L’ultima trovata antipalestinese: i paci-finti. Fanatici? Beh, meno dei coloni israeliani e loro protettori
Bene. Abbiamo visto i video con i Davide “paci-finti” che oppongono resistenza (toh, guarda! RESISTENZA!) al gigante Golia delle forze armate israeliane. E non è stato solo il nostro eroico e gigantesco ministrello degli Esteri Franco Frattini a cogliere la palla al balzo per calare le brache e ragliare per l’ennesima volta pro Israele di ferro e fuoco e annessa nuova mattanza. Del resto se il capo del governo, il grande Chiavaliere Pipino il Breve, ha affermato senza morire di vergogna che “quella di Israele a Gaza è stata una giusta reazione”, cosa ci si può aspettare dai tanti suoi stallieri, palafrenieri, servi, nani, ballerine, escort politici, politici escort e piccoli signor Nessuno?
Ma non divaghiamo. I paci-finti hanno reagito perfino a bastonate. Bene. E allora? Dov’è il problema? Care canaglie antisemite perché arabofobe, guardiamoci bene negli occhi: queste scene le abbiamo già viste. Dove? Quando? A Gaza quando l’esercito israeliano ha sgomberato – finalmente! – i coloni e questi hanno resistito con lanci di pietre, bastononate, ecc. Queste scene le abbiamo già viste nei territori palestinesi rubati dai coloni, che attaccano spesso e volentieri perfino i bambini. Eppure non abbiamo mai visto l’esercito iraeliano sparare contro la ciurmaglia “colonilista”, cioè colonialista, che si difendeva al pari dei paci-finti della nave Marmara diretta a Gaza. L’uso smaccato, e criminale, dei due pesi e due misure è evidente. Scandalosamente evidente. Come la malafede dei laudatori e scusatori sempre e comunque, o degli inarcatori di sopracciglie sempre e comunque. Stile Panebianco.
Abbiamo visto anche un israeliano sparare e uccidere in strada Yitzhak Rabin, senza che la polizia, pur presente in forze, uccidesse l’attentatore, che se ne sta infatti beato in carcere dove – a differenza di tutti i detenuti abusivi palestinesi – gode di ogni attenzione e confort, mi pare si sia anche sposato o fidanzato, compresa la benedizione di parte del rabbinato. Ah, già, il rabbinato, quello oltranzista che benedice gli assassini come quello che ha ucciso Rabin. Domanda: come mai i paci-finti invece non godono dei trattamenti riservati a un assassino colto con la pistola ancora fumante? Attendiamo risposta.
I paci-finti fanatici? Non più dei coloni, protetti e vezzeggiati dal governo e dalle forze armate israeliane nonostante le colonie siano illegali e dal punto di vista delle leggi internazionali e dal punto di vista delle stesse leggi israeliane. Che strano: un governo e un esercito che proteggono le illegalità… Poi ce la pendiamo con i nostri politici che chiudono un occhio con la mafia.
I paci-finti fanatici? Non più dei coloni che vogliono sfogare la loro sete di violenza chiedendo a gran voce la rioccupazione di Gaza e occupando qualunque collina con invereconde scuse “religiose” e “bibliche”. I paci-finti fanatici? Non più dei “religiosi” che hanno seminato prepotenza e odio sulla Spianata delle Moschee pretendendo di violarla per compiervi “riti religiosi”. Ah, l’ebraismo, antica gloria del mondo, ridotto a instrumentum regni di una classe politica cieca ed egoista, e a volte perfino a straccio per pulire gli stivali dei militari. I paci-finti saranno forse fanatici, ma l’esercito israeliano non ha torto un capello neppure a uno come Baruch Goldstein, il colono che a Hebron ha massacrato nella moscha di Abramo un bel po’ di palestinesi intenti a pregare, grazie ai militari che lo avevano lasciato passare con tanto di mitra. Goldstein è stato linciato dalla folla superstite, ma in Israele c’è tuttora la vergogna di un monumento in suo onore! E badate che Hamas è nata proprio a causa del massacro compiuto da quel delinquente fanatico di Goldstein. Un pacifista?
Care canaglie antisemite perché arabofobe, a Genova per il G8, a Parigi per i sans papier, a Berlino per la contestazione, e ovunque nel mondo civile abbiamo visto manifestanti ben più incazzati e devastatori dei poveri cristi sulla Marmara, ma in nessun Paese civile sono stati massacrati come hanno fatto invece i vostri adorati militari israeliani. Che si sono comportati più da cinesi in Tibet che da militari di un Paese civile.
Cari ipocriti inossidabili, come mai voi che siete i primi a NON credere mai a NESSUN video – neppure se di paci-finti israeliani! – che dimostra le violenze dei coloni e dell’esercito israeliano, esercito che usa sparare anche contro cortei di donne indifese, vi siete invece ingordamente bevuti i video rifilati dal governo israeliano? Ah, come siete disonesti, sporchi dentro più di quanto siate sepolcri imbiancati fuori. La domanda la giro anche all’illustrissimo, eroico e gigantesco ministrello Frattini.
Ci sono foto che sono state taroccate? E allora? Ma cos’è che taroccano? Missili? Mitra? Pistole? Vergognatevi, buffoni e mascalzoni un tanto al chilo.
Il video col paci-finto forse musulmano che aspira al martirio? E allora? A cosa si dicevano disposti i coloni mascalzoni che non volevano essere sgomberati da Gaza? Non erano disposti anche al martirio non pochi di loro? E una parte del rabbinato non è arrivata a dire che avevano il diritto se non l’obbligo anche di resistere con le armi? Forse che l’esercito israeliano li ha massacrati? Forse che i rAdolfo, i Beeeelbi e i virus impronunciabili, forse che i Giuliani Ferrara, Vittorii Feltri e Angeli Panibianchi ne hanno preteso la fucilazione immediata? Ma da quando in qua bisogna uccidere una persona, anziché magari ricoverarla alla neuro, solo perché si dice disposta al martirio? Hanno allora ragione quelli che accoppano i religiosi cristiani in terre islamiche o animiste perché si tratta di religiosi disposti al martirio? Forse che i cristiani, me compreso pur non potendomi dire esattamente tale, non hanno l’obbligo di “testimoniare” la fede? Forse che la Chiesa non celebra per l’appunto i “testimoni”, cioè i suoi martiri della fede? (comunque infinitamente meno numerosi di quel che si usa far credere). Forse che i militari nelle guerre, compresi i nostri, non vanno all’attacco disposti al martirio, come è avvenuto e avviene in milioni di casi? Ma da quando in qua il martirio è bello – pulcrum pro patria mori! – solo se nostro e fa invece schifo se altrui? Peraltro, io credo che il martirio sia sempre sbagliato: meglio vivere e rimboccarsi le maniche, meglio insistere e resistere.
Gli orribili paci-finti della nave Marmara disposti al martirio forse andavano all’attacco con cinture di bombe, grappoli di bombe a mano allacciate alla vita o corone di candelotti di dinamite attorno alla testa? Poveri cristi, avevano al massimo dei bastoni (NON di metallo, perché i filmati dimostrano chiaramente che non erano così pesanti. Che sia ben chiaro!), forse delle fionde, forse a un certo punto per difendersi hanno usato “perfino” qualche coltello. E allora? Difendersi dai pirati è un diritto dovere. Io avrei utilizzato gli idranti. Che però sarebberso stati ben più rovinosi per i “ragazzi” mandati a sparare calandosi dagli elicotteri.
I paci-finti si sono difesi a bastonate? E allora? Anche con qualche coltellata? E allora? Da quando in qua si mandano all’assalto militari che non sono neppure in grado di sedare una (giusta) resistenza a bastonate? A Genova per il G8 di qualche anno fa un carabinere ha sparato per difendersi giustappunto da un giovane – Giuliani – che lo stava assaltando con pali di ferro e, se non ricordo male, lanci di bombole antincedio. Ma quel carabiniere NON è stato premiato né laudato né preso ad esempio, ha invece avuto guai con la giustizia. Oggi sappiamo che per i Frattini&C andava preso a pistolettate – in testa e a distanza ravvicinata – non solo Giuliani, ma anche tutti i paci-finti come lui.
Quanta sporcizia ha certa gente nel cervello, nell’anima e nel cuore…
Questi feroci odiatori dei paci-finti, questa gente che giustifica e comprende sempre e solo a senso unico, ha però il pregio di avere parlato chiaro: bisogna massacrare chiunque non si inchini alle prepotenze dei governi israeliani. Punto e basta. Va eliminato chiunque osi dire la verità e protestare per Gaza. Gaza? Ma come? Gli abitanti vi conducono la bella vita, anzi la dolce vita, piscine, aria condizionata, supermercati stracolmi, belle Università, grandi ospedali, uffici e fabbriche in vetro cemento, grattacieli e stipendi d’oro, milioni di turisti con annessi grandi guadagni, e i paci-finti li spacciano per poveracci? Pazzesco! Con i rAdoldo, Beeeeeelbi e virus impronunciabili che non vedono l’ora di poter andare a vivere a Gaza per godersene i lussi da nababbi! Questi paci-finti meritano solo di essere sparati. Meglio se a morte con un bel colpo di pistola in testa da distanza molto ravvicinata.
Questi veri pacifisti alla rAdolfo&C giurano per giustificarlo che il massacro di Gaza “porterà alla pace”, poi però applaudono i nuovi massacri. Questi poveracci sciroppati di testa si impancano a declamare che “nessuno può dire come Israele deve difendersi”. Giusto. E ci mancherebbe altro. Ma chi glielo va a dire all’Iran, alla Turchia, ecc., che loro invece devono difendersi solo come diciamo noi e come dice Israele e non come vogliono loro? I ragliatori che si impancano a spiegare che “Israele è in guerra con Gaza”, per poi tentare di correggersi balbettando che “è in guerra non con Gaza ma solo con Hamas” (cosa peraltro falsa perché i morti sono quasi tutti non di Hamas), ignorano un piccolo particolare: se c’è una guerra, allora i belligeranti hanno entrambi l’ovvio diritto a cercarsi degli alleati. O possiamo cercarceli solo noi? Solo Israele? Senza contare che solo gli Stati incivili fanno guerra a ciò che non è un altro Stato, ma solo un popolo. Vedi l’esempio degli europei nelle Americhe che hanno fatto “la guerra” contro le tribù indigene.
I rAdolfo hanno il pregio di delirare parlando chiaro e dicendo senza rendersene conto la verità: le prossime navi di pacifinti “vanno colate a picco” senza nessuna esitazione, specie se scortate da navi militari turche o iraniane. I rAdolfo puntano cioè alla guerra, a quello che il papa ha definito da Cipro “un bagno di sangue”. Me è un pezzo che avevamo capito dove puntano i rAdolfo&C. E’ da un pezzo che abbiamo capito come si muovano in sintonia con i peggiori settori del governo e delle forze armate israeliane.
Ah, i paci-finti. Ci dicano, lor signori, e quali sarebbero secondo voi i “veri pacifisti”? Quelli che sparano ai palestinesi? Quelli che ne occupano le terre? Quelli che gli rubano i pozzi e le sorgenti d’acqua? Quelli che gli demoliscono gli aranceti, gli uliveti e le case schiaccindo a morte anche le Rachel Corrie? Paci-finta anche Rachel Corrie, vero? E come no!
Nel ’68 nei campus americani e in Europa i paci-finti stufi marci degli orrori della guerra nel Vietnam hanno dato vita a decine e decine di manifestazioni tipo nave Marmara, anche con lanci di molotov: ovviamente, dato che si trattava di Paesi civili, la polizia non ha mai avuto l’ordine di sparare all’impazzata. Spiace constatare che i militari israeliani si regolino altrimenti in presenza di proteste prive di armi da fuoco, per giunta in acque internazionali.
Ora si profila all’orizzonte una nave di paci-finti ebrei europei diretta anch’essa a Gaza. Antisemiti odiatori di Israele e nipotini di Hitler anche quelli? Anche le migliaia di intellettuali ebrei europei che ne hanno i coglioni pieni di doversi vergognare della politica di Israele e del suo tirare sempre i ballo “gli ebrei” barando sulla falsa equazione israeliano=ebreo=sionista=arabofobo? Pare che l’esempio della Flotilla sarà seguito da molti nel mondo. Domanda: come ha fatto il governo israeliano a essere così stupido da cacciarsi in una situazione nella quale perfino il suo mandante a stelle e strisce dice per bocca del presidnete Obama che “il blocco è insostenibile”? Come ha fatto il governo israeliano ad essere così imbecille da arrivare al punto da costringere il papa in persona ad accusarlo di andare verso “un bagno di sangue”? (tra parentesi: come abbiamo fatto in Italia ad arrivare al punto che l’ambasciatore israeliano censura le parole del papa e ne detta ai giornali l'”interpretazioe autentica” facendo sparire di colpo il discorso del papa?).
Io non credo che il governo israeliano sia rimasto vittima di una trappola o abbia sbagliato i conti. Come scrivono gli ebrei europei nei loro appelli di protesta contro la politica israeliana, è troppo tempo che i vari Sharon, Barack, Olmert, Netanyahu, ecc., coltivano la strategia del tanto peggio tanto meglio. Gli studi statistici dei demografi teorici del Muro, tra i quali purtroppo anche degli italiani, dimostrano che nel giro di 20-40 anni in Israele la maggioranza sarà di cittadini arabi e i palestiensi, se non vengono deportati come suggerisce il nipotino adolfino Lieberman, saranno anche loro milioni. I governi di destra israeliani sanno che è la bomba demografica la vera arma contro di loro. E qual è l’unica strategia possibile contro la bomba demografica? Elementare, Watson: una bella grande guerra, quella che il papa ha giustappunto definito “un bagno di sangue”. Magari con bombette atomiche, come preconizza il baldo cattolicone Vittorio Messori… Non è stato del resto l’attuale segretario di Stato Usa, la signora Clinton, a dichiarare scandendo le parole che “l’Iran sarà incenerito prima ancora di completare l’eventuale dispiegamento di un missile da lanciare contro Israele”? E poi dicono che è l’Iran a minacciare Israele quando Ahmadinejad afferma che “SE – ripeto: SE – Israele ci attacca risponderemo in modo devastante”. Da quando in qua è una “minaccia” chiarire che se ti danno una sberla rispondi con una randellata?
Ah, la bella dichiarazione israeliana secondo la quale “non vogliamo distruggere Gaza e i suoi abitanti, ma solo il suo sistema di governo”. Bene. Ma allora perché ogni volta che l’Iran o chi per esso specifica che non vuole distruggere Israele e gli israeliani bensì la sua struttura di governo sempre impostata al sionismo si confondono le carte in tavola dicendo che “l’Iran vuole distruggere Israele”? Potrebbe per esempio Panebianco rispondere a questa domanda?
Ho letto del vergognoso articolo de Il Foglio contro la paci-finta il cui diario di bordo è stato pubblicato da Repubblica non appena espulsa in Italia da Israele. Questa paci-finta è addirittura accusata di far parte di gente che osa scrivere dell’editore Carlo De Benedetti che è un “ebreo sionista”. Scusate, ma a dire pubblicamente che è ebreo, cosa che non frega nulla a nessuno, è lo stesso De Benedetti. Sionista? Non credo proprio, comunque certo non arabofobo, ma non sono i filoisreliani duri e puri, i sionisti arabofobi a 21 carati, a sostenere che ebreo=sionista? Una volta ho letto mi pare su La Stampa un articolo di quell’Elkan – o una recensione di un suo libro – che credo sia il padre dei rampolli arrivati al vertice della Fiat grazie all’unico merito del loro genitore di avere sposato una figlia di Gianni Agnelli e grazie anche alla morte prematura dei giovani eredi Agnelli (Giovannino ed Edoardo). Nell’articolo, o recensione, si leggeva che Elkan è talmente orgoglioso di essere ebreo che “andrei sulla cima di una montagna a gridare “Sono ebreo” Sono ebreo!””. Mah. No comment. Voglio dire: se c’ qualcuno che per pirmo ci tiene a far sapere che è ebreo, particolare che non vedo a chi possa interessare, perché mai una paci-finta non lo può rilevare?
La paci-finta in questione è accusata da Il Foglio di essere simpatizzante o appartenente a un gruppo che non crede la Shoà sia mai avvenuta. Detesto le persone che negano sia mai avvenuta la Shoà – così come disprezzo chi se ne frega della Shoà degli zingari, detta Porrajmos e Samudaripen – ma, come Voltaire (scusate l’accostamento), ritengo abbiano diritto di parola anche loro. Diritto di parola e di ricerca storica: eh sì, perché ormai il comporamento di continua prepotenza e intolleranza di chi della Shoà ne ha fatto una industria – vedasi il libro “L’industria dell’Olocausto”, scritto certo non da un “antisemita”! – e la base di qualunque pretesa israeliana, autorizza sospetti di qualunque tipo. E poiché certi delitti della Storia, che sono guarda caso delitti nostri e non degli “altri”, è meglio non sottovalutarli o ridimensionarli, è bene che la ricerca storica possa spaziare a 360 gradi, dubbi compresi.
Sissì, lo so, lo so bene: ci saranno sempre i Panibianchi che storceranno il naso perché il colore dei calzini del portinai dello zio del lattaio del vicino di casa del nonno del palestinese paci-finto o non paci-finto è un colore “sbagliato”. Il mestiere e il ruolo retribuito di tutti costoro è la coltivazione dell’arte del dubbio. Ma non come diceva mi pare Bertold Brecht, bensì solo e sempre a senso unico. C’è chi dubita della Shoà. E c’è chi dubita dei paci-finti. Il loro fine è chiaro: mentre io e quelli come me sosteniamo il diritto ad esistere dello Stato israeliano, e il pari diritto dei palestiensi ad uno Stato loro diverso da una riserva indiana, i dubitatori di professione NON vogliono, manco morti, che uno Stato palestinese nasca. Ci sono già troppi Stati musulmani…. E l’Europa è “assediata dai musulmani”…
Poveri palestinesi, odiati da tutti e da tutti usati strumentalmente come carne da macello. E povera Europa, quando dovremo pagare il prezzo anche di questo nuovo delitto, il catastrofico fallimento della nostra politica in Medio Oriente da quando Napoleone ha seguito il consiglio di invadere l’Egitto per metterla a quel posto agli inglesi.
Post scriptum – I Panibianchi per mestiere inarcano le sopracciglia e dubitano, a senso unico. I fiancheggiatori alla rAdolfo&C hanno il compito complementare di gridare che ogni volta che qualcuno critica un eccesso o una mattanza israeliana urla contro gli ebrei in blocco, paragonandoli ai nazisti e amenità di questo genere. Addirittura, se dici che un Beeeelbus è un cretino, ti rispondono – con nick fasulli – che è proprio il tipo di insulto che Hitler riservava agli ebrei. Roba da manicomio. A gente così sventurata non vale la pena neppure di rispondere: “Non ti curari di lor, ma guarda e passa”. E io aggiungo: meglio perderli che trovarli. A simili stolti accecati non viene neppure in mente da lontano che il video e il commento della mia amica Paola li abbia postati io, debitamente autorizzato, trasformando così per mia volontà in commento quella che era una e-mail privata. Io e quelli come me non abbiamo paura dello stimolare il dibattito. E neppure dei video, qualunque essi siano. La verità infatti è testarda.
Gli Amerikani fanno festa, ma io penso che invece per loro potrebbe essere anche un Estate di San Martino!
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Ma questo signore pensa sempre in forma di cacchetta usaegetta!
Dimmi chi cavolo sta festeggiando oltre il fatto che siamo contenti per gli afghani che possono essere self-sufficienti e che l’USA non deve continuare a pagare le bollette.
Un saluto antoniano.
PER 2.000 anni gli ebrei hanno conosciuto la forza della forza solo sotto forma di frustate ricevute sulla schiena. DA VARI decenni abbiamo noi il potere di usare la forza. Ma è un potere che a lungo andare ci ha inebriato. A lungo andare immaginiamo di poter risolvere qualunque problema cui andiamo incontro usando la forza. A chi ha in mano un martello, dice il proverbio, ogni problema sembra un chiodo. Prima che venisse fondato lo stato di Israele vasta parte della popolazione ebrea in Palestina non capiva che la forza ha dei limiti e pensava di poterla usare per realizzare qualunque obiettivo. Fortunatamente nei primi anni di Israele leader come David Ben-Gurion e Levi Eshkol compresero molto bene i limiti della forza e furono attenti a non superarli. Ma dalla guerra dei sei giorni del 1967 la forza militare è diventata una fissazione per Israele, un mantra: dove non si riesce con la forza si riesce con più forza. L’ assedio israeliano alla striscia di Gaza è una delle conseguenze negative di questo modo di pensare. Nasce dal falso presupposto che Hamas possa essere sconfitta con la forza delle armi, o in senso più lato, che la questione palestinese possa essere stroncata invece di risolverla. Ma Hamas non è solo un’ organizzazione terroristica. Hamas è un’ idea. Un’ idea disperata e fanatica nata dalla desolazione e dalla frustrazione di molti palestinesi. Nessuna idea è mai stata sconfitta con la forza – né con l’ assedio, i bombardamenti, i commando della marina. Nessuna idea si spiana con i cingoli dei carrarmati. Per sconfiggere un’ idea bisogna proporre un’ idea migliore, più accattivante, più accettabile. L’ unico modo che Israele ha per vincere su Hamas è stringere rapidamente un accordo con i palestinesi sull’ istituzione di uno stato indipendente in Cisgiordania e nella striscia di Gaza in base ai confini stabiliti nel 1967, con capitale a Gerusalemme est. Israele deve firmare un accordo di pace con Mahmoud Abbas e il suo governo e ridurre così il conflitto israelo-palestinese ad un conflitto tra Israele e la striscia di Gaza. Quest’ ultimo conflitto può essere risolto, infine, solo negoziando con Hamas o, cosa più ragionevole, tramite l’ integrazione del movimento di Abbas, Fatah, con Hamas. Israele può sequestrare altre cento navi dirette a Gaza, inviare altre cento volte truppe di occupazione nella striscia, dispiegare a oltranza le sue forze militari, di polizia e i servizi segreti , ma non riuscirà a risolvere il problema. Il problema è che noi israeliani non siamo soli in questa terra e che i palestinesi non sono soli in questa terra. Noi israeliani non siamo soli a Gerusalemme e i palestinesi non sono soli a Gerusalemme. Finoa quando noi, israelianie palestinesi, non accetteremo le conseguenze logiche di questo semplice dato di fatto, vivremo in perenne stato d’ assedio-Gaza sotto l’ assedio di Israele e Israele sotto l’ assedio internazionale e arabo. Non sottovaluto l’ importanza della forza. La forza militare è vitale per Israele. Senza non potremmo sopravvivere un solo giorno. Guai al paese che sottovaluti l’ efficacia della forza. Ma non possiamo permetterci di dimenticare neppure per un momento che la forza serve solo come misura di prevenzione – per impedire che Israele venga distrutto e conquistato, per proteggere le nostre vite e la nostra libertà. Qualunque iniziativa che preveda un uso della forza non come mezzo di prevenzione, di autodifesa, ma per stroncare i problemi e soffocare le idee, condurrà a nuovi disastri, come quello che ci siamo cercati in acque internazionali, in alto mare, di fronte alle rive di Gaza. ©Amos Oz 2010 Traduzione di Emilia Benghi – AMOS OZ
==Se qualcuno trova complicato il mio italiano, vedrò di utilizzare un linguaggio più elementare. Basta chiedere.==Marco
Caro Marco,
potrei cominciare con il fare seriamente le pulci al tuo “alato “italiano!”
Ma sto parlando con un tipico , “creativo”, che confonde spesso l’arte, la cultura, il savoir faire, il cosmopolitismo e quant’altro con l’unica arte, nella quale eccelle: spararle spesso grosse !
Con me non attacca , mio caro, anche se spessissimo sto zitta.
E lascia stare la primogenitura della villania a Uroburo.
A lui riesce discretamente bene; a te NO!!!
Non sono abituata ad aggredire, ma quando ci vuole ci vuole.
E se vuoi ne ho ancora tre sacchi e cinque sporte!!!
Sylvi
x Sylvi
Perchè non applichi il tuo talento a contestare ciò che a tuo parere io sparo di grosso?
Sempre meglio che attribuirmi opinioni non mie.
Non ho paura degli scontri, puoi usare i grossi calibri, se ti aggrada.
Egr sig P,
mi sembrano quelli di Anita e di Marco Tempesta ,sull’Afghanistan, commenti molto più riflessivi!
Tu come al solito sei il solito propagandista da quattro soldi, che vedi nemici in ogni dove.
Non vale nemmeno più la pena di mandarti….
D’accordo con ciò che dice Amos Oz, tranne che per un particolare:
“Quest’ ultimo conflitto può essere risolto, infine, solo negoziando con Hamas o, cosa più ragionevole, tramite l’integrazione del movimento di Abbas, Fatah, con Hamas.”
Mettere d’accordo le fazioni palestinesi tra loro, sarà più difficile che mettere d’accordo israeliani e palestinesi. Ma diamo anche questo come miracolosamente possibile ( basta pagare, tutto ha un prezzo).
Amos Oz parla con la mente del saggio. Come lui in Israele ce ne sono certamente molti.
Una domanda però mi piacerebbe porgli: “gli integralisti della Grande Israele, che non sono pochi, quale fine faranno? Continueranno a sbattere la testa contro il muro del pianto o si daranno da fare a creare incidenti per far riprendere la guerra più ferocemente di prima, in nome del ‘Dio lo vuole’?”.
Io propenderei per quest’ultima ipotesi e ci scommetterei i miei ultimi centesimi.
Israele e il segreto nucleare (Barbara Spinelli per La Stampa)
Difficile capire i pericoli che corre Israele pericoli non nuovi, ma immensamente dilatati dall’assalto, in acque internazionali, alla flottiglia che il 31 maggio ha tentato di forzare il blocco di Gaza se non si adotta uno sguardo lungo, che amplifichi le nozioni dello spazio e del tempo. Lo spazio più ampio è quello popolato da forze, in Medio Oriente, che sono in mutazione e tendono a divenire potenze decisive: l’Iran è una di queste, ma anche la Turchia. Il tempo più ampio sono i 43 anni in cui Israele è divenuto uno Stato che occupa in maniera permanente spazi non suoi, abitati da un popolo che aspira a emanciparsi dal colonizzatore e a farsi Stato. In questi 43 anni Israele ha goduto di uno speciale privilegio, e ad esso si è abituato: era l’unico Paese nucleare della zona, anche se lo negava, e l’atomica costruita nel ‘55-58 con l’aiuto francese ha funzionato da deterrente. Nessuno Stato arabo poteva oltrepassare certi limiti e mettere in forse la sua esistenza, grazie alla tutela dell’arma ultima che è la bomba. Questa condizione di privilegio non poteva durare in eterno è infatti ora sta vacillando. Il desiderio iraniano di rompere il monopolio israeliano sul nucleare è antico, e precede l’avvento del regime teocratico a Teheran. L’America stessa ha tollerato il monopolio, sia pure faticosamente, e lo tollera di meno oggi che il suo potere globale si sfalda. Nei rapporti tesi fra Obama e Netanyahu c’è la questione atomica, non detta ma sempre più pensata.
Difficile alla lunga vietare ad altri attori l’arma, se la si concede a Israele. Difficile chieder loro di parlare vero, senza chiederlo a Israele. Obama aveva questo in mente, quando invitò il premier israeliano a partecipare alla conferenza sulla sicurezza nucleare del 12-13 aprile a Washington. Invito che Netanyahu declinò, credendo di immortalare in tal modo il proprio statuto di potenza nucleare opaca, che nega il possesso della bomba e, al massimo, parla di «opzione nucleare». La conferenza ha auspicato una zona denuclearizzata in Medio Oriente, pensando all’Iran ma anche a Israele. I motivi della non partecipazione si possono capire – Israele non ha firmato il Trattato di non proliferazione – ma rimanere assenti significa vietare a se stessi lo sguardo lungo, nello spazio e nel tempo, che urge in questo momento.
In Israele si parla poco della bomba e della centrale di Dimona. Mordechai Vanunu, il tecnico che lavorava a Dimona e ne rivelò l’esistenza, parlò di 200 testate in un’intervista al Sunday Times del 1986, e venne incarcerato per 18 anni, accusato di alto tradimento. Israele resta una democrazia, ma sull’atomica mantiene un segreto di natura autoritaria. I suoi esperti danno alla segretezza il nome di opacità. Lo storico Avner Cohen, autore di un libro importante sulla questione (Israel and the Bomb, Columbia University Press 1998, rifiutato in Israele) sostiene che l’opacità è una «cultura chiusa in se stessa che non permette di pensare l’epoca della post-opacità». I responsabili dell’atomica si sono «abituati a lavorare nell’anonimato, immunizzati da critiche esterne». Il segreto nucleare è un paravento forse necessario in passato, ma che ora copre debolezze e gesti di follia politica.
La guerra dei Sei giorni, nel ’67, fu combattuta al riparo della bomba, ultimata tra la fine degli Anni 50 e i primi 60. Ma possedere la bomba senza ammetterlo ha finito col congelare il pensiero, dando a Israele l’impressione di un tempo immobile, di un monopolio non scalfibile. Congelamento accentuato dall’assenza di test nucleari. Per le altre potenze atomiche il test è stato un atto di trasparenza, oltre che di orgoglio o tracotanza. In Israele la dissimulazione ha consentito che la bomba restasse un deterrente puro, che mette paura senza uscire dall’irrealtà del simbolo.
La volontà dell’Iran di divenire una nazione nucleare (e in futuro una simile volontà turca) mette fine al simbolo dissimulato. La bomba comincia a farsi reale, forse usabile in caso di aggressione. È il risultato d’un monopolio contestato ma anche della politica dell’opacità, che molti leader arabi considerano un oltraggio. È anche il risultato della nuova fragilità delle forze convenzionali israeliane. La bomba è un deterrente efficace quando il suo uso è minacciato, ma non necessario. Quando è necessario, la deterrenza rovina. Le ultime guerre israeliane e l’assalto alla flottiglia hanno confermato tale fragilità. Inoltre Israele ha alle spalle una potenza Usa in declino, invischiata in guerre fallimentari, meno disponibile.
Tanto più grave è la delegittimazione di cui soffre lo Stato israeliano, soprattutto da quando Hamas ha vinto le elezioni del giugno 2007 ed è iniziato il blocco di Gaza. Una delegittimazione che tende a espandersi, non solo localmente ma mondialmente. Il nuovo potere regionale esercitato da Iran e Turchia è guardato con sospetto da Washington, ma in fondo tollerato. L’Iran è trattato come un reietto ma la Turchia resta membro della Nato, con cui esistono solidarietà preziose per Washington. Basti pensare allo strano gioco di scacchi in corso sull’atomica iraniana. Il 9 giugno, il Consiglio di sicurezza ha adottato sanzioni contro Teheran, con il consenso di Russia e Cina. Ma il 17 maggio, un accordo regionale di vasta portata era stato raggiunto tra Iran, Turchia e Brasile, in base al quale Teheran accettava di trasportare in Turchia 1200 chilogrammi di uranio a basso arricchimento, in cambio di 120 chilogrammi di uranio arricchito al 20 per cento da usare per il proprio reattore di ricerca medica. Quel che America, Europa, Russia non erano riuscite a fare per anni, due potenze medie l’hanno ottenuto rapidamente. Ma c’è di più: il 27 maggio, il ministero degli Esteri brasiliano ha reso pubblica una lettera inviata da Obama a Lula (e probabilmente al turco Erdogan) in cui l’accordo di Teheran veniva appoggiato, sia pure scetticamente. Le sanzioni lo hanno messo in sordina, ma forse non affossato.
In questo mondo in mutazione si muove Israele, sempre più ingabbiato dalle inferriate che si è fabbricato. Sempre più prigioniero della propria tendenza a considerare equivalenti due minacce che non lo sono: la minaccia alla sua legittimità, e alla sua esistenza. La prima va combattuta politicamente, e preliminarmente alla lotta per la sopravvivenza. Equiparare all’Olocausto l’atomica iraniana, e la rottura del monopolio sul nucleare, significa impedire a se stessi correzioni di rotta e sforzi di rilegittimazione. Se ogni correzione è rifiutata, niente ha senso: né la lotta alla banalizzazione della bomba, né l’uscita dall’opacità, né un negoziato con potenze nucleari in fieri, né, soprattutto, la soluzione del dramma palestinese. È quest’ultimo che consente a tanti Paesi di delegittimare continuamente Israele.
Se adotta uno sguardo lungo, Israele dovrà per forza scoprire che di tempo ne ha pochissimo, per cambiare radicalmente. Non può continuare a colonizzare terre quando anche il Papa denuncia l’occupazione, non può costruire sempre nuovi insediamenti, a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, senza attrarre su di sé il risentimento non solo di Stati contigui ma della stessa America e dell’Europa. Quarantatré anni di colonizzazione hanno reso affannoso quello che ora le tocca fare: facilitare la nascita di un vero Stato accanto a sé, che renda il popolo palestinese non solo fiero ma infine responsabile, dunque anche imputabile.
Gli uomini di Netanyahu ancora si muovono nel mondo di ieri, quello dell’opacità e della sicurezza di sé. Nell’aprile scorso, il presidente del Parlamento Reuven Rivlin ha dichiarato preferibile uno Stato bi-nazionale, piuttosto che dividere Israele e Cisgiordania in due Stati separati. Altri la pensano allo stesso modo. Sono posizioni suicide. Perché se Israele incorpora gli arabi delle zone colonizzate, cesserà di essere uno Stato ebraico. Se non li incorpora, e continuerà a rendere impossibile lo Stato palestinese, cesserà di essere una democrazia. È questo il dilemma cui è condannato, terribile ma ineludibile.
Siuazione italiana
La vicenda di Pomigliano D’arco pone all’attenzione della distatta opinione italica alcuni aspetti fondamentali per il nostro futuro.
Li pone, non tanto in termini drammatici ,poichè tutto sommato l’offerta Fiat è di investire in Italia.
Li pone invece in termini più generali, poichè mi sembra che a molti sfugga il fatto che li investe come se , li investisse in Polonia.
Ovvero con Pomigliano d’arco finisce per sempre l’illusione e si chiude il paradigma dello Sviluppo democratico per la”classe operaia” (di stampo riformista)o quello che ne resta.
E sotto lo sguardo di tutti il metodo del ricatto occupazionale in situazione di crisi e se si fa bene attenzione la situazione comporta che si ritorni alla buona pratica del “capello in mano”.
Sentivo quasi in alcune interviste di “persone dell’indotto” che già lavorano in situazioni di sottooccupazione quasi l’invito agli operai Fiat che ancora resistono di accettare di buon grado.
Quindi il modello dello sviluppo italico è tracciato, ed quello dello del nero , del precariato, sella occupazione saltuaria e quello che le Isole della garanzie stanno ad una ad una saltando.
In sostanza un tipico sviluppo da paesi sottosviluppati.
Sarà bene saperlo per il futuro .
L’attacco all’Art 41 , completa il quadro istituzionale così come economia chiama!
La coniugazione dei due fatti poni seri problemi strategici al tradizionale riformismo italiano e direi anche eupropeo, per altri aspetti che non ho il tempo di sviluppare ora.
buona notte
cc
ps- una riflessione più seria andrebbe fatta a questo punto sull’importanza che verrà ad assumere la questione economica in termini di reale democrazia , così come eravamo abituati a considerala.
Mi sembra che al situazione politica segua..infatti apparentemente le altre questioni sul tappepo finora sembravano predominanti, come quella del Bavaglio, Ora invece mi sembrano più che starnamente connesse…se si tace nei luoghi di lavoro e nella Società civile sotto il ricatto della “pagnotta” quelli come Travaglio si dovranno adeguare alla lunga ..o immolare , o andare all’estero.
caro CC,
“distratta opinione pubblica italiana”?
Qualcuno era molto attento…credimi!
Sviluppo democratico della classe operaia?
Quale? Quella moolto tutelata che si faceva i c..zzi suoi o quella che deve entrare o rientrare nel mondo del lavoro facendo i conti con l’Europa e la globalizzazione?
Pomigliano è la disfatta di certo sindacalismo che guardava l’albero e non la foresta! Nient’altro!
Buonanotte anche a te!
Sylvi
Stavolta sono d’accordo con Sylvi.
Ho più volte affermato che gli operai stanno pagando la miopia dei propri sindacati. Ciò che conta è sempre il risultato finale, e il risultato è negativo non solo per gli operai ma anche per gli imprenditori. Direi che tutta la questione del lavoro è stata affrontata con troppa leggerezza da entrambe le parti. D’altronde un protezionismo esasperato, in funzione del mantenimento del valore del lavoro ( paga oraria in rapporto alla produttività), avrebbe conseguenze ancora peggiori. Il settore dell’auto è in fare di profonda trasformazione: stanno per entrare in commercio auto che costeranno 2000 euro, o anche meno, di fabbricazione cinese. Sono di qualità migliore rispetto a quelle indiane della Tata. A quando si faranno vivi anche gli altri attori del sudest asiatico?
La soluzione per il lavoro italiano è nei prodotti ad alto valore aggiunto, nei prodotti d’avanguardia, nei brevetti. A produrre il resto, saranno gli altri a prezzi che noi non potremo mai raggiungere, a meno di non lavorare sottopagati.
x Marco
rispondo brevemente al tuo post. Non sono certo io a negare che in politica la comunicazione e’ importante, ma e’ un punto talmente ovvio da diventare banale se non e’ messo in un certo contesto. Tu dici che bisogna conquistare la maggioranza. Ma per far che? di imbonitori ed imbroglioni ce n’e’ gia’ abbastanza. In definitiva qualunque partito potrebbe dire o fare cio’ che dicevi nel post 392. Il mio quesito era un tantino piu’ complesso, ovvero come rendere mediaticamente appetibile un modesto programma di sinistra. Ma e’ solo una piccola parte del problema, perche’ la sinistra non ha il controllo dei mezzi di comunicazione se non in minima parte…
Il governo Prodi (chi se lo ricorda piu’, sembrano anni luce) non era certo l’ideale, ma era quanto di meglio la sinistra italiana potesse realisticamente esprimere. Farlo cadere fu un’azione da scellerati, e ne pagheremo le conseguenze per chissa’ quanti anni.
Comincio davvero a temere che non vedremo la fine del berlusconismo italico tanto presto.
Se siamo fortunati, forse vivremo solo abbastanza per vedere la fine naturale di questo o quel ‘leader’, tutto qui
Peter
Questi sono i minerali in Afghanistan portati alla luce di recente.
http://graphics8.nytimes.com/images/2010/06/14/world/asia/14minerals-graphic/14minerals-graphic-popup.jpg
Veramente non e’ una scoperta tanto nuova, se questi tesori del sottosuolo cadono in mano dei talebani…e’ una sfortuna per gli afghani pacifisti.
Anita
Caro CC,
Il mio problema non sono i commenti del Signor Marco o la Signora Anita ma i tuoi stupidi commenti su qualunque cosa contro l’USA, che puzzano del vecchio comunismo impecorito.
Un saluto antoniano.
…se un imbecille non capisce quando un programma è scritto
senza lasciare spazi,quindi viruless,e quando invece è fatto da
50 milioni di linee,come il Windous7,..e si da le arie da esperto,allora è un povero imbecille mascherato che si scopre da solo….
la Nigeria non c’entra un fico secco,…da quelle parti non saltano pozzi che inquinano oceani e continenti.
Egr sig P,
se i miei commenti ,ti puzzano di comunismo impecorito, saltali a piè pari,ed evita di commentare .
Ti ho già detto che tu, altro non sei che un” propagandista ideologizzato sannita di scarso livello” e su questo Blog non hai mai portato un contributo degno di nota,che sia uno.
Quest’estate ricordati di informarti meglio alle pendici del Gran sasso sul latte di pecora è una sana professione ancora e ti potrebbe rilassare assai.
Vedi di non confondere le pecore con i Pastori maremmani, potrebbero nascere dei problemi se tenti di tosarne uno o di mungerlo.
cc
Cara Anita,
quella tabella che hai postato di quanti anni fa è ?
Quello che mi ha stupito nella notizia riportata da Repubblica e che la notizia sia uscita da fonti del Pentagono, anzichè da un dipartimento ministeriale.
In merito al resto hai ragione ad affermare che sulla carta per il momento quelle risorse sono difficilmente sfruttabili un una Società tribale.
Di certo sono però estremamente stategiche e la convenienza o meno dipende dalla sua scarsità, tanto che già si pensava di trovarne sulla Luna.
cc
… Vidi che i miei compagni di lavoro seguivano il mio esempio.
Si fermarono e si riunirono in gruppi.
Il nostro esempio si divulgava di reparto in reparto tanto che in pochi minuti quasi tutto lo stabilimento si fermò. Era il 13 marzo 1943.
Giacomo De Gregorio, operaio
loro scarsità-ec
I pm chiedono l’accompagnamento
“coatto” per Ghedini
Unipol-Bnl: chiesto il via libera alla Giunta per le autorizzazioni della Camera.
Il deputato del Pdl deve testimoniare sull’intercettazione Fassino-Consorte.
Amministrative in Sardegna: «En-plein del centrosinistra»
«Una bella vittoria per il centrosinistra.
Un en plein che non lascia discussioni».
A dirlo è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a commento della vittoria dei candidati del Pd e del centrosinistra in Sardegna.
Sono stati ribaltati i vantaggi del centrodestra del primo turno.
E i media nazionali non ne fanno menzione!
Bankitalia: debito pubblico record
Entrate fiscali in calo: meno 1.8%
Il livello del debito e’ in assoluto il piu’ alto mai raggiunto.
Entrate tributarie da gennaio a aprile 2010, in calo di 2 miliardi.
Mentre il nostro presidente Berlusconi si affanna e vuole varare a tutti i costi la Legge bavaglio sulle intercettazioni.
L’ultima auto FIAT che ho avuto era una Tipo 1600, acquistata nuova di fabbrica ovviamente!
Dopo due mesi, chiudendo la portiera mi cadde con fragore, fortunatamente non sui piedi!
Il cristallo andò in mille pezzi!
Ero sotto i 10.000km quando si fermò per le strade della ex Yugoslavia in mezzo ai lupi!
Nella pulizia, sotto il tappettino raccattai un paio di kg di bulloni e varia mercanzia, abbandonati da un operaio frustrato e sfruttato!
Per ben due volte un pezzetto elettronico del valore di 30 euro mi costò trecento per l’autogru che venne a prendermi!
Si potrebbe dire: sfortuna, un pezzo può nascere male…
Già, ma io l’avevo pagata per buona, in due rate!!!
E non bruscolini!
Ognuno tragga le conclusioni che crede!
Io non ho mai più comprato Fiat!
Buona giornata
Sylvi
Pudori e bugie
Giornale di ieri, copertina: «L’inno di Zaia e le battute del cavaliere.
La sinistra s’indigna su Mameli, Verdi e le gag di Silvio.
Che però fa sul serio: vola in Libia e libera tre nostri pescherecci più l’ostaggio svizzero».
Centropagina: «Così le intercettazioni moltiplicano i reati –
Il paradosso delle spiate: per incastrare gli indagati li si lascia agire a lungo indisturbati». Pudori e bugie del giornale di famiglia: la storia di Zaia ha provocato un terremoto anche nel Pdl, altro che solo nella sinistra.
E i colleghi del Giornale lo sanno bene.
Poi, quell’altra bugia pudica a proposito delle intercettazioni, concepita nel tentativo di difendere l’indifendibile.
E i colleghi del Giornale lo sanno bene.
Ecco: mentre il loro editore lotta per chiudere la bocca anche ai nostri bravi colleghi del quotidiano di famiglia, noi lottiamo perché anche a loro sia permesso di fare i giornalisti come a loro piace e sanno, contando su una magistratura libera di esercitare il suo difficile mestiere.
Sanno anche questo.
Scuola, Cobas contro i tagli
Scrutini bloccati in 13 regioni
Oltre 5mila scrutini bloccati in 13 regioni. Manifestazione dei Cobas al ministero dell’Istruzione contro i tagli alla scuola.
Iniziati gli esami per 575mila studenti delle medie.
Giustizia: “Riforma? Con imbroglioni non si tratta”
L’annunciata riforma della giustizia da parte della maggioranza è un’ulteriore minaccia ai magistrati e una truffa nei confronti dei cittadini, che chiedono solo una giustizia celere e più attenta ai diritti dei più deboli.
Si potrebbe dire: sfortuna, un pezzo può nascere male…
Già, ma io l’avevo pagata per buona, in due rate!!!
E non bruscolini
Cara Sylvi,
….dalla mia prima 500 non più comperato macchine fiat,era il 1963.
In Nigeria la mia ditta italiana,ha comperato 30 macchine 132 con aria condizionatat per dirigenti e capi-cantiere.
Dopo 6 mesi erano tutte da rottamanre,..siamo ritornati alle
francesi Pegiots e poi alle giapponesi mazda e toyota.
Sullo stabilimento che la mia ditta ha costrutito in Congo nel
1971 per trattori agricoli,in cui la fiat si è fatto dare il contributo,
loro costruiscono solo se c’è uno stato che paga,…
su 5 capannoni,uno solo era per il montaggio dei trattori,…il resto per riparare e vendere vetture….,modello 124.
Gli ultimi 60 milioni di lire per i lavori supplementari non sono stati onorati dai torinesi,..con scuse varie,e quando sono stato invitato a Torino da un loro tecnico a visitare uno stabilimenteo,
e dopo siamo andati al ristorante si sono guardati in faccia,…al che il fesso sottoscritto si è alzato e da buon terrone ha pagato il conto per tutti.
La Fiat raccoglie quello che ha seminato.
Un saluto,Ber
loro costruiscono solo se c’è uno stato che paga,…
….andava il parentesi…
Afganistan: sottoterra c’è un tesoro immenso.
Un gruppo di geologi statunitensi identifica riserve minerarie di ferro, rame, oro e litio. “Qui c’è una ricchezza enorme”.
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Capito perchè gli usaescippa stanno lì?
C.G.
“Qui c’è una ricchezza enorme”.
ma bisogna scavare per sfruttarla,…quando incominceranno?
Fin’ora hanno visto solo morti e distruzione,…e l’aumento della
produzione dell’oppio da vendere per alimentare la guerriglia.
Non sarà una scusa per tenerla occupata come l’Irak?
Chi vivrà vedrà…
Tu dici che bisogna conquistare la maggioranza. Ma per far che? (Peter)
——
Come sarebbe ‘per far che?’
Per poter governare, no? Come governi se non hai la maggioranza?
Certo non basta andare al governo per saper governare meglio della concorrenza. Ci vuole gente veloce ed efficace, con le idee chiare e la capacità di comunicarle ai cittadini per renderli partecipi del rinnovamento. Soprattutto, bisogna mettere in soffitta tutti i concetti provenienti da ideologie obsolete. Tipo la falce e martello.
Le amministrative non fanno testo, perchè si vota la persona, non il partito.
A Bisceglie si è ricandidato sindaco il mio amico che è già stato sindaco per tre volte in passato. E’ dei ‘c…sti italiani’, ma nella pratica è stato il sindaco più dittatore che Bisceglie abbia mai avuto, tant’è che era soprannominato ‘il raìs’. Ha avuto due o tre richiami dal Presidente della Repubblica, per il suo continuo ricorso agli atti monocratici. Però se abbiamo un lungomare decente, lo dobbiamo a lui. Era amico personale di Arafat e a Khan Younis c’è ( o forse c’era) un giardino pubblico donato dal Comune di Bisceglie ( cioè da lui con i soldi del Comune).
Se vince, ed è facile che vinca, proprio perchè ha una capacità di comunicare veramente notevole, non si può certo dire che abbia vinto il partito dei c…sti italiani. Ha vinto lui, dittatore italiano, e basta.
Mah, a parte le 600 che andavano in ebollizione e le 124 con la marmitta sfondata, vedo in giro ancora adesso decine di 500 tirate a lucido e addirittura furgoni dei primi anni ’60, ancora usati dagli ambulanti. Altra auto ben riuscita, la 127. Ce ne sono ancora in circolazione. Il resto, dopo la 127, spazzatura.
cara Sylvi,
hai fatto benissimo a non comperare più Fiat.
Gli operai frustrati lavorano male e peggio ancora i loro dirigenti.
vedasi il caso della Toyota, odierno che ha dovuto ritirare miglia di auto.
Il tempo passa ma gli operai frustrati ,continuano a lavorare male, anzi ancora non si sa se siano i progettisti frustarti a lavorar del culo, visto che molte operazioni sono “meccanizzate da Robot” , o la fretta di battere il Mercato.
Chissà ,evidentemente , passano i tempi , ma le frustrazioni rimangono,trasferendosi solo dalle tute salariate ai colletti bianche salariati.
Però se chiudono quelli grandi , sembra , appare che anche gli Indotti dove è tutto “piccolo e bello”, debbano chiudere, poi mi posso sempre sbagliare.
Sarà , ma conviene comperarsi un’auto “artigianale perfetta” a 200.000 euro .
Ma i consumi di massa dove li mettiamo?
cc
Ps- E’ anche vero che per la “locomozione ci si può sempre servire di un bel paio di zoccoli in legno dei Masi o degli Chabod valdostani , intarsiati dai contadini nelle lunghe pause invernali nella stalla con il riscaldamento del bue e dell’asinello.
Può essere una forma economica nuova .
Tutta da riscoprire.
In definitiva qualunque partito potrebbe dire o fare cio’ che dicevi nel post 392.
——-
Direi di no. Quale degli attuali partiti accetterebbe di perdere l’attuale bengodi e di rischiare brutto se imbroglia? Nessuno, direi.
Ci vuole quindi un partito fatto di gente nuova, che faccia politica non per gli sviluppi economici personali ma per il bene del Paese, con stipendi adeguati ma non esagerati. Politici puri, insomma, non affaristi.
cara Sylvi (2),
tu poi hai l’età giusta per ricordarti le inchieste di mario soldati nel dopoguerra e la parodia del “troncio” di Ugo Tognazzi.
Un troncio, uno stuzzicadenti artistico però.
Un troncio , uno zoccolo artistico però.
Lavorato con cura ed amore certosini da “non frustrati”.
Mio nonno intrecciava favolosi canestri e “Cavagne”; volli imparare anch’io , devo ancora finire il prodotto ,che spero tu mi acquisterai.
Il costo, beh lasciamo perdere è un’opera d’arte.
cc
Cara Sylvi,
mi era sfuggito il tuo brillante 409.
Ti sarà di conforto sapere che in parte la penso come te.
In fondo lo stato reale dei” salariati tutti” ritornerà ad essere ,quello ckassico che un’economia “mercato” finanziaria impone .
Quelle esperienze sono ormai “obsolete” ed è bene che ritorni a mendicar il lavoro con il cappello in man dal sior paron.
Sensa illusion !
cc
Siamo pronti ,1ª comunicazione da Radio Libera:
Le trote sono buone sotto sale , marinate
ripeto
Le trote sono buone sotto sale,marinate.
L.
Caro Marco,
la fiat i motori li ha fatti sempre bene,…il fai da te italiano ha fatto il resto….
La 500 era una macchina piccolina per donne,…i mariti si son fatti quella più grande e la 500 è andata alla moglie.
Noi siamo famosi per l’arrangiamento in tutti i campi,…
e così superiamo meglio le crisi,…i meriti li lasciamo ai governi vari…
DUE NAVI IRANIANE CON AIUTI UMANITARI
IN PARTENZA PER GAZA.
EGITTO PRONTO A PERMETTERE SBARCO E SCARICO ATTRAVERSO RAFAH
http://www.jpost.com/IranianThreat/News/Article.aspx?id=178395
Iranian flotilla leaving for Gaza
Two Iranian cargoes of humanitarian aid for Gaza will leave next week and one of them will be shipped through Istanbul, the official Iranian news agency, IRNA reported Monday.
Bighash said that some 200 out of the 290 Iranian MPs had wanted to make the visit but the three-man team will go instead. He said that the Egyptians had expressed willingness to allow the Iranians to enter Gaza through the Rafah crossing.
Soprattutto, bisogna mettere in soffitta tutti i concetti provenienti da ideologie obsolete. Tipo la falce e martello.
@MT
Sempre e solo quelle, vero?
E quelle neoliberiste-capitaliste? Non meritano neanche una menzione, malgrado i gravi danni che stanno arrecando al mondo anche adesso, mentre scriviamo?
Di obsoleto qui c’e’ solo il suo modo di fare l’anticomunista.
Ho già detto che un conto è il crimine applicato alla finanza, altro conto è il capitalismo.
Se non ci convinciamo ad abbandonare tutto ciò che agli occhi della gente è fallimentare, e la falce e martello lo è, dovremo sorbirci il cavaliere a tempo indeterminato.
E’ una verità così difficile da accettare?
La criminalità finanziaria va combattuta in ogni caso e, a mio parere, molto più duramente di quanto si faccia oggi. Non esiste che banchieri pirati se ne vadano con emolumenti da sceicchi, come è successo. Non esiste neanche che si lascino in mani private banche pirata, lasciate sopravvivere con fondi pubblici. Non dovrebbe esistere che amministratori disonesti se la passino liscia, a qualsiasi partito appartengano. Purtroppo manca un’entità politica in grado di moralizzare drasticamente e sottolineo drasticamente, la gestione della ‘cosa’ pubblica, poichè di dritta o di storta chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Rinnovare la politica non significa tentare di riportare in auge fantasmi del passato, ma rinnovare concettualmente tutto il sistema, ad opera di gente che senta la politica come una missione sociale, non come una possibilità di acquisire privilegi.
Di gente così ce ne sarebbe a sufficienza, se solo si riuscisse a coagularli e a coordinarli, senza la necessità di ricorrere a simboli ormai abbondantemente ammuffiti.
x Vox, 439
Adesso non ci prova più nessuno a forzare il blocco. Vanno tutti per Rafah.
Come vengano poi gestiti gli aiuti, mi piacerebbe saperlo.
Mi piacerebbe anche sapere che fine ha fatto il carico delle navi dirottate in Israele.
E che fine hanno fatto tutti gli effetti personali confiscati ai pacifisti: “questo a me e questo a te”?
L’Aquila, striscione contro Berlusconi
«L’unica mente fragile sei tu!»
Le frasi del premier scatenano una raffica di reazioni. Rossini: «Le sue parole sono state inattese. Noi comunque continuiamo a lavorare serenamente». E all’Aquila compare uno striscione contro il presidente del consiglio
E’ finito il taglio dei nastri,…i nodi vengono al PETTINE
cari cc e Ber,
la Tipo era considerata una macchina di alta gamma.
Ero sempre in giro per il Friuli, avevo vecchi da scorrazzare, avevo bisogno di un prodotto sicuro e comodo, che poi non costava come una 500!, di cui ne ho avute due da ragazza.
A CC vorrei dire che, al tempo, c’erano molti ins. che a scuola o facevano la calzetta, letterale, oppure erano a casa malati.
I dirigenti non avevano problemi di mercato e lasciavano fare.
La Fiat ha sopportato fin che pagava pantalone;
i lavoratori lavoravano poco e male e i “padroni” intascavano e facevano la bella vita come l’Avvocato!!!
I sindacalisti potevano permettersi il lusso di fare i demagoghi!
Non è più così!
Alla Illy, ( però solo 500 dipendenti!) per esempio, fanno da tempo esattamente ciò che chiede ora la Fiat a Pomigliano!
Un sabato e una domenica ogni tanto non possono andare a Barcola! Non possono scioperare il sabato per farsi il ponte!!!
E con ciò?
Ritengono di avere buone paghe, forse perchè le confrontano,
con i vicini e lontani, forse perchè hanno capito che non si può più vivere di espedienti!!!
La Fiom vive fuori dal mondo, altro che “cappello in mano” e mi pare che persino Epifani abbia difficoltà a difenderli!
Comunque noi cittadini dovremmo ricordarci i nostri doveri, per farli poi, a muso duro, ricordare a” padroni” e a politici!
Ps la robotica stenta perchè non è chiaro ancora dove va il mercato,perchè ancora ha pochissimi progettisti ( la Scuola!!!) non perchè non sia sicura.
Sylvi
Di obsoleto qui c’e’ solo il suo modo di fare l’anticomunista. Vox { 15.06.10 alle 12:38 }
——————————————–
In tema calcistico direi che Vox batte MT 2-0.
Palla al centro. U.
Per 441 M.Tempesta
DESOLANTE
x Marco -#444-
Ti scrivo quel che leggo da giornali e websites internazionali:
“Humanitarian Aid”
The cargo was taken off the boats at the Ashdod port and checked there, in accordance with the Israeli embargo on Gaza. Much of the equipment and supplies aboard the “humanitarian” ships for Gaza has been checked and found to be worthless. Many of the medicines are expired and/or came in an assorted, not easily organized manner. In addition, much of the equipment is in poor condition. Despite this, it is being taken to the Kerem Shalom crossing, and will be distributed in Gaza by human rights organizations.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Traduzione Google.
Il carico e’ stato tolto le barche al porto di Ashdod e controllato lì, in conformità con l’embargo israeliano su Gaza. Gran parte delle attrezzature e dei rifornimenti a bordo del “umanitaria” navi per Gaza è stato controllato e trovato privo di valore. Molti dei medicinali sono scaduti e / o è venuto in maniera assortita, non facilmente organizzati. Inoltre, gran parte del materiale è in cattive condizioni. Nonostante questo, è di essere portato al valico di Kerem Shalom, e sarà distribuito a Gaza da parte di organizzazioni dei diritti umani.
Anita
x C.G.
Appunto, proprio come tutto il petrolio che scippiamo dall’Iraq.
Anita