11 settembre (2001) e 17 settembre (1982): i due pesi e due misure che stritolano la nostra morale. E la nostra credibilità
La profonda ipocrisia e disonestà, nel senso anche di malafede, dell’Occidente, cioè dell’Europa e degli Usa, appaiono in tutta la loro grave enormità dal confronto tra queste due date e relative rimembranze: 11 settembre 2001 e 17 settembre 1982. La prima data è – come sanno anche i sassi – quella dell’abbattimento delle Twin Tower di New York. Ma la seconda? Chi di noi occidentali se la ricorda? No, non è la presa di Porta Pia, quella è del 19 settembre, se non erro. Non ricordate, vero? E’ il giorno della strage di Sabra e Chatila. Vale a dire, della terribile mattanza – tra i 3 e i 6 mila civili ammazzati a sangue freddo, le donne e le bambine dopo essere state stuprate, le donne incinta dopo essere state sventrate e massacrate con il feto messo loro in braccio – fatta eseguire a Beirut dai militari israeliani alle milizie collaborazioniste dei falangisti cristiani nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila. Falangisti cristiani… Questo è dunque il cristianesimo in Libano?
Per i 2.750 morti delle Twin Tower (cifra recente di Repubblica), che l’approssimazione giornalistica anche della Rai fa diventare sempre “oltre 3.000 morti”, è stata immediatamente scatenata l’invasione dell’Afganistan e ogni anno si fanno celebrazioni e ricordi vari non solo nei giorni che cadono l’11 settembre. In più, suoniamo a rotta di collo la grancassa del dolore, esibito in modo fin troppo eccessivo, e delle accuse all’islam intero. Al punto da scatenare una campagna contro “la moschea a Ground Zero”, sorvolando disinvoltamente – as usual – che non si tratta niente affatto di Ground Zero. E’ come urlare contro una moschea in piazza S. Pietro a Roma mentre invece si intende farla in corso Vittorio Emanuele, o a Milano contro una moschea in piazza Duomo mentre invece si tratta di farla in piazza Cavour o in piazzale Augusto. Insomma, il solito nostro barare.
Per il massacro a sangue freddo di Sabra e Chatila, uno dei vari fatti compiere dagli israeliani ai cristiani falangisti o compiuti in prima persona in Libano, non è invece successo nulla. Anzi, il suo responsabile, il generale israeliano Ariel Sharon e vari altri ufficiali dei servizi segreti e dello stato maggiore, è in seguito diventato capo del governo israeliano! Reputo grave che un popolo affidi il proprio governo a un soldataccio con le mani così lorde di sangue, ma questi sono affari del popolo israeliano. Che però a un certo punto su questa orripilante vicenda ha prodotto persone capaci di autocritica e dolore, come il regista Ariel Folman con il bel film Valzer con Bashir. Noi invece navigando in senso opposto abbiamo prodotto i Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, ecc.
Insomma, il solito due pesi e due misure elevato all’ennesima potenza, che individua, descrive e misura alla perfezione il nostro abisso morale e la vera natura della nostra politica in Medio Oriente. Si noti che il massacro di Sabra e Chatila – durato qualche giorno e non un paio d’ore – è stato reso possibile dal fatto che la Casa Bianca decise di evacuare da Beirut con 15 giorni di anticipo i suoi militari fatti arrivare per proteggere la disgraziata e affamata popolazione civile dei campi profughi dai massacratori falangisti cristiani e dagli stessi militari israeliani, che con un esercito di 30 mila soldati e centinaia di carri armati, appoggiati da un nugolo di aerei ed elicotteri fa guerra, avevano da qualche tempo invaso il Libano. Il loro traguardo era schiacciare la Resistenza palestinese e far fuori anche Arafat. Dopo una serie di trattative questi evacuò dalla città i suoi uomini e le armi imbarcandosi nel porto di Beirut per trasferirsi a Tunisi, e i campi profughi rimasero privi di protezione militare motivo per cui per proteggerne la popolazione arrivarono le truppe di alcuni Paesi, Stati Uniti soprattutto. Insomma, partendo all’improvviso, con due settimane di anticipo su quanto concordato, gli Usa hanno la grave responsabilità di avere spianato di fatto la strada alle belve. Fermo restando che il tracollo morale dell’Occidente verso il mondo arabo e islamico è iniziato con la spedizione di Napoleone in Egitto ed è proseguito senza sosta fino ad oggi, è esploso con il colonialismo inglese e francese per diventare il cancro che ancora oggi ci consuma con la politica angloamericana in Medio Oriente. Nel passato recente c’è da dire che come Londra ha la responsabilità delle tragedie etniche e territoriali dell’Iraq e dell’India/Pakistan, così Parigi ha la responsabilità del sistema politico confessionale che dilania il Libano da decenni anche con guerre civili: i cosiddetti cristiani, infatti, non vogliono assolutamente perdere il predominio assegnato loro dal colonialismo dei cattolici francesi.
La sporcizia intellettuale, la disonestà politica e l’opportunismo voltagabbanesco di noi occidentali, e italiani in particolare, è descritta alla perfezione dalla parabola dell’arcitaliano, come lui stesso si pregia definirsi, Giuliano Ferrara. E mi scuso se in un tale contesto nomino un personaggio così imbarazzante. Ferrara è partito prendendo a suo tempo a pugni in diretta tv un direttore di orchestra che rifiutava di dedicare ai martiri di Sabra e Chatila il concerto in esecuzione in piazza a Torino ed è arrivato a organizzare a Roma l’Israele Day, e fin qui passi, ma poi anche l’ossequio ruffiano e conformista, se non anche leccacingoli, a qualunque eccesso e crimine dei dirigenti politici e militari israeliani. Insomma, un paladino tra la Oriana Fallaci e la Giovanna d’Arco dell’ultrasionismo arabofobo duro e puro, che ci spinge alla guerra globale con l’islam. Non è cambiato solo Ferrara, del quale non frega niente a nessuno, ma anche gran parte di noi, sinistra compresa. Marco Travaglio, l’eroe dell’antiberlusconismo duro e puro, ha applaudito anche lui il massacro di Gaza definendo l’invasione israeliana una giusta risposta ad una aggressione. Lo ha cioè definito negli stessi termini in cui di recente l’ha definita Berlusconi e prima di lui il voltagabbana Paolo Guzzanti e la colona ultrasionista arabofoba Fiamma Nirenstein, portata da Berlusconi nel nostro parlamento nonostante risieda in una colonia vicino Betrlemme.
A Beirut e in Libano ho fatto il giro di vari campi profughi e degli annessi luoghi delle varie stragi e massacri di palestinesi compiuti dagli invasori israeliani e annessi fiancheggiatori cristiani. Ne sono uscito abbastanza scosso. Mi venivano in mente spesso le parole di un film: “Ho visto cose che voi umani….”. Umani? Il livello di vita degli ormai oltre 400 mila profughi palestinesi, ammassati nei campi in condizioni semplicemente disastrose, è nella stragrande maggior parte dei casi miserabile. L’aumento demografico ha nel frattempo raddoppiato i palestinesi, che però sono costretti a vivere negli stessi spazi angusti dei campi perché è vietato ampliarli. Anzi, gli spazi sono diminuiti perché ci sono campi non più ricostruiti in tutto o in parte dopo le tragedie dell’82. Solo da poco tempo i palestinesi hanno acquisito il diritto al lavoro, ma solo dietro domanda al ministero del Lavoro e annessa autorizzazione, se concessa. In ogni caso i palestinesi devono lavorare sotto padrone e NON possono svolgere professioni autonome come fare il medico, l’avvocato, l’ingegnere, ecc. Non credevo alle mie orecchie quando mi hanno detto che per comprare un televisore o un frigorifero i palestinesi devono avere l’autorizzazione dei servizi segreti libanesi! Il problema è che per evitare “l’inquinamento” di oltre 400 mila musulmani i cristiani non vogliono assolutamente che i palestinesi abbiano i diritti civili: da ormai 60 anni. Grazie ai cristiani, in Libano i palestinesi sono trattati decisamente peggio che in Giordania e Siria, dove esistono gli altri loro campi profughi. I palestinesi, ammassati in ghetti e sottoposti a mille divieti e al continuo furto della loro terra perfino a casa loro in Palestina, sono diventati di fatto gli ebrei moderni, una diaspora di massa della nostra era: per loro però niente “diritto al ritorno”…. Il lato comico, si fa per dire, è che i palestinesi NON vogliono diventare libanesi, non ci pensano neppure da lontano, vogliono infatti restare palestinesi in attesa del chimerico tornare a casa, cioè in Palestina. Nel frattempo però, ovviamente, vogliono i diritti civili, ma sono trattati dai cristiani libanesi come neppure Umberto Bossi si sognerebbe di fare con gli extracomunitari o i rom in Italia.
Il viaggio è stato organizzato dal comitato “Per non dimenticare Sabra e Chatila”, che dal 2000 organizza ogni anno una visita pellegrinaggio sui luoghi dei massacri grazie all’impegno del grande giornalista Stefano Chiarini, purtroppo scomparso poco tempo fa, e dal Forum Palestina. Chiarini, amato in LIbano non solo da tutti i palestinesi, con la sua inossidabile volontà è riuscito – tra l’altro – a far diventare un sacrario la discarica di Chatila dove erano stati gettati a mo’ di immondizie ciò che restava dei corpi delle migliaia di palestinesi vittime della “soluzione finale” voluta da Sharon ed eseguita dai miliziaoni cristiani. Dagli incontri cui ho assistito e partecipato tra personalità libanesi ed esponenti del comitato sono venute fuori alcune buone notizie. La prima è che il leader del movimento Almustaqbal, una delle maggiori basi dell’attuale governo di Saad Hariri, figlio del precedente capo del governo Rafic Hariri ucciso in un attentato assieme a sette uomini della sua scorta, si è impegnato a farci trovare per la visita dell’anno prossimo il pieno diritto dei palestinesi al lavoro, segno che l’opera di Chiarini e la credibilità del comitato sono notevoli. Da notare che il leader di Almustaqbal è un Hariri, cugino dell’attuale primo ministro. La seconda buona notizia è che Walid Jumblat, il leader della minoranza drusa, progressista, s’è impegnato anche lui per la piena conquista dei diritti civili per i profughi palestinesi, per i quali è da sempre all’opera, pur avvertendo che il processo sarà lento. Infine, Talal Salman, direttore ed editore del quotidiano Assafir, il più autorevole del Libano (non ha mai interrotto le pubblicazioni neppure durante la guerra civile), ha spiegato che secondo lui l’attacco all’Iran non ci sarà. Opinione ripetuta giorni dopo da Jumblat.
Sono stato tra l’altro a Kana, il paesino nel quale gli israeliani nel corso dell’ultima invasione del Libano hanno bombardato due palazzi con la scusa che “da lì sparavano contro i nostri soldati”, con il risultato di fare un massacro di decine di civili, soprattutto bambini. Che quella israeliana fosse una scusa lo faceva intuire l’orribile frase di uno dei massimi comandanti militari – “Per ogni nostro caduto uccideremo cento di loro” – inferocito per l’imprevista resistenza opposta dalle milizie di Hetzbollah. In realtà, come è facile appurare andando a Kana, gli israeliani volevano uccidere i due comandanti militari di Hetzbollah che abitavano con le loro famiglie in quegli affollati palazzi, e per uccidere loro hanno massacrato decine di civili innocenti. Ne pubblico parte delle foto. Così come pubblico parte delle foto che mostrano le orrende condizioni di vita nei campi profughi palestinesi e come è ridotto ancora oggi il campo di Chatila. Non c’è bisogno di didascalie. Purtroppo.
Il campo profughi di Sabra non è stato più ricostruito, tanto era stato ridotto a macerie e a montagne di cadaveri. Gli israeliani avevano chiuso in una morsa di acciaio i due campi respingendo indietro, mandandoli così a morte certa, i disgraziati terrorizzati che cercavano scampo fuggendo. Il regista di Valzer con Bashir racconta le telefonate di militari di truppa come lui per avvertire Sharon che “sta accadendo qualcosa di allarmante” e la gelida risposta di Sharon: “La ringrazio della telefonata”. Della quale peraltro non aveva bisogno: è assodato che con il suo stato maggiore si godeva lo spettacolo del massacro osservandolo con il binocolo dai piani alti di un palazzone immediatamente fuori dal campo. Che a un certo punto gli israeliani di notte hanno illuminato dall’alto con i fari fotoelettrici per permettere allo sciame di pluriassassini di condurre meglio il lavoro loro affidato. C’è chi crede, anche tra gli israeliani, che forse tutto ciò è il motivo per cui Dio ha ridotto da anni Sharon in coma irreversibile e per farlo soffrire il più possibile non si decide a farlo spirare: il “grande condottiero” è da anni solo un misero tronco umano, che di umano ormai non ha neppure il poco che aveva prima, tenuto accanitamente in vita artificiale a mo’ di totem e reperto archeologico nazionale. Riguardo tale convinzione circa l’operato di Dio, no comment.
Per i morti delle Twin Tower è stato invaso l’Afganistan, poi anche l’Iraq. Per quelli della guerra civile in Kosovo è stato messo in moto e fatto funzionare il Tribunale Internazionale. Per Sharon e i massacratori di Sabra e Chatila non è successo nulla. Stefano Chiarini e altri erano riusciti a fare intervenire la giustizia del Belgio, che per i delitti contro l’umanità può intevenire ovunque, ma tutto è stato messo a tacere: Israele e gli Usa sono troppo potenti: loro non si lasciano processare, quale che sia l’atrocità commessa. Qualcuno dovrebbe ricordare loro che quando la nostra Democrazia Cristiana era sotto scandali vari il suo leader Aldo Moro in parlamento scandì con orgoglio che “la Democrazia Cristiana non si fa processare!”, e che sia Moro che la DC hanno fatto la fine che hanno fatto: meglio sarebbe stato se avessero accettato di essere processati. Anche Silvio Berlusconi, come è ormai evidente da anni, non si lascia processare, ma tralasciamo.
Alcuni dei massacratori sono diventati ministri del Libano mentre altri campano comunque tranquilli. Almeno uno fa il taxista e ancora oggi si vanta di averne “sgozzati un sacco” e che il problema era “se stuprare le donne prima o lavorare subito di coltello o ascia”. Coltello o ascia? “Eh sì, perché gli israeliani ci avevano fornito di quelle armi per evitare che usando le armi da fuoco suscitassimo allarme e capissero anche fuori dal campo che era in corso un massacro. Però alla fine per sbrigarci abbiamo usato anche le armi da fuoco e gli esplosivi per cercare di cancellare la tracce”.
Che però non sono cancellabili. Non negli animi degli esseri umani non accecati dall’odio e dal fanatismo.
Due pesi e due misure: una tenaglia che stritola la nostra morale. E la nostra credibilità.
Non è il caso di volere giustizia? Non vendetta: ma giustizia.
X 196
Con l’età la vista cala notevolmente per non parlare dell’udito.
Ah Ma ma li leggi i commenti,si fa riferimento a quello che succede in Palestina perchè è lo sbarramento internazionale per coprire tutte le atrocità che sono ancora impunite.Se non l’hai capito rileggi i commenti,sono rimasti nel blog scritti in modo visibile e chiaro.Lascia stare la sfera di cristallo,non c’è bisogno,inforca piuttosto un buon paio di occhiali.
Una visita oculistica sarebbe opportuna in caso di occhiali con gradazione non adeguata .
Se poi il problema non dipende dalla vista,continua tranquillamente a commentare;è da un pezzo che abbiamo capito.
L.
IL FURBETTO DEL QUARTIEROZZO (di Bisceglie )
Naturalmente nessuno oltre a me ha espresso una opinione articolata, tranne Pino ovviamente, chiamato in causa direttamente. Nessun problema, non ci ricascherò una seconda volta.
Ma certo, ovviamente,..tranne me ovviamente…
Pino ha fatto un “reportage” di testimonianza diretta, molto duro..non ha espresso Giudizi sui massimi sistemi..
Ci hai pensato tu,a ricondurre il reportage nei più giusti limiti della tua Scenza generalizzata ed onniscente,…ma certo caro…
ovviamente dal Lazio, senza mai alzare le chiappe, ovvio tu vedi il l’universo mondo dalla tua ball magic e interpreti..!!
cc
Per Uroboro
Ho trovato questo trafiletto sulle condizioni industriali del sud prima del 1861.
Il libro “Terroni” di Pino Aprile dovrebbe diventare un testo di scuola. Da 150 anni ci raccontano la barzelletta del Sud liberato dai Savoia per portarvi la libertà, la giustizia, il progresso. “Terroni” descrive con una puntigliosa documentazione e ricerca delle fonti un’altra realtà. Quella di un Paese occupato, spogliato delle sue attività produttive, con centinaia di migliaia di morti tra la popolazione civile. Un Paese “senza più padri”, costretti, per sopravvivere, a milioni all’emigrazione (prima quasi sconosciuta) dopo l’arrivo dei Savoia che, per prima cosa, ne depredarono le ricchezze a partire dalla Cassa del regno delle Due Sicilie. “Terroni” racconta le distruzioni di interi paesi, le deportazioni, la nascita delle mafie alleate con i nuovi padroni. L’Italia unita è stata fatta (anche) con il sangue degli italiani.
Intervista a Pino Aprile:
Blog: “Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del sud diventassero meridionali, cosa è stato fatto in questi 150 anni?
Pino Aprile: “Di tutto, sono state usate le armi, la politica, l’economia per creare un dislivello tra due parti del paese che non esisteva al momento dell’Unità e questo pur sostenuto nel corso di un secolo e mezzo da fior di studiosi, non è mai stato preso in considerazione.
Un milione di vittime
Ultimamente e con ultimamente intendo proprio dire adesso, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la sezione di Napoli diretta dal prof. Malanima, ha studiato l’economia, il prodotto, la produzione delle varie regioni italiane dal 1861 a oltre il 2000, da questo viene fuori in maniera incontenstabile che al momento dell’Unità non c’era differenza tra nord e sud del Paese, quindi questa differenza è sorta a seguito dell’Unità e non è rimasta nonostante l’Unità, è vero il contrario, questa differenza è stata imposta con le armi, con stragi, il conto dei morti non è mai stato fatto, quello ufficiale va da poche migliaia o decine di migliaia di vittime fino a diversi conteggi che parlano di 100/200 mila e alcune stime se si deve prendere per buono quello che scriveva “Civiltà Cattolica” già a quei tempi, un milione di morti. Ora qualunque sia l’entità del danno, della pila dei cadaveri, il significato di questa strage indica che l’unificazione fu avversata, ma fu avversata per il modo in cui veniva fatta perché all’epoca si discuteva ampiamente su come unificare l’Italia, con ciò palesando una volontà di unificarla e una distinzione sul modo di farla.
Fu fatta nel modo peggiore, con il sangue e con i soldi dei meridionali. Se i meridionali combatterono per anni e poi venendo insultati come briganti – ma interi reparti dell’esercito, delle armi borboniche si dettero alla macchia per contrastare quello che a tutti gli effetti era un invasore che faceva una guerra non dichiarata – se hanno combattuto per anni, questo come minimo deve testimoniare di una volontà di resistenza e se uno resiste è forse perché pensa che non starà meglio, ma peggio! In effetti così è stato e detto persino dal mistico dell’Unità d’Italia da sud, Giustino Fortunato che alla fine ammise: noi stavamo molto meglio con i Borboni.
Il sud ha una cultura industriale?
Blog: “Insediamenti industriali, metallurgia, siderurgia, grandi poli tessili, un’industria che al nord, ai tempi dell’Unità d’Italia ancora non c’era, però era molto fiorente al sud, poi cosa è successo?”
Pino Aprile: “In effetti in questi campi tutta l’Italia al nord e al sud stava muovendo i primi passi, ma passi importanti tanto al nord, quanto al sud, tant’è che gli addetti all’industria dai dati che risultano, sono più o meno gli stessi, addirittura risulterebbero più un sud che al nord, ma il dato è po’ viziato dal fatto che molte operaie dell’industria tessile in realtà lavoravano a casa, quindi un po’ il dato è falsato, diciamo che erano più o meno alla pari, anche se questo viene continuamente negato, perché? Perché l’esempio classico che si fa è che il sud aveva pochissime strade e pochissimi chilometri di ferrovia, questa era la prova della sua arretratezza, si dimentica che il raffronto viene fatto tra Lombardia, Piemonte, Regioni senza sbocco sul mare e il Regno delle sue Sicilie che aveva migliaia di chilometri di sviluppi costieri, per cui per scelta politica e anche intelligente, la monarchia delle sue Sicilie, preferì puntare sui trasporti marittimi, tant’è che in pochi lustri la flotta commerciale meridionale, il Regno delle due Sicilie divenne la seconda d’Europa e quella militare la terza d’Europa, perché puntavano su trasporti marittimi, un po’ quello che sta facendo adesso l’Unione Europea con il progetto delle autostrade del mare. Quanto alla siderurgia, il più grande stabilimento siderurgico italiano era in Calabria che da solo aveva dipendenti e tecnici quasi quanto la gran parte degli stabilimenti siderurgici del nord, la più grande officina meccanica d’Italia, forse d’Europa era nel napoletano, Pietrarsa, fu copiata dagli stati stranieri. Le mitiche officine di Kronstadt, Kaliningrad non sono altro che la copia mattone per mattone delle officine di Pietrarsa, erano le più grandi che c’erano e così la cantieristica navale, i più grandi cantieri navali erano al sud. Quando arrivarono i nuovi “padroni” o capadroni, in realtà i locali furono messi in condizioni di minorità, tutte queste aziende furono declassate o addirittura chiuse, gli stabilenti siderurgici di Mongiana che avevano 1500 dipendenti, si fecero consegnare la chiave, chiusero e vendettero come ferro vecchio. Ufficialmente la spiegazione fu che non era più tempo di stabilimenti siderurgici in montagna e lontano dal mare, chiuse a Mongiana, cominciarono a costruire Terni ancora più in alto e ancora più lontana dal mare! ”
Saluti
L.
X Sylvi e chi è interessato
“QUATTRO RAGIONI PER CAMBIARE IL MODO IN CUI PENSIAMO LA SCUOLA”
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7465
L.
Grazie Linosse,
anche per la dritta del volo.
Se non ci saran problemi, e di questi tempi ce ne sono spesso, un ponte dell’8 dicembre non ce lo leva nessuno!
Adesso cercherò alloggio; ma non negli alberghi, troppo anonimi.
Anche se sono all’interno, meglio trulli o masserie, ma devo vedere su internet.
In Toscana gli agroturismi sono di ottima qualità e servizio, ci sono corrispondenti nel Salento?
Sei in Svezia o in Norvegia? Se vuoi rispondere.
Ricordo le casucce con la sauna, accanto alla casa ….mio marito diceva che era la casa della suocera!!!
Sylvi
Cara Sylvi
Ricordo un agroturismo a Pietrasanta gestito da una famiglia che dovrebbe diffondersi in tutta Italia per farla tornare alla sua fama internazionale in quanto ad ospitalità,dedizione all’eccellenza e umanità.
Purtoppo non ho riferimenti di agroturismo pugliese ,in questo fai bene a ricercare su internet.
L.
caro linosse,
ho letto sia il “pezzo” sulla scuola che quello sull’Unità d’italia.
In entrambi i casi avrei qualche appunto da muovere.
Mi riservo però meglio ad un secondo tempo per aver modo di approfondire.
(Come sai sono argomenti delicati e complessi,mica sono marco tempesta, che capisce al volo , tutto e subito e ci dispensa la verità)
Per il momento solo due appunti..
Il primo, sull?unità d’italia e sul meridione…
Ci sono molte verità in quanto scritto, ma se mi permetti, c’è un problema, purtroppo anche il Meridione aveva all’epoca uno sviluppo a macchia di Leopardo, c’erano eccellenze e vi erano problemi di acuta povertà nel suo territorio!
In sostanza l’ennesima condizione di squilibrio economico culturale con cui si reggono molti sistemi.
E’ chiaro che scomparendo il regno del sud,i nuovi padroni chiudessero le eccellenze, per creare una omogeneità nello squilibrio…ovvero ne crearono uno più generalizzato tra Nord e sud..!!
Questo è un meccanismo classico in economia ,tipico del Colonialismo classico internazionale e dell’imperialismo poi..in sostanza nulla di nuovo sotto i ponti..nel piccolo l’italia sperimentò il suo colonialismo tra le pareti domestiche..!!
C’è un pericolo quindi in certe ricostruzioni, che io vedo,e cioè che è quello di non riconoscere questo fatto lampante a mio avviso può indulgere all’errore di un revanscismo inutilecontro il nord sfruttabile dai soliti noti , che porta invariabilmente allo staus quo
In sostanza invece Sud e Nord uniti nella lotta!!
Mi fermo e la seconda osservazione a dopo, poichè anche lì vedo dei rischi nella metodo della Non-scolarizzazione o della scolarizzazione House, ne riparlerò…
ciao
cc
Ps- per Linosse
dimenticavo..al fine di non essere equivocato,voglio aggiungere questo…il Piemonte per sue condizioni storiche particolari, invasioni da Est e da Ovest,aveva maturato una gran massa di “poveracci agguerriti”.
Per farla in breve nel Piemonte esistevano all’epoca grandi masse contadine “zoticone”con punte di fanatismo religioso, che non avevano nulla da inviduare alle vostre,presumo pure i miei antenati compresi, anzi di sicuro.
Condizioni particolari esterne e Il Conte, permisero poi di cambiare leggermente la situazione…ma fu solo quel poco di industrializzane che in seguito si sviluppò post-unità a fornire un minimo di emancipazione secondo gli schemi classici..!!
Come potrai notare emancipazione, provvisoria per quello che si sta assistendo al Nord..
In sostanza per finire scherzosamente ,solo il Nod est tiene da solo, oggi in alto i valori della civiltà
cc
Per Nicotri:
quello che lei scrive nel topic merita la massima attenzione:c´e´ un male di cui si parla raramente,
di cui ci si scorda facilmente.
Le immagini che lei riporta
sono ancora piu´ forti di quanto scrive……………….
soprattutto per alcuni lettori che hanno l´amaro piacere di farsi
trascinare dal proprio temperamento
e trascurare che dietro ogni massacro
c´e´ gente che muore;la parola “morte” oggi non colpisce la mente,
siamo talmente assueffatti che anche dietro alla reale scomparsa di corpi umani non riusciamo a provare realmente nulla dentro di noi………..e,allora, vedere dei volti
occhi
case
terra
diventa un modo non solo per capire una tragedia
ma anche per sentirla.
E` mai possibile capire qualcosa senza sentirla?
Per Controcorrente:
va bene il cazzeggio……….
ma e´ ancora tuo il pezzo piu´ interessante che ho trovato:::::::
la´ dove riporti parti di un libro di un autore a me totalmente sconosciuto
e che condivido:cazzo,pero´, roba scritta 50 anni fa…………
ecco quando,talvolta, sentire il mondo vale prima della comprensione, o no?
E` mai possibile capire qualcosa senza sentirla?
Certamente caro alessandro,ma non è sufficiente il solo sentire per tentare di cambiare,talvolta bisogna agire, e però nel farlo bisogna anche prima capire bene e con un minimo di razionalità…
E anche in questo caso sovente si sbaglia…
Direi che un buon metodo storico-dialettico di comprensione non guasti mai!!
cc
ps-ovviamente, mai confondere il metodo, con altre amenità, il metodo è solo un metodo,mica una religione!
per Controcorrente:::::::
ne sono convinto,
ma tu dovresti gia´ sapere
che metto il sentimento prima di qualsiasi comprensione:il desiderio di comprendere nasce perche´ si ama qualcosa!!!!!!!
preferirei che la tomba che si sta alzando adesso non fosse avvolta dal tricolore
e perche´ quei fucili?
Approfitto che mio nipote dorme …dopo tre o quattro canzoncine e filastrocche. E non dico questo senza ragione!!!
Anch’io ho letto con interesse l’articolo della Hickcox di cui avevo sentito parlare.
Lei parte da considerazioni sullo stato della Scuola Americana che possono avere molte affinità con la scuola europea…quella italiana ….
va dalle stelle alle stalle!
Ha ragione, persino in Italia, quando dice che non è sufficiente aumentare i fondi!!!
Ma ci ritornerò appena posso.
Comunque sono problematiche da discutere a tutti i livelli, anche europeo, perchè “curare veramente” la Scuola è l’unico sistema perchè cambi la politica!
Il Meridione: Avrei vergogna di me stessa e della mia storia se quello che scrivo ora fosse dettato da volgari paragoni e da qualsiasi altro motivo…
Ho cominciato a insegnare in Caserma nel 1968, dopo un corso di educazione per adulti.
Anche se saltuariamente frequentavo l’Università a Trieste su Pedagogia e Didattica di queste problematiche.
Fra analfabeti totali e analfabeti di ritorno la situazione nel Centro-Meridione era drammatica.
In Friuli gli insegnanti erano centinaia e non c’era gruppo classe che ne avesse meno di trenta.
Bene o male il MPI e il M. della Difesa hanno attivamente collaborato fino agli inizi anni ’80 quando i militari che lo desideravano potevano ottenere la terza media con collegamenti fra i due ministeri e il territorio di residenza.
La situazione in meridione era drammatica per i maschi, figurarsi le femmine.
Non era possibile uno sviluppo in queste condizioni!
Altro che civiltà diffusa in Meridione.
E la famiglia, quando non era matrigna, era assente o incapace di
qualsiasi tipo di educazione .
Non c’erano libri, e la TV faceva quello che vorrebbe la Hickcox:
la scuola della famiglia!!!
A parte il fatto della socializzazione e del confronto, la scuola in casa la fa chi ha una cultura e LA SA trasmettere; e come cultura non intendo Socrate o Aristotele, intendo abilità e regole e valori civici da saper comunicare…possibilmente non con la violenza del padre- padrone.
E questi ultimi non mancavano, anche se certamente in tutta Italia, non solo in meridione.
X CC Gli eventuali valori di civiltà del nord-est sono stati pagati a carissimo prezzo!!!!
Sylvi
e perche´ non riesco a percepire la verita´ in questa cerimonia di dolore?
x Alessandro
“Solo lo stupore conosce”.
Un caro saluto.
pino nicotri
Cara Silvy e Pino, c’e’ il genero di mia cugina che affitta un suo trullo a Cisternino. Se Pino e’ d’accordo, dato che si tratterebbe di pubblicita’ probabilmente impropria per un blog, do il nome del sito dove lei Silvy potrebbe cercare le informazioni pertinenti. In attesa, la saluto. F.
Come al solito ho dimenticato di inserire i miei dati nelle caselle apposite. Scusate, ma il post precedente e’ targato Follotitta.
http://www.youtube.com/watch?v=_Nd6ziprzQM&translated=1
Caro CC 207
Sono passati 150 anni. Ormai le situazioni storiche sono da confrontare con il metodo del tuo docente :
da una parte quelle del nord,dall’altra quelle del sud,semplificare(come in una equazione)le compensative e mettere al centro quello che resta.
Hai centrato il nocciolo della questione e non solo la meridionale
Come sempre resta chi ha buttato il sangue,con contropartite di stato di miseria e disagi ovvero i poveretti DI SEMPRE da una parte come dall’altra.
In questo si dovrebbe basare ,in questo caso,l’unità di Italia,del popolo che ha già dato con sofferenze e tante .
Per fortuna ci siamo tolti dalla scomoda posizione camminando a piccoli passi verso situazioni più normali buttando fuori i cialtroni discendenti dei produttori di anomalie(o animalate).
Certo che bisogna migliorare ma non è con l’attuale cialtronaggine di sospetti prezzolati che vorrebbero rigirare all’indietro il già visto e sofferto che si arriva allo scopo.
Tutti hanno dato e tutti dovrebbero essere beneficiati da quello che si è ottenuto,fare rivendicazioni su il mio è mio ed anche il tuo perchè è sul mio “territorio” fa parte di bambinate che non sono giustificabili in persone mature e con un minimo di raziocinio.
Il territorio di chi e perchè?
Se la distribuzione è stata anomala è anomalo anche quello che è stato il prodotto risultante.
Non dobbiamo fare altro che vedere quello che è già successo ai nostri vicini per attivare i neuroni e smetterla con tirar fuori situazioni antistoriche,antisociali, per far prima antitutto.
L.
Cara Anita, ho sfogliato le foto della Guerra Civile (46). Sono impressionanti e descrittive + di un qualsivoglia numero di parole. Ho scoperto fra l’altro che il Capitol aveva gia’ allora, quando il # degli stati erano poco + della meta’, le dimensioni attuali, anche se la cupola era ancora centinata; che il Mall era di la’ da venire e che per il Monumento la costruzione era appena agli inizi. Le fotografie di gruppo sono molto belle nella loro immediatezza, considerando i tempi di posa di una foto a quei tempi. La ringrazio nuovamente e la saluto. F.
http://www.youtube.com/watch?v=29BrvE9STVM
x Follotitta
Non si preoccupi, invii pure l’indirizzo per Sylvi. Certe preoccupazioni non le ho.
Un saluto.
pino
x Alessandro
Video che fa pensare. La gente dovrebbe incazzarsi di più.
Un saluto.
pino
perbaccolina, il genero della cugina! quando si dice le famiglie allargate…io a malapena conosco i cugini, purtroppo, e per la verita’ ve ne sono alcuni che non ho mai conosciuto, cugini di primo grado
Peter
ps
so di due bravi ragazzi (uno di loro mi insegno’ ad andare a vela) che gestivano un B&B in quel di Castro, nei pressi di Otranto.
Se Sylvi vuole, potrei informarmi. Il B&B era molto confortevole e con splendida vista sull’Adriatico…
Caro Marco (160), lei insiste a dire che il ‘marxismo non ha funzionato’. A Roma direbbero, con una forte approssimazione,che e’ di coccio. Gia’ ho cercato di farle capire che il leninismo, il maoismo e ci metta anche il castrismo, o cosa altro vuole, non hanno niente a che fare con il marxismo, se non a livello di una loro ricerca di validazione ideologica. Se hanno finito con lo sfociare in dittature in cui l’economia era basata sul capitalismo dello stato, mi spiega, lei che ha letto Marx, e probabilmente anche Hegel, che ci azzecca con le sue letture? Se proprio vuole trovare degli esperimenti politici in cui le idee di Marx si sono sviluppate con una certa coerenza, deve guardare alle social democrazie scandinave, che guarda caso, sono le + sviluppate su tutti gli indici e i parametri delle valutazioni economiche e sociali, in paragone con le altre democrzie in via di rapida deindustralizzazione odierne.
x Pino
Caro Pino,
da quando lei ha sistemato il suo website io sono felicissima, il mio nome e indirizzo e-mail sono sempre pronti, prima li dovevo inserire ad ogni post.
Noto che per diversi e’ successo il contrario, ma noto un’altra cosa; i loro messaggi appaiono con “anonimo”, ma appaiono lo stesso….
Se io mi dimenticavo di inserire il mio nome, il mio messaggio veniva rifiutato ed andava perso, senza ricupero.
Veniva bloccato anche per un piccolo errore di dattilografia.
IE: Anit invece di Anita
Buon principio di settimana.
Anita
x Anita
Mah. Sono i misteri del web…. Dovrò far sistemare il blog da uno specialista. I due cui mi sono rivolto non hanno neppure risposto, attendo ora il terzo.
Buon inizio – e prosecuzione! – di settimana anche a lei.
pino
Caro Follotitta,
il buon Marco ha una logica tutta sua, bisogna seguirlo con pazienza.
Certo, certo, il marxismo non ha funzionato.
Come il capitalismo, del resto: funzionerà mica un sistema che sta dilapidando in brevissimo tempo le risorse del pianeta?
Ma nemmeno il mercantilismo funzionava, anzi aveva dei limiti (prima di tutto geografici) piuttosto gravi; nè funzionava il feudalesimo e neppure l’economia schiavile. Eppure tutte sono rimaste in piedi. Ed anche la Russiasovietica sarebbe rimasta in piedi se non fosse stata distrutta dall’aggressione useggetta e dall’incapacità delle sue stesse classi dirigenti.
Infatti il regime cinese ha dimostrato delle migliori capacità di adattamento ed una grande flessibilità che i russi non hanno avuto. Non hanno mai avuto, per la precisione.
Limite del kommmunismo o limite della Russia?
Lasciamo al gegnal Marco la profonda risposta e prepariamoci a prendere rispettosi appunti.
Un saluto U.
Pino ha postato un link su FB,…per chi fosse interessato….
Un saluto a tutti,Ber
Caro Pino,
ti do un consiglio amichevole: prendi una piattaforma semplice, prenditi un manuale ed impara ad usarlo da te. Quel mio amico di cui ti ho dato il nome potrà darti una mano e se vuoi posso fornirti il nome di un’altra persona espertissima.
Un saluto U.
Alberto Statera per “Affari e Finanza” di “la Repubblica”
«Posti di lavoro per i nostri figli», va declamando in questi giorni Umberto Bossi nei suoi comizi sincopati. Ma posti anche per fratelli, sorelle, mogli, nipoti, cugini, cognati, amanti e, pur se non consanguinei o affini, per padani di fede della prima e dell’ultima ora. Dalla Lombardia al Piemonte, dal Veneto al Friuli, dilaga il modello padano clientela & parentela, che ormai quasi ogni giorno svela un nuovo capitolo, condito di piccoli e grandi abusi sulle risorse pubbliche.Tanto da far esclamare al sindaco di Torino Sergio Chiamparino: «Com’è il detto leghista? Roma ladrona? La Lega è peggio degli altri!».
Quanto a clientela, i casi di familismo amorale emersi in questi giorni in tutto il nord spesso superano ogni più ardito precedente della prima repubblica. Alcuni fanno persino sfigurare la sfolgorante carriera politica del “Trota”, che Bossi ha imposto in nome del noto detto padano “i figli so’ piezz’e core”. A Torino, dove il presidente Roberto Cota vuole trasferire il ministero del Lavoro, la Regione trabocca ormai di figli, mariti e mogli e congiunti vari dei nuovi potenti.
SERGIO CHIAMPARINO – copyright Pizzirenzo bossi by marziano copytrota
A Brescia, in Provincia, abbiamo assistito al più incredibile concorso pubblico nella storia della prima e della seconda Repubblica: 700 concorrenti, 8 vincitori, di cui 5 signore e signorine di fede leghista: la moglie del vicesindaco di Brescia, la nipote dell’assessore all’Istruzione, due assistenti di un altro assessore, la capogruppo leghista nel consiglio comunale di Concesio.
Da nord ovest a nord est è tutto un fiorire della clientelare pianta leghista. Solo per fare qualche caso, a Verona la moglie del sindaco Flavio Tosi è stata nominata dirigente e capo della segreteria dell’assessore alla Sanità; a Trieste la moglie di Maurizio Balocchi è stata assunta dal presidente del Consiglio regionale Eduard Ballaman, quello che usava l’autoblu per le gite con la fidanzata, che a sua volta è stata impiegata dall’ex sottosegretario all’Interno.
Ma è a Milano che è partita nella sanità regionale la più scientifica operazione clientelare che si ricordi. A fine anno scade il mandato dei 45 direttori sanitari di Asl e aziende ospedaliere. Il Carroccio, forte della crescita elettorale, ne pretende 20 per insidiare il potere formigoniano di Comunione e Liberazione nella ricca sanità lombarda. Luciano Bresciani, medico personale di Bossi e assessore alla Sanità, punta su posizioni chiave, come quella all’ospedale di Brescia, il più grande d’Europa con i suoi 1.400 posti letto.
Dati i precedenti, è facile prevedere che per scalare le 20 prestigiose poltrone il principale titolo professionale sarà considerato il grado di parentela con i potenti leghisti locali e nazionali.
Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, inventore del federalismo alla padana, continua a ripetere che la Lega persegue il modello della Democrazia cristiana bavarese. Ma si è spinto un po’ troppo a nord, visto che in termini di clientela e parentela il modello è indubitabilmente un altro: quello della Democrazia cristiana dorotea.
x Peter
Ieri sono andata al Engagement Party, di mio nipote Conrad con Brittany.
Il Party e’ stato dato da una zia di Brittany…la mia meraviglia fu l’enorme numero di zii, almeno una quarantina come minimo, ogni persona che mi presentavano era uno zio o una zia.
Credo che i cugini non siano stati invitati, altrimenti avrebbero dovuto affittare una palestra.
Lo dico solo perche’ io mi sento sempre persa, dove vado vado, sono come le mosche bianche, come sai non ho mai avuto famiglia e quella poca non c’e’ piu’.
Il bello e’ che tutti avevano sentito dire di me, ma io non ti potrei dire il nome di uno degli invitati, mi sento sempre in vetrina.
In compenso Brittany e’ un deliziosa donna, molto carina, affettuosa, ben vestita, raffinata.
Il contrario di mio nipote, che vive sulle onde del mare/oceano dando lezioni di surfing.
Vivono assieme da 5 anni, percio’ si conoscono bene.
Nessuna data per il matrimonio, forse nell’ottobre 2011.
Buon inizio di settimana anche per te.
Anita
PS:
La nostra settimana inizia la Domenica, non il Lunedì.
Ma lei, che e’ di coccio, caro Marco, insistera’ a dire che il marxismo non ha funzionato. E io invece le dico che ha funzionto alla grande e in poco + di 3 generazioni, visto che gia’ mio padre poteva mantenere molto dignitosamente la famiglia, con 1 solo stipendio di funzionario pubblico. Abolizione del lavoro minorile, ferie pagate, contributi pensionistici, riduzione dell’orario di lavoro, assenza giustificata per malattia ecc, ecc: tutto questo 1ma del marxismo ‘sbagliato’ i lavoratori salariati se lo sognavano. Lei che ha letto tanto, sicuramente avra’ letto Zola’, Moupassant, e lo stesso Hegel quando descrive le condizioni di vita nelle periferie industriali del suo tempo. Ma evidentemente e’ una lettura che le deve essere rimasta indigesta, per averla rimossa cosi’ completamente dalla mente. Questa drammatica evoluzione nella condizione economica e sociale del lavoratore nelle societa’ industriali occidentali, non e’ che sia avvenuta per opera e virtu’ della spirto santo, ma e’ scaturita da lotte e rivendicazioni basate proprio sul nuovo modo di pensare ai rapporti economici scaturito da quella filosofia che lei cosi’ frettolosamente e, debbo dire, ciecamente, rigetta come sbagliata e malfunzionante.
x ber e x Uroburo
x ber
Ho postato solo il link di questa puntata.
x Uroburo
Mandami pure il nuovo nome. Quello di prima era a eccessiva distanza da Milano. E io prima di dare i codici a qualcuno…..
E’ disponibile quello che ha fatto la piattaforma di Giornalettismo, ma sta a Roma. Dice di essere brava in linguaggio php, quello del mio blog, una mia amica di Milano. Ma se un’amica fa una cazzata non puoi prenderla a randellate….
Insomma, cercherò e troverò una soluzione. L’ideale sarebbe farne un giornale on line, con un editore che ci mette quattrini. Meh, vedrò. Oh, sono stato impegnato come un satanasso ventre a terra prima per mettere in piedi le cause contro il giornale e poi per fare un nuovo libro che esce – così mi dicono – il 5 ottobre. Sempre per Baldini&Castoldi. Ah, ecco: il tecnico della Baldini&Castoldi conosce vebe il php. Dirò all’editore di chiedergli di smanettare sul mio blog e sistemarlo, anche perché ci sarà da inserire la copertina del nuovo libro sistemandola come novità al posto di quello sulla Orlandi.
Abbraccioni.
pino
P. S. Quando ci si vede pe’ magnà con Faust?
inviterete pure me?
Caro Linosse,
hai centrato il problema.
L’esperienza fatta vale come esperienza,.. e bisogna correggere il tiro per l’avvenire.
Quelli in” malafede” bisogna smascherarli,…sia i finanziari che i politici.
Basilea ha scritto le sue regole,Obama fa le sue proposte,…le banche non voglioni capire che i tempi sono cambiati,…e i soldi che i governi hanno messi a disposizione serve per la ripresa del lavoro,..e non,..per la ripresa della speculaziune borsistica….
COME STANNO FACENDO…
Un saluto,Ber
x Alessandro
Ma certo. Se lei è a Milano o nei paraggi, volentieri. Sarà un piacere.
Un saluto.
pino
x Pino.
Il cuggino di Faust è a Milano???
C.G.
x Cerutti
Così mi pare di avere capito da una mail privata. Ma, ripeto, tra culo quadro per il libro e allegro viaggetto in Libano, la testa andava un po’ per cavoli suoi. Chiedere conferma a Uro.
Spero ci si veda, e che venga anche tu: in Lambretta, ovviamente.
pino
Un altro appunto a pie’ di pagina, caro Marco. La parola ‘proletari’ non e’ che sia una invenzione di Marx. Esisteva gia’ al tempo dei Romani, e infatti deriva della parola romana ‘proles’, cioe’ figli. Con essa si indicavano i poveri, quali capaci di produrre solo figli. Cioe’ che esistesse un problema di poverta’ era presente gia’ nella societa’ romana, che pero’ non e’ che si sia mai posto il problema di risolverlo. Poi e’ arrivata la Chiesa e il problema l’ha risolto molto brillantemente aggiungendo a quello terreno il mondo celeste, e dando ai ricchi quello terreno e lasciando quello celeste, di gran lunga + appetibile, ai poveri. Naturalmente la curia ha optato, senza molti tentennamenti, per quello terreno, tranne poi pentirsi all’ultimo momento. Ed e’ andato avanti cosi’ per secoli e secoli, che sarebbero diventati seculorum se non ci si fosse messo di 1/2 un compendio di idee che con molta chiarezza e semplicita’ ha rivendicato la partecipazione dei lavoratori ai proventi del proprio lavoro. Ed e’ riuscito a creare le condizioni per un enorme balzo di qualita’ nella vita di tutti noi, perche’ con la creazione di una forte classe media ha creato le condizioni per il rafforzamento dei sistemi democratici. Se per lei questo e’ ancora fallimento, I rest my case! Un saluto. F.
Felicità,prova 2
Trovare se stessi e starci pure bene
L.
x Ber
Se potessi ti darei Obama per regalo…
Ma cosa leggi…?
Ciao, Anita
x Pino
se fate una cena invece di un pranzo, si assicuri che l’illuminazione sia provveduta con luci false agglomerate…creera’ tutta un’altra atmosfera…
un caro saluto
Peter
Caro Peter, non capisco il suo perbaccolina. Io sono figlio unico e per me tutti i cugini sono come fratelli. Mia cugina vive a Br, che, come lei sa, e’ un paesone dove ci si conosce tutti. Il compagno della figlia di mia cugina lo conosco molto bene per essere stato amico dello zio, con cui, in illo tempore, feci un viaggio a Parigi. Perbaccolina, e’ chiaro adesso? Un saluto. F.
Cara Anita,
io saro’ un ingenuo e non credo ai miracoli,…ma penso che voi
non avete ancora capito la fortuna che vi e’ capitata con un Obama,…uno che non e’ nato ricco.
Noi,la ns fortuna,che si chiamava Ciampi e Prodi lo abbiamo distrutta per andare dietro ad un venditore di fumo,…e le conseguenze le stiamo pagando,…per favore,non fate altrettanto,…noi abbiamo fatto quell’esperienza,quindi
conosciamo bene il problema.
LA RICCHEZZA DI UN PAESE VIENE DAL LAVORO DEI SUOI ABITANTI E NON DALLE SPECULAZIONI BORSISTICHE.
Un saluto,Ber
Certo che sarebbe interessante incontrare alcuni di voi,magari pero´ in estate…………
Per Follotitta:il suo 242 lo sottoscrivo tutto
x Pino.
Sottoscrivo Peter.
La Lambretta si mette in mostra solo con “luci false agglomerate”.
Neon, lampadine ECO, lampadine a cipolla, eccetera, non le sopporta.
È moooolto delicata, la vecchia zimarra.
P.S.: però una “magnata” insieme a voi…sai che spasso!
Mi immagino la scena: entro e mi presento.
Sono il Cerutti!.. e vvai con i baci, abbacchi e cotillions, direbbe Faust.
Mannaggialamiseria!
C.G.
Opperbakko!
Il sarkozo “franscese” vuole tassare le transazioni finanziarie.
Alla Komare e al Poppy, se fà scuola nel mondo occidentale, gli vengono come minimo una sincope.
Stò Sarkozy, perdente kommmmmmmmmmmmmunista!
Màh..
C.G.