11 settembre (2001) e 17 settembre (1982): i due pesi e due misure che stritolano la nostra morale. E la nostra credibilità

La profonda ipocrisia e disonestà, nel senso anche di malafede, dell’Occidente, cioè dell’Europa e degli Usa, appaiono in tutta la loro grave enormità dal confronto tra queste due date e relative rimembranze: 11 settembre 2001 e 17 settembre 1982. La prima data è – come sanno anche i sassi – quella dell’abbattimento delle Twin Tower di New York. Ma la seconda? Chi di noi occidentali se la ricorda? No, non è la presa di Porta Pia, quella è del 19 settembre, se non erro.  Non ricordate, vero? E’ il giorno della strage di Sabra e Chatila. Vale a dire, della terribile mattanza – tra i 3 e i 6 mila civili ammazzati a sangue freddo, le donne e le bambine dopo essere state stuprate, le donne incinta dopo essere state sventrate e massacrate con il feto messo loro in braccio – fatta eseguire a Beirut dai militari israeliani alle milizie collaborazioniste dei falangisti cristiani nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila. Falangisti cristiani… Questo è dunque il cristianesimo in Libano?
Per i 2.750 morti delle Twin Tower (cifra recente di Repubblica), che l’approssimazione giornalistica anche della Rai fa diventare sempre “oltre 3.000 morti”, è stata immediatamente scatenata l’invasione dell’Afganistan e ogni anno si fanno celebrazioni e ricordi vari non solo nei giorni che cadono l’11 settembre. In più, suoniamo a rotta di collo la grancassa del dolore, esibito in modo fin troppo eccessivo, e delle accuse all’islam intero. Al punto da scatenare una campagna contro “la moschea a Ground Zero”, sorvolando disinvoltamente – as usual – che non si tratta niente affatto di Ground Zero. E’ come urlare contro una moschea in piazza S. Pietro a Roma mentre invece si intende farla in corso Vittorio Emanuele, o a Milano contro una moschea in piazza Duomo mentre invece si tratta di farla in piazza Cavour o in piazzale Augusto. Insomma, il solito nostro barare.

Per il massacro a sangue freddo di Sabra e Chatila, uno dei vari fatti compiere dagli israeliani ai cristiani falangisti o compiuti in prima persona in Libano, non è invece successo nulla. Anzi, il suo responsabile, il generale israeliano Ariel Sharon e vari altri ufficiali dei servizi segreti e dello stato maggiore, è in seguito diventato capo del governo israeliano! Reputo grave che un popolo affidi il proprio governo a un soldataccio con le mani così lorde di sangue, ma questi sono affari del popolo israeliano. Che però a un certo punto su questa orripilante vicenda ha prodotto persone capaci di autocritica e dolore, come il regista Ariel Folman con il bel film Valzer con Bashir. Noi invece navigando in senso opposto abbiamo prodotto i Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, ecc.

Insomma, il solito due pesi e due misure elevato all’ennesima potenza, che individua, descrive e misura alla perfezione il nostro abisso morale e la vera natura della nostra politica in Medio Oriente. Si noti che il massacro di Sabra e Chatila – durato qualche giorno e non un paio d’ore – è stato reso possibile dal fatto che la Casa Bianca decise di evacuare da Beirut con 15 giorni di anticipo i suoi militari fatti arrivare per proteggere la disgraziata e affamata popolazione civile dei campi profughi dai massacratori falangisti cristiani e dagli stessi militari israeliani, che con un esercito di 30 mila soldati e centinaia di carri armati, appoggiati da un nugolo di aerei ed elicotteri fa guerra, avevano da qualche tempo invaso il Libano. Il loro traguardo era schiacciare la Resistenza palestinese e far fuori anche Arafat. Dopo una serie di trattative questi evacuò dalla città i suoi uomini e le armi imbarcandosi nel porto di Beirut per trasferirsi  a Tunisi, e i campi profughi rimasero privi di protezione militare motivo per cui per proteggerne la popolazione arrivarono le truppe di alcuni Paesi, Stati Uniti soprattutto. Insomma, partendo all’improvviso, con due settimane di anticipo su quanto concordato, gli Usa hanno la grave responsabilità di avere spianato di fatto la strada alle belve. Fermo restando che il tracollo morale dell’Occidente verso il mondo arabo e islamico è iniziato con la spedizione di Napoleone in Egitto ed è proseguito senza sosta fino ad oggi, è esploso con il colonialismo inglese e francese per diventare il cancro che ancora oggi ci consuma con la politica angloamericana in Medio Oriente. Nel passato recente c’è da dire che come Londra ha la responsabilità delle tragedie etniche e territoriali dell’Iraq e dell’India/Pakistan, così Parigi ha la responsabilità del sistema politico confessionale che dilania il Libano da decenni anche con guerre civili: i cosiddetti cristiani, infatti, non vogliono assolutamente perdere il predominio assegnato loro dal colonialismo dei cattolici francesi.

La sporcizia intellettuale, la disonestà politica e l’opportunismo voltagabbanesco di noi occidentali, e italiani in particolare,  è descritta alla perfezione dalla parabola dell’arcitaliano, come lui stesso si pregia definirsi, Giuliano Ferrara. E mi scuso se in un tale contesto nomino un personaggio così imbarazzante. Ferrara è partito prendendo a suo tempo a pugni in diretta tv un direttore di orchestra che rifiutava di dedicare ai martiri di Sabra e Chatila il concerto in esecuzione in piazza a Torino ed è arrivato a organizzare a Roma l’Israele Day, e fin qui passi, ma poi anche l’ossequio ruffiano e conformista, se non anche leccacingoli, a qualunque eccesso e crimine dei dirigenti politici e militari israeliani. Insomma, un paladino tra la Oriana Fallaci e la Giovanna d’Arco dell’ultrasionismo arabofobo duro e puro, che ci spinge alla guerra globale con l’islam. Non è cambiato solo Ferrara, del quale non frega niente a nessuno, ma anche gran parte di noi, sinistra compresa. Marco Travaglio, l’eroe dell’antiberlusconismo duro e puro, ha applaudito anche lui il massacro di Gaza definendo l’invasione israeliana una giusta risposta ad una aggressione. Lo ha cioè definito negli stessi termini in cui di recente l’ha definita Berlusconi e prima di lui il voltagabbana Paolo Guzzanti e la colona ultrasionista arabofoba Fiamma Nirenstein, portata da Berlusconi nel nostro parlamento nonostante risieda in una colonia vicino Betrlemme.

A Beirut e in Libano ho fatto il giro di vari campi profughi e degli annessi luoghi delle varie stragi e massacri di palestinesi compiuti dagli invasori israeliani e annessi fiancheggiatori cristiani. Ne sono uscito abbastanza scosso. Mi venivano in mente spesso le parole di un film: “Ho visto cose che voi umani….”. Umani? Il livello di vita degli ormai oltre 400 mila profughi palestinesi, ammassati nei campi in condizioni semplicemente disastrose, è nella stragrande maggior parte dei casi miserabile. L’aumento demografico ha nel frattempo raddoppiato i palestinesi, che però sono costretti a vivere negli stessi spazi angusti dei campi perché è vietato ampliarli. Anzi, gli spazi sono diminuiti perché ci sono campi non più ricostruiti in tutto o in parte dopo le tragedie dell’82. Solo da poco tempo i palestinesi hanno acquisito il diritto al lavoro, ma solo dietro domanda al ministero del Lavoro e annessa autorizzazione, se concessa. In ogni caso i palestinesi devono lavorare sotto padrone e NON possono svolgere professioni autonome come fare il medico, l’avvocato, l’ingegnere, ecc. Non credevo alle mie orecchie quando mi hanno detto che per comprare un televisore o un frigorifero i palestinesi devono avere l’autorizzazione dei servizi segreti libanesi! Il problema è che per evitare “l’inquinamento” di oltre 400 mila musulmani i cristiani non vogliono assolutamente che i palestinesi abbiano i diritti civili: da ormai 60 anni. Grazie ai cristiani, in Libano i palestinesi sono trattati decisamente peggio che in Giordania e Siria, dove esistono gli altri loro campi profughi. I palestinesi, ammassati in ghetti e sottoposti a mille divieti e al continuo furto della loro terra perfino a casa loro in Palestina, sono diventati di fatto gli ebrei moderni, una diaspora di massa della nostra era: per loro però niente “diritto al ritorno”…. Il lato comico, si fa per dire, è che i palestinesi NON vogliono diventare libanesi, non ci pensano neppure da lontano, vogliono infatti restare palestinesi in attesa del chimerico tornare a casa, cioè in Palestina. Nel frattempo però, ovviamente, vogliono i diritti civili, ma sono trattati dai cristiani libanesi come neppure Umberto Bossi si sognerebbe di fare con gli extracomunitari o i rom in Italia.
Il viaggio è stato organizzato dal comitato “Per non dimenticare Sabra e Chatila”,
che dal 2000 organizza ogni anno una visita pellegrinaggio sui luoghi dei massacri grazie all’impegno del grande giornalista Stefano Chiarini, purtroppo scomparso poco tempo fa, e dal Forum Palestina. Chiarini, amato in LIbano non solo da tutti i palestinesi, con la sua inossidabile volontà è riuscito – tra l’altro – a far diventare un sacrario la discarica di Chatila dove erano stati gettati a mo’ di immondizie ciò che restava dei corpi delle migliaia di palestinesi vittime della “soluzione finale” voluta da Sharon ed eseguita dai miliziaoni cristiani. Dagli incontri cui ho assistito e partecipato tra personalità libanesi ed esponenti del comitato sono venute fuori alcune buone notizie. La prima è che il leader del movimento Almustaqbal, una delle maggiori basi dell’attuale governo di Saad Hariri, figlio del precedente capo del governo Rafic Hariri ucciso in un attentato assieme a sette uomini della sua scorta, si è impegnato a farci trovare per la visita dell’anno prossimo il pieno diritto dei palestinesi al lavoro, segno che l’opera di Chiarini e la credibilità del comitato sono notevoli. Da notare che il leader di Almustaqbal è un Hariri, cugino dell’attuale primo ministro. La seconda buona notizia è che Walid Jumblat, il leader della minoranza drusa, progressista,  s’è impegnato anche lui per la piena conquista dei diritti civili per i profughi palestinesi, per i quali è da sempre all’opera, pur avvertendo che il processo sarà lento. Infine, Talal Salman, direttore ed editore del quotidiano Assafir, il più autorevole del Libano (non ha mai interrotto le pubblicazioni neppure durante la guerra civile), ha spiegato che secondo lui l’attacco all’Iran non ci sarà. Opinione ripetuta giorni dopo da Jumblat.

Sono stato tra l’altro a Kana, il paesino nel quale gli israeliani nel corso dell’ultima invasione del Libano hanno bombardato due palazzi con la scusa che “da lì sparavano contro i nostri soldati”, con il risultato di fare un massacro di decine di civili, soprattutto bambini. Che quella israeliana fosse una scusa lo faceva intuire l’orribile frase di uno dei massimi comandanti militari – “Per ogni nostro caduto uccideremo cento di loro” – inferocito per l’imprevista resistenza opposta dalle milizie di Hetzbollah. In realtà, come è facile appurare andando a Kana, gli israeliani volevano uccidere i due comandanti militari di Hetzbollah che abitavano con le loro famiglie in quegli affollati palazzi, e per uccidere loro hanno massacrato decine di civili innocenti. Ne pubblico parte delle foto. Così come pubblico parte delle foto che mostrano le orrende condizioni di vita nei campi profughi palestinesi e come è ridotto ancora oggi il campo di Chatila. Non c’è bisogno di didascalie. Purtroppo.

Il campo profughi di Sabra non è stato più ricostruito, tanto era stato ridotto a macerie e a montagne di cadaveri. Gli israeliani avevano chiuso in una morsa di acciaio i due campi respingendo indietro, mandandoli così a morte certa, i disgraziati terrorizzati che cercavano scampo fuggendo. Il regista di Valzer con Bashir racconta le telefonate di militari di truppa come lui per avvertire Sharon che  “sta accadendo qualcosa di allarmante” e la gelida risposta di Sharon: “La ringrazio della telefonata”. Della quale peraltro non aveva bisogno: è assodato che con il suo stato maggiore si godeva lo spettacolo del massacro osservandolo con il binocolo dai piani alti di un palazzone immediatamente fuori dal campo. Che a un certo punto gli israeliani di notte hanno illuminato dall’alto con i fari fotoelettrici per permettere allo sciame di pluriassassini di condurre meglio il lavoro loro affidato. C’è chi crede, anche tra gli israeliani, che forse tutto ciò è il motivo per cui Dio ha ridotto da anni Sharon in coma irreversibile e per farlo soffrire il più possibile non si decide a farlo spirare: il “grande condottiero” è da anni solo un misero tronco umano, che di umano ormai non ha neppure il poco che aveva prima, tenuto accanitamente in vita artificiale a mo’ di totem e reperto archeologico nazionale. Riguardo tale convinzione circa l’operato di Dio, no comment.

Per i morti delle Twin Tower è stato invaso l’Afganistan, poi anche l’Iraq. Per quelli della guerra civile in  Kosovo è stato messo in moto e fatto funzionare il Tribunale Internazionale. Per Sharon e i massacratori di Sabra e Chatila non è successo nulla. Stefano Chiarini e altri erano riusciti a fare intervenire la giustizia del Belgio, che per i delitti contro l’umanità può intevenire ovunque, ma tutto è stato messo a tacere: Israele e gli Usa sono troppo potenti: loro non si lasciano processare, quale che sia l’atrocità commessa. Qualcuno dovrebbe ricordare loro che quando la nostra Democrazia Cristiana era sotto scandali vari il suo leader Aldo Moro in parlamento scandì con orgoglio che “la Democrazia Cristiana non si fa processare!”, e che sia Moro che la DC hanno fatto la fine che hanno fatto: meglio sarebbe stato se avessero accettato di essere processati. Anche Silvio Berlusconi, come è ormai evidente da anni, non si lascia processare, ma tralasciamo.

Alcuni dei massacratori sono diventati ministri del Libano mentre altri campano comunque tranquilli. Almeno uno fa il taxista e ancora oggi si vanta di averne “sgozzati un sacco” e che il problema era “se stuprare le donne prima o lavorare subito di coltello o ascia”. Coltello o ascia? “Eh sì, perché gli israeliani ci avevano fornito di quelle armi per evitare che usando le armi da fuoco suscitassimo allarme e capissero anche fuori dal campo che era in corso un massacro. Però alla fine per sbrigarci abbiamo usato anche le armi da fuoco e gli esplosivi per cercare di cancellare la tracce”.
Che però non sono cancellabili. Non negli animi degli esseri umani non accecati dall’odio e dal fanatismo.

Due pesi e due misure: una tenaglia che stritola la nostra morale. E la nostra credibilità.

Non è il caso di volere giustizia? Non vendetta: ma giustizia.

668 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    x Sylvi (e CC)

    i pugliesi sono abituati ai visitatori del Nord, e per quanto ne so hanno ancora un atteggiamento ‘greco’ (ma in senso buono) verso gli ospiti, a prescindere dagli accenti. Del resto, vi trovo sempre piu’ spesso anche britannici, tedeschi, belgi…
    Eviterei solo di gridare ‘maledetti terroni!’ ogni volta che avesse una qualche seccatura…
    Una cosa raccomandabile sarebbe fare il giro in auto della costa da Otranto a Leuca, sostando anche a Castro o S. Cesaria, e poi da Leuca a Gallipoli. Si nota il cambiamento dal litorale adriatico a quello jonico, e la vista e’ molto bella. Vi sono molti ristoranti sul mare, il che non guasta…I miei preferiti sono ad Otranto e nella cittadella vecchia di Gallipoli. Lecce citta’ e’ satura di barocco seicentesco, che pero’ a me piace. Una citta’ spagnolesca a detta degli inglesi

    Peter

  2. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro peter,
    tanto per cazzeggiare,, “””in alcuni ristoranti sul mare come a Cowes, isola di Wight, lo facevano benissimo, ma era anche costosissimo.””

    Oddio l’isola di Wight..proprio quella di …..

    http://www.youtube.com/watch?v=XFIczAHkKp4

    ma che vecchio che sono…gran lento, ai tempi di quando non tela facevano vedere nè toccare,manco in ginocchio,mini.pudiche, e magari ti dicevano un bacetto sì, ma senza la lingua…
    Sembra due secoli fa !!
    Si abbassavano le luci ed era l’unica occasione in cui magari sentivi che erano in fondo fatte di carne ed ossa ,pure loro..

    Finito il cazzeggio!!

  3. Controcorrente
    Controcorrente says:

    I miei preferiti sono ad Otranto e nella cittadella vecchia di Gallipoli. Lecce citta’ e’ satura di barocco seicentesco, che pero’ a me piace. Una citta’ spagnolesca a detta degli inglesi..

    ———————
    Perfetto è il giro che io ho fatto venticinque anniorsono !!
    Mi ricordo pure una puntata alla foresta d’umbra!

    Caro peter, direi ottime indicazioni!

    cc

  4. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Certo che, soli o non soli, mi sarebbe piaciuto insegnare in una scuola così!!!…

    Ma mica hanno abolito la scuola, toglieranno solo i segnacci dai muri…discoloni ,ancora non hanno imparato che non si ibrattano i muri !!!!!!!

    cc

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    15 marco tempesta { 18.09.10 alle 19:17 } Marx non ha tenuto conto della natura dell’Uomo, ovvero della diversità intrinseca in ognuno ecc…
    ————————————————————
    Ehilà….. abbiamo scoperto un altro gradne campo di competenza del Marco Tempesta da Bisceglie:
    sensitivo, artista, politologo, esperto di donne, sessuologo, economista …. Ed ora pure grande esperto di filosofia!
    Caaaaaro, guarda che c’è della gente qui che Marx se l’è studiato, ed altri che se lo sono pure letto.
    Quindi, per favore, evita di dire caxxate. U.

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Popeye { 18.09.10 alle 21:56 } L’avvio degli Studi nella città di Salerno risale al secolo VIII d.C. grazie alla nascita della celeberrima Scuola medica salernitana, autorevolissima e prestigiosissima istituzione sanitaria che conservò la sua importanza per tutto il Medioevo
    ——————————————————–
    Tempo fa il signor Popeye, a qualcuno che definiva l’Useggetta un paese incivile rispetto all’Europa per la mancanza di tradizioni, rispondeva che l’Europa aveva avuto grandi civiltà nel passato, l’Useggetta nel presente.
    D’accordo o meno che io fossi sulla civiltà dell?Useggetta, ho però condiviso integralmente il messaggio.
    Quale non è la mia sorpresa nel leggere il messaggio allegato: la cultura del Meridione risale al VIII (e poco dopo si è fermata).
    Mah …. Il signor Popeye pur di avere l’ultima parola venderebbe il cadavere di sua madre. Uroburo
    PS. A me pare che la scuola salernitana risalga al IX secolo; e che la più antica università europea sia quella di Bisanzio, chiusa nel 1453: Non so cosa venne dopo con i Turchi.

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Ruggero

    Ben arrivato!
    Ma cosa le impedisce di mettere in piedi un comitato che porti all’accusa contro i responsabili? Nulla. E quidi si dia da fare anziché – se ho ben capito, ma forse non ho ben capito – lamentarsi perché intanto altri si danno da fare per altre situazioni.
    Le faccio però cortesemente notare che io parlo spesso proprio delle responsabilità europee dovute – da Napoleone in poi – al nostro colonialismo passato e al nostro neocolonialismo successivo. E proprio perché ne parlo vengo strattonato da chi vorrebbe parlassi d’altro preferendo continaure a pensare che i colpevoli siano sempre “gli altri”.
    Un saluto.
    pino nicotri

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Uro
    allora spiegami tu come mai il marxismo è fallito dovunque abbiano tentato di applicarlo.
    O ce ne vogliamo uscire anche qui con i tempi lunghi?
    Dove sbagliava Proudhon l’ho detto e ridetto e non mi ripeto. Maex ha fatto lo stesso errore di Proudhon.
    In ogni caso, il sistema ha dimostrato di non poter funzionare nè con le buone nè con le cattive e tanto basta.

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Uro
    Ho letto Marx e l’ho capito. Sottovaluti le mie letture perchè io stesso faccio finta di non aver letto.
    Non basta leggere un autore, bisogna anche capire quello che scrive. Non mi sembra che finora qui qualcuno abbia spiegato come mai il marxismo non abbia mai funzionato. Ergo, ha letto ma non ha capito.

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Arruotalibera

    Premesso che preferirei lei si firmasse, le specifico subito che “non ci siamo”: io NON ho sposato nessuna causa. Parlo delle situazioni che penso di conoscere meglio, anche se certo non abbastanza. Come per il lettore Ruggero, cosa le impedisce di darsi da fare per i popoli di cui preferirebbe occuparsi? Certo NON chi si occupa dei palestinesi. E allora si dia da fare.
    Non capisco chi metta in dubbio la sua eticità e chi parli di “mode”. Mode “de che”, come direbbero a Roma?
    Tenga comunque presente, se crede, quello che ho detto e ripetuto varie volte e che le deve essere sfuggito: l’Europa NON rischia di essere travolta da una nuova guerra per i boscimani africani o per gli aborigeni australiani, che pure sono trattati a pedate, ma per il conflitto Israele/Palestina la cui soluzione è ora da vari anni Israele a NON volere, chiacchiere a parte. Ciò significa che oltre alla dimensione morale che ha l’occuparsi della causa dei boscimani e degli altri popoli fatti a pezzi c’è la dimensione dell’urgenza politica per evitare di essere trascinati in – e probabilmente inghiottiti da – una nuova guerra. Mi pare che il concetto sia chiaro ed elementare, quindi lei è certo in grado di capirlo. Ripeto un altro paragone: se d’estate scoppia un incendio vicino casa sua, con la minaccia di distruggerla, lei che fa? Si dà da fare per evitare le vada a fuoco la casa oppure corre invece generosamente a spegnere gli incendi in Sardegna e in Russia o in Amazonia lasciando che la sua casa vada in cenere?
    Un saluto.
    pino nicotri

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Vallo a dire ai sionisti. Che per oltre 24 secoli non sono riusciti a mutare la situazione! Poi però… Va’ a dire loro che dovevano invece rassegnarsi. Su, vai. Ripeti il tuo mantra anche a loro.
    In ogni caso sbagli. Se Israele non è ancora riuscita a compiere altre porcherie irreversibili, con danno esiziale anche per se stessa, è proprio grazie alla pressione internazionale degli “illusi”. Che certo NON è sufficiente, anzi è pure calata da quando la sinistra ha fatto fallimento. Il tempo non lavora a favore di Israele e delle sue pretese anche perché nello stesso mondo ebraico fuori Israele cominciano ad essere in molti ad averne le palle piene e ad avere capito il giochino, motivo per cui ci tengono in numero crescente a dire “sono ebreo, ma non sionista”, tanto meno arabofobo. S’è svegliato perfino il generale Petreaus. E credo valga la pena aunentare la pressione – cosa che certo non posso fare io, obviously – visto che Obama ha capito anche lui che gli Usa vengono spinti verso la palude o le sabbie mobili dal suo “piccolo” alleato di Tel Aviv con mega arsenale nucleare. I primi a dover aprire gli occhi sono porprio coloro che hanno a cuore le sorti di Israele. Che, come dice anche Amos Oz ma non solo lui, NON è il Paese che si credeva fosse, bensì il ferrodi lancia dell’Occidente per occidentalizzare il mondo arabo e del Medio Oriente.
    ‘Notte.
    pino

    P. S. Scusa, ma quali sarebbero le situazioni dove invece si potrebbe ottenere di più? Forse non sono informato come te, ma ho l’impressione che l’Occidente e la sua opinione pubblica se ne fottano, anzi se ne strafottano di TUTTI i popoli disgraziati, anzi prende pure a calci nel culo i rom nonostante siano stati sterminati anche loro dai nazisti e in percentuali superiore a quella degli stessi ebrei. Ti risulta forse che abbia ottenuto qualcosa la mobilitazione – ma quale, quando, dove, organizzata da chi, da quali e quanti marco tempesta? – a favore di quelli del Sahara, dell’Amazonia, degli indios, dei boscimani, degli zulu, degli aborigeni, del Sahel e dei vari popoli di cui ha postato alcune cifre il nuovo arrivato nel blog? Se sì, faccelo sapere.
    Il nostro tracollo morale, o meglio di che pasta è fatta la nostra morale ipocrita riculta chiaro dal nostro commuoverci e mobilitarci per il panda e la foca monaca, fottendocene altamente di TUTTI i popoli martoriati. Chi di strafottenza ferisce….

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    l’Europa NON rischia di essere travolta da una nuova guerra per i boscimani africani o per gli aborigeni australiani, che pure sono trattati a pedate, ma per il conflitto Israele/Palestina la cui soluzione è ora da vari anni Israele a NON volere, chiacchiere a parte. (Pino)
    ———–
    Ok. Rischiamo di essere travolti da una guerra per colpa di Israele.
    Allora cosa facciamo, mettiamo su un banchetto per raccogliere firme?
    Andiamo a sparare in fronte a Netaniyau?
    O cos’altro?
    Quali sono le possibilità CONCRETE di poter intervenire per modificare l’atteggiamento di Israele, quando Obama stesso che non è Fracacchio da Velletri ma il presidente degli USA, trova difficoltà a fare qualcosa di serio, nonostante le eclatanti promesse?
    Queste sono le risposte che mi servono. O che servono a chi voglia interessarsi di questa faccenda in maniera seria.

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Militari americani sotto inchiesta
    “Uccidevano civili per divertimento”.
    Il Washington Post cita documenti e testimonianze relative all’indagine: Omicidi “compiuti essenzialmente per sport da soldati dediti all’hascisc e all’alcol”. Cinque incriminati, altri sette indagati. Il padre di uno di loro cercò invano di avvertire i superiori.
    ——————————————————————————-
    Poppy, che dici, li metteranno in galera a vita oppure come da copione visto e rivisto, gli daranno due o tre annetti con la condizionale e buonanotte al suonatore..?
    Forse hanno agito per i vostri soliti e fottuti “interessi nazionali”, frasetta questa, che usate spesso, quando vi arrampicate sugli specchi?
    màh..

    C.G.

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    E’ semplice: insistere. Come la goccia cinese…
    Le altre opzioni le lascio a te. Assieme alla foca monaca e al panda.
    pino
    P. S. Forse non lo sai, ma “Ci sono posizioni e decisioni che vanno prese semplicemente perché è giusto, anche se sono scomode o controproducenti per chi le prende”. Forse tu sei un fine politico, io invece no. Sono soltanto un uomo che cerca di capire. E far capire. Le soluzioni le lascio a te. Che peraltro col cavolo che le esibisci.

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ti risulta forse che abbia ottenuto qualcosa la mobilitazione – ma quale, quando, dove, organizzata da chi, da quali e quanti marco tempesta? – a favore di quelli del Sahara, dell’Amazonia, degli indios, dei boscimani, degli zulu, degli aborigeni, del Sahel e dei vari popoli di cui ha postato alcune cifre il nuovo arrivato nel blog? Se sì, faccelo sapere. (Pino)
    ————
    Vedi che ti dai le risposte da solo? Non hai fatto altro, con questa frase, che ripetere ciò che ho detto io: a cosa servono le mobilitazioni? A poco o a niente.
    A cosa serve, in termini di utilità pratica, l’indignazione?
    Qual è stata la reazione della gente al massacro della freedom flotilla? Praticamente un fuoco di paglia.
    Sono convinto semmai che si stiano già preparando le basi per un piombo fuso atto secondo.
    Non è neanche vero che gli israeliani siano sensibili alle pressioni dell’opinione pubblica. Stanno solo aspettando il momento favorevole per fare il colpaccio. D’altronde se loro hanno le armi e la possibilità di mandare testate nucleari sulle città europee, figuriamoci quanto glie ne può importare dell’opinione pubblica.
    La domanda è: esistono altre cause per le quali battersi con una ragionevole possibilità di avere successo? Se si, ok, se no, pace all’anima, il mondo resterà così com’è. E’ un mondo sbagliato, fa schifo, è colpa dei potentati economici e dei fabbricanti d’armi, ma questo è.

  16. sylvi
    sylvi says:

    Sono preoccupata per Linosse che diceva di andare a rompere il ghiaccio per fare un bagnetto!
    Non sarà che l’ha ingoiato una foca, la quale a sua volta è stata ingoiata da un orso, che si prepara al letargo?

    A dire il vero, sono anche curiosa di sapere in quale parte di Polo Nord vive…ma lo leggeremo sui giornali.

    Buonanotte Sylvi

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Controcorrente

    Mah, guarda che TUTTI gli eserciti fanno schifo. TUTTI. Chi più e chi meno. Specie quando hanno a che fare con i disgraziati. Ricordati dell’esercito italiano in Jugoslavia e Albania…..
    Uno dei drammi crescenti di Israele è che ha una classe politica fatta essenzialmente da ex militari di carriera, provenienti per giunta da ufficiali delle forze armate in gran parte – come ha rivelato a Repubblica un giornalista Usa che ho citato in una puntata precedente – di formazione religiosa e favorevoli al colonialismo a spese dei palestinesi. Dramma aumentato dal fatto che i palestinesi cittadini israeliani sono esentati dal servizio militare… e quindi impediti nella carriera militare e di conseguenza in quella politica che conta. A conti fatti, una ben strana democrazia.
    ‘Notte.
    pino

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per quanto riguarda la lotta in prima persona, io non ho le pretese di fare l’eroe. In un certo senso lo faccio nel mio piccolo, l’ho fatto quando ce n’è stato bisogno per aiutare il singolo anche assumendomi dei rischi. Non ho però nessuna pretesa di voler fare il Masaniello o il Garibaldi della situazione per aiutare questo o quell’altro popolo.
    Non sono neanche un giornalista d’inchiesta, quindi non è mio compito informare delle schifezze che succedono nel mondo.
    Non sono uno storico e quindi non è neanche mio compito spiegare perchè le schifezze succedono.
    Il mio lavoro chiamiamolo sociale, si svolge da anni nello stretto entourage ed è un lavoro di sostegno psicologico che ha i suoi riscontri, ha i suoi successi. E’ un lavoro svolto in silenzio e con discrezione, ma pur sempre un qualcosa che dà dei risultati concreti. Risultati concreti. Ho salvato gente dall’ammazzarsi e dall’ammazzare. Ho salvato gente sulla via dei centri di igiene mentale. Casa mia è sempre stata un porto di mare, un rifugio dei peccatori. Questo io lo chiamo agire concretamente, ottenere dei risultati. Girare a vuoto non mi interessa.

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Resta pure delle tue idee, ma riguardo la strage sulla flotilla sei disinformato. Molto. Oltretutto, uscirà un rapporto dell’Onu. Che secondo te servirà a poco, ma bada che l’idea delle flotillas va avanti più di quanto si sappia. Anche tra gli ebrei europei cominciano a cercare di organizzarsi quelli che ne hanno le palle piene del soffocamento di Gaza spacciato come “causa giusta”.
    Le mobilitazioni a volte servono: la guerra in Vietnam gli Usa l’hanno persa perché s’è ribellato il fronte interno, quello di casa. Idem per la vendita dei laboratori nucleari del MIT al delinquante Reza Palavi, che lo aveva comprato per farci – lui sì! – le bombe atomiche. Le madri della Plaza de Mayo si sono mobilitate ogni settimana per anni e anni, inutilmente diresti tu, invece alla fine molto utilmente.
    Servono anche le mobilitazioni sconfitte. Se sono giuste, e non si occupano di foche monache e panda, permettono di avere una morale più elevata. NON parlo del sentirsi a posto con la coscienza, cosa che riguarda il privato dei singoli, ma del livello di moralità, e quindi di civilità, dell’intera società della quale fanno parte quelli che si sono mobilitati tu diresti inutilmente.
    pino

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Le soluzioni le lascio a te. Che peraltro col cavolo che le esibisci.
    (Pino)
    ———–
    Non le esibisco perchè non ci sono. Soluzioni non ce ne sono.
    E se non ci sono, di cosa stiamo parlando?
    Dico a me stesso che ci sono argomenti in cui per me è inutile intervenire, ma ci casco sempre.

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Non so chi siano i Masaniello e i Garibaldi di cui (stra)parli. So però che le cose utili che dici di fare tu le fanno anche coloro che non si limitano a quelle. Nulla vieta di interessarsi di palestinesi o boscimani anche solo documentando la loro situazione e nel contempo fare assistenza sociale o appoggio ai conoscenti. Hai una visione stranamente dualistico-antagonistica del fare. Tu NON hai la più vaga idea di quanta gente hanno salvato da vari baratri gli Stefano Chiarini e le Luisa Morgantini ANCHE ma non solo in Italia.
    pino

  22. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Il fatto che tu non veda soluzioni di un problema NON significa che le soluzioni non ci siano. E prega perché per la tragedia palestinese e israeliana ci siano, altrimenti nel giro di 20-30 anni addio Europa. A partire dall’Italia…

  23. marco tempesta
    marco tempesta says:

    nel 2010 la spesa prevista per i nostri contingenti, impegnati in guerre o in missioni di Pace si aggira attorno ai 40 Miliardi di euro, una cifra pari al 2% del nostro PIL e sostanzialmente di poco inferiore a quanto il nostro stato spende per le politiche sociali. (Da Partigiani del terzo millennio).
    ———–
    Altro argomento.

  24. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Ho letto Marx e l’ho capito. Sottovaluti le mie letture perchè io stesso faccio finta di non aver letto.
    Non basta leggere un autore, bisogna anche capire quello che scrive. Non mi sembra che finora qui qualcuno abbia spiegato come mai il marxismo non abbia mai funzionato. Ergo, ha letto ma non ha capito.

    ——
    faccio finta di non averlo letto….molto sincero !Ti prego non fare finta, fallo davvero!
    Mi sembra che tu possa continuare così,: invece di fare finta..fallo davvero..che è meglio per te e per tutti gli altri…
    Il problema è solo tuo !
    Infatti sei l’unico ad averlo capito!
    Ma visto che l’hai capito solo tu, e gli altri pur avendolo letto, non lo hanno capito, mi spieghi come fai a dire che non ha funzionato,poichè se nessuno capisce (eccetto tu il marxismo)mi vuoi dire bontà tua ,cosa diavolo hanno messo in pratica ,visto che l’hai capito solo tu ??
    Il tuo metodo di capire le cose su questo Blog è sempre lo stesso,solo tu capisci di botanica ,di figa ,di fisica,di donne in genere..gli altri leggono ,ma non capiscono..
    Meno male che Marcoo c’è !!

    cc

  25. Controcorrente
    Controcorrente says:

    E ci spiega le cose, così possiamo capire anche Noi..e la tua Mission sociale, spiegare agli altri quello che non capiscono..
    Sei sicuro di capirti ,almeno tu?

  26. Popeye
    Popeye says:

    Caro Cerutti,
    Ti posso solo promettere che, se colpevoli, serviranno di più di quello che servono in Italia per simili crimini. Anzi, tempo fa, dettero un amnistia generale a tutti i criminali di guerra italiani.

  27. Popeye
    Popeye says:

    x U.
    No ho capito cosa stai cercando di dire ma, per dire la verità, credo che quello che vuoi dire ha meno importanza di un fico secco.

  28. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Poppy,
    in Italia ci fu il fascismo e, caduto quello, si tentò (invano) una pacificazione tra le diverse fazioni.
    Negli US invece, sembra che il fascismo di certe amministrazioni non sia mai morto.
    Ogni tanto viene tirato fuori quando fanno i pidocchiosi mettondosi in testa di “esportare” democrazia.
    E ne sono pure convinti!
    Da voi vengono chiamati “interessi nazionali”.
    E se poi saltellate leggiadri sui cadaveri delle vostre mattanze, chissenefrega.
    Vero?
    C.G.

  29. sylvi
    sylvi says:

    …Pino …..E prega perché per la tragedia palestinese e israeliana ci siano, altrimenti nel giro di 20-30 anni addio Europa. A partire dall’Italia…

    Caro Pino
    Nessuno ne parla…ed è un problema che ci riguarda molto da vicino…un problema tenuto in sordina dalle interforze Nato.
    Del Montenegro e Kosovo sappiamo qualcosa, abbiamo là i nostri soldati…ma non sono senz’altro popoli pacificati.

    Poi c’è la Macedonia, è una bella terra che si sta islamizzando velocemente, nel totale disinteresse di tutti, ma non dei Greci.
    Sicuramente un “bel focolaio”.

    Non so se è stato recentemente in Bosnia: l’est rigidamente serbo, chiese, paesini, cimiteri …solo in cirillico…hanno costruito o ricostruito le casette per i centinaia di migliaia di profughi serbi fuggiti dalla Krajna e dalla Croazia.
    Se vogliamo vedere, in Europa, ancora uno di quei terribili confini con sbarre e filo spinato, passiamo da uno di quelli che dalla Slavonia croata portano nella Bosnia serba!

    E’ proprio come se il nord d’Italia fosse di fatto staccato dal Centro-Sud e soltanto un “Trattato di Dayton” gli impedisse di andare …dove gli pare
    Il Centro è musulmano e si vedono, mai viste prima, numerose, le donne col Burka e moschee e “rachete”, minareti ovunque.
    L’ovest, con Medugorje, croato cattolico.
    Visti i precedenti, altro che pentolone da sorvegliare ….ed è proprio sulla porta di casa!!!

    Riccardo Illy, un valdese che aveva fatto politica come “servizio”,
    continuava a ripetere che bisogna inglobarli tutti in Europa se vogliamo disinnescare quel campo minato.
    Era poco legato ai partiti, troppo indipendente e disubbidiente…e la sinistra lo ha fatto fuori…senza bisogno di Berlusconi!!!
    Israele e Palestina sono strategici?
    E gli sbocchi sull’Adriatico di questi popoli, non lo sono?
    E noi da Trieste a Leuca non viviamo qui???

    Buona giornata Sylvi

  30. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma visto che l’hai capito solo tu, e gli altri pur avendolo letto, non lo hanno capito, mi spieghi come fai a dire che non ha funzionato,poichè se nessuno capisce (eccetto tu il marxismo)mi vuoi dire bontà tua ,cosa diavolo hanno messo in pratica ,visto che l’hai capito solo tu ?? (CC)
    ———
    Io ho capito che non poteva funzionare. Gli altri non lo hanno capito e hanno tentato di metterlo in pratica. I risultati li hanno scontati i poveracci che hanno incappato il guaio, specialmente russi e cinesi. E meno male che grazie alla DC e alla Chiesa noi ce la siamo scampata!

  31. Linosse
    Linosse says:

    Cara Sylvi,tranquilla .Il rituale della immissione in acque nordiche richiede un certo tempo,bisogna adattare i talloni alla temperatura dell’acqua e quando per convezione si raggiunge la temperatura giusta ci si cala.Dopo il bagnetto ,per riscaldarsi un bel mojito ben ghiacciato e pensando agli antipasti pugliesi mi sono ricordato di alcuni barattoli di carciofini ,melenzane,funghi sotto olio(provali e non ti pentirai)che una volta aperti sono stati svuotati con la dovuta riconoscenza a chi li ha confezionati.
    Voglio far presente a te e Peter che ho cominciato l’itinerario da Bari riferendomi all’eventuale vostra scelta di arrivare in Puglia.
    A proposito la Myair vola da Venezia a Brindisi.
    Riprendo ,aggiungendo a quanto già detto da Peter ,con una visita a Nardò per la concentrata raccolta di barocco pugliese.
    Altre delzie ,oltre i carciofi & c.sotto olio,i panzerotti,ricordo quelli di Brindisi sulla strada del porto,la focaccia di cipolla olive e capperi ,i pasticcini di pasta di mandorle.
    Per i vini non si può sbagliare sono tutti ottimi.Ricordo il rosato del Salento con virtù terapeutiche,fa passare anche la flebite,dicono.
    Non resta che preparare le valigie,calare di peso per non ritornare extralarge ed attendere la partenza.
    Saluti
    L.

  32. Walter Peruzzi: con la breccia di Porta Pia il Vaticano è dilagato in Italia e non viceversa
    Walter Peruzzi: con la breccia di Porta Pia il Vaticano è dilagato in Italia e non viceversa says:

    Le giustizie a Roma. Celebrando Porta Pia

    Per la prima volta dopo 140 anni alle celebrazioni ufficiali della “breccia di Porta Pia” parteciperà il Vaticano, cioè lo “sconfitto”. Forse perché si è accorto, come molti, che la breccia non è servita allo stato italiano per prendere Roma, ma al papa per invadere l’Italia. A riprova Alemanno ha vietato ogni altra celebrazione, salvo quella di Militia Christi dedicata a ricordare i “tragici eventi” che portarono il “liberal-massonico Regno sabaudo a invadere lo Stato Pontificio allora libero, sovrano e popolare”.

    Da parte mia, celebrerò il 20 settembre raccontando della tortura e della pena di morte vigenti nello Stato pontificio.

    Ademollo e mastro Titta

    “Giustizie” erano dette le esecuzioni capitali che avevano luogo nello Stato pontificio e Le giustizie a Roma è il libro che ad esse dedicò nel 1882 il liberale A. Ademollo. L’autore vi ripubblica un diario dell’abate Placido Eustachio Ghezzi, con una cronologia delle esecuzioni nella sola Roma dal 1674 al 1739, nuda fino al 1697, poi via via più ricca di dettagli. Ad essa Ademollo fa seguire vari documenti fra cui le “Annotazioni” del più celebre carnefice pontificio, Gio Batta Bugatti, più noto come Mastro Titta, sulle sue esecuzioni in tutto lo Stato pontificio: una registrazione incompleta, cui Ademollo rimediò nel 1886 con un secondo volume, Le annotazioni di Mastro Titta, carnefice romano per tutto il periodo in cui fu in carica (1796-1864), seguite da quelle del suo successore Vincenzo Balducci, attivo solo sei anni (1864-1870), ossia fino alla presa di Roma. Mastro Titta, in particolare, ebbe modo di cimentarsi con “ogni genere di supplizio” e in tutti, “mazzola, squarto, forca, ghigliottina, mostrò sempre eguale abilità”. Merito non da poco, se si pensa che in quei secoli furono numerosi i supplizi in cui il giustiziato tribolava perfino a morire per l’inesperienza di carnefici spesso improvvisati.

    Supplizi e suppliziati dal XIV al XVI secolo

    Oltre a fornire dati puntuali sulle esecuzioni capitali relative ai periodi citati, Ademollo ci dà, nelle introduzioni ai due volumetti, utili informazioni sulle epoche precedenti, a partire dal XIV secolo, per quanto riguarda la pena di morte, in uso nello Stato pontificio fin dalle origini, e le “pratiche crudeli” da cui oggi la Chiesa cerca di prendere le distanze. Parliamo qui, naturalmente, delle sole condanne comminate ai sudditi dello Stato pontificio per reati politici o comuni, nei quali rientravano (dato il carattere confessionale e teocratico dello stato) alcuni peccati-reati (bestemmia, adulterio, libertà di stampa, omosessualità), ma escluse le condanne comminate dall’Inquisizione.

    Per tutto il Medioevo, informa Ademollo, “campo di giustizia era sempre la Rupe Tarpea” dove, ”presso un leone di basalto i delinquenti udivano la lettura della sentenza che li condannava, e quanto ai malfattori di bassa condizione solevasi porli a cavalcione di quel leone con una mitra in testa e con la faccia impiastricciata di miele” (Gregorovius, Storia di Roma, vol. VII, p. 853). Dal 1488, continua Ademollo, “venne designato per luogo di giustizia un recinto davanti al Ponte S. Angelo, nelle cui adiacenze era il vicolo denominato del Boja” e “Nel 27 maggio 1500, in pieno Anno Santo, i pellegrinanti a S. Pietro ebbero la dolce sorpresa di passare il Ponte fra due file d’impiccati”, nove per parte. Ma anche Campo dei Fiori e altri luoghi cominciarono a venire usati per le esecuzioni.

    Il supplizio solitamente usato fino al Cinquecento per nobili ed ecclesiastici (quando non venivano strangolati direttamente in cella, come il cardinal Carafa nel 1561) era la decapitazione (in luoghi chiusi o con poco pubblico) mediante uno spadone. I non nobili invece (compresi “foglianti”, ossia i giornalisti del tempo) venivano impiccati sulla forca mentre per colpevoli di reati ritenuti particolarmente gravi si ricorreva a un tormento fra i più barbari: la mazzolatura semplice (cioè l’uccisione mediante bastonatura al capo con una sorta di mazza) o la mazzolatura con squarto (il condannato veniva colpito con una violenta bastonata al capo e poi, mentre ancora era tramortito, squartato). A questi supplizi si affiancarono pene corporali e mutilazioni, che niente avevano a che fare con il diritto romano, invocato come scusante dal Catechismo del 1992.

    Un secolo di papi feroci

    Nel Cinquecento, nel clima della lotta contro il protestantesimo e dell’Inquisizione romana, crebbe la inflessibile durezza del papato, specie con Giulio III, Paolo IV, Pio V (santo) e Sisto V al quale, come egli stesso diceva, le esecuzioni capitali mettevano appetito. Ciò si tradusse anche in un aggravamento delle pene corporali per taluni reati o nell’estensione ad altri della pena di morte. Giulio III, si propose di perseguire la bestemmia con pene smaccatamente di classe: “I bestemmiatori… se ricchi siano costretti a pagare 40 scudi d’oro, se poveri 10; se non possono metterne insieme neanche 10, paghino con pene corporali. Ai nobili, se riconosciuti colpevoli per la seconda volta, ricchi o poveri che siano, la pena pecuniaria sia raddoppiata rispetto alla prima, e siano esclusi con infamia da ogni beneficio, grado, dignità, onore. Ai non nobili si trapassi la lingua. Ai nobili riconosciuti colpevoli per la terza volta, ricchi o poveri che siano, la pena pecuniaria sia triplicata, come sopra. Siano poi privati secondo legge di ogni beneficio ecclesiastico, ufficio, dignità, titolo, magistratura, onore; non possano né lasciare né ricevere eredità, né rendere testimonianza e siano banditi per tre anni da Roma. Ai non nobili tocchino la fustigazione o la deportazione alle trireme per tre anni; e l’esilio perpetuo”. Né si evitò di ricorrere nella stessa bolla, anche per questo reato, al costume della delazione, introdotto già nel Medioevo insieme all’Inquisizione: “Chi vuole fare una denuncia segreta, deve scrivere di suo pugno un documento col nome e il tipo di bestemmia, il luogo e il giorno…”.

    Pio V (santo!)

    Analoghe misure contro chi avesse profanato la domenica o bestemmiato adottò nel 1566-72 Pio V, come ci informa Ranke nella sua Storia dei papi (C94): “Un uomo del popolo però, il quale non possa pagare, per la prima volta deve stare un giorno davanti alle porte della chiesa con le mani legate dietro la schiena; per la seconda volta deve essere portato per la città e fustigato; per la terza volta, gli sia forata la lingua e sia mandato alle galere”. Ma il “santo” Pio V, che si distinse anche per la ferocia con cui esercitò la sua azione inquisitoria, colpì inoltre con la pena capitale l’omosessualità e l’esercizio della libertà di stampa: nel 1569 fece impiccare un editore e fogliante, Nicolò Franco, reo di aver scritto delle pasquinate contro il papa.

    E alcuni anni dopo, nel vero e proprio stato di polizia creato da Sisto V, sorte ancora peggiore toccò ad Annibale Cappello, “scomunicato da Sua Santità et cascato in censura et pene ecclesiastiche”: il 14 novembre 1587 gli “Avvisi di Roma” danno notizia che giustizia è stata fatta: “Hier sera fu degradato in S. Salvatore del Lauro quel don Annibale Cappello, et questa mattina è stato condotto al luogo solito della giustizia in Ponte, dove prima li è stato mozza una mano, tagliato la lingua et impiccato”. A queste “crudeltà” Sisto V era del resto aduso. Il giorno stesso della sua incoronazione, racconta Ranke, nonostante molte richieste di grazia, fece impiccare e appendere vicino al ponte di Castel S. Angelo quattro giovani che portavano un tipo di fucili vietato e poco dopo, sordo a ogni supplica, fece giustiziare un giovane ancora fanciullo reo di aver resistito “agli sbirri che gli volevano togliere un asino”. Con la stessa inumana inflessibilità Sisto decretò con specifiche bolle che la pena di morte fosse estesa all’aborto ma anche all’uso di contraccettivi, all’incesto e perfino all’adulterio.

    Pena capitale anche per reati diversi dall’omicidio

    Dal XVII al XIX secolo esecuzioni capitali e torture continuarono colpendo, sia pure in modo non prevalente, anche reati politici, offese alla religione (come il furto di due pissidi) e libertà di stampa.

    Inoltre, dal Libro del Ghezzi e dalle Annotazioni di Mastro Titta, ricaviamo dati precisi su quantità e tipo di esecuzioni in Roma almeno per due periodi che coprono oltre 130 anni. Nei 65 anni annotati dal Ghezzi, ad esempio, ossia dal 1674 al 1739, vi furono a Roma 210 “giustizie” (3,3 all’anno), di cui tuttavia circa il 40% per reati diversi dall’omicidio (furti, falsificazione di denaro, rapine, reati politici o religiosi) e furono una trentina gli squartati. Nei 68 anni in cui fu carnefice Mastro Titta, invece, ossia fra il 1796 e il 1864, le “giustizie” furono 514, un record ineguagliato, cui vanno aggiunte le 13 del suo successore Balducci dal 1864 al 1870. Si tratta però di esecuzioni effettuate non solo a Roma ma in tutto lo Stato pontificio e da cui vanno tolte quelle eseguite nei 4 anni (1810-1813) in cui lo Stato pontificio fu annesso alla Francia napoleonica la quale, con 56 esecuzioni (13 l’anno!), diede una ben trista immagine di sé. Da notare che circa il 22% dei giustiziati dallo Stato pontificio non erano omicidi o, in una decina di casi, avevano commesso reati politici.

    Tortura della veglia e della corda

    Quanto al tipo di supplizi sono notevoli le informazioni tratte dagli 8 volumi dei Voyages (1730) di padre Labat e riprodotte in francese nel secondo volume dell’Ademollo (C107, pp.20-36). Labat testimonia che ancora ai primi del Settecento erano in uso nello Stato pontificio soprattutto due tipi di tortura, entrambi molto dolorosi, della veglia e della corda, mentre le pene continuavano a essere quelle che si è detto sopra: decapitazione (da un certo punto in poi con la mannaia) per nobili ed ecclesiastici; per i non nobili forca e mazzolatura con squarto. Quest’ultima, precisa Ademollo, fu soppressa durante il pontificato di Benedetto XIII (1724-30) ma ripristinata dal suo successore Clemente XII. “L’eguaglianza davanti alla pena, se non alla legge”, commenta Ademollo, “venne in Roma soltanto dopo la rivoluzione” quando insieme al governo francese arrivò la ghigliottina (1810-13). Ma col ritorno del papa tornarono forca (usata l’ultima volta nel 1829) e mazzolatura semplice (ultima volta nel 1816) o con squarto (ultima volta nel 1826). Poi si impose per tutti la ghigliottina, in qualche occasione la fucilazione. L’ultima “giustizia” fu eseguita il 9 luglio 1870. Due mesi dopo lo stato pontificio cessava di esistere. Nel frattempo, naturalmente, almeno fino a quasi tutto il Settecento erano continuate in parallelo anche le altre morti, ancora più lente e dolorose, come rileva Ademollo, degli eretici arsi a fuoco lento o murati vivi e uccisi a poco a poco come due donne di cui racconta Rucellai nello Zibaldone quaresimale, murate in due pilastri di una chiesa, “solo con una buca dove si porge loro il mangiare”.

    Due papi… beati

    Consideriamo da ultimo, per la loro rilevanza in pratica omicida, due papi fatti entrambi “beati” a distanza di mezzo secolo uno dall’altro: Innocenzo XI e Pio IX.

    Al primo, come informa Ademollo, toccò riprendere, dopo un periodo relativamente più mite, la serie delle impiccagioni per reati d’opinione, mandando alla forca nel 1685 Bernardino Scatolari, “carico di moglie e cinque figli” e colpevole solo di aver scritto i soliti “foglietti”. Durante il suo pontificato furono perseguitati i quietisti spagnoli e gli ateisti napoletani ed eseguite 65 condanne capitali nella sola città di Roma, anche per reati inferiori all’omicidio: Pio XII lo proclamò beato nel 1956.

    Pio IX

    Ancora peggiore di Innocenzo fu Pio IX, beatificato nel 2000, fra le proteste di vari ambienti cattolici, dal santosubito Giovanni Paolo II. Di lui si ricorda il rapimento di due bambini ebrei (in quanto erano stati proditoriamente battezzati da fantesche bigotte e quindi diventati “proprietà” della Chiesa). Di lui si ricordano le infallibili bestialità del Sillabo contro quelle libertà (di culto e di coscienza) che oggi Ratzinger, con bugiarda improntitudine, dichiara massimamente care, da sempre, alla Chiesa.

    Limitandoci al suo curriculum di papa re ricorderemo che prima concesse, poi revocò, alcune libertà scatenando una feroce repressione nei territori pontifici pur di cercar di salvare un potere temporale ormai agonizzante. Né risparmiò, nonostante la richiesta di grazia del re d’Italia, Giuseppe Monti e Gaetano Targetti, responsabili di un attentato compiuto nel 1867 mentre Garibaldi tentava di liberare Roma. Furono i due patrioti fra gli ultimi della lunga scia di condannati a morte che il “beato” e ultimo papa re (profondamente religioso, assicurano gli apologeti) può vantare.

    La Città del vaticano

    Dopo il 1870 il papa si trovò senza potere temporale e cessarono le “giustizie” ma ancora non fu cancellata, almeno in via teorica e di principio, la pena di morte. Essa era ancora prevista dalla Legge fondamentale della Città del Vaticano del 7 giugno 1929, all’art. 4. Questa norma fu abrogata solo dall’art. 44, comma 1 della legge del giugno 1969 che modificava la legislazione penale e la legislazione processuale dello Stato del Vaticano, in armonia con la svolta avviata dal Concilio Vaticano II per rinunciare, benché non in via di principio, alla pena di morte e alle “pratiche crudeli” di cui la Chiesa è stata maestra per grandissima parte della sua storia.

    Si dirà, si è detto, che in questa materia la Chiesa si è limitata a riflettere lo spirito dei tempi, fino a poco fa favorevole, anche in campo laico, alla pena di morte. Se non fosse che la Chiesa, quando le serve, invoca a sua scusante, relativisticamente, lo “spirito dei tempi” mentre quando le torna comodo si vanta maestra infallibile di precetti eternamente validi in opposizione allo “spirito dei tempi”, ad esempio in fatto di sesso, aborto o eutanasia…

    E va comunque ricordato che il “relativista” Cesare Beccaria aveva pubblicato Dei delitti e delle pene un secolo prima che nello stato guida della verità venisse dismessa la tortura e due secoli prima che venisse eliminata la pena di morte. Buona Porta Pia a tutti.

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro marco,
    come vedi anche tu puoi migliorare !
    In fatti per arrivare a dire un concentrato di ovvietà e banalità, in questo modo sulla storia d’italia,non c’è bisogno di Fotttere nessun Sistema.
    Nemmeni di leggere marx, di scrivere trattati di fisica neuronica o essere esperti in figologia della domenica e del lunedì.
    Basta essere se stessi ,dei normali e dei mediocri anticomunisti apriori,capisco che questo per te può essere un dispiacere, ma vedi come te c’è sono sempre stati,sei solo uno del gregge.
    Guarda che non c’è nulla di male, ad essere solo dei mediocri!!
    Parlaci dei tuoi gatti e dei segreti dei tarocchi,lì incuriosci ,parlaci degli spiriti ,giuro che non ti dirò più nulla, resterò assorto a leggerti senza commentare!

    cc

  34. ber
    ber says:

    Caro Marco,
    Il comunismo e’ una bella teoria “comunitaria”,…ma e’ stato un fallimento.
    Il capitalismo e’una teoria adatta per fare soldi,…ma e’ fallita per l’egoismo dei capitalisti,…ma cerca di resiste perche’ e’ il sistema piu’ semplice per ingannare il prossimo.
    Il mondo ideale bisogna crearlo,…bisogna riscrivere nuove regole,
    Obama ci sta’ provando ma,…non si sa’.
    Un saluto,Ber

  35. x marco tempesta
    x marco tempesta says:

    Spiace che lei non risponda. Preferisce svicolare? Riguardo le sue accuse a Nicotri esse sono ridicole. Nicotri ha sempre detto che lo stato palestinese ormai non può più nascere. Ha perfino detto che essere filopalestinesi non ha più politicamente molto senso perche’ i palestiensi faranno la fine degli indiani d’America o dei bantu’ dei bantustan. Di quale mobilitazione promossa da Nicotri lei quindi ciancia? Nicotri si limita a dare informazioni, che hanno il pregio di bucare la coltre di merda e ipocrisia sparsa a piene mani dai nostri intellettuali, giornalisti e maestri di pensiero provinciali, disinformati, autoreferenziali e spesso prezzolati, mai comunque disinteressati se non al soldo e alla carriera. Gentaglia che si mobilita solo per le cause che servono a farsi pubblcita’ e che ingannano il pubblico. Mille mobilitazioni contro la “repressione” a Cuba, meno di zero per Sabra e Chatila e cecita’ assoluta riguardo il fatto che i terroristi molto spesso sono i cristiani, come del resto insegna l’intera storia di molti secoli. Sono cristiani i massacratori di Sabra e Chatila, sono cattolici i terroristi dell’Ira e sono cattolici i terroristi della Croazia.
    Per l’opera di informazione e di critica che porta avanti lei dovrebbe essere grato a Nicotri e a chi come lui. Invece lo attacca, prendendo il posto dei Belbo, degli hvg e dei Ridolfo, altro strano individuo che alle argomentazioni di Nicotri preferisce non rispondere ma pretende risposte alle sue pseudo argomentazioni. Chissa’ che lei non sia in realta’ uno di quell’individui.
    Shalom

  36. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro ber,
    lascia perdere ti prego per pietà, basta parlare di comunismo, è come “pisciare controvento”,basta lasciar parlare i fatti futuri se c’è ne saranno.
    Oggi è inutile, poi con certe persone è anche peggio,vedi io frequento solo questo Blog e sorbirmi, una nuova valanga di Cazzata” è deprimente già di Lunedì….
    Scusa l’intromissione, era uno scherzo …fai pure cosa credi meglio e più opportuno…ovviamente..

    ciao
    cc

  37. x marco tempesta
    x marco tempesta says:

    Perche’ allora lamentarsi per il massacro delle Fosse Ardeatine o per quello di Marzabotto? In guerra, come lei dice, si sa che certe cose accadono. E perche’ lamentarsi o condannare la Shoa’? In guerra, come lei dice bene, certe cose accadono….
    Lei e’ una rana vuota che si gonfia per somigliare a un bue ma resta vuota.
    Shalom

  38. Linosse
    Linosse says:

    Per Ber :HIp,hip,hurra!
    Ogni epoca ha i suoi pregi e difetti,l’attuale ha il difetto di essere gestito da terrestri che infilano la testa sotto la sabbia per tenere il cervello in qualche posto ed il vantaggio di avere realtà gia bell’è scodellate di esperienze fallite come il comunismo reale ed il capitalismo selvaggio fatto da esperti in giacca e cravatta ,addirittura con master di specializzazione alle spalle,ecco perchè non servono a nulla.
    Ci sono poi i superspecializzati del nulla ,uno
    a caso l’onnipresente,onniscente M.T. che mentre espone i propri ponzamenti si contraddice senza bisogno di aiuti esterni.La cosa strana è si incazza peggio di una bestia dicendo che tutto è sbagliato,tutto è da rifare e quando si commenta che è vero ,che bisognerebbe cambiare qualcosa ,fa una svolta alla supercazzola e si rimangia tutto.Per lui tutto non solo è da lasciare com’è ma non bisogna fare nulla,restare silenti ed immobili tanto le cose sono come sono,se non ci riescono,per es.gli Obama che possiamo fare noi?
    Io non sono un tuttoagogò ma almeno ,nella mia piccola incazzatura da formica,propongo un sistema più umano(siamo un’umanità o cosa?)con una ripartizione delle risorse PER TUTTI da non specare come è stato fatto fino ad ora.
    Lo chiamano comunismo?
    Come si sa non importa se il gatto è nero ,bianco o a pallini blu.
    L’importante è che prenda topi,non importa il nome importa che si risolva qualcosa.
    Come si fa ?
    Io sono un gradualista,le riforme che restano non sono quelle imposte.
    Cerchiamo di uscire dal circolo vizioso dell’individualismo,dal familismo .
    Come dice senza equivoci in FILUMENA MARTURANO il grande Edoardo :i figli sò figli,TUTTI i figli di TUTTO il mondo.
    Se pensiamo per es. a quello che non utilizziamo o utilizziamo male ci dovremmo vergognare di come viene mal utilizzato.
    Se pensiamo come ipocritamente vediamo quello che succede in tutto il mondo in cui ci si scanna incoscientemente (senza ragioni se non il borsellino personale nemmeno nostro(più coglioni di così!)ma di personaggi che non ne hanno bisogno perchè ne hanno tanto,troppo e che nemmeno conosciamo)senza muovere un dito o provare ,almeno,a muovere un dito,ci sarebbe da infilarsi un una buia,profonda spelonca.
    Chi ha da proporre ,proponga ,chi si nutre di aria fritta e la vuole spacciare per sana e gradevole continui,a me il fritto non piace,mi rovina il fegato come tutte le ingiustizie.
    L.

  39. Peter
    Peter says:

    x Shalom

    come on, Shalom, come on…Marco NON e’ uno di quegli individui, lo escludo a priori.
    Invece non escluderei ‘aiutini’ ad altri, come quando ci si passava la copia a scuola

    un saluto

    Peter

  40. Controcorrente
    Controcorrente says:

    parlando invece di cose serie ed attuali…

    IO NON CAPISCO LA GENTE CHE NON CI PIACCIONO I KRAUTI..
    (espressione tratta dal capolavoro del DUO di Piadena)

    Da Repubblica…

    L’Asia lancia la guerra delle monete
    parte la sfida economica all’Occidente
    Vendite di yuan e yen per spingere l’export, aut aut sulla tecnologia. Ignorate le accuse di concorrenza sleale la nciate dal ministro Usa Geithner alla Cina
    dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

    L’Asia lancia la guerra delle monete parte la sfida economica all’Occidente

    NEW YORK – Le accuse del segretario al Tesoro americano alla Cina sono pesanti. “Mantiene la sua moneta sostanzialmente sottovalutata e dà un vantaggio sleale alle sue esportazioni; tollera il furto di tecnologie straniere; crea barriere ingiustificate contro i prodotti americani”. In altri tempi una requisitoria così dura avrebbe messo in allarme la Cina e il mondo intero. Stavolta invece, da Pechino alle parole di Tim Geithner non si è degnato di rispondere neppure un sottosegretario. Il governo cinese ha affidato la replica a una funzionaria, la portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu: “Un eventuale rafforzamento della nostra moneta, il renminbi, comunque non risolverebbe i problemi dell’America, né il suo deficit né la sua disoccupazione”. A Washington Christopher Dodd, uno dei più influenti senatori democratici, commenta sconsolato: “Ormai la Cina fa quello che vuole”. E non solo la Cina. …..

    MORALE

    C’è di che rimanere allibiti,si esaltano per secoli i valori dell’individualismo, del capitalismo, del ladrocinio legale, della finanza , si agisce di conseguenza e quando qualcuno si lamente si dice E’ il capitalismo bellezza..che ci possiamo fa…!!!Nulla alla marco tempesta…!!
    Se lo fanno GLI ALTRI, allora lacrime ed accuse…
    Signori è il Kapiatalismo bellezze, lo avete inventato e perfezionato voi…
    TEMPI DURI PER I VAMPIRI all’orizzonte ,nubi minacciose si addensano all’orizzonte..!!

    cc

  41. Controcorrente
    Controcorrente says:

    IL MALIGNO

    (all’opera)

    Caro peter, ma lo sai che ero stato sfiorato dallo stesso dubbio!
    maligno ti direbbe la Sylvi,come ha fatto scherzosamente con me!
    malpensate di un pugliese!

    Poi mi sono detto, ma noh, ma noh..il marco legge direttamente nei pensieri degli altri attraverso la sua “ball magic”,e quando “nodi interferenziali disturbano la trasmissione,gli spiriti gli passano direttamente “le veline” nel sonno!

    malpensante di un malpensante che non sei altro!

    cc

  42. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Shalom
    Perchè non lamentarci delle stragi che si sono fatte nella guerra di Bosnia? Quelle non contano? Contano solo i palestinesi?
    In Palestina il Diritto non conta niente, conta solo la forza, contano solo le armi. Possiamo farci qualcosa? Se si, cosa?
    Io dico che non possiamo farci niente per cui è inutile perderci tempo. Poi, ognuno ha i diritto di utilizzare il proprio tempo come meglio crede. Nessuno glie lo nega. Di qui a glorificare i palestinesi, che non sono certo migliori degli israeliani, sono solo più deboli, ce ne corre.
    Io non accuso nessuno. Dico soltanto che se andiamo sempre a scavare le stesse fosse ci troveremo sempre gli stessi morti. Ci sono ben altre fosse ancora da scavare e guerre da poter evitare se solo si spostasse l’attenzione su problemi che qualche soluzione ancora ce l’hanno. Sabra e Chatila è roba di vent’anni fa, c’è piombo fuso che è una strage più fresca, se vogliamo parlare di stragi palestinesi e ce n’è una pronta per scoppiare, se l’occidente fa maldestramente pressioni con una nuova flotilla, tanto per dirne una. Sono iniziative che possono solo peggiorare lo status quo, non migliorarlo. L’opinione pubblica è così interessata alla Palestina che, mentre gli interventi su argomenti come la lapidazione hanno avuto grandissima risonanza nei networks, tutte le volte che qualcuno, sempre i due soliti, postano qualcosa sulla Palestina, non c’è nessun intervento o l’intervento dei soliti due aficionados, sempre quelli.
    Se non arrivate a capirlo che alla gente della Palestina non glie ne importa niente, non è colpa mia. Comunque ci sono alcuni argomenti qui che non sono discutibili, poichè sono dogma e tali devono rimanere. Io ci sono cascato e mi son fatto prendere la mano nel dire la mia opinione. Naturalmente nessuno oltre a me ha espresso una opinione articolata, tranne Pino ovviamente, chiamato in causa direttamente. Nessun problema, non ci ricascherò una seconda volta.

  43. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Vi ricordate il famoso scandalo telekom serbia…

    Ebbene non c’è pace , per i difensori dell?occidente, perseguitati dai Giudici komunisti…(sic,sic)

    Scandalo Telekom Serbia
    Marini in manette per calunnia
    Il faccendiere aveva accusato il magistrato romano Maria Bice Barborini. A condannarlo nel 2008 il Tribunale di Torino. L’uomo è stato arrestato a Caravino…

    Un martire del berlusconismo!

    cc

  44. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Di qui a glorificare i palestinesi, che non sono certo migliori degli israeliani, sono solo più deboli, ce ne corre.

    La solita cacchetta sparsa ad arte ,in un discorso che sembra serio..
    E quando mai questo è avvenuto,su questo Blog,semmai si è sempre parlato di soprusi ,ingiustificati , che io sappia..

    La solita cacchetta infilata ad arte !!
    Propaganda di basso livello!!

    cc

  45. alex
    alex says:

    Comunicazione di servizio
    – – – – – – – –
    Cari amici, sono di nuovo costretto a chiedere il vostro aiuto. Giovedì 23 settembre alle ore 21.00 è prevista la partenza di Annozero ma la redazione è tornata al lavoro da poche ore e con grande ritardo, i contratti di Travaglio e Vauro non sono ancora stati firmati e lo spot che abbiamo preparato è fermo sul tavolo del Direttore Generale.

    Tuttavia, se non ci sarà impedito di farlo, noi saremo comunque in onda giovedì prossimo e con me ci saranno come sempre Marco e Vauro.

    Vi prego, come avete fatto con Rai per una Notte, di far circolare tra i vostri amici e tra le persone con cui siete in contatto questo mio messaggio avvertendoli della data d’inizio del programma.
    Nelle prossime ore vi terrò puntualmente informati di quanto avviene.

    Un abbraccio

    Michele Santoro

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