Un mio amico cattolico mi tira le orecchie, ma la difesa del “nuovo corso” antipedofilo, che sarebbe stato ordinato da Ratzinger nel 2003, non convince e spiego perché. Elisa Claps e annessi silenzi come Emanuela Orlandi e anessi silenzi e depistaggi? La truffa del voto degli italiani all’estero, di cui già ci parlava Faust prima di Pasqua
Un mio amico cattolico, che ho sempre reputato degno di fede, mi giura che davvero Ratzinger si è molto dato da fare contro la pedofilia presente anche nel clero. E mi ha inviato tre e-mail. Eccole:
1) Caro Pino, non sono d’accordo con quello che hai scritto sull’email e sulla tua interpretazione del “De delictis gravioribus”: bisogna considerare che una cosa è il processo canonico, un’altra è quello civile-statale. E’ sicuro, sicurissimo, che dal 2001 l’aria è cambiata: si sono resi conto di aver sottovalutato il problema. Ti posso assicurare che da anni la Congregazione per la dottrina della fede tratta questi casi invitando le vittime a rivolgersi alla magistratura. Il segreto richiesto riguarda il processo canonico ed è una riservatezza a tutela di tutti, compreso il presunto reo.
Ma quel passo non c’entra nulla con la collaborazione con la magistratura.
2) Caro Pino,
il regolamento interno della Dottrina della fede è stato redatto nel 2003 sulla base dei documenti di Wojtyla e Ratzinger di due anni prima. E’ da allora che vigono queste regole.
Il caso Firenze: hai ragione, ma saprai benissimo che uno degli allievi e figli prediletti di don Cantini era ed è vescovo ausiliare di Firenze e il fatto che la Curia non si sia mossa è dovuto a questo. Appena la cosa ha raggiunto Roma don Cantini è stato punito.
Il caso Irlanda: ovviamente le regole del 2003 valgono dal 2003. La quasi totalità (se non la totalità) dei casi del rapporto Murphy e dell’altro rapporto sono riferiti a tempi molto lontani.
Da quando sono in vigore quelle regole, le segnalazioni di casi sono diminuite del 30 per cento, questo significa che qualcosa hanno fatto. Non sto dicendo che siano regole perfette, così come deve ancora instaurarsi una sensibilità adeguata nei confronti delle vittime degli abusi. Ma credimi, non è affatto vero che “De delictis gravioribus” abbia messo il segreto sulle denunce all’autorità pubblica, perché è accaduto proprio il contrario e il fine per cui quel documento è stato fatto era davvero un’inasprimento e un giro di vite, avocando ogni caso a Roma, nelle mani di monsignor Scicluna, il capo della task force che lavora su questo. Inoltre “De delictis gravioribus” allungava i tempi della prescrizione (stiamo parlando ovviamente sempre del reato ecclesiastico) portandola a dieci anni dal compimento del 18° anno dell vittima. Inoltre la Congregazione per la dottrina della fede, pur esistendo questa prescrizione, deroga spesso e procede anche nel caso di reati già prescritti.
Con ciò non voglio convincerti di nulla. Per anni si è sottovalutato il problema, ci sono stati casi orrendi di coperture e insabbiamenti. Ma da una decina d’anni le cose sono cambiate.
3) Caro Pino, ti ribadisco che dal 2001-2003 le cose sono cambiate.
Il regolamento interno predisposto allora è chiaro proprio su questo punto della collaborazione con la magistratura.
Ti posso assicurare che l’indicazione è quella di consigliare alle vittime di rivolgersi anche alla polizia e alla magistratura, mentre la giustizia ecclesiastica fa il suo corso.
Se la tua interpretazione del segreto pontificio fosse vera, ci troveremmo di fronte a un conflitto tremendo, perché significherebbe che viene vietato a una vittima di denunciare un reato subito! Credimi, non è così.
Ti posso inoltre assicurare che ci sono casi in cui la vittima vuole solo il processo canonico ma non quello civile, perché con il primo può rilasciare una dichiarazione giurata ma non comparire mai, con il secondo non sempre si riesce ad evitare la pubblicità”.
Il mio amico è sicuramente in buona fede e convinto di ciò che mi ha scritto, ma sono egualmente perplesso, quanto meno. Come sapete ormai bene, prima di scrivere il secondo libro sulla scomparsa di Emanuela Orlandi ho letto sul Corriere della Sera che Ratzinger era stato incriminato negli Usa per il famoso ordine da lui emanato nel maggio 2001 assieme a Raffaele Bertone, e così, piuttosto sbigottito, ho setacciato il web alla ricerca sia del testo dell’ordine firmato dall’attuale papa che della definizione di cosa sia mai il “segreto pontificio”. Ho trovato entrambi i documenti nel sito ufficiale del Vaticano, li ho scaricati e pubblicati nell’appendice del libro “Emanuela Orlandi – La Verità” perché a mio avviso possono contribuire a spiegare perché Emanuela Orlandi è “misteriosamente” scomparsa e la Chiesa ha insabbiato, mentito e depistato. Il caso della 16enne Elisa Claps, stessa età della Orlandi, violentata e uccisa 17 anni fa nella soffitta del duomo di Potenza, il cui attuale parroco ha taciuto alla magistratura e alla polizia il ritrovamento del cadavere già mesi or sono, rende bene l’idea sia di cosa può essere accaduto a Emanuela sia del perché il Vaticano ha taciuto esattamente come l’attuale parroco del duomo di Potenza. Scaricati dal sito del Vaticano quei due documenti, ho setacciato lo stesso sito per cercare eventuali altri documenti collegati. NON ho trovato nulla di successivo al 2001, in particolare NON ho trovato nulla riguardo l’affermato “nuovo corso” varato nel 2003.
Certo io posso avere sbagliato, non avere trovato quello che invece c’era. Però il mio collega de L’espresso Sandro Magister – molto ma molto informato sulle faccende vaticane tant’è che oltre a un blog molto filo clericale gestisce anche un sito sulla Chiesa talmente ossequioso, se non baciapile, che non si riesce a credere faccia parte del sito de L’espresso – NON ha mai fatto cenno in tutti questi anni a nulla di simile all’asserito ordine di un “nuovo corso” dal 2003. E come Magister NON ne hanno mai accennato neppure da lontano nemmeno i vari Vittorio Messori, Vito Mancuso, Dino Boffo, ecc., tutti professionisti molto bene informati sulla cose vaticane, anche se un po’ troppo creduloni per poter restare bene in carreggiata. Ma NON ne hanno parlato, soprattutto, neppure i vari Bertone, Bagnasco, Sodano, Martini e compagnia bella, gerarchi ecclesiastici che del Vaticano conoscono molto ma molto bene anche le soffitte, i sotterranei, gli archivi e le diavolerie varie. Non ne hanno parlato nonostante nel frattempo ci siano stati non pochi scandali di pedofilia nel clero cattolico, da quello di Firenze a quelli degli Usa, Polonia, ecc. Scandali che sarebbero stati l’occasione ideale per parlare del “nuovo corso”: invece, silenzio tombale. Ratzinger nel suo viaggio negli Usa e in quello in Australia s’è trovato alle prese con molte accuse della stampa locale sui troppi casi di pedofilia talare, eppure NON ha mai parlato del “nuovo corso”, NON ne ha parlato lui, neppure negli incontri con alcune delle vittime, né ne hanno parlato i suoi sottoposti. Come si spiega? Mistero. Inspiegabile.
E poi c’è un’altra cosa che non mi convince: che senso ha imporre il “segreto pontificio”, cioè l’ordine di tacere sui casi di pedofilia, solo all’interno della trafila burocratica clericale, lasciando però liberi tutti di parlarne fuori dal mondo clericale? Che razza di segreto è se devo tacere in casa, ma posso e anzi devo gridare in strada e in piazza? E’ evidente che c’è qualcosa che non quadra. E NON per preteso anticlericalismo, bensì solo per una questione di logica e di decenza.
Beh, a me verrebbe spontaneo dire che in Vaticano dopo avere falsificato il testamento di Costantino, con il quale falso hanno fatto fesso prima Pipino il Breve, poi Carlo Magno e infine l’Italia e l’Europa tutta, sotto il montare sempre più minaccioso delle accuse sulla pedofilia possono avere benissimo negli ultimi tempi creato dal nulla – miracolo! – anche questo benedetto “nuovo ordine del 2003″. Del resto è chiaramente un falso, creato in Vaticano, anche la “lettera di addio” che la guardia svizzera Cedric Tornay avrebbe scritto alla madre prima di massacrare il suo comandante e la consorte per poi suicidarsi. Che si tratti di un falso lo dimostra in modo inconfutabile il cognome della madre al quale Cedric ha indirizzato la missiva: impossibile che il figlio abbia usato per la madre non il suo cognome da signorina e neppure quello del marito con il quale ha fatto venire al mondo Cedric, ma un altro ancora che, guarda caso, era però proprio quello che figurava all’anagrafe vaticana delle guardie svizzere…
Conclusione? Mah. Vedremo. Intanto però i segni di panico non mancano. Si va dai discorsi demenziali di Bertone che dà la colpa non al celibato dei preti – inventato a tavolino in Vaticano dopo l’anno Mille per intascare le sostanze di chi non potendosi sposare non poteva avere figli legittimi ai quali lasciare l’eredità – bensì alle “tendenze omosessuali” (questo è l’audio con la viva voce dell’ineffabile Bertone: http://espresso.repubblica.it/multimedia/24046342 ), e si finisce ai discorsi ancor più demenziali se non mascalzoneschi del vescovo emerito di Grosseto, signor Giacomo Babini. Babini vaneggia di “complotto sionista” in modo tale che vale la pena riportarne per intero le insane parole, ovviamente smentite grazie all’incazzatura dei pezzi grossi d’Oltretevere. Ecco il testo preso dal sito di Repubblica:
1 – PEDOFILIA, ATTACCO ANTISEMITA DI MONSIGNOR BABINI
”SUI MEDIA IN CORSO UNA CAMPAGNA SIONISTA”
Lo scandalo pedofilia sui media non è altro che “un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza: loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi”. A sostenerlo è il vescovo emerito di Grosseto monsignor Giacomo Babini, in un’intervista pubblicata dal sito Pontifex (che si presenta come un ‘blog di libera informazione cattolica’, e viene definito ‘tradizionalista’ da alcuni e “ultrà’ da altri).
Parole che hanno suscitato l’indignazione del Comitato Ebraico Americano, che in un comunicato ufficiale diffuso a New York ha chiesto ai vescovi italiani di condannare immediatamente le dichiarazioni “antisemitiche” di monsignor Babin.
Babini, nella stessa intervista, sempre riferendosi agli ebrei sostiene che “la loro colpa fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarebbe accaduto loro con il ‘non piangete su di me, ma sui vostri figli'”. Una considerazione che di fatto rilancia l’idea del “deicidio”. Babini inoltre, premettendo che “l’Olocausto fu una vergogna per l’intera umanità”, dice che però Hitler fu mosso dal fatto che gli ebrei avevano strangolato la Germania, provocando la reazione nazista: “Gli eccessi e le malversazioni degli ebrei strozzarono l’economia tedesca”, si legge nell’intervista.
Monsignor Babini non è nuovo a prese di posizione che scatenano forti polemiche. In febbraio, sempre con dichiarazioni rilasciata al sito Pontifex, si era scagliato contro gli omosessuali, sostenendo che la loro è “una pratica aberrante”, un “vizio contro natura”, e schierandosi con gli ecclesiastici che sostengono che gli omosessuali, solo per il fatto di essere tali, non dovrebbero accostarsi alla comunione.
E infatti anche in quest’occasione, rispondendo a una domanda dell’intervistatore, (“Forse ci sta anche la lobby gay?”), afferma: “Non lo dubito, anche loro se possono tirano sulla Chiesa. Bisogna trattare coloro che hanno tendenze omosessuali con delicatezza e senza infierire, con misericordia. Ma accettino serenamente la loro croce e la malattia con santa rassegnazione. Altri invece praticano l’omosessualità e persino se ne vantano. A loro dico che persino gli animali rispettano l’ordine della natura e loro no, da questo punto di vista meglio la regolarità degli animali”.
La precisazione del monsignore. Nel pomeriggio mons. Babini, smentisce seccamente – attraverso un comunicato inviato dalla Cei – di aver mai espresso giudizi antisemiti, dai quali, anzi, prende le distanze. “In ordine ad alcune agenzie che mi attribuiscono dichiarazioni sui fratelli ebrei da me mai pronunciate, preciso che in alcun modo ho espresso simili valutazioni e giudizi da cui prendo nettamente le distanze”. “Rinnovo ai nostri fratelli maggiori nella fede la mia fraterna stima e piena vicinanza, in sintonia con il Magistero della Chiesa costantemente riaffermato dal Concilio Vaticano II in poi”.
In Vaticano il panico è dovuto a due motivi. Il primo e più contingente è il timore che essendo i preti, sacerdoti, monaci, ecc., insomma i religiosi di professione, in definitiva dei dipendenti della Chiesa e perciò dello Stato del Vaticano, questo sia chiamato a pagare i danni per la marea di vittime che stanno saltando fuori come fuochi d’artificio. Se un medico di un ospedale sbaglia diagnosi od operazione, paga l’ospedale. Alla stessa stregua se i “medici dell’anima” chiamati preti violentano qualcuno nell’esercizio delle loro funzioni, che peraltro durano 24 ore al giorno, compreso il sabato e soprattuto la domenica, e non solo le canoniche otto ore, è chiaro che deve pagare i danni “l’ospedale” o la “clinica privata” da cui dipendono, vale a dire il Vaticano. Se i marines o i carabinieri fanno danni, pagano gli Usa o lo Stato italiano, ergo se fanno danni i “soldati di Cristo” che indossano la divisa ecclesiale deve pagare lo Stato dell’Ecclesia, cioè il Vaticano. Ma se prende piede questa interpretazione giuridica, peraltro ovvia, al Vaticano alla lunga non resterebbe che vendersi pure le scarpette rosse del papa…
Il secondo motivo, più insidioso e difficile da trattare senza essere presi a pesci in faccia con la solita accusa di antisemitismo, è che nel mercato dell’offerta religiosa l’ebraismo sta ri-prendendo piede in Europa quasi quanto l’ha già preso da tempo negli Usa. Per non parlare della religione islamica. La Chiesa, sia quella cattolica che le altre anch’esse cristiane, deve la sua fortuna all’essere stata adottata come unica religione legittima dall’impero romano prima, da Carlo Magno dopo e infine dai conquistadores e dal colonialismo, che ne hanno fatto un monopolio. Il ricco monopolio dello sterminato mercato religioso. E quando non bastava la spada soccorrevano i roghi in piazza, quelli dell’Inquisizione ribattezzata in seguito Sant’Uffizio per nascondere il puzzo di carne umana bruciata e infine ribattezzata più soavemente Congregazione per la dottrina della fede. Che è poi il dicastero a capo del quale Rantinger e Bertone nel disgraziato 2001 hanno diramato il disgraziatissimo ordine del “segreto pontificio”.
Che molta parte dei mass media occidentali sia “in mano agli ebrei” è un dato di fatto innegabile, ma certo non è né una colpa né un complotto. Se è per questo, “in mani ai cristiani” c’è stato per 15 secoli pressoché tutto, e sappiamo bene che ancora oggi se non sei ciellino è più difficile infilarsi per esempio nella Rai. Non parliamo del mondo delle banche, dal S. Paolo in su e in giù, e dei tentacoli dell’Opus Dei… L’accusa ai “sionisti” fa pure ridere. Che le notizie dal Medio Oriente siano filtrare e manipolate da troppi giornalisti e agenzie fin troppo legate a Israele pur senza essere magari israeliani è un dato di fatto, basta vedere le frottole e le notizie a senso unico che circolano su quanto accade in Medio Oriente, in Israele e in Palestina, dove tutti sembra non abbiano altro da fare che fabbricare bombe atomiche contro Israele (che in realtà è l’unica a possederle, nel silenzio generale che solo ora forse inizia a incrinarsi per volontà Usa) o voler affogare nel Mediterraneo “gli ebrei”, cioè gli israeliani che non sono neppure poi tutti ebrei. Come cioè se il resto del mondo avesse le colpe che in realtà abbiamo solo noi europei, anzi noi mondo cristiano. C’è sicuramente una forte componente sionista nel mondo ebraico, ma non si capisce perché mai dovrebbe “complottare” contro la Chiesa, però il problema è che c’è anche il sionismo cristiano, molto forte e fanatico soprattutto negli Usa, che è ancora più deciso a spazzar via i palestinesi da casa loro e magari rifare le crociere per far spazio alla “vera religione”: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Vorrei ricordare che l’ubriacone molesto George W. Bush l’invasione dell’Afganistan la chiamò Crociata Infinita, nome che fu costretto a cambiare dalle proteste arabe e islamiche.
Che nonostante i 15 secoli di dominio assoluto del cristianesimo l’identità ebraica si sia conservata è un bene. Un bene prezioso. Purtroppo per la Chiesa però l’ebraismo è la testimonianza vivente delle “forzature”, chiamiamole pudicamente così, che il papato e la Chiesa hanno fatto sui vangeli e sulla figura di Cristo per costruire il proprio immenso potere. Oggi che l’epoca degli imperi, del colonialismo e dell’ignoranza di massa è finita, la testimonianza ebraica mette ancor più in crisi, anche in modo concorrenziale, l’ormai perduto monopolio cristiano sul mercato religioso occidentale con vaste propaggini di mercato nel resto del mondo. E non c’è “dialogo religioso” che tenga. L’ho detto più volte: il “dialogo” tra ebraismo, cristianesimo e islam somiglia molto alla nassa con dentro una murena, un polipo e una aragosta. Tre animali che nella nassa restano fermi solo perché ognuno vuole sbranare l’altro ma teme di essere sbranato dal terzo. E comunque parliamoci chiaro: se ci sono “forzature” sui vangeli, ce ne sono di enormi anche nella bibbia e nello stesso corano, dell’autenticità del sui contenuto è pure lecito dubitare così come dell’intera storia di Maometto e dei primi decenni di espansione islamica. Se è vero, come è vero, che l’ebreo Gesù Cristo non s’è mai sognato di voler fondare una nuova religione, e se è vero, come è vero, che solo dei bari o degli eccessivamente ingenui possono sostenere che la banalissima frase, peraltro apocrifa, “Tu sei Pietro e su questa pietra costruirai la mia assemblea” significa fondare la Chiesa e il papato, è anche vero che non c’è mai stata nessuna schiavitù ebraica né in Egitto né a Babilonia, non c’è stata nessuna conquista della “terra promessa”, non è mai esistito nessun Abramo emigrato da “Ur dei caldei” se non altro perché i caldei a Ur ci sono arrivati solo attorno al 900 a. C., non c’è stata nessuna traversata “miracolosa” del Mar Rosso, con annesse mattanze e “sette piaghe” degli innocenti e civilissimi egiziani, e non c’è stata nessuna peregrinazione di Mosè per 40 anni o anche solo 40 giorni nel deserto del Sinai. Basta leggersi anche solo i libri dell’archeologo ebreo e israeliano Israel Filkenstein per fare piazza pulita di tanti bei miti, per non parlare dei libri di Giovanni Pettinati e Mario Liverani. Chissà perché inoltre tutti hanno timore a dire – o è solo ignoranza crassa? – che nei primi tempi gli ebrei erano alleati dei musulmani in odio all’impero bizantino perché cristiano, cioè – è il caso di dirlo! – non solo “antisemita”, ma proprio antiebraico! Mi spiace che quando ho inviato una e-mail a Gad Lerner per dire che forse è il caso di prendere le distanze da miti che hanno seminato troppe divisioni, odio, guerre e razzismo, anziché rispondermi come le altre volte mi ha rimandato indietro l’e-mail. Se fa così una mente aperta come Lerner, figuriamoci cosa bolle nelle teste altrui. Il risultato alla fine è quello niente affatto bello che abbiamo sotto gli occhi: deliri di troppi contro troppi. Con davanti a noi un altro baratro, nuovo ma che sa di antico, anzi direi quasi ormai di preistorico, dove di moderno ci sono solo le armi… Quelle militari, non quelle dell’intelletto.
Insomma, la Chiesa cattolica – a meno di altre guerre disastrose per spingere indietro l’umanità – è destinata a perdere terreno e potere, come dimostra anche il suo disperato voler continuare a succhiar sangue almeno nel suo zoccolo duro chiamato Italia. Ma se anziché riformarsi in modo illuminato e adatto ai tempi, eliminando pratiche e tabù inventati a tavolino solo per il proprio potere politico ed economico, dovesse continuare ad arrocarsi e “fare quadrato”, allora il suo perdere terreno potrebbe diventare uno smottamento o una frana. Ma non è affatto detto che sia una cosa positiva. Il vuoto lasciato da una Chiesa travolta NON verrebbe necessariamente occupato da maggiore civiltà e tolleranza. I sommovimenti franosi o tellurici di norma seminano più che altro disastri. Sarebbe molto meglio se la Chiesa si riformasse, anche più di quanto ha tentato papa Roncalli, la cui opera riformatrice è stata spazzata via dal papa polacco prima e da quello tedesco dopo, perché riformandosi la sua perdita di potere e terreno non acquisterebbe il carattere di tregenda che potrebbe invece avere, con danni per tutti. La Chiesa e il cristianesimo sono ancora colonne portanti dell’Europa e dell’intero Occidente: se le colonne si spezzano o si piegano di colpo, il palazzo può finire male, con tutti i suoi abitanti. Se invece vengono man mano ridotte e sostituite da altre colonne o altri rinforzi, di mattoni e cemento, il palazzo resta in piedi, magari meglio di prima.
Anche se mi sono dilungato, vorrei chiudere con un argomento del quale si è parlato qualche settimana fa quando ci siamo trovati con Faust e Controcorrente a casa di Uroburo a ingozzarci di brasato e buon vino: l’argomento, vale a dire, dei brogli elettorali nelle votazioni degli italiani all’estero. Nulla di meglio che riportare quanto scritto da due bravi colleghi de L’espresso, con annesso audio:
“Così truccavano il voto
di Emiliano Fittipaldi e Valentina Petrini
L’audio delle telefonate in cui un imprenditore latitante vicino al clan Piromalli in Venezuela racconta di aver fatto bruciare migliaia di schede per le politiche del 2008. Il ruolo di Marcello Dell’Utri e il misterioso «materiale spedito ad Arcore»
AUDIO 1 Aldo Miccichè e Filippo Fani, collaboratore di Barbara Contini
AUDIO 2 Aldo Miccichè e Gioacchino Arcidiaco, affiliato al clan Piromalli
Nove aprile 2008, quattro giorni prima delle elezioni politiche che riporteranno Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Gli investigatori della procura di Reggio Calabria stanno intercettando da mesi Aldo Miccichè, imprenditore condannato a 25 anni di carcere per vari reati e ritenuto dagli inquirenti uomo vicino al clan Piromalli.
Miccichè, ex politico democristiano della piana di Gioia Tauro e formalmente latitante, parla da Caracas dove sostiene di occuparsi delle elezioni. In particolare, del voto degli italiani all’estero. Dall’altra parte del filo c’è Filippo Tani, stretto collaboratore di Barbara Contini, responsabile degli italiani all’estero per lo schieramento berlusconiano ed ex funzionario dell’amministrazione Usa in Iraq. Barbara Contini adesso è senatore del Pdl.
Nell’intercettazione – che L’espresso è in grado di farvi sentire in esclusiva – Miccichè spiega i metodi che avrebbe usato per far vincere il candidato senatore del Pdl: bruciare le schede elettorali, a pacchi, con la benzina. Quelle, almeno «che sicuramente non sarebbero state nostre». I rapporti tra Miccichè ed esponenti di spicco di Forza Italia sono di vecchia data: dalle carte dell’ultima inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel porto di Gioia Tauro risultano i contatti tra Micciché e Marcello Dell’Utri, fedelissimo di Berlusconi e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa a Palermo. Sarebbe stato proprio Dell’Utri, secondo la ricostruzione degli inquirenti, a mettere in contatto Miccichè con lo staff della Contini. Miccichè al telefono parla di soldi che deve avere ( «devo darli ai calabresi, sennò sono fottuto. Pure con i siciliani e i campani»), racconta di aver mandato materiale «ad Arcore», e chiosa di «operazione Campania», «operazione Veneto» e quella «calabrese». «Devo dirti» dichiara all’uomo della Contini «che Marcello lo ha toccato con mano».
Le telefonate di Aldo Miccichè da tempo sono al centro di indagini della magistratura. Soprattutto perché Miccichè ha contatti con diversi esponenti poltici. Già nel 2008 fu divulgato il testo di una intercettazione diretta tra Dell’Utri e Miccichè in cui si discuteva di come pilotare il voto degli italiani all’estero. All’epoca Dell’Utri ammise di aver avuto contatti con l’imprenditore, che si sarebbe offerto di aiutare il centrodestra nelle elezioni.
In un’altra intercettazione del dicembre 2007 che L’espresso pubblica in esclusiva, Miccichè sembra organizzare un incontro tra Dell’Utri e Gioacchino Arcidiaco, affiliato al clan Piromalli condannato l’anno scorso a 6 anni e 8 mesi. Aldo Miccichè, prima dell’appuntamento, chiama Arcidiaco per suggerirgli come comportarsi e cosa chiedere a Dell’Ultri. «Fagli capire che la Piana (di Gioia Tauro, ndr) è cosa nostra, che il porto l’abbiamo fatto noi, fagli capire che in Aspromonte e tutto quello che succede là sopra è successo tramite noi…Fagli capire che in Calabria o si muove sulla Tirrenica o sulla Jonica, o si muove al centro, ha bisogno di noi. E quando dico noi, intendo Gioacchino e Antonio (Piromalli, ndr). Mi sono spiegato?»”.
Crediamo proprio che si sia spiegato.
P. S. Posto qui in basso tre immagini speditemi dal lettore che si firma “ber” che le ha inviate per Popeye anche se non c’entrano con l’argomento di questa puntata.
Questa volta batto Anita, spesso è lei la prima
Leggo tutto domani
Buona notte
Antonio
Visto che sono il primo, riporto l’ultimo post dell’aergomento precedente.
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I tossicodipendenti devono assumere la sostanza di cui si sono resi schiavi, altrimenti stanno male, inizialmente lo fanno per piacere, perché la droga o il farmaco gli danno piacere, euforia, tranquillità, poi resta solo l’assuefazione e devono continuare ad assumere la sostanza indipendentemente dalle sensazioni che induce ma solo per non star male a causa dell’astinenza, delirano e diventano misantropi, irascibili, rancorosi, spesso violenti. Poveracci mi fanno una gran pena.
Succede la stessa cosa agli avidi, iniziano ad accumulare soldi per star bene, per avere una piacevole sensazione di sicurezza, poi la cosa prende loro la mano e devono accumulare accumulare in modo compulsivo se non accumulano si sentono male, quello che era un piacere diviene un’ossessione e ed allora per continuare ad accumulare lavorano oltre ogni ragionevole limiti senza neppure sapere per cosa lo fanno, il lavoro stesso in cui cercano giustificazioni sociali e morali diventa in realtà parte della loro droga, i soldi diventano il fine non un mezzo, l’illusione di potenza nel poter affermare “vi compro tutti dieci volte dieci” e diventano misantropi, irascibili, rancorosi, spesso violenti. Questi non mi fanno neppure pena.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x Antonio
Avevo letto parte dell’articolo ma non avevo molto da aggiungere…o da commentare.
Non ricordo questa frase:
Vorrei ricordare che l’ubriacone molesto George W. Bush l’invasione dell’Afganistan la chiamò “Crociata Infinita”, nome che fu costretto a cambiare dalle proteste arabe e islamiche.
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G.W.Bush disse:
“This crusade, this war on terrorism is going to take a while.”
Bush later apologized for this remark due to the negative connotations the word “crusade” has to people of Muslim faith. The word crusade was not used again.
‘Notte,
Anita
“O siamo capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, o dobbiamo lasciarle esprimere.
Non è possibile sconfiggere le idee con la forza, perché questo blocca il libero sviluppo dell’intelligenza.”
Ernesto Che Guevara
Non tutti sanno cos’ è la “Rivoluzione Cubana”, io non posso raccontare tutta la storia in questa pagina, andate al sito “Rivoluzione Cubana” e conoscerete meglio l’affascinante quanto unica storia della vera lotta al colonialismo.
L’Epopea della Rivoluzione nasce con Fidel Castro che era esiliato in Messico, li conosce Ernesto Che Guevara che stava facendo un giro turistico.
Nasce una profonda amicizia che li legò fino al 1967, quando il Che fu assassinato in Bolivia.
Nonostante l’esilio, Fidel si stava organizzando per la Rivoluzione che trionfa dopo anni di guerriglia il primo gennaio 1959 a Santa Clara per mano del Che.
Si sbaglia, non mi riferivo a suoi post ma a quelli proprio di hvg che ha ripreso a svolgere il suo mestiere in altri blog, non in questo. Dovesse ricomparire qui spero che il nostro blogmaster lo cacci a pedate.
Shalom
x AZ
del tutto d’accordo col tuo ultimo post. Il denaro e’ molto ‘addictive’, e per di piu’ corrompe e rovina anche le relazioni piu’ intime. L’avere figli e famiglia spesso diventa un’altra scusa per essere sempre piu’ avidi e disonesti verso gli altri.
Peter
Caro Pino,
quello che non riesco a capire è come abbiano fatto ad entrare in possesso delle schede elettorali già votate.
Gli italiani all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero) ricevono attraverso la posta locale il certificato elettorale e la scheda di voto. Dopo aver compilato la scheda la inseriscono in una busta preaffrancata e preindirizzata da rispedire ai loro Uffici Consolari. La busta contiene SOLTANTO la scheda di voto, quindi nessun nome o indirizzo del votante.
Gli uffici Consolari all’estero a loro volta spediscono via plico diplomatico sigillato le schede a Roma dove, da lì, viene effettuato lo spoglio.
Che si siano fregati i sacchi diplomatici durante il tragitto per Roma?
màh..
C.G.
” L’avere figli e famiglia spesso diventa un’altra scusa per essere sempre piu’ avidi e disonesti verso gli altri”.
–
Che discorso strampalato……….
Eliminiamo dunque le famiglie…..i figli…..il denaro, eliminiamo il mondo……
Bisignerebbe imparare a distinguere e non a far sempre di tutta un erba un fascio. Qualche Ebreo e´ cattivo, certamente non tutti gli Ebrei, qualche prete e´pervertito, la maggior parte pero´fa´bene il suo lavoro. Qualche padre di famiglia puo´anche diventare avido perche´ha paura del futuro ……e non tutti gli Italiani hanno “la testa zubba” come Peter..
Buona giornata a tutti Rodolfo
x 8
e’ molto piu’ testa zubba la sua, visto che fa figli a 70 anni. Parere per parere…
Nessuno parla di eliminare figli e famiglie, per carita’, e che Dio gliela preservi, sinceramente.
Mi riferisco all’indulgenza tradizionale italica verso i ‘padri di famiglia’. I cui vizi ed avidita’ venivano visti con bonaria indulgenza per via della ‘necessita’ familiare’. Sempre il solito discorso sull’ipocrisia, insomma
Peter
x 8
chi ha nominato gli ebrei poi??! solo e sempre lei.
A scanso di equivoci, degli ebrei non me ne importa assolutamente nulla
Peter
Ed io invece parlavo della paura del futuro, specialmente se lei si riferisce ai “padri di famiglia” Italiani.
E´ ragionevole diventare “avidi”, che poi non e´altro che quella spinta che porta al risparmio.
Non e´ragionevole lo sperpero.
Ieri sera a Ballaro´ si parlava proprio di questo.
Risparmia l´Italiano? Se si perche´?
Da una statistica e´uscito fuori… che la ciambella di salvataggio degli Italiani e´ rappresentata proprio dai risparmi accumulati nell’arco di una vita . Si risparmia per i figli, per potersi comprare dei medicinali per potersi permettere una gitarella fuori porta ecc.ecc.
C´e´anche quello che esagera certo.
Un´eternita´ fa, (eravamo una ventina di Italiani) in Svizzera, passo´uno che ci vendette del vino. Tutti comprammo, anche il notorio avido, che pero´per risparmiare si bevve il vino senza mangiare. Nella sua stanza successe il finimondo, fu rispedito su due piedi in Italia. (fatto vero) Rodolfo
Ho nominati gli Ebrei solo ed esclusivamente per fare un esempio generale. Il punto era :-” dobbiamo smetterla di fare sempre di tutta un´erba un fascio. Tutto li. Rodolfo
nominato
La mentalità mediterranea antepone il piacere al denaro. E’ la mentalità ‘protestante’ che vede il denaro come un ‘premio’ divino. “Io valgo un milione di dollari”, “Io sono meglio di te, ne valgo 10 milioni”.
E allora, io che valgo 450 euro, cosa sarei, spazzatura?
Il denaro richiede rispetto. Non vuol essere sprecato, non vuol essere accumulato. In entrambi i casi, si vendica facendo danni.
e il piacere ….che e gratis?
e´
Insomma una via di mezzo, ed e´appunto quello che volevo far intendere io col il mio esempio del “vino”.
Visse povero per morire ricco. Ne ho conosciuta, di gente così: una vita da pezzenti e un conto in banca miliardario.
Ho conosciuto gente che ha anteposto il denaro agli affetti.
A me il denaro necessario non è mai mancato. Non ho avuto il superfluo e, quando ne ho avuto, l’ho regalato a chi ne aveva in qul momento più bisogno.
La mia vera ricchezza sono le amicizie. In questo, valgo molti milioni di dollari.
Caro Marco
Certamente quelli sono da biasimare.
Come in tutte le cose l´ideale e´la via di mezzo.
Caro Rodolfo, pensa a un lunedì, giorno fottuto sotto tutte le latitudini, giorno in cui tutti vanno al lavoro, mentre io invece mi sdraio a prendere il sole in terrazza o, nella casa nuova in giardino, con un libro, una bibita e la gatta che mi si struscia vicino. Non è questa una ricchezza gratis?
L’avere il mare a un km, due parchi nazionali a 5 km, poter uscire dalla porta di casa e cogliere a 3 metri di distanza un limone, un’arancia, erbe aromatiche, scambiare due chiacchiere cordiali con la vicina, non è forse una ricchezza?
Vedi che anch’io sono ricco?
Giusto Rodolfo, la buddista via di mezzo è sempre l’ottimo. Lo dico sempre…
x Marco T.
l’etica protestante invece e’ quella del self-made man, i soldi uno se li deve guadagnare, vivere sugli allori della famiglia e’ malvisto molto piu’ che da noi (o meglio da voi…).
In quel senso, ed ammesso che i soldi siano davvero guadagnati individualmente, chi ne ha di piu’ ha piu’ successo, quindi e’ piu’ ‘bravo’. In realta’ sappiamo che ci sono molte variabili in gioco.
I mediterranei anteporranno il piacere al denaro, ma questo spesso significa che gli piace spesso vivere a spese degli altri, compresi gli altri contribuenti fiscali, per esempio,ed i parenti…
Peter
PAPA: VIVIAMO IN MOMENTO DI GRANDE CONFUSIONE, DIO CI AIUTI
‘Viviamo in una grande confusione circa le scelte fondamentali della nostra vita. Filosofie contrastanti nascono e scompaiono, e non ricordiamo da cosa veniamo, per che cosa siamo fatti, dove andiamo’. Lo ha detto Benedetto XVI nell’Udienza Generale parlando dell”emergenza educativa’ e dei compiti dei sacerdoti nel mondo di oggi. In proposito ha citato una frase del Vangelo: ‘Ho compassione del popolo, sono come pecore senza pastore’. Seguendo l’esempio di Gesu’ che diceva ‘la mia dottrina non e’ mia’, ha aggiunto il Papa, il sacerdote ‘non interpreta una filosofia, non parla da se’ per crearsi ammiratori o un proprio partito: insegna in nome di Cristo presente, propone la verita’ che e’ Cristo’ .
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Bla bla bla bla bla……. Il solito da 2000 anni. Tra una inchiappettata e l’altra.
Ratzy a Maryssymy
Caro Marco.
ma tu sei una eccezione, non tutti hanno questa possibilita´.
Anch´io potrei permettermi una cosa del genere in Sicilia, e´da tempo che ci penso., ma le diverse responsabilita´che ho verso le persone che amo, non me lo permettono.
x Tempesta.
Sì sei ricco.
Sfondato, direi.
Cogliere un limone allungando il braccio senza dover andare
al super-hyper-mega mercato.
Al mattino, quando vado a ritirare la posta a piedi, passo sempre davanti a una super-hypen-mega banca. E osservo con compassione le facce del solito gruppetto di gnomi che guardano in vetrina la schermata sull’andamento della borsa. Pensionati, in genere.
E mi dico: nonostante che con me la vita sia stata abbastanza generosa dandomi la possibilità, lavorando da 43 anni ininterrotti, di avere qualche risparmio da parte per una vecchiaia dignitosa, il sottoscritto non vuole fare quella fine.
Nò.
Quando sarà l’ora di andare in pensione vorrò anch’io uscire di casa e “allungare il braccio per cogliere un limone.”
C.G.
x Peter: credo che il vivere a spese degli altri, per quanto possibile, sia una mentalità diffusa un po’ dappertutto. Il famoso e più volte citato proverbio napoletano ‘ncoppa o’fesso campa o’dritto, ha un’espansione universale, non solo mediterranea.
Il parassitismo è diffuso però molto più agli alti livelli, tra coloro che vivono essenzialmente di rendite finanziarie. O tra certi politici inutili, anzi dannosi.
Ognuno di noi ha un dare e un avere.
Solo i parassiti hanno una contabilità con una sola colonna, che spesso non è neanche l’avere ma, peggio, è il ‘prendere’.
marco tempesta { 14.04.10 alle 11:53 }
Giusto Rodolfo, la buddista via di mezzo è sempre l’ottimo. Lo dico sempre…-
–
Si….siamo daccordo. Ma qualcuno dice che non e´cosi.
Qualcuno dice che sono proprio gli estremi ad arricchirci, che fanno la della vita un paradiso o un inferno..
Venendo all’argomento di Pino, la Chiesa soddisfa un bisogno di sicurezza, esorcizzando la Paura Esistenziale.
Che la Chiesa sia marcia, non è una novità: lo è sempre stata.
La faccenda della pedofilia la trovo molto secondaria, poichè è la diretta conseguenza di una distorta concezione della sessualità, che mette il prete in uno stato di debolezza e di tentazione ossessiva.
Il danno maggiore, la Chiesa lo fa condizionando il cervello della gente con l’argomento Fede. E’ la Fede il vero danno psicologico portato dalle religioni monoteiste. Un danno che si concentra nella negazione del senso critico, senso essenziale per progredire spiritualmente. Il senso critico appartiene al Diavolo, quindi è da sopprimere.
Infinitamente meglio del cristianesimo, tra i 4 monoteismi, la religione Baha’i, che non ha un clero e spinge alla ricerca individuale della Verità.
x Razzy.
Chissà perchè i sottanoni con la porpora e lo zucchetto in testa,
quando vengono messi con le spalle al muro vanno sempre in confusione?
Uno di questi, il bertone, bofonchia che ” la pedofilia è da addebitarsi all’omosessualità”. Roba da pazzi!
Cantava Battisti: “se sei figlio della solita illusione è perchè fai confusione”
C.G.
Tornando in treno dalla Svizzera, qualche anno fa, un compagno di scompartimento narrava come lui e i suoi amici procuravano voti al loro candidato: gli emigrati ignoranti, consegnavano le carte da compilare a quello di loro che si intendeva di burocrazia elettorale, e il tipo metteva anche la preferenza al proprio candidato, oltre a compilare il resto del modulo. Il candidato in questione, questa volta era però di sinistra.
Ma vedi, Rodolfo, io più che di estremi, parlerei di picchi. Ognuno di noi ha dei limiti, che culminano in un picco, oltre il quale il vantaggio diventa danno.
C’è chi beve un litro di vino e resta sobrio, come c’è chi ne beve due bicchieri e si ubriaca. Gli eccessi sono tali quando sforano le proprie capacità di tolleranza.
Esiste poi il coefficiente di rischio, che è un confine, una ‘terra di nessuno’, di estensione variabile per ognuno di noi. La propensione al rischio è contemporaneamente un pregio e un difetto: dipende dalla differente percentuale accettabile per ognuno di noi, ovvero dalle possibilità percentuali che abbiamo di trarne un vantaggio più che subirne un danno.
Una certa quantità di rischio è fisiologica e necessaria per progredire. Oltre, diventa maggiore la possibilità di soccombere, e allora il rischio diventa eccessivo e quindi sbagliato, anche se a volte si rivela vantaggioso. Il prezzo da pagare deve essere commisurato sia al vantaggio da ricevere, sia alla possibilità di perdere tutto. Martiri ed eroi non sono compresi nel novero.
Caro uroburo non sono io a fare il furbo ma sei tu. Quando sei stato preso con i pantaloni giu’ con la definizione del komunizmo, ti sei inventato il fatto che il komunizmo e’ cambiato. QUANDO MAI! Il signor P. { 13.04.10 alle 22:01 }
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Caro signor P.,
leggendo il suo messaggio trasecolavo: io sorpreso sulla definizione di comunismo? Eqquandomai?
Ho dovuto leggere il suo messaggio un po’ di volte prima di capire. Lei si riferisce alla mia affermazione che il comunismo, come tutte le cose umane, è cambiato e cambia. E questo sarebbe per lei un farsi sorprendere?….. Ma sta scherzando? Tutto cambia nella vita, anche le ideologie. Se lei non lo sa la compiango sinceramente.
Comunque un’affermazione del genere rende impossibile ogni forma di dialogo perchè lei perverte tutto quello che l’interlocutore afferma. Se questo accada perchè lei vuol sempre avere l’ultima parola e quindi bara scientemente al gioco oppure se perchè lei crea una realtà parallela della cui esistenza lei si convince, non lo so e non è neppure affar mio. Tuttavia questa sua tendenza è antica: lei faceva lo stesso nel Forum di Bocca;: probabilmente lei è strutturalmente così.
Resta comunque il fatto che lei ha confuso i dettami del cristianesimo con l’ideologia comunista, il che dimostra malafede oppure scarsissima conoscenza di cose che dovrebbero essere conosciute.
Quanto ai cambiamenti del comunismo, basta vedere come si è sviluppato in paesi diversi: in Unione Sovietica, in Cina, In Corea, nel Viet Nam, a Cuba, in Africa, in America Latina.
Dovunque le ideologie socialiste o comunist4e hanno dato origine a sistemi piuttosto diversi tra loro. Ma voi reazionari non vedete mai nessuna differenza. La vostra è una visione unilaterale e settoriale. Ma non vale neppur la pena di parlarne.
LA VERITA’ STA NEL MEZZO…!!
(teoricamente dovremmo diventare tutti buddisti o taoisti.., ma per favore..!!
Caro Marco,
la Verità non sta da nessuna parte.
Semmai esistono ,persistono, coesistono, confliggono diverse Verità.
Un esempio pratico : ” esiste la verità di una Cina che vorrebbe in Tibet l’uscita dal feudalesimo e un Tibet buddista che ne vorrebbe la continuazione nel nome del buddha!
Noi Occidentali Cristiani, per esempio del Buddha a onor del vero ,non è mai frgato granchè a livello istituzionale e popolare.
Ergo delle ragioni profonde delle verità del Dalai lama , ci frega meno del fatto che ci regalino un prosciutto DOC di san daliele o di una partita di Vinoi del Collio (par condicio blogghista).
Abbiamo scoperto Il Dalai Lama,improvvisamente magari sotto la spinta di interessi di diffusione di mode e per ragioni politiche, quando ci fa comodo.
Diciamo che esistono diverse realtà in mutamento e che nessuna di queste quandanche predominante è la Verità.
E’ semmai solo la finta Verità vincente.
Dovremmo per questo smarrire la ragione e con essa la speranza?
Manco per sogno, il detto Panta REI è una Chiave per capire l’evoluzione.
Le Verità rivelate o meno ,diffuse e propagandate nei secoli dalle gerarchie di potere ecclesiastico,sono i mezzi attraverso i quali per i secoli si è impedito il confronto tra diverse Verità(realtà) ..le ragioni degli uni e quelle degli altri.
Poppy è un fideista, neanche troppo bravo , ma proprio per questo è un ottimo esempio, che fa comodo a tutti coloro che amano il confronto.
Bisognerebbe “benedirlo”per la chiarezza espositiva ,che nonostante a volte cerchi di mascherarlo,invece esprime esprime Una realtà ,terrificante!
cc
Ringrazio di cuore per le codoglianze.
Ho dato una scorsa piuttosto superficiale ai post.
Se ho capito bene c’è chi lavora solo per accumulare, chi per sfruttare gli altri, chi per ossessione di potere ecc. ecc.
Ma chi se ne sta seduto, da giovane intendo, vivendo di espedienti, di carità famigliare,sociale, di sfruttamento dei servizi pagati da altri…che cos’è????
Qui non ho sentito parlare del lavoro come arricchimento personale, sviluppo della creatività, anche capacità all’organizzazione, CONQUISTA CHE é CULTURA!
E qualcuno osa parlare di “cultura mediterranea” vivendo sulle spalle degli altri?
-…tengon l’anime triste di costoro
Che visser senza infamia e senza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
Degli Angeli che non furon ribelli
Nè fur fedeli a Dio, ma per sè foro.
Cacciali i Ciel per non esser men belli,
Nè lo profondo Inferno li riceve,
Ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli.-
Dante III Canto dell’Inferno.
Sylvi
Il denaro
Per me il denaro significa essere auto-sufficienti, auto-sufficienti anche nell’eta’ avanzata.
Il terrore degli anziani e’ di essere dipendenti, ecco perche’ si risparmia ed ancora si aiuta la prole e non viceversa.
E’ fortunato chi ha una pensione e si puo’ ritirare ad una giovane eta’, ma non e’ per tutti…e ce ne sono troppi.
Oggi e’ uscita una nuova statistica, (il 15 di Aprile) si rendono i conti sulle tasse annuali.
“APRIL 15 TAX DAY !!!”
Risulta che il 47% degli Americani non paga tasse, il che significa che qualcun altro deve colmare il vuoto.
Io sono tra quelli che pagano tasse e sono contenta di poterlo fare e spero di poter mantenere la mia indipendenza.
Per me e’ questione di orgoglio personale, la mia indipendenza mi e’ sacra…..
Anita
x CC,
per uno stinco di Santo Daniele potrei favorirti, ma se dopo mi chiedi anche il coltello da prosciutto di Maniago…non ti sembrerebbe di esagerare???
Studia Buddaha!
Sylvi
cara Anita,
dignità e autosufficienza sono le Colonne del vivere civile.
Ragioniamo decisamente allo stesso modo!
Ciao
Sylvi
Qui non ho sentito parlare del lavoro come arricchimento personale, sviluppo della creatività, anche capacità all’organizzazione, CONQUISTA CHE é CULTURA!
E qualcuno osa parlare di “cultura mediterranea” vivendo sulle spalle degli altri?
cara Sylvi,
mi sembra che di questo ne parli l’art ! della Costituzione, che il Nostro Profeta , vorrebbe cambiare, perchè partorito sotto influenza bolscevica!!
Per il resto fai tu , come meglio ti aggrada,intanto ti consiglio alcuni esercizi di respirazione Yin e Yang, poi quando riesci a levitare mi mandi un post!
cc
x Sylvi.
Mai passata l’idea che sarebbe meglio lavorare per vivere (dignitosamente, va da se) e non viceversa?
Le statistiche dicono che si campa più a lungo con meno stress.
Poi, si sa, la vita a volte è più ambigua e crudele di qualsiasi certezza.
Anche questo va da se.
C.G.
Caro CC, ho detto che il giusto sta nel mezzo, non la Verità. Che la verità sia inconoscibile, lo vado dicendo da sempre. Sei tu che interpreti.
caro C.G.
e che cosa significa “dignitosamente”?
Dignitosamente Rispetto a chi?
Noi, anche il più povero inseriti in questa società, rispetto a trequarti di mondo, viviamo già dignitosamente.
Bene o male abbiamo una assistenza sanitaria, una scuola dell’obbligo, una vita sociale sopportabile.
E’ qui che intervengono parametri molto obliqui!
L’ultima volta , a febbraio, che mia figlia è stata in Sudafrica ha passato due giorni ad accogliere bambini, moltissimi con Aids, delle enormi baraccopoli, in una scuola per prepararli alla “frequenza scolastica”.
Come- ho detto scandalizzata – la scuola non è per tutti Laggiù?
Mi ha guardato commiserandomi: -ma dove vivi??-
Ecco, la dignità del vivere là ha un altro significato e noi dobbiamo tenerne conto.
Io non voglio lavorare poco o troppo, vorrei lavorare bene e soprattutto motivata all’utilità del lavoro per me stessa e per la società in cui vivo.
Tutti sappiamo che lavorare volentieri e motivati si campa più a lungo.
Molto spesso mi sono lamentata degli orari di mio marito, ma capivo anche che era entrato in un ingranaggio che per uscire dal quale avrebbe dovuto mandare tutte le nostre vite all’aria.
E lui sarebbe morto di malinconia.
Sylvi
Io non ho il culto del lavoro.
Ho fatto un lavoro che mi piaceva, per il quale ho studiato con passione, che mi ha dato molte gratificazioni.
Ma sempre lavoro era.
Da quando sono in pensione, sto molto meglio.
Vero che prima potevo allargarmi molto di più con le spese, ma tutto sommato sto decisamente meglio adesso.
Sono molto più attivo e costruttivo adesso. Il mio ex socio, con cui sono sempre stato in ottimi rapporti e a cui ho interamente lasciato lo Studio fotografico, continua a lavorare, ma non lo invidio. Anzi…
x Marco
– Io non ho il culto del lavoro-
…Sempre lavoro era…tu dici!
Qui sta l’abisso fra me e te e anche di te con la Costituzione!
-Faticare – lo chiamate voi…noi in tanti altri modi!!!
Sylvi
Nel mio post #2 quello che volevo stigmatizzare non era certo questa naturale propensione, ma la sua patologica esasperazione, non a caso facevo un parallelo con l’uso di sostanze stupefacenti. Volevo però ricordare che in caso di necessità un po’ di soldi disponibili è indubbio aiutano, ma è altrettanto importante aver costruito una rete di solidarietà che, a livello personale, da quelli famigliari, agli amici, ai vicini di casa, alle associazioni di mutuo soccorso ed a quello più generale ai servizi sociali efficienti, una buona sanità, un welfare giusto.
Se per accumulare soldi uno si rovina la salute fisica e psichica, distruggiamo i rapporti sociali e di solidarietà, favorisce uno stato che non è fratello ma patrigno ed al massimo notaio, non credo che faccia un buon affare.
Tutti siamo più o meno egoisti ma lo siamo in due modi diversi ed opposti, uno stupido che tende solo ad accumulare soldi, ed uno intelligente che cerca di seminare sanche olidarietà.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
Ner copia incolla ho perso la parte iniziale del post precedente.
“Due soldi da parte, per in bisogno… , per un’emergenza…, per la vecchiaia sono laturale aspirazione di tuitti”
Antonio
è altrettanto importante aver costruito una rete di solidarietà (AZ)
—–
Infatti.
Ognuno raccoglie ciò che ha seminato.
Esiste il momento di dare e il momento di avere. Io ho dato molto ed oggi ricevo molto. Senza chiedere.
Cara Sylvi, la tua religione ti insegna che il lavoro è una condanna: “…Lavorerai col sudore della fronte…”.
Io ho sempre fatto un lavoro piacevole, ma avrei più costruttivamente impiegato il mio tempo se non avessi dovuto, da sempre, guadagnarmi da vivere.
Ora che sono in pensione, infatti, sto facendo cose decisamente più interessanti che lavorare.
x Sylvi
Molto spesso mi sono lamentata degli orari di mio marito, ma capivo anche che era entrato in un ingranaggio che per uscire dal quale avrebbe dovuto mandare tutte le nostre vite all’aria.
E lui sarebbe morto di malinconia
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Esattamente, anche mio marito era in tipo di lavoro che richiedeva troppo, lavoro quasi unico da cui non poteva uscirne e che anche gli dava molte soddisfazioni.
Faceva molto anche per altri…
Proprio ieri mi hanno presentata, in casa, una enorme placa-quadro, con un gran piatto d’argento, grande come un piatto da tavola, in sua memoria per la sua dedicazione al lavoro e a cause civili.
La celebrazione e’ stata nel Massachusetts, io non ci sono andata, troppe ore di viaggio in auto, in zone sconosciute….
E’ stato inserito nel “Albo d’oro-Hall of Fame” nazionale per il tipo del suo lavoro.
E’ morto 13 anni fa’.
Ciao, Anita