Ormai è ufficiale: il governo Berlusconi si regge sugli interessi privati del premier e sulla complicità di chi (non solo) politicamente ci guadagna

Ormai dunque è ufficiale, lo ha detto chiaro e tondo una fetta del suo partito di governo: il Chiavaliere Papino il Breve, al secolo Silvio Berlusconi, sta al governo solo per sfuggire alla Giustizia. E il governo si regge su ricatti e “do ut des” nei confronti dell’Unto d’Arcore che fanno leva sulle sua magagne pregresse, quelle per le quali sta sfasciando il Paese pur di non andare sotto processo. I parlamentari che hanno scelto di seguire Gianfranco Fini nella rottura con il Chiavaliere – gente che certo non è di sinistra né ci si è improvvisamente convertita – hanno ammesso chiaro e tondo nelle utlime ore don Silvio pratica “il ricatto e il killeraggio”. Ovviamente il killeraggio è per chi non essendo ricattabile non ama calare le mutande come una qualsiasi ragazzotta, ansiosa di andare in parlamento o in tv, in un giornale o in una particina in qualche film. L’onorevole Italo Bocchino – e mi scuso per l’ironia involontaria di queste tre parole, comunque in tema con la prassi corrente – ha fatto sapere all’onorevole Niccolò Ghedini, l’arcigno maggiordomo del contenzioso giudiziario del suo padrone politico e cliente di bottega, che è pronto “l’elenco delle società off shore riconducibili all’impero finanziario del Chiavaliere”. In aggiunta, è stato ritirato fuori il noto sporco affare della vendita della reggia di Arcore, l’ex convento bendettino di 147 stanze,  un enorme parco di un milione di metri quardi, una biblioteca ricca di preziosi libri antichi e una pinacoteca con quadri preziosi, per un totale di 3.500 metri quadri di appartamento coperto dove il grande Papino il Breve si accontenta di abitare quando è in zona.
Ricordiamo che la villona era di Annamaria Casati Stampa, che avendola ereditata dopo la tragico morte dei genitori quando era ancora minorenne – aveva infatti 19 anni e a quell’epoca si diventava maggiorenni a 21 –  se la vide affidare con altra “roba” a un tutore, il senatore Giovanni Bergamasco. Superare i litigi con altri parenti, quelli del ramo materno Fallarino, non fu facile: l’avvocato dei Fallarino era un giovane avvocato che si chiamava già Cesare Previti. Che con un saltafosso che potrebbe somigliare a un tradimento, ma che in ogni caso non è elegante né troppo corretto, molla i Fallarino e si mette con Bergamaschi. E’ così che le 147 stanze e tutto il resto vengono svenduti a Berlusconi nonostante l’espresso divieto messo per iscritto dalla ragazza di NON vendere anche la biblioteca e la pinacoteca (se no nricordo male, neppure il parco). Il tutto per la miserabile cifra di 500 milioni di lire, quando dopo poco tempo il Chiavaliere dandola in garanzia a una banca ne ebbe un fido grande 15 volte il prezzo pagato. Come meravigliarsi che dopo questa mega inculata alla ragazza, cioè dopo questo mega favore a Sua Emittenza questi sia diventato il cliente fosso ed unico dello studio Previti? E come meravigliarsi se in seguito lo stesso Previti abbia corrotto magistrati romani per conto del suo datore di lavoro (la Cassazione ha scritto che agiva in tandem con Berlusconi!), per non parlare del caso Mills?
Bocchino ex ex camerati hanno fatto rilevare altre cose che dovrebbero attirare l’attenzione della magistratura anche senza il Bocchino di turno. Per prima cosa hanno fatto rilevare che nella società che gestisce formalmente Il Giornale, ufficialmente proprietà del fratello di Paolo ma non anche di Silvio Berlusconi, ci sono stati aumenti di capitali e iniezioni di quattrini che, stando le dichiarazioni dei redditi, NON possono essere arrivati da Paolo. Il che è come dire che i quattrini sono stati fatti arrivare grazie a Silvio: alla faccia al divieto di superare una certa soglia di possesso di mass media?
Sempre Bocchino&C hanno finalmente fatto notare ad alta voce che i rapporti del Chiavaliere con Putin non sono limpidissimi. E te credo! Mesi fa ho fatto rilevare che corre voce che Papino il Breve si occupa degli investimenti delle enormi cifre che affluiscono al giro di Putin grazie alle vendite di gas e petrolio russo, e non ho voluto insistere sulla voce – sicuramente malevola e infondata – che  tale affluenza di quattrini al giro di Putin  non è limpida. Bocchino&C hanno anche finalmente detto ad alta voce che non sono adamantini neppure i rapporti tra il nostro amato capo di governo, ormai amato almeno quanto “l’amato leader” della Corea, e Gheddafi. Mesi fa ho chiesto se c’erano accordi perché Mediaset si occupasse eventualmente della tv libica. A parte l’aver fatto notare già prima che a Gheddafi è stato venduto il 5% – per ora – addirittura dell’Eni.

Insomma, siamo in pieno porcaio. E non perché lo dica io o altri grilli o elefanti parlanti, ma perché lo dicono – e inistono a dirlo – eminenti uomini del partito di governo e certo non di sinistra, non 2komunisti”, anzi tutt’altro. Del resto la porcheria della legge per fregare il fisco italiano a tutto vantaggio dell’azienda berluscona Mondadori non è che l’ennesima conferma della cialtroneria e del sopruso elevati a norma di governo. Qui però va aggiunto dell’altro, ancora più grave. Molto più grave. Berlusconi e la sua servile armata vanno cianciando, compresi i Bossi (mon Dieau!), di una Costituzione che NON è quella di cui loro cianciano dandola per esistente. La Costituzione italiana infatti dice chiaro e tondo che deputati e senatori una volta eletti NON rappresentano più solo gli interessi dei loro elettori, ma devono rapprentare quelli del popolo italiano nella sua interezza, vale a dire devono occuparsi dell’interesse generale, nazionale, non particulare, siculo o padano che sia. Il comportamento berluscone e bossifero di far finta che la Costituzione sia quella di cui vaneggiano loro e non quella che invece esiste dal dopoguerra significa due cose, precise e gravi. Certo non è il reato di Alto Tradimento, però si tratta di tradimento quanto meno della realtà, e su questo il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dovrebbe meditare. La seconda è che ne consegue una visione corporativa, e quindi miserabile, del mandato parlamentare: ogni parlamentare cura gli interessi solo della sua corporazione, scambiando il proprio collegio elettorale per un “fascio” di littoria memoria. Del resto l’esempio vien dall’alto: il Chiavaliere tratta il governo, il parlamento e la Repubblica come fosse “cosa nostra”, cioè sua, dei suoi eredi, dei suoi sodali, dei suoi amici e amici degli amici. Insomma, le Cricche sorgono perché replicano la Grande Cricca berluscona.
E sempre a proposito di calpestare la Costituzione, nelle ultime ore l’amato leader berluscone è arrivato a dire “basta con gli inutili formalismi della Costituzione, bisogna dare voce al popolo”. Insomma la spinta a buttar via la Costituzione per sostituirla con i bagni di folla di ventennale memoria è sempre più consistente, perciò sempre più pericolosa per la enuta delle nostre istituzioni democratiche.
Non so se Gianfranco Fini con l’appartamento di Montecarlo ci abbia lucrato. Personalmente NON lo credo, e non perché si tratta di andare in culo al Chiavaliere, ma perché ci sono le intercettazioni ambientali, pubblicate a suo tempo, nelle quali si sente distintamente incazzarsi con sua moglie, all’epoca Daniela Di Sotto, e con il cognato di turno perché NON voleva avere nulla a che fare con le loro iniziative nel campo delle cliniche private che servono, per mungere quattrini dalle Regioni. Voglio dire: se Fini NON voleva i milioni di euro poco chiari delle cliniche private, perché mai dovrebbe essersi abbassato a lucrare qualche centinaia di migliaia di euro con una truffa a Montecarlo?
In ogni caso, ritengo la faccenda di Montecarlo semplicemente di scarso peso e di nessuna gravità. Anche ammesso, ma non concesso, che Fini anziché essere stato raggirato dal nuovo cognato rampante ci abbia marciato di suo, beh, a fronte del marciarci e del marciume delle varie Cricche cresciute all’ombra berlusocna e, soprattutto, a fronte del modo con il quale il Chiavaliere ha ammassato le sue immense fortune e non vuole MAi rispondere alla legge, quella di Montecarlo è tuttalpiù una marachella. Un ragazzino che ruba una mela NON può essere messo a confronto con chi a quanto leggo su vari libri e qualche atto giudiziario munge lo Stato, paga Craxi e quant’altri per farsi fare leggi ad personam come il decreto contro i limiti regionali delle tv private, beffa la Casati Stampa, compra sentenze per fottere la Mondadori al Gruppo L’Espresso, corrompe l’avvocato inglese Mills perché testimoni il falso e via di questo orribile passo.

Sulla questine di Montecarlo e della donna di Fini, Elisabetta Tulliani, voglio invece far notare alcune cose:
– la volgarità di Gaucci, l’ex uomo della signora Tulliani. Se lui è stato così solerte a sborsare un pacco di miliardi per fare ricchi i Tulliani in blocco perché non essendo un Adone la gnocca appariscente doveva pagarsela e pure cara, beh, batta la testa contro il muro, ma eviti di mettere in piazza la sua miseria tipicamente maschilista di chi sbava per vendicarsi. Un uomo che viola i fatti privati con la sua donna è un omuncolo, un quacquaraqquà, un poveraccio da compatire.
– La volgarità di Vittorio Sgarbi, che ci tiene ad alludere pesantemente dicendo che “la Tulliani veniva a casa mia”, “la Tulliani la conosco bene”. Gli uomini che si divertono a sputtanare le donne, e specie se sono donne con cui hanno avuto a che fare, somigliano più a mascalzoni che a persone apprezzabili.
– Riguardo Sgarbi c’è da aggiungere che a suo tempo ha anticipato il killeraggio mediatico del bravo, nel senso manzoniano del termine, Vittorio Feltri. Aveva infatti un programma televisivo su una rete Mediaset nel quale accusava pesantemente guarda caso i magistrati, cosa utile a parare il culo al suo padrone. Una volta arrivò ad accusare un magistrato di essere un assassino. Con le sue intemperanze pro domo domini sui, il baldo e ribaldo Sgarbi fece perdere varie cause per diffamazione e/o risarcimento danni e perciò un sacco di quattrini a Sua Emittenza al punto che questi si vide costretto a chiudere il programma. Il troppo stroppia… Come insegna Giuliano Ferrara, altro volenteroso di grande stazza.
– Poi c’è il giornalismo spazzatura di Feltri. Ma trattandosi di sapazzatura della peggior specie, a parlarne troppo ci si sporca. Mi limito a far notatre che questo tizio che batte e ribatte su Montecarlo è lo stesso individuo che difese a spada tratta (anche) don Gelmini quando venne travolto dalle denunce pedofile dei suoi giovani “in recupero”: “don Gelmini ha fatto tanto di quel bene che anche se ha fatto qualcosa con qualche ragazzino è poca cosa, lo si perdona volentieri”. Ah sì? E allora come mai lo stesso Feltri oggi non ripete lo stesso concetto con Fini? Dovrebbe infatti intonare un laudeamus del tipo: “Con tutto il bene che Fini ha fatto all’Italia in qualità di alleato essenziale perché il caro leader Berlusconi  la potesse governare a lungo, cosa volete che sia la faccenduola di Montecarlo?”. Fermo restando il fatto che con l’editore che si ritrova, mungitore indebito di miliardi della Regione Lombardia tramite la discarica di Cerro Maggiore,  Feltri farebbe meglio a tacere. E magari ad arrossire. Oppure a raccontarci qualcosina sugli aumenti di capitale de Il Giornale cui ha alluso Bocchino. Come ha detto Piero Ostellino sul Corsera a proposito della campagna di Feltri contro Fini, un conto è fare informazione, un altro conto è fare militanza politica. Ovvero: Feltri non fa informazione. Nonostante faccia scrivere su Il Giornale un tizio cacciato dall’Ordine dei giornalisti perché in rapporti troppo stretti con il servizio informazioni militari, meglio noto come SISMI.

Post Scriptum – Avanti di questo passo Bossi (mamma li turchi!) riuscirà ad avere il federalismo in cambio del suo appoggio a Berlusconi a non farlo condannare pesantemente in tribunale. Beh, diciamo la verità: meglio, molto meglio l’unità d’Italia fatta anche grazie al concedersi in alto loco, su consiglio di Cavour, della  contessa di Castiglione.  Vogliamo paragonare forse il brutto contenzioso giudiziario del Chiavaliere Mascarato con lo splendore delle grazie della contessa? A fronte delle quali il “ce l’ha duro” bossifero è roba da masturbation.

925 commenti
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  1. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Peter, io sono di Brindisi e risento molto che lei abbia menzionato che Br sia stata provincia di L. Sia perche’ e’ vero, sia perche’ ritengo che sia stato giusto e probabilmente lo sarebbe tutt’ ora per la superiorita’ culturale della 2da sulla 1ma. Ma il campanilismo e’ campanilismo e se potessi organizzare una banda per andarmi a riprendere la colonna di piazza S. Oronzo che i leccesi ci hanno rubato, lo farei stasera stessa. Un saluto. F.
    Mi illumini: Br divento’ provincia quando? Sospetto che sia stato per via della Valigia delle Indie.

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi
    In Meridione c’era il concetto del lavoro innanzitutto. Prima veniva il lavoro, poi tutto il resto.
    L’emigrazione meridionale al Nord ne è un esempio.
    Il padre vedeva il figlio alla stregua di una fabbrica di lavoro e quindi di denaro e quindi di benessere. Il figlio a sua volta vedeva il lavoro come l’unica possibilità di riscatto dalla vita grama di sottoproletario.
    C’era il risparmio finalizzato all’acquisto di beni immobili, ma anche al riscatto sociale che significava per alcuni anche passare dal vendere cianfrusaglie col carretto trainato dall’asino, al negozio stabile; o passare dall’andare a zappare a conto terzi, al comprarsi un podere in proprio. C’era insomma un bersaglio da centrare, un orizzonte prossimo e possibile, da raggiungere. Di solito lo raggiungevano.

  3. peter
    peter says:

    x Marco

    a proposito di emigrazione e regioni, gli immigrati in Italia mi hanno fatto capire, indirettamente, quanto tutto sia relativo. Ed ovviamente anche quelli in altri paesi d’Europa, come UK, Francia, Spagna e Portogallo, dato che conosco o ho conosciuto persone in tutti questi paesi, oltre ad alcuni ‘oriundi’…
    Orbene, a proposito di musulmani, in Italia vi sono molti senegalesi, che per quanto ne so sono brave persone. Mio fratello viaggia in Italia in lungo e largo per affari e lavoro. I senegalesi che vivono a Sud, come in Puglia, dicono che si trovano (quasi) come a casa loro per quanto riguarda il senso di comunita’, l’accettazione e la tolleranza della gente, oltreche’ per il clima, immagino. Quelli che ha conosciuto a Nord come in Lombardia guadagnano meglio, ma sognano di tornarsene presto ‘a casa’, cioe’ a Sud…mah.

    Peter

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho un’amica che è di un paese sul confine tra le province di Brindisi e Lecce, ex leccese poi incorporato da Brindisi. Dice di sentirsi leccese e non brindisina e dice anche che esiste differenza tra brindisini e leccesi, a favore di questi ultimi.
    Mah, io sono del nord barese, benchè barese di nascita, ma solo di nascita. Non posso parlar male del nord barese, sarei un ingrato se lo facessi, perchè ci ho vissuto e lavorato per tanti anni in maniera piacevole e fattiva.
    Ora vivo in una zona che culturalmente è Campania, ma geograficamente è Lazio. Mi ci trovo benissimo, non ho alcuna nostalgia del nord barese. Ogni cosa a suo tempo. Il tempo della Puglia per me è passato, ora c’è il Lazio.

  5. sylvi
    sylvi says:

    x Marco

    …C’era insomma un bersaglio da centrare, un orizzonte prossimo e possibile, da raggiungere. …Marco

    senza leggere, scrivere e fare di conto???

    E non raccontarmi storielle.
    Ho insegnato 6 anni in Caserma!
    Buonanotte
    Sylvi

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter:
    io noto che da noi l’extracomunitario di qualsiasi colore è trattato per come si comporta. Se si comporta bene è trattato con tutto il rispetto, non è discriminato, spesso è aiutato. A Bisceglie di extracomunitari ce n’è molti, di tutte le razze. Pizzaioli nordafricani, badanti di tutto l’est europeo, muratori albanesi, contadini romeni, commercianti cinesi. Gli africani neri e gli indiani si vedono solo ai mercati e alle fiere, trattati bene anche loro. Ho un amico indiano che vive a Bisceglie da molti anni, suona il sitar, commerciante. Dice che si trova bene da noi.

  7. marco tempesta
    marco tempesta says:

    cara Sylvi,
    potrà sembrarti strano, ma è proprio così: semianalfabeti.
    A far di conto imparavano subito. A leggere e scrivere, meno. Si affidavano ai figli. La maggior parte degli imprenditori tessili, agricoli, edili, che hanno fatto fortuna negli anni ’50-60, venivano dall’abbandono scolastico e dal lavoro infantile. Davvero figli del sottoproletariato più cupo.

  8. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    come vedi ,hai sbagliato tutto nella tua vita!
    Hai fatto l’insegnante ed è dimostrato che l’istruzione non serve a nulla.
    Ti sei sposata ,hai un solo marito,e ti rifiuti di “darla via”, inacidentoti oltre misura.
    Un disastro completo !!
    Meno male che al mondo esiste Bisceglie e quelli che sanno contare.
    E’ il futuro che avanza!
    Direi ,tanto per estendere un pò il discorso..che ne sentivo il Puzzo già da tempo…non per niente abbiamo il chiavaliere miracoloso già oggi.

    ciaooo

    cc

  9. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    ho in custodia il nipote e sono caduta in depressione!
    Non oso cantargli la canzoncina dei tre porcellin perchè parrebbe che tutti e tre fossero andati a scuola!!!
    Non oso abbracciarlo …e sono tentata di mandarlo a gattonare in strada.
    Ce l’ho a morte con Don Milani che mi ha riempito la testa di sciocchezze..di sfruttamento di lavoro minorile e altre amenità; e ce l’ho con me perchè invece di insegnare , in classe, avrei potuto lasciarli ” a gestirsi da soli”, mentre io sferruzzavo maglioncini marchionneschi che mi avrebbero dato un secondo reddito, come facevano alcune mie colleghe tutte arrivate rigorosamente dal sud!

    E ce l’ho con me per molti altri motivi…come tu ben intuisci…
    Oltrettutto ho una perdità di identità…
    Che cos’è l’Italia?
    Chi sono i veri italiani?
    Chi sono i diversamente italiani?

    Giornataccia!!!!

    Sylvi

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Essere istruiti non vuol dire automaticamente essere in grado di utilizzare l’istruzione ricevuta. Vogliamo parlare di quanti laureati idioti ognuno di noi ha incontrato sulla sua strada? E di quanti ignoranti saggi?
    L’istruzione oltre quella di base, ovvero oltre le scuole medie inferiori, deve essere voluta dallo studente, non deve essere imposta per legge.
    I fatti dimostrano che l’istruzione imposta per legge non serve a niente.
    Ci sono persone che hanno una maggior capacità ad imparare per imitazione o seguendo strade personali. Il figlio di una mia amica biscegliese, ha lasciato la scuola alberghiera al terzo anno, con gran dispiacere di sua madre, disperata. Ora è un pagatissimo cuoco a Rimini e fa anche scuola di cucina agli altri. Il figlio della mia amica milanese ristoratrice, ha lasciato l’alberghiera al secondo anno. Ora fa l’aiuto cuoco nel ristorante di sua madre, che sul lavoro è esigentissima, e funziona bene. Ho amici contadini ignoranti, che nel settore dell’agricoltura hanno più cognizioni di un laureato in agronomia.
    Dove voglio arrivare con questo discorso? Voglio arrivare a dire che ognuno di noi è fatto in maniera diversa e impara a vivere in maniera diversa. Per cui obbligare a degli standard è deleterio sotto tutti i punti di vista. Deve esserci la possibilità di studiare oltre un certo livello, non l’obbligo.

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro CC,
    esistono le teorie ed esistono i fatti. Incontrovertibili.
    Se si nega l’evidenza perchè non combacia con le teorie, non si fa un buon servizio nè a se stessi nè alla società.

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi,
    l’Italia è un melting pot come gli USA. Una gran quantità di etnìe, di lingue, di usi e costumi. Le differenze si vedono, in certe città, addirittura tra quartiere e quartiere. Non è la lingua ad accomunare gli italiani, non è la religione, nè le usanze. E’ il calcio.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Volevo aggiungere solo un particolare di commento al post 758 di CC:
    cultura e intelligenza non sono sinonimi.

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Credevate che il lavoro più pericoloso fosse quello dei bonificatori di campi minati? Errore. Il lavoro più pericoloso è andare per funghi. Una trentina di fungaioli già morti in brevissimo tempo; ne muoiono ogni giorno.

  15. Peter
    Peter says:

    x Marco 762

    non dire corbellerie. Molti italiani all’estero mi riconoscono come italiano dall’aspetto generale, persino prima che apra bocca, perche’ allora alcuni riconoscono l’accento (quando non parlo italiano, e’ ovvio), e di certo non parlo di calcio…
    Questo vale per praticamente tutte le origini, nord centro e sud, isole comprese.
    A Valencia mi pareva di fare domande in perfetto spagnolo, finche’ un altro pugliese (ma poteva essere anche campano) mi dice, sei italiano no? e mi da’ direzioni in italiano. Il mio accento era del tutto diverso dal suo…mah, vai a capire

    Peter

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter:
    All’estero riconoscono gli italiani perchè non sanno parlare le lingue. Chissà che razza di spagnolo parli…

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Esistono in ogni lingua delle particolari cadenze. Io per esempio da giovane, quando parlavo tedesco, ed il mio era hochdeutsch, finivo dopo un po’ per ricadere nella cadenza svizzera e venivo identificato come svizzero, nonostante fossi italiano.

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Potenza di Facebook:
    Il concerto per armonica e orchestra di William Russo è ormai introvabile, poichè la Deutsche Grammophon non pubblica più il disco, nè si trova nei negozi (ho cercato a Milano e a Roma) e neanche nel catalogo Amazon.com.
    Su Youtube esiste solo il terzo movimento, inesistenti gli altri due.
    Posto il brano su Facebook, dicendo che è musica introvabile. Mio nipote di qui, mi risponde che lui ce l’ha, ha il vinile. L’ho cercato per mari e per monti e ce l’avevo, senza saperlo, a portata di mano.

  19. Rodolfo
    Rodolfo says:

    La nazionalita´di una persona non si puo´mai riconoscere dall´aspetto GENERALE…..roba da sorridere.
    Conosco molti Italiani e di mezzo mi ci metto anch´ io ,che hanno una pronuncia cosi perfetta della lingua tedesca che sarebbe molto difficile tirarne fuori una qualsiasi nazionalita´. Il capo redattore del “Südddeutschen Zeitung” Giovanni Di Lorenzo per esempio parla un tedesco senza accenti, difficile capire da come parla che e´Italiano .
    Altri….per esempio mio figlio Alessandro parla un buon tedesco ma lo si sente un miglio che e´Italiano cosi per esempio Leoluca Orlando o Rocco Buttiglione che parlano un buon tedesco ma si sente che sono Italiani. Non parliamo poi di Trapattoni che invece non solo si sentiva che era Italiano ma parlava un tedesco che ha fatto ridere per parecchio tempo il mondo dello sport. Rodolfo

    C´e´chi vuole parlare di geni o dell´aspetto generale per idendificare una razza ? Mah….meglio che non vado avanti….

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Rodolfo, sai qual’è il trucco per spacciarsi di un’altra nazionalità? Assumere nella lingua straniera un accento regionale. Li freghi alla grande!

  21. Peter
    Peter says:

    x Marco

    forse non ti rendi conto che molti italiani , ovviamente non tutti, hanno molte cose in comune che si vedono dalla mimica, il modo di reagire alle situazioni, il modo di muoversi e forse persino di camminare , osservazioni fatte da molti, sugli uomini ed in particolare le donne. Osservo io stesso che inglesi ed altri si muovono in modo diverso da noi, le donne in particolare.
    Non parlavo necessariamente di tratti somatici, infatti io stesso a volte prendo italiani per danesi o tedeschi, e viceversa…
    Il mio spagnolo non e’ affatto male, ma la cadenza italica e’ molto diversa da quella di molti spagnoli, ho notato. Mi stupiva che se ne accorgesse quel tale, il cui accento era del tutto diverso dal mio! evidentemente vi sono delle affinita’ che ci sfuggono…

    Peter

  22. La  Striscia  rossa
    La Striscia rossa says:

    Forse il colonnello Gheddafi, medita di andare in pensione in Italia? La visita del tiranno libico, culminata in un incontro con Silvio Berlusconi e in uno show dei 27 cavalieri berberi, è stata la quarta nell’ex potenza coloniale in poco più di un anno.

    The Independent

  23. Peter
    Peter says:

    x 769

    lei sorridere? forse vuole dire ghignare. Infatti io non parlavo di razze, ma la sua coda di paglia si vede lontano un miglio.
    Apprezzo comunque il suo intento di ‘non andare oltre’

    Peter

  24. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Intendevo per razza “nazionalita´”.
    E´tutto relativo, nemmeno dalla mimica si puo´veramente intuire la nationalita´di un individuo. Conosco Italiani che gesticolano pochissimo e Turchi che nel gesticolare potrebbero essere presi benissimo per Italiani.
    Poi dal modo di camminare si arriva al colmo. Come camminano gli Italiani? E qual´e´la differenza con il camminare di un Inglese.
    Forse camminano gli uni tutti come Gianni Morandi e gli altri tutti come Elton John .Questa e´la domanda del secolo.
    Succinto al massimo, devo andare…….. a stasera….forse.
    Rodolfo

  25. sylvi
    sylvi says:

    Forse non dovremmo cadere nelle trappole di Marco, nè per la scuola nè per le lingue.
    Per quel che riguarda il tedesco: so che c’è quello di Bremen, quello di Amburgo, quello di Hannover, quello di Stoccarda, quello di Monaco e quello di Vienna , tutti diversi, più i dialetti.
    Senza considerare quelli dell’ex DDR.
    Io non ho problemi, so solo sopravvivere; ma mio figlio fa regolari corsi di conversazione oltre a leggere e ascoltare la TV.
    Non la racconta come alcuni del blog.

    Il francese del Nord è molto diverso da quello del Sud; francesi poco istruiti, anche se intelligenti come dice Marco, non si capiscono fra loro.

    Ho capito che la Jugoslavia andava verso la guerra quando i croati chiamavano smaccatamente i pomodori rajiciza, anzi chè
    paradais che è serbo.
    Poi venne l'”aggiornamento” dei vocabolari; ora c’è anche quello bosniaco in cirillico e caratteri latini.

    Io, quando parlano in TV certi meridionali in “italiano” avrei bisogno dei sottotitoli!
    Insomma un gran burdel!

    Ma quando si vuole…e se soprattutto si vuole, ci si capisce benissimo!!!!
    Persino sul blog!

    Sylvi

  26. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Hai ragione.
    Mi basta andare ad un supermercato e posso identificare le donne Italiane, quelle piu’ anziane, ma anche alcuni uomini.
    Cosi’ come molti ebrei in genere.
    Io non passo per Italiana, ma sono quasi l’eccezione.

    Anita

  27. Anita
    Anita says:

    x Tutti

    Un rara serie di foto riprodotte da vecchie slides.
    L’America rurale degli anni 1939-1943.
    Ci vuole un tantino per aprirsi, ma ne vale la pena.

    Un commento di un utente:

    How quickly we forget, we live in a world so different and we are such pathetic people that whine about the 2 minute drive to the store or no air or our forty hour job or our boss that expects us to do our job. Children whine because they do not have the latest from tommy hilfiger or guess. How pathetic can our society get. One look at these should remind us of our BLESSINGS, Praise GOD we have what we have our children would DIE if they had to live as we did or our Grandparents did. We should be thankful

    http://blogs.denverpost.com:80/captured/2010/07/26/captured-america-in-color-from-1939-1943/

    Ciao tutti,
    Anita

  28. Linosse
    Linosse says:

    Oggi un grande dispiacere mi opprime il cuore.
    Dopo aver dato una scorsa agli innumerevoli commenti M.T. made, ho finalmente capito ,come se avessi sotto gli occhi i testi di enne edizioni sulla socioenonomia mondiale,perchè saimo precipitati così in basso.
    Ho un sommo dispiacere per Biscegle e Biscegliesi messi in campo per alimentare il bla bla sulla fenomenologia dello scadimento ,del ritorno all’insulso .I commenti sopra citati sono una prova testimoniale per cui non aggiungo altro.
    Se questi sono i ponzamenti dei miei concittadini siamo messi malissimo.
    Coraggio anche a Sylvi ,con cui non condivido moltissime cose ,ma che anche lei “sotta a botta” della lettura ha bisogno di essere confortata,la delusione è tanta ma si riprenderà.
    L.

  29. Peter
    Peter says:

    x Anita

    infatti mi riferivo soprattutto alle donne, che per qualcuno non contano come soggetto ‘politico’, infatti mi parla di Elton John e Gianni Morandi…E poi, quello e’ come la moglie musulmana in una famiglia bigama, deve dire tutto il contrario, o cosi’ mi dicono gli arabi che conosco (delle donne di famiglie bigame…).

    E’ ovvio che facevo un discorso un po’ generale, e con molte eccezioni, ma ho appunto l’impressione che la maggior parte (non tutti!) gli italiani abbiano molti tratti in comune, anche se e’ quasi impossibile descriverli, li vediamo e non ce ne accorgiamo. E poi sono d’accordo che vi siano molte differenze regionali.
    Le inglesi, e forse le nordiche in genere, camminano per esempio a passi piuttosto piccoli e svelti, muovendo pochissimo la pelvi e le spalle, sempre a testa alta e busto eretto, sempre guardando in lontananza come con una meta ben precisa in testa, in un modo per noi poco o pochissimo ‘femminile’. Al limite, mi paiono piu’ femminei nei modi alcuni (non tutti!) gli inglesi che non le loro donne, le quali quando litigano diventano spesso molto aggressive, specie coi maschi. Comunque anche i maschi inglesi camminano con un’andatura di quel genere, direi quasi da reggimento. Ma non come i tedeschi, i quali (specie i maschi) quando camminano in gruppo mi pare quasi che stiano marciando in riga.
    Gli italiani camminano quasi sempre guardandosi intorno, come se stessero sempre pronti a fermarsi e bighellonare. I loro modi non sono quasi mai ‘marziali’. Le donne italiane, e latine in genere, si muovono spesso ancheggiando, quasi mai in linea retta, e cambiano spesso il passo. Anche loro si fermano spesso per strada, e fanno spesso mostra di goielli e vestiti. Le nordiche vestono in modo molto piu’ sobrio e stringato, tranne che ai parties. Devo dire pero’ che nel Nord della Germania e in Danimarca li avrei presi per inglesi se non avessi saputo

    ciao, Peter

  30. Pasquino
    Pasquino says:

    EL MARINER E LA BARCA

    Adagiata, agiata ondeggia,
    stanca, quasi selvaggia ormeggia,
    si trastulla la barca nodata sulla riva,
    entro la laguna,
    prospicente il mare, si fa viva,
    scende la vela e si fa mantello,
    la cullan semprine del mare,
    la copron le stelle del cielo,
    nell’oscurità ondeggia, beccheggia,
    lui scende e lei si cheta e boccheggia.

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Interessanti le osservazioni di Peter sul modo di muoversi delle persone.
    Quando sono a Milano, vengono al ristorante gente di tutte le nzionalità. Di solito, i più ineducati sono gli inglesi, specie quando bevono, ma anche i tedeschi a volte non scherzano, dipende dal ceto sociale. Ne abbiamo avuti di Nurnberg una volta, parlavano un tedesco molto stretto, tipo herus per heraus. C’è una coppia di Monaco che viene spesso a far spesa a Milano, dei gran signori. I turchi si distinguono per la loro compostezza a tavola.
    A capodanno quest’anno, abbiamo avuto al cenone un’intera famiglia finlandese, padre, madre e tre figli. Fiutata l’aria, si sono divertiti al pari di tutti gli altri, indistinguibili dagli italiani se non fosse per i lineamenti nordici.
    Noto invece nel modo di camminare delle donne americane, una certa mascolinità. Camminano con le gambe rigide e aperte. A parte che sono vestite come da noi neanche le albanesi. Indistinguibili dagli italiani, i romeni e molta gente dell’est europeo: si riconoscono solo se li senti parlare.

  32. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Dove le hai viste le donne Americane?

    Le donne Americane sono europee, africane, asiatiche, sud americane, etc…

    Non capisco il “come sono vestite”.

    Anita

  33. sylvi
    sylvi says:

    ….Indistinguibili dagli italiani, i romeni e molta gente dell’est europeo:…Marco

    Cara Anita,

    è inutile prendersela con Marco quando è in fase di tarocchi e di enunciazioni profetiche!!!
    La “molta gente dell’est europeo” m.1.90 di altezza, le donne 1.80
    “al garrese”, bionde, occhi azzurri, zigomi alti….proprio proprio come una italiana mediterranea….indistinguibili!!!

    ciao Sylvi

  34. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cultura e intelligenza non sono sinonimi.
    di marco tempesta…..

    Chissà perchè a botta calda potrei anche io condividere “questa affermazione “…in certe situazioni..
    Poi mi ritraggo disgustato a mente fredda,il pensiero infatti ,mi corre ai “presupposti” ,da cui tali battute secche nascono!
    Dice bene la Sylvi, quando afferma che bisogna uscire “da certe trappole”…
    Già ,già i presupposti di Linosse…a i quali l’acculturato o intelligente di bisceglie, (a questo punto il dilemma è Amletico), fa finta di non intendere…!!

    cc

    Problema mal posto,ai tempi miei si sarebbe detto Cultura o nozionismo, furbizia o intelligenza….già sinonimi e contrari…
    che grande pasticcio…!!
    Io preferisco sempre dire che la furbizia che paga sul corto respiro, non regge il peso della realtà, che spiana inesorabilmente tutte le furbizie…..già solo nel medio periodo, quanti polli “furbi senza più una piuma ,cominciano a capire che sta per arrivare il garnde freddo? Già , gia attenti ai furboni intelligenti !!
    un parere come un’altro

  35. Linosse
    Linosse says:

    W l’ignoranza che da vita e ti riempe la panza
    Abbasso i professorini intellettuali perditempo evviva la scuola fai da te e caffè
    Sulla economia tessiamo un velo fatto a mano
    Una chicca:
    “Essere istruiti non vuol dire automaticamente essere in grado di utilizzare l’istruzione ricevuta. Vogliamo parlare di quanti laureati idioti ognuno di noi ha incontrato sulla sua strada? E di quanti ignoranti saggi?”
    La scuola cerca (ripeto cerca )di istruire gli studenti con il fine di utilizzare quanto appreso, magari riuscisse a rendere intelligenti o a ridurre la stupidità .Non è una macchina riempi barattoli.
    Lo sai che prima delle assunzioni per incarichi di responsabilità si fanno colloqui e test valutativi propio per questo ?

    W La tecnologia e chi la fa andare avanti leggendo Paperino o Biancaneve e i sette nani(erano minatori per cui avevano scavato molto per ottenerla)!
    W il giustizialismo ma senza applicare leggi o addirittura osservarle
    W gli evasori piccoli, medi,i grandi si facciano piccoli
    A sinistra ,come diceva Bartali è tutto sbagliato e da rifare ma non so come ;lo dice pure facc’e buche.
    I sindacati nostrani ,gli altri no difendono gli interessi dei lavoratori e fanno bene(ma sono un’altra storia),hanno messo in ginocchio la economia e si divertono a vedere i lavoratori a spasso 500.000 la volta
    Segue ,segue non ti preoccupare
    PS Striscia rossa non commenta ma riporta guarda caso la striscia rossa dell’Unità per cui ….
    L.

  36. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    come sai, da anni non riesco più a leggere molto di letteratura…non che mi annoia,anzi mi costringe a riflettere,più della saggistica.
    Questo è un terribile guaio, perchè toglie uno dei pochi piaceri che “molti miserabili” come me , per vie traverse erano riuciti a conquistarsi, piacere un tempo solo per aristocratici e borghesi..!

    il formaggio con le pere…!!

    Per cui una battuta” letteraria” come la tua …

    Ho capito che la Jugoslavia andava verso la guerra quando i croati chiamavano smaccatamente i pomodori rajiciza, anzi chè
    paradais che è serbo.

    è degna di un intero romanzo!
    Complimenti!

    cc
    ps- non ti montare la testa, perchè poi ovviamente un miserabile come me, ricomincerebbe immediatamente a scavare come una talpa , per capire cosa veramente si nasconde dietro l’estetica..
    Per dirla romanticamente ,ognuno è accompagnato dal proprio destino!
    Però la” tua”, in questo caso è stata “vera estetica”, mentre è meglio stendere un velo pietoso , su altre cose…che tu conosci perfettamente a quanto vedo!

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La “molta gente dell’est europeo” m.1.90 di altezza, le donne 1.80
    “al garrese”, bionde, occhi azzurri, zigomi alti….proprio proprio come una italiana mediterranea….indistinguibili!!!
    —–
    Vale per certe donne serbe o montenegrine, forse. Idem gli uomini.
    Le romene, le moldave, le russe, le albanesi che circolano non solo a Bisceglie, ma anche a Milano e si ritrovano, a Milano, tutte a Cascina Gobba a mandare pacchi a casa, tutto sono tranne che la tipologia descritta da Sylvi. Probabilmente Sylvi intende le ballerine o le escort, ma le altre donne, chiamiamole ‘comuni’, sono indistinguibili dalle nostre, che non sono tutte tappe come lei, tra l’altro. La mia amica del mercoledì, tanto per citarne una che ho su facebook, è alta 1.80, occhi azzurri ed è di Molfetta, non di Belgrado.

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Lo sai che prima delle assunzioni per incarichi di responsabilità si fanno colloqui e test valutativi propio per questo ?(Linosse)
    ——
    Questa è degna di nota. Ho una carissima amica che ha un incarico dirigenziale proprio in un’azienda che fa colloqui e test per incarichi di responsabilità. Vorrei farti parlare con lei: te ne andresti carico di meraviglie.

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sempre e solo risposte vaghe e generiche, eh, cari interlocutori? Enunciazioni di principio, affermazioni che non sono affermazioni ma esclamazioni. A Napoli si dice ‘Ghì pe’ vvicarielle: andare per vicoletti’.
    Andate un po’ su facebook, dove è nata una pagina di sostenitori di Vendola, intitolata “Il nostro PD”. Così ci facciamo due risate. Una campagna per sottrarre voti al PD canonico. Gli intervenuti su quella pagina non sono tre, come su questo blog. Un’azione decisamente più devastante della mia. Disinformatori al soldo del nemico, insieme a quelli della stella rossa e falce e martello…tutti gruppi pagati da Berlusconi, eh? Provate a dirlo a loro, se ne avete il coraggio.

  40. Linosse
    Linosse says:

    X M.T.792

    Non capisco quale meraviglia potrebbe darmi la tua amica,su cosa ed in quali vicoletti?
    L.

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Problema mal posto,ai tempi miei si sarebbe detto Cultura o nozionismo, furbizia o intelligenza….già sinonimi e contrari…
    —–
    Problema mal capito, non mal posto. Lo semplifico.
    Esistono persone colte e cretine e persone ignoranti e intelligenti.
    Esistono anche persone colte e intelligenti, appartenenti a una categoria che non esclude però l’esistenza delle altre due.
    E’ più comprensibile così?

  42. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Naturalmente esistono anche persone ignoranti e cretine, altrimenti come si spiegherebbe il voto a certa gente?

  43. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse
    La meraviglia è sulla qualità dei dirigenti, persone in teoria colte e intelligenti.
    D’altronde se le cose vanno male, si sa che il pesce comincia a puzzare dalla testa.
    Andare per vicoletti, a Napoli significa sviare il discorso.

  44. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Obama:
    “La guerra in Iraq è finita ma non è stata una vittoria”.

    Ma il Giorgetto W(isky) Bush non starnazzava “missione compiuta”?
    Valli a capire gli ammmeregani…
    màh..
    C.G.

  45. Linosse
    Linosse says:

    X M.T.
    In questi casi più che meraviglia non capisco la utilità dell’incarico dirigenziale della tua amica,già già tiene famiglia.
    Continua a farti raccontare e così saprai ,senza meravigliarti più,perchè alcune aziende si sono ridotte come sono adesso
    L.

  46. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    Chiedi a Milano chi è Dino Abbascià, oggi.

    Ti allego solo la prima parte della sua biografia: lavoro minorile, istruzione zero. Come lui, posso farti i nomi dei più grossi confezionisti biscegliesi.

    Dino Abbascià
    Un pugliese a Milano
    Dino Abbascià arrivò a Milano il 10 luglio 1955 con i pantaloni corti e iniziò a fare il garzone in un negozio di frutta e verdura in via Pacini 54.
    Il padrone lo chiudeva in una stanza a letti a castello con altri cinque ragazzi; non per cattiveria, solo perché erano minorenni.
    Appena aveva tempo andava a vendere gelati al cinema di fronte.
    Il Leone di Bisceglie
    Pugliese, nato nella cittadina famosa per i Dolmen e per la rigogliosa agricoltura, si distinse per la determinazione e l’applicazione al lavoro; era bravo e i padroni se lo vendevano uno all’altro. Così fece il giro dei migliori negozi di ortofrutta della città.
    Nel ’57, quand’era commesso in viale Tunisia, le signore lo adoravano per l’affabilità.
    A 16 anni, in via Canonica, era direttore con due dipendenti, l’anno dopo si ritrovò al Bottegone di corso Garibaldi, un mercato comunale.
    L’esperienza più curiosa la provò in viale Coni Zugna quando frequentava lo stesso bar dove il sicario Raoul Ghiani incontrava Fenaroli che gli commissionava l’uxoricidio.
    Il suo negozio
    Finalmente, nel 1960, con i fratelli Donato, Pietro e Nicola acquistò il negozio di via Pacini 17, all’angolo con via Ampère. E partì per il servizio di leva.
    Poco tempo dopo a 27 anni acquistò il suo negozio, il Frutteto in corso di porta Nuova, quello che ancor oggi annuncia nell’insegna “Le primizie di Dino”.

  47. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    in generale si riconoscono le differenze etniche, in particolare se non mischiano le razze e nazionalita’.

    Una donna di un 1.80 e’ altina, non comune direi.
    Piu’ alta di Michelle Obama?

    In genere gli Italiani non sono molto alti.
    Io sono la nanetta della mia famiglia, ero 1.55, quando sono andata in Sicilia ero di statura media e sopra.

    Le nuove generazioni sono piu’ alte.

    Non tanto negli US, la nostra statura sta diminuendo dato il forte influsso dal Sud America, i Latinos sono bassi, anzi sono piccoli.

    Marco scrive del nostro vestiario, noi siamo molto casuali, la maggioranza vive in suburbia.
    Per esempio io sto uscendo per faccende cosi’ come sono in casa, pantaloncini bianchi, camicetta color lampone, sandali bianchi, ben pettinata, con un po’ di rossetto.
    Se fossi in citta’ cambierei solo i pantaloncini, con quelli lunghi.

    Ciao, un affettuoso abbraccio.
    Anita

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