Dal miracolo berluscone della bonanza per tutti alle lacrime, sangue e futuro incerto per (quasi) tutti. Scajola sì, Berlusconi no anche se ne ha combinate di molto peggio. Intanto l’avvocato Carlo Taormina ci spiega come nascono le famose leggi ad personam e dove punta il Chiavaliere

Mentre continua il Romanzo Berlusconale, che promette in ogni pagina benesse e bonanza per tutti, l’Italia comincia a sbattere la faccia contro muri che pare siano fatti di cemento armato e che non siano scalfibili dal blablablà miracolistico. Siamo già al lacrime e sangue, e alle manovre “correttive” di bilancio che rischiano di ricordare gli interventi – tardivi, scarsini e inefficaci – del Titanic. Mannaia sulle pensioni e sull’età dell’andata in pensione. Il tutto mentre le inchieste giudiciarie mostrano il ben godi nel quale se la spassavano e se la spassano le schiere di politici e tecnici che guidati dal tandem BB, Berlusconi Bossi, avrebbero dovuto reimpostare e reimpastare l’Italia facendola diventare un Paese finalmente civile e moderno, a democrazia inossidabie. Altro che Garibaldi e le camicie rosse, non a caso snobbati da questa belle gente.

Forse per colpa del deserto uzbeko m’è sfuggito qualcosa, ma mi pare che nella vicenda delle dimissioni del ministro Claudio Scajola giustamente volute da Silvio Berlusconi nessuno abbia atto rilevare un aspetto clamoroso. Vale a dire: se Scajola ha dovuto dimettersi per la faccenda di un po’ di quattrini di origine diciamo ignota per l’acquisto di un appartamento in pieno centro di Roma, come mai Berlusconi non si dimette per quel molto ma molto ma molto di più appurato su di lui? Dalla P2 a Mills la resistibile ascesa di Sua Emittenza diventato man mano il Caimano, il Cainano, l’Unto del Signore, l’Uomo d’Arcore, il Chiavaliere e infine Papino il Breve, in attesa di andare al Quirinale, è lastricata di faccende assodate e di bugie  e giuramenti clamorosamente falsi ben più gravi di quanto emerso su Scajola.

Ora pare che se ne debba finalmente andare anche “l’uomo dei fare” Guido Bertolaso, ma il Berlusca – che nel curriculum vitae ha ben più cose di Bertolaso – da palazzo Chigi non si schioda, ha sempre l’obiettivo di andare al Quirinale perché è l’unico domicilio che lo metterebbe al riparo a vita da manette e altre inchieste imbarazzanti. Strano questo fare il pulitore da parte di uno che si direbbe decisamente imbrattato. E’ come se a predicare la verginità o almeno la morigeratezza dei costumi fosse un grande puttaniere con in aggiunta caratteristiche sia alla Crasso che alla Creso.
Ma a parte questo, sentiamo cosa dice un ex fedelissimo di Berlusconi qual è l’avvocato Carlo Taormina, a suo tempo membro dello staff del governo Berlusconi e del cervello collettivo al servizio dell’Uomo di Arcore.

Avvocato, ho letto su un blog sue dichiarazioni piuttosto gravi sul capo del governo Silvio Berlusconi, che vorrei approfondire. Davvero lei conosce il modo con il quale Berlusconi chiede ai suoi legali le leggi note come leggi ad personam?

Qualcuno, a seguito di quelle mie recenti dichiarazioni, mi accusa di essere diventato un pentito anti-Silvio. Voglio dire subito che la mia è sempre stata e resta una cultura liberale incompatibile con qualsiasi venatura di sinistra, radicale o moderata. Voglio anche chiarire che non sono un pentito perché i miei giudizi sulle iniziative legislative sbagliate, ad personam e non, sono stati spesso negativi e li ho espressi quando avevo responsabilità politiche e istituzionali. Cito, per tutti, il caso della riforma dell’Ordinamento Giudiziario di Roberto Castelli. Io sono certamente per la separazione delle carriere – non fatta nemmeno da Castelli – ma ritenevo e ritengo che prima bisogna riformare i codici per fare una giustizia efficiente e poi si deve mettere mano all’organizzazione della magistratura. Castelli ha fatto l’inverso e oggi ne paghiamo le conseguenze. Infine, io non sono anti-Silvio. Continuo ad apprezzare Berlusconi ed il berlusconismo, ma ritengo che si sia determinata una deriva non accettabile per una democrazia compiuta: l’uccisione del Parlamento attraverso la nomina, e non con la elezione, dei deputati e dei senatori insieme alla inesistenza di una logica e di una organizzazione di partito, hanno prodotto il potere assoluto del capo. Forza Italia non era questo e la costituzione del Popolo della Libertà né ha spazzato via ogni ispirazione liberale. Io sono a favore del Berlusconi del 1994 ed il mio partito – LEGA ITALIA – ha precisamente l’obiettivo del ritorno alle origini.

Può dirci allora come le chiede le famose leggi ad personam?

Non significa svelare l’arcano se si indicano le modalità con le quali    Berlusconi chiede ai suoi legali di avviare itinera legislativi per la approvazione di leggi ad personam. L’ispirazione, quando è necessario, è del tipo di quanto sta accadendo per il “processo breve” e per il legittimo impedimento. La conclusione del processo Mills in Tribunale a Milano, ha comportato l’immediato inizio del processo a Berlusconi. L’ordine di risolvere il problema è partito, mentre in precedenza mai nessuno aveva pensato a questi due provvedimenti legislativi.
Devo dire che le varie leggi ad personam rispondono o hanno risposto sempre anche a problemi di carattere generale utili a tutti i cittadini, ma nelle pieghe si è sempre cercato di risolvere il problema specifico, senza peraltro riuscirci in ogni caso. Emblematica la diminuzione dei termini di prescrizione (la cosiddetta legge ex Cirielli), divenuta applicabile solo ai processi pendenti in primo grado e perciò inadeguata a risolvere i processi che, ad esempio riguardavano Cesare Previti, perchè pendenti in  appello o in cassazione. Berlusconi quando chiede leggi ad personam, pone il problema specifico che lo riguarda come il riflesso di una anomalia che può riguardare tutti i cittadini e bisogna dire che questo è talvolta vero, altre volte no.

Le proposte di legge più recente sono state definite dal premier non “ad personam”, bensì “ad libertatem”. Ma ad libertatem di chi?

Tra leggi ad personam e leggi ad libertatem non c’è alcuna differenza. Può coniarsi la formula di leggi ad libertatem personae arcorensis (= leggi per la libertà della persona di Arcore).

Il ministro Alfano si è addirittura esibito in un “No!” alla proposta di legge anti pentiti. Chi ha voluto la proposta di tale legge?

La reazione di Angelino Alfano alla proposta del Senatore Valentino sui pentiti di mafia non è veritiera ma solo il frutto di una strenua volontà di Alfano di costituirsi una storia personale antimafia. Non casualmente egli parla sempre del Governo Antimafia che, nella sua mente, dovrebbe avere l’epicentro nel ministro della giustizia. Gli piace crogiolarsi negli inasprimenti del 41 bis, nei provvedimenti di rafforzamento delle procure e nell’aggravamento delle misure patrimoniali di confisca. Egli non conosce i problemi e non sa, ovvero sa ma ritiene non pagante per la sua immagine di ministro antimafia, che il sistema ha da tempo superato la soglia della tollerabilità costituzionale: il 41 bis è contro le raccomandazioni europee, patrimoni assolutamente non rientranti nei provenienti di mafia vengono presi dallo Stato attraverso vere e proprie usurpazioni di potere. Io posso immaginare chi abbia potuto ispirare il senatore Valentino alla formulazione della proposta per cui, quando due pentiti parlano non si può formare una prova, ma occorrono sempre i riscontri esterni, perché, invece di convalidarsi l’uno con l’altro, possono essere contemporaneamente dei mentitori, come spesso è accaduto. Chiunque abbia voluto la legge, da tecnico dico che essa è giusta e segue il prevalente orientamento della giurisprudenza della cassazione. Ecco un caso di legge, sicuramente ispirata dall’esigenza di risolvere il problema di qualcuno, ma obiettivamente giusta.

Ci può illustrare il senso del cosiddetto “processo breve” e del “legittimo impedimento”? Servono a tutto il popolo italiano?

Il legittimo impedimento è una norma che serve solo a Berlusconi ed è grave che i suoi consiglieri giuridici non lo distolgano o lo abbiano convinto della utilità della norma. In regime di assenza di immunità parlamentare e di foro privilegiato per i reati commessi da ministri nella loro funzione, nessuna pubblica qualità può differenziare la posizione degli imputati. La previsione del legittimo impedimento per la qualità pubblica – presidente del consiglio, ministro, sindaco, presidente di   regione – viola il principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione. Non si è mai visto, da che mondo è mondo, un imputato che autocertifichi il suo impedimento. Né si è mai visto un sistema nel quale, l’autocertificazione dell’impedimento da parte di un organo del potere esecutivo, determini un obbligo del giudice di ritenerlo sussistente. Ciò è in evidente contrasto con il principio della separazione dei poteri, giacché si attribuisce al potere esecutivo un compito prevaricatore della giurisdizione e si impedisce a questa ultima di esplicarsi. Solo una norma costituzionale, peraltro in maniera aberrante, potrebbe sancire la deroga al rapporto di autonomia tra potere esecutivo e giudiziario.
Quanto al “processo breve” esso risponde ad una logica costituzionale perché l’art. 111 impone la ragionevole durata dei processi ed esso quindi risponde ad una esigenza generale. A parte, però, la comparsa dell’interesse personale di Berlusconi con la norma transitoria che imporrebbe l’applicazione della nuova disciplina solo ai processi pendenti in primo grado, appunto, come quelli che riguardano il premier, c’è una ragione profonda di incostituzionalità che nessuno vuole cogliere.
Tra processo breve che, per essere tale, fa divieto alla giurisdizione di emanare la sentenza, e processo lungo, la Costituzione impone la preferenza per il processo lungo. La giurisdizione, infatti, è, per la Costituzione, lo strumento attraverso il quale si dà attuazione all’ordinamento giuridico, che non esisterebbe se, dopo aver comandato certi comportamenti, non ne sanzionasse la violazione. Questa, invece, l’operazione  consumata dalla normativa sul processo breve, tra l’altro divenuto anche un processo lungo dopo gli ultimi accomodamenti approvati in Senato, a dimostrazione che quel che interessa è, allo stato, salva l’approvazione del legittimo impedimento, la norma transitoria.
Tra lodo Alfano primo e lodo Alfano bis mi deve essere sfuggito qualche passaggio. Qual è la logica di quei lodi?

Il lodo Alfano bis serve semplicemente a dare veste costituzionale al lodo dichiarato recentemente incostituzionale dalla Corte. Poiché nessuna delle altre cariche coinvolte ha chiesto scudi giudiziari, mi pare evidente che l’assolutezza del potere del capo giunge, per tutelare i suoi interessi giudiziari, a stravolgere anche la Costituzione.

Di recente Berlusconi ha dichiarato che con i magistrati “dobbiamo usare le maniere forti”. Non è una dichiarazione grave, incompatibile con il ruolo e le responsabilità di primo ministro?

I magistrati non sanno fare politica, ma esercitano solo un loro potere in chiave altamente corporativa. In molti casi occorre essere duttili. Faccio un esempio. Oggi, quando si rinvia una causa in cui  ci sia un imputato a piede libero, si rinvia a di quattro, cinque mesi. Nel caso di Berlusconi, ho visto posizioni immotivate di contrarietà ad accettare un legittimo impedimento del premier o al rinvio a pochissimi giorni. Una gestione meno personalizzata e persecutoria, sotto questo profilo, avrebbe fatto si che non si verificasse la situazione attuale, che il premier ritiene di dover risolvere a colpi di leggi ad personam che scardinano il sistema costituzionale dello Stato. Che si debbono usare “le maniere forti” e una affermazione sul piano fisico assolutamente da non condividere, ma non posso che condividere il giudizio negativo sull’operato della magistratura poco sensibile agli interessi della gente, non improntato allo spirito di servizio, concepito come esercizio, spesso abusivo, del potere, frequentemente politicizzato. La maniera forte per reagire è di duplice portata: rilanciare la responsabilità dei magistrati e apprestate leggi sbarramento di discrezionalità incontrollabili.

Perché tanto astio di Berlusconi contro i magistrati?

L’astio di Berlusconi nei confronti dei magistrati dipende, per un verso, da una visuale imprenditoriale che il premier conserva rispetto alle questioni economico-societarie, che lo porta a valutare i risultati in termini di profitto e di vantaggi occupazionali per cui è portato a valutare come formalismi le contestazioni giudiziarie; per un altro verso, non c’è dubbio che soprattutto i tempi e i modi (penso all’avviso di garanzia del 1994) con i quali i magistrati si “dedicano” a Berlusoni facciano guadagnare odio piuttosto che amore. Mi pare di aver capito che dal punto di vista della persecuzione giudiziaria contro Berlusconi , siano d’accordo un po’ tutte le parti politiche.

Esistono le “toghe rosse” per giunta persecutorie di cui parla Berlusconi? Se sì, chi sono? Se no, perché il premier ne parla così ossessivamente?

Le “toghe rosse” sono vive e vegete, non sono solo rosse ma anche verdi e talvolta dal coloro insospettabile. Sono molto più numerose di quanto solitamente non si dica, occupano tutti i gangli vitali della magistratura inquirente e giudicante e sono in grado di condizionare il resto della magistratura. Egemonizzano il CSM, divenuto ormai specchio del ANM. Quotidianamente, nella esperienza professionale, questo cancro della magistratura produce grandissimi danni e se ne è spettatori inermi.

Pare che Berlusconi e i suoi legali approntino di queste leggi sapendo bene in anticipo che sono incostituzionali. Perché lo fanno?

Certo che tutti sanno di approvare leggi incostituzionali, ma tutti sanno anche che per un certo tempo quella legge produce effetti da cogliere nella logica del “carpe diem” . Come sanno che una denunzia di incostituzionalità alla Corte, comunque congela situazioni che è utile congelare. Il “legittimo impedimento” sarà sicuramente mandato alla Corte Costituzionale, ma il processo in cui sarà sollevata la questione, continuerà ad essere sospeso e nel frattempo si farà il Lodo Alfano bis.

Ci racconti cosa ha fatto di preciso lei per Berlusconi in tema di proposte di legge.

Io non ho nulla di preciso da raccontare. Ho fatto tutte le leggi ad personam, insieme ad altri, nella consapevolezza che si trattava di questo tipo di leggi, ma riuscendo a rendere una utile risposta ai problemi generali per cui non poteva poi, se non ingiustamente, essere escluso Berlusconi dal novero dei beneficiari. Voglio anche dire che il risultato ad personam, infine, non c’è mai stato perché i “legislatori berlusconiani”, che magari nelle ore notturne mi escludevano dalla consultazione, modificavano i testi rendendoli inservibili oppure provvedeva a ciò Ciampi con il suo consigliere giuridico, il magistrato Loris, D’Ambrosio che dettava la norma per come doveva essere cambiata e veniva cambiata.

Lo rifarebbe o se ne è pentito? E nel caso, perché?

Certo, che non ero felice di dovere prestare i miei studi alle leggi ad personam, ma devo dire con chiarezza che lo scontro con la sinistra era forte e determinato dal fatto che non veniva riconosciuta a Berlusconi la legittimazione a governare il Paese. Questo mi faceva sentire in qualche modo assolto dal delitto di “interesse privato in atto legislativo”. Oggi, invece, una motivazione di questo genere sarebbe sicuramente pretestuosa. A parte Di Pietro, attualmente questa legittimazione è riconosciuta a Berlusconi, salvo che dalla Magistratura che ha sostituito Violante come proprio referente politico, appunto, con  Di Pietro.

Quando esattamente e per quali motivi lei ha avuto una crisi morale? Oppure Berlusconi l’ha brutalmente cacciata?

Io non ho avuto alcuna crisi morale per le leggi ad personam. La mia disaffezione rispetto a Forza Italia e alla Casa della Libertà è stata determinata dalle gestioni affaristiche delle articolazioni periferiche di Forza Italia, rispetto alla quale Berlusconi, sicuramente ad esse estraneo, non era nella minima delle condizioni per intervenire e correggere il tiro. Nonostante, poi, ogni tentativo per dare costrutto propositivo ed organizzativo al Partito, non esisteva nulla e nulla era possibile fare, mentre Berlusconi spopolava in una sorta di dittatura interna in cui l’ultimo valore era quello della meritocrazia. Nonostante ciò, io ho fatto di tutto per essere costruttivo all’interno del Partito e per essere leale a Berlusconi, ma i suoi scherani, per ragioni che non sono mai riuscito ad individuare per la abilità con cui è stata portata avanti la manovra, hanno fatto in modo di attuare una mia progressiva emarginazione.

L’ultimo atto, che considero la vera e propria cacciata, senza conoscerne le ragioni, fu la mia cancellazione dalle liste elettorali del 2006, dopo essere stato collocato al quarto posto, dopo Berlusconi, Bondi e Cicchitto, nel Collegio Lombardia I. Berlusconi si scusò “per essere incorso in culpa vigilando” che, però a dimostrazione della risibilità dell’affermazione, si sarebbe ripetuta nel 2008, tornata elettorale cui giunsi dopo aver dedicato due anni alla costruzione dei Circoli del Buon governo di Marcello Dell’Utri, dopo le dovute assicurazioni del mio ritorno in Parlamento, smentito ancora una volta alla vigilia della formazione delle liste.

C’è chi dice che il governo Berlusconi durerà altri tre anni e chi dice che lui preferirà andare a elezioni anticipate non appena sistemate con le leggi “ad libertatem”, cioè “ad Berlusconem”, le sue pendenze giudiziarie. Lei di che parere è?

Non so quanto durerà il governo Berlusconi, ma penso che sia suo obiettivo quello della Presidenza della Repubblica. Sarebbe un bene per la politica italiana perché le carte si rimescolerebbero, essendo l’attuale Popolo della Libertà fatto di ominicchi più che di uomini, assolutamente inadeguati a replicare anche un’unghia delle capacità di Berlusconi, Tremonti e Letta compresi.

Molti dicono che Berlusconi ormai non ce la farà a diventare presidente della Repubblica, parere che non mi sento di sottoscrivere. Lei che ne pensa?

Io penso che Berluscocni sarà il prossimo Presidente della Repubblica. In questa legislatura se Napolitano avesse il punto di orgoglio di dimettersi da un contesto politico di maggioranza che non lo ha votato; nelle prossima legislatura, in caso contrario.

Come sarà l’Italia tra 5-10 anni? Ancora unita o definitivamente spezzata almeno in due?

Fra cinque- dieci anni l’Italia sarà bipolarista ma con una base di equilibratura al centro, destinata a garantire stabilità senza avere potere. Non è un futuro entusiasmante.

Cosa pensa della visita di Berlusconi in Israele? Saremo al guinzaglio anche di quel Paese oltre che degli Usa?

La visita ad Israele è stata un capolavoro di diplomazia, in cui, però, la bilancia è andata tutta dalla parte ebraica ed io credo che la mossa abbia avuto come obiettivo l’intento di Berlusconi di superare, attraverso il mondo ebraico, le difficoltà attualmente esistenti, al di là delle apparenze, di Berlusconi con l’America di Obama.

576 commenti
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  1. Vox
    Vox says:

    BERLUSCONILANDIA – 4

    A Salerno in coda per il pane scontato

    La signora Nunzia, casalinga e vedova, scrolla il capo: «La fila per il pane io l’ho già vista, ero ragazzina…». Quelli che mangiano una volta sola al giorno si mettono in coda alle sei e mezza del pomeriggio, ma qualcuno arriva anche prima, fidando nel buon cuore dei banconisti, per sgattaiolare subito, anticipando l’ondata di piena…

    http://www.unita.it/news/italia/98821/a_salerno_in_coda_per_il_pane_scontato

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per quel che riguarda l’indebitamento, è una scelta personale o sociale l’indebitarsi, per godere SUBITO di comodità o strumenti di lavoro altrimenti inaccessibili.
    Che poi intorno al debito si speculi in maniera criminale, è un altro discorso. Il debito è uno strumento che, se usato bene, permette una migliore qualità di vita.

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Molto probabilmente quelli che a Salerno fanno la coda per il pane scontato, la fanno anche al baracchino dei grattaevinci.
    Scene già viste…

  4. Vox
    Vox says:

    @ Marco
    La socialdemocrazia non è un capitalismo riveduto e corretto.
    Il capitalismo è inemendabile e incorregibile. E’ un sistema sbagliato alla radice, per sua stessa natura e, come mostrano i fatti, fallimentare per principio (ovvero non può funzionare diversamente).

    Il mondo, per diventare finalmente un posto migliore per tutti i popoli, dovrebbe allontanarsi totalmente dal capitalismo in ogni sua forma. Alla fine, è inevitabile che ciò avvenga, poichè l’evoluzione storica, come quella biologica, risponde al principio di funzionalità e armomnizzazione. Il capitalismo è il sistema fallimentare e antiquato di cui il mondo deve liberarsi, come la farfalla si libera del guscio pupare e questo avverrà comunque e malgrado gli attuali sforzi di banksters ed elite affiliate.

    E’ molto probabile che per un certo tempo l’avranno vinta loro, ci sarà un lungo periodo di ritorno a delle forme di dittatura e di oscurantismo sociale, i cui segni inequivocabili si stanno già mostrando (vedi l’avanzare della censura mediatica). Ma il futuro è soc.sta, o comunque un sistema armonico tra Uomo e Natura, tra lavoro e distribuzione dei beni da esso derivanti per tutti. Tra molto, molto tempo penso che avverrà anche l’annullamento del denaro stesso e dei governi, si creeranno nuove forme di gestione e autogestione.

    Be’, sempre che prima i barbari odierni non annientino tutto il pianeta. Il quale, probabilmente muterà e continuerà ad esistere, ma (fortunatamente per il pianeta) senza di noi.

  5. Peter
    Peter says:

    x Vox

    veramente io non dicevo che il so-cia-lismo e’ fallito, ma il guaio e’ che lei e’ un apologeta dei ‘soc…mi reali’. Mi piacerebbe infatti che dicesse chiaro a quali modelli storici si riferiva nel suo post per Ber, quelli ‘con qualche difetto’.
    Mi associo al post sulle so-cial-democrazie di Marco, ma secondo me cio’che spinge allo sviluppo non e’ l’egoismo come dice lui, ma lo spirito di competizione, una cosa diversa, di cui vediamo gli effetti anche sul blog…
    Forse i paraocchi ce li abbiamo un po’ tutti, compresa lei che semplicemente non vede i posts che le danno piu’ fastidio, ovvero che trova piu’ ‘challenging’

    un saluto

    Peter

  6. Vox
    Vox says:

    @ Ma Marco, sveglia! In che secolo vive?
    Oggi l’indebitamento degli stati è un’imposizione formulatica e ineludibile da parte delle organizzazioni bancarie mondiali e, in generale, del sistema economico nel quale viviamo! Ma davvero lei ancora pensa che uno stato si indebiti per propria volontà e scelta?!

    Mi sa che lei, come comprensione dell’economia moderna, è rimasto a duecento anni fa (glielo dico senza offesa, bonariamente). Adesso capisco perchè fa certi ragionamenti. Dovrebbe aggiornarsi e informarsi meglio.

  7. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La storia della società, mai come negli anni ‘2000 sarà scandita dall’avanzare della tecnologia. Tecnologia che allontanerà i grandi babau dell’umanità, ovvero fame, malattie, povertà.
    Noi stiamo discutendo partendo da presupposti sbagliati, ovvero che in un futuro non molto remoto la società sarà come o peggio di quella di adesso.
    La società avrà orizzonti diversi da quelli attuali. Molto diversi.
    Il Sistema si adeguerà perchè saranno i nuovi nati ad amministrarlo. Non saremo noi a cambiarla, poichè ancora fermi alla mentalità ottocentesca di una società di sopraffazione.

  8. Peter
    Peter says:

    x Vox

    il fatto e’ che ho conosciuto ucraini, polacchi, ungheresi, cechi, slovacchi, rumeni…Ne abbiamo parlato molte volte. Per lei tutti ‘venduti’ al capitalismo, inattendibili, viaggiatori, traditori, etc etc. E’ la sua chiusura mentale che trovo antipatica.
    Esempio. I cechi coi quali parlavo non apprezzano il sistema attuale, e mi dicono che le ore di lavoro che fanno adesso (in Cechia) sono uguali a quelle di 20 o 30 anni fa. E le paghe appena migliori. Tuttavia: possono emigrare se vogliono. Non c’e’ piu’ un regime di polizia. Quando c’era, chiunque ‘sembrasse diverso’ (da cosa? da chi? non importa: a discrezione della polizia per strada), poteva essere arrestato all’istante, senza accusa, senza prove, senza mandato. Bene, dico io, ma li rilasciavano il giorno dopo, o no? A volte si’, dicevano loro. Minimo dopo una dose di sberle, o peggio. Se durante l’interrogatorio in guardina pero’ gli sfuggiva una parola critica sul governo, potevano finire in galera per anni. O sparivano senza lasciare traccia…
    Ora, non dico certo che tali metodi e procedure fossero esclusivi dei paesi del ‘soc…reale’, ma loro li usavano tutti, sempre, senza eccezioni (infatti ho avuto resoconti identici da altri europei dell’Est, compresi i tedeschi). E per di piu’ tutto era razionato, vivevano male, etc

    Peter

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Quando sono stato in Romania, ai tempi del conducator, il passepartout erano le sigarette. Con pacchetti o stecche di sigarette, si aprivano tutte le porte, nessuna esclusa.

  10. sylvi
    sylvi says:

    x Peter e anche Marco e…soprattutto Vox

    Era una sensazione…un’ansia di sbagliare approccio,…una paura di
    offendere ed essere offesi…sei fascista! Sei fascista! Appena respiravi!
    Si andava al ristorante; se chiedavamo con grande correttezza qualcosa di extra la risposta era : non sono servo dei fascisti!
    Ricordo che ci hanno derubato spesso…anche un costume nuovo di zecca… e venivano la notte e si arrampicavano sulla battagliola…e arraffavano tutto quello che trovavano!
    I remi del nostro tender li abbiamo barattati con whisky e sigarette.
    Era un approccio umiliante per noi e per loro.
    Non era per mangiare…era per avere il “di più” che noi avevamo e loro volevano.
    Il soc..alismo ugualitario è un sogno di chi ha già “il di più”.

    Sylvi

  11. Anita
    Anita says:

    Ho scritto poche parole sui “closet” capitalisti, ma non passa.
    L’ho mandato a Pino.

    Anita

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Da parte di Anita
    ———————————
    Non passa…..

    Il Capi-tali-smo.

    Stranamente la maggioranza che sono contrari al capi-ta-lismo sono “capi-ta-listi” loro stessi.

    Iniziando da Noam Chomsky, nomino lui perche’ CC lo sta leggendo.

    Chomsky favorisce la tassa di proprieta’ e massiccia redistribuzione del reddito, ma NON la redistribuzione del SUO reddito.

    Ha diversi irrevocabili trust in cui lascia le figlie eredi di tutte le royalties dei suoi libri, esenti da tasse…

    Lui stesso ha diversi milioni, investiti in quelle orribili Compagnie e ditte petrolifere, farmaceutiche, etc…
    ———–
    Quote:
    The American tax code is rigged with “complicated devices for ensuring that the poor—like 80 percent of the population—pay off the rich.”
    ———–
    But trusts can’t be all bad. After all, Chomsky, with a net worth north of milions, decided to create one for himself.
    A few years back he went to Boston’s venerable white-shoe law firm, Palmer and Dodge, and, with the help of a tax attorney specializing in “income-tax planning,” set up an irrevocable trust to protect his assets from Uncle Sam.
    He named his tax attorney (every socialist radical needs one!) and a daughter as trustees.
    To the Diane Chomsky Irrevocable Trust (named for another daughter) he has assigned the copyright of several of his books, including multiple international editions.

    E’ sempre la stessa storia….

    Anita

  13. Peter
    Peter says:

    x Anita

    confesso di non aver mai letto Chomsky. Al tuo post risponderanno, forse, Uroburo e CC.
    CC ha gia’ notato in passato recente che Marx non era un buon samaritano, o una cosa del genere. Io non mi sono comunque mai sognato di negare il suo valore intellettuale e l’acutezza delle sue analisi dell’epoca (mi riferisco a Marx, non a CC, che e’ quasi altrettanto acuto but not really there yet…).
    Se e’ vero cio’ che dici di Chomsky, si potrebbe osservare che criticare un sistema non esclude a chi lo fa di trarne vantaggio. Al massimo, chi volesse ‘dare il buon esempio’ finirebbe a fare l’eremita in montagna, dopo aver dato tutto ‘ai poveri’ (che sono sempre nel nostro cuore, sia chiaro), e nessuno sentirebbe piu’ parlare di loro. Almeno Chomsky vive della rendita dei frutti del suo lavoro. A me sono sempre stati sulle scatole quelli che campano bene senza lavorare, in questo sono molto piu’ protestante che cattolico (e percio’ non ho mai avuto simpatia per la persona di Marx).
    Credo che tutti noi sul blog conduciamo esistenze piu’ o meno confortevoli da piccoli o medi borghesi, a prescindere dalle proprie rispettive idee e convinzioni politiche

    Peter

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Io sono dell’opinione che una certa forbice, ovvero differenza di ricchezza, sia salutare per il progresso dell’umanità: risponde alla logica della famosa carota, senza la quale l’asino non cammina. L’importante è che la forbice non sia esagerata.

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Mi ha appena chiamato la ‘donna del Mercoledi’. Cena con gli amici. Manco solo io. Mi hanno pensato e quindi telefonato.
    Mi ha fatto piacere.

  16. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Non leggo i libri di Noam Chomsky, ne ho avuto abbastanza delle sue interviste in TV, e vado indietro di molti anni, quando le interviste erano…interviste.

    Se e’ cosi’ generoso con i soldi degli altri…almeno dovrebbe fare quello che predica in riguardo dei vari trust…pagare le tasse.

    Ciao, Anita

  17. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    direi proprio che stiamo parlando di due cose diverse.
    L’inconscio collettivo di Jung sono appunto gli archetipi.
    Quello di cui parlavo io – forse usando una terminologia effettivamente non del tutto propria, quanto meno sul piano storico – è invece un inconscio comune a tutti coloro che vivono sotto l’effetto dei moderni mezzi di comunicazione di massa, sostanzialmente la TV e la pubblicità. Quindi, quanto meno in occidente, tutti o quasi ma in un contesto che si sta allargando all’intero pianeta.
    Come dicevo sono cose che stanno vieppiù constatando i docenti delle scuole primarie: i bambini sono sempre più uguali, sembrano fatti tutti con lo stampino. E lo sono tendenzialmente al peggio.
    Questo non è un discorso da laudator temporis acti, sono osservazioni psicologiche e sociologiche enunciate e condivise ormai da anni.
    Per altro allo stato attuale della situazione il sistema capitalistico useggetta e la sua cultura si stanno diffondendo rapidamente in tutto il mondo.
    Un saluto U.

  18. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco,

    CHI stabilisce quanto debba essere ampia la forbice, senza essere esagerata?
    Ti rendi conto che nel mezzo c’è la giustizia, l’uguaglianza e anche la meritocrazia?
    E che cos’è la meritocrazia?

    Sarà meglio rifugiarsi nella filosofia? O trovarsi un amico/a che ci faccia sorridere?

    Sylvi

  19. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Anita,
    la trovo francamente curiosa.
    Noam Chomsky viola le leggi? Processatelo
    Non viola le leggi? Allora fa esattamente quello che nel vostro sistema (di truffatori) fanno tutti (e se qualcuno non lo facesse sarebbe un autentico cogxxone): cerca di pagare meno tasse possibile usando il sistema legale attualmente in vigore.
    Lei che fa? Paga più di quanto potrebbe pagare?…. E allora dove sarebbe lo scandalo?
    Che poi Chomsky, pur criticando il sistema attuale, debba farne comunque parte, anche questo mi sembra del tutto ovvio. Dove dovrebbe andare a vivere? Sulla luna?
    Siete voi cristiani, o presunti tali, che dite a chi ha due pani di darne uno a chi non ne ha. Quelli di sinistra non hanno mai condiviso questa autentica caxxata. Ed i comunisti volevano la collettivizzazione dei mezzi di produzione non della figa delle principesse.
    La trovo veramente singolare. U.

  20. sylvi
    sylvi says:

    …Ed i comunisti volevano la collettivizzazione dei mezzi di produzione non della figa delle principesse….Uroburo

    x 223

    La f…delle principesse non fa parte della “collettivizzazione dei mezzi di produzione” degli atei?
    La leggerò con attenzione…domani!

    Sylvi

  21. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi,
    CHI stabilisce le tasse, CHI stabilisce le leggi?
    Non certo Qualcuno nell’alto dei Cieli.
    Sarà la situazione economica a stabilire quanto debba essere ampia la forbice, ovvero quale deve essere il fattore di moltiplicazione tra il minimo ed il massimo emolumento.
    Io credo che non si debba superare l’1 a 30.

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ti rendi conto che nel mezzo c’è la giustizia, l’uguaglianza e anche la meritocrazia? (Sylvi)
    ——
    Proprio per questo parlo di forbice e non di appiattimento dei salari.
    L’uguaglianza non esiste, se non entro determinati parametri che riguardano diritti e doveri.
    La meritocrazia è premiata appunto dall’esistenza del fattore di moltiplicazione.
    La giustizia prevede che oltre un certo limite non sia lecito guadagnare, proprio per reinvestire nel sociale e quindi riequilibrare le ricchezze. Riequilibrare non vuol dire renderle uguali.
    Debellare la povertà significa garantire un seppur minimo ( ma sufficiente per una dignitosa sopravvivenza) potere di acquisto, che favorisce il mantenimento della produzione, come ho già spiegato tempo fa.

  23. marco tempesta
    marco tempesta says:

    A questo punto mi si chiederà CHi decide quale deve essere il vaklore economico della ‘decente sopravvivenza’.
    Anche qui, è il mercato a decidere. O, ancora meglio, un sistema organizzato che preveda una possibilità di vitto, alloggio e divertimenti a prezzi standardizzati per la classe dei meno abbienti. Non è una novità, in ogni caso. Se per esempio con 1000 euro ( o l’equivalente dell’epoca presa in considerazione) ci si sta dentro, sarà quello l’ammontare del minimo di sopravvivenza garantito a tutti. Chi vuole di più, se lo guadagni, Chi invece spreca, peggio per lui.

  24. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Ci sono sistemi legali per non pagare le tasse…molti ricchi li usano.
    Ci vogliono avvocati specializzati e molto costosi.

    La mia tesi e’ che se una persona e’ contraria al sistema capitalistico e lo predica dal pulpito, dovrebbe essere la prima a mettere in atto le proprie opinioni.

    Se si parla di distribuzione equa, e vale solo per gli altri…non le sembra un po’ un di ipocrisia?

    Anita

  25. sylvi
    sylvi says:

    …Se per esempio con 1000 euro ( o l’equivalente dell’epoca presa in considerazione) ci si sta dentro, sarà quello l’ammontare del minimo di sopravvivenza garantito a tutti. Chi vuole di più, se lo guadagni, Chi invece spreca, peggio per lui….Marco

    Già, ma da dove spuntano i mille euro se non sono sostenuti da un equivalente “guadagno”?
    Ho l’impressione che per molti i soldi non siano soggetti a un lavoro che porta a “ricavo-spesa-guadagno”!
    Quelle regoline che studiavamo alle elementari, hai presente?
    Le perdite? Mi hanno insegnato che sono una calamità!

    Buonanotte
    Sylvi

  26. Uroburo
    Uroburo says:

    La f…delle principesse non fa parte della “collettivizzazione dei mezzi di produzione” degli atei? sylvi { 19.05.10 alle 22:10 }
    —————————————-
    Mia cara,
    la figa è un mezzo di produzione solo per le prostitute, ch’io sappia.
    E non mi pare che gli atei siano, in quanto tali, frequentatori delle suddette donnine. E comunque non mi risulta che lo siano più dei credenti….
    Ma magari in Friuli è diverso che nel resto del mondo.
    E poi mi risulta che nelle rivoluzioni, in tutte le rivoluzioni a contenuto popolare (compreso quelle borghesi), le principesse venissero mandate a lavorare, non certo nei bordelli.
    Ma magari, anche qui, in Friuli si studia una storia ed una filosofia diverse. U.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi:
    ho inviato a Pino un post in risposta, che non passa, in cui chiarisco meglio il concetto.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Alle elementari si studiava un’economia ormai obsoleta.
    Esiste anche il dritto alla pigrizia e al fagnanesimo, che viene alimentato da un certo tipo di delinquenza. La risposta al post precedente non passava. L’ho postata al blogmaster.

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Alle elementari si studiava un’economia ormai obsoleta.
    Esiste anche il dritto alla pigrizia e al fagnanesimo, che viene alimentato da un certo tipo di delinquenza.

  30. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Ho dovuto chiudere…

    Le mi chiede:

    Lei che fa? Paga più di quanto potrebbe pagare?…. E allora dove sarebbe lo scandalo?

    Si’, io pago ogni 3 mesi, ogni anno mandano i moduli per ogni trimestre.
    Una busta per le tasse Federali, una per le tasse Statali e una per le tasse di proprieta’.
    4 moduli in ogni busta.

    Il 15 di ogni aprile si rendono i conti, se ho pagato di piu’ mi rimborsano, se ho pagato di meno devo scrivere un assegno prima del 15 di Aprile.

    Ma questo non c’entra, io non vado in cattedra a parlare bene o male di un sistema o l’altro.

    Non ho parlato di scandalo, ma di ipocrisia.

    Buona notte,
    Anita

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Anita,
    ho l’impressione che lei non abbia letto bene.
    Ripeto: se Noam Chomsky viola le leggi, processatelo
    Se non le viola allora fa esattamente quello che fanno tutti: cerca di pagare meno tasse possibile usando il sistema legale attualmente in vigore.
    La coerenza all’interno di un sistema dato non vuol dire fare gli stiliti o i monaci d clausura. Cosa dovremmo fare noi di sinistra per far contenti voi reazionari? Mettere il nostro denaro sotto al materasso? Rifiutare gli interessi bancari? Investire in perdita? Scomparire? Sì forse questa sarebbe la soluzione da voi preferita: farci scomparire. In attesa che la CompagniadellaZia ci riesca per ora dovrete sopportare la nostra esistenza, cosa che dovrebbe far parte dei dettami della vostra finta democrazia, squadroni della morte permettendo.
    Tuttavia mi piacerebbe sapere cosa ne è mai della coerenza dei cristiani. Sono duemila anni che scassate le palle al mondo intero con la vostra carità (pelosa) mai messa in pratica (se non dai poveri matti come San Francesco, sempre in procinto di finire sul rogo) ed avete il coraggio di criticare gli altri. Ma insomma … U.

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi:
    I mille euro spuntano dall’overflow dei superguadagni. Mi sembra intuitivo.
    Ciò che va oltre la forbice viene reinvestito nel sociale.
    Mille euro sono una cifra indicativa messa come esempio. Gli euro possono essere sostituiti in parte da servizi, come ad esempio l’affitto agevolato, i buoni spesa alimentari, una certa quantità di energia a prezzi ‘sociali’.
    Io garantirei anche la pigrizia, oltre alla laboriosità.
    Nel senso che l’incapace, il pigro o chi non ha voglia di darsi da fare, resta nel livello minimo di sopravvivenza garantita.
    Chi vuole di più, appunto, se lo guadagni.

  33. Anita
    Anita says:

    Un altro post che non passa….provo con le stanghette…

    x Uroburo

    Mi scusi ma lei sta creando una polemica.
    Ho letto bene ed ho risposto.
    Non ci sono leggi che dichiarino illegali i metodi per “schivare” le tasse.
    Un conto e’ schivare attraverso metodi legali, un conto e’…EVADERE.
    Lei parla di evasioni, non io.

    Poi io ho menzionato il “capi-talismo”, Chomsky era solo un esempio dato che e’ stato nominato da CC.

    Non ho alcuna intenzione di iniziare un dibattito su Chomsky, le sue lectures ed i suoi libri spesso non sono in sintonia….

    La sini-stra lo critica di non essere un balu-ardo della sini-stra, la destra lo accusa di essere un radi-cale estre-mista, lui si descrive come un libert-arian soci-alist, a sym-pathizer of ana-rcho-syndi-calism.
    Percio’ chi e’ veramente Noam Chomsky?

    Anita

  34. Anita
    Anita says:

    PS:

    Una cosa in su cui Chomsky NON crede sono i complotti.

    IE:
    L’assassino di JFK
    Il 9/11.

  35. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Marco
    Concordo con te sulle illusioni prudhoniane ma devo ricordarti che Proudhon era un anarchico come te dici di essere.

    Marx era uno studioso che ha elaborato dei metodi di analisi dei fenomeni sociali ed economici di grande importanza, di come Karl Marx campasse cosa faceva in privato quanto fosse coerente con le teorie che suggeriva non mi interessa più di tanto. Che per caso gli studi sulla forza di gravità o quelli sull’evoluzione delle specie sarebbero da rigettare se Newton e Darwin fossero vissuti in modo dissoluto e moralmente poco apprezzabile???

    Si pretenderebbe che AZ, perché comunista, cedesse metà casa, metà orto, metà macchina, a qualcuno che non ha casa, orto, macchina, altrimenti è incoerente ed anche un po’ stronzo, mentre il capitalista che ha 100 case 100 orti 100 macchine, e non da niente a nessuno è coerente e quindi bravo ed apprezzabile.
    Il comunismo anche nelle sue ipotesi più estremistiche non ha mai propugnato il totale appiattimento sociale, quello è la caricatura che ne hanno sempre fatto i suoi interessati oppositori, il comunismo è, come ricordava Uroburo, soprattutto condivisione dei mezzi di produzione e di responsabilità nel gestirli. Sono fermamente convinto che sarebbe un vantaggio anche per i cosiddetti padroni che dovrebbero dividere la proprietà ma dividerebbero anche le preoccupazioni.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  36. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco,

    per i pigri affitto agevolato, buoni spesa alimentari ecc. ecc.ma se il pigro è pigro avrà bisogno della donna, o uomo, che cucini e pulisca…ma se anche quella/o sono pigri e preferiscono guardare le stelle?…
    Tu pensi, e sei in numerosa compagnia, che lo Stato faccia spuntare i mille euro magicamente.,,da dove non si sa…
    Io intendevo dire che quei mille euro vengono tolti a chi non può fare il pigro perchè deve dare il frutto del suo lavoro a chi sta in panciolle.
    Comunque …leggiti su Affari e Finanza di lunedì l’articolo di M. Panara su che fine farà il Welfare in Europa.
    Molto istruttivo per quelli che ragionano come te!
    La realtà separata dai sogni!
    Buona giornata

    Sylvi

  37. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Lei ha più volte proclamato la sua cosiddetta tolleranza verso chi non pensa e ragiona come lei, salvo poi aggredire il malcapitato/a
    che osasse uscire dai SUOI seminati.
    Se Marco fa l’elogio della pigrizia, lei fa quello dell’arroganza villana!
    Lei proclama ad ogni piè sospinto che sul blog si devono usare molte voci, altrimenti muore!
    Bene,ma i suoi metodi non sono i più adatti per mantenerlo vivo e vegeto.

    Se lei è stufo del mio Friuli, posso garantirle che i suoi argomenti, quelli e sempre quelli, mio caro, sono assolutamente prevedibili e naturalmente noiosi!!!

    Sylvi

  38. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X Sylvi.
    Nel Welfare non c’è nessuna magia, è solo una cosa che si chiama solidarietà che è la basa dell’esistenza stessa della specie Homo Sapiens che proprio grazie alla maggiore solidarietà sociale si è evoluto mentre il Neanderthal anche se più forte fisicamente si è estinto.

    Che ciascuno dia secondo le proprie capacità, che a ciascuno sia dato secondo le sue necessità (Marx)

    Non mi pare un inno allo scansafatiche, ancora più esplicito anche se un po’ più rozzo suona quel canto oggi un po’ in disuso che recita tra l’altro “Avanti o popolo, è giunta l’ora! Chi non lavora non mangerà! … CHI NON LAVORA NON MANGERÀ … NON MANGERÀ ….!!!”

    Ed ora che finalmente si affaccia un po’ di sole vado a levare le erbacce dall’orto, sempre per cercare di essere coerente.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  39. sylvi
    sylvi says:

    x AZ

    E’ Marco che fa l’elogio dello scansafatiche, sicuramente non Marx!
    Appunto, che ciascuno dia secondo le sue possibilità.

    Io credo che bambini, vecchi, malati, handicappati devono avere tutta la nostra solidarietà, non gli scansafatiche, che niente danno a nessuno, nemmeno a se stessi.
    L’articolo di Panara che ho citato è molto preoccupante per il futuro del welfare europeo che sconta errori di governanti e affaristi ladroni,ma anche di furbi sfaticati approffittatori e punirà i più deboli. Al solito!

    Tu nell’orto.
    Io devo andare invece a sentire le lamentele dei prof, per uno sfaticato adolescente che rischia di essere rimandato.
    Il tuo lavoro è molto più gratificante!

    Sylvi

  40. marco tempesta
    marco tempesta says:

    E’ Marco che fa l’elogio dello scansafatiche (Sylvi)
    ———
    Per niente. Io rivendico il diritto di fare lo scansafatiche ( non per me, io non lo sono) ed anche di essere inetto. Finora scansafatiche e inetti trovano sbocco nella delinquenza, creando un danno alla società. Anche quando vengono arrestati e messi in galera, restano un danno e quindi un costo, anche elevato, per la società. Un assistenzialismo decente, unito ad una legislazione mirata, ridurrebbero enormemente la delinquenza spicciola, con gran sollievo delle casse statali.

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Un esempio: quando a Bisceglie ( non parliamo di Napoli, dove il fenomeno aveva dimensioni molto maggiori) veniva tollerato il contrabbando di sigarette, la cosiddetta ‘delinquenza’ si riversava tutta lì, in un’attività tutto sommato di nessun pericolo sociale. Contrastato il contrabbando, la delinquenza si è riciclata nelle estorsioni, rapine, furti d’auto e spaccio di droga. Queste persone, inette al lavoro propriamente detto, tenendo occupato il loro spirito imprenditoriale in attività paralecite (contrabbando), mantenevano comunque una pace sociale. Contenti loro e contenti noi. Gli scontenti erano solo i tabaccai. I soldi che lo Stato perdeva per mancati introiti fiscali sulle sigarette, ce li ha rimessi con gli interessi, nella lotta alla nuova delinquenza riciclata, con grande scontento di tutti, eccetto i tabaccai.

  42. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Un altro concetto legale che è duro da far capire, è la sostituzione del concetto di ‘pena’ col concetto di ‘risarcimento’.
    Chi delinque non deve ‘scontare una pena’, ma semplicement ‘risarcire’ con i dovuti interessi, il danno apportato. Ciò che spaventa l’inetto il quale delinque per vivere, è proprio l’idea di dover lavorare. Per lui il carcere non è uno spauracchio: lo spauracchio è il lavoro. Non un lavoro forzato, assolutamente no: un lavoro volontario che rende libero solo dopo aver raggiunto l’ammontare economico del riarcimento. Chi più lavora sodo, prima ridiventa libero. Due piccioni con una fava, devolvendo il prodotto dei carcerati al welfare.

  43. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Appunto, che ciascuno dia secondo le sue possibilità. (Sylvi)
    ———-
    Nessuno dà secondo le sue possibilià.
    E’ esattamente qui l’errore.
    Se non c’è la carota, l’asino non si muove.
    Più è grossa la carota, più l’asino si muove. Capito questo, vanno a gambe all’aria sia il marxismo che il cristianesimo, falliti entrambi perchè costruiti sullo stesso presupposto sbagliato.

  44. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Che ciascuno dia secondo le proprie capacità, che a ciascuno sia dato secondo le sue necessità (Marx) (AZ)
    ———
    Chi ha detto questa fesseria è Proudhon.
    Anzi, le fesserie sono due poichè, come ho già spiegato dettagliatamente l’anno scorso, esiste un meccanismo mentale tipico dell’essere umano, che impedisce sia di dare secondo le proprie possibilità, sia di stabilire quali siano le necessità.
    Se poi invece di esseri umani vogliamo parlare dei marziani, è un altro discorso. Forse su Marte può funzionare. Sulla Terra no. Strutturalmente, assolutamente no.

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