Quando, chi, dove, come, quanto, perché: sono tante le domande che ho voluto fare ai tre curatori di un’etichetta discografica indipendente alquanto particolare. Laverna Netlabel propone musica online gratis, non solo in streaming ma da scaricare, a norma di legge. E’ specializzata in musica elettronica, una trentina gli artisti in catalogo, selezionati da Mario “Molven” Marino, Mirco Salvadori e Lorenzo Isacco.
Quando è nata l’etichetta?
Mario: Era il 2004 e il progetto Laverna Netlabel partì da subito come progetto più ampio rispetto a quello di una “semplice” etichetta musicale. La scommessa era quella di aprire uno spazio (di cui il sito web era solo una delle componenti) in grado di raccogliere e sviluppare progetti legati ad un certo tipo di suono (che semplificando potremmo definire “elettronico”) e ad una certa forme estetica, da sviluppare con dinamiche di tipo “collaborativo”. E’ una sorta di strana coincidenza cronologica. Se il 1994 io riconosco l’anno decisivo per il suono elettronico, la svolta qualitativa e le innovazioni musicali più importanti per etichette quali Warp, Apollo, Rising High, Fax, plus8..; il 2004 lo vedo in qualche modo come l’anno della svolta per quanto riguarda le modalità di diffusione dei suoni con l’esplosione delle licenze “Creative Commons” e il salto qualitativo delle netlabel (fino ad allora poco più di contenitori di file mp3 diffusi in Rete) che diventano vere e proprie etichette con stile e contenuti riconoscibili.
Resto in attesa del 2014…
Quale background vi ha portato fino a Laverna?
Mirco: “ho iniziato da giovane”…verrebbe da dire! Più che giovane da vero e proprio adolescente, ad ascoltare musica non canonica. Per me è sempre stata una compagna inseparabile ed insostituibile. Nei primi anni ’80 mi sono avvicinato alle radio libere (così si chiamavano…) e non le ho più lasciate. Son partito da una piccola emittente sulla riviera per finire a creare uno dei programmi più ascoltati nel NordEst Italia. Si chiamava ‘Nocturnal Emission’ e lo conducevo assieme a Massimo Caner, guru ricercatore del suono new-wave ed elettronico, tutt’ora in azione. Da un po’ di tempo a questa parte siamo ospiti di Andrea De Rocco e del suo “Diserzioni” in onda su Sherwood Radio: con lui abbiamo inaugurato una nuova esperienza radiofonica (Disermission) che si occupa esclusivamente di suono elettronico e va in onda con frequenza quindicinale la domenica pomeriggio. Un percorso, il mio, partito dal country-rock (?!) ed approdato al suono elettronico di ricerca. Nel mezzo una serie di esperienze che ancora pulsano di vera vita come la collaborazione più che ventennale con il mensile specializzato Rockerilla per il quale curo la pagina recensioni produzioni Net e non solo, le esperienze di produzione discografica con Laverna Net come dj micromix, la nuova avventura artistica con gli Infant T(h)ree e l’incarico di art director sempre per Laverna Net Label.
Mario: ..ahimè a causa dell’età il background parte dai lontani anni ’80 ai quali, guarda caso, faccio risalire le fondamenta storiche del suono che amo ancora oggi. Una certa “elettronica” (di matrice “wave”) che ha iniziato a formarsi con le produzioni di formazioni storiche quali Wire, Cocteau Twins, Cabaret Voltaire, Clock DVA.. Che si unisce ad una militanza “politica” che nella mia personale esperienza personale ha sempre significato prima di tutto un impegno per tenere in vita la purtroppo asfittica scena culturale locale che, se non fosse per la generosità di singoli individui che si impegnano da anni gratuitamente nel territorio, sarebbe ancora più povera e arretrata di quanto non lo sia oggi, sopratutto nel confronto con gli altri paesi europei nei quali sono previsti riconoscimenti, incentivi, programmi radiofonici e televisivi nei canali pubblici, finanziamenti..
Lorenzo: il mio background è presto raccontato. Son quello che spesso viene definito un “musicofilo”, ho cominciato a 12 anni ascoltando Devo e Pink Floyd, e ho fatto un giro a 360 gradi per la musica, fermandomi in molte stazioni. Una di quelle più viscerali è la musica elettronica, ed in particolare l’ambient ed i generi ad essa affini o derivati. Ho fatto un po’ di anni di radio, in una piccolissima radio localissima, ed ora ho anche una piccola etichetta (oltre a Laverna, s’intende) discografica, e una piccola società di management.. Da 20 anni lavoro ed ho lavorato in differenti ruoli, vicino al mondo dello spettacolo. Naturale il passaggio poi, a Laverna, con tutto l’entusiasmo e la convinzione di poter fare esplodere un potenziale incredibile grazie al concetto di collaborazione proprio di Laverna.net sin dagli albori: una forza esplosiva.
Di cosa campa una net-label visto che i download sono gratis?
Mario: Una Netlabel in sè non ha nessun tipo di introito in quanto diffonde musica “free”, cioè liberamente e gratuitamente scaricabile dalla Rete. Tuttavia ci sono delle attività collegate come gli eventi musicali live che abbiamo organizzato in varie occasioni (come l’evento del 10 Dicembre 2009 al Candiani di Mestre) che hanno come unico scopo quello di diffondere un messaggio estetico e un contenuto, e che riusciamo a mettere in campo solo grazie alla generosità dei musicisti e di tutti quelli che collaborano a titolo assolutamentegratuito!
E’ il solito vecchio discorso: ci sono delle attività umane che non hanno un immediato riscontro economico e che nei paesi più avanzati sono riconosciute come valore sociale e in quanto tali sono finanziate e sostenute. In Italia sopravvivono grazie ai ritagli di tempo di alcuni testardi individui..
Lorenzo: L’etichetta ha una filosofia ben precisa: pubblica in download gratuito, e come tale, anche l’impegno dell’artista che decide di pubblicare con noi, sa in partenza che le regole sono quelle della gratuità. Questo non incide sulla qualità del prodotto, se non per qualche caso ove l’artista stesso ha deciso di raggiungere o non raggiungere una determinata qualità, ma mantenendosi su standard di assoluto rispetto. Di cosa campa.. ognuno di noi, di un altro lavoro..
Chi sono i vostri utenti tipo? e quanti sono?
Mirco: trattandosi di una label che opera in rete il numero degli utenti è estremamente ampio in quanto Internet è ‘patria’ del suono elettronico per antonomasia. I nostri utenti arrivano dalle esperienze le più svariate ed appartengono a quella categoria che noi prediligiamo: “open minds people”
Mario: Non c’è un utente tipo ma possiamo misurare in modo preciso il numero di download, ovvero il numero di volte che ogni release viene scaricata. E possiamo dire che per alcune releases la cifra è di tutto rispetto tenendo conto del fatto che trattiamo un suono “di nicchia” (anche alcune migliaia di download)..
Quanti artisti conta la vostra scuderia?
Mirco: il bello di una Net Label è che non conta poi molto il numero degli artisti o delle uscite che si producono in un anno ma la qualità delle cose che si fanno. Laverna ha iniziato il suo percorso lentamente ma ora sta viaggiando a pieno ritmo. Abbiamo parecchi nomi interessanti in catalogo, sia italiani che stranieri e altri ne stanno arrivando. Laverna si sta pian piano definendo come etichetta capace di produrre cose decisamente di alto contenuto artistico e di estremo valore sonoro. Siamo tre tipini molto attenti alle scelte per cui le proposte vengono vagliate traccia per traccia e tutte devono avere dei requisiti che siano in linea con la ‘politica sonica’ della label.
Mario: beh è una “scuderia” molto dinamica, forse molto più variabile della media di un etichetta musicale, nel senso che si aggiungono sempre nuovi musicisti e alcuni artisti che hanno pubblicato in passato con noi non è detto che lo faranno ancora in seguito. Il criterio guida viaggia su un doppio binario: da un lato lo stile musicale, dall’altro lato il musicista, tenendo conto di tutto quelle che ci siamo detti finora, deve collegarsi allo spirito “collaborativo” e “orizzontale” del progetto..
Lorenzo: difficile rispondere, un po’ perché in quest’ultimo anno, ed oggi ancor di più, abbiamo incrementato del 300 per cento il numero delle uscite. Gli artisti che sono nella “nostra” scuderia o semplicemente ruotano attorno ai progetti di Laverna sono molteplici: alcuni hanno proseguito e si ripropongono con una certa continuità, altri hanno virato verso altre scelte artistiche. Altri ancora hanno terminato, il loro percorso, pubblicando il loro saluto con noi.. diciamo che tra habitué ed occasionali, oltre la trentina..
Quali sono i vostri musicisti più scaricati?
Mirco: senz’ombra di dubbio direi che ‘The Last dj’ di Gigi Masin è il disco più downlodato in assoluto.
Mario: Poi ci sono alcuni nomi “emergenti”: Enrico Coniglio e gli LLS04. Abbiamo anche un “supergruppo” nato da una interessantissima combinazione di elementi ed esperienze diverse: Gli “Infant T(h)ree”..
Quali gli artisti più originali e/o innovativi?
Mirco: facendone parte non posso parlarne ( ; ) quindi, a parte quella produzione, devo dire che ogni uscita ha una sua peculiarietà, ogni artista che decide di ‘stampare’ per Laverna porta con sé originalità ed innovazione.
Mario: Gigi Masin è il nome storico, il musicista più noto e con più esperienza. Poi ci sono alcuni nomi “emergenti”: Enrico Coniglio e gli LLS04. Poi abbiamo anche un “supergruppo” nato da una interessantissima combinazione di elementi ed esperienze diverse: Gli “Infant T(h)ree”..
Lorenzo: Abbiamo trovato molto interessante ed innovativa al release di Enrico Coniglio, musicista di acclamato valore a livello mondiale. Una sorpresa si è rivelato, poi, #11 degli LLS04, una coppia di musicisti, coppia anche nella vita. Siamo in attesa delle tracce audio di Emanuele Errante (che già ha collaborato con noi in occasione dello spettacolo “Futuribile notte d’inverno” al centro Culturale Candiani di Mestre). Ma poi tutti, tutti i musicisti che hanno prodoto qualcosa per noi hanno riscontrato il nostro entusiasmo ed il risconto del pubblico.. Come Monosonik, Halo XVI, Molven, Vain Foam, Paolo Veneziani, Mono-drone. Gocce di poesia di Gigi Masin, e sicuramente e molto gli Infant T(h)ree.
Il termine “elettronica” è un po’ vago: voi abbracciate un po’ tutto, dalla dance all’ambient, oppure no?
Mirco: non posso che darti ragione, oramai con il termine elettronica si tende a catalogare tutto ciò che non è canonico o mainstream. Noi ci occupiamo di suono elettronico inteso come suono di ricerca che ha come base, come comune denominatore il fascino dell’esperienza Ambient. Da li partiamo per andare alla ricerca di sempre nuove frontiere sonore, lontane comunque dall’inascoltabile frastuono della musica (?) tristemente convenzionale.
Mario: Se inizialmente il nostro progetto di net-label si proponeva di diffondere attraverso la Rete le produzioni musicali di artisti del nostro territorio, in una fase successiva e forse più matura, ci proponiamo un superamento totale e definitivo di ogni distinzione di carattere geografico utilizzando come unico criterio di scelta e di pubblicazione del materiale, come dicevo, il suo intrinseco valore e anche le affinità di spirito relative al metodo di lavoro del musicista. E’ chiaro che inizialmente si è pubblicato materiale differente come stile, mentre da molto tempo ormai abbiamo creato un percorso musicale legato ad uno stile preciso che potremmo in qualche modo definire: ambient elettronico tra l’IDM, il downtempo e la sperimentazione… Non avrebbe senso attraverso una label tentare di rappresentare tutta la scena elettronica, pena il rischio di fare un pasticcio incomprensibile.
I suoni sono tutti elettronici o c’è l’inserimento di strumenti “veri”?
Mario: Se inizialmente il nostro progetto di net-label si proponeva di diffondere attraverso la Rete le produzioni musicali di artisti del nostro territorio, in una fase successiva e forse più matura, ci proponiamo un superamento totale e definitivo di ogni distinzione di carattere geografico utilizzando come unico criterio di scelta e di pubblicazione del materiale, come dicevo, il suo intrinseco valore e anche le affinità di spirito relative al metodo di lavoro del musicista. E’ chiaro che inizialmente si è pubblicato materiale differente come stile, mentre da molto tempo ormai abbiamo creato un percorso musicale legato ad uno stile preciso che potremmo in qualche modo definire: ambient elettronico tra l’IDM, il downtempo e la sperimentazione…
Lorenzo: dipende da quale musicista intendiamo: scuramente ci sono strumenti acustici, altri elettrificati, ed in fine completamene elettronici.. In particolare gli Infant T(h)ree usano strumenti “veri”, come anche Enrico Coniglio, Halo XVI, LLS04.. Dipende dalla sensibilità e dal percorso artistico finora svolto dall’artista (o gruppo d’artisti), e dalla propria curiosità.. E’ comunque pratica sempre più comune e riconosciuta, e ci si apre a nuovi orizzonti artistici
Molti artisti di elettronica dal vivo non interagiscono con la loro strumentazione nè creano in diretta ma propongono una pappa già bell’e fatta: ha senso allora un live set?
Mirco: ti posso assicurare che l’interazione avviene eccome! Se tu prendi un file e lo vai ad incastonare all’interno di un loop che hai appena creato ritagliandolo da un campione a sua volta registrato al momento ti assicuro che stai ‘suonando’ ed interagendo con la macchina e creando suoni assolutamente non pre-confezionati. Io credo si debba sfatare questa fiaba metropolitana per cui elettronica=freddezza ed inespressività. C’è più poesia in un drone dilatato per 20 minuti che non in una canzone pop qualsiasi. La potenza dell’ambient sta proprio nel suo riuscire ad interagire prepotentemente con la tua immaginazione per portarti in territori altri, lontano dal clamore insulso della realtà quotidiana con le sue canzoncine.
Mario: Oltre alle pubblicazioni di release nel nostro sito Laverna.net, da molti anni ormai costruiamo eventi dal vivo e dunque il tema della musica elettronica nella sua dimensione live per noi è molto sentito. Per un musicista che si ripropone di eseguire esibizioni Live è una continua ricerca di una interazioni in presa diretta con il suono. Le possibilità sono infinite (interfacce, filtri, multi effetti, elaborazione in tempo reale di strumenti alettrici che entrano nella scheda audio, ecc..). Ma mentre i tuoi “colleghi” musicisti non hanno difficoltà a godersi la tua performance, la vera difficoltà secondo me è fare capire ai non addetti ai lavori che durante il tuo live-set stai davvero “suonando” mentre interagisci con queste interfecce che sono in tutto differenti rispetto ai classici strumenti musicali.
Il formato mp3 è pratico ma ammazza la qualità del suono….
Mario: mah.. non è stata trovata una risposta definitiva a questo interrogativo. Ci sono diverse opinioni. La “perdita” di qualità dei file mp3 pur essendo oggettiva è alla fine percepita soggettivamente in modo diverso. Io non sono un fanatico audiofilo. Se un brano è bello lo è anche in mp3..
Lorenzo: beh una volta era sicuramente vero, ora non più così tanto.. L’MP3 è tecnologia che è stata sviluppata dal Prof. Brandenburg nei primi anni ’90. I primi MP3, che è una tecnologia che sfrutta l’eliminazione delle frequenze superiori al limite di udibilità umana, tagliandole brutalmente nei primi esempi. Poi si son fatti passi da gigante, sia con altre tecnologie di compressione audio che ottengono una migliore percezione acustica (purtroppo è sempre quella la prova da fare.. ascoltare.. non c’è miglior giudice del nostro orecchio!), sia abbinando una straordinaria tecnica di codifica che si chiama SBR (Spectral Band Replication). Ci sarebbero poi altre tecnologie ed altri sorprendenti risultati. Però non ha molto senso scendere in particolari tecnici, credo.. E’ chiaro che l’MP3 è di qualità inferiore della qualità del CD audio, e il CD audio inferiore al vinile.. ma dati gli straordinari passi avanti che si son fatti ed (da non sottovalutare) il crescente disinnamoramento per l’audiofilia, pongono l’MP3 ancora sulla ribalta delle tecnologie di compressione, anche perché.. la fruizione probabilmente, va sempre più verso un ascolto da cuffiette e lettore mp3 sul cellulare, o suoneria per cellulare, contro un tempo in cui si bloccavano le proprie attività per ascoltare un disco (alti tempi)..
Diritti d’autore: qual è la vostra posizione al riguardo?
Mirco: in Italia siamo in fase afasica rispetto alla cultura, il ‘comportamento televisivo’ regna sovrano, l’ignoranza sta devastando la maggioranza delle giovani menti. Cerchiamo perciò di diffondere cultura nuovamente ed al meglio e senza orpelli. Noi di Laverna lo stiamo facendo.
Mario: Io sono un ultra sostenitore delle licenze libere e addirittura del copyleft, pur ritenendo sacrosanto il fatto di attribuire i crediti al creatore originario della musica. Ma non tutti i musicisti concordano su questo.
Tuttavia, come sempre, è nel momento in cui entra in gioco il discorso economico che nascono i problemi. Nel nostro caso, la scena musicale di riferimento è talmente limitata come numero di fruitori che il problema non si pone. Anzi considero la svolta “Creative Commons”, l’occasione per uscire dalle ambiguità: non ci guadagno nulla dalla pubblicazione dei miei brani (tanto era così anche prima per noi..) ma almeno resta chiara l’attribuzione dell’autore del brano e la mia musica potrà avere una maggiore diffusione rispetto a quella della tradizionali etichette..
E’ come se si stesse tornando un po’ alle origini della musica, prima dell’avvento del disco, dove il musicista otteneva i propri guadagni solo dalle esibizioni dal vivo..
Lorenzo: Beh.. per un non musicista è un po’ difficile rispondere anche per chi è musicista e vorrebbe che il mondo lo osannasse (come sogno nel cassetti, intendo). Ma, brevemente, dal mio punto di vista, il fatto che un ente dichiari di tutelare i diritti dei suoi affiliati, ma alla fine ti costringe a pagare anche per la tua musica, ricalcola le eccedenze economiche dando di più “ai ricchi” e niente ai “poveri”, ed altre cose, è quantomeno ridicolo.. La CCL, licenza sotto la quale pubblica Laverna tutti i propri contenuti, ti permette di raggiungere più persone, per la gratuità della proposta, ti permette di tutelare i diritti dell’autore, in modo non poi così tanto differente da altre forme più “pubblicizzate” (od istituzionalmente riconosciute). Detto questo, i diritti d’autore sono sacrosanti e non si può prescindere dal pensare di tutelarsi in tal senso. Poi, è giusto anche pensare se val la pena spendere dei soldi a fronte di quello che si prevede possano rientrare con lo stesso meccanismo, oppure affidarsi alla tutela con formule gratuite ma perfettamente funzionanti. Noi, con Laverna, abbiamo scelto la Common Creative License e ne siamo fieri.
www.laverna.net, www.myspace.com/lavernanet