacere continuate a crederlo. Vogliamo che siete contenti, OK?
Sarà un sondaggio alla Berluskoni.
Taroccato di sicuro.
La realtà mi sembra tutt’altro che piacevole per quanto vi riguarda.
Basta guardarla in faccia e non nascondersi dietro un dito sperando che il padreterno venga a “blessarvi”, come se non avesse nient’altro da fare che sciropparsi le vostre cantilene.
E già.
C.G.
x CC
direi che la patria e’ come i parenti stretti, possono non piacerci, possiamo persino evitarli, ma mai dimenticarli, ed in fondo ci da’ fastidio se altri ne parlano male. Piu’ esattamente, e’ come la madre. I padri si possono scegliere e persino cambiare, la madre mai, volens nolens
un saluto
Peter
SE E’ VERO E’ UNA COSA TERRIBILE
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http://www.elnacional.com.do/economia/2010/9/21/61154/Presidente-parlamento-italiano-envuelto-en-escandalo
x C.G.
Ho notato che lei scrive senza rivolgersi a nessuno.
Mentre i suoi messaggi hanno un target ben definito.
Non solo, sta adottando un linguaggio ermetico, peggio di prima.
Mi sembra un sistema un po’ codardo.
Ricordo benissimo che certo utente parigino inizio’ questo sistema, ma sappiamo che tipo era.
Anita
Cara Sylvi si sta preparando una mangiata arruotalibera… mi dicono che saremo in molti… uuuuaaaauuuu!!! dimmi che verrai anche tu… Non so se a te piace il caffe… Un altro caffe…non l’espresso ma caffe puro e incontaminato… organico… ne basta solo una tazza al giorno che toglie il medico di tor… Almeno una tazza la devi gustare… e se non vieni non te ne invio accasa… Son appena entrato nel web… grazie ad un wi-fi con un vicino/a… lei non lo sa ed ha un collegamento wi-fi Non protetto… e cosi ogni tanto riesco a collegarmi… come in questo momento… Dai Sylvi e non solo tu che vengan tutti gli amici del blog… il piu possibile da tout le monde… oui Madame Sylvi, Son 9 gg che sono sceso da un aereo frances e sara anche l’ultima dopo ventanni di Airfrance… I francesi hanno le arie che esistano solo loro… Sono veramenti bravi ed esageratamente professionali… diciamo perfetti… ma come mi diceva l’amico Vasco… Nico sei perfetto… ma quando migliori… LLoro NO deve migliorare le rest du monde… LLoro sono perfetti… come li odio puttanaeva ( scusa… non esiste puttanaevo…) li ho sempre trattati da cugini… llloro NO… sono i meglio delmondo… vabbe poi ti raccontero anche xcche non li sopporto piu… Au revoire ma chere Sylvi… bon nuit… VIVE LA FRANCE… bbeati loro… dicono arroma… ciao Sylvi… http://www.vvuaddurmi.now.it
Paleonico
x Pino
Caro Pino,
la saga di Gianfraco Fini e la casa o condominio di Monte Carlo non e’ esattamente nuova.
Non essendone interessata non lessi a fondo, leggendo il suo link un nome rang a bell, il nome della famiglia Tulliano ed una frase su un giornale italo-americano:
“The Tullianos” – the Italian version of the Sopranos!
Come lei sapra’ “The Sopranos” e’ la serie televisiva che si svolge attorno il boss della mafia italo-americana Tony Soprano, originari di Avellino, che vivono nel New Jersey e mantengono contatti d’affari con la camorra napoletana.
Buonanotte,
Anita
Saluti a Tuti, Beli e Bruti… son tornato fra gli ittagliani… mammamia… il Vs. Diavolaccio di Fiducia©… son 9 gg che sono ammilano e non ho vogla di uscire… l’impatto del ritorno è destabilizante… Ogni tanto ricevo il Vs. segnale fforteecchiaro… Non ho letto i post trascorsi ed ho il collegamento wi-fi… grazie ad un vicino/a che ha il suo segnale NON protetto… deve essere al massimo di 2 piani in la o in qua o sopra o sotto… io ringrazio… e attendo burocraticamente il mio riallaccio al server… ho letto solo l’ultimo post della Sylvi ed ho risposto… addomani mi aggiornero…
P.
x Paleo-nico
Caro Nico,
ben tornato, veramente mi eri piu’ vicino nella RD…..
Due volte sono atterrata a Parigi mi sembra a Orli’, e due volte c’era una lunga attesa per il volo per New York.
Ho trovato i Francesi maleducati, noi parlavamo in inglese, ma sentivo i loro commenti nei nostri riguardi, e le loro risate…irrisorie.
A dire il vero anche a Roma siamo stati insultati, non sapevano che capivamo l’Italiano.
Parlo di anni fa, negli anni fine 70 e fine 80.
Non eravamo in un gruppo, solo mio marito ed io.
Per la vostra prima riunione mandai un messaggio sonoro per il gruppo, Ber fu il messaggero, se non erro.
A risentirci.
Buonanotte,
Anita
Caro Follotitta,
il signor Popeye, che è quel gegno che tutti sappiamo, tempo fa diceva che io sono un bidello di scuola media assunto per raccomandazione dei sindacati (kommunisti), non essendo in grado di vincere nessun concorso. Vuole lei forse deludere un gegno? Ma perché mai? Qualunque cosa un gegno pensi è una ulteriore prova della sua gegnalità …. Il fatto che il signor Popeye di me non sappia assolutamente nulla, per la banale ragione che io non parlo praticamente mai di fatti privati nel blog; il fatto che io non abbia mai avuto in tasca una tessera in vita mia (a parte la tessera dell’Automobil Club) non ha, naturalmente alcuna importanza: proprio dei gegni è di saper comunque tutto. Solitamente sono dotati di lucentissime sfere di cristallo nelle quali leggono passato, presente e futuro …
Non è l’unico qui dentro: anche la signora Silvy non mi ha mai visto ma di me sa tutto: quel che sono, quel che penso e perfino il numero dei calzini che porto. Un altro gegno.
La differenza tra me e questi curiosi personaggi è che, pur senza avermi mai né visto né conosciuto, costoro giudicano me come persona, mentre io mi limito a giudicare quel che scrivono.
Ma mentre la pregevole Silvy è, alla fin fine, soprattutto una macchietta, l’ineffabile signor Popeye è un concentrato di patologia da manuale medico. Avrà notato anche lei la virulenza dei suoi scritti, del tutto sproporzionato rispetto a quel che l’interlocutore ha detto. Ma, secondo lui, egli si difende. Sempre. Anche il povero Adolf, del resto…..
Il fatto è che il signor Popeye ha la patologia del povero migrante: se n’è andato dall’Ittaglia a quattordici anni con le pezze al culo ed ha dovuto dimostrare agli interi Useggetta (300 milioni di persone, mica paglia) tutto il suo valore. Pare che ci sia riuscito bene: dev’essere un piccolo genio dell’informatica se ha inventato il sistema di guida dei missili Sting, così almeno diceva lui anni fa non ricordo più a chi. Ma il prezzo è stato alto: il signor Popeye argomenta con una logica ed una violenza da delinquente, e consideri che adesso è molto più moderato di anni fa. Quel che fatico a capire è come possa un tecnico del suo livello, che dovrebbe essere di casa con i più alti papaveri del Pentagono, ad essere così rozzo ed indifferenziato e ad avere cotesti comportamenti da buzzurro. Mah … si vede che in Useggetta si usa così ….
Il signor Popeye deve mostrare a tutti quanto c’è l’ha lungo e soprattutto come ce l’ha duro. Avrà notato anche lei che egli usa il suo curriculum vitae, che per altro nessuno ha mai visto (anche perché a nessuno importerebbe nulla di vederlo) come un randello. Ce l’avrà anche lungo e duro, non discuto, ma a me pare soprattutto che ce l’abbia vuoto, quanto meno vuoto di sostanza al di sotto della grinta da Faccite la faccia feroce!
Una persona che lo conosce diceva tempo fa che ha una doppia personalità. Mi sembra una versione notevolmente ottimista: il signor Popeye cambia personalità una volta al giorno, come le persone normali cambiano le mutande.
Ecco, questa è la ragione per la quale tutto il blog spettegola e specula sulla mia professione. Tengo a precisare che anch’io, come lei, ritengo onorato qualunque lavoro. Io e lei non abbiamo bisogno di continuare a tirar giù i calzoni per mostrare a tutti la nostra immane potenza virile; noi ci accontentiamo di essere quel che siamo. Il signor Popeye invece no.
Scrivo poco, è vero. Il fatto è che nel blog si scrive tantissimo ed io non riesco a seguire i discorsi con adeguata continuità. Intervengo quando posso.
Mi sembra giusto anche farle sapere che alcuni di noi ( io, Faust, Anita, Popeye, il Gino, Peter, Ber …) si conoscono da anni, dai tempi del Forum di Bocca, poi chiuso per le intemperanze di alcuni blogger.
Un cordiale saluto U.
Al rientro della salma del tenente della folgore morto svolgendo il proprio lavoro in Afganistan, davanti alle autorità schierate un trombettista (piuttosto bravo) ha suonato “il silenzio”.
Da appassionato, e strimpellatore, dello strumento speravo che l’episodio non restasse isolato e che una nuova prassi si stesse diffondendo, e che ad ogni morto sul lavoro venisse riservato lo stesso trattamento,
Da appassionato, e strimpellatore, dello strumento speravo che l’episodio non restasse isolato e che si stesse istaurando una nuova prassi per cui ogni morto sul lavoro avrebbe avuto autorità schierate ed “il silenzio” ma evidentemente mi sbagliavo. Sono passati alcuni giorni di morti sul lavoro ce ne sono stati sicuramente diversi ( le medie dicono 4 al giorno) ma non ho più visto autorità schierate ne udito “il silenzio” neppure uno squillo … solo …. SILENZIO.
Sempre per la serie due pesi e due misure.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it