La direttiva della “tolleranza zero” del 2003 appare sempre più un falso. Bertone infanga anche Ratzinger? La solidarietà di Berlusconi equivale a calpestare e vendere la dignità dei bambini italiani stuprati da sacerdoti. HANS KÜNG: Benedetto XVI ha fallito, i cattolici perdono la fiducia
Il 20 di questo aprile il vescovo di Miami, John C. Favalora, si è dimesso per avere coperto più di un caso di pedofilia nel clero della sua diocesi. Tra le varie polemiche nel clero vaticano leggo che Favalora “fu comunque uno dei primi vescovi ad adottare le nuove linee-guida invocate dalla Conferenza episcopale americana contro la pedofilia. A tal punto si spinse la sua azione che lo scorso ottobre fu criticato per avere autonomamente messo al bando, nella sua arcidiocesi, i Legionari di Cristo e il Movimento Regnum Christi, oggi sottoposti dal papa a visita apostolica dopo che è emersa la doppia vita del fondatore Marcial Maciel”.
Ora, se la logica non è solo una opinione, tutto ciò significa che NON è vero che nel 2003 Ratzinger ha fatto emanare la nuova “severa digniplina” contro i sacerdoti pedofili saltata fuori a sorpresa solo nei giorni scorsi. Senza contare che non il papa, ma solo un cardinale che si chiama Scicluna, avrebbe diramato l’asserito nuovo ordine. Ma c’è dell’altro. Sempre riguardo le polemiche su Favalora leggo su un autorevole quotidiano: Favalora “il 16 aprile [2007] aveva affrontato estesamente il problema della pedofilia in un articolo pubblicato sul sito della sua diocesi nel quale si legge: “Il processo di ammettere la propria peccaminosità è doloroso e i vascovi europei faranno quel che hanno fatto i vescovi negli Usa, introdurre cioè politiche di tollerenza zero per chi abusa””.
Bene. Ma se la tolleranza zero è stata introdotta dai vescovi degli Usa, come cavolo si fa a sostenere che è stata invece imposta da Ratzinger – che certo NON è un vescovo degli Usa! – già nel 2003? Si noti inoltre che Favalora nel 2007 – cioè ben quattro anni DOPO il 2003 – scrive che i vescovi europei “faranno”, al futuro, quello che i vascovi americani invece già fanno. Non si scappa: se nel 2007 “faranno” quel che negli Usa già fanno, allora significa ovviamente che fino al 2007 NON lo hanno ancora fatto! O vogliamo come al solito ridurre la logica a uno stuzzicadenti?
CONCLUSIONE: l’arma segreta tirata fuori dal Vaticano con ritardo sospetto è chiaramente un falso. Oppure anziché una bomba a “tolleranza zero” era una bombetta, un petardino, un peto, qualcosa che proveniva non dalle massime sfere ma da sfere con i cui “ordini severi” i vescovi quanto meno europei (ma anche africani, australiani, sudamericani, ecc.) possono fare quel che Bossi diceva che avrebbe fatto con la bandiera italiana.
Ultima considerazione: NON è una bella idea quella del segretario di Stato Vaticano Raffaele Bertone, detto anche don Dentone per il suo pauroso sorrisone, di riparare alla gaffe sull’equazione omosessuali=pedofili, perché non fa altro che peggiorare le cose. In due modi. Il primo è una pedata in faccia a tutte le suore del mondo, della quale stranamente nessuno si è accorto: infatti, l’omosessualità ovviamente esiste anche tra monache, come tra non monache, però la pedofilia non pare proprio sia una loro tigna. Si tratta di una tigna diffusa solo tra i colleghi di sesso maschile, cioè tra preti, sacerdoti, vescovi, ecc. Il secondo modo col quale Bertone peggiora le cose è che Ratzinger gode fama di omosessualità ben da prima di essere eletto papa. Ho già scritto su questo blog una puntata in cui riferivo che in un liceo di Milano un sacerdote nel corso di un dibattito pubblico si è lamentato per “la mancanza di coraggio di questo papa di vivere la sua omosessualità”, praticata o no che sia (questi sono affari suoi privati). Bertone vuole forse far nascere il sospetto che il papa abbia tendenze pedofile? Insomma, questo Bertone dal Vaticano dovrebbero cacciarlo a spron battuto, anziché fargli fare il segretario di Stato gli facciano fare il cuoco in un convento. Non di monache…
Ah, dimenticavo. Che Berlusconi tramite il fido Letta o direttamente esprima pubblica solidarità del governo italiano verso il papa e il Vaticano in piena bufera pedofila è doppiamente orribile. La solidarietà di uno che stando a quanto pubblicamente rivelato da sua moglie “frequenta le minorenni” e che per giunta si mette sotto la suola delle scarpe perfino il sacramento della comunione, come ha fatto al funerale di Vianello pur essendo divorziato e non essendosi neppure confessato (prima che Berlusconi “confessi”…..!!!), è una solidarietà che puzza. Tanto da essere altro fango. Inoltre tale solidarietà va a danno (stavo per scrivere “va in culo”) dei non pochi cittadini italiani minorenni che – narrano anche le cronache, comprese quelle del pianeta Mediaset/Mondadori) – hanno subito e subiscono sturpi e vioenze sessuali di vari tipo dal clero. Capisco il bisogno di leccare la pantofola papalina per raccattare voti e la pantofola verde di Bossi per restare a galla, ma mettersi anche a calpestare o vendere la dignità di sicuramente non pochi bambini italiani mi pare una cosa davvero orribile. E dico orribile per non usare un’altro termine.
Tutto ciò premesso, ecco cosa scrive il teologo tedesco amico del papa, che a un certo punto lo ha tradito impedendogli l’insegnamento universitario.
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Benedetto XVI ha fallito,
i cattolici perdono la fiducia
di HANS KÜNG
Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger – oggi Benedetto XVI – ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell’elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l’unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.
Avevo apprezzato molto a suo tempo l’invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l’inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all’università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un’intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.
Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l’amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un’ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:
- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l’impossiblità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell’Eucaristia.
– È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l’uso preconciliare della preghiera per l’illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l’ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.
– Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell’islam un’immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.
– È mancata la riconciliazione con i nativi dell’America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati “anelassero” ad accogliere la religione dei conquistatori europei.
– Non si è colta l’opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell’Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l’AIDS, assecondando la contraccezione e l’uso del preservativo.
– Non si è colta l’opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell’evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.
– Si è mancato di adottare infine, all’interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.
Quest’ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un’importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l’autorità suprema della Chiesa cattolica:
– ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X, ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;
– ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l’Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;
– non realizza l’intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all’obbligo del celibato.
– ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all’interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.
Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.
So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell’episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l’immagine di una Chiesa forte, con un “vicario di Cristo” assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.
Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall’epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l’accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche “unità pastorali” affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.
E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi (“Epistula de delictis gravioribus”), imponendo nel caso di abusi il “secretum pontificium”, la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E’ dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale “mea culpa” al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l’occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare “urbi et orbi”, la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.
Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L’ho già fatto più d’una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise – ne sono convinto – da milioni di cattolici che non hanno voce.
1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!
2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell’episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un’iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l’opera pastorale risulta inefficace, se manca l’apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall’iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.
3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l’episcopato, Paolo VI promulgò un’enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.
4. L’obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l’obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull’attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l’esempio dell’apostolo Paolo, che si oppose a Pietro “a viso aperto, perché evidentemente aveva torto” (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi – come l’uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l’adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all’intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.
5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l’intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò
6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all’ecumenismo e al dialogo interreligioso c’è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un’assemblea episcopale rappresentativa.
Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l’appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica “franchezza” (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa.
Vi saluto nella comunione della fede cristiana.
x 40,
per cugini e parenti si intendono le raccomandazioni,…
non i parento morti di fame…,non fare l’ingenuo…
x Ber:
Fini non è innocente. Si è ribellato all’idea di vedersi sorpassato dal senatur, ma ha venduto il suo partito al cav per un piatto di lenticchie, che ora vede sfuggirsi di sotto il naso.
Si ribella trovando argomenti plausibili ad usum populi, ma la verità è che vuole fare lo stesso gioco che Mastella ha fatto con Prodi, minacciando di far cadere il governo se non gli si dà il dovuto.
Ma non dica sciochezze Tempesta e s’informi, Lei segue la politica en passant, la politica bisogna viverla per capirla, ma Lei questo non lo capisce e si limita solo a sbirciare dal buco della serratura. Non amo il continuo rimbalzare su inesatezze del genere!.
x La striscia rossa
Si, gli appartamenti erano del padre della signora che chiedeva la carità per i suoi figli, sbattendoli in TV.
Il triumvirato erano : la Serracchiani, che io ho votato, il sindaco di Firenze e un altro di cui non ricordo il nome.
Ritengo che la sx in Parlamento non faccia niente per far pagare le tasse agli italiani, anzi giustifica l’evasione degli stranieri.
I cittadini non sono tutti imbecilli, soprattutto in tempi duri come questi, ….e votano Lega, e lo faranno per un pezzo se è l’unica proposta di soluzione ai loro problemi.
Inutile arrabbiarsi se piove…o si prende l’ombrello o si aspetta che spiova!
Se fossi leghista dovrei essere felice di questo e invece sono qui a suggerire metodi e rimedi!
La
ringrazio comunque delle dritte che mi da e che io non avrei tempo di cercare!
saluti Sylvi
x Ber:
a Milano, l’imprenditoria straniera nel commercio non è per niente secondaria. Cinesi ed islamici sono titolari di una gran quantità di partite IVA. Un giornale locale ha fatto un’inchiesta che rivela numeri molto interessanti in proposito. Una rete commerciale che gravita principalmente intorno agli stranieri.
Per non parlare della grandissima diffusione di lavoratori stranieri ai quali il lavoro viene trovato da parenti ed amici. Lo so per esperienza diretta, avendo conoscenze tra diverse etnie extracomunitarie.
Certo non si tratta di posti pubblici, ma in quanto a lavorare, il lavoro c’è, specie come colf o badanti. Esiste anche il racket del lavoro, certo, gestito da loro connazionali tra l’altro, ma ciò accade più spesso nell’edilizia o nell’agricoltura.
x Pietro,
senti,per favore,.non ci avvilire anche con renzo la trota,…
ci sono tanti problemi in giri,…”selo son votato” e se la godranno,
…per i prossimi “sessanta anni” dato che è giovane e figlio del re sole,…discendente diretto dell’imperatore barbarossa.
Ciao,Ber
x Marco
21 dicembre, di sera. Un Saggitario – scorpione?
Figurati: IO santa subito!!!!!
Sylvi
x Marco
Sono io un ascendente Ariete!!!
Sylvi
x Striscia rossa:
quel che conta sono solo le crocette sulle schede elettorali. Quante crocette ha totalizzato la sinistra in queste elezioni? Quante crocette hanno totalizzato gli avversari?
E’ in questi numeri la risposta.
Ma si sa, voi vivete fuori della realtà, in un vostro mondo di fantasia che viene puntualmente sempre più smentito dai fatti, ovvero dalle crocette sulle schede elettorali.
x Sylvi: complimenti, un borderline Scorpione-Sagittario. E’ una bellissima combinazione, davvero.
Caro Marco,
una cosa e’ trovare un lavoro precario come quello di muratore etc..,una cosa GRANDE invece è trovare un lavororo da MINISTRO,…e li ci vogliono i parenti che contano….
Mi spieghi per favore di che partito sei?
Tu mi hai detto che voti per IDV,…sei sicuro?
Hai sentito il discorso di Fini?
Che ne pensi?
Correggo: Sagittario-Capricorno: Dicembre, non Novembre!
Dà più stabilità ma meno fantasia.
Caro Ber, Fini può dire quello che vuole, ma conta quello che fa, non quello che dice. Io voto Di Pietro, ma è un voto provvisorio in attesa che appaia all’orizzonte un partito che mi piaccia di più.
x C.G.
L’unico livore nel mio post #37 e’ il SUO.
Anita
Signora Cerri,
lei è capace di far perdere la pazienza pure a San Francesco!
NON HO SCRITTO CHE SIA LEI A MANDARE POST NEOFACISTI. HO SOLO RITENUTO CHE QUEL SITO CHE LEI FREQUENTA È A MIO GIUDIZIO UN SITO NEOFASCISTA. PUNTO!!!
Roba da matti…
C.G.
P.S.:
Poteva risparmiarsi la porcata fatta nei miei confronti.
La delazione è il peggio che un /una blogghista possa fare.
Passi per gli insulti, di regola ricambiati.
Ma la delazione nò.
Si vergogni.
C.G.
Ma come Signora Sylvi, la sinistra è all’opposizione
più di denunciare cosa possiamo fare?.
Noi italiani ci lamentiamo dell’evasione fiscale, eppure spesso chiudiamo un occhio, voglio pensare che Lei non lo faccia.
Quando s’accorge di un’evasione o tentata evasione, per esempio: se un commerciante non le fornisce lo scontrino o un professionista esige un prezzo maggiore per la ricevuta fiscale bisogna rompere quell’incrostazione di omertà e denunciare.
Vorrei che tutti lo facessero, ecco che allora cara Signora, d’incanto l’evasione sparirebbe.
Ma finchè abbiamo un’opaco figuro che predica che evadere si può, ecco che allora noi posiamo denunciare, ma è come quel cane che abbaia alla luna.
Nel breve periodo del governo di R. Prodi la sinistra spinse contro l’evasione ed ebbe eccellenti risultati.
Cordialmente la saluto e le auguro una buona serata.
Caro Marco,
un “partito serio” per il momento non è all’orizzonte.
Una persona seria ci ripensa 1000 volte prima di impelagarsi
nel ginepraio italiano,…pare ci abbia ripensato anche il Montezemolo,..possiamo proporlo ad un tedesco,..forse,..ma se nel colloquio tra Bersani e Di Pietro verrà un nome per il “futuro presidente del consiglio”,…
lavoriamo per quello,…altrimenti ci rimetteranno uno di loro,..(dopo la dipartita dei loro padri),…il Piersilvio o
il bossetto junior,…il peggio è sempre dietro l’angolo diceva mio nonno.
Purtroppo siamo messi proprio male!
Ciao,Ber
x Cerutti Gino
Ci capitai per sbaglio e per un errore di battuta, trovandoci i suoi post.
Ne ho letto un pò e mi resi SUBITO conto che era frequentato da nostalgice camicette nere e soldatini di piombo.
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Il suo scritto si puo’ leggere in due modi.
Il mio cognome non appare nel LS almeno dal 2006.
Quando mi registrai non ero consapevole che apparisse col nome e cognome.
Non si puo’ scrivere se non si e’ utenti, quasi tutti a pagamento.
Non si puo’ entrare negli archivi se non si e’ utenti.
Su questo forum il mio nome e’ “Anita”, eviti il cognome.
I post scritti qui appaiono in internet, lei usa un alias dalla ballata di Giorgio Gaber, io NO.
Ieri in internet c’era il suo post dove commenta dei miei spasimanti e le cipolle in faccia.
Se non la smette, chiedero’ al Signor Pino di provvedere.
ANITA
Cara Anita,
quella delle cipolle in faccia mi è molto piaciuta,…l’ho fatto leggere anche a mia moglie,…e anche lei ha riso.
Il CG è stato sempre un pochino sarcastico,…lo era anche nel blog di Giorgio Bocca,…ma mai mi è sembrato malevole.
Il Sig P. invece da un pò troppo del bugiardo a vanvera,…cosa che non a tutti piace….
Un caro saluto,Ber
Caro Ber, io non sono pessimista, nonostante tutto. Non so, forse è solo una sensazione, ma credo che dal lavoro di Di Pietro potrà venir fuori qualcosa di diverso dalla solita minestra. Confido anche in Bersani, che mi sembra una persona con la testa sul collo. Questa gentaglia che dobbiamo sopportare al momento, la vedremo presto nella spazzatura, per il semplice motivo che non saranno in grado di mantenere le promesse.
Il questito che mi pongo è: saranno capaci i ‘nostri’ di applicare le tecniche di marketing necessarie a garantire la famosa quantità di crocette sulle schede?
Nel breve periodo del governo di R. Prodi la sinistra spinse contro l’evasione ed ebbe eccellenti risultati. (Striscia rossa)
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Infatti ha perso le elezioni.
Perchè? Perchè con la stupidità che la contraddistingue, ha picchiato su chi evade per sopravvivere e non sui grandi evasori, quelli sì molto ben protetti dal regìme.
Vedo che ci sono proteste per il linguaggio e gli epiteti usati in questo blog. Che questo blog sia un’arena per gladiatori, mi sembra una questione assodata. Non è certamente un blog per gente permalosa. Le esagerazioni danno fastidio perchè, come per qualsiasi cosa, ‘molto’ è accettabile, ‘troppo’ disturba.
Esiste però un codice di lealtà verso i blogghisti, che impedisce di superare determinati limiti. Mi auguro che ciò sia una nozione acquisita da tutti, senza la necessità di sollecitare i rimbrotti del titolare del blog.
x Ber:
trovare un lavoro da ministro non è per gli stranieri, nè può obiettivamente esserlo, in una società come la nostra. Forse in un futuro non ci saranno di questi problemi, ma attualmente esistono e sono insuperabili. Al tempo dell’impero romano, bastava essere civis romanus per accedere alle cariche pubbliche. Ai tempi nostri la questione è un po’ più complessa.
Siamo in un’epoca di grandi transizioni, una specie di limbo tra un passato che è al suo spegnersi ed un futuro che sta appena mostrando un’alba molto incerta. Siamo testimoni di una trasformazione epocale e non ce ne rendiamo conto.
Vorrei chiarire una mia posizione verso certi piccoli evasori: lo Stato si comporta come un socio che prende oltre il 50% del guadagno (un ufficiale della finanza, anni fa ha calcolato il 72% addirittura) dei lavoratori autonomi, senza però partecipare alle perdite. Si chiama patto leonino e non è legale.
Non passa…provo a dividere…
x Ber
Caro Ber,
il Signor P. scrive quello che vuole, non siamo geme-lli sia-mesi.
Il Signor Cerutti Gino e’ un maci-gno sul mio collo, lo era allora, lo e’ ancora adesso.
Se vuoi essere soli-dale con lui, va bene per me, ma non chiedermi di doverlo tollerare.
Io sono sincera, non scrivo con sarcasmo perche’ su un forum viene male interpretato, cosi’ come le inuenze.
Di solito vengono accolte nega-tivamente.
Di persona ci sono toni di voce, espressioni…per scritto si deve stare attenti.
Ciao, Anita
XM.T. 72
“Non so, forse è solo una sensazione, ma credo che dal lavoro di Di Pietro potrà venir fuori qualcosa di diverso dalla solita minestra.”
Il buon lavoro porta a buoni frutti,quelli dell’urlatore Di Pietro sono frutti appiattiti perennemente all’8%,ricordo che non lo gradiscono perfino quelli che con questa merda fino al collo “si astengono per non sporcare”(quelli si che aumentano esponenzialmete e se ne fottono delle dipietrate)
L.
Caro Marco,
mia moglie non si occupa di politica,non voleva più nemmeno andare a votare,..ma è rimasta sorpresa,..quasi disgustata, quando ha sentitio in tv che la maggior parte degli italiani,…specialmente donne,erano contro l’intervento di Fini a Berlusconi,…un’ammagine quasi sacra che si è cvostruito di se stesso.
Io ho cercato di dirle che la gente si lascia influenzare dalla tv,….
e se il parere non è favorevole non lo trasmettono,…e che anche gli intervistatori tengono famiglia…,…al che lei,giustamente mi ha detto:
“siamo in dittatura?”
Per questo io spero molto nel popolo della rete,…di un certo livello intellettuale,capace di organizzarsi e pensare con il “proprio cervello”.
Denunciare anche tutti i giornali prezzolati di regime,che per un posto da direttore distorcono e falsificano la realtà.
Ha fatto bene Gino Strada a denuciare il giornale e quell’altro
giornaletto prezzolato dalla famiglia del magnate,…che ha scrtitto che i tre di Emergency hanno confessato,…”i crimini”…
Come vedi anch’io spero,non tanto per me ma molto per i miei figli e nipoti….
Un Sluto,Ber
Francia, guidava col velo: multata
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/54361girata.asp
Guidare col velo o incappucciati e’ un pericolo stradale.
Io non ho mai causato un singolo incidente in oltre 50 anni.
Non mi dimentichero’ mai uno spavento causatomi da uno che guidava un camion, incappucciato.
Ha fatto un U turn illegale, la strada fiancheggiava l’oceano, ha spinta la mia auto broadside ( dalla parte larga) verso il precipizio, mi ha salvata un palo elettrico.
Il camionista non se era neanche accorto.
Anita
Gentile, egregia signora,
mi può dire su quale sito internet c’è un mio commento “su i suoi spasimanti presi a cipolle in faccia”?
Al di fuori di questo blog, per intenderci.
Ripeto, AL DI FUORI DI QUESTO BLOG ,così capisce bene e non zompa:
dove?
C.G.
x C.G.
Basta che lei digiti Arruotalibera e trovera’ la testata di post nuovi e vecchi.
Non sono sempre gli stessi, cambiano quasi giornalmente.
Basta anche ricercare una notizia e saltano fuori websites che riportano discussioni, Arruotalibera e’ discussa qui e la’.
“Ripeto, AL DI FUORI DI QUESTO BLOG ,così capisce bene e non zompa:”
Mi vuole spiegare la parola ‘zompa’?
Non c’e’ sul dizionario.
Anita
x C.G.
Oggi c’e questo:
Cena triste sull’Iran… — ArruotaLibera – [ Translate this page ]Cara Anita,noi siamo la vecchia generazione,quella del dopoguerra,tanti sacrifici …… Bisognerebbe chiedere alla cara Anita, quali sono i “prodotti” che …
http://www.pinonicotri.it/?p=1084 – Cached
Anita
cara Anita,
non conoscevo il tuo cognome fino a quando non ho letto
il post di C.G.
Mi è venuta la curiosità di andare a vedere sul Dizionario ragionato dei cognomi italiani da dove possa pervenire.
Dice delle origini medioevali, dai nobili alberi da cui deriva , dalla diffusione fra il Piemonte e la Lombardia e poi cita un motto:
Ex alto cuncta procedunt.
Non so se lo sapevi.
ciao Sylvi
O Questo:
Cosa unisce l’Italia e il Quirinale dei Napolitano a quella dei … – [ Translate this page ]ArruotaLibera. Random header image… Refresh for more! …… A forza di ceri e moccoli per S.Agata a Catania mi è rimasta la bocca spalancata per …… Lei s’e’ intromesso in un mio dialogo tra me e la signora Sylvi, la quale aveva …
http://www.pinonicotri.it/?p=912 – Cached
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Ah, bèh. Adesso si è spiegata un tantino meglio.
“zompa”:
Voce del verbo “zompare” (sic!),
io zompo
tu zompi
egli/lei zompa
noi zompiamo
voi zompate
essi zompano.
C.G.
x Anita: zompa = jump
x Anita: la notizia della tipa multata perchè guidava velata l’avevo già postata io, presa da un giornale svizzero.
x Marco,
io l’ho trovata oggi su La Stampa attraverso Google.
Vado su Google “esteri” e mi da gli articoli salienti del giorno.
Non ce la faccio a leggere tutto sul forum.
Ciao, Anita
x Sylvi
Del cerro sapevo solo che un tipo di quercia, piu’ fragile di altre.
Cerri e’ un cognome antico…non ho mai fatto ricerche.
Sapevo che era un cognome lombardo e piemontese.
Figurati che quando io ero bambina sul libro telefonico di Milano, c’era solo il nostro numero di telefono, quello di mia zia e di mio zio Silvio…adesso ce n’e’ una marea.
Mia zia era singola fino a 65 anni.
Come al solito mi ero ripromessa di non passare troppo tempo sul computer……
Ciao, Anita
cara Sylvi,
Noi sovente abbiamo “battibeccato”più volte su questo Blog , in ragione dei fatti accaduti in Friuli, durante la seconda guerra mondiale e strascichi.
Dieri un dibattito tutto sommato sostanzialmente corretto .
Ma ti inviterei a riflettere , sul fatto che Non si sa per quale “benemerita ragione” coloro che appena Eletti” nelle Liste di centro destra,la prima cosa di cui si preoccupano è quella di cancellare la memoria della Resistenza.
Altro che risolvere i problemi dei cittadini.
Dai tentativi di non far suonare Bella Ciao all’ultima di Cirielli appena eletto che cancella addirittura i Partigiani dal 25 Aprile.
Tanto varrebbe cancellare addirittura la festa , così si recupera un giorno lavorativo ,quando cade nei giorni feriali.
Ora come chiameresti tu questo fatto,Revanscismo o Revisionismo?
cc
Cara Sylvi,
è indubbio che il 150 anniversario dell’unità Italiana rischierà di passare inosservato.
Poi toccherà all’Inno, che già molti “vorrebbero sostituire con il PIAVE mormorò!
Staino scherzando diceva che probabilmente si finirà con un :”Oh Santa Vergine , prega per noi..!!
Tu che pensi , che sia un onorevole compromesso?
cc
Ps- Noi qui a Torino, intanto ci godiamo un notevole afflusso di turisti , per l’ostensione della Sindone!
x CC
Mi sembra di aver letto da qualche parte che questo Cirielli ( il nome è tutto un programma..) abbia fatto un passo indietro dopo le proteste dell’ANPI.
La banda comunale suonerà Bella Ciao.
màh.
C.G.
x ber (post n. 57)
Che ci siano problemi più importanti di Renzo la trota è palese.
Prendo atto che i miei articoli suscitino in te l’effetto di avvilirti, ma la soluzione è semplice: non leggerli!
Saluti
Pietro
caro CC,
aspettavo che cuocessero gli asparagi e scorrevo il Messaggero V.
E stavo pensando all’ANPI e al 25 aprile, che io spero di festeggiare prima di morire, invece di festeggiare S. Marco.
Due fatti: la Giunta di sx di Udine , dopo molti mal di pancia, approva di dedicare uno slargo in centrocittà alle vittime-martiri delle foibe dove appoggiare un masso di pietra d’Istria in memoria.
L’Anpi di oppone!
Il Pdl cittadino propone di ricordare , il 25 aprile, anche i 415 alleati caduti assieme ai Partigiani e le cui spoglie riposano in un cimitero in periferia della città
Dice il Pdl: noi consideriamo fondante per la nostra Repubblica e la nostra Costituzione la Resistenza, però riteniamo giusto riconoscere e celebrare anche l’apporto degli alleati che qui finirono la loro esistenza per la libertà del nostro Paese.
L’ANPI insorge!
Ecco, al dilà delle diatribe politiche che ogni anno si innestano fra dx e sx, fra partigiani rossi e verdi che va avanti da oltre 60anni, c’è l’incapacità , ancora ed ancora, di capire che …
i buoni non stanno tutti da una parte e i cattivi dall’altra.
Gli eroi di qua e i vigliacchi di là.
Non so che dirti; sono abbastanza desolata.
Tu, che sei iscritto all’ANPI e che mi pari per bene, diglielo:
nessuno vuole rivoltare gli eventi, nè la verità, ma tanta rigidità calpesta la Storia e ravviva gli odi reciproci.
Sylvi
X Pietro
Dopo la elezione del trotarenzo ai leghisti elettori non resta altro che essere presi, coerentemente, a pesci in faccia .
Ben gli sta!
Del resto che si potranno aspettare da cotanto personaggio
L.
x CC
L’Unità d’Italia: per noi scadrebbe ufficialmente nel 2018.
Quindi no avremmo nulla da festeggiare!!!
Ma avremmo potuto anticipare…
Ma, ma, …fin dai tempi di Illy avevamo chiesto allo Stato di restituirci il Castello di Udine, del quale paghismo l’affitto e salato!!!
Il Castello, sede del Parlamento della Piccola Patria, simbolo del Friuli…NO, lo Stato se lo tiene!
E allora si tenga anche i suoi festeggiamenti! Noi non abbiamo nulla da festeggiare!
Sylvi
X Sylvi
Dopo la esaltazione della friulania è finalmente emersa l’anima leghista ,mi dispiace per voi ma dopo i “vicini”gentilini,gli azzolini saltimbaco avete espresso il peggio possibile per cui siete andati già oltre la trota.
Non vi resta altro che affidarvi a qualche medusa…chissà.
Coraggio e buona fortuna
L.
X Linosse
il fatto è che l’elezione asinino-somaresca (come direbbe Pino) del trota è l’espressione di quel nepotismo contro il quale tuonava la Lega delle origini (“senatùr” in primis).
Pietro
x Linosse
Mi piacerebbe sapere che cosa c’entrano i leghisti e gli altri vicini, con la richiesta, in tempi non sospetti, della restituzione del Castello di Udine, che per noi è il simbolo della nostra identità dal 1077!
O ce biel cjstiel a Udin
Hai fatto il militare qui, dovresti averla sentita.
E’ stato proprietà della città fino all’Unità d’Italia.
Nemmeno gli austro-ungarici e i veneziani ce l’avevano tolto.
O forse pensate che queste genti ignoranti montanare e campagnole, come disse qualcuno, avrebbero sopportato in eterno?
Sylvi
x Pietro
Non ho capito che cosa intenda dire, e per un aspirante giornalista mi sembra grave.
Si spieghi meglio, prego!
Sylvi