La direttiva della “tolleranza zero” del 2003 appare sempre più un falso. Bertone infanga anche Ratzinger? La solidarietà di Berlusconi equivale a calpestare e vendere la dignità dei bambini italiani stuprati da sacerdoti. HANS KÜNG: Benedetto XVI ha fallito, i cattolici perdono la fiducia
Il 20 di questo aprile il vescovo di Miami, John C. Favalora, si è dimesso per avere coperto più di un caso di pedofilia nel clero della sua diocesi. Tra le varie polemiche nel clero vaticano leggo che Favalora “fu comunque uno dei primi vescovi ad adottare le nuove linee-guida invocate dalla Conferenza episcopale americana contro la pedofilia. A tal punto si spinse la sua azione che lo scorso ottobre fu criticato per avere autonomamente messo al bando, nella sua arcidiocesi, i Legionari di Cristo e il Movimento Regnum Christi, oggi sottoposti dal papa a visita apostolica dopo che è emersa la doppia vita del fondatore Marcial Maciel”.
Ora, se la logica non è solo una opinione, tutto ciò significa che NON è vero che nel 2003 Ratzinger ha fatto emanare la nuova “severa digniplina” contro i sacerdoti pedofili saltata fuori a sorpresa solo nei giorni scorsi. Senza contare che non il papa, ma solo un cardinale che si chiama Scicluna, avrebbe diramato l’asserito nuovo ordine. Ma c’è dell’altro. Sempre riguardo le polemiche su Favalora leggo su un autorevole quotidiano: Favalora “il 16 aprile [2007] aveva affrontato estesamente il problema della pedofilia in un articolo pubblicato sul sito della sua diocesi nel quale si legge: “Il processo di ammettere la propria peccaminosità è doloroso e i vascovi europei faranno quel che hanno fatto i vescovi negli Usa, introdurre cioè politiche di tollerenza zero per chi abusa””.
Bene. Ma se la tolleranza zero è stata introdotta dai vescovi degli Usa, come cavolo si fa a sostenere che è stata invece imposta da Ratzinger – che certo NON è un vescovo degli Usa! – già nel 2003? Si noti inoltre che Favalora nel 2007 – cioè ben quattro anni DOPO il 2003 – scrive che i vescovi europei “faranno”, al futuro, quello che i vascovi americani invece già fanno. Non si scappa: se nel 2007 “faranno” quel che negli Usa già fanno, allora significa ovviamente che fino al 2007 NON lo hanno ancora fatto! O vogliamo come al solito ridurre la logica a uno stuzzicadenti?
CONCLUSIONE: l’arma segreta tirata fuori dal Vaticano con ritardo sospetto è chiaramente un falso. Oppure anziché una bomba a “tolleranza zero” era una bombetta, un petardino, un peto, qualcosa che proveniva non dalle massime sfere ma da sfere con i cui “ordini severi” i vescovi quanto meno europei (ma anche africani, australiani, sudamericani, ecc.) possono fare quel che Bossi diceva che avrebbe fatto con la bandiera italiana.
Ultima considerazione: NON è una bella idea quella del segretario di Stato Vaticano Raffaele Bertone, detto anche don Dentone per il suo pauroso sorrisone, di riparare alla gaffe sull’equazione omosessuali=pedofili, perché non fa altro che peggiorare le cose. In due modi. Il primo è una pedata in faccia a tutte le suore del mondo, della quale stranamente nessuno si è accorto: infatti, l’omosessualità ovviamente esiste anche tra monache, come tra non monache, però la pedofilia non pare proprio sia una loro tigna. Si tratta di una tigna diffusa solo tra i colleghi di sesso maschile, cioè tra preti, sacerdoti, vescovi, ecc. Il secondo modo col quale Bertone peggiora le cose è che Ratzinger gode fama di omosessualità ben da prima di essere eletto papa. Ho già scritto su questo blog una puntata in cui riferivo che in un liceo di Milano un sacerdote nel corso di un dibattito pubblico si è lamentato per “la mancanza di coraggio di questo papa di vivere la sua omosessualità”, praticata o no che sia (questi sono affari suoi privati). Bertone vuole forse far nascere il sospetto che il papa abbia tendenze pedofile? Insomma, questo Bertone dal Vaticano dovrebbero cacciarlo a spron battuto, anziché fargli fare il segretario di Stato gli facciano fare il cuoco in un convento. Non di monache…
Ah, dimenticavo. Che Berlusconi tramite il fido Letta o direttamente esprima pubblica solidarità del governo italiano verso il papa e il Vaticano in piena bufera pedofila è doppiamente orribile. La solidarietà di uno che stando a quanto pubblicamente rivelato da sua moglie “frequenta le minorenni” e che per giunta si mette sotto la suola delle scarpe perfino il sacramento della comunione, come ha fatto al funerale di Vianello pur essendo divorziato e non essendosi neppure confessato (prima che Berlusconi “confessi”…..!!!), è una solidarietà che puzza. Tanto da essere altro fango. Inoltre tale solidarietà va a danno (stavo per scrivere “va in culo”) dei non pochi cittadini italiani minorenni che – narrano anche le cronache, comprese quelle del pianeta Mediaset/Mondadori) – hanno subito e subiscono sturpi e vioenze sessuali di vari tipo dal clero. Capisco il bisogno di leccare la pantofola papalina per raccattare voti e la pantofola verde di Bossi per restare a galla, ma mettersi anche a calpestare o vendere la dignità di sicuramente non pochi bambini italiani mi pare una cosa davvero orribile. E dico orribile per non usare un’altro termine.
Tutto ciò premesso, ecco cosa scrive il teologo tedesco amico del papa, che a un certo punto lo ha tradito impedendogli l’insegnamento universitario.
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Benedetto XVI ha fallito,
i cattolici perdono la fiducia
di HANS KÜNG
Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger – oggi Benedetto XVI – ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell’elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l’unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.
Avevo apprezzato molto a suo tempo l’invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l’inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all’università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un’intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.
Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l’amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un’ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:
- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l’impossiblità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell’Eucaristia.
– È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l’uso preconciliare della preghiera per l’illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l’ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.
– Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell’islam un’immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.
– È mancata la riconciliazione con i nativi dell’America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati “anelassero” ad accogliere la religione dei conquistatori europei.
– Non si è colta l’opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell’Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l’AIDS, assecondando la contraccezione e l’uso del preservativo.
– Non si è colta l’opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell’evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.
– Si è mancato di adottare infine, all’interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.
Quest’ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un’importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l’autorità suprema della Chiesa cattolica:
– ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X, ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;
– ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l’Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;
– non realizza l’intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all’obbligo del celibato.
– ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all’interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.
Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.
So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell’episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l’immagine di una Chiesa forte, con un “vicario di Cristo” assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.
Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall’epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l’accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche “unità pastorali” affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.
E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi (“Epistula de delictis gravioribus”), imponendo nel caso di abusi il “secretum pontificium”, la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E’ dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale “mea culpa” al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l’occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare “urbi et orbi”, la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.
Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L’ho già fatto più d’una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise – ne sono convinto – da milioni di cattolici che non hanno voce.
1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!
2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell’episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un’iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l’opera pastorale risulta inefficace, se manca l’apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall’iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.
3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l’episcopato, Paolo VI promulgò un’enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.
4. L’obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l’obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull’attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l’esempio dell’apostolo Paolo, che si oppose a Pietro “a viso aperto, perché evidentemente aveva torto” (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi – come l’uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l’adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all’intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.
5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l’intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò
6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all’ecumenismo e al dialogo interreligioso c’è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un’assemblea episcopale rappresentativa.
Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l’appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica “franchezza” (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa.
Vi saluto nella comunione della fede cristiana.
299 sylvi { 26.04.10 alle 8:51 }
x tutti i Rodolfo incapsulati nel loro Walter, come direbbe la Littizzetto
–
Ancor una volta non vengo compreso. Cara Sylvi, che senso ha vivere insieme quando non c´e´piu´la passione che unisce?
E´quella una vita che val la pena di essere vissuta?
Volevo evidenziare con la canzone di Aznavour, ma vedo che non hai compreso. Naturalmente c´e´gente che, o per i figli o per l´occhio sociale decide di sopportare e di andare avanti, questi da una parte li ammiro ma dall´altra li biasimo, non trovo giusto gettare via una vita.
Rodolfo
xSylvi
Certamente esistono anche quelle coppie che si amano e rimangono insieme una vita intera , quelle che, quando muore l´uno, l´altro muore subito dopo. Per strada , quando vedo dei vecchietti passeggiare tenendosi per mano, mi commoziono e provo ammirazione e invidia.
Ma oggi sono solo eccezioni. Rodolfo
Perme va´avanti sempre cosi e sempre nuovamente
http://www.youtube.com/watch?v=hHCnQ5kpXic
x Rodolfo,
i vecchietti che si tengono per mano per la strada non sono più delle eccezioni,…si reggono l’uno a l’altro sia nel senso fisico che
spirituale,…la società di adesso li tratta da parassiti,…è la propaganda di regime della pensione a “sbafo”.
Le donne sopravvivono bene alla morte dei mariti,…si organizzano in gruppo e vanno in gita,…se ne vedono dapertutto…,anche all’estero.
Sono gli gli uomini che si lasciano andare e che soccombono dopo un paio d’anni….
Comunque i giovani di adesso stanno imparando il melage di casa,…e ,forse,sopravviveranno anche loro.
Rapporto di vita ,uomo-donna,53% a favore della donna.
Un saluto,Ber
Si devono aiutare i Greci ad uscire fuori dalla crisi? Direi non so, ma poi pensandoci , mi ricordo dei tanti conoscenti Greci che avevamo in Libia, la piu´grande amica di mia mamma( che sapeva parlare molto bene il greco) era Greca, aveva un cagnolino che sapeva aprire il cassetto… la´dove lui sapeva che c´erano i biscotti. Ci hanno regalato la Democrazia , e Zorba un uomo che cerca di mascherare il suo dolore per la perdita del figlio, ballando.
Mi ricordo dell´ospitalita´proverbiale dei Greci , della loro bonta.
Avete mai bevuto l´acqua di una fonte in Grecia e il loro vino?
Noi ci abbiamo fatto la guerra e se non era per i crucchi erano cazzi amari per gli Italiani, pero´non ho mai incontrato un Greco che manifestasse un pur piccolo sentimento di odio verso gli Italiani.
Uno dei miei piu´grandi amici, grande giocatore di Roulette ,era un Greco (e´deceduto qualche anno fa´) e si chiamava Babi.
Dunque direi “NE” (si in Greco) aiutiamoli, se non altro anche perche´come dicono loro “una faccia una razza” Rodolfo
http://www.youtube.com/watch?v=jeNsr_nQEfE
Riguardando l´ultimo video postato, ho pensato che certe amicizie e certe pazzie e le grandi emozioni sono possibili solo tra uomini.
Con le donne e´impossibile, con loro si puo´ solo andare a letto , essere romantici ,ed un mazzo di rose gialle.
Rodolfo
error_bonta´.
x Rodolfo
Ai greci dobbiamo non solo la democrazia, ma con l’ellenismo anche un impetuoso sviluppo delle scienze già qualche secolo a. C., sviluppo arrestati dai romani prima, dalla Chiesa dopo e infine dalle invasioni germaniche. Sono state queste che hanno spezzato per la prima volta l’unitarietà della Romània, cioè del mondo che gravitava su Roma prima, su Bisanzio dopo e sul Mediterraneo sempre.
E ora altri tedeschi, dopo i danni provocati da questo papa, tentano una nuova spaccatura “mediterranea”. Se salta la Grecia, poi tocca a noi, cioè all’Italia, e al Portogallo…. Se salta il nostro bilancio, addio la nostra permanenza nella Comunità Europea e, soprattutto, addio unità nazionale.
Non mi pare ci sia bisogno di aggiungere altro.
Un saluto.
pino
P. S. Un 15 agosto, giorno in cui compio gli anni, di una ventina di anni fa sono stato svegliato in piena notte in una pensione di Kira Panagia da una musica molto semplice, ripetitiva e sinuosa come una nenia. Veniva dalla piazzetta del paese. Siamo andati a vedere. Ballavano il buzuki. Tutti in fila, in cerchio, ripetendo gli stessi movimenti, salti verso l’alto e passi verso destra, in senso antioraraio. C’era tutto il paesino, io e la mia ragazza – attuale consorte – eravamo gli unici turisti. Abbiamo passato così due ore. A guardare, perché non osavo violare la loro tradizione e detesto l’invadenza dei turisti. Molto meglio che due ore di “fumo”, forse anche di oppio.
Di giorno mi arrostivo al sole, mi ingozzavo di mare e di fichi raccolti dagli alberi e correvo fino a un paese chiamato Olimbos. Olimbos! Non so se mi spiego… Il meltemi che mi sferzava la faccia e mi costringeva a prendere il sole incollato al suolo era davvero vendo divino.
Ah, caro Rodolfo….
-Dunque direi “NE” (si in Greco) aiutiamoli, se non altro anche perche´come dicono loro “una faccia una razza” Rodolfo
x Rodolfo
Noi? Come no! Possiamo sempre aggiungere qualche miliardo al nostro debito per aiutare i greci.
E’ il cieco che guida lo zoppo!
E’ la generosità di chi paga con il borsellino degli altri.
Già che ci sei, diglielo alla Merkel, anzi fossi in te farei il romantico, le comprerei un mazzo di rose gialle ( gialle? Boh!)
e le prometterei per premio di portarla a letto.
Non resisterà a te……..
X Pino
Io ricordo che eravamo ad Argostoli, Cefalonia quando era ancora una splendida isola e si compravano le olive prendendole dal barile con il mestolo bucato e si mettevano nel cartoccio!
Passeggiando parlavamo, quando da un giardino oltre un muro
uscì una donna con dei fiori in mano.
Ci disse :- siete italiane! e ci porse i fiori.
Ci spiegò dov’era il sito dei caduti italiani della divisione Acqui.
Mi venne un groppo tremendo alla gola.
Meritano di farcela con gli aiuti di tutti.
Sylvi
A proposito di economia , anche il centone come Sylvio, ogni tanto ha bisogno di una “rivisitazione”.
Auguri Beniamino.
Da uno studio dell’esercito USA, a brevissimo un Beniamino, non comprerà piu il classico barile.
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=10&IDalbum=25946&tipo=FOTOGALLERY#mpos
auguri
cc
“Picchiare le donne è un diritto”. Frase choc del leader islamico scuote la Svizzera
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Picchiare-le-donne-e-un-diritto-Frase-choc-del-leader-islamico-scuote-la-Svizzera_297244118.html
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Picchiare certi uomini, invece, è un dovere.
A PROPOSITO DI GRECIA..
Consiglio vivamente una escursione a Domenikon in Tessaglia, per il Turista Italiano in vena di emozioni.
cc
X Chi volesse maggiori informazioni è disponibile questo sito
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Domenikon#cite_note-Espresso-0
In tutti i casi con Google è facilmente reperibile un comodo tragitto.
Portatevi dei fiori!
cc
Certo che Rodolfo oghi volta che si parla di donne, e di sesso, non può esimersi dall’aggiungere alla sua lunga collana un’altra delle sue proverbiali bischerate. Al vaso vuoto ….. che aspetta a gambe aperte ……. ora si agiunge che la donna è come un’auto e almeno ogni 7 anni va cambiata.
Ma, rimanendo nella tua sciocca metafora, non ti ha mai sfiorato il dubbio che se le auto/(donne) ti durano così poco potrebbe dipendere dal fatto che sei un pessimo autista totalmente incapace di fare un minimo di efficace manutenzione?????
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
Ben ritrovati……………………
…Per Uroburo:::::::::::e :::::::::::Tempesta
Il discorso passato non voleva essere, almeno per quanto mi riguarda, solo della riflessione………………
perche´ essendo per me la realta´ non razionale
credo che la riflessione senza l´intuizione resta intellettualistica e accademica.
E se ho fatto il nome di Bergson
e´ perche´ attraverso certi concetti(tempo-durata,,,,memoria-ricordo,,, intuizione)il filosofo francese si era posto proprio
in una prospettiva antipositivistica.
x Rodolfo
Vedermi la stessa donna per un tempo cosi lungo nel mio letto mi immancolirebbe troppo, cosi quando mi stanca e comincia a diventare insopportabile,quando con il tempo si lascia andare e non e´piu´cosi attraente da dare impulsi al mio pisellino……la cambio, nella stessa maniera di come si cambia un´auto, cosi la vita diventa piu´eccitantante e vale la pena di viverla.
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Ma che pensieri profondi.
Caro Rodolfo,
il matrimonio non consiste solo nel sesso.
Il matrimonio e’ un partnership, nel bene e nel male, fino a che la morte ci divide.
Mio marito aveva un carattere molto difficile, era burbero, ma un burbero benefico…
Ti posso dire che fino all’ultimo giorno mi diceva:
Ti amo ogni giorno di piu’.
Lavorava 7 giorni la settimana, ma mi lasciava cartellini con piccole frasi amorose appiccicati qui e la’.
Per lui ero la donna piu’ bella del mondo e ci teneva molto che lo notassero anche gli altri.
Io non sono il tipo di andare in gite per il mondo con gruppi di donne, ho amiche, ma i miei migliori e sinceri amici sono sempre stati uomini.
Mio marito e’ morto, ma invidio le molte coppie, spesso fragili, che incontro al supermarket, teste canute e pelate, curvi, fanno la spesa assieme, si tengono per mano, sono uno.
Sai quanti vedo che portano la moglie o il marito seduti nella carrozzella elettrica, sempre gentili l’uno verso l’altro, si intravede l’amore non svanito, ma un amore diverso, quello su cui hanno promesso:
Fino a che la morte ci divide.
Non ti giudico, solo che tipi come te non si dovrebbero sposare.
Ciao, Anita
Caro Alessandro,
bentornato, proprio ieresera, leggendo un vecchio testo di Carlo Bernardini,mi venivano in mente i concetti di Spazio e Tempo.
Mentre cercavo di capire se è possibile far avanzare una Vite che avanza ad Aad B, girando in senso orario,farla avanzare ugualmente nello stesso senso ,girando in senso antiorario, mi sono ricordato di Bergson.
In tutti i casi, nonostante la tua giovane età , sei un simpatico vecchio bisonte platoniano.
cc
Nel frattempo i ricconi greci fanno shopping a Londra.
(Sagaci le parole del giornalista: “…qualunque cittadino ellenico sa benissimo che chiedere l’aiuto del Fmi è come invitare in casa propria un affermato jettatore portadisgrazie…”)
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Atene, la grande fuga dei capitali
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201004articoli/54438girata.asp
… nè di accusarla ad ogni piè sospinto di essere quello che non è!… Non le permetto di insultarmi semplicemente perchè … Può insultare fin che vuole, ma io parlo dal futuro, non dal passato che non passa mai! …. ma se ribatte la prego di farlo con urbanità, sarebbe un buon esercizio di pacificazione!!! sylvi { 26.04.10 alle 8:35 }
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Mia pregevole signora,
benché io effettivamente ritenga che dialogare con lei sia una manifestazione del modo dell’inutilità, le sarei grato se volesse indicare quali sarebbero gli “insulti” che le avrei rivolto nel mio messaggio n. 290. Sa, visto che lei ha un’analoga pendenza con il pazientissimo CC, mi chiedo se non siamo in presenza di una delle sue solite lettura un po’ irrealistiche della realtà. Non so se ha presenti quelli che credono di essere Napoleone oppure che accusano la CompagniadellaZia di aver organizzato una congiura ai loro danni ……
Un pregevole saluto dal sempre cordialmente suo Uroburo
PS. Quanto alle accuse di essere quel che non si è le faccio notare che la sua lettera (“ma io parlo dal futuro, non dal passato che non passa mai!”) dimostra che lei di me dice esattamente il contrario di quel che io sono sempre stato. Contenta lei …..
Per Controcorrente:::::
Platone usa la riflessione e il dialogo
ma anche il Mito…………….
e io non credo che Platone sia un metafisico……………
l´assoluto dell´Idea e del Bene e´ qualcosa che riguarda l´uomo.
L´erede bastardo di Platone e´ stato, ahime´, il cristianesimo
che ha preso da Platone certe idee e ne ha fatto di tutto
un dogma.La colpa e´ della predicazione di Paolo di Tarso e,poi,
di Agostino.
devo gia´ andare,,,,,,,,,,,cio´ alcune cose nella testa
che se non le blocco poi se ne vanno.
un saluto a tutti.
x Alex,
perchè meravigliarsi?
Quando l’economia è debole c’è la fuga dei capitali.
E’ successo in Italia nel 1992,in Nigeria in permanenza,…con
i soldi del petrolio,”dirty money”,diceva il mio amico Sideso,..
e succederà in altri paesi,…cioè:
alle prime avvisaglie di disastro economico i primi a mettere
in salvo i propri capitali sono quelli che li hanno guadagnati,…
disonestamente.
Con una piccola tassa li riporteranno dentro quando le cose si aggiusteranno,…se si aggiusteranno…
Comunque il popolo lavoratore rimetterà in sesto le finanze,…
…alla faccia del popolo lavoratore…
Un saluto,Ber
Un consiglio per molti
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Se uno scorre poi l’ultimo numero ci sono alcune interessanti cosette!
cc
x Pino.
Ero in Grecia al tempo dei colonnelli, una settimana prima di prendere la nave per Haifa.
Capellone, con una ragazza (figlia di un prete…protestante) al seguito. Pochi sghèi, zaini e canadese, molto spirito di avventura.
Ci sbatterono in gattabuia per sei ore perchè non ci fermammo, eravamo a piedi, in un quartiere periferico di Atene dove la domenica alle cinque pomeridiane facevano l’ammainabandiera. Tutti impalati sull’attenti mentre noi, con ai piedi gli zoccoloni olandesi molto rumorosi, continuavamo tranquillamente a camminare.
Un poliziotto mi prese per il bavero intimandomi di fermarmi cosa che io non feci apostrofondolo malamente in quel poco di inglese che sapevo.
Ci caricarono in una macchina e ci portarono al posto di guardia.
In uno stentato italiano ci dissero che avevamo offeso la loro bandiera, presero le nostre generalità intimandomi di tagliare il giorno dopo la mia “chioma”. Se mi avessero di nuovo incontrato per strada, sempre con il capello lungo ci avrebbero arrestato all’istante.
Non li tagliai, due giorni dopo eravamo in Israele.
C.G.
x CC -#324-
Sarebbe interessante leggere:
**Efficienza, la missione impossibile degli italiani.**
Solo per un punto di vista.
Anita
X Ber
Ciao Ber,hai scritto
“alle prime avvisaglie di disastro economico i primi a mettere
in salvo i propri capitali sono quelli che li hanno guadagnati,…
disonestamente.”
Aggiungo un commento-sospetto:
da quello che discende dai disastri economici si può pensare che quelli che guadagnano disonestamente ,in tempi brevi,quando mettono in salvo i capitali mettono anche mano all’opera per guadagnare e ancora più rapidamente causando i suddetti disastri economici.
P.S.
Come dice la canzone
♫♪♪ Non ti fidar ♪♪♫ di un Fini di tre cotte…
,♫♪♫ Non ti fidar non ti devi fidar…♫♪♪
Saluti
L.
X C.G.325
Considerando l’andazzo veneto-patano andrà a finire che i leghisti scopiazzoni ripercorreranno la stessa strada dei… coglionelli
L.
Bergson si era posto proprio in una prospettiva antipositivistica. alessandro { 26.04.10 alle 15:30 }
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Caro Alessandro,
in una prospettiva antipositivistica si sono messi propri i rappresentanti dell’Irrazionalismo di fine Ottocento (un nome per tutti: quel pezzo di emme dell’Imaginifico; con tutta la multiforme canaglia pre-para fascista, da Martinetti a Papini a Prezzolini ad Ungaretti, che ci hanno tranquillamente scagliati in una guerra mondiale, imposta alla maggioranza da una berciante minoranza, costata molto più di quanto non avrebbe dovuto. La classica gente che, ittaglianamente, fa il finocchio con il cxxo degli altri!….).
Il Positivismo ha cercato di dare una spiegazione razionale al reale. Certo talvolta hanno esagerato e sbagliato, come tutti i filosofi prima a dopo di loro. Ma il nucleo centrale della loro visione del mondo, la realtà si esamina con strumenti razionali, rimane valida. Il fatto che ci siano aspetti della realtà che devono essere esaminati in altro modo rimane più un’eccezione che la norma. Il Positivismo era comunque, un’ideologia progressista. L’Irrazionalismo, che riprendeva temi tardo-romantici, era intimamente reazionario. Proprio come il Romanticismo, almeno nelle sue istanze più profonde.
Un caro saluto U.
25 APRILE : “CHE POSSONO CAPIRE ZAIA E LEGA DI RESISTENZA SE PERSEGUITANO BIMBI IMMIGRATI…”
“Il leghista Zaia vada a scuola di storia prima di parlare a vanvera della Resistenza e dei partigiani.
Si legga le loro imprese eroiche, vada a vedersi quanti hanno perso la vita, sono stati uccisi e perseguitati.
La Resistenza è stato uno straordinario movimento per la liberazione dell’Italia, che ha visto coinvolti tanti democratici di diversi orientamenti politici, e al quale i comunisti hanno dato un contributo grande.
E’ stato un movimento politico perché lottava contro la politica fascista e nazista.
Quella che ha perseguitato gli ebrei fino all’orrore dell’Olocausto, e con loro anche migliaia di comunisti ed omosessuali.
Ma che possono capire di Resistenza Zaia ed i suoi, se arrivano a perseguitare persino i bambini immigrati”.
25 aprile- Maroni: “Ministro intervenga su episodi preoccupanti”
“Gli episodi di Bolzano, dove il sindaco Oswald Ellecosta si rifiuta di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile, di Salerno dove il presidente della Provincia Edmondo Cirielli cancella dai manifesti la Resistenza partigiana e di Mogliano dove ‘Bella ciao’ viene sostituita dalla ‘Canzone del Piave’, sono davvero preoccupanti”.
Ec X Uro
Martinetti ..volevi dire chiaramente Filippo Tommaso mariaect,ect Marinetti.
,vate, del futurismo attraverso il quele ci lanciammo impavidi , nel nuovo secolo con rombo di motori,clack , stump, frasch etciùù,etciiciuff ,cuiff ,strang, blesc,
Peccato che i Motori li avessero gli altri!!
cc
scusate se, come al solito, non sono di parola. Gli e´ che mi capita di annoiarmi anche senza il blog, allora tanto vale…
Sulla Grecia, l´ economia ed il Mediterraneo dico anch´io due parole. E visto che tutti avete parlato di vacanze ed aneddoti personali, non temo di~essere accusato di faciloneria.
Mi trovo a Lisbona, e direi che il confronto Grecia _Portogallo proprio non va. I portoghesi meritano di meglio. I greci di oggi non hanno nulla in comune con quelli antichi ai quali dobbiamo tutto etc etc. Mi dicono che Atene sia da sempre una citta´ orrenda, balcanica, sporca, piena di animali randagi, e carissima senza ragione. Fanno pagare un espresso fino a 5 euro la tazza, e lo stesso (o quasi) succede sulle isole. Della serie, qui siete venuti, qui siete zavorrati, qui vi spolpiamo. Tanto siamo poveri.
Il modo in cui trattano i turisti (prezzi esosi, servizi pubblici orrendi, sicurezza a rischio) e´molto indicativo della loro natura.
Lisbona e´una citta´molto bella, ariosa, grandi viali e grandi piazze, pulitissima, servizi ECCELLENTI, gente semplice, educata, modesta. Parlo in spagnolo e mi rispondono cortesemente in quella lingua, che certo non amano molto.
Si vede appena che e´la capitale di un paese povero, so che in campagna vi sono delle carenze anche gravi, ma fanno il meglio del poco che hanno. E’ una stirpe di origini mediterranee, ma il paese e´decisamente atlantico, e si vede. Senza i navigatori portoghesi, poi, le scoperte geografiche sarebbero venute chissa´quando.
Per me la Grecia, ed anche altri, non dovevano entrare in zona euro. Punto. Perche´Grecia si e Cechia e Polonia no? A quel punto…
Peter
cara Anita,
appena posso ti mando un “sunto”, non ho ancora letto il “pezzo”che insieme a quello dei cromosmi mediorientali mi interessa assai.
cc
ps
un ottimo espresso nel CENTRO di Lisbona costa 60 centesimi di euro
Peter
Perchè la Grecia, si e la Polonia, e la Cekia no ?
Polonia e cekia lo sono dal 1994 , la gerecia dal 1981.
Forse volevi dire area Euro ove per il momento ce ne sono 16
Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.[1
Salvo errori ed omissioni.
cc
In tutti i casi , mi sembra un modo alquanto strano di ragionare.
L’UK che fa ?Si tiene la Sterlina?
cc
caro peter,
come vedi , non c’è nulla da annoiarsi, io tutte le volte imparo qualche cosetta!
cc
Caro uroburo,
anche gli Empiriocriticisti si misero su una strada molto scivolosa.
Per la serie un passo avanti e due indietro.
Tutto sommato gli bastava avere un pò di pazienza, anche il buon Giove ha impiegato sei giorni, per fare il mondo!
Non so a che punto siamo oggi , un giorno e mezzo , mi sembra una misura credibile ,che dici?
cc
x CC
ma lo sai che sei comico? in zona euro si riferisce evidentemente alla valuta, senno´ si dice EU (o UE).
In zona euro siamo decisamente in troppi. Vedi poi che ci sono paesi che si ´scendono le mutande´ per entrarci o restarci (tra cui Grecia, Spagna, diciamo pure, ed altri che hai nominato) ed altri che dicono no grazie, tra cui UK, Svezia, Danimarca…
Non fare tanto il lezioso, non allevia ne´la noia ne´il caldo
Peter
x Peter
Sono stata in Portogallo ventanni fa, facendo il giro delle pousadas
del centro sud.
Pousadas splendide; ricordo Obidos ed Evora e una appena fuori Lisbona , tutte in castelli medioevali.
Gente cortese e molto orgogliosa della sua ospitalità, i prezzi erano stracciati in un servizio eccellente!
Ho visto però che ora sono, come prezzi, a livelli nostri.
Dicevo: bom dia e obrigado ed erano grati dello sforzo che facevo.
Nell’ Alentejo macinavano ancora il grano facendo andare l’asino in torno sulla ruota, ma erano di una pulizia strepitosa, anche nei posti più miseri.
Gente di grande dignità e carattere, non credo che pietiranno aiuti se non indispensabili.
La invidio. Buon soggiorno!
Sylvi
x Uroburo
Tra parentesi avevo scritto ( evacuare) , il “paziente CC ” vomitare,
sempre i miei pensieri.
Se lo ritenete una correttezza …mi ripasserò la lingua italiana!
E dimenticando “le cortesie” del passato!!!
Sylvi
caro peter,
si, hai ragione sono comico,tanto che sto pensando di mettere su uno stettacolino!
Mi vuoi fare da Regista?
E’ il posto macante, per il resto penso tutto io, compresi i finaNZIAMENTI!
CC
xPino Nicotri 309
Quanto poco ci vuole per accendere i ricordi……
Io non conosco la grammatica è vero, ma i verbi si, e credo di avere una vaga idea di dove è il soggetto di vomitare ,nella frase incriminata.
Ho pure qualche vago ricordo della Consecutio temporum, in merito ai tempi e al prima “detto” rispetto al verbo.
Rimestarum con mestolis, in calderonis !
cc
xSylvi
alla Merkel ho gia parlato ed ha detto “Ne”, non c´e´stato bisogno nemmeno delle rose gialle. Non ti piacciono le rose gialle,
ah ho capito…….sempre la solita eh?! Rodolfo
La Merkel penso….. oramai e´frigida, per lei il sesso non esiste.
Dirai…..”e tu che ne sai?”, ma si vede ad occhio nudo che quella oramai ha dimendicato com´e´fatto. Rodolfo
xAZ
Macche´ manutenzione e manutenzione. io…..consumo…. magari tutti facessero come me, l´economia sarebbe alle stelle.
Poi c´e´a chi piace e si affeziona alle cose vecchie, be´affari suoi, ma quanto lavoro di manutenzione……Rodolfo
x CC
Provo a spiegarti l’esercito di vespe che mi sono saltate sul naso; anche se mi pareva, e mi pare , rileggendo i miei post di non essere stata ermetica.
Stelutis Alpinis non è, per tutti i friulani, nessuno escluso, un canto da coro soltanto; non è coro da bisboccia della’Ana, che sarebbe l’ultima a trattarlo come tale!
E’ un’emozione, una preghiera, un ricordo, un brivido per tutti, credenti e atei . Siamo noi, vivi e morti.
Zardini ha espresso l’anima di un intero popolo.
Tutti abbiamo le nostre villotte e le nostre Elvire; sono bellissime, ci riconosciamo.
Stelutis è altro.
Chissà se mi sono spiegata!
Sylvi
caro peter,
la mia è un offerta seria.
Per esempio ,perchè non mettere in scena questo curioso “siparietto” di logica da due soldi.
Atto primo
Arriva un messaggio sulla situazione greca ,sulla sua possibilità di insolvenza sulle conseguenze ect,ect
Atto secondo
Messagi dal coro veneto sul quanto e bella La grecia , cefalù ecte,ect
Atto terzo
Arrivi tu, che annoiato dalla noia,critichi la Grecia (sporchi ,esosi levantini ecte,ect) ed esalti il Portogallo come patria della pulizia ,della parsimonia ecte,ect)
Atto terzo
Il coro veneto, interviene (soccorso veneto direi),.. si quanto è bello il Portogallo ecteect, dio li preservi ecte,ect
Atto quarto
Arrivo io, che dico ..
ma che strano modo di ragionare..!!
Coro greco
Ma scusate brava gente,perchè dall’UK, non vi guardate dalla mancanza di bidet e dalle feroci battute che circolano tra la gioventù odierna, che dicono Le inglesi sono belle, ma accertati che si siano lavate, prima di…, e mangiare nei piatti dove esiste la strana abitudine di non sciacquarli , prima di rimetterli in tavola..??
Che dici, aspetto dal mio regista di fiducia , modifiche al copione..
cc
Ps: Bisogna conoscere il friulano, per capirlo!
Abbiamo perdonato la traduzione di De Gregori per rispetto allo zio, morto a Malga Porzus!
Altrimenti l’avremmo fucilato!
Sylvi
x CC
per la precisione, trascuri il coretto piemontese di montagna, espressione di una categoria (i montanari) che con l’acqua ed il sapone hanno un rapporto almeno storicamente molto parsimonioso…
I greci moderni sono dei grandi imbroglioni truffaldini. Il loro contributo all´UE e´inesistente, ma sono bravissimi a fare il pianto greco.
Gli inglesi, e le inglesi, sono persone pulite anche senza il bidet. Sono tra i pochi/poche che prima di andare a letto con qualcuno si fanno la doccia. Chissa’ se si puo´dire altrettanto di italici-italiche? a me non risulta. E dopo e’ capace che uno si sveglia ripulito (invece) del portafogli….
Peter