La direttiva della “tolleranza zero” del 2003 appare sempre più un falso. Bertone infanga anche Ratzinger? La solidarietà di Berlusconi equivale a calpestare e vendere la dignità dei bambini italiani stuprati da sacerdoti. HANS KÜNG: Benedetto XVI ha fallito, 
i cattolici perdono la fiducia

Il 20 di questo aprile il vescovo di Miami, John C. Favalora, si è dimesso per avere coperto più di un caso di pedofilia nel clero della sua diocesi. Tra le varie polemiche nel clero vaticano leggo che Favalora “fu comunque uno dei primi vescovi ad adottare le nuove linee-guida invocate dalla Conferenza episcopale americana contro la pedofilia. A tal punto si spinse la sua azione che lo scorso ottobre fu criticato per avere autonomamente messo al bando, nella sua arcidiocesi, i Legionari di Cristo e il Movimento Regnum Christi, oggi sottoposti dal papa a visita apostolica dopo che è emersa la doppia vita del fondatore Marcial Maciel”.

Ora, se la logica non è solo una opinione, tutto ciò significa che NON è vero che nel 2003 Ratzinger ha fatto emanare la nuova “severa digniplina” contro i sacerdoti pedofili saltata fuori a sorpresa solo nei giorni scorsi. Senza contare che non il papa, ma solo un cardinale che si chiama Scicluna, avrebbe diramato l’asserito nuovo ordine. Ma c’è dell’altro. Sempre riguardo le polemiche su Favalora leggo su un autorevole quotidiano: Favalora “il 16  aprile [2007] aveva affrontato estesamente il problema della pedofilia in un articolo pubblicato sul sito della sua diocesi nel quale si legge: “Il processo di ammettere la propria peccaminosità è doloroso e i vascovi europei faranno quel che hanno fatto  i vescovi negli Usa,  introdurre cioè politiche di tollerenza zero per chi abusa””.

Bene. Ma se la tolleranza zero è stata introdotta dai vescovi degli Usa, come cavolo si fa a sostenere che è stata invece imposta da Ratzinger – che certo NON è un vescovo degli Usa! – già nel 2003? Si noti inoltre che Favalora nel 2007 – cioè ben quattro anni DOPO il 2003 – scrive che i vescovi europei “faranno”, al futuro, quello che i vascovi americani invece già fanno. Non si scappa: se nel 2007 “faranno” quel che negli Usa già fanno, allora significa ovviamente che fino al 2007 NON lo hanno ancora fatto! O vogliamo come al solito ridurre la logica a uno stuzzicadenti?

CONCLUSIONE: l’arma segreta tirata fuori dal Vaticano con ritardo sospetto è chiaramente un falso. Oppure anziché una bomba a “tolleranza zero” era una bombetta, un petardino, un peto, qualcosa che proveniva non dalle massime sfere ma da sfere con i cui “ordini severi” i vescovi quanto meno europei (ma anche africani, australiani, sudamericani, ecc.) possono fare quel che Bossi diceva che avrebbe fatto con la bandiera italiana.

Ultima considerazione: NON è una bella idea quella del segretario di Stato Vaticano Raffaele Bertone, detto anche don Dentone per il suo pauroso sorrisone,  di riparare alla gaffe sull’equazione omosessuali=pedofili, perché non fa altro che peggiorare le cose. In due modi. Il primo è una pedata in faccia a tutte le suore del mondo, della quale stranamente nessuno si è accorto: infatti, l’omosessualità ovviamente esiste anche tra monache, come tra non monache, però la pedofilia non pare proprio sia una loro tigna. Si tratta di una tigna diffusa solo tra i colleghi di sesso maschile, cioè tra preti, sacerdoti, vescovi, ecc. Il secondo modo col quale Bertone peggiora le cose è che Ratzinger gode fama di omosessualità ben da prima di essere eletto papa. Ho già scritto su questo blog una puntata in cui riferivo che in un liceo di Milano un sacerdote nel corso di un dibattito pubblico si è lamentato per “la mancanza di coraggio di questo papa di vivere la sua omosessualità”, praticata o no che sia (questi sono affari suoi privati). Bertone vuole forse far nascere il sospetto che il papa abbia tendenze pedofile? Insomma, questo Bertone dal Vaticano dovrebbero cacciarlo a spron battuto, anziché fargli fare il segretario di Stato gli facciano fare il cuoco in un convento. Non di monache…

Ah, dimenticavo. Che Berlusconi tramite il fido Letta o direttamente esprima pubblica solidarità del governo italiano verso il papa e il Vaticano in piena bufera pedofila è doppiamente orribile. La solidarietà di uno che stando a quanto pubblicamente rivelato da sua moglie “frequenta le minorenni” e che per giunta si mette sotto la suola delle scarpe perfino il sacramento della comunione, come ha fatto al funerale di Vianello pur essendo divorziato e non essendosi neppure confessato (prima che Berlusconi “confessi”…..!!!), è una solidarietà che puzza. Tanto da essere altro fango. Inoltre tale solidarietà va a danno (stavo per scrivere “va in culo”) dei non pochi cittadini italiani minorenni che – narrano anche le cronache, comprese quelle del pianeta Mediaset/Mondadori) – hanno subito e subiscono sturpi e vioenze sessuali di vari tipo dal clero. Capisco il bisogno di leccare la pantofola papalina per raccattare voti e la pantofola verde di Bossi per restare a galla, ma mettersi anche a calpestare o vendere la dignità di sicuramente non pochi bambini italiani mi pare una cosa davvero orribile. E dico orribile per non usare un’altro termine.

Tutto ciò premesso, ecco cosa scrive il teologo tedesco amico del papa, che a un certo punto lo ha tradito impedendogli l’insegnamento universitario.

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Benedetto XVI ha fallito, 
i cattolici perdono la fiducia
di HANS KÜNG

Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger  –  oggi Benedetto XVI  –  ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell’elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l’unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.

Avevo apprezzato molto a suo tempo l’invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l’inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all’università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un’intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.

Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l’amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un’ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:

- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l’impossiblità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell’Eucaristia.
– È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l’uso preconciliare della preghiera per l’illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l’ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.
– Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell’islam un’immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.
– È mancata la riconciliazione con i nativi dell’America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati “anelassero” ad accogliere la religione dei conquistatori europei.
– Non si è colta l’opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell’Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l’AIDS, assecondando la contraccezione e l’uso del preservativo.
– Non si è colta l’opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell’evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.
– Si è mancato di adottare infine, all’interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.
Quest’ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un’importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l’autorità suprema della Chiesa cattolica:
– ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X, ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;
– ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l’Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;
– non realizza l’intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all’obbligo del celibato.
– ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all’interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.

Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.

So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell’episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l’immagine di una Chiesa forte, con un “vicario di Cristo” assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.

Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall’epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l’accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche “unità pastorali” affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.

E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi (“Epistula de delictis gravioribus”), imponendo nel caso di abusi il “secretum pontificium”, la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E’ dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale “mea culpa” al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l’occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare “urbi et orbi”, la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.

Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L’ho già fatto più d’una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise – ne sono convinto – da milioni di cattolici che non hanno voce.
1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!
2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell’episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un’iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l’opera pastorale risulta inefficace, se manca l’apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall’iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.
3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l’episcopato, Paolo VI promulgò un’enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.
4. L’obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l’obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull’attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l’esempio dell’apostolo Paolo, che si oppose a Pietro “a viso aperto, perché evidentemente aveva torto” (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi – come l’uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l’adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all’intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.
5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l’intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò
6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all’ecumenismo e al dialogo interreligioso c’è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un’assemblea episcopale rappresentativa.
Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l’appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica “franchezza” (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa.
Vi saluto nella comunione della fede cristiana.

506 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Controcorrente
    Controcorrente says:

    To Pigs or not To Pigs ?
    This is the question ?
    E l’Euro se va ! ed io resto qua,tumb,tumb , parapà, parapà..!!
    Qualcuno di voi conosce i” signori mercati”, o deve essere un atto di fede come per la Sidone.
    Anni fa sono nati i neo-liberisti più o meno come nascevano i sindologi.
    Ecco l’arcano ,spiegato: “la sostanza è la stessa!!!
    Perepè, parapapà, e stump e ciuff :Li da li da, li dali cimpa, li dali dà, li da lìcimpa..
    Taca “borgnu” ,ca sortu da la Fiat !!

    cc

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Gentile, ineffabile signora,
    quando il talebani o chi per loro torturano quelli che tengono
    prigionieri si tratta di violenza gratuita senza se e senza ma.
    D’accordo, non ci piove.
    Quando le stesse (le stesse!) torture le fanno i suoi eroi in divisa da marlins OVVIAMENTE si tratta di spiacevoli errori.
    Lei non perde mai occasione per quaglieggiare.
    Ineffabilmente.
    C.G.

  3. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro pino,
    devo aver scritto cose terribili se non sono passate neanche con te!
    Mannaggia il sistema!

    cc

  4. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    …vedi il signor Carlo, che Dio lo strafulmini…
    ==================================

    Dio l’ha gia’ con se’, me non credo siano stati fulmini.

    Anita

  5. alex
    alex says:

    @ Striscia Rossa (447) e Ber (452)
    Negli Steits discutono, dopo quella sanitaria, della riforma finanziaria, a Berlino degli aiuti alla Grecia, qui da noi è pronta la riproposizione del lodo Alnano… a ciascuno il suo.

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DA PARTE DI CONTROCORRENTE
    ——————————————————-
    caro marco,
    non per niente si dice che lo studio delle “neuro-biologie” sia uno dei campi più promettenti , una delle “frontiere” ancora inesplorate della scienza.
    Se uno fa attenzione agli articoli “scientifici” che escono, sovente ci si imbatte ,ultimamente , in sempre nuove scoperte che faticosamente , fanno luce sui meccanismi del pensiero sia ON-Line sia Off-Line.
    E’ quella che si potrebbe chiamare, la scala della complessità evolutiva della quale in nostro cervello rappresenta indubbiamente una delle più intriganti frontiere della ricerca.
    Se fai un minimo di attenzione,vedi infatti che passando dalla fisica degli elementi, alla chimica ed alla biochimica, pur essendo in ballo gli stessi elementi base,aumenta notevolmente la complessità e soprattutto la diversità delle possibili combinazioni.
    Dalle relativamente semplici transizioni di fase tra liquido,gassoso,solido in cui gli elementi si dispongono in modo diverso ,ma perfettamente descrivibili anche geometricamente,alla già più complessa formazione dell’ammoniaca a partire da due atomi di azoto e tre di idrogeno.
    Per finire al processo della denaturazione di una proteina,che pur godendo degli stessi meccanismi di base dei legami della prima e della seconda ,infatti avvengono gli stessi fenomeni,la vita si complica perché stiamo parlando di grande Macromolecola organica.
    Tutto questo pistolotto per dire cosa in fondo..”tempo al tempo”, lo studio dei fenomeni complessi è appena all’inizio della sua lunga strada.
    Sappiamo molto poco ancora, ma d’altronde anche i Greci in fondo sapevano poco..e voler arrivare prematuramente e per sempre a conclusioni filosofiche definitive,abbiamo visto a che razza di “co…nate” ha portato.

    cc

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    il signor Carlo … Dio l’ha gia’ con se’ Anita { 28.04.10 alle 14:26 }
    ———————————————-
    Cara signora,
    il buon Dio non è un articolo che io frequenti molto ma perfin lui non avrebbe dovuto trovar molto piacere nella vicinanza di un maiale, razzista, violento, arrogante, irrispettoso, prevaricatore e prepotente come il signor Carlo.
    La sua eventuale dipartita non mi farebbe alcun dolore nè rammarico: un farabutto in meno al mondo. U.

  8. Anita
    Anita says:

    x CC -#460-

    Semi diretto. (il filo)

    L’ultima comunicazione e’ del 2006, era in ospedale a Milano, aveva subito diverse operazioni chirurgiche.
    Si era trascinato in un ufficio per usare un computer, era molto giu’ e scriveva che non se la vedeva bene per niente, nessuno gli diceva niente, ma che lui se la sentiva che era alla fine.
    Dopo di che, nulla.

    Il tutto e’ iniziato con una appendicite trascurata mentre era sugli oil rigs della ENI in Dubai.
    E’ subentrata la peritonite e una serie di infezioni.

    Il Signor P. ed io l’abbiamo ricercato per qualche tempo, non aveva famiglia ed il cognome non ci ha dato risultati.

    Tu cosa ne dedurresti?

    Anita

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    io non credo che una parte (l’uomo) arriverà mai a comprendere la Totalità (l’universo). Ci mancherebbero gli strumenti di base. Penso però che il sapere sia un processo continuo che avanza, nonostante arretramenti che possono essere più o meno lunghi.
    Tutta la scienza ci permette oggi di sapere più cose di prima. Certo non è un sapere assoluto, ma perchè mai dovrebbe esserci un sapere assoluto? Il fatto è che Marco definisce nulla qualunque sapere non assoluto. Una stupidaggine, ovviamente. Conoscere le tabelline pitagoriche è un sapere parziale ma comunque assolutamente certo e sicuro.
    Tutto considerato la posizione di Marco espone il solito ben noto nichilismo. Che politicamente è sempre stato di destra: appunto il decadentismo e Marinetti (scusa, lapsus calami, o forse correzione automatica del PC).
    Un saluto U.

  10. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Spesso persone esternano su un forum diversamente dal come sono in realta’.

    Anita

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Gentile, ineffabile signora,
    lei invece?

    P.S.: ho dormito benissimo.
    Il suo quaglieggio mi distende, anzi: stende.
    C’è chi prende una tisana, chi un sonnifero o roba del genere.
    Prima di coricarsi, al Cerutti basta (e avanza) leggere i suoi zompetti quaglierini.
    C’est la vie.
    C.G.

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il fatto è che Marco definisce nulla qualunque sapere non assoluto. (U)
    —-
    Assolutamente no.
    Dico soltanto che è un sapere talmente parziale da non poter essere considerato realtà in termini assoluti.
    Mi pareva di esser stato chiaro nei miei post, ma mi rendo conto di non esserlo.
    Se la realtà è uguale ad un infinito matematico, qualsiasi sapere umano è talmente insufficiente da poter essere considerato niente. Si è però in questo caso su scala universale.
    Su scala umana ho affermato che ENTRO DETERMINATO PARAMETRI la realtà è oggettiva.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Anita:
    A saper leggere, nel forum viene fuori la vera personalità di un individuo.
    Io scrivo con uno scopo ben preciso, che non è quello di mettermi in mostra, ma quello di portare l’interlocutore a ragionare superando gli schemi. Lo porto sul limite e gli dico: adesso guarda oltre e stabilisci tu stesso qual è il tuo confine.

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    io non credo che una parte (l’uomo) arriverà mai a comprendere la Totalità (l’universo). Ci mancherebbero gli strumenti di base. (U)
    —–
    Su questo siamo d’accordo: noi non possiamo staccarci dalla legge di causa ed effetto, è questo il nostro limite insuperabile.
    Almeno per ora.

  15. controcorrente
    controcorrente says:

    caro uroburo,
    finalmente ho trovato l’aforisma che fa al mio caso!

    Io scettico,ne dubito!!!

    ciao
    cc

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x CC:
    certamente il cervello umano ha enormi potenziali ancora inespressi.
    Io faccio sempre riferimento alla legge della gravitazione: arriverà il momento in cui il cervello potrà intervenire sulla gravitazione ed allora si aprirà un’altra era.
    Fantascienza? Non troppo.
    Pensiamo anche allo sviluppo della telepatia. Alla velocità di elaborazione del pensiero.
    Già oggi vediamo gente che ha delle facoltà, dei ‘doni’ che a noi paiono miracolosi. Non di miracolo si tratta ma semplicemente di facoltà umane particolarmente sviluppate in alcuni e poco sviluppate in altri.
    Uto Ughi si nasce, non si diventa. Michelangelo si nasce, non si diventa…

  17. ber
    ber says:

    x Uro e Anita,
    io questo Pietro non me lo ricordo affatto,…
    dalla vs descrizione pare “non mi son perso niente”.
    Grazie a tutti e due se mi volete dare qualche riferimento….
    Ciao,Ber

  18. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro marco,
    Noi,…. mi pare un tantino azzardato…
    Diciamo più modestamente, che in circolo vi sono ancora delle “persone”, direi una minoranza, che assistendo ad un effetto tentano di risalire alle cause.
    Parrà strano, ma, nell’ambito della Scienza , godono ancora di una certa credibilità.

    In altre discipline, metafisica, religione politica ect ,sono in corso indagini in materia..!!

    E’ il campo infatti ove di fronte ad una affermazione tipo .” ha visto un” Asino volare”..sono in corso ricerche….sul modello , come , dove ,quando…ovvero dato che volava come ha fatto a scendere…
    Qualcuno chiama questo metodo stupido riduzionismo..
    qualche altro più semplicimente scetticismo razionale.
    Sono però sicuro di una cosa, che alla fine le cose serie vengono a galla…in fondo anche i fratelli Wright subito, vennero contestati da Scientific American,..e Faraday venne preso per pazzo, ma poi stranamente riuscirono a RIPRODURRE gli esperimenti.
    Come vedi c’è sempre speranza..

    cc

  19. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Caro Marco,
    io credo che sui forum persone reagiscono in diversi modi.
    C’e’ chi attacca quando viene attaccato, spesso piu’ pesantemente, c’e’ chi cerca di ragionare.

    Questo non era un forum per il Signor Carlo, era di destra convinto, odiava i cammellari a cui si doveva inchinare per lavoro, odiava lo sprazzo ed esibizione degli yachts dorati (oro vero), ovviamente aveva “a chip on his shoulder”.
    Lo dimostrava sul forum.
    L’ho ammonito sin dall’inizio.

    Di persona, almeno via e-mail era molto diverso, un po’ ruvido nel suo scrivere, era affranto per la malattia e morte della figlia del Signor P., ha pianto come se fosse sua figlia, anche in questa occasione ha reagito molto pesantemente contro il Dio che permette questi dolori.
    Ho solo 4 e-mails, conservate appunto perche’ la sua malattia era in corso…

    Non era e’ non era il solo ad avere due personalita’, una sul forum, una nella vita privata.

    Ciao, Anita

  20. Da Il fatto quotidiano: Pedofilia, dal Vaticano un sabba di menzogne
    Da Il fatto quotidiano: Pedofilia, dal Vaticano un sabba di menzogne says:

    di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2010

    Contro la pedofilia dei suoi preti, sembra proprio che il Papa voglia fare sul serio. Perché allora continua a occultare la verità sul passato e ha messo online un falso? Padre Federico Lombardi, infatti, non agisce di testa propria, è il portavoce della Santa Sede, e inoltre è persona di squisita gentilezza. Se dunque non ha risposte alle “quattro domande cruciali” che con una mia lettera aperta questo giornale gli ha rivolto una settimana fa non è perché non ha voluto, è perché non poteva: non aveva la “licenza de’ superiori”.

    Avesse potuto, infatti, avrebbe dovuto confessare quanto segue: la frase chiave “Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte” contenuta nelle famose “linee guida” sulla pedofilia, messe online sul sito ufficiale del Vaticano lunedì 12 aprile, e presentate da padre Lombardi come “disposizioni diramate fin dal 2003” (sito dell’Avvenire, quotidiano della Cei) non risale affatto al 2003 ma è stata coniata nuova di zecca nel weekend del 10-11 aprile.

    Al responsabile dell’autorevolissima agenzia internazionale “Associated Press”, Victor Simpson, che chiedeva lumi sulla posizione della Chiesa in fatto di pedofilia, padre Lombardi inviava infatti il venerdì 9 aprile un documento in inglese identico a quello messo online il lunedì successivo, tranne la frase chiave di cui sopra, che non compariva. E che perciò è stata partorita durante il weekend.

    Come altro si può chiamare in buon italiano una manipolazione del genere se non un “falso” (“falso: non corrispondente al vero in quanto intenzionalmente deformato”, Devoto-Oli)? Perché tutto l’interesse di quel documento si concentrava nella famosa frase chiave, che non a caso è stata sbandierata come la dimostrazione di una volontà della Chiesa – da anni – di collaborare con le autorità civili, rispettandone le leggi anche quando esse impongono a un vescovo di denunciare alla magistratura inquirente il suo prete sospetto di pedofilia.

    E’ dunque falso, assolutamente falso, che la Chiesa cattolica gerarchica avesse già nel 2003 fatto obbligo ai suoi vescovi e sacerdoti di “dare seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte”. All’epoca era vero, anzi, il tassativo obbligo opposto: tacere assolutamente alle autorità civili, in ottemperanza al “segreto pontificio”, che comporta addirittura un giuramento al silenzio fatto solennemente sui vangeli, la cui formula terribile abbiamo riportato in un precedente articolo (cfr. Il Fatto del 10 aprile).

    E’ perciò altrettanto falso quanto ha sostenuto mons. Scicluna nei giorni scorsi, secondo cui “accusare l’attuale pontefice [per quando era cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede] di occultamento è falso e calunnioso (…) in alcuni paesi di cultura giuridica anglosassone, ma anche in Francia, i vescovi, se vengono a conoscenza di reati commessi dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della confessione, sono obbligati a denunciarli all’autorità giudiziaria”.

    Questa non è la dichiarazione di un carneade qualsiasi, perché, come spiega il suo intervistatore Gianni Cardinale “monsignor Charles J. Scicluna è il ‘promotore di giustizia’ della Congregazione per la Dottrina della Fede. In pratica si tratta del pubblico ministero del Tribunale dell’ex sant’Uffizio”. Che l’affermazione di monsignore sia falsa lo prova ad abundantiam la testimonianza dei giorni scorsi del cardinale Dario Castrillon Hoyos, tuttora tra i più stretti collaboratori di Papa Ratzinger, che ha ricordato come fosse stato Giovanni Paolo II in persona a fargli scrivere una lettera di solidarietà e sostegno a un vescovo francese che per il rifiuto a testimoniare contro un suo prete pedofilo era stato condannato a tre mesi con la condizionale.

    Padre Federico Lombardi ha opposto un “no comment” alle affermazioni (palesemente inoppugnabili) del porporato colombiano, ma ha aggiunto che l’episodio “dimostrava e dimostra l’opportunità della unificazione delle competenze in capo alla Congregazione per la Dottrina della Fede”. Non rendendosi conto che tale “unificazione” avviene nel maggio del 2001, mentre la lettera del cardinale, per volere di Papa Wojtyla, è del settembre dello stesso anno, dunque è successiva, e conferma l’unica interpretazione che di quella “unificazione” si può dare: il più assoluto segreto era assolutamente centralizzato per renderlo ancora più catafratto.

    Perché perciò tutto questo sabba di menzogne, visto che Benedetto XVI sembra davvero intenzionato a cambiare atteggiamento, e a non occultare più alle autorità secolari i casi di pedofilia ecclesiastica (il vescovo di Bolzano e Bressanone ha inviato in procura le prime denunce)?

    Perché scegliendo la Verità dovrebbe riconoscere che il suo predecessore aveva ribadito come dovere sacrosanto l’omertà rispetto a magistrati e polizia, e difficilmente dopo tale ammissione potrebbe elevare Karol Wojtyla all’onore degli altari.

    Perché dovrebbe confessare Urbi et Orbi che la svolta è di questi giorni, e che egli stesso, come cardinale Prefetto (e in larga misura anche nei primi anni del Pontificato) non ha trovato il coraggio di chiedere coram populo (non sappiamo cosa pensasse in interiore homine) una politica della trasparenza e della denuncia ai tribunali, contribuendo con ciò all’impunità di un numero angoscioso di pedofili, che se prontamente messi in condizione di non nuocere avrebbero risparmiato la via crucis di migliaia di vittime.

    Perché dovrebbe ammettere che a tutt’oggi il suo portavoce si è prodigato in un lavoro di raffinata disinformacija, e consentirgli (o intimargli: non sappiamo se padre Lombardi soffra per quanto ha dovuto manipolare) di cambiare registro. Perché…

  21. Obama sfida Wall Street. Europa e America troppo distanti sulla riforma finanziaria
    Obama sfida Wall Street. Europa e America troppo distanti sulla riforma finanziaria says:

    Di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    “Vi cito un articolo del Time Magazine che ho appena letto: “La settimana scorsa qualcosa sembra aver stravolto le banche di Manhattan. I banchieri si guardavano l’un l’altro con rabbia e sorpresa. Dicevano che una legge, appena approvata, avrebbe riversato contro le loro banche un sistema di regole che ritengono mostruoso. Che li avrebbe derubati del loro orgoglio professionale e avrebbe messo in ginocchio l’intera industria bancaria.”…. Questo era apparso nel giugno del 1933 sul Time Magazine. Il sistema che provocò tanta costernazione era il Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), l’ente che ha garantito con successo i risparmi e i depositi di intere generazioni di americani”

    Questo è stato l’incipit del discorso, che il presidente Obama ha recentemente tenuto nella storica scuola di Ingegneria, Architettura e Arte “ Cooper Union” di New York, a pochi passi da Wall Street. Egli, suscitando applausi e risa, ha così magistralmente sintetizzato lo scontro in atto tra il suo governo e le banche e i loro lobbysti, che con “tentativi furibondi”, stanno cercando di sabotare la riforma finanziaria.

    Come nel 1933, quando F.D. Roosevelt affrontò di petto le banche e le speculazioni che avevano gettato l’America nella Grande Depressione e nella disoccupazione di massa, oggi, molte banche rifiutano di accettare l’imposizione di regole, che garantirebbero stabilità all’economia e allo stesso mondo bancario.

    Le regole di Obama, note come “Volker Rule”, dal nome del capo dei consiglieri economici della Casa Bianca, Paul Volker, già presidente della Federal Reserve nel periodo 1979-87, formano l’ossatura della riforma della finanza in USA. Prima di tutto, prevedono il divieto di futuri salvataggi (bailout) delle banche con i soldi dei contribuenti, attraverso l’imposizione di un limite alla dimensione delle banche stesse e ai rischi che esse possono sottoscrivere. Ciò impedirebbe il ricatto del “too big to fail”.

    Il secondo punto, il più controverso, riguarda la trasparenza dei mercati finanziari ed il ridimensionamento e la regolamentazione dei derivati, a partire dagli OTC. Al riguardo Obama non ha risparmiato attacchi molto duri contro i “banditi” ed il “gioco d’azzardo”, che hanno manipolato milioni di persone, lasciandole poi sul lastrico e mandato in tilt l’intero sistema.

    La riforma prevede anche la creazione di un’agenzia per proteggere i risparmiatori e i consumatori. Si garantisce, altresì, un maggiore potere di controllo e una maggiore capacità decisionale agli azionisti delle banche e delle società, in modo da ridimensionare l’abusato ruolo dei manager.

    Queste regole sono in discussione al Congresso americano e meritano di essere approvate al più presto. Sarebbe opportuno che ciò accadesse anche in Europa. Non si comprende perciò i ritardi dei paesi europei. Forse, presi dalla morsa del debito sovrano della Grecia e del rischio di un suo contagio verso altri paesi, sottovalutano l’urgenza della riforma finanziaria.

    Ci si chiede infatti a cosa serva il Financial Stability Board, istituito a suo tempo dal G20, se poi ogni singolo paese, anche se importante come gli USA, procede per proprio conto, ignorando che una finanza globale esige regole condivise e globali.

    Eppure, si dovrebbe sapere che la crisi americana e quella europea sono figlie delle stessa madre. Vi sono forse delle manifestazioni differenti, ma le cartolarizzazioni sono uguali dappertutto, lo stesso vale per la speculazione, per i derivati, per i debiti.

    I discorsi di Obama, importanti e finalizzati all’approvazione della riforma interna al suo paese, hanno questo limite. Ignorano, infatti, l’esigenza di uno stretto coordinamento con l’Europa e gli altri paesi, di fatto, indebolendo il ruolo del G20.

    Certo vi sono anche delle responsabilità dei governanti europei, che anziché accelerare sulla strada delle riforme, ritengono che il mercato sia capace di auto riformarsi. Essi infatti ancora confidano sulla capacità di valutazione delle agenzie di rating, che sono tornate prepotentemente a distribuire pagelle ai governi europei. Quelle agenzie di rating che, invece, negli USA sono oggetto di indagine della Sottocommissione del Senato, guidata dal democratico Carl Levin, che ha affermato: “Esse hanno permesso a Wall Street di lasciare la sua impronta sulle loro analisi, sulla loro indipendenza e sulla loro reputazione di serietà”.

    *Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi **Economista

  22. Anita
    Anita says:

    x Ceruti Gino -#465-

    Uffaaaaaaaaaaaaa…….

    Almeno dica a cosa si riferisce.

    Se non le vanno i miei post,- li eviti-, chiaro?

    Anita

  23. Anita
    Anita says:

    x Marco

    errore -#474-

    Non era e non e’ il solo ad avere due personalita’, una sul forum,….

    Anita

  24. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Distinta, ineffabile signora,
    lei non perde occasione per postare i suoi pallosissimi www.’nteregghecchiù su quante malefatte facciano i musulmani, talebani.. anglicani, marziani, molisani, venezuelani, colombiani e chi ne ha più ne metta.
    Poi, un tizio come il sottoscritto, le fa notare (sempre e comunque) che prima di guardare in casa d’altri dovreste dare una bella ramazzata dentro casa vostra. Si rassegni.
    Se questo le provoca degli uuuuuufffffaaaaa, bèh, questi sono affari suoi, esclusivamente suoi, mia cara gentile ed egregia signora.
    Racconti meno balle usaescippa, quindi. E non zompi leggiadra quando qualcosa non quadra secondo i suoi gusti o disgusti.

    P.S.: non ero a conoscenza che al Poppy gli è venuta a mancare la figliola. Me ne dispiace, sinceramente.
    C.G.

  25. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Il titolo dell’articolo e':

    “Nulla è più occidentale dell’odio nutrito dall’Occidente”.

    Legga prima di sparare cavolate.

    Le rendo noto che questo e’ un forum, non una dittatura.
    Le ripeto, salti i miei post.

    Anita

  26. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Seguo le notizie sulla Grecia,,,e mi viene da ridere..
    Io che non sono un economista, io che non ho nessuna laurea,e tredicimila master in altrettante Università ,scoprire che comunque vada anche un popolo di produttoei virtuosissimi ,efficientissimi, laboriosisssimi, ecte,ecte alla fin fine ha bisogno di un popolo di consumatori..(che poi alla fine abbiano i soldi per comprare)…
    Anzi mi sembra ancor più incredibili in termini di produttività che più si aumenta la produttività sia in termini virtuosi che poi alla fine si condensa nella formula più prodotti a minor costo, alla fine qualcuno se li deva pur comprare fuori dai condini nazionali..,!!
    Ora,passi per l’agricoltura, ove alla fine,uno se li può mangiare ,rischiando l’obesità,(ci sarebbe il compenso positivo farmaceutico di un prodotto contro le malattie indotte) se proprio non vuole regalarli per non darLa VINTA ai Pelandroni…,per il resto mi sorge un dubbio..
    Chi se lo consuma un pezzo di ferro ,tecnologicamente avanzato ?
    Oddio adesso non mi si venga a dire che servirebbe una pianificazione..il primo che lo dice ,gli sputo in faccia!
    parola di scettico!

    cc

  27. sylvi
    sylvi says:

    xCC

    Certo,” pianificazione quinquennale” e tutto va a posto! Nehhh?
    Soffia la bora, attento, lo sputo ti torna indietro!

    Sylvi

  28. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Sylvina,
    mia dolce friUla, da dove ti esce tutto questo “anticomunismo” VISCERALE, E DI DAL PROFONDO DEL CUORE TENERO..CHE SI COOMUOVE PER UNA STELITUS ALPINIS CALPESTA?

    Ho forse toccato qualche corda sottile, nel TUO più profondo, che ha fatto risvegliare in TE, antichi sentimenti repressi , tal da minacciarmi di SPUTARMI IN UN OCCHIO !

    PENSA CHE IL BUON cOTARELLO HA PROMESSO una aumento degli aiuti regionali ai cassaintegrati,.
    Sporco Bolscevico!!!

    cc
    Ps
    Ti aspetto con i sacri testi del Riformismo in mano , mia dolce friula,e tanti panni per pulirmi il viso!

  29. Vox
    Vox says:

    IL COLLASSO PROSSIMO VENTURO DELL’UNITA’ D’ITALIA
    E DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA

    di GIULIETTO CHIESA
    megachipdue.info

    Eugenio Scalfari dice che il collasso definitivo della democrazia repubblicana e costituzionale e della stessa unità del paese potrebbe prodursi per tre fattori convergenti: l’arrendevolezza del presidente della Repubblica, l’irrilevanza della sinistra, e l’indifferenza dell’opinione pubblica democratica. Poi si corregge e salva Napolitano.

    Io non lo salverei, ma è quello che, ormai, conta meno. E su cui, comunque, contare non è opportuno.

    E aggiungerei, dalla parte che arreca l’offesa, il micidiale patto tra Berlusconi e la Lega, l’uno che guarda le spalle all’altro. E che vogliono andare fino in fondo.

    E la insulsa e miope realpolitik neocentrista di De Benedetti, che fotografa lo stato penoso della cosiddetta borghesia illuminata italiana. Credo che si debba essere realistici all’estremo. Vincere questa partita mortale, con questo tipo di protagonisti, sarà oltremodo difficile.

    Sono passati quattro anni dal referendum del 2006. Allora l’opinione pubblica democratica sconfisse la devolution anche senza e contro i partiti della sinistra (tutti).

    Io penso che quell’opinione ancora esista e regga. E sia la maggioranza del paese.

    Cioè affermo che la narrazione berlusconiana dell’Italia è falsa.

    Ma da allora il disfacimento e l’irrilevanza della sinistra si sono aggravati e approfonditi.

    Si devono dunque individuare le forme della battaglia in queste condizioni. Che impongono due compiti che hanno tempi diversi. Uno è l’urgenza di costruire una trincea comune. Di costruirla a prescindere dalle diversità strategiche, tattiche e personali. Individuando nemici e amici.

    Chi cede sul terreno delle cosiddette “riforme condivise” deve essere considerato l’avversario. Non per niente Berlusconi e Calderoli hanno applaudito Napolitano alla Scala.

    Il PD si appresta a negoziare. Quelli che non negoziano sono amici. Gli altri stanno col nemico. Una parte dell’opinione pubblica democratica sta a guardare e non capisce. Bisogna aiutarla a capire.

    Torno a chiedere, a tutte le componenti dell’intellettualità, del sindacato, del giornalismo e dello spettacolo, di riunirsi attorno a un tavolo per decidere se dotarsi, da subito, di uno strumento per parlare con l’opinione pubblica democratica e per mobilitarla.

    “Rai per una notte” deve diventare un appuntamento per tutti i giorni. Anche fosse per un’ora al giorno.

    Questo è l’unico passo politico realizzabile, possibile. Forse perfino decisivo. Non affrontarlo significa assumersi una responsabilità decisiva per le sorti dello scontro. Chiedo alla Federazione Nazionale della Stampa di chiamare a questa raccolta.

    Altre convergenze non sono praticabili in questa fase. Ed è inutile, a mio avviso, proporre cartelli di vecchi partiti, fuori e dentro il parlamento. Non si formeranno e perderemo tempo…

    http://www.megachipdue.info/component/content/article/42-in-evidenza/3598-il-collasso-prossimo-venturo-dellunita-ditalia-e-della-democrazia-italiana.html

  30. Anita
    Anita says:

    La stampa Europea….

    Una legge anti-immigrati L’Arizona sfida Obama

    La governatrice repubblicana dell’Arizona Jan Brewer ha firmato la conversione in legge di un controverso provvedimento che fa dello Stato l`avanguardia nella lotta contro l`immigrazione illegale negli Stati Uniti.

    La legge, duramente criticata dal presidente Barack Obama, autorizza le forze dell’ordine ad arrestare anche senza motivo persone sospettate di essere entrate illegalmente nel Paese.
    ===========================================

    Queste sono le notizie che leggo sui giornali Italiani.

    La governatrice Jan Brewer, non ha passato l’ordine di “arrestare”, ma di chiedere identificazione se persone appaiono sospette o se sono sorprese commettendo un crimine.

    Arrestare e chiedere identificazione non sono la stessa cosa.
    Ma i spin doctors anche qui cercano di fomentare dimostrazioni, e non pacifiche.

    Se mi ferma la polizia per qualsiasi ragione… e.i: Per avere un faro o luce mancante della mia auto, la prima cosa che chiedono e':
    Lincense and registration.

    L’Arizona e’ sotto assedio dall’immigrazione illegale, Phoenix AZ, e’ la seconda citta’ del “mondo” dove il rapimento per estorsione e’ il piu’ alto.

    Anita

  31. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Alleluja, alleluja,
    scontro titanico tra Big Pigs ..Barsa -Inter, vada come vuole , purchè si batta il Mocano (tedesco virtuoso ) in finale !
    WWW i Pigs

    cc
    ciao ,ciao ..nehhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!

  32. sylvi
    sylvi says:

    caro cotadipendente,

    volevo solo dire che la bora spira da est a ovest, ( se non ci fossi io a dire banalità nel blog come fareste voi intellettuali???) e allora è il tuo sputo che ritornava al mittente.
    Colpa della fisica!!!

    Comunque c’è chi ha la Cotica e chi gira in Tondo!
    Ognuno ha le sue disgrazie!
    Il mio anticomunismo? Ma no!
    Caso mai, per i casi della vita, c’è un po’ di antisindacalismo, e ti sfido a capire perchè!!!

    Sylvi

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Anita, Anita,
    il tuo nome mi evoca Anitona Ekberg,de la” Dolce Vita” di noi poveri Pigs, chissaà perchè…
    Io gnorante, penso sempre che gli spin doctors siano dottori che non riescono a togliersi le spine..
    Mi spieghi bene chi cacchio sono?

    cc

  34. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Sylvina friula mia cara,

    ma il sindacalismo fa la sua parte…
    Io sono Liberal -Liberal, che più Liberal non si può e per un sindacato Amerikan- antibolscevico!!
    E che vuoi mettere paletti e paloni ,alla Competition sul Libero-Mercaton ?

    cc

  35. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara sylvin,
    noiatri semo abituati a manciarci il Coticon del Maialon, con Borloti de noatre, scusa nehhhh!!
    Question ecologicon de prodoti de nostra tera!

    cc

  36. sylvi
    sylvi says:

    caro CC

    ti ho inviato esempi di giochi che facciamo da queste parti.
    Non ho la più pallida idea se riuscirai a capire a che cosa serve un pezzo di ferro, non per tua ignoranza ma mia, perchè io ho preso il malloppo come sta e te l’ho inviato.
    Sappimi dire.
    Sylvi

  37. sylvi
    sylvi says:

    x CC 492

    Cotica piemontese, borlotto Tondo carnico!
    Una fassa, una rassa!
    Tà capì???

    Sylvi

  38. Anita
    Anita says:

    x Contocorrente

    **Spin doctor** e’ una persona/e in pubbliche relazioni che cerca di raggirare la pubblicita’ , pubblicizzando un’ interpretazione favorevole alle parole, cause o azioni di una societa’, nazione, partito politico, etc….
    ————————————————————–

    Anita Ekberg era una bellezza eccezionale, peccato che si e’ invecchiata malissimo.
    Io mi ricordo solo vecchie foto, ma di recente ne ho vista una che non potevo credere che fosse lei.

    Che fine ha fatto il tuo cincilla Anita?
    Te l’ho chiesto due volte, ed ancora aspetto la foto, a meno che il gatto non abbia fatto festa.

    Anita

  39. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    grazie mille per il tuo link.
    L’ho trovato terribile ma molto istruttivo.
    Ti dà l’idea globale di quello che stava succedendo.
    L’ho rivisto più volte mettendo di volta in volta attenzione ai singoli Stati d’Europa.
    E’ tremendo pensare dove porti la sete di potere di pochi…

    Grazie, ti abbraccio
    Sylvi

  40. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Prego.
    Hai visto quello della costruzione dell’Empire State Building?
    Mi chiedevo quante fossero stati gli incidenti fatali…pensa, solo 5, uno dei quali fu investito da un camion.

    ((H)) Anita

  41. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    mi sono chiesta spesso se quegli operai erano più istruiti e competenti di quelli di oggi!!!
    Forse erano solo più affamati e prudenti!
    O anche forse, oltre ai diritti pensavano anche ai doveri…verso se stessi, la famiglia …forse amavano anche la vita e il lavoro che facevano.
    Ma il discorso sarebbe molto lungo….

    buonanotte Sylvi

  42. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Grazie Anita,
    finalmente capisco l’arcano.
    Gli Spin doctors più bravi noi li abbiamo alla giuda dei princiapali mezzi di disinformazione italici.
    Ora posso fare dei paragoni !

    cc

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