Da Ratzinger a Bossi padre e figlio, da Alfano a Feltri: una Pasqua senza resurrezione, Via Crucis perpetua lastricata di misteri. Vergognosi.
Per essere una “Pasqua di resurrezione” quella dell’attuale gruppo dirigente del Vaticano e della Chiesa è stata una Pasqua di sprofondamento. Sprofondamento nel disgusto crescente provocato da una sfilza di dichiarazioni una più demenziale dell’altra. Il tutto mentre il nostro Umberto Bossi, dopo avere voltato italiotamente la gabbana da nemico dei “vescovoni” a baciapile indefesso, si porta appresso il figlio alle riunioni “strategiche” con il primo ministro Silvio Berlusconi dando così un clamoroso esempio di familismo degno della più incallita “famigghia” dell’onorata società, quella degli amici degli amici. In totale, aprile ha collezionato un discreto numero di misteri non solo niente affatto gloriosi, ma decisamente vergognosi. 1) – Nel primo mistero si contempla Ratzinger mentre qualche giorno prima di Pasqua aizza i cristiani a “disobbedire alle leggi ingiuste”. Beh, alle leggi sicuramente ingiuste l’attuale pontefice poteva disobbedire lui quando aveva 16 anni, anziché arruolarsi come volontario nella Gioventù Hitleriana mentre in Italia c’erano ragazzi della sua età che si arruolavano invece tra i partigiani. E siccome non è mai troppo tardi, l’attuale papa potrebbe incitare oggi i cattolici del suo gregge a disobbedire alla legge vaticana del “segreto pontificio” su tutti i casi di pedofilia del clero imposto proprio da lui e dal degno sodale Tarcisio Bertone ai vescovi di tutto il mondo il 17 maggio 2001. O c’è qualcuno in Santa Romana Chiesa che vuole affermare sia giusto nascondere la pedofilia alla magistratura?
2) – Nel secondo mistero si contempla il “ragionamento”, se così si può chiamare, esposto con un suo articolo su Repubblica da Navarro Valls, l’ex portavoce del Vaticano dei tempi di Wojtyla. Il signor Valls argomenta che poiché la percentuale di pedofili in tonaca non è più grande della percentuale dei pedofili non in tonaca allora non è il caso di prendersela con i pedofili in tonaca. Il che è come dire che poiché in Italia gli assassini non sono in percentuale più di quelli – che so – del Giappone, allora non è il caso di processarli. Insomma, Valls si è esibito in uno splendido esempio di ragionamento del menga, ricco solo di ipocrisia e pelo sullo stomaco. Se questa è la “ricchezza spirituale” del buon cattolico, allora stiamo freschi. Quello di Valls è un ritornello che viene usato spesso, il cui succo è “anche i preti sono uomini e quindi possono sbagliare”. Giusto. Ma se sono come tutti gli altri, perché mai dobbiamo sorbirceli assegnando loro una credibilità, autorevolezza e “superiorità” che quando fa comodo si ammette che non esistono affatto? Se i “ministri di Dio” possono essere pessimi tanto quanto i non ministri, perché non cambiano mestiere? Wojtyla esortava a “non avere paura di Cristo”, ma – come ben sanno in primis gli ebrei, seguiti da indios e africani dei secoli della tratta dei neri – dei suoi ministri sono 16 secoli che c’è da avere paura. E oggi si scopre che devono averne ancora paura i pargoli….
3) – Nel terzo mistero vergognoso si contempla il record dell’idiozia e dell’ipocrisia conquistato dal predicatore (?) Raniero Cantalamessa – omen nomen – quando nello zelo leccapiedesco s’è permesso di leggere nella basilica di S. Pietro e alla presenza di tanto papa la lettera di un suo “amico ebreo” ( e te pareva!) per sostenere la vergognosa tesi che criticare il papa per le sue responsabilità nella pedofilia del clero “equivale all’antisemitismo”. Perché? “Perché trasforma in responsabilità di tutti quella che è solo una responsabilità di alcuni”. Il signor Cantalamessa con molta disonestà finge di ignorare che è stata proprio la Chiesa a trasformare la “responsabilità di alcuni”, cioè di coloro che vollero la crocifissione di Gesù Cristo, in “responsabilità di tutti”, cioè dell’intero popolo ebraico bollato per sempre come “popolo deicida”, condanna infame e demenziale ritirata solo pochi anni fa. Cantalamessa finge cioè di ignorare che la tragedia e la piaga dell’antisemitismo – nelle due diramazioni, quella contro gli ebrei e quella contro gli arabi, essendo semiti anche costoro – sono una colpa storica della Chiesa e non dei marziani o dei giornalisti made in Usa. Cantalamessa dovrebbe avere la decenza di rendersi conto che l’antisemitismo è un vizio assurdo, una sporcizia, una tara del dna della sua Chiesa Trionfante, mentre invece la critica al papa e al Vaticano per le documentate responsabilità pedofile e filopedofile è un dovere.
4) – Nel quarto mistero vergognoso si contempla ancora il “predicatore” Cantalamessa, mentre si dà la zappa sui piedi da solo, anzi mentre la zappa la dà sui piedi della stessa Chiesa. Infatti: se – giustamente – la responsabilità è e deve essere “personale e non generale”, come mai stiamo ancora pagando tutti noi, vale a dire l’umanità intera “in generale”, quella che è stata solo la responsabilità “personale” dei signori Adamo ed Eva? Più che un “predicatore evangelico” il signor Cantalamesa è, come tutti i suoi simili, un cialtrone della più bell’acqua, però ha messo drammaticamente a nudo senza neppure rendersene conto la contraddizione principale dell’intera costruzione chiamata Chiesa e governata dal Vaticano.
5) – Nel quinto mistero vergognoso si contempla perfino il famoso cardinale Martini, l’ex arcivescovo di Milano entrato in concistoro come probabile papa e uscitone come autoesiliato a Gerusalemme, diventato in tempi recenti premiato rubrichista del Corriere della Sera. Ci dispiace che anche Martini lecchi la pantofola ratzingeriana con argomenti ridicoli, perché lo credevamo diverso dai Bertone e Sodano.
6) – Nel sesto mistero vergognoso contempliamo il cardinale Angelo sodano che il giorno di Pasqua si rivolge a Ratzinger in S. Pietro declamando che “il popolo di Dio non si lascia intimidire dal chiacchiericcio”. Che infamia definire “chiacchiericcio” tutto ciò che è sacrosanto sdegno per la copertura ordinata da Ratzinger e Bertone alla sporcizia del vizio pedofilo. E che fetida presunzione definirsi “popolo di Dio” escludendone tutti i non cattolici o i non cristiani, vale a dire qualche miliardo di esseri umani….
7) – Nel settimo mistero vergognoso si contempla il cardinale Julian Herranz, presidente della Commissione disciplinare della “Santa Sede”, cioè del Vaticano, dichiarare a petto in fuori alla stampa che “Ratzinger è preso di mira perché difende la vita”. Solita affermazione tra il comico e il paranoico, viste le responsabilità anche di questo papa nella tragedia dell’Aids in continua espansione soprattutto in Africa.
8) – Nell’ottavo mistero vergognoso si contempla il cosiddetto ministro della Giustizia Angelino Alfano mandare gli ispettori ministeriali a Milano per intimidire il magistrato Pietro Torno reo di avere dichiarato una cosa tanto nota quanto documentata e cioè che la Chiesa NON collabora MAI nelle indagini sui casi di pedofilia del clero. Il caro Alfano, che fa rima con Vaticano, dovrebbe leggersi l’ottimo libro “Segreto Pontificio” edito dalla Kaos, che inchioda alle loro responsabilità sia questo papa che il suo predecessore “santo subito” Wojtyla. E magari dovrebbe chiedere al suo omologo di Washington perché e in quale occasione George Bush ordinò alla magistratura texana di interrompere l’azione penale contro Ratzinger accusato di ostruzione della giustizia per il famoso ordine del maggio 2001. Il nostro simpatico ministro “della Giustizia” (?) si sta rivelando sempre “più pessimo”. Davvero un bel mistero…
9) – Nel nono mistero vergognoso si contempla di nuovo il ministro Alfano, che però in questa “stazione” è intento a NON inviare gli ispettori ministeriali per esempio a Firenze, per cercare di capire come mai la locale Procura della Repubblica non metta sotto accusa Ratzinger e Bertone per la evidente responsabilità che il loro ordine del maggio 2001 ha avuto nell’indecente silenzio della curia fiorentina di fronte agli stupri del parroco don Lelio Cantini, reiteratamente e inutilmente denunciati da una ventina di vittime, maschi e femmine.
10) – Nel decimo mistero vergognoso si contempla la Conferenza Episcopale Italiana, in sigla CEI, che guidata dal prode Angelo Bagnasco fa pressione – leggo sui giornali – “su palazzo Chigi perché sia evitato un altro caso Boffo”. Vale a dire, perché il prode Vittorio Feltri non sferri contro Bertone e Ratzinger le stesse legnate che per infinitamente meno ha sferrato a Dino Boffo troncandone la carriera. Che vergogna: bastonare a sangue Boffo e favoreggiar tacendo a sangue i protettori dei pedofili! Oltre a Ratzinger, Bertone e Bagnasco dovrebbe dimettersi in tronco anche Feltri.
11) – Nel decimo mistero vergognoso si contempla Il Giornale che viene sì ufficialmente indicato come proprietà di Paolo Berlusconi, vale a dire non di suo fratello Silvio, in modo da poter aggirare (anche) la legge che limita il possesso di mass media, ma poi viene in realtà trattato e invocato per quello che realmente è: vale a dire, un altro strumento giornalistico nella disponibilità di “fratello”, nel senso piduista della parola, Berlusconi Silvio.
Infine, c’è la vergogna di Bossi figlio spinto da Bossi padre fino a occuparsi dei destini della Costituzione italiana e annesse profonde riforme politiche, dal federalismo alla Giustizia da ridurre a colabrodo. Ma questo, per quanto vergognoso, NON è un mistero! Il familismo italiota infatti non solo è “cosa nostra”, ma è anche cosa nota. E poi in questo caso c’è anche il legame della comune somaraggine asinina scolastica: somaro il padre, millantatore di laurea e affini, somaro il figlio, pluvi bocciato alla maturità. Vergogna supplementare, il clan Bossi vuole vendicarsi contro gli insegnanti “terroni”, rei di non avere compreso il genio di Bossi figlio fino a bocciarlo più volte, imponendo le graduatorie “regionali”.
Per quanto vergognoso non è un mistero neppure il voltagabbanismo, del quale il senatùr, grande ammiratore di Luisa Corna generosa “miss Padania”, è un campione. E’ partito con il “dio Po” ed è arrivato con il “dio Tevere”, anzi con il “dio Oltre Tevere”, è cioè partito con l’ampolla dell’acqua sorgiva del Po ed è finito a galleggiare nella più redditizia acquasantiera vaticana. E’ partito criticando a sangue i “vescovoni” ed è arrivato a leccare anche lui la scarpina rossa. Insomma, un altro caso di italianissimo trasformismo. Sulle orme dei vari Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, Sandro Bondi… Avanti c’è posto! Se la rivoluzione garibaldina è finita come è finita, come e dove volete che finisca quella leghista se non a lustrare le scarpe e la pantofola al Padrone di turno? C’è chi si mette al servizio di un Cavour e di un Savoia decisi anche alla breccia di Porta Pia, e c’è chi si mette invece al servizio di un Berlusconi e di un papa responsabile del “segreto pontificio” a favore dei pedofili: a ciascuno il suo, ognuno ha quel che si merita.
Bossi sindaco di Milano? Massì, perché no?! “Questa” Milano è giusto che abbia come sindaco Bossi. E magari con vicesindaco suo figlio…. Dopo la Milano da bere e quella da spolpare, una volta arrivati all’osso è giusto darlo a chi abbaia e scodinzola. Era ovvio che l’odore dei quarti di bue appesi ai ganci dell’Expo arrivasse anche alle loro narici. Nell’attesa, un bell’osso è utile per affilare intanto i denti.
Che meraviglia! Berlusconi al Quirinale, prima Silvio e poi magari Piersilvio, con Marina capo del governo, e Bossi a Palazzo Marino, prima Umberto e poi magari anche Renzo. E l’Italia? Dell’Ittaglia chi cazzo se ne frega!
x Peter
Io leggo sempre le diverse prese, cosi’ come ascolto canali televisivi di diverse pendenze.
Senno’ come farei ad avere un opinione?
Non solo, devo confrontare quello che veramente succede, in casa, (of course), e quello che stampano i notiziari…..
Spesso mi sembra di vivere in due mondi, uno vero e palpabile, ed uno di pura fantasia.
Ciao, Anita
I tossicodipendenti devono assumere la sostanza di cui si sono resi schiavi, altrimenti stanno male, inizialmente lo fanno per piacere, perché la droga o il farmaco gli danno piacere, euforia, tranquillità, poi resta solo l’assuefazione e devono continuare ad assumere la sostanza indipendentemente dalle sensazioni che induce ma solo per non star male a causa dell’astinenza, delirano e diventano misantropi, irascibili, rancorosi, spesso violenti. Poveracci mi fanno una gran pena.
Succede la stessa cosa agli avidi, iniziano ad accumulare soldi per star bene, per avere una piacevole sensazione di sicurezza, poi la cosa prende loro la mano e devono accumulare accumulare in modo compulsivo se non accumulano si sentono male, quello che era un piacere diviene un’ossessione e ed allora per continuare ad accumulare lavorano oltre ogni ragionevole limiti senza neppure sapere per cosa lo fanno, il lavoro stesso in cui cercano giustificazioni sociali e morali diventa in realtà parte della loro droga, i soldi diventano il fine non un mezzo, l’illusione di potenza nel poter affermare “vi compro tutti dieci volte dieci” e diventano misantropi, irascibili, rancorosi, spesso violenti. Questi non mi fanno neppure pena.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
X TUTTI
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri
Confermo, poppy.
Vecchio, obsoleto e polveroso.
Prendine atto e cerca di darti una scossa.
Mi sembri, è una sensazione mia personale, quindi opinabile, che tu sia un morto che cammina (si fa per dire, èh) al quale qualcuno o qualcosa da la possibilità di respirare.
Non alterarti più di tanto quando te lo faccio presente, non c’è cattiveria da parte mia, credimi.
Su quanto dici che eserciti, nonostante l’età, qualcosa di importante
per il TUO Paese, capisco adesso qualche perchè il TUO Paese è ridotto così male.
C.G.