Dal miracolo berluscone della bonanza per tutti alle lacrime, sangue e futuro incerto per (quasi) tutti. Scajola sì, Berlusconi no anche se ne ha combinate di molto peggio. Intanto l’avvocato Carlo Taormina ci spiega come nascono le famose leggi ad personam e dove punta il Chiavaliere
Mentre continua il Romanzo Berlusconale, che promette in ogni pagina benesse e bonanza per tutti, l’Italia comincia a sbattere la faccia contro muri che pare siano fatti di cemento armato e che non siano scalfibili dal blablablà miracolistico. Siamo già al lacrime e sangue, e alle manovre “correttive” di bilancio che rischiano di ricordare gli interventi – tardivi, scarsini e inefficaci – del Titanic. Mannaia sulle pensioni e sull’età dell’andata in pensione. Il tutto mentre le inchieste giudiciarie mostrano il ben godi nel quale se la spassavano e se la spassano le schiere di politici e tecnici che guidati dal tandem BB, Berlusconi Bossi, avrebbero dovuto reimpostare e reimpastare l’Italia facendola diventare un Paese finalmente civile e moderno, a democrazia inossidabie. Altro che Garibaldi e le camicie rosse, non a caso snobbati da questa belle gente.
Forse per colpa del deserto uzbeko m’è sfuggito qualcosa, ma mi pare che nella vicenda delle dimissioni del ministro Claudio Scajola giustamente volute da Silvio Berlusconi nessuno abbia atto rilevare un aspetto clamoroso. Vale a dire: se Scajola ha dovuto dimettersi per la faccenda di un po’ di quattrini di origine diciamo ignota per l’acquisto di un appartamento in pieno centro di Roma, come mai Berlusconi non si dimette per quel molto ma molto ma molto di più appurato su di lui? Dalla P2 a Mills la resistibile ascesa di Sua Emittenza diventato man mano il Caimano, il Cainano, l’Unto del Signore, l’Uomo d’Arcore, il Chiavaliere e infine Papino il Breve, in attesa di andare al Quirinale, è lastricata di faccende assodate e di bugie e giuramenti clamorosamente falsi ben più gravi di quanto emerso su Scajola.
Ora pare che se ne debba finalmente andare anche “l’uomo dei fare” Guido Bertolaso, ma il Berlusca – che nel curriculum vitae ha ben più cose di Bertolaso – da palazzo Chigi non si schioda, ha sempre l’obiettivo di andare al Quirinale perché è l’unico domicilio che lo metterebbe al riparo a vita da manette e altre inchieste imbarazzanti. Strano questo fare il pulitore da parte di uno che si direbbe decisamente imbrattato. E’ come se a predicare la verginità o almeno la morigeratezza dei costumi fosse un grande puttaniere con in aggiunta caratteristiche sia alla Crasso che alla Creso.
Ma a parte questo, sentiamo cosa dice un ex fedelissimo di Berlusconi qual è l’avvocato Carlo Taormina, a suo tempo membro dello staff del governo Berlusconi e del cervello collettivo al servizio dell’Uomo di Arcore.
Avvocato, ho letto su un blog sue dichiarazioni piuttosto gravi sul capo del governo Silvio Berlusconi, che vorrei approfondire. Davvero lei conosce il modo con il quale Berlusconi chiede ai suoi legali le leggi note come leggi ad personam?
Qualcuno, a seguito di quelle mie recenti dichiarazioni, mi accusa di essere diventato un pentito anti-Silvio. Voglio dire subito che la mia è sempre stata e resta una cultura liberale incompatibile con qualsiasi venatura di sinistra, radicale o moderata. Voglio anche chiarire che non sono un pentito perché i miei giudizi sulle iniziative legislative sbagliate, ad personam e non, sono stati spesso negativi e li ho espressi quando avevo responsabilità politiche e istituzionali. Cito, per tutti, il caso della riforma dell’Ordinamento Giudiziario di Roberto Castelli. Io sono certamente per la separazione delle carriere – non fatta nemmeno da Castelli – ma ritenevo e ritengo che prima bisogna riformare i codici per fare una giustizia efficiente e poi si deve mettere mano all’organizzazione della magistratura. Castelli ha fatto l’inverso e oggi ne paghiamo le conseguenze. Infine, io non sono anti-Silvio. Continuo ad apprezzare Berlusconi ed il berlusconismo, ma ritengo che si sia determinata una deriva non accettabile per una democrazia compiuta: l’uccisione del Parlamento attraverso la nomina, e non con la elezione, dei deputati e dei senatori insieme alla inesistenza di una logica e di una organizzazione di partito, hanno prodotto il potere assoluto del capo. Forza Italia non era questo e la costituzione del Popolo della Libertà né ha spazzato via ogni ispirazione liberale. Io sono a favore del Berlusconi del 1994 ed il mio partito – LEGA ITALIA – ha precisamente l’obiettivo del ritorno alle origini.
Può dirci allora come le chiede le famose leggi ad personam?
Non significa svelare l’arcano se si indicano le modalità con le quali Berlusconi chiede ai suoi legali di avviare itinera legislativi per la approvazione di leggi ad personam. L’ispirazione, quando è necessario, è del tipo di quanto sta accadendo per il “processo breve” e per il legittimo impedimento. La conclusione del processo Mills in Tribunale a Milano, ha comportato l’immediato inizio del processo a Berlusconi. L’ordine di risolvere il problema è partito, mentre in precedenza mai nessuno aveva pensato a questi due provvedimenti legislativi.
Devo dire che le varie leggi ad personam rispondono o hanno risposto sempre anche a problemi di carattere generale utili a tutti i cittadini, ma nelle pieghe si è sempre cercato di risolvere il problema specifico, senza peraltro riuscirci in ogni caso. Emblematica la diminuzione dei termini di prescrizione (la cosiddetta legge ex Cirielli), divenuta applicabile solo ai processi pendenti in primo grado e perciò inadeguata a risolvere i processi che, ad esempio riguardavano Cesare Previti, perchè pendenti in appello o in cassazione. Berlusconi quando chiede leggi ad personam, pone il problema specifico che lo riguarda come il riflesso di una anomalia che può riguardare tutti i cittadini e bisogna dire che questo è talvolta vero, altre volte no.
Le proposte di legge più recente sono state definite dal premier non “ad personam”, bensì “ad libertatem”. Ma ad libertatem di chi?
Tra leggi ad personam e leggi ad libertatem non c’è alcuna differenza. Può coniarsi la formula di leggi ad libertatem personae arcorensis (= leggi per la libertà della persona di Arcore).
Il ministro Alfano si è addirittura esibito in un “No!” alla proposta di legge anti pentiti. Chi ha voluto la proposta di tale legge?
La reazione di Angelino Alfano alla proposta del Senatore Valentino sui pentiti di mafia non è veritiera ma solo il frutto di una strenua volontà di Alfano di costituirsi una storia personale antimafia. Non casualmente egli parla sempre del Governo Antimafia che, nella sua mente, dovrebbe avere l’epicentro nel ministro della giustizia. Gli piace crogiolarsi negli inasprimenti del 41 bis, nei provvedimenti di rafforzamento delle procure e nell’aggravamento delle misure patrimoniali di confisca. Egli non conosce i problemi e non sa, ovvero sa ma ritiene non pagante per la sua immagine di ministro antimafia, che il sistema ha da tempo superato la soglia della tollerabilità costituzionale: il 41 bis è contro le raccomandazioni europee, patrimoni assolutamente non rientranti nei provenienti di mafia vengono presi dallo Stato attraverso vere e proprie usurpazioni di potere. Io posso immaginare chi abbia potuto ispirare il senatore Valentino alla formulazione della proposta per cui, quando due pentiti parlano non si può formare una prova, ma occorrono sempre i riscontri esterni, perché, invece di convalidarsi l’uno con l’altro, possono essere contemporaneamente dei mentitori, come spesso è accaduto. Chiunque abbia voluto la legge, da tecnico dico che essa è giusta e segue il prevalente orientamento della giurisprudenza della cassazione. Ecco un caso di legge, sicuramente ispirata dall’esigenza di risolvere il problema di qualcuno, ma obiettivamente giusta.
Ci può illustrare il senso del cosiddetto “processo breve” e del “legittimo impedimento”? Servono a tutto il popolo italiano?
Il legittimo impedimento è una norma che serve solo a Berlusconi ed è grave che i suoi consiglieri giuridici non lo distolgano o lo abbiano convinto della utilità della norma. In regime di assenza di immunità parlamentare e di foro privilegiato per i reati commessi da ministri nella loro funzione, nessuna pubblica qualità può differenziare la posizione degli imputati. La previsione del legittimo impedimento per la qualità pubblica – presidente del consiglio, ministro, sindaco, presidente di regione – viola il principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione. Non si è mai visto, da che mondo è mondo, un imputato che autocertifichi il suo impedimento. Né si è mai visto un sistema nel quale, l’autocertificazione dell’impedimento da parte di un organo del potere esecutivo, determini un obbligo del giudice di ritenerlo sussistente. Ciò è in evidente contrasto con il principio della separazione dei poteri, giacché si attribuisce al potere esecutivo un compito prevaricatore della giurisdizione e si impedisce a questa ultima di esplicarsi. Solo una norma costituzionale, peraltro in maniera aberrante, potrebbe sancire la deroga al rapporto di autonomia tra potere esecutivo e giudiziario.
Quanto al “processo breve” esso risponde ad una logica costituzionale perché l’art. 111 impone la ragionevole durata dei processi ed esso quindi risponde ad una esigenza generale. A parte, però, la comparsa dell’interesse personale di Berlusconi con la norma transitoria che imporrebbe l’applicazione della nuova disciplina solo ai processi pendenti in primo grado, appunto, come quelli che riguardano il premier, c’è una ragione profonda di incostituzionalità che nessuno vuole cogliere.
Tra processo breve che, per essere tale, fa divieto alla giurisdizione di emanare la sentenza, e processo lungo, la Costituzione impone la preferenza per il processo lungo. La giurisdizione, infatti, è, per la Costituzione, lo strumento attraverso il quale si dà attuazione all’ordinamento giuridico, che non esisterebbe se, dopo aver comandato certi comportamenti, non ne sanzionasse la violazione. Questa, invece, l’operazione consumata dalla normativa sul processo breve, tra l’altro divenuto anche un processo lungo dopo gli ultimi accomodamenti approvati in Senato, a dimostrazione che quel che interessa è, allo stato, salva l’approvazione del legittimo impedimento, la norma transitoria. Tra lodo Alfano primo e lodo Alfano bis mi deve essere sfuggito qualche passaggio. Qual è la logica di quei lodi?
Il lodo Alfano bis serve semplicemente a dare veste costituzionale al lodo dichiarato recentemente incostituzionale dalla Corte. Poiché nessuna delle altre cariche coinvolte ha chiesto scudi giudiziari, mi pare evidente che l’assolutezza del potere del capo giunge, per tutelare i suoi interessi giudiziari, a stravolgere anche la Costituzione.
Di recente Berlusconi ha dichiarato che con i magistrati “dobbiamo usare le maniere forti”. Non è una dichiarazione grave, incompatibile con il ruolo e le responsabilità di primo ministro?
I magistrati non sanno fare politica, ma esercitano solo un loro potere in chiave altamente corporativa. In molti casi occorre essere duttili. Faccio un esempio. Oggi, quando si rinvia una causa in cui ci sia un imputato a piede libero, si rinvia a di quattro, cinque mesi. Nel caso di Berlusconi, ho visto posizioni immotivate di contrarietà ad accettare un legittimo impedimento del premier o al rinvio a pochissimi giorni. Una gestione meno personalizzata e persecutoria, sotto questo profilo, avrebbe fatto si che non si verificasse la situazione attuale, che il premier ritiene di dover risolvere a colpi di leggi ad personam che scardinano il sistema costituzionale dello Stato. Che si debbono usare “le maniere forti” e una affermazione sul piano fisico assolutamente da non condividere, ma non posso che condividere il giudizio negativo sull’operato della magistratura poco sensibile agli interessi della gente, non improntato allo spirito di servizio, concepito come esercizio, spesso abusivo, del potere, frequentemente politicizzato. La maniera forte per reagire è di duplice portata: rilanciare la responsabilità dei magistrati e apprestate leggi sbarramento di discrezionalità incontrollabili.
Perché tanto astio di Berlusconi contro i magistrati?
L’astio di Berlusconi nei confronti dei magistrati dipende, per un verso, da una visuale imprenditoriale che il premier conserva rispetto alle questioni economico-societarie, che lo porta a valutare i risultati in termini di profitto e di vantaggi occupazionali per cui è portato a valutare come formalismi le contestazioni giudiziarie; per un altro verso, non c’è dubbio che soprattutto i tempi e i modi (penso all’avviso di garanzia del 1994) con i quali i magistrati si “dedicano” a Berlusoni facciano guadagnare odio piuttosto che amore. Mi pare di aver capito che dal punto di vista della persecuzione giudiziaria contro Berlusconi , siano d’accordo un po’ tutte le parti politiche.
Esistono le “toghe rosse” per giunta persecutorie di cui parla Berlusconi? Se sì, chi sono? Se no, perché il premier ne parla così ossessivamente?
Le “toghe rosse” sono vive e vegete, non sono solo rosse ma anche verdi e talvolta dal coloro insospettabile. Sono molto più numerose di quanto solitamente non si dica, occupano tutti i gangli vitali della magistratura inquirente e giudicante e sono in grado di condizionare il resto della magistratura. Egemonizzano il CSM, divenuto ormai specchio del ANM. Quotidianamente, nella esperienza professionale, questo cancro della magistratura produce grandissimi danni e se ne è spettatori inermi.
Pare che Berlusconi e i suoi legali approntino di queste leggi sapendo bene in anticipo che sono incostituzionali. Perché lo fanno?
Certo che tutti sanno di approvare leggi incostituzionali, ma tutti sanno anche che per un certo tempo quella legge produce effetti da cogliere nella logica del “carpe diem” . Come sanno che una denunzia di incostituzionalità alla Corte, comunque congela situazioni che è utile congelare. Il “legittimo impedimento” sarà sicuramente mandato alla Corte Costituzionale, ma il processo in cui sarà sollevata la questione, continuerà ad essere sospeso e nel frattempo si farà il Lodo Alfano bis.
Ci racconti cosa ha fatto di preciso lei per Berlusconi in tema di proposte di legge.
Io non ho nulla di preciso da raccontare. Ho fatto tutte le leggi ad personam, insieme ad altri, nella consapevolezza che si trattava di questo tipo di leggi, ma riuscendo a rendere una utile risposta ai problemi generali per cui non poteva poi, se non ingiustamente, essere escluso Berlusconi dal novero dei beneficiari. Voglio anche dire che il risultato ad personam, infine, non c’è mai stato perché i “legislatori berlusconiani”, che magari nelle ore notturne mi escludevano dalla consultazione, modificavano i testi rendendoli inservibili oppure provvedeva a ciò Ciampi con il suo consigliere giuridico, il magistrato Loris, D’Ambrosio che dettava la norma per come doveva essere cambiata e veniva cambiata.
Lo rifarebbe o se ne è pentito? E nel caso, perché?
Certo, che non ero felice di dovere prestare i miei studi alle leggi ad personam, ma devo dire con chiarezza che lo scontro con la sinistra era forte e determinato dal fatto che non veniva riconosciuta a Berlusconi la legittimazione a governare il Paese. Questo mi faceva sentire in qualche modo assolto dal delitto di “interesse privato in atto legislativo”. Oggi, invece, una motivazione di questo genere sarebbe sicuramente pretestuosa. A parte Di Pietro, attualmente questa legittimazione è riconosciuta a Berlusconi, salvo che dalla Magistratura che ha sostituito Violante come proprio referente politico, appunto, con Di Pietro.
Quando esattamente e per quali motivi lei ha avuto una crisi morale? Oppure Berlusconi l’ha brutalmente cacciata?
Io non ho avuto alcuna crisi morale per le leggi ad personam. La mia disaffezione rispetto a Forza Italia e alla Casa della Libertà è stata determinata dalle gestioni affaristiche delle articolazioni periferiche di Forza Italia, rispetto alla quale Berlusconi, sicuramente ad esse estraneo, non era nella minima delle condizioni per intervenire e correggere il tiro. Nonostante, poi, ogni tentativo per dare costrutto propositivo ed organizzativo al Partito, non esisteva nulla e nulla era possibile fare, mentre Berlusconi spopolava in una sorta di dittatura interna in cui l’ultimo valore era quello della meritocrazia. Nonostante ciò, io ho fatto di tutto per essere costruttivo all’interno del Partito e per essere leale a Berlusconi, ma i suoi scherani, per ragioni che non sono mai riuscito ad individuare per la abilità con cui è stata portata avanti la manovra, hanno fatto in modo di attuare una mia progressiva emarginazione.
L’ultimo atto, che considero la vera e propria cacciata, senza conoscerne le ragioni, fu la mia cancellazione dalle liste elettorali del 2006, dopo essere stato collocato al quarto posto, dopo Berlusconi, Bondi e Cicchitto, nel Collegio Lombardia I. Berlusconi si scusò “per essere incorso in culpa vigilando” che, però a dimostrazione della risibilità dell’affermazione, si sarebbe ripetuta nel 2008, tornata elettorale cui giunsi dopo aver dedicato due anni alla costruzione dei Circoli del Buon governo di Marcello Dell’Utri, dopo le dovute assicurazioni del mio ritorno in Parlamento, smentito ancora una volta alla vigilia della formazione delle liste.
C’è chi dice che il governo Berlusconi durerà altri tre anni e chi dice che lui preferirà andare a elezioni anticipate non appena sistemate con le leggi “ad libertatem”, cioè “ad Berlusconem”, le sue pendenze giudiziarie. Lei di che parere è?
Non so quanto durerà il governo Berlusconi, ma penso che sia suo obiettivo quello della Presidenza della Repubblica. Sarebbe un bene per la politica italiana perché le carte si rimescolerebbero, essendo l’attuale Popolo della Libertà fatto di ominicchi più che di uomini, assolutamente inadeguati a replicare anche un’unghia delle capacità di Berlusconi, Tremonti e Letta compresi.
Molti dicono che Berlusconi ormai non ce la farà a diventare presidente della Repubblica, parere che non mi sento di sottoscrivere. Lei che ne pensa?
Io penso che Berluscocni sarà il prossimo Presidente della Repubblica. In questa legislatura se Napolitano avesse il punto di orgoglio di dimettersi da un contesto politico di maggioranza che non lo ha votato; nelle prossima legislatura, in caso contrario.
Come sarà l’Italia tra 5-10 anni? Ancora unita o definitivamente spezzata almeno in due?
Fra cinque- dieci anni l’Italia sarà bipolarista ma con una base di equilibratura al centro, destinata a garantire stabilità senza avere potere. Non è un futuro entusiasmante.
Cosa pensa della visita di Berlusconi in Israele? Saremo al guinzaglio anche di quel Paese oltre che degli Usa?
La visita ad Israele è stata un capolavoro di diplomazia, in cui, però, la bilancia è andata tutta dalla parte ebraica ed io credo che la mossa abbia avuto come obiettivo l’intento di Berlusconi di superare, attraverso il mondo ebraico, le difficoltà attualmente esistenti, al di là delle apparenze, di Berlusconi con l’America di Obama.
A me pare che in questo blog molti bloggers siano ossessionati dalla religione Cattolica ; ossessioni infantili???
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No, solo la consapevolezza del male che ha fatto la Chiesa ottundendo le menti per 2000 anni.
caro Marco,
quali menti ha ottuso? quanto e perchè????
Fatta l’analisi si dovrebbe passare alla sintesi e in questo blog qualcuno ha detto che la sintesi non è cosa al femminile….!!!
Su, forza e coraggio ai maschietti!!!
Buonanotte
Sylvi
Ps Ho appena visto l’anticipazione della Gabanelli per domenica prossima: Balducci e la Propaganda Fide.
Peccato che non la vedrò, sarò oltre confine dove il 3°TV non si vede.
Mi farai un riassunto?
x Sylvi
BBheee, la chiesa cattolica, per ottundere ottunde e lo fa in numerosa compagnia. Chi?…. vuoi l’elenco? Abele, Adriano, Alberto, Antonio, ….. …… Zazà, Zuzzurro. insomma tutti anche se in misura assai varia, credo che marginalmente ci sia riuscita anche con i miscredenti³ come me (anche se mi scoccia un po’ ammetterlo).
Non vorrei mettermi a fare qui un elenco dei casi concreti di ottundimento di massa, anche se questo blog non ha limiti alla lunghezza dei commenti c’è comunque il rischio di saturare la memoria del server.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x Ber
Cos’e’ la Burrata con i fagioli con l’occhio nero?
L’unica che conosco e’ di formaggio fresco a pasta filata.
Solo per curiosita’.
Anita
Cara Anita,
la burrata è un piatto messicano,…popolare nel sud degli Usa,vicino al confine con il messico dove ci sono parecchie tavole-calde messicane,lì lo trovi dapertutto.
E’ una piadina che avvolge fagioli cotti rossi molto succulenti,
pezzi di carne,verdure etc,…a me è piaciata molto.
Qui in Italia la fanno nei ristoranti messicani,…ma costa molto e non ha gli stessi sapori.
Non so perchè si chiama burrata. Burro=asino?
Ciao,Ber
post 449,
In California ci sono molti incendi dovuti alla siccita’ e dal vento..
Cara Anita,
quando parlo di case che bruciano mi riferisco proprio a questo,
la California è una regione vastissima,popolosa,messa in ginocchio dalla siccità e dal vento….,appunto.
L’Italia non è un paese da prendere ad “esempio in generale”,…
ma ha una tradizione nel campo delle costruzioni.
Fino a 30 anni fa gli italiani costruiva strade,dighe e case dapertutto,…ma in muratura,…in cemento armato,…di almeno 100 anni di vita,…antisismiche e antincendio.
Ha le sue scuole edili,i suoi ingegneri edili,i suoi muratori che
costruiscono con sabbia e cemento,…le sue maioliche,…e le case si tramandano da una generazione all’altra.
Il costruire case in legno e in fretta,…e speculare in borsa sulle stesse, ci ha portato al disastro economico.
Bisogna costruire per i ns nipoti e pronipoti,…case eterne…che non si incendiano facilmente….”prendere esempio dai romani i cui asquedotti e ponti sono ancora là,dopo 2000 anni”.
Lo so che non sarà facile,…cambiare la mentalità della gente sarà più difficile che costruire case in muratura,…ma si può sempre provare….
Un saluto,Ber
x Peter 451
volevo aggiungere che il programma che suggerivo
di storia era:
– i sette re pecorai di Roma
-il ratto delle Sabine
-le guerre con gli etruschi (l’arco etrusco di Volterra mi commuove profondamente tutte le volte che lo vedo)
-Muzio Scevola
-Cincinnato
– quella brava ragazza di Cleopatra che circuì i tontoloni romani.
– la fondazione di Aquileia
-la strada Julia Augusta verso il Norico attraverso la quale possiamo sempre scappare quando Roma brucia!!!
Poi si passa direttamente allo scisma tricapitolino e al Sacro Romano impero!!!
Ogni volta che vado a Vienna non manco mai una visita e un fiore a Francesco Giuseppe nella Cripta dei Cappuccini!!!
A voi S. Sebastiano, S.Gennaro e Santa Rosolia o Rosalia, non so bene!!!
Buona giornata
Sylvi
La mafia, i telefoni e il bavaglio
Ecco perché Obama vuol sapere
Gli Usa hanno detto all’Italia: se attuate le vostre intenzioni danneggiate anche la nostra azione contro il crimine.
Argomenti del genere sono stati usati col Messico, la Colombia. Mai con l’Europa. Ddl intercettazioni, rush finale in commissione al Senato.
Mafia e diritto di cronaca, il deputato finiano Fabio Granata: «Così il testo è inaccettabile».
Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera…dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo.
Paolo Borsellino ricordando Giovanni Falcone ad un mese dalla morte
Falcone, la sfida di Grasso:«Pm autonomi dall’esecutivo»
Il procuratore nazionale antimafia, davanti a Maroni e Alfano, difende «l’autonomia dei magistrati dal potere esecutivo».
x Anita 456,
scusa ma ho fatto un po di confsione tra:
burrito e burrata.
________________
La burrata è una mozzarella molto grassa della Puglia,
il piatto messicano invece si chiama Burrito.
Ciao,Ber
x Ber
A Livorno si fa sempre la battita ” i fagioli con l’occhio stanno bene con le “cèé” (ceche, gli avanotti di anguilla)
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x Sylvi
W il 24 Maggio! abbasso i perfidi austriaci ed il suo patetico Francesco Giuseppe, che provoco’ la prima grande guerra
Peter
x Sylvi
ovviamente lei ignorava la via Appia antica, ‘la regina delle strade’, che andava fino a Brindisi ed era un’arteria vitale di rifornimento per l’epoca. Persino in inglese, ricordano ‘the Appian way’, mentre la julia augusta la conoscera’ solo lei (sara’ per il nome julia, da cui la grappa ed il forum julii alla volte??).
L’esempio egizio, attraverso Cleopatra, le piramidi e tutte le frottole ‘storiche’ che la scaltra regina certo propino’ a Cesare, non fu affatto salutare alla democrazia romana. L’inizio dell’impero romano si ebbe appunto allora. Fine della repubblica e di certe garanzie ‘democratiche’ dell’epoca, salvo il senato la cui importanza comincio’ pero’ a declinare. Inizio del culto della personalita’ dell’imperatore per diritto di nascita, deificazione del leader, etc etc. Persino il papato, derivando dall’impero romano, ha remoti origini ‘faraoniche’ egizie
Peter
x Peter
…mentre la julia augusta la conoscera’ solo lei (sara’ per il nome julia, da cui la grappa ed il forum julii alla volte??)…
Non dica bestemmie…o è una plateale lacuna del suo coltissimo liceo?
Julia Augusta non le ricorda proprio niente?
Forum Julii nemmeno?
Chieda a Uroburo!!! Le spiegherà anche CHI passava per questa strada…da dove cominciava e fin dove proseguiva…
Gli inglesi non la conoscono, quelli ignoranti, perchè è troppo complicato pronunciarne il nome e poi perchè porta a Vienna e a Monaco di Baviera…dai tedeschi, insomma!!!
Spero che lei non beva la grappa Julia; mi pare la sponsorizzasse Mike Buongiorno!
C’è molto di meglio in giro.
Ehh, il 24maggio…siete venuti a liberarci …
“provarè, provarè co i riva i taliani” dicevano i vecchi!!!!
Buon pranzo! Sylvi
x Antonio,
ma gli avanotti devono essere un po grandicelli,…o no?
Spiegami la ricetta,che lo dico a mia moglie,a lei piace molto il pesce e anche fare i piatti che non conosce.
Ciao e grazie,Ber
x Sylvi
chissa’ perche’ la sua julia augusta non la conosceva nemmeno l’autore di ‘homo faber’ (svizzero tedesco), mentre la via Appia si’.
Peter
x Ber ed AZ (agricolae pii…)
vi risulta che i susini producano ad anni alterni?!
I due giovani susini che l’anno scorso fecero tanti frutti, quest’anno non hanno niente!!!
Invece quello che piantai l’anno scorso e’ bello carico.
Dove ho sbagliato? potature che non ho fatto?!
E poi, l’albicocco cresce troppo grande e non produce niente. Solo fiori…Come si innesta a pesco?
grazie
Peter
x Peter
La Julia Augusta attraversa l’Italia del nord, da Imperia al Norico,
da ovest a est.
I leghisti sono ignoranti altrimenti ne avrebbero fatto i loro confini…
Gli antichi romani meritano di essere studiati in eterno se non altro per le strade che hanno costruito, GB compresa!
Per l’esperienza che ho io, se il susino è giovane può essere che abbia sofferto in inverno…comunque le annate non sono mai uguali.
Sono esseri viventi…
Per le potature e soprattutto gli innesti o ci si affida a uno esperto oppure si studia o si fa un corso presso una scuola.
Ricordo che avevo imparato, e ho dimenticato, a innestare le barbatelle di vigna…ci sono regole precise da seguire…non si può improvvisare.
Comunque le potature vanno fatte ogni anno.
Sylvi
x Ber
Qui siamo invasi da ristoranti Messicani, molti tipo “fast food” o ristoranti a catena.
Appunto, i burrito degli US sono meno pesanti, ci mettono una varieta’ di ingredienti, riso, fagioli, lattuga, pomodoro, salsa, guacamole, formaggi, involti in una tortilla.
A me non vanno, come non vanno i ristoranti Messicani, Indiani, Greci, ed in genere etnici…
C’era un ristorante Cinese, ottimo, io ordinavo solo due o tre cose…dal vasto menu.
Putroppo, i cuochi cinesi sono andati fuori di testa e si sono ammazzati tutti…in cucina, 6 persone in tutto.
Inizio’ da una lite fra di loro.
Il proprietario, George Lee, mori’ alcolizzato, non si riprese mai dalla tragedia.
Era un caro amico di famiglia.
Ciao, Anita
Per Tempesta::
1–la frase di Wittgenstein puo´ essere interpretata in modo diverso da come hai fatto tu……….;
mettendomi un po´ nella testa di Wittgenstein
bisognerebbe chiedersi ,anzitutto, che cosa bisogna intendere con
la parola “mondo” e come va inserito il concetto di “limite”;
il mondo e´ tale solo per la presenza degli uomini
che lo fanno e lo interpretano attraverso delle idee espresse in parole;
il mondo in se´ non ha un limite,il limite e´ di natura psicologica.
Traduzione allargata della frase di Wittgenstein:
il limite(psicologico) del mondo (umano) e´ rappresentato
dal limite(psicologico) del nostro linguaggio.
Un esempio concreto::::
chiedevo a Marta(che non mi ha ancora risposto) che cosa vuol dire
“dare scandalo”…..scandalizzare.
Ora, due persone che si baciano con passione in chiesa
creano un certo scandalo agli occhi dei “fedeli”;
ora, quel bacio e´ una forma di linguaggio e i fedeli non si scandalizzano tanto per i limiti della loro conoscenza personale
quanto per il limite della loro psicologia (che ,in questo caso, sottende
quella che e´ la vera matrice di ogni scandalizzarsi per qualcosa:la paura per il diverso, la difesa del gruppo cui si appartiene, la chiusura
insomma).
Il mondo non esiste senza di noi uomini
e il suo limite consiste nell´uso linguistico che ne facciamo
e ,quindi, psicologico;la conoscenza viene dopo.(((forse))).
Per Tempesta:
Mi pare che quando ho fatto i nomi di Klee e Pollock
li ho associati all´astrattismo perche´ quello e´ proprio il rischio
derivante da una cattiva interpretazione di certa critica d´arte……
ma mi pare pure che in quel post io prendevo gia´ le distanze da simile interpretazione………specie nel caso di Pollock quando ho scritto
che in lui l´arte si fa azione.
x Alessandro.
certo, il mondo esiste nella forma percepita dall’uomo e coi limiti di percezione dell’uomo. Il mondo visto con la risoluzione di un microscopio ad effetto tunnel, avrebbe un aspetto del tutto diverso e se ne parlerebbe, tra gli ipotetici esseri che avesserro tale risoluzione, in maniera totalmente diversa da come ne parliamo noi. La parola propriamente detta, ovvero il mezzo di espressione verbale, è strettamente relazionata alla singola persona e quindi alla sua conoscenza dell’essere e del divenire, che è necessariamente limitata. Io non parlo cinese e questo è un mio limite, ad esempio, quindi è una parte di ‘mondo’ che mi manca. Non sono mai sceso in miniera nè andato su una stazione spaziale, e questi sono altri limiti. Quindi, la mia parola non comprende queste conoscenze, che invece altri hanno. Ecco che il mio mondo ha un’estensione diversa dal mondo di chiunque altro. E qui torniamo al mio conetto, ovvero che il mondo oggetto della nostra parlola è unicamente il mondo legato alla nostra personale conoscenza.
Per Tempesta:
La coerenza dell´artista esiste fino a un certo punto
ma non e´ cio´ che fa grande un´opera qualsiasi;
dentro l´arte non vive la tesi, l´antitesi e la sintesi
in un rapporto di coerenza………..ma di ambiguita´
dove le ordinarie e comuni opposizioni vengono superate.
L´artista genuino e´ sempre diviso in due e nemmeno lui
puo´ essere padrone totale della sua opera(e la vera critica
d´arte altro non e´ che un secondo artista che comunica col primo).
Che diamine ci fa e chi e´ quella donna rappresentata nella Cena di Leonardo?Ecco l´ambiguita´!!!
L’arte è sempre legata al concetto di armonia. L’uomo percepisce come arte ciò che è armonico e come schifezza ciò che è disarmonico. Come faccia ad avere il concetto di armonia, non lo sappiamo; pare però che sia un concetto innato.
La coerenza è interna all’opera di ogni artista. Ovvero, per coerenza in questo caso intendo il sapere quel che si fa. Anche, parlando per estremi, le famose istallazioni new dada che altro non sono che una disposizione randomizzata di oggetti incoerenti, sono opere coerenti. Coerenti perchè seguono un preciso filo logico, rappresentato in questo caso proprio dalla randomizzazione.
Per capire il concetto di arte quale valore assoluto, ti invito a guardare le opere di Dalì che illustrano la Bibbia.
E’ scandaloso tutto ciò che infrange lo schema dogmatico.
Per tempesta:
mah…………….,sara´ un mio limite………..
ma io, nelle grandi opere che conosco, ci “vedo” tante cose
ma l´armonia quella proprio no;a me pare che fondante
sia la disarmonia…
ho in mente uno schizzo di Baudelaire di un dandy quasi enorme
rispetto a un palo della luce.
L´armonia e´ geometrica( e non mi piace ,quindi, Mondrian ne´ Malevic…………..ma quei pezzi di carne disarmonici con facce d´uomo
strafatte alla Bacon,,che piaceva tanto a Deleuze).
P.S:…….
Ah, bèh!
Che alla ineffabile signora non gli scompifferano locali etnici, quei ritrovi dove si possono gustare prodotti tipici e far conoscenza delle usanze culinarie di popoli molto diversi tra loro e tutto sommato il miglior viatico per conoscere e conoscersi abbattendo
davanti a un piatto tipico barriere fatte di supposizioni e ideologismi vecchi e pelosi, non fa che confermare quanto ancora ci sia da lavorare sull’ignoranza dilagante di chi il proprio orizzonte termina davanti al proprio setto nasale.
C.G.
e che ci fanno quelle donne sproporzionate in certi quadri di Picasso?
l´armonia mette pace….., diciamo cosi´
ma se la grande arte e´ sempre contro
per sua natura non e´ disarmonica?
Non e´ il disarmonico che rende l´opera perturbante?
e mettendo quindi in moto
la messa in discussione dell´ordinario?
x -#481-
Ma vada a farsi friggere, se non mi vanno ci deve essere un motivo.
Anita
Disarmonico e irregolare, sono due concetti distinti.
Prendendo “les demoiselles d’avignon”, quadro di Picasso con donne dalle proporzioni irregolari, notiamo che l’insieme è armonico, ovvero ha un suo equilibrio interno.
Picasso, legato al denaro in maniera morbosa, certo non si preoccupava di fare opere belle, dopo aver raggiunto la notorietà: faceva due ghirigori, li firmava ed ecco il ‘Picasso’, che però era una schifezza. Perciò a fronte della forza espressiva di un Geurnica, troviamo decine di scarabocchi, spacciati per opere d’arte.
Guernica
scompifferano
Tempo fa scrissi la parola “scompifferano” e mi diedero della ignorante – analfabeta – broccolina…..
Mentre e’ una parola Italiana.
Anita
Prendiamo una qualsiasi delle opere surrealiste ma, anche senza giungere al surrealismo, prendiamo Jeronimus Bosch, con i suoi mostri. Le sue sono immagini perfettamente bilanciate, sia dinamicamente che staticamente, al di là di ciò che viene raffigurato. Discorso che vale appunto anche per tutta l’arte moderna, avanguardie comprese. Un’immagine sbilanciata viene percepita con un senso di sgradevolezza.
La gradevolezza o la sgradevolezza sono sensazioni che distinguono un’opera d’arte da uno sgorbio qualsiasi.
abbiamo due estetiche diverse?
Poi c’è la perfezione tecnica, ma quello è un altro discorso.
La perfezione tecnica è secondaria rispetto alla forza espressiva di un’immagine.
Lo vediamo in certa pittura del ‘600, ad esempio.
Ci sono nature morte perfette ma stucchevoli nella loro perfezione, come ci sono immagini altrettanto perfette ma ricche di forza espressiva.
Può anche darsi che io e te abbiamo due estetiche diverse, perchè no? Se solo ci mettessimo d’accordo sulla definizione di ‘estetica’, potremmo stabilirlo facilmente…
ti ho gia´ accennato che ,secondo me, l´arte ha a che fare con la vita
ma senza riprodurla:l´arte trasfigura la realta´.
Ora, la realta´ si presenta oggettivamente armonica……….ma questa armonia, paradossalmente, non ha niente di razionale;
cosa farebbe l´arte invece?mostrerebbe la realta´ trasfigurata dalla sensibilita´ dell´artista che ce la fa percepire oltre la illusoria armonia.
Cara ineffabile signora,
perbacco! già a quest’ora così imbestialita tanto da accentuarlo con caratteri in grassetto?
Si sforzi un tantino, mia diletta, legga bene e (forse) capirà il senso del mio post.
Ne dubito, comunque.
Buona giornata.
C.G.
Per Tempesta:
il suo Gillo Dorfles ha scritto un libro,Elogio della disarmonia…
Per disarmonia, Dorfles intende la non-simmetria, che è altra cosa dal significato generale di ‘disarmonico’.
Dobbiamo anche definire tra noi il concetto di ‘armonia’, perchè vedo che lo intendiamo in maniera diversa.
La trasfigurazione della realtà, e le opere di Dalì stanno a dimostrarlo, niente ha a che vedere con la disarmonia.
Anche il più astratto degli astratti, anche la pittura gestuale, sono armonici nel loro complesso.
x C.G.
La capisco benissimo, il suo post non ha alcun senso.
Se lei ci trova delizia culturale a mangiare cibi etnici sono affari suoi.
Io non mangio roba pasticciata, specialmente fuori di casa.
Nei ristoranti mangio solo cibi che riconosco, senza salse o salsette.
Anche in casa evito spezie piccanti, burro, latte, fritti, salse di pomodoro, formaggi freschi o grassi, e spesso leggo tutti gli ingredienti di cibi confezionati, anche del pane.
Non ho il bel tempo di imbestialirmi per i suoi commenti insulsi.
Infatti non mi imbestialisco MAI.
Anita
Si, ma Dorfles parla pure di irrazionalita´
Esatto.
Trovo delizia culturale nel conoscere altri modi di cucinare.
Ma non è questione di stomaco, di chi più o meno lo abbia delicato, bensì di orizzonti.
Aborro (sic!) gli hamburger con patatine fritte e hotdog con dentro quella schifezza di salsa rossastra.
puah!
Meglio due fette di pane con la mortadella
C.G.
Ma vedi, Alessandro, il problema della lingua italiana è che si fa poco uso del dizionario. Succede allora che ognuno interpreta i termini alla sua maniera e perciò non ci troviamo ai conti.
Se irrazionale è ciò che esula dalla ragione, Dorfles si contraddice, poichè dà ampie spiegazioni delle sue opere, che cadono quindi nel razionale, sono razionali in quanto rispondono ad un criterio.
Non so se hai visto le opere di Dorfles, ma io le trovo perfettamente coerenti e razionali.
x Marco
Di Picasso mi piace solo il periodo blue.
Pur avendo molti libri di pittori e pittura, non apprezzo diversi pittori astratti, per me ci deve essere armonia anche nell’astratto e nel surrealismo.
Di Jason Pollock…e diversi che hanno seguita la sua scuola, mi domando se e’ arte….
Idem per Miro’ per nominarne un altro…..
Io, nel mio piccolo “ero” realista, con eccezioni…
Anita