In attesa di riprendermi dallo chock del nuovo viaggio in Palestina, dove i palestinesi sono trattati sempre più come “Untermenschen” (i “sub umani” del Terzo Reich), occupiamoci del caso di Elisa Claps a Potenza: i depistatori sono all’opera come per il caso di Emanuela Orlandi. Nella vicina Matera perfino la processione più importante testimonia la secolare prepotenza del clero

Alla faccia dei colpevolisti depistatori, le analisi del dna hanno dimostrato che Danilo Restivo sarà anche “strano”, ma non c’entra una mazza con le tracce di sperma lasciate nel tombale sottotetto. E così è ormai scandalosamente chiaro che nel caso di Elisa Claps, la ragazza di Potenza sparita 17 anni fa, uccisa per l’esattezza il 23 settembre 1993,  il cui cadavere è stato rinvenuto solo in tempi recenti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, si registrano comportamenti giornalistici simili a quelli che da 27 anni avvalorano le più grandi cazzate pur di tenere in piedi il “mistero” del “rapimento” – chiaramente mai avvenuto – della bella ragazzina del Vaticano Emanuela Orlandi. A Potenza, e non solo, anche i sassi sanno che alla buonanima del parroco di quella chiesa,  don Mimì Sabia, passato a miglior vita nel 2008, le belle giovani piacevano moltissimo. Tanto che quasi ogni sera andava nell’istituto femminile delle canossiane in via Ciccotti 28 per confessare le irrequiete  ragazze. Ma quella della confessione era più che altro una scusa, visto che più d’una volta don Mimì è stato preso a male parole e a volte anche a botte dai fidanzati delle ragazze, che più che confessate erano quindi importunate. Che oggi le monache di via Ciccotti siano in allarme lo si capisce subito non appena si vada da loro o anche solo si telefoni per chiedere una informazione qualunque senza essere già ben conosciuto: di cosa hanno paura?
Il sottotetto dove sono stati trovati i resti della povera Elisa è raggiungibile solo ed esclusivamente dalla canonica, cioè dall’abitazione del parroco, come ripete anche don Marcello Cozzi, coordinatore per la Basilicata dell’Associazione Libera, che si usa dire sia da anni vicino alla famiglia Claps: «Ma come è possibile che nessuno, in tutti questi anni, si sia accorto della presenza di un cadavere nel sottotetto raggiungibile solo attraverso i locali della canonica?”. Già, com’è possibile? L’ingenuo don Cozzi non si chiedere però per quale motivo il parroco attuale, il sacerdote brasiliano don Vagno,  abbia evitato accuratamente di avvertire la polizia quando è stato scoperto il cadavere, mesi prima che la scoperta diventasse di dominio pubblico, preferendo invece tentare di avvertire l’arcivescovo. Tentare, perché, dice l’attuale parroco, “non ci sono riuscito”. Ma guarda te che strano! E cosa temeva l’attuale parroco che lo ha spinto a non rivolgersi alla polizia e a preferire avvertire l’arcivescovo? E perché don Vagno è stato spedito di corsa via da Potenza per sottrarlo alla curiosità dei giornalisti con la motivazione ufficiale di un “ritiro spirituale”? Va bene che a quanto pare la cononica fosse anche la sede di un circolo – culturale? –  chiamato Newman, presieduto da tale Rocco Galasso, ma solo un fesso può credere che don Vagno si sia preoccupato di proteggere il buon nome del circolo e del suo presidente  Galasso.

Oggi si fa il tiro al piccione contro Danilo Restivo, che sarà anche un tipo strano e magari sospettabile dell’omicidio di una sua vicina di casa in Inghilterra, dove è emigrato, però non basta essere strani per accoppare qualcuno, in questo caso Elisa Claps. Vogliamo forse credere che il parroco Sabia lasciava la sua abitazione sempre aperta per permettere a chiunque di andare a scopare nel sottotetto del suo duomo? Che ci fosse un clima omertoso attorno alla scomparsa di Elisa Claps lo ammette oggi perfino l’arcivescovo di Potenza, Ennio Appignanesi: “Il clima omertoso lo percepii subito”, ha dichiarato alla stampa l’arcivescovo, per poi però subito aggiungere, a proposito del preteso via vai scopereccio in direzione del sottotetto: “Forse don Sabia confidava troppo nella responsabilità dei laici e dei giovani che frequentavano la canonica”.
Qui però va chiarito una particolare: ma l’arcivescovo di Potenza chi è? Ci sono giornali, come La Stampa, che indicano in Appignanesi l’arcivescovo, però Gildo Claps, fratello di Elisa, in un comunicato si è scagliato contro Galasso, don Vagno e contro “l’arivescovo di Potenza monsignor Agostino Superbo”.  Ma allora: Appignanesi o Superbo? Possibile che i giornali trattino anche un caso come questo con tanta superficialità?

Ma proseguiamo. Si usa dire che Elisa quel fatale 13 settembre abbia incontrato Restivo nella piazza davanti la chiesa, e magari ci si spinge a dire che avesse con lui un appuntamento. Bene. Cosa vogliamo credere: che la ragazza abbia seguito il ragazzo “strano” su fino alla canonica, poi su per le scale per andare anche nei locali sopra la canonica e che abbia infine saltato il muretto per addentrarsi nel fatale spazio buio e inaccessibile? Ma se fosse davvero così, per quale motivo poi avrebbe dovuto rifiutarsi al desiderio di Restivo? Forse Elisa era convinta che stava andando nella parte ineccessibile del sottoscala per leggere un giornale o per fare due chiacchiere? Non prendiamoci in giro: se ci è andata è perché sapeva che ci andava per fare sesso. Se ci è andata. Ma davvero qualcuno pensa che una ragazza sana di mente avrebbe seguito a quel modo e fino lassù un tipo “strano” come Restivo per poi, per giunta, dire “No!”? Se ci è andata, non è più sensato pensare ci sia andata seguendo una persona di cui si fidava ciecamente o con la quale era comunque consenziente nel fare ciò che stava facendo e ciò che andava a fare?
Proseguiamo. Facciamo finta che l’abbia accoppata Restivo. Va bene che è un tipo “strano”, ma dovrebbe essere anche scemo a lasciare lì il cadavere, perché se non si è il parroco o qualcosa di simile, cioè comunque uno che lì ci abita o quasi, si ha il timore e la certezza che il cadavere verrò scoperto, quindi lo si fa sparire, magari un pezzetto alla volta. Se invece l’avesse accoppata il parroco? Allora si spiegano meglio tutta una serie di cose, quali ad esempio:
– perché il cadavere è stato portato o lasciato lì;
– perché in seguito sono state tolte dalla parte del tetto sovrastante il cadavere varie tegole, in modo da far “evaporare” meglio il fetore delle decomposizione e quindi non suscitare sospetti in chi fosse passato vicino;
– perché don Vagno si è guardato bene, per mesi, dall’avvertire la polizia;
– perché lo stesso don Vagno ha cercato invece di avvertire l’arcivescovo di Potenza, quale che esso sia, Superbo o Appignanesi.

Non sto dicendo che Elisa sia stata uccisa dal parroco, ma che tra lui e Restivo è più probabile che non sia stato Restivo. E che i colleghi giornalisti dovrebbero usare più la testa e tenere la schiena più dritta anche quando c’è di mezzo la Chiesa o qualche membro del clero. Parole al vento…

Ma lasciamo la tristezza della cronaca e passiamo alla grandosità della tradizione. Che il clero se la sia sempre fatta da padrone in Basilicata, come del resto in gran parte del Sud, lo testimonia una bella processione, quella del 2 luglio a Matera, la città dei famosi “sassi”, che vale davvero la pena di andare a vedere. Nonostante il caldo feroce, il 2 luglio viene portato in lunga ed estenuante processione il pesante carro della Madonna della Bruna, protettrice della città.  Il corteo di solito parte dalla cattedrale, in centro, ma da quattro anni la cattedrale è chiusa per restauri e quindi il corteo parte dalla chiesa di S. Francesco d’Assisi, per arrivare alla chiesa del Piccianello e viceversa. La statua della Madonna sta su un grande carro, coloratissimo, elaboratissimo e addobbatissimo, che stranamente è fatto di cartapesta, e vedremo il perché. Anche gli angeli e le statue dei santi che arricchisono il carro sono di cartapesta, e vedremo il perché. L’itinerario è decisamente lungo, ma nonostante il caldo, che il 2 luglio è sempre feroce, la processione è seguita da una marea di gente, con tanto di squilli di tromba, cavalieri e adrenalina che man mano sale, e vedremo il perché.

Verso il tramonto finalmente la statua della Bruna viene riportata teatralmente in cattedrale, dopo i rituali tre giro del carro sul sagrato, sul punto più alto della città, mentre il carro viene ancor più teatralmente portato sulla piazza della “stracciata”. Sul luogo, cioè, dove a un certo punto i cavalieri vanno via dando così il segnale alla folla, che assale il carro e i suoi addobbi, angeli, santi e madonne, per ridurre tutto in pezzi e assicurarsene almeno un brandello da esibire nel proprio negozio o nella propria abitazione come portafortuna per i prossimi 12 mesi. La scena è sconvolgente, anche perché in nessun’altra parte del mondo cattolico e cristiano, se non qui, il 2 luglio nella piazza di Matera, può capitare di vedere immagini “sacre” fatte furiosamente a pezzi da una intera folla come fosse un branco di lupi affamati o impazziti.
Che c’entra questa strana processione con i soprusi del clero che per secoli ha angariato il nostro Meridione? C’entra, eccome: la processione è nata infatti secoli or sono come transfert della violenza dei contadini sfruttati come bestie dai vescovi. Non potendo i contadini assaltare le chiese e fare a pezzi il vescovo di turno, perché sarebbero poi stati falcidiati loro dal tribunale dell’Inquisione e delizie simili, ecco che la loro devozione popolare ha trovato un modo originale per sfogare comunque la propria rabbia e il proprio bisogno di violenza e giustizia contro la prepotenza sfruttatrice del clero: una affollata e suggestiva processione annuale che nel pieno dei riti contadini dei raccolti estivi permette al popolo di fare a pezzi almeno i simboli del potere del clero. Una cosa simile poteva succedere solo a Matera, perché solo a Matera la gente è stata ridotta ad abitare per secoli nei famosi “sassi”, cioè nella miriade di grotte dove avevano anche le chiese e che solo in tempi recenti sono diventate, quelle sopravvissute al cemento dei palazzi, luoghi di ammirazione per turisti in cerca di folklore.

Matera non è molto distante da Potenza. I cui abitanti però, meno contadini e molto più cittadini, tant’è che non hanno mai usato i “sassi” come abitazione, preferiscono tapparsi la bocca. Ecco perché a proposito dell’uccisione di sua sorella Gildo Claps accusa tutti, dall’arcivescovo in giù, di ipocrisia.

372 commenti
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  1. Anita
    Anita says:

    x CC

    La mia merenda preferita era pane leggermente tostato, burro e cacao.
    Il latte non mi andava giu’.
    Poi scoprii pane tostato, burro e miele.

    Mia mamma mi voleva rimpinzare perche’ ero magrolina, la mattina mi faceva ingoiare due tuorli d’uovo col limone.
    Oppure uovo frullato, zucchero e marsala…lo zabaglione, che a me non piaceva, troppo dolce e sentivo l’odore dell’uovo crudo.

    —————————————————–

    Mio marito non ha mai conosciuto queste leccornie, sua mamma lo mise a lavorare a 7 anni, i suoi pasti erano pan posso e fichi d’india rubati.

    Anita

  2. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Alla fine degli anni ’70 , quando andavamo in Yugoslavia, Tito vivente, andavamo al mattino a comprare il pane, quel filone ovunque uguale, da Lubijana a Belgrado e Dubrovnik.

    In panificio prima finivano il vecchio, quello fresco diventava vecchio il giorno dopo!!
    Se pretendevi, pagando, quello appena sfornato ti guardavano male e ti davano del fascista italiano a cui loro mai avrebbero fatto da servi!!!
    Questa era la politica!

    Nelle isole, eravamo rimasti senza pane, chiedemmo a un pescatore.
    Ci portò in una casa dove una signora ci diede mezzo filone.
    Aprii il portamonete…la signora mi guardò male e parlò col pescatore .
    Uscimmo e chiesi la traduzione.
    Mi rispose: ha detto che il pane non si paga!!!
    Questa è l’umanità!

    Poi mangiai delizioso pane fatto in casa!

    Non c’erano brioche.

    Sylvi

  3. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    sinceramente credo che a mia madre del pane di Tito, fregasse poco,all’epoca, nel senso che era preoccupata del nostro pane.
    Anche la mia mamma era però una donna di grande umanità e senso del dovere e grande memoria!

    cc

    Prima di dormire ti consiglio questo intervento della Sen Rosa Maria Villecco Calipari.
    Condivisibile o meno, però..
    Poce parole e Grande dignità !

    http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Assemblea?NumeroLegislatura=16&NumeroSeduta=361&IdIntervento=229128

  4. Anita
    Anita says:

    x CC

    Lactose intollerance e’ molto comune negli adulti.

    Io sono estremamente intollerante, molti anni fa’ ho insistito a farmi fare un test, ti posso solo dire che durante il test che e’ durato 3 ore, ho perso 8 libre di peso.
    I miei jeans mi cascavano di addosso.

    Dopo di che ho incominciato a leggere tutte le etichette, pane, crackers, grissini, tutto…qualsiasi cibo con derivativi latticini erano eliminati.

    Ci sono prodotti che si devono prendere prima di mangiare cibo con latticini, e ci sono prodotti totalmente lactose free.

    Formaggi freschi sono un NO, formaggi invecchiati come il parmigiano, SI’, sempre in moderazione.

    Dopo tanti anni ho iniziato a re-introdurre prodotti con latticini, minimamente, sembra che vada bene.
    Ma nei ristoranti chiedo sempre se c’e’ burro, crema o latte…spesso mi accomodano come possono.

    E pensa che mi piacevano i cibi in bianco con la besciamelle e le cotolette alla milanese.

    Ciao,
    Anita

  5. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Non c’erano brioche…!!

    Credo che sia dura trovarne anche oggi in certe zone,forse però manca magari anche il pane!
    Come vedi io con il pane del 50,sono venuto su benino,allegro , pimpante ,pieno di vita e di memoria storica!

    cc

  6. sylvi
    sylvi says:

    x cc

    nemmeno agli slavi importava del pane di tua madre!!!!!!

    Ho capito! Vado in sabbatico.
    Buona permanenza e tutti e buonanotte atutti.

    Sylvi

  7. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Nemmeno agli slavi importava del pane di tua madre!!!!!!

    Vai pure in sabbatico,attenta al Lunatico ,però..,mi sa che ci sono dei problemi come dice quel tale..

    In quanto a mia madre,puoi star certa che conosceva la differenza tra le brioche e il pane…in quanto alle nozioni geografiche credo fosse scarsa, ma ti assicuro che al pari di tutte le donne del popolo, non ha mai negato nulla a chi gli chiedesse una pagnotta..conoscendone bene il valore…delle cose !!

    cc

  8. La  Striscia  rossa
    La Striscia rossa says:

    Il berlusconismo sembra ferito a morte.
    Ora il copione è chiaro: il premier italiano lotterà per terminare la legislatura, ma, senza la corazza del potere, passerà per le terribili forche caudine giudiziarie.

    El Pais, 31 luglio

  9. Controcorrente
    Controcorrente says:

    E mentre sei in Lunatico, rammenta che io ho parlato del pane di Tito, non del pane degli slavi…!
    Ancora una volta il “drappo rosso” ha colpito, e in questo caso mi sento autorizzato anch’io a chiamarti nostra signora del punto esclamativo!

    cc

  10. Anita
    Anita says:

    x CC

    Ma non era che mangiavo besciamelle tutti i giorni, forse una volta al mese.

    Qui fanno deliziosi piatti, lobster Thermidor, aragosta ripiena, tutto col burro e la crema.

    Le cotolette erano il cibo preferito dei miei figli, si devono friggere almeno con mezzo burro e mezzo olio, senno’ diventano troppo secche.

    Caro a venti o trent’anni chi si preoccupava del colosterolo?
    Non si sapeva neanche cosa fosse.

    La cucina lombarda era tutta basata sul burro, dal risotto, al panettone, la salsa rossa era poco in uso, perfino la salsa alla bolognese era fatta con burro e olio.

    Ho ancora i libri di cucina mandati dall’Italia.

    La pasta frolla e’ fatta col burro.

    Anita

  11. Anita
    Anita says:

    x CC

    Ma come non c’erano brioche?
    C’erano eccome, il panettiere era all’angolo.
    E…mio nonno materno era pasticcere, avevano un gran negozio in Via Cavour a Ravenna.
    Era cantante d’opera, tenore, ma perse la voce cacciando nella valle di Comacchio, al delta del PO.

    Il termine “brioche” viene comunemente usato nelle regioni dell’Italia settentrionale anche per indicare il croissant, il quale viene invece chiamato “cornetto” nelle regioni centrali e meridionali.

    La memoria mi serve bene.

    Anita

  12. Pasquino
    Pasquino says:

    L’amore è gioia, sangue che bolle,
    scalda la vita, è passione a mille,
    pensiero fisso, è dolce sofferenza,
    aspetti, ansimante alito, regali dolcezza.

    L’amore è come iniettare delicatezza,
    nell’animo di colei
    che tocchi con sapienti carezze,
    languidi sguardi, occhi socchiusi, baci di seta,
    immenso amore, continuo dolce amore.

    Amare è vita, come acqua chiara,
    l’amore disseta e rende bella la vita.

    Pasquino

  13. Pasquino
    Pasquino says:

    MERAVIGLIOSA CREATURA

    Meravigliosa creatura, zucchero filato ti mordo,
    fresco profumo d’asprigno sudore, curiosa luna,
    luce chiara, luce densa,
    fruscio continuo, alito ardente, brezza leggera,
    quale tenebra s’apre tra tuoi fusi?

    Intensa notte mi porta nei tuoi meravigliosi sensi,
    amarti è come salire al cielo, stelle lucenti brillan
    come tuoi sensi,
    amarti è come guerra di titani,
    due corpi travolti da un mare di miele.

    Ansimo, morboso ti bacio, solco il tuo mare,
    scalo i tuoi monti, esploro i tuoi piccoli borghi,
    e il fuoco ardente dell’amore,
    veloce corre nelle vene,
    sino a precipitare in meravigliosa immensa delizia.

    Pasquino

  14. Pasquino
    Pasquino says:

    GLI INNAMORATI

    Gli innamorati hanno una sola fiamma,
    un unico intento, un solo calore,
    nella misteriosa notte una sola ombra,
    un sol letto.
    Gli innamorati non conoscono la fine,
    non conoscono il dopo,
    conoscono solo l’immantinente,
    vivono più volte al giorno,
    e vivendo così intensamente,
    acquisiscono l’eternità della natura.

    Pasquino

  15. Anita
    Anita says:

    x Pasquino

    Caro Pasquino,
    sei notturno come me, la sera tardi, la notte, sono le mie ore favorite e devo dire anche le piu’ efficienti.

    Le tue poesie si leggono meglio di notte mentre tutto e’ silenzioso.
    Queste sono davvero storie d’amore, sensuose, sentite come se le avesti vissute……
    Le ho lette con piacere, scrivi molto bene, apprezzo che non sei un poeta ermetico.

    Grazie.

    Buonanotte,
    Anita

  16. Pasquino
    Pasquino says:

    Per Anita-

    La goduria m’ha inebriato il cuore, mi son deliziato a leggere le tue parole: scritto sincero, bello, raffinato; come udire la tua voce, tenera, sincera e fresca; ha accresciuto la mia gioia, come in un fascinoso ascolto…
    Ma ora mia cara Anita; disperazione per la mancanza di lei…
    Ora davvero debbo lasciare per poter riposare.

  17. Paolo Moretti
    Paolo Moretti says:

    Egregio signor Nicotri, leggo da tempo con profondo interesse i suoi interventi, non solo su questo blog, ma anche sulla stampa, e devo dire che l’ammiro moltissimo per la lucidità e il coraggio delle sue prese di posizione, una lucidità e un coraggio assolutamente insoliti in un panorama desolante come quello del giornalismo italiano. A mio avviso, lei dovrebbe dedicare una certa attenzione anche ai significati politologici di quel vero scandalo che è il “matrimonio del Millennio”. Che la figlia di Clinton si sposi con un banchiere ebreo, figlio di un bancarottiere (e deputato democratico) che ha rovinato in modo fraudolento decine di migliaia di onesti risparmiatori, la dice lunga sulla penetrazione degli ebrei nel salotto buono della politica statunitense e mondiale. E poi vorrei domandarle come fa a tollerare la presenza così importuna del sedicente Rodolfo, espulso per indegnità da innumerevoli blog dell’Espresso, nel suo blog. Perché non lo espelle con sentenza definitiva? Il suo blog ne acquisterà in stile.
    Saluti, Paolo Moretti

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Alle 6:30 di questa mattina ho letto le poesie di Pasquino e sono andato di nuovo a letto, devo dire che sono molto meglio di un porno.
    Rodolfo

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DA PARTE DI RODOLFO
    ——————————-
    Ho avuto un padre buonanima , praticamente assente, sempre in giro per l´Europa. Ritornava quando cominciava l´inverno a Novembre e se ne andava a Marzo-Aprile. Quando ritornava per me era una festa perche´portava la cioccolata che a me piaceva molto. Ancora oggi la divoro praticamente ed in inverno bevo litri di cioccolata calda con il latte….una squisitezza..
    Mia madre buonanima era una grande cuoca che sapeva con un niente preparare delle gustose pietanze. Usava molte spezie a cui io ero molto interessato perche´ pensavo e sognavo a qualche miscuglio che mi facesse diventare invisibile per poter leggere a sbafo i giornaletti in edicola. Al giornalaio che naturalmente avrebbe visto un giornaletto nell´aria sfogliarsi da solo……non ho mai pensato, i traguardi e i sogni a volte annebbiano.
    Mia madre diceva sempre di non avere soldi……. ma chissa´come quando era necessario uscivano fuori, per questo da piccolo pensavo fosse una maga. Sapeva fare molto bene pane , biscotti e torte…….torte che faceva spesso e regalava ai vicini di casa per favori che aveva ricevuto. Il pane che rimaneva e diventava duro veniva conservato. Una parte lei lo grattuggiava per fare le fettine impanate o le polpettine, un´altra parte lo usava nella seguente maniera:-
    Lo rammolliva con un po´ d´acqua ,lo strizzava e lo mischiava per bene con origano , cipolla ben tritata , una presa di sale, olio e pomodoro fresco…….le scorpacciate……una squisitezza che ancora oggi preparo e che viene divorata anche dai miei figli che la chiedono di sovente. Direi…..al giorno d´oggi….alle volte meglio di una bistecca.
    Il mattino mi faceva la zuppa di latte e caffe´ d´ orzo , oppure con il siero della ricotta, da leccarsi le dita, sapori oramai perduti, come quello della mela o dell´albicocca, dell´uva, direi della frutta in genere che non ha piu´il sapore di 50-60 anni fa´.
    La prerogativa di mia madre , quando cucinava (ed anche quando non cucinava) era di imboccarmi in continuazione:-” guarda quanto e´buono questo gioiello mio!”-” tieni bambino mio…..mangia!”,
    per cui sono rimasto cosi ed ancora oggi non rimango piu´di mezz´ora senza aver ingurgitato qualcosa, anche il caffe´lo sorseggio e mi dura anche un´ora e piu´, con la consequenza che quando ci si siede a tavola a pranzo o a cena non ho piu´tanta fame e mangio pochissimo.A me stesso e´rimasto questo vizio per cui rincorro sempre i miei ragazzi con le stesse parole di mia madre:”guarda com´e´buono questo , gioiello mio!”
    Rodolfo

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Paolo Moretti

    La neo signora Clinton è ovviamente libera di sposare chi le pare, ed è noto che i poveracci non sono in testa ai desideri matrimoniali di chicchessia, i miliardari sono sempre preferiti. Ho letto nel libro “L’industria dell’Olocausto”, di Norman Filkenstein, che gli ebrei degli Usa sono il gruppo con maggiore successo sociale o almeno con maggior reddito pro capite. Beh, non si può certo farne loro una colpa, non crede?
    Non so di chi sia figlio il neo sposo, ma le colpe dei padri non devono ricadere sui figli: non le pare? Ciò non toglie che il neo sposo possa in futuro rivelarsi un pescecane, oppure un santo. Vedremo. Ma l’essere santi o mascalzoni non ha nulla a che vedere con l’essere o no ebrei, così come non ha nulla a che vedere con l’essere cristiani, musulmani, bianchi, neri, gialli, arabi, ecc.
    Se la gente è così imbecille da seguire morbosamente i matrimoni e gli altri fatti privati dei cosiddetti VIP o anche VIPPONI la responsabilità è solo della gente: nessuno è obbligato a trangugiare la merda che certa “informazione” ci riversa addosso in continuazione. E nessuno è obbligato a estasiarsi di fronte alle storie e storielle dei ricchi e famosi anziché dare l’assalto ai palazzi d’inverno e magari anche alle ville dell’estate.
    Semmai, guardando il matrimonio della ex signorina Clinton e le foto di suo padre, ex presidente degli Usa, viene da pensare che ci deve essere qualche motivo in più nella smaccata alleanza Usa-Israele, quella che permette al secondo alleato i crimini compiuti in realtà soprattutto per conto del primo. Se non ricordo male, Bill Clinton a suo tempo scrisse ad Arafat una lettera per impegnarsi a dichiarare la nascita dello Stato palestinese “se entro un anno” Arafat non avesse trovato un accordo con Israele. Un impegno solenne, messo per iscritto, e finito in burletta come al solito. Ed è ormai assodato che l’incontro negli Usa di Arafat con l’israeliano Ehud Barack NON è affatto andato come lo stesso Clinton e la grande stampa interazionale hanno voluto far credere.
    Riguardo il bannare chi partecipa al mio blog, io non ho mai bannato e non intendo bannare nessuno (Popeye venne bannato dal personale di Kataweb, non da me, quando avevo il blog a L’Espresso). Preferisco argomentare o, all’opposto, ignorare. Oppure, in caso di commenti che sono dei reati, cancellare.
    Benvenuto. Un cordiale saluto e buona domenica.
    pino nicotri

  21. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Credo che alcune tematiche di alto spessore, trattate ultimamente inpongano la lettura di una poesia di un “grande poeta canavesano”

    Le golose

    Guido Gozzano
    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.

    Signore e signorine –
    le dita senza guanto –
    scelgon la pasta. Quanto
    ritornano bambine!

    Perché nïun le veda,
    volgon le spalle, in fretta,
    sollevan la veletta,
    divorano la preda.

    C’è quella che s’informa
    pensosa della scelta;
    quella che toglie svelta,
    né cura tinta e forma.

    L’una, pur mentre inghiotte,
    già pensa al dopo, al poi;
    e domina i vassoi
    con le pupille ghiotte.

    un’altra – il dolce crebbe –
    muove le disperate
    bianchissime al giulebbe
    dita confetturate!

    Un’altra, con bell’arte,
    sugge la punta estrema:
    invano! ché la crema
    esce dall’altra parte!

    L’una, senz’abbadare
    a giovine che adocchi,
    divora in pace. Gli occhi
    altra solleva, e pare

    sugga, in supremo annunzio,
    non crema e cioccolatte,
    ma superliquefatte
    parole del D’Annunzio.

    Fra questi aromi acuti,
    strani, commisti troppo
    di cedro, di sciroppo,
    di creme, di velluti,

    di essenze parigine,
    di mammole, di chiome:
    oh! le signore come
    ritornano bambine!

    Perché non m’è concesso –
    o legge inopportuna! –
    il farmivi da presso,
    baciarvi ad una ad una,

    o belle bocche intatte
    di giovani signore,
    baciarvi nel sapore
    di crema e cioccolatte?

    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.

    Grande poeta il Nostro !!
    devo dire che avrei postato ancora “L’amica di nonna speranza”, ma è troppo conosciuta per cui direi che basta un richiamo!

    devo dire che una strofe all’epoca degli studi ,aveva attratto la nostra attenzione di studenti

    Un’altra, con bell’arte,
    sugge la punta estrema:
    invano! ché la crema
    esce dall’altra parte!

    geniale il Poeta nel descrivere un”mondo”!!!!!!!!!”!!!!!!!!!!!!!!!!

    cc

    Scusate ,questa poesia era stata già da me postata alcuni anni fa, ma penso possa essere ancora gradita.

  22. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Lungi da me il volermi paragonare a Pasquino.-

    Pensieri.
    Il pancione di mia figlia,
    il suo bambino appena nato,
    il sorriso del mio bambino,
    il mare a Fontane Bianche,
    il cielo stellato di Palazzolo Acreide,
    il silenzio,
    un giro in machina senza destinazione,
    il rumore della pioggia,
    l’abbraccio di chi ami,
    la visita inaspettata di un amico
    una lettera ritrovata
    fare l’amore
    incontrare i miei vecchi amici
    Ridere…ridere, ridere…
    i fiori
    gli alberi
    il profumo di lei
    il risotto della mia consuocera
    i colori di un tramonto
    Sentirsi dire “ti amo”
    Dire”Ti amo”
    L’alba……durante un viaggio
    i figli
    ritrovare vecchie fotografie
    una pizza in allegria
    il pane fresco Siciliano
    il mio paese senza guerra
    il ricordo del primo amore
    questo viaggio che mai dimentichero’
    il ritorno a casa
    il mondo…
    la gente…
    sbagliare…
    ricominciare….
    Vivere!!!

  23. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Però come “tutti i golosi” non riesco a non citare un pezzo di Nonna speranza , in sostanza una “sublimazione” intelletuale che mi richiama la cioccolata, i bambini di Gaza, a cui Pino tentava disperatamente di portarne l’altra volta e certe elucubrazioni che il post di Pino ha innescato come riflessione :

    “….innamorati dispersi, gementi il “core” e “l’augello”,
    languori del Giordanello in dolci bruttissimi versi:

    …caro mio ben
    credimi almen,
    senza di te
    languisce il cor!
    il tuo fedel
    sospira ognor
    cessa crudel
    tanto rigor!
    __________________

    le associazioni , ah le associani libere della mente….

    cc

  24. Peter
    Peter says:

    da una mia precedente

    il Pasquino reticente
    all’appello non risponde
    certo sa che il supponente
    di apprezzar non ha ben donde.

    Il Ridolfo meschinello
    stravaccato in un campere
    di poesia vuoto ha il cervello
    lui sa sol mangiare e bere

    Peter

    ps
    che le poesie di Pasquino siano ‘meglio del porno’ e’ un complimento che lo deve aver mandato in visibilio.

  25. Popeye
    Popeye says:

    Mio buon signor Popeye,
    ho l’impressione che le famose pilloline dovrebbe prenderle anche lei, sa …..
    ———
    Caro uroburo,
    Ma io sono d’accordo, pero’ cerco quelle che funzionano bene e non quelle che prendi tu. Allora fammi sapere la marca che prendi, OK?
    Poi il post era diretto a CC e non a te. Inoltre non sei neanche piemontese. Raccomando allora di farti i cazzi tuoi o cambiare le pillole. CC e’ capace di rispondere da se e con passione.

  26. Peter
    Peter says:

    x Popeye

    sei proprio deludente (che significa disappointing, not delusional, anche se tu ed Uroburo siete in tema di pilloline).
    Anche perche’ quella che attribuivi a CC non e’ afffatto una caratteristica tipica o specifica dei piemontesi, e neanche di CC!

    Peter

  27. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Uroburo (post Nr. 27)
    cosa vuole che le dica, le cose si sistemeranno INEVITABILMENTE con il tempo, quanto tempo non si sa´…..ma e´un tempo piu´vicino di quello che lei si immagina…. non mi fraintenda…..intendo anche dire con piena soddisfazione da entrambi le parti, anche se queste soddisfazioni sono legati a rinunce ineluttabili.
    Questo sarebbe il mio desiderio e naturalmente il desiderio di tutti gli uomini di buona volonta……aspettiamo dunque questi.
    Che Israele abbia o no la bomba atomica, che lo dichiari o no ufficialmente e´di secondaria importanza. Rodolfo

  28. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro poeta Gedeone,

    i tuoi affascinanti versi
    non traggono in inganno!

    Noi non faremo la fine dei madianiti
    Primo perchè non siamo madianiti,secondo perchè noi combattiamo gli Dei crudeli,che massacrano con inganni i loro nemici!

    cc

  29. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Published: 08.01.10, 10:52 / Israel News

    Iran’s UN Ambassador Mohammad Khazaee said Sunday that should Israel strike his country’s nuclear facilities “Tehran would burn Tel Aviv down.”
    Khazaee, who is currently visiting Iran, was quoted in the local press as saying that the preoccupation with an Israeli attack signifies the “enemies’ fear.” (Dudi Cohen)

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Published: 08.01.10, 10:46 / Israel News
    Syrian President Bashar Assad said Sunday that “True peace in the region is becoming more distant and chances for war and conflict are increasing.”
    In a letter issued by the Syrian military journal Assad noted that “whoever thinks that Syria will compromise its firm principles is wrong. Syria knows that the cost of resistance, high as it may be, will still be lower than the cost of surrender.” (Roee Nahmias)

  31. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Gedeone, gedeone,..non menare il torrone..

    Sei ricomparso come chiamato da geova, in questo Blog, dopo lunga assenza con un violento attacco a Pino, mettendo in dubbio la sua buona fede !!
    Eh si sa, finchè si parla di cazzate i profeti sono “cordiali”, ma appena si toccano certe corde eh allora giù palate!!
    Adesso che fai ,tratti …motteggi, fai pure il poeta..|!
    Vai a spalar letame da altre parti come tua abitudine

    cc

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Non dimendicare caro amico che dopo la vittoria gli Israeliti domandano a Gedeone di diventare loro re. Egli rifiuto´, rispondendo che solo D-o solo sarebbe stata la loro guida .
    Ed in questo modo il paese conobbe la pace per molti anni.
    In questo senso caro Controcorrente, ti invito a liberarti dal letame che hai intus nel cervello. Rodolfo

  33. Peter
    Peter says:

    x
    Anita

    ‘mi fa piacere che non sei un poeta ermetico’.

    Ehm, no, certo, lungi da cio’. Pasquino e’ piuttosto aperto ed esplicito…Direi che la 64 e’ accettabile, anche se, come ho spesso detto, non mi sembra che ci sia una reale coerenza di parole, una scelta molto oculata. Passi il ‘fresco profumo di asprigno sudore’, anche se l’odore del sudore e’ pungente, non direi fresco. Ma ‘quale tenebra s’apre tra i tuoi fusi’, non ne capisco proprio il senso. Le metafore usate sono poi poi poco originali e sbiadite.
    Sono un critico poco generoso, lo so

    Peter

  34. Peter
    Peter says:

    x CC

    che era sto Gedeone? se e’ mandato da Geova, direi Teopompo.
    La pompa comunque ce l’ha

    Peter

  35. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xla testa di Peter
    “Fresco profumo di asprigno sudore”.
    Lo trovo fantastico e lo puo´capire solo chi ha amato in un pomeriggio d´estate in campagna. Gli odori della persona amata poi……..non posssono mai essere pungenti o sgradevoli.

    “quale tenebra s’apre tra i tuoi fusi”
    Questa poi……uno come te non la potra´mai capire.
    Rodolfo

  36. Peter
    Peter says:

    x 91

    toh, ho detto testa di caxxo e qualcuno ha subito risposto all’appello. Eppure non avevo fatto riferimenti particolari!

    Peter

  37. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Un´altra risposta dettata dall´ipocrisia congenita , perche´se non te ne sei accorto anch´io non ho fatto riferimenti. Rodolfo

  38. Peter
    Peter says:

    x 95

    all’ora la supposta ipocrisia congenita dev’essere reciproca, come minimo…il solito discorso delle travi e pagliuzze

    Peter

  39. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro peter,
    gedeone è un condottiero nelle leggende dell’antica Bibbia

    – gedeone ha massacrato migliaia di persone in battaglia cospirando con il Signore
    _gedeone ha ammazzato ancora più persone colpevoli di aver adorato falsi dei
    -gedeone ha torturato re ucciso ancora altre persone che hanno osato deriderlo
    -gedeone ha depredato i cadaveri delle proprie vittime per farsi un paramento sacro
    – gedeone ha generato una stirpe che ha assassinato sessantanove suoi fratelli adottivi

    Questi i “fatti”giornalisticamente parlando , le interpretazione come sai sono affidate alle “provvidenze divine”..

    cc

  40. Rodolfo
    Rodolfo says:

    No……. perche´ tua e´la sparata del”toh, ho detto testa di caxxo e qualcuno ha subito risposto all’appello. Eppure non avevo fatto riferimenti particolari!”
    per cui mi hai annoiato e stufato e ti lascio nel tuo brodo primordiale.

  41. carlino
    carlino says:

    Ancora sulla FIAT

    da L’Unità

    Fiat, lettera di un operaio:
    «Caro Sergio, saremo noi a perdere tutto»

    Caro Sergio, Non posso nascondere l’emozione provata quando ho trovato la sua missiva, ho pensato fosse la comunicazione di un nuovo periodo di cassa integrazione e invece era la lettera del «padrone», anzi, chiedo scusa: la lettera di un collega. Ho scoperto che abbiamo anche una cosa in comune, siamo nati entrambi in Italia. Mi trova d’accordo quando dice che ci troviamo in una situazione molto delicata e che molte famiglie sentono di più il peso della crisi. Aggiungerei però che sono le famiglie degli operai, magari quelle monoreddito, a pagare lo scotto maggiore, non la sua famiglia. Io conosco la situazione più da vicino e, a differenza sua, ho molti amici che a causa dei licenziamenti, dei mancati rinnovi contrattuali o della cassa integrazione faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sono certo che lei afferri realmente cosa voglia dire.

    Quel che è certo è che lei ha centrato il nocciolo della questione: il momento è delicato. Quindi, che si fa? La sua risposta, mi spiace dirlo, non è quella che speravo. Lei sostiene che sia il caso di accettare «le regole del gioco» perché «non l’abbiamo scelte noi». Chissà come sarebbe il nostro mondo se anche Rosa Lee Parks, Martin Luther King, Dante Di Nanni, Nelson Mandela, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Emergency, Medici senza Frontiere e tutti i guerrieri del nonostante che tutti i giorni combattono regole ingiuste e discriminanti, avessero semplicemente chinato la testa, teorizzando che il razzismo, le dittature, la mafia o le guerre fossero semplicemente inevitabili, e che anziché combatterle sarebbe stato meglio assecondarle, adattarsi. La regola che porta al profitto diminuendo i diritti dei lavoratori è una regola ingiusta e nel mio piccolo, io continuerò a crederlo e a oppormi.

    Per quel che riguarda Pomigliano, le soluzioni che propone non mi convincono. Aumentare la competitività riducendo il benessere dei lavoratori è una soluzione in cui gli sforzi ricadono sugli operai. Lei saprà meglio di me come gestire un’azienda, però quando parla di «anomalie» a Pomigliano, non posso non pensare che io non conoscerò l’alta finanza, ma probabilmente lei non ha la minima idea di cosa sia realmente, mi passi l’espressione, «faticare».

    Non so se lei ha mai avuto la fortuna di entrare in una fonderia. Beh, io ci lavoro da 13 anni e mentre il telegiornale ci raccomanda di non uscire nelle ore più calde, io sono a diretto contatto con l’alluminio fuso e sudo da stare male. Le posso garantire che è già tutto sufficientemente inumano. Costringere dei padri di famiglia ad accettare condizioni di lavoro ulteriormente degradanti, e quel che peggio svilenti della loro dignità di lavoratori, non è una strategia aziendale: è una scappatoia. Ma parliamo ora di cose belle. Mi sono nuovamente emozionato quando nella lettera ci ringrazia per quello che abbiamo fatto dal 2004 ad oggi, d’altronde come lei stesso dice «la forza di un’ organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano». Spero di non sembrarle venale se le dico che a una virile stretta di mano avrei preferito il Premio di risultato in busta paga oppure migliori condizioni di lavoro. Oppure poteva concedere il rinnovo del contratto a tutti i ragazzi assunti per due giorni oppure una settimana solo per far fronte ai picchi di produzione, sfruttati con l’illusione di un rinnovo e poi rispediti a casa. Lei dice che ci siete riconoscenti. Ci sono molti modi di dimostrare riconoscenza. Perché se, come pubblicano i giornali, la Fiat ha avuto un utile di 113 milioni di euro, ci viene negato il Premio di produzione? Ma immagino che non sia il momento di chiedere. D’altronde dopo tanti anni ho imparato: quando l’azienda va male non è il momento di chiedere perché i conti vanno male e quando l’azienda guadagna non è il momento di fermarsi a chiedere, è il momento di stringere i denti per continuare a far si che le cose vadano bene.

    Lei vuole insegnarci che questa «è una sfida che si vince tutti insieme o tutti insieme si perde». Immagino che comprenda le mie difficoltà a credere che lei, io, i colleghi di Pomigliano e i milioni di operai che dipendono dalle sue decisioni, rischiamo alla pari. Se si perderà noi perderemo, lei invece prenderà il suo panfilo e insieme alla sua liquidazione a svariati zeri veleggerà verso nuovi lidi. Noi tremeremo di paura pensando ai mutui e ai libri dei ragazzi, e accetteremo lavori con trattamenti ancora più più svilenti, perché quello che lei finge di non sapere, caro Sergio, è che quello che impone la Fiat, in Italia, viene poi adottato e imposto da ogni altro grande settore dell’industria.

    Spero che queste righe scritte con il cuore non siano il sigillo della mia lettera di licenziamento. Solo negli ultimi tempi ho visto licenziare cinque miei colleghi perché non condividevano l’idea «dell’entità astratta, azienda». Ora chiudo, anche se scriverle è stato bello. Spererei davvero che quando mi chiede se per i miei figli e i miei nipoti vorrei un futuro migliore di questo, guardassimo tutti e due verso lo stesso futuro. Temo invece che il futuro prospettato ai nostri figli sia un futuro fatto di iniquità, di ingiustizia e connotato da una profonda mancanza di umanità. (…) Un futuro in cui si devono accettare le regole, anche se ingiuste, perché non le abbiamo scelte noi. Sappia che non è così, lei può scegliere. Insieme, lei e noi possiamo cambiarle quelle regole, cambiarle davvero, anche se temo che non sia questo il suo obbiettivo (…). A lei le cose vanno già molto bene così. Sappia che non ha il mio appoggio e che continuerò ad impegnarmi perché un altro mondo sia possibile. Buon lavoro anche a lei.

    Massimiliano Cassaro

    24 luglio 2010

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