L’ultima trovata antipalestinese: i paci-finti. Fanatici? Beh, meno dei coloni israeliani e loro protettori

Bene. Abbiamo visto i video con i Davide “paci-finti” che oppongono resistenza (toh, guarda! RESISTENZA!) al gigante Golia delle forze armate israeliane. E non è stato solo il nostro eroico e gigantesco ministrello degli Esteri Franco Frattini a cogliere la palla al balzo per calare le brache e ragliare per l’ennesima volta pro Israele di ferro e fuoco e annessa nuova mattanza. Del resto se il capo del governo, il grande Chiavaliere Pipino il Breve, ha affermato senza morire di vergogna che “quella di Israele a Gaza è stata una giusta reazione”, cosa ci si può aspettare dai tanti suoi stallieri, palafrenieri, servi, nani, ballerine, escort politici, politici escort e piccoli signor Nessuno?
Ma non divaghiamo. I paci-finti hanno reagito perfino a bastonate. Bene. E allora? Dov’è il problema? Care canaglie antisemite perché arabofobe, guardiamoci bene negli occhi: queste scene le abbiamo già viste. Dove? Quando? A Gaza quando l’esercito israeliano ha sgomberato – finalmente! – i coloni e questi hanno resistito con lanci di pietre, bastononate, ecc. Queste scene le abbiamo già viste nei territori palestinesi rubati dai coloni, che attaccano spesso e volentieri perfino i bambini. Eppure non abbiamo mai visto l’esercito iraeliano sparare contro la ciurmaglia “colonilista”, cioè colonialista,  che si difendeva al pari dei paci-finti della nave Marmara diretta a Gaza. L’uso smaccato, e criminale, dei due pesi e due misure è evidente. Scandalosamente evidente. Come la malafede dei laudatori e scusatori sempre e comunque, o degli inarcatori di sopracciglie sempre e comunque. Stile Panebianco.

Abbiamo visto anche un israeliano sparare e uccidere in strada Yitzhak Rabin, senza che la polizia, pur presente in forze,  uccidesse l’attentatore, che se ne sta infatti beato in carcere dove – a differenza di tutti i detenuti abusivi palestinesi – gode di ogni attenzione e confort, mi pare si sia anche sposato o fidanzato, compresa la benedizione di parte del rabbinato. Ah, già, il rabbinato, quello oltranzista che benedice gli assassini come quello che ha ucciso Rabin.  Domanda: come mai i paci-finti invece non godono dei trattamenti riservati a un assassino colto con la pistola ancora fumante? Attendiamo risposta.
I paci-finti fanatici? Non più dei coloni, protetti e vezzeggiati dal governo e dalle forze armate israeliane nonostante le colonie siano illegali e dal punto di vista delle leggi internazionali e dal punto di vista delle stesse leggi israeliane. Che strano: un governo e un esercito che proteggono le illegalità… Poi ce la pendiamo con i nostri politici che chiudono un occhio con la mafia.

I paci-finti fanatici? Non più dei coloni che vogliono sfogare la loro sete di violenza chiedendo a gran voce la rioccupazione di Gaza e occupando qualunque collina con invereconde scuse “religiose” e “bibliche”. I paci-finti fanatici? Non più dei “religiosi” che hanno seminato prepotenza e odio sulla Spianata delle Moschee pretendendo di violarla per compiervi “riti religiosi”. Ah, l’ebraismo, antica gloria del mondo, ridotto a instrumentum regni di una classe politica cieca ed egoista, e a volte perfino a straccio per pulire gli stivali dei militari. I paci-finti saranno forse fanatici, ma l’esercito israeliano non ha torto un capello neppure a uno come Baruch Goldstein, il colono che a Hebron ha massacrato nella moscha di Abramo un bel po’ di palestinesi intenti a pregare, grazie ai militari che lo avevano lasciato passare con tanto di mitra. Goldstein è stato linciato dalla folla superstite, ma in Israele c’è tuttora la vergogna di un monumento in suo onore! E badate che Hamas è nata proprio a causa del massacro compiuto da quel delinquente fanatico di Goldstein. Un pacifista?

Care canaglie antisemite perché arabofobe, a Genova per il G8, a Parigi per i sans papier, a Berlino per la contestazione, e ovunque nel mondo civile abbiamo visto manifestanti ben più incazzati e devastatori dei poveri cristi sulla Marmara, ma in nessun Paese civile sono stati massacrati come hanno fatto invece i vostri adorati militari israeliani. Che si sono comportati più da cinesi in Tibet che da militari di un Paese civile.
Cari ipocriti inossidabili, come mai voi che siete i primi a NON credere mai a NESSUN video – neppure se di paci-finti israeliani! – che dimostra le violenze dei coloni e dell’esercito israeliano, esercito che usa sparare anche contro cortei di donne indifese, vi siete invece ingordamente bevuti i video rifilati dal governo israeliano? Ah, come siete disonesti, sporchi dentro più di quanto siate sepolcri imbiancati fuori. La domanda la giro anche all’illustrissimo, eroico e gigantesco ministrello Frattini.
Ci sono foto che sono state taroccate? E allora? Ma cos’è che taroccano? Missili? Mitra? Pistole? Vergognatevi, buffoni e mascalzoni un tanto al chilo.

Il video col paci-finto forse musulmano che aspira al martirio? E allora? A cosa si dicevano disposti i coloni mascalzoni che non volevano essere sgomberati da Gaza? Non erano disposti anche al martirio non pochi di loro? E una parte del rabbinato non è arrivata a dire che avevano il diritto se non l’obbligo anche di resistere con le armi? Forse che l’esercito israeliano li ha massacrati? Forse che i rAdolfo, i Beeeelbi e i virus impronunciabili, forse che i Giuliani Ferrara, Vittorii Feltri e Angeli Panibianchi ne hanno preteso la fucilazione immediata? Ma da quando in qua bisogna uccidere una persona, anziché magari ricoverarla alla neuro, solo perché si dice disposta al martirio? Hanno allora ragione quelli che accoppano i religiosi cristiani in terre islamiche o animiste perché si tratta di religiosi disposti al martirio? Forse che i cristiani, me compreso pur non potendomi dire esattamente tale, non hanno l’obbligo di “testimoniare” la fede? Forse che la Chiesa non celebra per l’appunto i “testimoni”, cioè i suoi martiri della fede? (comunque infinitamente meno numerosi di quel che si usa far credere). Forse che i militari nelle guerre, compresi i nostri, non vanno all’attacco disposti al martirio, come è avvenuto e avviene in milioni di casi? Ma da quando in qua il martirio è bello – pulcrum pro patria mori! – solo se nostro e fa invece schifo se altrui? Peraltro, io credo che il martirio sia sempre sbagliato: meglio vivere e rimboccarsi le maniche, meglio insistere e resistere.
Gli orribili paci-finti della nave Marmara disposti al martirio forse andavano all’attacco con cinture di bombe, grappoli di bombe a mano allacciate alla vita o corone di candelotti di dinamite attorno alla testa? Poveri cristi, avevano al massimo dei bastoni (NON di metallo, perché i filmati dimostrano chiaramente che non erano così pesanti. Che sia ben chiaro!), forse delle fionde, forse a un certo punto per difendersi hanno usato “perfino” qualche coltello. E allora? Difendersi dai pirati è un diritto dovere. Io avrei utilizzato gli idranti. Che però sarebberso stati ben più rovinosi per i “ragazzi” mandati a sparare calandosi dagli elicotteri.
I paci-finti si sono difesi a bastonate? E allora? Anche con qualche coltellata? E allora? Da quando in qua si mandano all’assalto militari che non sono neppure in grado di sedare una (giusta) resistenza a bastonate? A Genova per il G8 di qualche anno fa un carabinere ha sparato per difendersi giustappunto da un giovane – Giuliani – che lo stava assaltando con pali di ferro e, se non ricordo male, lanci di bombole antincedio. Ma quel carabiniere NON è stato premiato né laudato né preso ad esempio, ha invece avuto guai con la giustizia. Oggi sappiamo che per i Frattini&C andava preso a pistolettate  –  in testa e a distanza ravvicinata – non solo Giuliani, ma anche tutti i paci-finti come lui.
Quanta sporcizia ha certa gente nel cervello, nell’anima e nel cuore…

Questi feroci odiatori dei paci-finti, questa gente che giustifica e comprende sempre e solo a senso unico, ha però il pregio di avere parlato chiaro: bisogna massacrare chiunque non si inchini alle prepotenze dei governi israeliani. Punto e basta. Va eliminato chiunque osi dire la verità e protestare per Gaza. Gaza? Ma come? Gli abitanti vi conducono la bella vita, anzi la dolce vita, piscine, aria condizionata, supermercati stracolmi, belle Università, grandi ospedali, uffici e fabbriche in vetro cemento, grattacieli e stipendi d’oro, milioni di turisti con annessi grandi guadagni, e i paci-finti li spacciano per poveracci?  Pazzesco! Con i rAdoldo, Beeeeeelbi e virus impronunciabili che non vedono l’ora di poter andare a vivere a Gaza per godersene i lussi da nababbi! Questi paci-finti meritano solo di essere sparati. Meglio se a morte con un bel colpo di pistola in testa da distanza molto ravvicinata.
Questi veri pacifisti alla rAdolfo&C giurano per giustificarlo che il massacro di Gaza “porterà alla pace”, poi però applaudono i nuovi massacri. Questi poveracci sciroppati di testa si impancano a declamare che “nessuno può dire come Israele deve difendersi”. Giusto. E ci mancherebbe altro. Ma chi glielo va a dire all’Iran, alla Turchia, ecc., che loro invece devono difendersi solo come diciamo noi e come dice Israele e non come vogliono loro? I ragliatori che si impancano a spiegare che “Israele è in guerra con Gaza”, per poi tentare di correggersi balbettando che “è in guerra non con Gaza ma solo con Hamas” (cosa peraltro falsa perché i morti sono quasi tutti non di Hamas), ignorano un piccolo particolare: se c’è una guerra, allora i belligeranti hanno entrambi l’ovvio diritto a cercarsi degli alleati. O possiamo cercarceli solo noi? Solo Israele? Senza contare che solo gli Stati incivili fanno guerra a ciò che non è un altro Stato, ma solo un popolo. Vedi l’esempio degli europei nelle Americhe che hanno fatto “la guerra” contro le tribù indigene.
I rAdolfo hanno il pregio di delirare parlando chiaro e dicendo senza rendersene conto la verità: le prossime navi di pacifinti “vanno colate a picco” senza nessuna esitazione, specie se scortate da navi militari turche o iraniane. I rAdolfo puntano cioè alla guerra, a quello che il papa ha definito da Cipro “un bagno di sangue”. Me è un pezzo che avevamo capito dove puntano i rAdolfo&C. E’ da un pezzo che abbiamo capito come si muovano in sintonia con i peggiori settori del governo e delle forze armate israeliane.

Ah, i paci-finti. Ci dicano, lor signori, e quali sarebbero secondo voi i “veri pacifisti”? Quelli che sparano ai palestinesi? Quelli che ne occupano le terre? Quelli che gli rubano i pozzi e le sorgenti d’acqua? Quelli che gli demoliscono gli aranceti, gli uliveti e le case schiaccindo a morte anche le Rachel Corrie? Paci-finta anche Rachel Corrie, vero? E come no!
Nel ’68 nei campus americani e in Europa i paci-finti stufi marci degli orrori della guerra nel Vietnam hanno dato vita a decine e decine di manifestazioni tipo nave Marmara, anche con lanci di molotov: ovviamente, dato che si trattava di Paesi civili, la polizia non ha mai avuto l’ordine di sparare all’impazzata. Spiace constatare che i militari israeliani si regolino altrimenti in presenza di proteste prive di armi da fuoco, per giunta in  acque internazionali.

Ora si profila all’orizzonte una nave di paci-finti ebrei europei diretta anch’essa a Gaza. Antisemiti odiatori di Israele e nipotini di Hitler anche quelli? Anche le migliaia di intellettuali ebrei europei che ne hanno i coglioni pieni di doversi vergognare della politica di Israele e del suo tirare sempre i ballo “gli ebrei” barando sulla falsa equazione israeliano=ebreo=sionista=arabofobo? Pare che l’esempio della Flotilla sarà seguito da molti nel mondo. Domanda: come ha fatto il governo israeliano a essere così stupido da cacciarsi in una situazione nella quale perfino il suo mandante a stelle e strisce dice per bocca del presidnete Obama che “il blocco è insostenibile”? Come ha fatto il governo israeliano ad essere così imbecille da arrivare al punto da costringere il papa in persona ad accusarlo di andare verso “un bagno di sangue”? (tra parentesi: come abbiamo fatto in Italia ad arrivare al punto che l’ambasciatore israeliano censura le parole del papa e ne detta ai giornali l'”interpretazioe autentica” facendo sparire di colpo il discorso del papa?).
Io non credo che il governo israeliano sia rimasto vittima di una trappola o abbia sbagliato i conti. Come scrivono gli ebrei europei nei loro appelli di protesta contro la politica israeliana, è troppo tempo che i vari Sharon, Barack, Olmert, Netanyahu, ecc., coltivano la strategia del tanto peggio tanto meglio. Gli studi statistici dei demografi teorici del Muro, tra i quali purtroppo anche degli italiani, dimostrano che nel giro di 20-40 anni in Israele la maggioranza sarà di cittadini arabi e i palestiensi, se non vengono deportati come suggerisce il nipotino adolfino Lieberman, saranno anche loro milioni. I governi di destra israeliani sanno che è la bomba demografica la vera arma contro di loro. E qual è l’unica strategia possibile contro la bomba demografica? Elementare, Watson: una bella grande guerra, quella che il papa ha giustappunto definito “un bagno di sangue”. Magari con bombette atomiche, come preconizza il baldo cattolicone Vittorio Messori… Non è stato del resto l’attuale segretario di Stato Usa, la signora Clinton, a dichiarare scandendo le parole che “l’Iran sarà incenerito prima ancora di completare l’eventuale dispiegamento di un missile da lanciare contro Israele”? E poi dicono che è l’Iran a minacciare Israele quando Ahmadinejad afferma che “SE – ripeto: SE – Israele ci attacca risponderemo in modo devastante”. Da quando in qua è una “minaccia” chiarire che se ti danno una sberla rispondi con una randellata?
Ah, la bella dichiarazione israeliana secondo la quale “non vogliamo distruggere Gaza e i suoi abitanti, ma solo il suo sistema di governo”. Bene. Ma allora perché ogni volta che l’Iran o chi per esso specifica che non vuole distruggere Israele e gli israeliani bensì la sua struttura di governo sempre impostata al sionismo si confondono le carte in tavola dicendo che “l’Iran vuole distruggere Israele”? Potrebbe per esempio Panebianco rispondere a questa domanda?

Ho letto del vergognoso articolo de Il Foglio contro la paci-finta il cui diario di bordo è stato pubblicato da Repubblica non appena espulsa in Italia da Israele. Questa paci-finta è addirittura accusata di far parte di gente che osa scrivere dell’editore Carlo De Benedetti che è un “ebreo sionista”. Scusate, ma a dire pubblicamente che è ebreo, cosa che non frega nulla a nessuno, è lo stesso De Benedetti.  Sionista? Non credo proprio, comunque certo non arabofobo, ma non sono i filoisreliani duri e puri, i sionisti arabofobi a 21 carati, a sostenere che ebreo=sionista? Una volta ho letto mi pare su La Stampa un articolo di quell’Elkan – o una recensione di un suo libro – che credo sia il padre dei rampolli arrivati al vertice della Fiat grazie all’unico merito del loro genitore di avere sposato una figlia di Gianni Agnelli e grazie anche alla morte prematura dei giovani eredi Agnelli (Giovannino ed Edoardo). Nell’articolo, o recensione, si leggeva che Elkan è talmente orgoglioso di essere ebreo che “andrei sulla cima di una montagna a gridare “Sono ebreo” Sono ebreo!””. Mah. No comment. Voglio dire: se c’ qualcuno che per pirmo ci tiene a far sapere che è ebreo, particolare che  non vedo a chi possa interessare, perché mai una paci-finta non lo può rilevare?
La paci-finta in questione è accusata da Il Foglio di essere simpatizzante o appartenente a un gruppo che non crede la Shoà sia mai avvenuta. Detesto le persone che negano sia mai avvenuta la Shoà – così come disprezzo chi se ne frega della Shoà degli zingari, detta Porrajmos e Samudaripen –  ma, come Voltaire (scusate l’accostamento), ritengo abbiano diritto di parola anche loro. Diritto di parola e di ricerca storica: eh sì, perché ormai il comporamento di continua prepotenza e intolleranza di chi della Shoà ne ha fatto una industria – vedasi il libro “L’industria dell’Olocausto”, scritto certo non da un “antisemita”! – e la base di qualunque pretesa israeliana, autorizza sospetti di qualunque tipo. E poiché certi delitti della Storia, che sono guarda caso delitti nostri e non degli “altri”, è meglio non sottovalutarli o ridimensionarli, è bene che la ricerca storica possa spaziare a 360 gradi, dubbi compresi.

Sissì, lo so, lo so bene: ci saranno sempre i Panibianchi che storceranno il naso perché il colore dei calzini del portinai dello zio del lattaio del vicino di casa del nonno del palestinese paci-finto o non paci-finto è un colore “sbagliato”. Il mestiere e il ruolo retribuito di tutti costoro è la coltivazione dell’arte del dubbio. Ma non come diceva mi pare Bertold Brecht, bensì solo e sempre a senso unico. C’è chi dubita della Shoà. E c’è chi dubita dei paci-finti. Il loro fine è chiaro: mentre io e quelli come me sosteniamo il diritto ad esistere dello Stato israeliano, e il pari diritto dei palestiensi ad uno Stato loro diverso da una riserva indiana, i dubitatori di professione NON vogliono, manco morti, che uno Stato palestinese nasca. Ci sono già troppi Stati musulmani…. E l’Europa è “assediata dai musulmani”…
Poveri palestinesi, odiati da tutti e da tutti usati strumentalmente come carne da macello. E povera Europa, quando dovremo pagare il prezzo anche di questo nuovo delitto, il catastrofico fallimento della nostra politica in Medio Oriente da quando Napoleone ha seguito il consiglio di invadere l’Egitto per metterla a quel posto agli inglesi.

Post scriptum – I Panibianchi per mestiere inarcano le sopracciglia e  dubitano, a senso unico. I fiancheggiatori alla rAdolfo&C hanno il compito complementare di gridare che ogni volta che qualcuno critica un eccesso o una mattanza israeliana urla contro gli ebrei in blocco, paragonandoli ai nazisti e amenità di questo genere. Addirittura, se dici che un Beeeelbus è un cretino, ti rispondono – con nick fasulli – che è proprio il tipo di insulto che Hitler riservava agli ebrei. Roba da manicomio. A gente così sventurata non vale la pena neppure di rispondere: “Non ti curari di lor, ma guarda e passa”. E io aggiungo: meglio perderli che trovarli. A simili stolti accecati non viene neppure in mente da lontano che il video e il commento della mia amica Paola li abbia postati io, debitamente autorizzato, trasformando così per mia volontà in commento quella che era una e-mail privata. Io e quelli come me non abbiamo paura dello stimolare il dibattito. E neppure dei video, qualunque essi siano. La verità infatti è testarda.

542 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    I sindacalisti potevano permettersi il lusso di fare i demagoghi!
    La Fiom vive fuori dal mondo … persino Epifani abbia difficoltà a difenderli!
    Comunque noi cittadini dovremmo ricordarci i nostri doveri, per farli poi, a muso duro, ricordare a” padroni” e a politici! sylvi { 15.06.10 alle 14:26 }
    —————————————-
    Curioso che tutte le colpe, o se si preferisce i limiti dell’Ittaglia debbano tutti essere ascritti alla sinistra.
    Perfino il fatto che la scuola non funzioni è colpa della sinistra, anche se, conti alla mano, i sindacati della scuola sono a maggioranza moderati, come sono sempre stati. Naturalmente non conta nulla il fatto che la scuola, soprattutto la scuola media e la superiore, siano stati per anni il luogo di collocamento, talvolta in effetti una sorta di sinecura), della borghesia meridionale che certo di sinistra non è mai stata. Lo stesso dicasi per la maggioranza dei dipendenti pubblici, tra i quali sono particolarmente indecenti per carenza di senso del dovere e di senso civico proprio quelli difesi a man salva dalle destre, e spesso dalle destre peggiori. Sono sicuro che tutti quelli che devon capire han capito.
    La banale realtà del paese è che la nostra è una classe dirigente bravissima a farsi gli affari propri sulla pelle del paese ma assai meno capace di dare soluzioni positive ai problemi del paese stesso,pur guadagnandoci.
    Le caratteristiche della classe digggerente ittalica sono sempre state capacità tecniche limitatissime (naturalmente per colpa di quel kommunista di Gentile!); grande importanza data all’educazione umanistica, cioè a dire il ricordare vagamente chi era Platone e citare a sproposito il processo di Socrate (ouuhhyeahhh); capacità imprenditoriali ancora minori; capacità civiche, il famoso rispetto per le regole, valido solo per gli altri (cosa questa di cui il Partito Kommunista e personalmente Toghhliatti sono stati i primi responsabbbbbeli, con il loro mal esempio); capacità organizzative pressoché inesistenti; capacità previsionali nulle, bastava sempre e solo la speranza nello stellone d’Ittaglia e sapere di potere comunque scaricare sempre i costi sulle spalle degli strati inferiori della popolazione; desiderio di elevare le capacità anche solo tecniche e culturali del suddetto poppolo inesistenti (quando mai la classe diggerente italica, a cominciare dalla Chiesa che ne è tanta parte, ha voluto delle scuole decenti per il popppolo? Quella è sempre stata una richiesta delle sinistre, tant’è che ancora ora l’obbligo scolastico è di 14 anni nonostante i tentativi della sinistra di innalzarli).
    Il poppolo si è adeguato ai vizi della classe digerente, per lo più subendoli. C’è stato un brevissimo periodo nella storia d’Ittaglia, diciamo dal 1968 al 1990, in cui il suddetto povero popppolo ha avuto la forza di non farsi danneggiare né turlupinare, com’era sempre successo. Gliela stanno facendo pagare ancora ora.
    Ma, come dice giustamente Marco, se uno viene imbrogliato è principalmente colpa sua: doveva stare più attento. In fondo in fondo anche una bambina abusata è colpevole: doveva essere meno carina! O no?
    Quindi la colpa è della sinistra, sempre e comunque. Primariamente colpevole di esistere…..
    Un saluto a tutti. U.

  2. Linosse
    Linosse says:

    Sylvi 446 vai avanti!
    Con tutte le argomentazioni che hai se ti fai appoggiare e sostenere dal neocomunicatore autoproclamato” persuasore palese”a 360º M.T. conquisterai il mondo(la friula col suo modello da fotocopiare l’hai già tutta dalla tua parte per cui bussate insieme e vi sarà aperto).
    Allez enfant de la friulie….
    L.

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Se non ci convinciamo ad abbandonare tutto ciò che agli occhi della gente è fallimentare, e la falce e martello lo è, dovremo sorbirci il cavaliere a tempo indeterminato. E’ una verità così difficile da accettare? marco tempesta { 15.06.10 alle 13:03 }
    ————————————————————-
    Mio caro e buon Marco,
    una frase del genere – che alla fin fine vede solo i mali del kommmmunismo, oouhhyeaahh, ma mai gli orrori del capitalismo – è una classica frase di destra. Ovviamente.
    Un saluto U.

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cari miei voi potete dire quello che volete, ma quelli che contano sono i fatti.
    I fatti sono che la sinistra in Italia non esiste più, ammesso che sia mai esistita.
    E’ da qui che dobbiamo partire.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma caro Uro, io non vedo solo i mali da una parte, li vedo anche dall’altra.
    La differenza è che mentre per quel che riguarda il Kommunismo è sbagliato il concetto di fondo che lo sostiene, il capitalismo pecca soltanto di un troppo facile accesso alla criminalità.
    Quindi, mentre il kommunismo non è migliorabile e perciò sostanzialmente inservibile, il capitalismo deve solo darsi una regolata e poi gli ingranaggi possono funzionare. La regolata è costituita innanzitutto da una serie di antivirus che rendano poco conveniente l’accesso ai criminali. Dopodicchè, con qualche altro piccolo aggiustamento si giunge alla sospirata socialdemocrazia che altro non è che capitalismo riveduto e corretto.
    L’errore, come ho più volte spiegato, è il confondere il capitale col denaro. Il capitale non è il denaro ma la propria capacità di produrre. Il denaro è solo il mezzo di trasformazione delle proprie capacità produttive, ovvero del capitale.
    Un caro saluto anche a te. MT

  6. ber
    ber says:

    L’Aquila, striscione contro Berlusconi

    «L’unica mente fragile sei tu!»
    _________________________
    Le frasi del premier scatenano una raffica di reazioni. Rossini: «Le sue parole sono state inattese. Noi comunque continuiamo a lavorare serenamente». E all’Aquila compare uno striscione contro il presidente del consiglio

    Lo striscione contro Berlusconi in viale Corrado IV (foto Raniero Pizzi)
    .Sullo stesso tema
    Cialente: Sono sconcertato” Le parole di Berlusconi di G. Parisse Mancato allarme, 7 indagati – Giustino Parisse: “Perchè ho firmato l’esposto” – Inchiesta grandi rischi L’Aquila ieri e oggi – 31 marzo/2 aprile 2009, prime pagine del CentroL’AQUILA. La città è ancora indignata per le frasi choc di Silvio

    Berlusconi. «Niente protezione civile in Abruzzo, dopo le accuse dei magistrati per il mancato allarme terremoto», ha detto il presidente del consiglio scatenando una serie di reazioni polemiche che non si sono placate nemmeno dopo 24 ore. In viale Corrado IV è comparso uno striscione che riporta il pensiero di molti aquilani: «L’unica mente fragile sei tu!», ha scritto una mano anonima.

    ESCLUSIVO Bertolaso a Onna nonostante il diktat
    LEGGI Berlusconi e Bertolaso: “Noi gente seria” | Gli aquilani indignati: nessuna vendetta | Un’offesa a chi soffre di Giustino Parisse | Berlusconi: “Niente Protezione civile in Abruzzo”

    Sulle frasi del premier è tornato anche il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila Alfredo Rossini. «È un momento un po’ particolare perché le dichiarazioni del premier sono state inattese. Noi comunque continuiamo a lavorare serenamente, seriamente, senza tenere conto di questi aspetti politici. Per quanto riguarda il Consiglio superiore della magistratura, apprezzo molto il suo atteggiamento che è sempre dietro di noi e come in questo caso ci protegge”.

    «Penso che la gente, vedendo uno che lavora, resti soddisfatta», ha aggiunto Rossini. «Io non ho mai fatto un’indagine tenendo conto di quello che la gente pensa io non ho lavorato per seguire le inclinazioni delle persone, ci siamo attivati perché abbiamo ricevuto delle denunce da parte dei genitori, dei parenti, degli avvocati delle persone decedute affinché si faccia chiarezza non sull’operato della Protezione civile ma torno a ribadire sulla Commissione grandi rischi. Certamente le persone che hanno presentato le denunce sono contente perché stiamo lavorando, gli altri osserveranno con interesse».

    …le bugie,..e il corto cammino.

  7. ber
    ber says:

    …insomma Israele sequestra le navi,…magari rivende il carico
    a terzi,
    e scarica la sua coscienza dicendo che il tutto era mal conservato,…quindi INUTILIZZABILE.
    Una trovata intelligenteeeee….

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Anita, sarà ma io non mi fido di quel che dicono gli israeliani. Chi ha presieduto al controllo? Non certo organizzazioni internazionali.
    A mio parere e citando Andreotti che dice ‘a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina’, la roba buona se la saranno presa gli israeliani e l’avranno sostituita con immondizia.
    Il cemento trasportato dalle navi starà ora già nei pilastri delle case dei coloni. I quali ringraziano i pacifisti e lodano l’innominabile per la grazia ricevuta.

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Ber, di che ti stupisci? Tu sai come funzionano le cose in medioriente, no?

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Uro 453.
    la frase non è nè di destra nè di sinistra, ma si riferisce alla situazione attuale in Italia.
    Se l’elettorato è tendenzialmente attratto da concetti di destra, molto ben venduti da Lega e cavaliere, è perchè i concetti di sinistra non sono ritenuti, dalla stessa gente, interessanti.
    Ora, per governare, a noi interessa accentrare la maggior parte possibile di elettorato intorno al nostro progetto. Se invece di governare vogliamo solo fare i filosofi, è un altro discorso.
    Per accentrare gente che tendenzialmente ha dimostrato di essere di destra, come fare? E’ qui che vi voglio.

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Il governo irlandese ha annunciato l’espulsione di un diplomatico israeliano implicato nell’omicidio di un dirigente di Hamas a Dubai.

  12. Peter
    Peter says:

    x Marco

    il fatto e’ che di una politica di sinistra non te ne frega proprio niente. Arrivavi a preferire Fitto a Vendola, il che e’ tutto dire. E non credo che fosse una semplice faccenda di preferenze personali. Per cui tutti i politici di sinistra sono rissosi, incompententi, stupidi, sconclusionati, e poi non sanno comunicare…anzi, una sinistra in Italia non c’e’ e non c’e’ mai stata, secondo il tuo ultimo post.
    Trovo francamente irritanti certe frasi fatte, come quando dici a Ber lo sai come vanno le cose in Medio Oriente, etc. Anni fa si diceva, lo sai che siamo in Italia, come dire in Africa. Il vero succo di luoghi comuni del genere e’ , anche se non capisci, adeguati…

    Peter

  13. Uroburo
    Uroburo says:

    il capitalismo pecca soltanto di un troppo facile accesso alla criminalità. marco tempesta { 15.06.10 alle 16:30 }
    ——————————————-
    Haw haw haw ….. SOLTANTO…. Haw haw haw …..
    In fondo in fondo il Banana va benissimo. Ed anche Totò Riina, a pensarci bene. Sono SOLTANTO un po’ criminali. U.

  14. sylvi
    sylvi says:

    caro Linosse,

    io non voglio conquistare un bel niente e nessuno.
    Non ho parlato in generale di dx e sx, ho accennato alla Fiom che se fosse un’emanazione di Almirante per me sarebbe la stessa cosa.
    Sono soprattutto una massaia abituata a fare i conti con quel che entra ed esce!
    Mi pare che in Italia in tutti questi anni ognuno sia andato per la sua strada ma sempre cercando prima di mungere il borsellino famigliare.
    Logico che i più forti e i più furbi hanno munto di più, non c’era nessuna mamma a dare bacchettate sulle dita, soprattutto la mamma stava facendo manicure e guardava altrove!

    Una volta per tutte io parlo di ciò che so; ho citato i triestini perchè erano cultori del vivere bene e lavorare poco!
    Noi friulani dicevamo che impegnavano la muta da sub per andare a sciare e viceversa; a volte era pure vero!!

    Possiamo fare storiografia, ed è buona cosa, possiamo indignarci per la classe politica ed imprenditoriale, bisogna indignarsi!!! E poi?
    In nome di diritti molto dubbi,di ideologie che sono fallite nella loro applicazione, li ho citati sopra, la Fiom rigetta non solo un accordo sindacale, ma addiruttura la riapertura di una fabbrica…dello sviluppo generale!

    Del ’68 non hanno saputo far tesoro delle conquiste ottenute, adattandole e modulandole con i tempi e le situazioni internazionali, rendendole così patrimonio comune.
    Vadano a laurà! A vore, si dice dalle mie parti!

    Silvi

  15. Peter
    Peter says:

    x Marco

    se invece mi sbaglio, ed una politica di sinistra ti interessa, allora fai degli esempi concreti, te l’ho gia’ chiesto l’altro giorno, altrimenti le tue somigliano alle suppliche dei predicatori di c ampagna il giorno del santo patrono!
    Di’ quale sarebbe secondo te un programma progressista accettabile, anche minimalista che e’ ancora meglio, e come lo si potrebbe tradurre in slogan, motti e facebook phrases che il bue popolo italico sia in grado di capire…s’il vous plait.

    Peter

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Certo, se ci fossero adeguati sbarramenti alla criminalità affaristica, non avremmo nè il banana nè Riina. Sembra così strana la cosa? Forse che nel kommunismo i funzionari di partito non se la passavano molto meglio dei poveri sfigati lavoratori?
    Solo che nel kommunismo il potere è intoccabile, mentre nel capitalismo socialdemocratico i potenti li si può rimandare a zappare con la stessa facilità con cui li si è eletti. Lo vediamo nelle più decenti democrazie del Nord Europa, dove chi sgarra va a casa con ignominia.

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Peter, se ti prendessi la briga di leggere i miei post per intero, ti saresti accorto che di esempi ne ho fatti in quantità.
    Basta andare indietro, rileggersi i post e scoprire che ho dato una quantità di dritte per uscire dalla situazione attuale. Naturalmente c’è bisogno della gente adatta, non certo dei simil sinistrorsi falcemartelliani di oscura bottega.

  18. Peter
    Peter says:

    x Marco

    bene, abbiamo scoperto che, dato che in Italia i capitalisti al potere sono intoccabili (oltreche’ in odore di mafia), sono kommunisti. Altrimenti li si potrebbe mandare a casa con ignominia…
    Ho sempre pensato che i mafiofasciolegaioli, ed i dc per 50 anni prima di loro, fossero dei maledetti komunisti

    Peter

  19. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Anni fa si diceva, lo sai che siamo in Italia, come dire in Africa (Peter)
    …..
    E infatti, come siamo finiti?

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro peter non so che temperature ci sono da voi, ma stavolta stai facendo concorrenza a Sylvi. A Bisceglie si dice ‘capire cazzi per scischki’. La tua logica è diventata acrobatica, stai facendo i salti mortali per farmi dire cose che non ho mai inteso dire. Il tutto, per non ammettere che la sinistra in Italia è fallita.

  21. marco tempesta
    marco tempesta says:

    bene, abbiamo scoperto che, dato che in Italia i capitalisti al potere sono intoccabili (oltreche’ in odore di mafia), sono kommunisti. (Peter)
    ——
    Chi l’ha detto che sono intoccabili? Lo sono adesso, ma il sistema prevede che possano non esserlo più. In Nord Europa mi risulta siano capitalisti. A te risulta il contrario?

  22. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco ,

    tu hai dato molte idee su come ripulire lo Stivale, ma tutte campate in aria, tutte molto aleatorie.
    Il problema è che fino a quando c’è un solo cittadino che giustifica: l’evasione fiscale anche di un euro; le Casse dello Stato viste come pozzi di petrolio inesauribili e di provenienza misteriosa; il vivere la giornata “cercando il caffè migliore o quello che ti lasciano pagato” (parole del sorrentino di domenica); finchè non temi il poliziotto che ti fa la domanda fatidica:- ma lei (ricchissimo o poverissimo) come mantiene il suo tenore di vita?- sempre parole sue, del sorrentino, ma a Linz!!!
    Fino a quando il primo art. della Carta resta, in tutti i sensi, carta straccia…i tuoi argomenti non valgono una cicca!

    Sylvi

  23. sylvi
    sylvi says:

    X Linosse,

    viste le turibolate che Marco dedica a Uroburo e non a me, mettilo nel suo cesto, non nel mio!!!

    Sylvi

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi:
    step n.1: da domani TUTTI saranno costretti a pagare le tasse fino all’ultimo centesimo.
    step n.2: qualche milione di bottegai e piccoli artigini, da domani chiuderà bottega.
    step n.3: una buona parte di bottegai ed artigiani che saranno stati costretti a chiudere bottega, sarà assoldata dalla malavita organizzata.

    Questo è lo scenario che vuoi? O cos’altro pensi che succederebbe? Le file alla Caritas?

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    IL CAFFE’ PAGATO
    (gira su internet, ma vi assicuro che corrisponde alla realtà)

    Tutti quelli che non sono di Napoli o che non ci hanno mai abitato pensano che quella del “caffè pagato” sia una delle solite leggende metropolitane, o che comunque sia una cosa di tanti anni fa quando ancora c’erano i ricchi nobili napoletani e la povera gente per le quali anche un caffè al bar era un lusso che non potevano permettersi. Ma si sa che per i napoletani la “tazzulella ‘e cafè” è una cosa a cui pochi sanno rinunciare ed allora chissà chi iniziò questa tradizione.

    Io nemmeno ci credevo. Un giorno mi trovavo in un bel bar vicino a Piazza del Plebiscito, è un locale di quelli rinomati, frequentati da “bella gente”, quando i nostri Presidenti della Repubblica l’ex Presidente Ciampi e quello attuale Napolitano si trovano a Napoli, alla televisione si vede che fanno quasi sempre una sosta qui in questo bar, comunque stavo dicendo un giorno mi trovavo lì e vidi entrare un bell’uomo anziano, si faceva notare per il suo portamento eretto ed elegante, era vestito con degli abiti un po’ vecchi ma puliti e tutto di lui faceva capire che aveva visto tempi migliori.

    Si avvicinò alla cassa, disse qualcosa e la cassiera gli rispose:”Prego si accomodi” lui si avvicinò al bancone, gli servirono un caffè, ringraziò con un cenno del capo, salutò ed uscì.

    Io pensai che fosse una persona conosciuta e che magari sapendolo in difficoltà la cassiera gli avesse offerto un caffè.

    Qualche mese dopo mi trovavo in una zona diversa di Napoli, Fuorigrotta, anch’io quando esco a metà mattina vado sempre a fare colazione al bar, caffè e cornetto, questo rione di Napoli è un po’ più popolare c’è un bel mercato rionale ed anche un bellissimo viale di palmizi con negozi di vario genere, per tutte le tasche, allora come dicevo ero al bar e quando stavo pagando si avvicinò un uomo e chiese alla signora della cassa:” C’è qualcosa?” lei disse si accomodi ed andò a fargli un caffè.

    Era la seconda volta che mi capitava di assistere ad una scena del genere, ma qui c’ero già stata tante volte ed ero un pochino in confidenza e così chiesi spiegazioni. La signora mi disse della tradizione del caffè pagato, dicendomi però anche che si c’erano ancora delle persone che lasciavano alla cassa “un caffè pagato”, per chi non aveva i soldi per pagarselo e ne sentiva il desiderio, magari non più tante perché essendo una tradizione antica certi non lo sapevano, specialmente i giovani.

    Ma poi mi disse: “Ma come si fa a dire di no a chi ha voglia di un buon caffè e non ha i soldi per pagarlo?”

    Che cuore grande hanno i napoletani!

    Da quella volta, spesso, quando andavo al bar lasciavo un caffè pagato, da qualche parte qualcuno mi guardava come se fossi una matta, immagino si chiedessero io con il mio accento nordico come facessi a saperlo, ma non mi importava, sentivo in quel modo di fare di più parte della città.

  26. Come oggi l'Inghilterra, prima o poi anche Israele dovrà scusarsi per i suoi bagni di sangue
    Come oggi l'Inghilterra, prima o poi anche Israele dovrà scusarsi per i suoi bagni di sangue says:

    IRLANDA DEL NORD
    Bloody Sunday, mea culpa di Cameron
    “Fu ingiusto e ingiustificato”
    Presentato il rapporto della Commissione indipendente sulla strage di manifestanti cattolici a Derry nel 1972 ad opera dei parà britannici. Il premier: “Conclusioni inequivocabili: è stato sbagliato”. I familiari manifestano

    LONDRA – “Ingiusto e ingiustificato”. David Cameron riconosce, con parole inimmaginabili solo pochi anni fa per un premier britannico, le responsabilità del suo Paese in uno dei capitoli più sanguinosi dei trent’anni di guerra civile in Irlanda del nord: la Bloody Sunday. Oggi verrà reso noto il rapporto della commissione d’inchiesta sui tragici eventi della domenica di sangue del 1972, in cui 14 manifestanti cattolici vennero trucidati dai parà inglesi a Derry. Cameron l’ha letto e ne ha tratto una conclusione netta: “Sono patriottico e non voglio mai credere a niente di cattivo sul nostro Paese, ma le conclusioni di questo rapporto sono prive di equivoci: ciò che è successo il giorno di Bloody Sunday è stato ingiusto e ingiustificabile. E’ stato sbagliato”, ha detto il primo ministro conservatore presentando il rapporto di Lord Saville of Newdigate.

    Ci sono voluti 12 anni di lavoro e 195 milioni di sterline di spesa, migliaia di audizioni per ricostruire in cinquemila pagine quel che accadde il 30 gennaio di 38 anni fa nella città nordirlandese, Londonderry per la Gran Bretagna, Derry per i repubblicani nordirlandesi, roccaforte del movimento indipendentista repubblicano.
    Il rapporto accusa esplicitamente alcuni dei militari di aver ucciso illegalmente i civili, aprendo la porta a processi, 38 anni dopo quei fatti. Le vittime, ha detto Cameron citando il rapporto, “non erano armate”. Furono sparati colpi da paramilitari repubblicani, ma questo “non giustificò l’uccisione di civili”. Una prima inchiesta, chiusa frettolosamente dopo la strage, concluse che i parà avevano sparato sulla folla per legittima difesa dopo che i manifestanti gli avevano sparato contro. Una falsità oggi smascherata ufficialmente.

    Cameron ha compiuto certo un atto di coraggio nel mea culpa per l’uccisione indiscriminata dei manifestanti che quel giorno erano scesi in piazza per difendere i diritti civili violati della comunità cattolica nelle sei contee dell’Ulster. Ma non ha certo rinnegato la politica britannica nell’isola irlandese. Il “Bloddy Sunday” non è ciò
    che definisce la presenza delle forze britanniche nell’Irlanda del Nord fra il 1969 e il 2007, ha detto il premier. Cameron ha tuttavia ammesso che “alcuni errori sono stati fatti”, e che “non vi sono giustificazioni per l’uso della forza da parte dei soldati”, ma difeso l'”impegno e il coraggio” dei militari britannici nell’Ulster. La verità, ha detto, “per quanto dolorosa, non ci rende più deboli, ma più forti, questo è quello che ci distingue dai terroristi”. Quello che è accaduto nel Bloody Sunday ha rafforzato l’Ira ed esacerbato il conflitto, ha ammesso. “L’Irlanda del Nord è stata trasformata negli ultimi vent’anni, proseguiamo questo lavoro di cambiamento, insieme con tutti i nordirlandesi”, ha quindi affermato Cameron.

    Per Derry la ferita è ancora aperta. Amici, parenti, politici e sostenitori hanno sfilato oggi per le strade di Derry, dove il rapporto è stato presentato nel palazzo della Guildhall (sede del consiglio comunale) da Lord Saville, che fu incaricato dell’inchiesta dall’allora premier Tony Blair. Ognuno di loro, entrando nell’edificio dove è stato dato loro il rapporto in anteprima, ha alzato un cartello con la foto di una delle vittime, tra gli applausi dei presenti.

    Kay Duddy, il cui fratello Jackie fu il primo a essere ucciso, ha detto: “Abbiamo aspettato così tanto, e ora siamo qui, ho un nodo allo stomaco. Così tante volte abbiamo pensato di essere vicini alla verità, e pensare che ora lo vedremo nero su bianco. Spero di riuscire ad arrivare alla fine di questa giornata”. Nella borsa portava un fazzoletto con la scritta ‘Padre Edward Daly’, lo stesso che quel prete usò per tentare di fermare il sangue che usciva dalle ferite del fratello colpito a morte. L’immagine di padre Daly è rimasta l’icona di quella domenica.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Fino a quando il primo art. della Carta resta, in tutti i sensi, carta straccia…i tuoi argomenti non valgono una cicca! (Sylvi)
    ——-
    Partendo dal presupposto che il primo art. della Carta sia carta straccia, e che comunque a moralizzare gli italiani dal basso non ci riuscirebbe mai nessuno, bisogna agire dall’alto.
    Ovvero da posti di governo.

    step n.1: Si prende in considerazione la qualità dell’elettorato e si stabilisce che è tendenzialmente di destra.
    step n.2: Si cercano argomenti sufficientemente condivisi per poter attrarre i voti. Insisto sul termine ‘condivisi’. L’unico argomento condiviso riguarda non la morale ma i soldi.
    step n.3: Una volta attratti i voti si consolida il consenso con leggi demagogiche adeguate, nei primi 6 mesi di governo.

    Dallo step 4 in poi, si potrà raddrizzare la democrazia portandola a socialdemocrazia di una certa decenza, senza che l’elettorato protesti. I cittadini di destra si ritroveranno di sinistra senza neanche accorgersene.

  28. ber
    ber says:

    x Anita,
    l’età rende diffidente l’uomo e dato il soggetto a pensare male ci si azzecca quasi sempre…

  29. ber
    ber says:

    x marco,
    Da quella volta, spesso, quando andavo al bar lasciavo un caffè pagato, da qualche parte qualcuno mi guardava come se fossi una matta, immagino si chiedessero io con il mio accento nordico come facessi a saperlo, ma non mi importava, sentivo in quel modo di fare di più parte della città.

    …anch’io sapevo che i napoletani sono gente squisita,(non tutti però),…e il tuo racconto mi ha quasi commosso.
    Sto diventando sentimentale,…un’epoca che se ne va.
    Ciao,Ber

  30. ber
    ber says:

    …la cara Syilvi ha riportati tutti a terra,…
    ma,scusa la domanda:

    “ma non era la lega che faceva le manifestazioni contro le tasse?
    …non era il nano che diceva,…adesso pare (si sia rimangiato tutto),a dire che per un industriale evadere le tasse era un dovere?”

    Io non ho mai sentito uno di sx dire queste cose.

    Ciao,Ber

  31. sylvi
    sylvi says:

    - Che cuore grande hanno i napoletani! – Marco

    Veramente il mio conviviale, oltre a quella del caffè pagato, me ne ha raccontate molte altre, dove il grande cuore napoletano ( Saviano ne sa qualcosa) non ci fa proprio una gran figura!

    Alla mafia o camorra i poliziotti, magari a ranghi rinforzati, avrebbero potuto fare la stessa domanda di quelli di Linz.
    Certo che i Palazzi del Governo di Vienna, o Berlino ecc. ecc. non sono quelli di Roma!!!

    E siamo sempre là, a fare ammuina!!!!

    Sylvi

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per Ber: questa è la Napoli che ho vissuto io. E’ una città che solo le persone veramente sensibili possono amare, in tutte le sue contraddizioni. E’ una città che quando ti cattura non ti lascia più.

    Dal blog Noantri:

    Mangiare la pizza a Napoli è come ballare la salsa a Cuba. Ti senti osservato dagli altri, autoctoni, che sanno come fare, e da questo t’accorgi che della tua Napoli non t’è rimasto niente, hai perso tutta la manualità, basta, ora sei di Roma.

    Ho mangiato la pizza a Napoli, ieri, insieme a due medici, un infermiere che sembrava uscito da “La Smorfia” e Alberto: non stavamo male, non eravamo impazziti, è solo una lunga storia che speriamo di poter raccontare presto anche qui. Ho preso una Margherita con la bufala perché non potevo fare altrimenti: fuori c’era il sole sopra il Quartiere Sanità e la città non stava ferma un minuto. Letteralmente.

    Ci stavano i motorini con tre persone a bordo e i motorini guidati da seienni senza maglietta addosso, le macchine contromano e in terza fila, le signore grasse con gli zoccoli che urlavano da una parte all’altra della via, i cestini calati dai balconi vuoti con le venti euro dentro e riempiti dal fruttivendolo con fagiolini e verdure, ci stavano i negozietti pieni di cose strane, scope e palette e apparentemente nient’altro, ci stava la casa con la targa dov’è nato Totò e la villa dove è stato girato un film famoso, ci stavano gli scugnizzi con gli occhi piccoli e ravvicinati che ci guardavano torvi, noi, evidentemente di fuori, accompagnati da pezzi grossi dell’Asl del quartiere, ci stavano i panni stesi che quasi si toccavano tra un palazzo e l’altro, i marciapiedi tutti sgarrupati che bisognava stare attenti a dove si mettevano i piedi, dei ciccioni inverosimili su vespette modificate e bambini e bambine tanto più spigliati di quelli nostri, capaci di guardarti negli occhi già da lontano, creature di sette, otto anni senza scuola e senza istruzione. Qualcuno dice: senza futuro.

    Noi stavamo dentro la pizzeria a mangiare la pizza e a parlare un po’ di lavoro un po’ di altro e da fuori arrivavano tutti i rumori di queste cose che v’ho detto e che sfrigolavano tra loro, le chiacchiere, l’ammuina, le radio a tutto volume, la gente di Napoli. Cercavo di far ruotare la pizza nel piatto per tagliarla convenientemente, pure se quella tutta quanta nel piatto non ci stava e i bordi, spessi, alti, sofficissimi, s’appollaiavano sulla tovaglietta tra le mie bestemmie pensate. Guardavo gli altri, i napoletani, che mangiavano accanto a me e m’accorgevo che a loro questa cosa non capitava: come niente mi sono messo a raccontare di Gigino Pizza a metro, il posto dove da piccolo, mi ricordo, s’andava a mangiare la pizza più buona di tutte, a Vico Equense, e loro mi hanno detto che pure Gigino Pizza a metro, come un sacco di altre cose di Napoli e del mondo, non è più quello di una volta e oggi ci vanno un sacco di turisti e le pizze sono migliori da altre parti, per esempio nella pizzeria dove stavamo mangiando noi.

    Sono successe altre cose trasudanti Napoli che però non riesco tanto bene a raccontare, perché per farlo ci vorrebbe l’accento di Napoli, l’essenza di Napoli sulle dita, come la farina stava sulle dita di quei pizzaioli, ma le parole scritte così come le sto scrivendo, pure se le sto pensando in napoletano, mi escono fuori dalla tastiera diverse, laiche, senza bollicine, non so spiegare, ce le ho qui le cose che vorrei raccontare di Napoli, per esempio il nugolo di dieci persone che s’è messo a sbracciarsi davanti a un’ambulanza – due davanti, due dietro, qualcuno ai lati – per aiutare l’autista a fare manovra in un budello che qui a Roma non sarebbe neanche pedonale, tutta questa gente che strillava in napoletano in mezzo alla strada: “cchiù arretr, ccchiù ncopp, cchiù avant’, gir’! gir’!”, ecco ce le ho in mente le parole giuste per raccontare questa cosa del Quartiere Sanità, un posto meraviglioso e difficile che tantissimo mi ha ricordato la Havana, però una volta scritte, quese parole, non lo so, mi sembra che non siano tanto buone come mentre le pensavo.

    Finendo di mangiare la pizza è successo un fatto strano: due o tre dei nostri commensali si sono messi a parlare con gli occupanti del tavolo vicino. Sembra quasi che a Napoli sia proibito il silenzio: questa cosa non succede da altre parti, dove la gente sta tutta nascosta dietro i giornali aperti o con le cuffie premute dentro le orecchie. Allora il nostro tavolo s’è messo a parlare con il tavolo vicino, non so bene di cosa, e quando questi altri del tavolo vicino si sono alzati per andarsene, ci hanno urlato: “Allora, quanti caffè lasciamo pagati?”.

    Vai a capire, deve essere una consuetudine questo fatto dei napoletani d’essere un po’ zingari e un po’ fratelli, soprattutto fratelli, e infatti quello è stato solo il primo di una lunghissima serie di Caffè Pagati che mi sono dovuto bere, dovuto, voce del verbo dovere, perché se vai a Napoli mica lo puoi rifiutare un Caffè Pagato, e no, come minimo t’ammazzano, t’acciron’, s’offendono e allora ho bevuto almeno tre Caffè Pagati nel giro di un paio d’ore, io che non bevo MAI caffè, tanto che alla fine, davanti all’ennesima offerta del Caffè Pagato, ho preso coraggio, ho pensato: o la va o la spacca e ho gentilmente declinato, però accettando di buon grado un tè freddo al limone, sempre Pagato, perché non esiste che dentro a un bar, in compagnia di napoletani, non ti fai offrire qualcosa, così ho fatto quest’affare, un tè freddo al limone Pagato in cambio di un Caffè Pagato rifiutato. E’ una mania, un’ossessione: entri nei posti ed è tutto un volare di “Caffè Pagato eh!”, come se Pagare un Caffè fosse un dovere morale, un obbligo esattoriale: i napoletani devono averci una voce apposita tra le uscite domestiche. Ogni anno la Finanziaria Familiare di ciascuno prevede un tot di euro per i Caffè Pagati e la domanda delle domande, naturalmente, è: se tutti hanno garantito un Caffè Pagato, allora chi è veramente che Paga il Caffè? Si fa a turno? E’ una cosa tacita? Un giorno Paghi tu e un giorno Pago io? Come ci si mette d’accordo? Sembra una gara. Entri da una parte, neanche il tempo di alzare il dito per chiedere la parola al barista che arriva la voce: “Caffè pagato!”. Cazzo.

    Napoli, Quartiere Sanità. Bellissimo: un teatro continuo. Non c’ero mai stato però ho scoperto che lì vicino ci sono cresciuti i miei genitori. Mentre camminavamo, a pancia piena, l’infermiere che sembrava uscito da “La Smorfia” ha preso sottobraccio – sottobraccio – Alberto e gli ha detto, dopo un episodio particolare ch’era successo: “Non t’ preoccupa’, accà la gente si inserisce nei discorsi, hai capi’?” ed era vero, era proprio quello che stava succedendo: parlavamo e le persone che ci incrociavano per strada si univano al discorso, dicevano la loro, se per caso avevano sentito l’ultima parola. È successo davanti alla casa dove nacque Totò, nel momento in cui io, per qualche motivo abbastanza comprensibile, ho detto la parola “Totò”, appunto, e allora è arrivata una signora e ci ha raccontato delle cose su Totò e poi è successo anche altre volte, si parlava di Napoli e dei problemi, per esempio, e si sono avvicinati degli sconosciuti a dire la loro, anzi non è che si sono avvicinati: venivano, per affari loro, nella nostra medesima direzione e, captata l’ultima parola del discorso, che ne so, “Scampia”, oppure “Melone”, tac, si sono fermati, ci hanno raggiunti e si sono messi a dirci delle cose su quello, Su Scampia, sul melone, muovendo tantissimo le mani e mangiandosi quasi tutte le vocali finali.

    Verso le sei ce ne siamo andati e i nostri amici medici, sempre a testimonianza di quella strana malattia che colpisce certi napoletani, ci hanno fatto anche dei regali. Non bastavano i Caffè Pagati. Sono andati dentro una Feltrinelli e ci hanno comprato delle cose. Ad Alberto hanno dato un cofanetto con le inchieste di Riccardo Iacona, a me hanno regalato il cofanetto Dvd + libro de “La Smorfia” e poi, a tutti e due, ci hanno dato un libretto con una commedia da loro molto amata di Eduardo.

    La lunghissima (l-u-n-g-h-i-s-s-i-m-a) giornata è finita in una maniera pazzesca, imprevidibile, a Roma, a Via Tiburtina, non a puttane, bensì a chiacchierare con Gigi Proietti. Ma questa, davvero, è un’altra storia.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi, Napoli è come l’India, vive di estremi.
    O forse è più esatto dire che l’India è come Napoli…

  34. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Vero che i napoletani danno sempre corda e si inseriscono nei discorsi. Venendo in treno da Milano, nel breve tratto sul regionale da Formia a Minturno, una signora napoletana dell’età di Sylvi mi è stata a raccontare di quando da ragazze andavano a piedi dal lido di Scauri a Formia, per andare in discoteca. Io avevo solo chiesto se quel treno, trovato in sosta alla stazione di Formia, fermasse a Minturno.

  35. sylvi
    sylvi says:

    caro Ber,

    ho sempre pensato che due ingiustizie, o due furti, non fanno una giustizia, o una donazione!
    Che Berlusconi abbia invitato a non pagare le tasse sembra una giustificazione per sè.
    Che lo abbiano fatto i leghisti è legato alla secessione.
    Io so solo che chi le paga NON diventa improvvisamente ricco!

    ciao Sylvi

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Ber:
    …Allora il nostro tavolo s’è messo a parlare con il tavolo vicino, non so bene di cosa, e quando questi altri del tavolo vicino si sono alzati per andarsene, ci hanno urlato: “Allora, quanti caffè lasciamo pagati?”.
    ——–

    Caro Ber, queste cose possiamo capirle solo io e te. E adesso smetto, perchè altrimenti mi commuovo anch’io…Napoli lascia il segno!

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Un pasticcino al limone e un sorso di limoncello ‘e Surriento.
    Ti conciliano col mondo.
    A casa si è guastata la lavatrice. Vivo in una casa fittata completamente ammobiliata. Tempo un giorno, e mi è arrivata la lavatrice nuova. Il rispetto è rispetto…cose di Napoli.

  38. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    stai diventando come Marco,
    “incomprensibile”,…la realtà è che hanno cavalcato la rivolta fiscale per arrivare al potere ed,…adesso che le casse sono vuote,
    fanno “finta di andare contro gli evasori”.
    Tu sai benissimo che se tutti gli italiani pagassero “tutte le tasse”,…
    alcuni non comprerebbero la barca di lusso ma gli altri viaggerebbero in braghe di tela.

    Non saranno i buffoni della lega o gli affaristi del nano a risanare questo paese,…ma una federazione europea con leggi federali.
    Il resto è solo chiacchiericcio.

    Un saluto,Ber

  39. sylvi
    sylvi says:

    Io avrei , prima di dedicarmi alla cucina, una richiesta da fare a molti blogghisti: NON MI PARAGONATE CON MARCO, non gli assomiglio e non ho nemmeno la sua barba!
    Mio marito asssomiglia al suo contrario e quello ho scelto!

    Se divento incomprensibile mi emenderò, studierò…ma Marco NO!!!”
    Please!

    Buona cena a tutti!

    Sylvi

  40. sylvi
    sylvi says:

    caro Ber,
    a te vorrei solo aggiungere che la Costituzione dice che l’imposizione fiscale è progressiva, a seconda del reddito!
    Io a quella mi attengo e so benissimo di non essere “anema e core” come i napoletani!

    ciao Sylvi

  41. Il signor P.
    Il signor P. says:

    …se un imbecille non capisce quando un programma è scritto
    senza lasciare spazi,quindi viruless,e quando invece è fatto da
    50 milioni di linee,come il Windous7,.
    ——–
    Non sai di che cosa parli! Pensa a fare le case di polistirolo e piantare zucchini. Ai programmi ci penso io. Ti ritornerei l’imbecille ma non voglio insultare gli imbecilli.

  42. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Caro CC,
    Non non salto i tuoi post perché ogni tanto scrivi qualcosa decente e divertente!
    PS – Il gran Sasso non e’ in zona mia.

  43. Peter
    Peter says:

    x 478 (?Vox…)

    fa bene a scusarsi Cameron, visto che il primo ministro nel 1972 era un certo Heath del suo partito…
    Le sue scuse sono dovute e commoventi, ancorche’ un po’ tardive, e facili dato che lui nel 1972 sgambettava appena.
    Invece il predecessore di Heath, Wilson (mi pare, e laburista) disse a Nixon di sgamarsi il Vietnam per conto suo, tanto per fare un esempio. Cosa c’entra il Vietnam con l’Irlanda del Nord? nulla, e’ vero.

    Viene poi da domandare al signor Cameron chi ha pacificato l’Irlanda del Nord, dal 1997 fino a tempi recenti.

    Peter

  44. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Con l’eta’ non si diventa piu’ diffidenti, solo forse piu’ informati???
    La diffidenza e’ nel carattere della persona, ogni aspetto del carattere si amplifica con l’eta’.

    Ciao, Anita

  45. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Eilà Poppy!
    La differenza tra un portale Windows e un Macinthos è che il primo ha porte, finestre, verande, terrazze, praterie spalancate a qualsiasi tipo di troiani, “zoccole” e cimici varie. Il secondo è più compatto: le porte , le finestre, eccetera, sono socchiuse, le “zoccolei non entrano tanto facilmente
    Dovresti saperlo, cribbio!
    Poi, il Mac è indispensabile per chi lavora nella grafica. Non ci piove.
    Il Windows deve ancora pedalare molto per arrivare a quei livelli.
    Costa un pò, è vero, ma come in tutte le cose la qualità uno deve pagarla.
    C.G.

  46. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Se divento incomprensibile mi emenderò, studierò…ma Marco NO!!!”
    Please! (Sylvi)
    ——
    Sono unico! Ahahahah
    Mi sa che con tuo marito andrei decisamente più d’accordo. Mi è simpatico e credo sia più concreto e libertario di te. E poi se gli piacciono gli aeroplani…

  47. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Poi, il Mac è indispensabile per chi lavora nella grafica. Non ci piove. CG
    …….
    Vero. Anche se il PC ha fatto passi da gigante in proposito. Tutti i grafici che conosco sono passati dal PC al Mac. Tranne me, ma solo per questione di budget. Uso per la grafica un laptop con 4 giga di ram e un processore sufficientemente veloce per gestire il tutto. Mi è sufficiente e costa un quarto del Mac equivalente.

« Commenti più vecchiCommenti più recenti »

I commenti sono chiusi.