E’ morto Cossiga. Schiacciato anche dal peso di avere accettato la decisione dell’inviato Usa, Steve Pieczenik, uomo del segretario di Stato Kissinger, di spingere le Brigate Rosse a uccidere Aldo Moro. Che proprio da Kissinger era stato minacciato di “eliminazione” se avesse portato i comunisti a far parte del governo

Volevo scrivere un pezzo dedicato solo al succo del discorso che emerge dall’assalto delle truppe berluscone al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e alla sua famiglia. Ma la scomparsa di Francesco Cossiga mi porta a dedicare qualche riga anche a lui.
Sì, certo, Cossiga è stato – come Giulio Andreotti – l’asse portante del lato più oscuro del potere politico in Italia. Per essere chiari: il lato responsabile anche delle stragi come quella del 12 dicembre 1969 a piazza Fontana a Milano. Cossiga ne era talmente cosciente che, oltre ad avere accennato più volte alle proprie responsabilità, ha nominato Andreotti senatore a vita spiegando pubblicamente che questi avrebbe dovuto essergliene grato perché una tale nomina lo metteva per sempre al riparo della legge e dei magistrati. Cossiga ha cioè ammesso di avere procurato ad Andreotti, perché ne aveva evidentemente bisogno, ciò che il Chiavaliere Mascarato Pipino il Breve sta tentando di ottenere con testardaggine da anni, anche a costo di sfasciare man mano il parlamento, le istituzioni e le fondamenta del Paese intero.
In particolare, Cossiga è corresponsabile della morte di Aldo Moro. Corresponsabile, si badi bene, e non responsabile: perché la responsabilità è delle Brigate Rosse che lo hanno prima rapito e poi materialmente ucciso. Corresponsabile della sua uccisione, forse anche del rapimento se è vero che fu lui a negare l’auto corazzata chiesta per Moro dal capo della sua scorta, il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi.

Detto questo, bisogna per onestà aggiungere che probabilmente Cossiga ha scelto il male minore. Mi spiego. I patti di Yalta rendevano di fatto impossibile, a meno di un bagno di sangue, che in Italia governasse il partito comunista. Anzi, gli Usa avrebbero certissimamante scatenato un golpe, con annessa tragedia di grandi dimensioni, anche se il partito comunista avesse solo fatto parte di un governo democratico, cioè composto anche da altri partiti. Di più: gli Usa non avrebbero mai tollerato che l’Italia uscisse dalla Nato, per impedirlo erano disposti a tutto. E di tutto hanno fatto… In tali condizioni, Cossiga, con Andreotti&C, hanno fatto in modo che un numero limitato di vittime, quelle delle stragi, quelle degli uccisi   da polizia e carabinieri nelle manifestazioni e quelli del terrorismo, nato per reazione alla strage di piazza Fontana e al pericolo reale di golpe, scongiurasse una guerra civile devastante come quella della Grecia, dove i comunisti invece si illusero di potersene fregare di Yalta, o un colpo di Stato militare come appunto quello greco prima e quello cileno dopo.
Sì, certo: Andreotti ha fatto la stessa cosa servendosi della mafia. O meglio: anche della mafia siciliana. Lui ha acettato la situazione esistente in Sicilia, messa a sua disposiazione quando Salvo Lima e i suoi passarono dalla corrente democristiana di Amintore Fanfani a quella di Andreotti, permettendogli così di passare da leader laziale, al guinzaglio del Vaticano, a leader nazionale di lungo corso. Ma fare la guerra alla mafia, anziché usarne i voti per stare in parlamento e al governo, significa dover mettere in piedi un meccanismo repressivo militare di tipo quasi afgano. Con il risultato di perderla…

Insomma, non mi metto ad applaudire Cossiga, così come non applaudirò Andreotti quando sarà il suo turno, se eventualmente prima del mio, ma non desidero unirmi al coro di chi gode per la sua morte e si augura, come ho letto in altri blog, che “patisca le pene dell’inferno”. Desidero solo che si rifletta di più su cosa è in realtà la politica, compresaquella democratica. Ogni potere ha la sua bella dose di merda e sangue. Oltre che di lacrime. Altrui, ovviamente.
Di Cossiga comunque apprezzo l’avere detto chiaro e tondo – certo, in ritardo. Ma da capo dello Stato non poteva certo dirlo – che l’aereo dell’Itavia finito nel mare di Ustica è stato abbattuto per errore dai francesi, ponendo la parola fine – se fossimo un Paese serio – alla lunga serie di leggende e “misteri” assurte a Verità. Idem per la strage alla stazione di Bologna, dovuta a un errore di chi trasportava esplosivo per conto dei palestinesi e non alla volontà dei neofascisti come Giusva Fioravanti e Francesca Mambro che sono stati condannati come colpevoli. Idem per avere messo in chiaro che  avere fatto “pentire” Patrizio Peci – dando così inizio alla frana e alla fine delle Brigate Rosse prima e dell’intero terrorsimo italiano dopo – era merito non del famoso generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, bensì dello sconosciuto maresciallo delle guardie carcerarie Angelo Incandela, come ho scritto nel mio libro “Agli ordini del generale Dalla Chiesa”.

Riguardo Moro, le colpe di Cossiga sono gravi. Riporto qui di seguito quanto ho scritto tempo fa:

«Lo stesso attentato a Moro, no? La prigione di Moro».
«Sì?»
«Erano arrivati alla casa vicina a dove stava lui. Hanno avuto l’ordine di fermarsi. Lo so perché un mio alunno faceva parte di queste cose qui. Me lo ha detto lui: “Noi abbiamo avuto l’ordine di fermarci e tornare indietro”. Erano arrivati a pochi… A venti metri erano arrivati. Quindi lo sapevano benissimo. Cioè, lo sapevano. Setacciando casa per casa, alla fine lo dovevano trovare».
«Via Montalcini?»
«Adesso non so perché io non sono addentro alle segrete cose. Però questo me lo ha detto un mio alunno che stava lì, insomma, ecco, faceva parte di quelli lì. Hanno dovuto rimettere, capito? Ma non parliamo male che non è questa né la sede né il luogo né il caso».
Questa è una parte del mio dialogo al cardiopalma con un gesuita confessore della Chiesa del Gesù in uno dei primi giorni dell’agosto 1993. Stavo scrivendo il libro Tangenti in confessionale, spacciandomi nei confessionali delle chiese più rappresentative d’Italia, dal duomo di Torino alla basilica di S. Pietro in Vaticano fino a S. Gennaro a Napoli, per un politico che accettava le mazzette dagli industriali e a volte, al contrario, per un industrale che le pagava ai politici. Volevo capire e documentare il comportamento e l’influenza della Chiesa nei confronti di un fenomeno come quello della corruzione e delle tangenti, troppo diffuso per essere ignoto ai suoi confessori e quindi alla gerarchia. Che infatti si dimostrò a conoscenza del fenomeno in modo capillare, senza però considerarlo quasi mai una cosa immorale, insomma un peccato. Mi «confessavo» con un mini registratore avvolto in un giornale tenuto in mano perché stesse il più vicino possibile alla bocca dei religiosi. La tarda mattinata di un giorno tra il 2 e il 4 agosto sono andato nella chiesa del Gesù, in piazza del Gesù. Una scelta dovuta al fatto che in quella piazza c’era la sede della direzione nazionale della Democrazia Cristiana e al fatto che in qualla chiesa Andreotti andava a messa quasi ogni mattina, dove presumevo si confessasse anche.
Entrato in chiesa, mi sono diretto verso il primo confessionale a destra, dove c’era un religioso già al lavoro. Non avrei immaginato neppure da lontano che il discorso sarebbe piombato nel caso Moro, e in modo così tranchant: «Lo stesso attentato a Moro, no? La prigione di Moro»… Io parlavo di tangenti e corruzione politica, il confessore di punto in bianco per dirmi che si trattava di un fenomento arcinoto ma tollerato mi raccontava della mancata liberazione di Moro!
Dato il caldo e il mio essere stato arrestato quattro anni prima proprio per l’affaire Moro, il cuore m’è schizzato in gola e ho cominciato a sudare come un cavallo. La storia che mi ha raccontato quel gesuita è la seguente: «Un mio ex alunno si era arruolato nella polizia ed era entrato nel corpo delle “teste di cuoio”. Un giorno è venuto a chiedermi l’autorizzazione morale per infiltrasi nelle Brigate Rosse, voleva cioè sapere da me se l’infiltrarsi era morale o immorale. Gli dissi che era morale. Passato del tempo, quel mio ex alunno è tornato da me schifato. Mi ha raccontato che mentre stavano andando a liberare Moro ed erano arrivati a una ventina di metri dalla sua prigione, all’improvviso ricevettero l’ordine di tornare indietro. Il mio ex alunno rimase talmente schifato che si è dimesso dalla polizia. Ora lavora nella falegnameria del padre». Chiaro quindi che si trattava della prigione di via Montalcini, altrimenti non si spiegherebbero lo schifo e lo scappar via dalla polizia.
Ero sconvolto. Ma uno o due giorni dopo sarei rimasto ancora più sconvolto. Sono andato infatti a confessarmi anche nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, nella omonima piazza, scelta perché in quella piazza aveva il suo storico ufficio privato l’ancor più storico Andreotti. Mi si è presentato un giovane parroco con i capelli a spazzola e l’accento pugliese. Anziché nel confessionale, mi ha sorpreso facendomi accomodare in sagrestia, seduti uno di fronte all’altro su banali sedie e separati da nulla. Ero teso perché temevo si capisse che il giornale che stringevo nervosamente in mano nascondeva quello che nascondeva. Ma a un certo punto ho rischiato di cadere dalla sedia: quel parroco mi stava dicendo che era stato il confessore di Cossiga durante tutto il sequestro Moro!
«Quando, durante l’affare Moro, Cossiga era ministro degli Interni e lo confessavo io, in quel frangente dicevo: “Professore, io la posso solo assolvere dei suoi peccati. Ma la situazione sua se la deve andare a sbrigare da qualche altro”. Allora c’era Ferretto, c’era Dossetti [ndr: ex compagni di studi di Cossiga diventati frati]. Dicevo: “Vada a sentire loro. Perché, anche, loro sono quelli che, avendo fatto carriera con lei, con Moro e col partito, a un certo punto hanno fatto un’altra scelta, possono aiutarla adesso”. A questo tipo di sollecitazione lui diceva: “Lascio perdere tutto”.»
Tradotto in linguaggio comune, il suo ex confessore mi stava dicendo che Cossiga aveva deliberatamente abbandonato Moro al suo destino. E chissà se gli aveva raccontato anche di avere rifiutato l’auto corazzata chiesta pochi giorni prima dell’agguato in via Fani dal maresciallo Leonardi, il capo scorta sempre più preoccupato per la sicurezza di Moro. In ogni caso, lo straordinario racconto del parroco di S. Lorenzo in Lucina confermava in pieno non solo quanto più volte più o meno chiaramente ammesso dallo stesso Cossiga, ma anche quanto raccontato nell’intervista a «L’Unità» dall'”amerikano” Pieczenik.

Pieczenik, chi era costui? Steve Pieczenik – assistente del Segretario di Stato Henry Kissinger e capo dell’Ufficio per la gestione dei problemi del terrorismo internazionale del Dipartimento di Stato Usa, ufficio istituito dallo stesso Kissinger – era l’uomo inviato dagli Usa per dirigere la stategia del governo italiano per il sequestro di Moro. Come ha confermato il ministro dell’Interno dell’epoca, cioè Cossiga, Pieczenik venne invitato subito dopo il rapimento di Moro a fare parte di un comitato di esperti capeggiato dal ministro per fare fronte all’emergenza. (Ne faceva parte anche il criminologo Franco Ferracuti, della P2). La strategia impostata dall’esperto «amerikano» ricalcava fedelmente quanto previsto dal Field Manual redatto nel 1970 dalla Cia per definire il comportamento Usa verso i propri alleati in caso di loro gravi crisi. Si tratta di una strategia che definisce il terrorismo «fattore interno stabilizzante», secondo il principio «destabilizzare al fine di stabilizzare», e che non si fa scrupolo di prevedere la strumentalizzazione di eventuali gruppi eversivi dei Paesi alleati se essa può risultare positiva per gli interessi americani. Leggiamo ora cosa ha detto Pieczenik in una intervista del 16 marzo 2001 all’«Italy Daily» riguardo il suo compito durante il sequestro Moro:

«Stabilizzare l’Italia, in modo che la Democrazia Cristiana non cedesse… e assicurare che il sequestro non avrebbe condotto alla presa del governo da parte dei comunisti… Il mantenimento delle posizioni della DC: quello era il cuore della mia missione. Nonostante tutte le crisi di governo, l’Italia era stato un Paese molto stabile, saldamente in mano alla DC. Ma in quei giorni il Partito comunista di Berlinguer era molto vicino a ottenere la maggioranza, e questo non volevamo che accadesse… Io ritengo di avere portato a compimento tale incarico. Una spiacevole conseguenza di ciò fu che Moro dovette morire… Nelle sue lettere Moro mostrò segni di cedimento. A quel punto venne presa la decisione di non trattare. Politicamente non c’era altra scelta. Questo però significava che sarebbe stato giustiziato… Il fatto è che lui, Moro, non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia».

Più chiari e cinici di così! In seguito però Pieczenik in un suo libro del 2007, edito in Francia, ha aggiunto altro:

«Lessi le molte lettere di Moro e i comunicati dei terroristi. Vidi che Moro era angosciato e stava facendo rivelazioni che potevano essere lesive per l’Alleanza Atlantica. Decisi allora che doveva prevalere la Ragione di Stato anche a scapito della sua vita. Mi resi conto così che bisognava cambiare le carte in tavola e tendere una trappola alle Br. Finsi di trattare. Decidemmo quindi, d’accordo con Cossiga, che era il momento di mettere in pratica una operazione psicologica e facemmo uscire così il falso comunicato della morte di Aldo Moro con la possibilità di ritrovamento del suo corpo nel lago della Duchessa. Fu per loro un colpo mortale perché non capirono più nulla e furono spinti così all’autodistruzione. Uccidendo Moro persero la battaglia. Se lo avessero liberato avrebbero vinto. Cossiga ha approvato la quasi totalità delle mie scelte e delle mie proposte e faceva il tramite con Andreotti […]. «Sono stato io a decidere che il prezzo da pagare era la vita di Moro….. Cossiga era sempre informato sulla mia strategia e non poteva fare altro che accettare. Le Br invece potevano fermarmi in un attimo ma non hanno saputo farlo o voluto».

Pieczenik ha dunque detto chiaro e tondo che il falso comunicato n. 7  è il frutto di una ben precisa decisione strategica sua e di Cossiga. Per spingere le Brigate Rosse a uccidere Moro e porre così le basi della loro distruzione. Come in effetti è avvenuto. Da notare che tutto ciò conferma in pieno le minacce di eliminazione di Moro profferite dal segretario di Stato degli Usa, Henry Kissinger, nel corso del loro incontro negli Usa, quando Moro espose la sua intenzione di fare entrare i comunisti nel governo. Minacce che impressionarono non poco Moro, che ne parlò preoccupato sia ai propri familiari che a uomini politici suoi amici come il democristiano Giovanni Galloni. Che in seguito rese pubblico quanto raccontatogli da Moro riguardo le minacce fattegli da Kissinger

Chiedo scusa, ma mi rendo conto che parlare del Chiavaliere e delle sue porcate, nonché delle porcate dei suoi molti lacché, è fuori luogo.

Post Scriptum

1) – Una volta pubblicato il libro Tangenti in confessionale, inviai una lettera a Cossiga con la fotocopia della pagina che riportava quanto dettomi dal suo ex confessore nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina. Nella missiva facevo notare la pesantezza delle affermazioni del sacerdote e chiedevo a Cossiga se poteva fornirmi una spiegazione di quelle affermazioni, spiegazione che avrei tenuto per me o reso pubblica se e quando lui avesse eventualmente desiderato. Beh, Cossiga mi rispose. Non negò nulla. Si limitò a scrivermi che “Si tratta di cose troppo importanti per lasciarle dire a un prete”. Purtroppo però lui non disse nulla in più.

2) – Qualche tempo dopo la pubblicazione del libro, il pubblico ministero Franco Jonta mi interrogò per sapere chi fosse il sacerdote del confessionale della chiesa del Gesù che mi aveva parlato della manca liberazione di Moro. Nonostante il tono perentorio del magistrato, con velata minaccia di guai giudiziari, ho opposto il segreto professionale, specificando però che ero disponibile a rispondere, ma solo dopo che l’Ordine dei giornalisti mi avesse sciolto, su mia richiesta, dall’obbligo del segreto. Tornato a Milano, ho chiesto per iscritto di esserne sollevato data l’importanza dell’argomento e della mia testimonianza. Ottenuto il permesso, sono stato riconvocato a Roma da Jonta, e questa volta gli ho portato una copia del nastro con il dialogo nel confessionale.
Man mano che ascoltava il nastro il magistrato si incupiva sempre di più. E ogni tanto continuava a ripetermi: «Ma non le sembra strano?» Ho cominciato a sentirmi a disagio, e a un certo punto ho temuto che magari venissi accusato di avere falsificato il nastro. All’ennesimo «Ma non le sembra strano?» mi sono stufato e ho ribattuto: «A me sembra strano, anzi stranissimo, però la sua è una domanda che dovrebbe rivolgere non a me, ma al confessore».
Silenzio di gelo. Finito il nastro Jonta guardandomi in modo che mi è parso ostile mi ha chiesto: «E chi sarebbe questo confessore?»
«Credo lei volesse dire “chi è” e non “chi sarebbe”. Comunque la risposta è semplice: quello che riceve nel primo confessionale a destra entrando in chiesa», ho risposto specificandone anche il nome: «C’è affissa una targhetta in ottone con il nome del confessore e gli orari durante i quali è presente».
«E che lo interrogo a fare? È chiaro che mi opporrà il segreto del confessionale».
“Beh, ma scusi, dottor Jonta, per arrivare a questa conclusione non c’era bisogno di farmi sciogliere dall’obbligo del segreto e farmi tornare a Roma. Ma se non intende interrogarlo, qual è il motivo per cui ne vuole sapere il nome? Qualcuno vuole chiedergli di tacere?”.
“Ma come si permette!”.
“Premesso che a norma di Costituzione sono libero di pensare quel che mi aggrada, le ho solo posto delle domande. Alle quali noto che lei non risponde. Ma poi, guardi che quel confessore non può assolutamente accampare il segreto perché ha detto chiaro e tondo, come lei ha sentito ascoltando il nastro, che il suo ex alunno in realtà non è andato a confessarsi, a parlare cioè dei propri peccati, ma solo a chiedergli un consiglio. Lei perciò può e anzi deve interrogarlo. E se non risponde lo può anche arrestare o comunque mandare sotto processo. Proprio come ha minacciato di fare con me. O devo pensare che secondo lei io ho meno diritti del prete?”.
“Nicotri, guardi che qui cosa fare lo decido io. Lei non può certo starmi a dire cosa devo o non devo fare”.
“Ho detto cosa può, non cosa deve fare. Con la sua coscienza se le vede lei. Comunque guardi che questa è l’unica occasione di chiarire finalmente la bruttissima faccenda della mancata liberazione. E in ogni caso, confessore o non confessore, è sicuro che di ex teste di cuoio figli di falegnami infiltrate nelle Brigate Rosse e scappate dalla polizia dopo la faccenda Moro per andare a fare il falegname dal papà non ce ne sono tante.  Se questo ex poliziotto lo cercate, lo trovate di sicuro. Se lo volete trovare, naturalmente”.
“Ah, ma allora lei non vuole capire! Qui comando io, e lei non deve assolutamente dirmi cosa cavolo devo fare!”.
Conclusione? La prima è che sono uscito dal palazzo di Giustizia vergognandomi. Vergognandomi delle mia disponibilità con il magistrato. Vergognandomi d’essermi fatto sciogliere dall’obbligo del segreto. Mi sentivo molto a disagio, in imbarazzo con me stesso. La seconda è che è chiaro come il sole che NON si è voluto e non si vuole chiarire il “mistero” della prigione di Moro. Esattamente come a suo tempo non si voleva che la si trovasse. I “consigli” di Pieczenik parlano chiaro. I pesi sulla coscienza e le ammissioni di Cossiga anche. Il cadavere di Moro pure.

3) – Per concludere, aggiungo l’articolo di Repubblica, a firma di Daniele Mastrogiacomo, pubblicato il 7 novembre 1993 quando pareva che Jonta volesse interrogarmi per appurare la verità anziché far finta di niente:

MORO, UN AGENTE E LE BR

ROMA – Per la prima volta, dopo 15 anni, si potrà capire se le Br erano infiltrate. C’ è un testimone d’ eccezione, finora rimasto nell’ ombra, che potrebbe confermare questa circostanza. Il suo nome, per il momento, è segreto. Avrebbe raccontato il particolare ad un sacerdote. Un religioso della chiesa di piazza del Gesù a Roma, abituale confessore di politici, amministratori e imprenditori. Nei prossimi giorni, il Pm Franco Ionta, titolare della quinta inchiesta sul caso Moro, dovrebbe convocarlo: gli chiederà di rivelare il nome dell’ agente che negli anni passati gli confidò cosa avvenne durante i drammatici 55 giorni del rapimento, mentre si cercava affannosamente il covo dove il leader dc era prigioniero. Il nuovo impulso alle indagini è stato offerto da Giuseppe Nicotri, inviato del settimanale L’ Espresso e autore del libro “Tangenti in confessionale”. Si tratta di una serie di testimonianze raccolte nel segreto della confessione dal giornalista che, di volta in volta, si è spacciato per un politico corrotto, un industriale concusso o di un amministratore pubblico. Nel capitolo: “E’ come il caso Moro”, il dialogo tra Nicotri nelle spoglie di un politico e il suo confessore tocca il sequestro del leader dc. Uomo politico, parlando dei magistrati: “Per anni sapevano, probabilmente”. Sacerdote: “Ma sì, ma non potevano darsi la zappa sui piedi. Che era proibito. Lo stesso attentato a Moro, no? La prigione di Moro”. Uomo politico: “Sì?”. Sacerdote: “Erano arrivati alla casa vicina a dove stava lui. Hanno avuto l’ ordine di fermarsi. Lo so perché un mio alunno faceva parte di queste cose qui. Me l’ ha detto lui. Era un agente: ‘ Noi abbiamo avuto l’ ordine di fermarci e tornare indietro’ . Erano arrivati a pochi… a 20 metri erano arrivati. Quindi lo sapevano benissimo. Cioè, lo sapevano. Setacciando casa per casa, alla fine lo dovevano trovare”. Uomo politico: “Via Montalcini?”. Sacerdote: “Adesso non so perché io non sono addentro alle segrete cose. Però questo me l’ ha detto un mio alunno che stava lì. Insomma, ecco faceva parte di quelli lì. Hanno dovuto rimettere, capito? Ma non parliamo male che non è questa né la sede né il luogo né il caso”. Chi è l’ agente di cui parla il confessore? Il giudice Ionta ieri ha interrogato Giuseppe Nicotri e gli ha chiesto il nome del sacerdote. Sciolto dal vincolo del segreto professionale dall’ Ordine dei giornalisti della Lombardia, Nicotri ha aderito alla richiesta. L’ intenzione del magistrato adesso è di convocare il gesuita e di farsi confermare la rivelazione riportata nel libro di Nicotri e, ovviamente, il nome dell’ agente. Il giornalista ha detto al giudice che il suo interlocutore avrebbe appreso i particolari sulla prigione di Moro non nel segreto della confessione ma durante uno sfogo dell’ agente che gli chiedeva dei consigli. E ancora: che il poliziotto faceva parte di un gruppo di 40 uomini disposti a tutto e che era infiltrato nelle Br. – di DANIELE MASTROGIACOMO

449 commenti
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  1. Controcorrente
    Controcorrente says:

    x 247
    x marco
    ma di che cacchio parli ?
    Mischi il passato con il presente, parli di Cina,come se tu anni fa avessi scritto un libro di economia globalizzata, con un decennio di anticipo.
    Tira fuori la documentazione di queste tue intuizioni ante litteram o per cortesia segui il consiglio della Sylvi , non scassarci le orecchie con queste tue elucubrazioni in cui fai il profeta a posteriori.
    Vai su facebook e racconta li le tue storie !
    mi sei sempre stato simpatico, ma c’è un limite ,quando si parla di cose serie!

    cc

  2. Paleonico
    Paleonico says:

    … eccone n’altra…

    mirando ai quattro soldi in più in busta paga invece che ad aumentare una capacità di riconversione e di flessibilità in vista dei prevedibili cambiamenti nel mondo del lavoro?

    ma cosa parli affare del mondo del lavoro… se non hai mai lavorato..?¿? e vivi… (sopravvivi..) grazie acchi lavora veramente… cosa t’ha detto l’oroscopo oggi… brutta giornata, meglio non fare un cazzo??
    P.

  3. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Beh, per questa sera ,basta , ho già cazzeggiato abbastanza!
    Notte a tutti

    cc

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dicono a Napoli: meglio una cosa vista che cento sentite.
    Per quel che riguarda lo stalinismo, parlo di vita vissuta, di fatti certi, avvenuti sistematicamente dalle mie parti.
    Pe rquel che riguarda l’operaismo, ditemi qual è stata l’eventuale visione strategica, visti i risultati incontrovertibili. Il lavoro c’è ma non si vede, C’è potenzialmente ma nessun sindacato nè nessun partito finora si è mai posto il problema di farlo venir fuori. Io ne ho parlato diverse volte indicando proprio le tipologie di lavoro e anche dove prendere i soldi, ma sembra che parlo al vento, visto che ricadete sempre negli stessi errori.
    – Dove sono finite le sinistre del 34% + le vrie pecentuali dei partiti affini?
    – In che condizioni sono oggi i lavoratori in Italia?
    – Qual è stata la strategia di difesa del mondo del lavoro d parte dei partiti deputati?
    Queste sono le domande a cui dovete dare una risposta, altro che stalinista e ciabatta.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dicono a Napoli: meglio una cosa vista che cento sentite.
    Per quel che riguarda lo stalinismo, parlo di vita vissuta, di fatti certi, avvenuti sistematicamente dalle mie parti.
    Per quel che riguarda l’operaismo, ditemi qual è stata l’eventuale visione strategica, visti i risultati incontrovertibili.

    – Dove sono finite le sinistre del 34% + le varie percentuali dei partiti affini?
    – In che condizioni sono oggi i lavoratori in Italia?
    – Qual è stata la strategia di difesa del mondo del lavoro da parte dei partiti deputati?
    Queste sono le domande a cui dovete dare una risposta, altro che stalinista e ciabatta.

  6. alex
    alex says:

    @ Emmettì (250)
    “…Ai tempi di Lauro a Napoli si stava bene.
    Polli o non polli, c’era lavoro, pace sociale e poca delinquenza…”
    – – – – – – – –
    Ma anche quando c’era Lui, caro lei!
    (senza dimenticare che i treni arrivavano in orario, che potevi lasciare la chiave di casa nella toppa, eccetera eccetera)

  7. marco tempesta
    marco tempesta says:

    C’è un’altra domanda che incombe: qual è l’attuale ipotetica strategia effettiva e non puramente generica , dei partiti deputati, per rimettere in carreggiata i lavoratori italiani, che non sono solo gli operai della Fiat?
    Bisogna rimodernare il mondo del lavoro. Si, ma come?
    Fatevi avanti, Soloni della domenica, è qui che vi voglio.

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Alex:
    hai vissuto a Napoli ai tempi di Lauro?
    Io so, per averlo vissuto, che il crollo di Napoli è iniziato nel 1975 col sindaco Valenzi, PCI. Tu cosa sai di diverso?

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Figlio di un pescatore di Procida, Michele Zaza costruisce il suo potere criminale sul contrabbando, attività che nel corso degli anni ’70 ed ’80 costituisce una delle principali voci dell’economa campana.
    ——
    A guastare la minestra, due elementi disastrosi: Raffaele Cutolo e il tentativo, da parte dello Stato, di eliminare il contrabbando. Il primo, è andato a guastare la pace sociale tra i clan, che lavoravano tranquillamente. Il secondo, ha eliminato di fatto la Fiat del meridione.
    Se con un po’ di lungimiranza lo Stato avesse mirato essenzialmente ad eliminare Cutolo, la faccenda si sarebbe risolta col minor danno.
    Che poi che danno era? Solo tasse che non arrivavano allo Stato, a fronte di oltre duecentomila posti di lavoro. In compenso, lo Stato ha speso enormemente di più, per contrastare i contrabbandieri. A parte la distruzione dei posti di lavoro e quindi l’alimentazione forzata della delinquenza peggiore. I risultati li vediamo ai giorni nostri.
    Per inciso, solo Zaza e Giuliano erano di Napoli. Il resto della brava gente non era di Napoli ma delle città vicine, che NON sono Napoli.

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    In ultimo, per quanto riguarda Facebook, c’è certamente gente con la mente più elastica che non qui. Non vuol essere un’offesa, solo una constatazione. Az e Ber possono darmi atto che il dibattito politico è più articolato su FB che non qui. Basta visitare le pagine dei politici con i commenti acclusi, per rendersene conto.

  11. Paleonico
    Paleonico says:

    … io so che comprava i voti con una scarpa adesso e una dopo se eletto… mio padre tornato malato di nervi dalla prigionia nel campo di Bukenwald (2 anni) e poi al lavoro forzato al confine con l’olanda… partecipo prima all’uomo qualunque eppoi x fame al partito monarchico di achille lauro… un padrepadrone ignorante quanto arricchito illecitamente… aveva l’auto piena di pasta e formaggio che regalavano ai poveri disgraziati post guerra… proprio come ora in Haiti… nulla di nuovo sotto il sole… Insulso pifferaio la colpa della condizione della classe operaia di oggi ( uguale in tutto il mondo capitalista…) non è colpa del sindacato e del PCI… e allora in useggetta?? e in tutti gli altri paesi accapitalismo stracotto… nei quali il PCI e i sindacati rossi non ci sono…??? http://www.vvaallavura... lazzarun dun balabbiott… altro che dire che sei un leader e te lo dici da solo… cosa ti porta da mangiare la tua donna maggica del venerdi stasera..¿¿¿ se non viene una bella spaghetti aglioeoglio… o una scatoletta di faggioli con cipolle dal frigo… evvaii col piffero in mano e la lingua sullo specchio… erripeti… quanto so bbello… quanto son intelliggente… maronnamia!!! iccommunisti non ne hanno mmai azzeccata una… ne trompetta… eccosi?¿?¿
    P.

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    No, ancora una chicca, questa per Sylvi:
    Da Facebook.
    AZ e Ber, nonchè il blogmaster, che sono su FB, possono controllarne la veridicità.

    NOME E COGNOME (che ometto)
    Io sono di Bolzano e sono stata a Napoli un mese fa, be’ vi dico solo che da quando sono tornata a Bolzano non sto più bene,mi manca tutto di Napoli, è una città MERAVIGLIOSA E VOI NAPOLETANI siete dei veri signori!!!!!!!!!Napoletani,avete una città stupenda,avete il mare,il sole,l’allegria, il cibo più buono e i cuochi migliori,avete tanto patrimonio culturale, vi posso garantire che chi parla male di questa terra felix è solo invidioso e ignorante..W NAPOLI

  13. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Io sto ancora pensando al post squilibrato #207.

    Komare!
    Lei non sa cosa vuol dire “rubare” Lambrette.
    Incartapecorita nel suo piccolo mondo (dove l’orizzonte termina davanti al suo setto nasale) forse non ha mai provato questa esperienza a dir poco molto edificante.

    ——————————————————————-

    Cosa vorrebbe dire?
    Rubare lambrette e’ un pregio?
    Magari il signore del #207 avesse vissuto nel mondo grande ed emancipato che ho vissuto io.
    Ed ancora potrei partecipare, se ne avessi la volonta’.

    Ho conosciuto diversi montanari-e friulani, danno dei punti ai colti metropolitani.

    Mah…non so neanche perche’ ci do un secondo pensiero.

    Ciao,
    Anita

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La signora di Bolzano aggiung,e qualche post dopo:

    …a Bolzano siamo in tanti ad amare Napoli ma purtroppo gli ignoranti non hanno confini e nazionalità.Guai a chi mi tocca Napoli,è successo qualche volta ma io li zittisco subito,amo troppo Napoli …e la sua gente,la sua arte,la sua musica,la storia di Napoli la adoro, perché Napoli è cultura,c’è gran parte del patrimonio culturale italiano a Napoli e questo lo dicono i libri di storia,ma gli ignoranti forse non sanno certe cose…..Carissima Giusy, se vengo a Napoli e spero presto perché mi manca da morire,io anche ti voglio conoscere perché devi essere proprio una persona speciale!un forte abbraccio da una nordica che ha Napoli nel cuore!!!!W le donne napoletane sono solari e belle dentro e fuori.Katja di Bolzano

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma non è finita qui. La signora aggiunge ancora:

    Sempre io e sempre da Bolzano desidero aggiungere ancora qualcosina…Durante il mio soggiorno nella stupenda Napoli mentre camminavo,osservavo,fotografavo e contemporaneamente mangiavo una buonissima sfogliatellina frolla ho avuto un giramento di testa e sono caduta….in un nano secondo intorno a me a soccorrermi e non sto scherzando,10 persone!!!!!!!che carini che siete,che gente meravigliosa,siete speciali napoletani!!!!!vi ringrazio di cuore,siete un popolo unico!!!!anche a Bolzano mi è capitato di cascare per terra,io sono una un pochino distratta e mentre cammino faccio mille cose,quindi spesso cado,ma a Bolzano ho visto solo gente ridere e tirare dritto per la propria strada,non voglio generalizzare bolzanini peró l’altruismo e la bontà dei napoletani è qualcosa di davvero unico.Grazie Napoli e grazie alla tua gente che mi ha fatto sentire in famiglia,grazie per l’esempio del saper vivere, ne avevo proprio bisogno di vedere che al mondo esiste gente come voi!!!!!!!!!!!!!!katja da Bolzano

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Mi dispiace, buona donna.
    Se lei non capisce le metafore non ci posso fare niente.
    La vita è tutta una metafora. E sì..
    Questione di orizzonti, di vedute più o meno limitate.

    P.S.: squilibrata sarà lei.

    C.G.

  17. Paleonico
    Paleonico says:

    … trompetta hai fatto la tua marchetta-troll di spostare l’attenzione da arruotalibera blog di ccommunisti idioti come Faust a FB… SUI TUOI PASSI tarocchi elleggo mani e ppiedi… ( Faust leggeva le tette…) ebbravo… intanto non hai risposto all’ottimo post di Uroburo di stamani sul PCI… Hai balbettato qualche sentito dire ma sostanza niet… dire che sei un troll è farti un complimento… sei solo un mestatore di coscenze deboli… eqqui ce ne sono poche… da raggirare e leggere i tarocchi e spiegare che la luna splende alta… (quando cce, ovvio..) nel cielo e oggi (aquestora…) èggia sabato… e cosi hai confermato le tue magiche doti mediatiche ineguagliabili… ecche come te e dopo di te… il diluvio… ciao ne… salutmaassoreta… diceva il grande Nicola Arigliano… che era un’artista vero… ma http://www.allavura…nguleee!!
    P.

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Tempesta,
    ricordo che Achille Lauro, a Napoli, offriva una sola scarpa nuova con la promessa di dare anche l’altra se avessero votato per lui.
    Come faceva a stabilire se il soggetto aveva votato per lui o meno
    non l’ho mai capito.
    A quei tempi anche una semplice “macchina fotografica” da far scattare dentro la cabina elettorale era un lusso per i più.
    màh..
    Bei tempi..
    C.G.

  19. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Eilà, cuggino di Faust!
    Come te la passi da quelle parti?
    Sempre un piacere leggere la tua prosa.
    Salutoni.. oni oni.
    C.G.

  20. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    268 Cerutti Gino { 21.08.10 alle 0:22 } Mi dispiace, buona donna.
    Se lei non capisce le metafore non ci posso fare niente.
    La vita è tutta una metafora. E sì..
    Questione di orizzonti, di vedute più o meno limitate.
    P.S.: squilibrata sarà lei.

    ——————————————————————–

    Forse capirei le metafore, quando non sono fuori luogo.

    Mi spieghi la metafora, iniziando dal primo post…

    Siccome sono ignorante e non vedo oltre il mio setto nasale, ho bisogno d’aiuto.

    Anita

  21. peter
    peter says:

    x 215

    vedo che ha smesso con la testa di pietra ed e´passato al lei.
    Sapevo che le sarebbe piaciuto il testa cornuta, simbolo di malignita´e malevolenza, ed anche doppiezza.

    Sui suoi lunghi, insulsi e stucchevoli posts commento cio´che mi pare. Se per lei in italiano cheek suona chick, ignora l´inglese del tutto (quindi la smetta di provarci, tra l´altro si direbbe amusing), e probabilmente anche l´italiano.

    Non osi paragonarsi o accomunarsi ad Uroburo che con lei non ha assolutamente nulla in comune. E non si impicci.

    Il consiglio finale che io le do e´di evitarci del tutto.

    Peter

  22. peter
    peter says:

    x Pino

    il post 215 contiene una minaccia in perfetto, e subdolo, stile mafioso.

    Devo chiederle di annotare ora, data, mittente e IP, per ora

    Un saluto

    Peter

  23. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    10 000 psichiatri accusati di frode per essersi inventate 300 malattie mentali inesistenti si sono difesi affermando di essere tutti quanti affetti da (Psychobabblorexia) una malattia mentale fino ad allora non diagnosticata.
    Roba che “Il vernacoliere” a confronto sembra edito dall’accademia delle scieze.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it
    ________________

    Da un articolo Di kieron mcfadden

    Sulla scia delle dichiarazioni di uno psichiatra negli Stati Uniti, secondo il quale, a causa di “un grave, ma non diagnosticato” disordine bipolare, avrebbe fabbricato dati e falsificato la sua ricerca sulle malattie mentali, nei tribunali è emerso un altro caso nel quale gli psichiatri affermano che erano pazzi quando hanno inventato la malattia mentale.

    Gli avvocati della difesa che rappresentano 10.000 psichiatri sotto processo per la più grande frode nella storia della salute mentale, oggi affermano che i loro clienti sono affetti da una malattia mentale fino a quel momento non diagnosticata (Psychobabblorexia) quando accidentalmente hanno fabbricato 300 false malattie mentali e fatto pensare che loro fossero veri e propri medici.

    Laureati in numerose scuole psichiatriche come la Otto Von Bismarck Institute of Brain Hygiene, il Drug-U-Like Emporium, gli imputati presto si sono affermati come esperti in prescrizioni, uccidendo celebrità, sradicando la genitorialità e l’istruzione e convincendo le persone che sono mentalmente malate.

    Nel 2010 sono riusciti a pubblicare 5 milioni di articoli di giornale per convincere tutta la popolazione che non poteva mangiare, respirare, fare la pipì o pensare senza l’aiuto di farmaci. Hanno apportato un cambiamento importante nel trattamento degli esseri umani, in particolare la visione di ogni comportamento umano ad eccezione di tortura, genocidio e terrorismo. Infatti, il cervello è stato accusato di tutto e considerato una sorta di delusione in modo che nessuno fosse molto intransigente quando hanno proceduto a tagliare e abusare in altro modo l’organo incriminato. Ma l’anno scorso un giro di routine del Brain-U-Like Institute, da parte di un gruppo di alunni di dieci anni, ha portato alla luce alcune incongruenze nella ricerca che gli psichiatri avevano usato per stabilire la schiera dei disturbi mentali di cui sopra, la discrepanza principale nella ricerca è che in realtà non era stata fatta.

    Le voci nel Manuale Diagnostico e Statistico della psichiatria che si basano sulla ricerca immaginaria sono ormai ritirate, riducendo il manuale, fino a quel momento di 500 pagine, a un opuscolo A4. Molti hanno salutato questa nuova versione semplificata del DSM come una svolta e la pubblicazione della psichiatria più scientifica fino ad oggi.

    Gli psichiatri hanno patteggiato per rimborsare 3 miliardi di dollari di finanziamenti ottenuti disonestamente dai governi.

    Tentando di avere una condanna più mite per i loro clienti, gli avvocati della difesa hanno dichiarato che le cause della fabbricazione di malattie mentali che non esistono e la frode di un sacco di soldi dei governi e fondi di assicurazione medica, sarebbero delle malattie mentali non diagnosticate ai loro clienti. Essi sostengono che erano mentalmente malati fuori di testa quando hanno commesso atti di vandalismo contro milioni di persone. Eppure i colleghi psichiatri nel governo e nell’industria farmaceutica mettono in dubbio questa storia.

    “Per quanto ne so”, ha detto un portavoce: “Nessuno nel governo era consapevole che la psichiatria ha sbagliato qualcosa. Abbiamo attribuito le crescenti statistiche di criminalità, droga e analfabetismo alla vera e propria caparbietà del cittadino medio”.

    Al 334 giorno del processo, il giudice ha chiesto come mai nessuno aveva parlato prima di “questa cosa della malattia mentale”.
    L’avvocato della difesa ha sostenuto che la psichiatria aveva scoperto l’esistenza della nuova malattia mentale, psychobabblorexia, solo ieri all’ora di pranzo.
    “Hanno fatto una buona cosa”, ha detto “perché sembra che abbiamo fra le mani una specie di epidemia”.
    Il Comitato dei Cittadini per i Diritti umani consiglia di richiedere approfondite analisi mediche che rilevino alterazioni o disfunzioni organiche, di far rispettare il completo consenso informato sulle possibili terapie ed effetti delle stesse.
    Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus.

    Tel 02 36510685
    Mail info@ccdu.org
    http://www.ccdu.org

  24. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    x Peter
    Sbraita mionaccia di interventi di matti ma il tapino inon ha ancora afferrato che …

    “MATTO” …
    …… PTREI BENISSIMO ESSERE ANC’ IO ….

    P.s Le ricerche sul web oggi fanno miracoli con un cognome ed poche altre indicazioni si può mettere il sale sulla coda aq qualsiasi uccellino.

  25. Anita
    Anita says:

    Ho solo digitato: Old Lady dancing in a store, ed ho trovato il video di Rodolfo.
    —————————

    Commenti sul video della Signora che balla….

    da phoebecaroline 2 days ago

    This is Vanessa Feller…I made this video. I was in Walmart with my 14 year old daughter the other day when we saw this sweet lady. Glad I had my Flip video camera with me!
    I called Walmart this morning and asked them to tell her she is in the top 10 most viewed videos on You Tube. She probably won’t understand but I just want her to know she is well liked and FAMOUS!! I hope she keeps it up…she makes sooo many people smile. Please continue to pass this around!!!
    —————————–

    La signora che ballla e’ in un Wal-Mart in Mt. Pleasant, S.C.
    Ho letto che e’ un habitué in quel Wal-Mart, ha una collezione di 5’000 Santa Claus…

    Ci sono molti commenti, da ottimi, molti buoni, buoni, a orribili, sporchi, offensivi, maligni, etc….

    Buona notte,
    Anita

  26. Paleonico
    Paleonico says:

    Mi querido compañero y amigo Antonio, tu sabe que te estimo mucho… verdad… ¿¿¿
    te quiero se dice… por aqui en el sentido ti voglio bene in ittagliano… e non sono mica matto… tu sei lucido… vabbe… smettolola di cercare col lanternino di non ricordo quale filosofo greco romano o di Cantu… quello che cercava altri col lanternino… cioe se ne incontravano o solo di gg o solo di notte…¿¿¿ se poi qualcuno non sapesse ed inverte il gg con la nnttee evva nel casino mentale… io non metterei la mano sul fuoco para nadie al mundo y estoy seguro que los locos somos nosotros ed io in partiicolare…. .esso ha ill llibbro… e per questo primo sabato in citta… vabbene cosii… http://www.vvuaddurmi oy, Marie…
    … il cuscino di Faust

  27. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    mi sono letto e riletto il suo n, 177 Peter { 20.08.10 alle 13:37 }.
    A mio modo di vedere la cosa va del tutto al di là di una semplice intemperanza verbale di una persona dai nervi fragili come lei, che non è letteralmetnein grado di discutere pianamente di certi ben determinati argomenti.
    Poco tempo fa mi scriveva che lei i difetti dei meridionali li conosce benissimo. Non ne ho mai avuto il minimo dubbio: una persona intelligente, acuta e non superficiale come lei è certamente in grado di ossevare e di riflettere anche su realtà complesse. Peccato che queste sue osservazioni, che mi immagino acute ed interessanti, rimangano regolarmente nella sua tastiera.
    Sembra quasi che anche lei sia fautore del detto che i panni sporchi si lavano in casa propria. Può darsi che questo vada bene giustappunto in famiglia, ma sul piano politico e sociale è esattametne il contrario di quello che serve in una società democratica, nella quale i panni sporchi SI DEVONO lavare in pubblico.
    In questo modo lei rischia di dar ragione a personaggi come la Silvy (da cui, com’è noto mi separa tutto, compreso il giudizio sul Meridione d’Italia) ed alle sue simpatie (tanto per essere diplomatici) leghiste. Ma la Silvy è uno sfintere aperto del tutto incapace di contenere una visceralità esondante e divagante, la Slvy è una sorta di artista della tastiera, come Faust, impossible da controllare e contenere (la invito a leggere il suo, della Silvy, 238: sembra la scomunica di un papa medievale). Lei invece è un adulto dotato di raziocinio e quindi in grado di esaminare un problema in modo, per quanto possibile, neutrale e logico secondo i diversi parametri necessari alla bisogna.
    Trovo la sua uscita deprecabile, non tanto perché lei arriva vicino a minaccie fisiche che dovrebbero essere bandite da un blog civile, ma perchè lei non affronta mai il problema: come e perché il Meridione rimane la parte più arretrata d’Italia ed una delle più pericolosamente arretrate d’Europa?
    A me interesserebbe il suo parere su questo tema e non su delle ridicole sfide ad una specie di duello rusticano che, francamente, non mi interessa affatto.
    Un cordiale saluto. U.

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Marco,
    avevo pensato ad una risposta puntuale ai tuoi messaggi di ieri sera (220, 221, 222, 225) ma mi è francamente scappata la voglia.
    Mi limito ad un commento sui tuoi messaggi successivi, per i quali mi duole molto di essere d’accordo con la Silvy, se non per il tono da esagitata bifolca, quanto meno sull’esordio [analisi politiche!!!!….che fanno cascare le braccia e finanche le orecchie!!!]. Ovviamente punti esclamativi a parte.
    1) 230 marco tempesta 230 { 20.08.10 alle 22:14 } Sarà stata una barzelletta da voi. Da noi non lo era. Non lo è neanche adesso. Abbiamo avuto un sindaco dei Comunisti Italiani per 10 anni. Chi non era della parrocchia non otteneva niente. Voi questa la chiamate democrazia. Io no.
    Qui non c’è proprio nessuno che la chiamerebbe democrazia e tu sei il solito pistola. Potrei dirti che voi terroni risucite a corrompere anche chi si è dimostrato certamente meno corrotto ma sarebbe un scendere al tuo livello di analisi. Diciamo che questo paese è quel che è, che la sinistra viene sempre più programmaticamente infiltrata da gente che di sinistra non è e che sono proprio questi comportamenti che mi hannno allontanato da questa politica e addirittura dal voto.
    A differenza di Peter, io ho una cattiva opinione di Vendola, proprio perché ha riempito la regione Puglie di gente come lui. Neanch’io la chiamo democrazia, e neppure rispetto per le norme. Almeno per le norme che si sono usate qui fino a non tanti anni fa. Diciamo che il Crassi ha sicilianizzato l’Ittaglia intera.
    2) 236 marco tempesta { 20.08.10 alle 22:25 } Comunque, piccoli o grandi, sono tutti rami di un delta derivato dalla disgregazione del PCI e questo è ciò che conta, in quanto ne rispecchiano la mentalità.
    Sbagliato, ovviamente. Come sempre parli per sentito dire abborracciando opinioni arrruotalibbbera. Rifondazione ha se mai avuto il grande merito di avvicinare alla politica frange della sinistra extra-parlamentare che altrimenti sarebbero rimaste chiuse nei centri sociali (oppure a casa loro). Rifondazione riflette anche le opinioni di un sindacato più radicalizzato, che solitamente sta fuori dai partiti. Sono mentalità che hanno sempre avuto assai poco in comune con la mentalità del comunismo italiano. Sono realtà di cui tu non sai nulla ma ovviamente blateri.
    3) 237 marco tempesta { 20.08.10 alle 22:27 } trovamelo tu, nel Parlamento italiano, uno che non è uomo di compromessi e che, non essendolo, riesca contare più dei semplici peones.
    Ecco bravo: lì’Ittaglia è quel che è. E non è certo colpa del PCI
    4) Ed infine non posso esimermi dallo scrivere due righe sul tuo esilarante n. ) 225 marco tempesta { 20.08.10 alle 22:02 } Richieste sacrosante … ma completamente avulse da una visione d’insieme che mirasse a creare e a proteggere i posti di lavoro. Io lo chiamo ’sindacalismo miope’, mirato al beneficio immediato ma incapace di azioni di lungo repiro. Nesuna legge che tenesse conto di lavoratori che non fossero tute blu… . Ogni strategia la si giudica dal risultato finale. )
    Ripeto: l’Ittaglia è quel che è e non è certo colpa del PCI. Tuttavia per chi conosce la storia, e tu non sei tra questi, è pacifico riconoscere che il PCI ha sempre cercato di avere una visione d’insieme, direi nazionale, dei problemi politici, sforzandosi di andare al di là degli interessi della fascia – operai, una parte del mondo contadino, una parte della piccola borghesia impiegatizia – che rappresentava.
    Evidentemetne per i geni, incompresi, come te gli operai devono difendere gli interessi dei dirigenti e del padronato, così come gli avvocati dovranno difendere gli interessi dei medici ed i medici quelli degli ingegneri. Sei un gran confuzionario che spara caxxate senza né capo né coda. Tu sì che hai la mentalità dei rifondaroli dei centri sociali: non capisci un caxxo di niente ma ne hai per tutti.
    Un saluto U.

  29. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Uno dei tanti commenti emblematici che si leggono sui vari blog:-
    “Bravo Berlusconi! Era ora che arrivassereo delle riforme un po´ decenti. Come hai ben ricordato un po’ di giorni fa: FATTI e non parole. Non se ne puo’ piu’ dei soliti lamenti, umorismi, critiche e piagnisteri: l’unica cosa che sanno fare a sinistra, come chiaramente dimostrano …”
    Inviato da srr il 20 agosto 2010 alle 21:12-

    Ora….avete presente quei programmi televisivi tipo “anno zero” dove ad un tratto cominciano a parlare in quattro cinque contemporaneamente , ognuno per se e noi poveri diavoli a guardare e a non capire un accidente?
    Bene, qui nel blog e´naturale non puo´funzionare, ma e´un po´la stessa cosa, non si danno risposte all´altro ma si glissa che e´un piacere e si fanno polemiche fatte di aria fritta.
    Io riesco a capire solo Marco, non rispondo condividendo perche´ poi qualcuno e´pronto a scrivere:-” La finisca con i voti e le pagelle”.
    Secondo me il problema che Marco pone e´il seguente:-
    Ha il PD alternative valide? Ha un programma? E se si quali alternative , quale programma?
    Cosa intende fare con le centrali nucleari, in quale modo intende incentivare le energie alternative? Quali aiuti alle industrie automobilistiche a diversificare? Quali concetti per il risparmio di energia? Cosa intende fare per creare piu´lavoro? Cosa intende fare nel campo della Sanita´ affinche´tutti usufruiscano dei servizi senza dissanguarsi o morire? Cosa intende fare per la scuola e le universita´? Cosa intende fare per intensificare la ricerca e le innovazioni nelle stesse? Cosa intende fare (a posto dei miserabili 40 euro) per i pensionati alla fame e i nullatenenti? Cosa intende fare per risolvere una volta per sempre il problema dei rifiuti e il loro riciclaggio? Questi sono grosso modo i problemi, ne esistono altri come la rete stradale i trasporti il ponte ecc.
    A nulla mi portano le dichiarazioni di un Di Pietro o di un Bersani che sbraita che bisogna creare lavoro, che la sanita´bisogna migliorarla e cosi via su tutti gli altri problemi , se non spiega come, se non esiste un programma DETTAGLIATO che convinca la gente.
    Marco ci gira e ci rigira, ma penso che sia questo il suo ragionamento.

    Oggi qui e´una bellissima giornata, abbiamo deciso di fare una gita .
    Dunque a stasera.
    Il blogmaster sa´tutto su di me. Io stesso ho dato informazioni dove mi si puo´trovare quasi ogni giorno, oggi per esempio no.
    Non ho problemi. Quello e´stato un avviso sincero e disinteressato.
    Bisogna stare attenti, chi puo´negarlo che esiste gente pazza?
    Un giorno scrissi, forse qualcuno si ricordera´, che mi trovavo alla stazione di Francoforte, fuori dall´edicola c´e´uno stand con giornali tra cui anche Italiani, avevo qualche minuto di tempo e cercai di dare uno sguardo ai titoli, c´era un´altro Italiano li che mi disse:-
    “Se nun ti nni vai t´accido”, io rimasi di stucco….ma mi ripresi e senza dire una parola lo massaggiai per bene e chiamai la polizia.
    Usci fuori che era un delinquente. Per parecchio tempo , quando mi sono trovato in quella stazione , mi sono guardato le spalle, quei tipi si sa´, colpiscono solo alle spalle. Me ne immagino anche altri.
    testacornuta alias Rodolfo

  30. peter
    peter says:

    x Uroburo

    da un blog civile potrebbero anche essere bandite certe espressioni che lei usa a proposito dei meridionali, come quella che mi ha fatto saltare la mosca al naso. Anche perche´alla merda, in Italia, credo si sia abituati tutti allo stesso modo.
    Comunque la mia non era certo una minaccia, era solo un modo di dire figurato per esemplificare un certo sdegno. Un bicchiere in faccia, anche quelli reali, non ha mai ferito, ucciso o menomato nessuno (acqua, birra o vino, intendo).

    Mi secca solo che certi miserabili abbiano approfittato dell´occasione. Ma per loro nessuno sprecherebbe il contenuto di un bicchiere da bere

    Un saluto

    Peter

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ah… dimendicavo, non e´tanto difficile leggersi e copiare il programma dell´SPD Tedesco. Facciano almeno quello e vinte le elezioni lo applichino senza se e senza ma.
    testacornuta . Alias Rodolfo

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “Mi secca solo che certi miserabili abbiano approfittato dell´occasione. Ma per loro nessuno sprecherebbe il contenuto di un bicchiere da bere”

    E le come si definisce che si attacca ad un “cheeck to Scheeck” un occasione puerile per offendere?
    testacornuta.Alias Rodolfo

  33. Peter
    Peter says:

    x 289

    occasione puerile? offendere? fa tutto da solo, con lei basta notare la verita´, se si offende e´perche´non le garba vedersi allo specchio.
    Ballare pollastro a pollastro e´davvero divertente, ed e´un´espressione usata da lei. Se non intendeva, non doveva usarla. Forse non ha capito che Anita, io ed altri usano quella língua e l´italiano indifferentemente. Usi pure parole tedesche a iosa, tanto qui almeno io non le capisco…
    E si tenga i suoi ´consigli´ mafiosi per se´

    Peter

  34. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Purtroppo un´altra cosa, qualcuno scrive:”Un bicchiere in faccia, anche quelli reali, non ha mai ferito, ucciso o menomato nessuno (acqua, birra o vino, intendo).

    Un bicchiere in faccia direi che fa´un po´male….diciamo il contenuto che pero´equivale ad una sfida, come il guando.
    Ci sono altre decine di forme per manifestare lo sdegno, ma questo vale naturalmente per le persone civili.
    Ed adesso vado davvero. Adios
    testa cornuta. Alias Rodolfo

  35. Peter
    Peter says:

    senti da dove mi vengono le lezioni di civilta´. Quante cose trova il tempo di pensare tra una palpatina abusiva e l´´ altra…

    Peter

  36. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    mio caro, il fatto e´che a me interessa, al limite, parlare degli italiani senza troppe distinzioni.
    Altrimenti mi sto zitto e cambio discorso, in fondo gli italiani sono gente noiosa, tutti quanti.
    Qui dove vivo in nessun blog, credo, si starebbe ad elencare i difetti e brutture dei gallesi, scozzesi, irlandesi…
    Vox ne ha dato spesso un assaggio a me (credo lei stia in Irlanda) quando gli irlandesi mi sono appena azzardato a nominarli…

    Aggiungo che i miei nervi sono saldi, a parte qualche intemperanza verbale. Me lo riconoscono perfino gli inglesi, il che vale pur qualcosa, non le pare?

    un saluto

    Peter

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    A nulla mi portano le dichiarazioni di un Di Pietro o di un Bersani che sbraita che bisogna creare lavoro, che la sanita´bisogna migliorarla e cosi via su tutti gli altri problemi , se non spiega come, se non esiste un programma DETTAGLIATO che convinca la gente.
    Marco ci gira e ci rigira, ma penso che sia questo il suo ragionamento
    ——-
    Esatto.

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    è pacifico riconoscere che il PCI ha sempre cercato di avere una visione d’insieme, direi nazionale, dei problemi politici, sforzandosi di andare al di là degli interessi della fascia – operai, una parte del mondo contadino, una parte della piccola borghesia impiegatizia – che rappresentava (Uro)
    ——-
    Il risultato della visione d’insieme che Uro attribuisce al PCI qual è stato?
    E’ stato il disfacimento del partito e lo sbando dei lavoratori che, non sapendo a che santo appellarsi, ora vanno da Bossi.
    Proprio una bella visione d’insieme, eh, Uro?
    Se al posto di leggere i libri di storia vi guardaste un po’ intorno, il mondo assumerebbe altri contorni, non quelli della vostra fantasia.

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    “237 marco tempesta { 20.08.10 alle 22:27 } trovamelo tu, nel Parlamento italiano, uno che non è uomo di compromessi e che, non essendolo, riesca contare più dei semplici peones.”

    Ecco bravo: lì’Ittaglia è quel che è. E non è certo colpa del PCI (Uro)
    —————-
    Certo che è colpa ANCHE anzi SPECIALMENTE di quei partiti come il PCI che si vendevano come diversi e invece erano uguali agli altri o anche peggio ( PSI). Colpa loro perchè hanno fatto perdere alla gente la fiducia in un qualcosa di diverso dalla solita immondizia a cui siamo purtroppo abituati.

  40. La  Striscia  rossa
    La Striscia rossa says:

    Il dito medio che Umberto Bossi ha alzato davanti alle telecamere il mese scorso dice parecchio dell’attuale situazione politica italiana.
    La degenerazione è poi proseguita invariata nei giorni della canicola agostana. Sono giorni da cani.

    The Economist,
    20 agosto

  41. sylvi
    sylvi says:

    Il signor Uroburo che si esprime sempre in maniera imprecisa e superficiale, a volte, spesso, anche coprolalico…
    che spara tre o quattro concetti, quelli e sempre quelli, gli unici che gli hanno occupato fin dall’infanzia lo spazietto del cervello che si ritrova!!!

    E’ scientificamente provato che la gallina padovana è dotata di maggiore massa neuronale, è stato scritto persino sulla rivista Lancet!
    Mi è stato spiegato che gli sfinteri del nostro corpo sono oltre 40!
    Perciò non sia ridicolo e faccia uno sforzo di precisione!
    O lei ne ha uno solo???

    Sylvi

  42. La  Striscia  rossa
    La Striscia rossa says:

    C’era una trappola per incastrare
    Patrizia D’Addario con scatti hard?
    Dietro la violenza sessuale un set fotografico per rovinare l’accusatrice di Berlusconi?
    Indagato collaboratore di Corona.
    Imperterrita continua l’opera della” Manus longa, longa del Chiavaliere”
    Gli anticchi saggi una volta recitavano” E’ peggio il rammendo dello strappo”
    Ne combinano una peggio dell’altra.

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