Manifesto per la fondazione del partito Democrazia Laica. Per la difesa della laicità della Repubblica italiana (quindi anche della libertà di religione) e contro la guerra da “scontro di civiltà”

Il laicismo unisce, i clericalismi invece dividono. E spingono chiaramente verso una nuova disastrosa guerra chiamata “scontro di civiltà”. Se qualcuno vuole partecipare con me all’avventura della creazione del partito Democrazia Laica si faccia avanti. Questo è il manifesto che io propongo. Si accettano ovviamente suggerimenti e consigli, specie per il programma politico che io ho solo abbozzato in pochi punti.

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L’Italia è stata unificata e resa più civile, più moderna e più europea dalle personalità, dai gruppi, dalle associazioni e dai partiti laici e antitotalitari, cioè da un insieme che oggi è purtroppo molto indebolito e in via di estinzione come realtà organizzata e dotata di strutture politiche. Da qualche tempo è invece cresciuto l’interventismo della gerarchia vaticana nella vita politica della Repubblica Italiana, fino a superare abbondantemente in vari campi i limiti del lecito; interventismo che si è mobilitato non per la conquista di nuovi diritti dei cittadini italiani, quanto invece per impedirli. Di recente si è arrivati a sostenere che le leggi della Repubblica devono essere in sintonia con il credo man mano elaborato in Vaticano.
Questo comportamento, da religione di Stato, spinge da una parte all’ossequio filoclericale e dall’altra all’anticlericalismo, eccessi da evitare entrambi, ma spinge anche in direzione contraria al diritto di libertà di culto, inteso come diritto alla libertà per ogni culto, compreso il culto del non credere. Il Vaticano ha tentato a lungo d’imporre alla Comunità Europea il cappello delle “radici cristiane” nel progetto di Costituzione europea. Il tentativo finora è andato a vuoto e nel frattempo la Spagna, ex sagrestia d’Europa, si è molto laicizzata, diventando molto più moderna ed europea. Per bilanciare tali perdite il Vaticano ha aumentato la pressione sulla Repubblica italiana, con il chiaro scopo di farne il proprio “zoccolo duro” per non perdere anche l’influenza, i privilegi e il potere che da secoli esercita sul territorio italiano.

La libertà di scelta religiosa e di scelta atea o agnostica è un diritto inalienabile, che parafrasando una nota frase di Camillo Benso di Cavour potremmo riassumere con l’espressione “Libere Chiese in libero Stato”, aggiornandola ed ampliandola in “Libere Chiese in libera Europa”. Il crescendo di invadenza vaticana va però in direzione opposta a tale diritto e a parte dei diritti universali dell’uomo, e legittima per reazione un’analoga invadenza da parte di altre religioni, aumentando così il pericolo del ripetersi di esiti drammatici già vissuti in passato, e contribuisce in modo preoccupante al deterioramento della scuola e della sua centralità nella formazione dei cittadini e del futuro del Paese. Ecco perché l’invadenza del Vaticano va contrastata, con urgenza e fermezza, ed ecco perché quella delle altre confessioni va prevenuta con altrettanta urgenza e fermezza prima che sia troppo tardi. Si può essere cristiani e cattolici senza inginocchiarci anche fuori dalle chiese, così come si può essere atei o professare altre religioni senza per questo tenere sermoni o montare in cattedra fuori dai propri templi.Pur tralasciando le passate mobilitazioni della gerarchia clericale contro quelli che sono poi diventati diritti civili, come il diritto al matrimonio con rito non religioso, il diritto alla contraccezione preventiva, all’aborto e ai trapianti di organi, ancora oggi i cittadini italiani pagano le conseguenze dell’interventismo del Vaticano in troppi campi:
•    fecondazione assistita;
•    convivenza more uxorio di cittadini dello stesso sesso;
•    diritto alla contraccezione;
•    diritto alla pillola del giorno dopo;
•    diritto all’aborto terapeutico senza l’ostacolo delle cosiddette “obiezioni di coscienza” e senza intollerabili pressioni di presunti “amici della vita”;
•    diritto a decidere sulla propria morte contro l’accanimento terapeutico deciso da estranei contro la volontà dell’interessato e dei suoi congiunti, anche ben oltre il limite della umana dignità;
•    diritto alla prescrizione medica di sostanze utili ad attenuare l’insostenibile dolore fisico nei malati terminali.
•    diritto all’eguaglianza, almeno nelle scuole pubbliche, da parte di insegnanti di materie non religiose nei confronti degli insegnanti di religione, sfacciatamente preferiti nelle graduatorie per l’assunzione in ruolo.
Il dilagare di malattie sessuali quali l’Aids, che in Africa miete centinaia di migliaia di vittime e crea un mare di orfani, a causa del divieto “religioso” del preservativo, perfino in presenza del suo utilizzo a fini procreativi senza rischio tra sieropositivi, indica che questi argomenti non hanno nulla né di religioso da una parte né di ideologico dalla parte contrapposta. Si tratta di problemi drammaticamente concreti, che creano dolore e sofferenza in tutti coloro che si vedono privare la dignità di nuovi diritti e l’esercizio della propria sessualità senza i condizionamenti di tabù imposti dall’alto per motivi che in realtà nulla hanno a che vedere con la religione.
Purtroppo l’invadenza della gerarchia vaticana non si ferma ai temi citati, ma si spinge anche a pretendere una serie di privilegi decisamente inaccettabili, perché oltretutto contraddicono pesantemente il principio di eguaglianza dei cittadini e tra fedi diverse, compresa la fede nella mancanza di fede:
•    incasso di quasi l’80% del gettito fiscale dovuto all’8 per mille versato da molti contribuenti all’atto della dichiarazione dei redditi senza specificare il beneficiario. Il libro L’obolo, scritto dal giornalista Curzio Maltese, ha rivelato l’impressionante ammontare delle cifre incamerate ogni anno dal Vaticano in questo modo. Cifre che meglio sarebbe investire nella scuola, cioè nel futuro dei giovani e quindi dell’intera società;
•    esenzione da tasse come l’Ici ottenuta in molti modi, anche inserendo piccoli spazi per il culto in immobili chiaramente ad uso commerciale, turistico, ecc. E’ da notare come varie inchieste giornalistiche e buoni libri dimostrano che il Vaticano possiede beni immobili pari a un quarto di tutti quelli esistenti a Roma e un quinto di tutti quelli esistenti in Italia;
•    nomina anche nelle scuole pubbliche degli insegnanti di religione su decisione del vescovo locale, anziché per concorso come per tutti gli altri insegnanti;
•    privilegio nell’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione rispetto a tutti gli altri anche aventi maggiore anzianità, e con il ministro Giulio Tremonti privilegio perfino negli aumenti di stipendio;
•    licenziabilità dei citati insegnanti di religione a discrezione del vescovo locale;
•    stanziamenti sempre più sostanziosi per la scuola privata, che in Italia è di fatto quella gestita dal Vaticano o da organismi ad esso facenti capo. La Regione Lombardia è arrivata al punto di stanziare fondi per aiutare le famiglie che, per i propri figli, alla scuola pubblica preferiscono quella privata, cioè di fatto confessionale. Si utilizza quindi il pubblico denaro per degradare ulteriormente la scuola pubblica! Degrado che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, vuole acuire a livello nazionale imponendo a tutte le Regioni le stesse regalie di danaro pubblico a favore della preferenza per le scuole private, vale a dire facenti capo al Vaticano, a discapito di quelle pubbliche, facenti capo cioè alla Repubblica Italiana. E’ invece il ruolo centrale e strategico della scuola pubblica nel futuro di un Paese civile che deve essere recuperato e rilanciato con urgenza, pena il declino irreversibile e annessi possibili esiti traumatici.


Poiché i vescovi non sono nominati dalle rispettive comunità di credenti, bensì dallo Stato del Vaticano e ad esso debbono rendere conto, ne consegue che la Repubblica Italiana ha ceduto parte della propria sovranità a uno Stato estero qual è a tutti gli effetti il Vaticano, anche in tema di esercizio del diritto internazionale.
Oltre a ciò, il problema è che gli insegnanti in questione non sono insegnanti di religioni o storia delle religioni, come dovrebbero invece essere, bensì di fatto solo insegnanti di religione cattolica, intesa sempre e comunque come “la vera religione”. Su questo punto la gerarchia facente capo al Vaticano e alcune forze politiche al suo seguito e adoratrici della “realtà territoriale” hanno preso posizione esplicita, anche in tempi recenti, appellandosi alla tradizione, alla “identità italiana” e alle “radici europee”.
Riguardo all’invocare le tradizioni come un obbligo da perpetuare, bisogna sottolineare che anche lo schiavismo, le case di tolleranza, lo sfruttamento dei minori, la subordinazione della donna e la sua mancanza del diritto di voto, la monarchia, la pena di morte, la tortura, il disprezzo verso gli ebrei perché “popolo deicida”, la mancanza di diritti eguali per tutti e perfino la mancanza dell’habeas corpus, tutte queste realtà storiche sono state delle tradizioni. Tradizioni durate molti secoli e a volte millenni, ma non per questo abbiamo dovuto restarne prigionieri, ce ne siamo anzi per fortuna liberati. Le “tradizioni” sono da sempre in continuo aggiornamento e volerle ingessare o restarne prigionieri è – per usare un linguaggio caro al clero vaticano – contro natura, oltre che contro la Storia e i diritti universali degli esseri umani.


Riguardo l'”identità italiana”, non è il Vaticano il più adatto a parlarne e a spiegare cosa essa sia. Non è infatti fare dell’anticlericalismo ricordare che il papato si è opposto più di una volta alla realizzazione dell’unità d’Italia, unità che avrebbe potuto essere realizzata già dai Longobardi, i laboriosi lombardi di oggi, ben 800 anni prima di quanto avvenuto. L’unità d’Italia è stata peraltro conquistata appena 150 anni fa e a prezzo di guerre anche contro lo stesso Stato pontificio. Come qualunque altra, l’identità italiana è comunque cambiata nel tempo, modificandosi sotto l’incalzare della Storia ed emancipandosi sotto l’incalzare del sapere, della cultura e del progresso in generale.
Riguardo infine alle famose “radici cristiane” dell’Europa, da qualche tempo fatte diventare “giudaico-cristiane”, con una inversione di 180 gradi rispetto alla tradizione, è il caso di dirlo, durata 16 secoli, ci sono da notare alcune cose.
La prima è che nonostante le intenzioni del Vaticano il termine “giudaico-cristiano” rende evidente la stessa realtà che esso vuole nascondere, e cioè che le radici in questione hanno origini ben più antiche (esse affondano nel Vicino e Medio Oriente): né l’ebraismo e neppure il cristianesimo sono infatti realtà “made in Europe”, dove sono infatti arrivate dal Medio Oriente.
La seconda cosa da notare è di fatto una prosecuzione della prima. Se la definizione “giudaico-cristiane”, riferita alle radici in questione, indica implicitamente che esse arrivano fino in Oriente, c’è da aggiungere che in realtà esse affondano molto più in là di quanto comunemente si voglia ammettere e far sapere: nonostante la damnatio memoriae dei popoli pagani operata dal Vaticano con la Bibbia, le nostre radici arrivano infatti fino in Mesopotamia e oltre. Basta notare come perfino piccole realtà di essenziale uso quotidiano, come l’orologio e il calendario, i numeri e le operazioni aritmetiche, per non parlare di molto altro, sono eredità che abbiamo ricevuto da spazi territoriali e culturali che abbracciano almeno 3-4.000 anni di storia e comprendono in forma organica l’attuale Vicino e Medio Oriente, spingendosi peraltro ancora più in là.
Voler far partire la Storia dal tempo della Bibbia o da quello più recente dei vangeli rappresenta un grave errore, oltre che un sopruso nei confronti della verità. Vale a dire, una falsificazione della Storia, ovvero dei fatti realmente accaduti, anche se troppo spesso volutamente ignorati, specie in relazione alle loro influenze sulla cultura e sull’identità dei popoli. Tale ignoranza è però oggi non più ammissibile alla luce delle imponenti acquisizioni realizzate da discipline quali l’archeologia, la storiografia, lo studio delle lingue precedenti il greco e il latino e lo studio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche di popoli e culture anteriori, e non di poco, ai greci e ai latini. Anteriori cioè ai popoli e alle culture alle quali usiamo far ascendere le nostre radici precedenti il cristianesimo e precedenti la stessa presa di coscienza dell’esistenza del territorio chiamato Europa.
La terza cosa da notare, infine, è che le radici vantate dal Vaticano sono state man mano favorite e poi imposte manu militari per motivi politici dal potere imperiale, quello di Costantino e Teodosio prima e di Carlo Magno dopo, recidendo, con metodi non di rado degni dei moderni talebani, radici ben più antiche. E’ ormai assodato e noto che le più importanti ricorrenze cristiane, quali il Natale, la Pasqua, la Quaresima, ecc., non sono altro che tradizioni preesistenti, “pagane”, delle quali il clero romano si è semplicemente appropriato. Perfino le processioni e la venerazione delle immagini sacre ci sono state trasmesse dall’antico Egitto e dalla Mesopotamia, oggi quest’ultima ancor più aborrita perché si chiama Iraq.


Se non si puntano i piedi sulla demistificazione delle “radici europee” e del'”identità italiana” – rispettivamente definite “radici cristiane” e “radici cattoliche”, con insistenza crescente da quando è nata la Comunità Europea, e recentemente trasformate entrambe in “giudaico-cristiane” – si finirà con il restare prigionieri dell’evidente strategia vaticana di ricerca di una qualche forma di coesistenza tra cristianesimo ed ebraismo, inclinata in realtà sempre più pericolosamente verso lo scontro con il mondo islamico, esponendoci quindi prevedibilmente al suo risentimento e alle sue reazioni.
Quello con il mondo islamico è uno scontro iniziato in tempi moderni con la spedizione di Napoleone in Egitto due secoli fa, ma già inaugurato in tempi anteriori con le varie crociate. Che altro non erano se non guerre europee volute dal Vaticano contro il mondo non solo islamico. Viceversa, si rischia che eventuali e peraltro auspicabili accordi di pacifica convivenza tra le diverse confessioni stendano una ancor più spessa e pesante cappa multi clericale sui diritti dei cittadini italiani tutti, laici e non laici, che seguono una religione o che non ne seguono nessuna. E nel caso di ormai non impossibile rottura dell’unità d’Italia, con conseguente espulsione della sua parte più debole dalla Comunità Europea, la situazione che si sta creando potrebbe avere conseguenze devastanti.


A tutto ciò bisogna aggiungere che in parallelo con l’aumento dell’invadenza clericale nella vita politica è cresciuta anche nella realtà delle scuole private il ruolo di Comunione e Liberazione, organizzazione filoclericale che punta a occupare nell’intero settore della scuola uno spazio simile a quello che è riuscita ad occupare nel settore della sanità della Regione Lombardia, diventata per alcuni politici regionali l’equivalente di ciò che è Mediaset per Silvio Berlusconi. Comunione e Liberazione ha inoltre contribuito ad alterare la natura della politica sanitaria lombarda: se tale politica prima era modellata sulla realtà della distribuzione statistica e territoriale delle patologie,  oggi invece è modellata sulla struttura e sulle esigenze del mondo della produzione sanitaria e farmaceutica. Si vuole forse snaturare anche il mondo della scuola con analoghi cambiamenti di rotta e di obiettivi? Nella scuola si vuole piegare l’interesse generale a favore di quello “privato”, in gran parte confessionale e comunque sempre affaristico?
Più in generale, il dilagare di Comunione e Liberazione nella realtà economica e politica lombarda è ben documentato dal libro dal titolo significativo: Assalto al potere in Lombardia, scritto da chi ben conosce il tema, perché dipendente della giunta regionale e per rappresaglia è stato sospeso pro tempore dal lavoro.
C’è da notare che Comunione e Liberazione è nata proprio in Lombardia, per l’esattezza a Milano, grazie all’uso molto disinvolto che il famoso professore di religione don Luigi Giussani fece negli anni ’60 del suo ruolo tra gli studenti del liceo Berchet dove insegnava. L’esempio del sacerdote Giussani – definito grande educatore, omettendo però che educava al cattolicesimo molto poco laico – trova oggi volenterosi imitatori. Nelle scuole private nell’orbita di Comunione e Liberazione non di rado gli insegnanti praticano, nei confronti di cognizioni e dottrine sgradite, la strategia del riduzionismo o del negazionismo, per esempio nei riguardi del darwinismo e dell’evoluzionismo, sostituiti d’autorità con il creazionismo biblico, ma anche sostituendo buona parte della storia antica con i miti della Bibbia, fatti passare per verità storiche quando è ormai assodato che non lo sono e che pertanto alimentano invece odi millenari tra varie confessioni con danno dei rispettivi popoli.


Una scuola pubblica che insegni istituzionalmente nello stesso tempo due cose tra loro opposte e inconciliabili, vale a dire da una parte la storia e il pensiero critico, quindi anche scientifico, con il personale docente scelto dallo Stato italiano e dall’altra il suo opposto fideistico, quali per esempio il creazionismo e i miti biblici con il personale scelto ad nutum dal vescovo, è una scuola che offende il dettato costituzionale sulla parità dei cittadini italiani e che non è in grado di formare menti dotate di sufficiente intelligenza critica e capacità scientifica.
Una tale formazione scolastica, contraddittoria e schizofrenica, non è la più adatta per reggere le pesanti sfide economiche, culturali e globali che sempre più ci vengono lanciate da Paesi come l’India e la Cina, giganti che, spogliatisi ormai del tutto degli abiti coloniali imposti in passato dall’Europa, la stanno raggiungendo in molti campi. Con la prospettiva di superarla e soppiantarla nel ruolo mondiale. E’ quindi la scuola pubblica, non le singole confessioni né quella dominante, che deve essere messa al centro dell’interesse generale.


E’ la stessa Comunità Europea a lanciare l’allarme con una apposita risoluzione, la numero 1580 del 4 ottobre 2007, che vale la pena citare per intero in calce a questo documento, e che mette in risalto come il movimento creazionista persegua in realtà ovunque nel mondo cristiano, dagli Stati Uniti, dove è nato, all’Europa, dove lo si vuole espandere, l’obiettivo di abbattere la democrazia per sostituirla con la teocrazia. E anche in questo caso non è ideologia o anticlericalismo denunciare una tale situazione, si tratta invece di far notare, tra l’altro, un paio di cose. Senza scadere nell’antagonismo e nella contrapposizione reciproca, credo e scienza devono poter coesistere senza che un credo venga ad opporsi alla scienza contrastandone le acquisizioni, che hanno invece il merito di avere enormemente migliorato le condizioni di vita dell’umanità.
In Italia siamo arrivati al punto che il vicepresidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), Roberto De Mattei, si è fatto dare dallo stesso CNR un contributo di 9.000 euro per pubblicare gli atti di un convegno da lui organizzato sul tema “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi” (cfr “La Repubblica” del 23 dicembre 2009). De Mattei è un fervente creazionista, convinto che “Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità”.
Poiché crede nella Bibbia, e non solo riguardo all’origine dell’umanità, confondendo illegittimamente tra le sue legittime scelte religiose e la sua pubblica responsabilità di ricercatore scientifico, De Mattei lancia anche l’accusa che “in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come di inferiorità verso certi ambienti intellettuali” assertori del darwinismo, e punta il dito contro i “vescovi e teologi che lo accettano”, chiosando che questi “sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera”.
Se questa è la mentalità scientifica e la disinvoltura del vicepresidente del CNR, possiamo intuire quale sia quella al livello della scuola di ogni ordine e grado. Insistere sulla verità storica delle narrazioni bibliche e prenderle come insegnamenti, per giunta divini, anziché spiegare che in massima parte sono solo miti e che nella totalità sono comunque di esclusiva origine umana significa legittimare valori che ledono in molti punti la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica italiana.


Non è ammissibile che il Vaticano remi contro la laicità e quindi contro la legalità della nostra Repubblica e che nello stesso tempo questa gli conceda tali e tante concessioni economiche e agevolazioni fiscali da farne un non trascurabile peso per l’erario. Peso che oltretutto ha quattro ben precise conseguenze negative: contribuisce a ridurre la possibilità di arrivare a una più equa tassazione, sempre promessa dai nostri governanti e sempre dagli stessi rinviata alle calende greche; impedisce alla radice lo sviluppo di iniziative pubbliche assistenziali e solidaristiche, con annessa creazione di posti di lavoro anche qualificato; favorisce invece la cultura e la pratica della carità appaltata di fatto a iniziative ed istituzioni facenti capo al Vaticano; infine, toglie risorse alla scuola pubblica.
La debolezza, le contraddizioni e i vizi di varia natura delle forze politiche, soprattutto della maggioranza, mettono il governo e la gran parte dei partiti nella condizione di avere più che mai bisogno dell’appoggio della gerarchia vaticana per conservare la propria base elettorale, cioè il proprio potere.
Tutto ciò è apparso drammaticamente chiaro nelle vicende del primo ministro Silvio Berlusconi negli ultimi mesi del 2009, sfociate nell’affermazione clamorosamente mendace sui “valori cristiani veicolati dal mio governo”. Il “caso Dino Boffo”, con i suoi annessi e connessi, è stato un episodio emblematico anche per cinismo, mercanteggiamenti e disponibilità alla simonia, oltre che per le torsioni acrobatiche che ha comportato. E a proposito di torsioni acrobatiche, la Lega Nord è passata da un anticlericalismo becero ad un altrettanto becero filoclericalismo, aggravato da una visione del cattolicesimo decisamente meschina e razzista.
Il bisogno governativo e più in generale politico, anche a livello regionale e comunale, di appoggio strumentale alla stampella vaticana comporta una ulteriore contrazione dei diritti civili e una ulteriore cessione di sovranità della Repubblica italiana a favore dello Stato estero del Vaticano.
Tutto ciò ha inoltre contribuito all’abbandono da parte dei partiti di sinistra dell’analisi della composizione della realtà produttiva, industriale, economica, finanziaria, contadina, professionale, ecc., e dell’analisi della composizione delle classi sociali. Un abbandono che obnubila la possibilità di efficaci riforme e cambiamenti strutturali e quindi di un più alto livello della qualità della vita delle classi dipendenti. Le categorie dell’analisi di classe sono state sostituite da categorie prevalentemente anagrafiche, come “giovani” e “anziani”, etnico-geografiche, come “extracomunitari” e “italiani”, religiose, come “cattolico” e “musulmano”. E c’è la tendenza ad aggiungere categorie ideologiche come “antisemita”, “filoisraeliano”, “filoarabo”, ecc. La distruzione della possibilità di intervenire incisivamente sulla realtà strutturale anche di classe è perciò praticamente nulla.


Le tensioni e i tentativi di accordo tra le tre religioni monoteiste, che di fatto sono le religioni dell’intero bacino del Mediterraneo e annesso retroterra, spingono in direzione di un rafforzamento clericale, inteso come rafforzamento dei cleri delle varie confessioni e di quelli delle loro divisioni scismatiche (non esiste infatti né un solo tipo di cristianesimo né un solo tipo di islam e neppure un solo tipo di ebraismo, in quanto le loro suddivisioni e sette assommano ormai a svariate decine).
Siamo così costretti a oscillare tra lo “scontro di civiltà” – che è piuttosto uno scontro di inciviltà, oltre che di fatto uno scontro di religioni, o meglio di interessi che si definiscono religiosi – e una ripresa dei vari clericalismi che sarà sicura causa di regressione sotto vari profili: politico, civile, sociale, morale, culturale, quindi anche scientifico, ed economico, oltre che religioso, ove per religione s’intenda l’inalienabile diritto a professare una fede, senza volerla imporre agli altri. Cioè senza voler a tutti i costi interferire nel dare a Cesare ciò che è di Cesare e, per chi ne ha almeno uno, dare al proprio Dio ciò che è del proprio Dio.
Non vogliamo restare prigionieri di tradizioni e radici che non hanno saputo evitare o che hanno provocato tragedie immani come il colonialismo, le guerre mondiali, i genocidi, l’uso della bomba atomica e la demenziale corsa agli armamenti nucleari, chimici, batteriologici e perfino “stellari, tutte prove evidenti dell’assenza di qualunque “superiorità” culturale o di civiltà nei confronti del resto del mondo, anzi prove di bancarotta morale e culturale di modelli di civiltà e sviluppo insostenibili, che se diventano accessibili al resto dell’umanità, il rischio è quello della distruzione delle risorse del pianeta.


OBIETTIVI – In attesa di definirli con esattezza con un dibattito più ampio, sono comunque prioritari:
•    il potenziamento delle scuole pubbliche e dei programmi scolastici, anche dirottando a loro favore almeno parte dei fondi recuperabili ponendo fine ai privilegi economici del Vaticano e degli incostituzionali finanziamenti alle scuole private;

•    il riconoscimento effettivo della parità dei diritti e della dignità tra l’uomo e la donna anche in fatto di sovranità sul proprio corpo, promozione di una maggiore presenza della donna in tutti i campi della vita pubblica, sua autonomia nelle scelte in fatto anche di maternità e lotta contro le pretese di sua soggezione alle ideologie dei vari cleri, che di fatto sono pretese di prosecuzione della soggezione della donna all’uomo. Il potere maschile e maschilista ha già fatto troppi danni nel corso della Storia, ed è ormai urgente porvi un argine e combatterlo;
•    l’ampliamento dei diritti civili sulla base dell’eguaglianza tra tutti i cittadini italiani, e quindi a prescindere da considerazioni religiose e sessuali e di qualunque altra natura comunque discriminatoria;
•    l’abrogazione del Concordato e dei privilegi che comporta, anche per impedire che se ne stipulino altri sullo stesso modello per altre religioni.


Ecco intanto il testo completo della risoluzione n. 1580 approvato dalla Comunità Europea il 4 ottobre 2007:
1 – Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo – il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 – Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 – Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di Stati membri del Consiglio europeo.
4 – L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 – I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 – Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 – C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente egualitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 – Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 – Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 – Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 – L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 – Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 – La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 – Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 – L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 – Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 – La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 – Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 – L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative: A difendere e promuovere la conoscenza scientifica. A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva. A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno. Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione. A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 – L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.

•    Pollard John F., L’obolo di Pietro. Le finanze del papato moderno: 1850-1950, 2006, Corbaccio
•    De Alessandri Enrico, Comunione e liberazione: assalto al potere in Lombardia, 2010, Bepress

807 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    x signor P.

    direi che il mio broccolino e’ piu’ migliore del suo, senza offesa. Mi sono letto i suoi ultimi posts.

    Un ‘altra cosa. You can bring a horse to water etc…
    Solo se l’acqua e’ contaminata, direi. Altrimenti i cavalli ‘beverono’ sempre.

    Peter

  2. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Si puo’ dire piu’ migliore?
    In inglese no, non si puo’ dire “more better”.

    Non e’ una critica, e’ una domanda.

    Anita

  3. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Anita,
    l’unica eccessione ammessa in ittaly è per Berlusconi ..LUi è il più migliore..di tutti i temmpi..!!
    cc

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Bello il video della Ferrari. Scommetto che Anita si è immaginata al posto del pilota!

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Conosco molti professionisti venuti su da famiglie povere ed analfabete. E alcuni milionari figli di poveracci. E non sono mafiosi, disonesti o particolarmente birichini. ( Peter)
    ——
    Ne conosco una certa quantità anch’io. Specie a Bisceglie, la maggor parte delle persone abbienti sono venute su da condizioni di povertà o addirittura di miseria.

  6. Peter
    Peter says:

    x Anita

    infatti non parlavo in italiano, eagle’s eye. Non so se mi sono capito…

    Peter

  7. Anita
    Anita says:

    x CC

    Anche tu parli/scrivi in broccolino?

    Mia mamma essendo romagnola non pronciava la zeta.
    Non c’erano eccessioni, andavamo sempre in Piassa del Duomo…

    Anita

  8. Peter
    Peter says:

    x Marco

    si’, sara’, ma li’ sono mafiosi o affiliati ai poteri forti

    Peter

  9. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro GV,

    l’ora è tarda e pertanto solo domani analizzerò nel dettaglio le “cose” che mi interessano.
    In linea generale penso però che ci si debba abituare a ritmi futuri di sviluppo comunque “bassini”,ovvero si crescerà comunque meno degli altri in Europa e a questo ci dovremo abituare.
    Ma questa crescita “comunque minore” può essere garantita solo a condizione che alcune delle misure da te proposte siano gestite da un ceto politico “minimamente capace” e credibile.
    Le deregolamentazione proposte qui in Ittaly ci portano verso un “deperimento organico” e ad un sistema simil- mafioso generalizzato, semprechè permanga l’unità nazionale.
    Diversamente tutti i parametri vanno rivisti.
    E non è che il Nord in questo caso abbia molto da ridere nel complesso.
    La tenuta sociale complessiva non è garantita, già oggi per esempio, le pensioni vengono garantite dai versamenti degli extra-comunitari.
    Tutte le stime macroeconomiche portano al 2030 anche quella pensionistica.
    Purtroppo trattandosi di siste-macro,prendono in considerazione L’europa e non il sistema Ittaly,che è il più debole in prospettiva .

    cc
    Ps. In tutti i casi scurdammoce u passato e ritmi di crescista come quelli del periodo 1950-2003.

    cc

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x G.V.

    giustissimo.
    Attenzione però, non è tutto così semplice. Lo sarebbe in una situazione di omogeneità economica, che però in Europa non esiste ancora. Ciò significa che i nostri prodotti smettono di diventare concorrenziali, come già sta avvenendo nel settore agricolo. La politica di intervento a mio parere dovrebbe contemplare una forbice di 1-20, 1-30 sugli emolumenti minimi e massimi, poichè c’è chi guadagna troppo poco e chi guadagna in modo esagerato. Dopodicchè lo Stato dovrebbe acquisire una linea propria di produzione nei settori di sopravvivenza, ovvero l’alimentare e l’edilizio, con propri supermercati di riferimento e con edilizia autosostenentesi energeticamente. Ci sarebbe anche da razionalizzare il surplus produttivo, l’invenduto nel tessile e nell’alimentare, per esempio. Ci sarebbe da dare lavoro per modernizzare la telematica, i trasporti ( che fanno pena, specie quelli ferroviari), le vie d’acqua, il riassesto idrogeologico.
    Sull’evasione fiscale, bisogna distinguere tra il poveraccio che imbosca i guadagni per sopravvivenza e quello che invece porta i soldi all’estero. Il primo, li reimmette nel circuito economico, mentre l’altro li sottrae al circuito economico, è diverso.

  11. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Noooo, adesso sono piu’ prudente…alla mia eta’ potrei perdere la patente.
    Oh, per la misericordia, poi dovrei andare col pulmino dei senior citizens, questa sarebbe la mia morte.

    Oggi il serviceman della Terminix, si e’ innamorato della mia Firebird T- Top nel garage…Non le fanno piu’.

    Anita

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Assolutamente no, caro Peter, questo è un pregiudizio.
    Quella che conosco io è gente onesta che lavora sodo, anzi si lamentano della scarsa collaborazione delle istituzioni, che non sostengono l’esportazione.

  13. Il signor P.
    Il signor P. says:

    x Peter
    Senti, non mi rompere le palle! Quando sono pronto a dialogare con te te lo faccio sapere ma non mantenere il tuo sospiro.

  14. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Cara Anita,
    Anche con l’optzione nucleare i repubblicani possono mettere emendementi a non finire e ogni emendemento deve essere votato. Per ogni voto ci vuole almeno 25 minuti.

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Poppy
    Ah, bèh…figuriamoci.
    Di solito gli occhiali a stelle e a strisce fanno diventare cieco.
    Glaucoma congenito.
    Contento tu.. comunque in questo blog potrai sempre trovare un pò di collirio .

    C.G.

  16. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Caro cc,
    Io parlavo in generale, ma tu ti sei messo immediatamente in quella categoria. Che posso fare io? Non posso neanche difenderti. Dimmi caro cc tu che hai cosi firma opinione di Pansa hai mai letto uno dei suoi libri? o credi di essere al pare di uroburo (scusami uroburo so che sei assente e non puoi difenderti) che a lui non serve leggerlo e sa automaticamente tutto quello che Pansa ha scritto.
    La mia scusa caro CC era per averti offeso scrivendo che tu eri direttamente responsabile per quello che hanno fatto i partigiani non che avevo cambiato il mio parere.

  17. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Cara Anita,
    “piu’ migliore”si puo dire solo in cockney pugliese.

  18. Peter
    Peter says:

    x signor P.

    gia’, invece fonde, levaggio di cervello, spero che remane…dev’essere cockney broccolino sannita. Ed anche mantenere il sospiro…did you mean that I shouldn’t hold my breath, baby? in ‘taliano’ si direbbe non stare col fiato sospeso. Omaggio di un cockney pugliese, no charge, it’s on the house. Any time

    Peter

  19. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Il Colirio per il glaucoma?

    Ma va, serve solo per dare sollievo e lubrificante per gli occhi irritati.

    Ricordo che molti anni fa’ lo vendevano anche qui, non a gocce ma con una specie di vaschetta di vetro blue a forma di un occhio.
    Non molto sanitario.

    Forse veniva dall’Italia, mio marito si faceva spedire da mio papa’ la Rinoleina e forse anche il Colirio.
    Credo che fossero nostalgie d’infanzia.

    Anita

  20. Peter
    Peter says:

    x signor P.

    e non scordiamoci di ‘bevere’ i nostri night caps. A lei Bourbon (bleeeehhh), a me ottimo Port con moderazione

    Peter

  21. Peter
    Peter says:

    x Anita

    hai poi provveduto al sapone di Marsiglia per l’Alis…, per Alex?
    E lui usa il collirio?

    Peter

  22. Anita
    Anita says:

    x Peter

    That’s how I came to love Popeye….some expressions are very endearing to me.
    I remember the first word that cracked me up was: sparagnare.
    Every time I think about it I smile.

    I like what you make fun of…..

    Anita

  23. Peter
    Peter says:

    x Anita

    Pero’! mica male per le mie azzardate improvvisazioni di broccolino meregano. Ci azzecco mica male…

    Peter

  24. Anita
    Anita says:

    x Peter

    No, tomorrow I’ll take Alexander to the groomer, I bring his own shampoo, a veterinary prescription, antibacterial and good for his coat.
    His eyes are just fine.
    Mines too, I use extend wear contacts…no problems in 35 years.

    Bye, Anita

  25. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Isn’t Port a typically a sweet red wine, often served as a dessert wine?
    I don’t care for red wine, especially sweet, I have a small glass of white dry wine with my evening dinner.
    And green tea afterwards.
    A.

  26. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    «Noi leghisti siamo cresciuti alla scuola di Bossi, a calci nel sedere…
    Da noi sulle liste ci si dorme sopra…».

    Roberto Calderoli,
    ministro per la Semplificazione

  27. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    G8, talpe e società fantasma:
    così funziona il «sistema»
    Nell’inchiesta riemergono società di comodo composte da soci occulti.
    Una rete di informatori: magistrati, giornalisti, uomini della Gdf e 007.-
    «Anto’ fatti ‘na telefonata a Letta…», il Letta
    che a detta di Silvio, dovrebbe essere eletto alla
    Presidenza della Repubblica.
    Se il popolo non si sveglia siamo proprio messi male.

  28. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    “Al Senato gli applausi della vergogna”
    Oramai è anche difficile dire di chi bisogna vergognarsi di più: se di un politico che approda con i brogli della ‘ndrangheta al Senato della Repubblica oppure di quei senatori che applaudono il suo discorso.

  29. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Carriole e pale contro l’inerzia del governo
    Gli aquilani in piazza per la terza domenica consecutiva.
    2000 persone armate di carriole raggiungono Piazza Palazzo per sgombrare le macerie accatastate.

  30. Damocle
    Damocle says:

    L’aggressione terrorista alla nave La Coubre:
    50 anni dopo, il governo di Washington tace

    Nonostante le ripetute denunce di Cuba sulle responsabilità dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) statunitense nell’ esplosione, del 4 marzo del 1960, della nave francese La Coubre nel porto de L’Avana, il governo degli Stati Uniti, cinquanta anni dopo, contonua a sequestrare i documenti dei suoi archivi.

    Il fatto è stato confermato venerdì 26 febbraio, quando, in risposta ad una domanda d’informazioni, i funzionari degli Archivi Nazionali di Sicurezza, un Progetto non Governativo d’investigazione Accademica dell’Università George Washington, hanno confermato che non dispongono di documenti sul tema provenienti dagli organi nordamericani di sicurezza.

    I soli documenti disponibili a cui si può accedere attraverso il banco dati Digital National Security Archive (DNSA), destinati agli studenti ed al personale della detta università, sono due brevi riferimenti cronologici ed un documento che è a sua volta una cronologia con più informazioni delle precedenti, hanno ammesso.

    Non esistono riferimenti al La Coubre nell’insieme delle collezioni non pubblicate dall’¡stituzione, hanno precisato i conservatori.

    In questo modo si conferma che il paese il cui apparato di propaganda genera costantemente raffiche di calunnie contro Cuba, non ha consegnato in mezzo secolo un solo documento, su una tragedia che costò la vita a cinrca cento esseri umani, esattamente 50 anni fa, il 4 di marzo.

    L’ESPLOSIONE NELLA CAMPAGNA DI TERRORISMO DELLA CIA

    Per capire bene la tragedia del La Coubre in tutta la sua dimensione ci si deve porre negli anni ’60, 15 mesi dopo il trionfo della Rivoluzione cubana.

    L’esplosione della nave a vapore francese nel porto de L’Avana, mentre si scaricavano munizioni, si situa già in mezzo ad una sistematica campagna terrorista contro Cuba, con attentati a scadenze veramente infernali.

    La cronologia degli incidenti violenti dimostra con chiarezza, dalla morte di un lavoratore in un incendio, a Matanzas, provocato dal lbombardamento con sostanze incendiarie, al principio del gennaio e sino al 31 dicembre, con il sabotaggio incendiario di grandi proporzioni del grande magazzino La Epoca, e con decine e decine di azioni di terrorismo ripetute, tutte relazionate, in una forma o un’altra, con la CIA.

    Due anni e mezzo fa, nel luglio del 2007, nel programma radiofonico di Miami “La notte si muove”, il capo terrorista Antonio Veciana, che riconosce d’aver lavorato per decenni con la CIA, ha raccontato al dettaglio come i “petardi incendiari” giungevano a L’Avana attraverso la CIA ed ha precisato che v¡ giungevano in vari modelli, ognuno con un codice di colori che indicavano il periodo in cui si dovevano far esplodere.

    Incredibilmente, lo stesso Luis Posada Carriles, contro il quale i pubblici ministeri nordamericani “anti-terroristi” del Dipartimento di Giustizia pretendono d’avere solo “scarse prove”, lo ha confermato chiaramente nelle confessioni redatte negli anni ’80.

    Disse testualmente che torturò a Caracas durante un decennio per conto della CIA ed ordinò la distruzione di un aereo civile cubano tra le molte infamie: l’Agenzia Centrale d’Intelligenza – CIA – inviava espsosivi (C3), matite a tempo, micce, cordoni detonanti, detonatori e tutto il necessario per gli atti di sabotaggio. Ed ha precisato che adesso passeggia per Miami con la benedizione del FBI e che partecipò personalmente a questi crimini.

    “Io facevo parte di quei gruppi. José Puente Blanco, ex-presidente della Federazione Studentesca Universitaria, e suo fratello Roberto, comandavano un Movimento. Andai negli Stati Uniti e lì conobbi Alfredo Cepero, che apparteneva alla stessa organizzazione e con lui tracciammo piani per introdurre materiale bellico in Cuba e consegnarlo ai nostri amici a L’Avana”.

    Va da sè che sapeva del crimine contro La Coubre, vincolato alla sua complicità con l’Agenzia.

    In realtà ancora oggi ci sono decine di testimoni di quei tempi, quando la CIA scatenava la sua sanguinaria offensiva anticubana: lo stesso agente Carlos Alberto Montaner, attualmente “prima donna” del coro della propaganda nordamericana contro l’Isola, fu allora catturato con le mani in pasta mentre si dedicava a mettere le bombe nei negozi e nei cinema della capitale.

    I FATTI ESIGEVANO UN’INVESTIGAZIONE

    Il più grave attenatato terrorista di quell’epoca, l’esplos¡one della nave La Coubre, provocò, oltre ad un centinaio di morti, piu di 200 feriti e diversi scomparsi. Il costo dei danni materiali fu stimato di almeno 17 milioni di dollari.

    Il dottor José Luis Méndez Méndez, noto specialista nel tema del terrorismo contro Cuba, ha elaborato un’analisi dettagliata nell’ ottobre del 2002, durante una conferenza internazionale.

    Tra i fatti che circondano quell’aggresione selvaggia contro la Rivoluzione, il Dr. José Luis Méndez Méndez, segnalava che era evidente che gli Stati Uniti dovevano aver svolto investigazioni d’ufficio sul crimine.

    “Non è possibile che abbiano ignorato le circostanze in cui erano coinvolti vari nordamericani! Un passeggero solitario di quella nave, Donald Lee Chapman, che si dirigeva in Nebraska, sbarcò però a Miami, a mille miglia dalla sua destinazione, ed un altro, Jack Lee Evans, partì precipitosamante da Cuba il 5 marzo per dichiarare a Miami che aveva conosciuto gli autori del sabotaggio, una misura per ostruire le investigazioni.

    “I due statunitensi si trovavano solamente nel momento e nel luogo sbagliati?”, domandava l’esperto.

    • Due congresiti dello Stato del Nebraska intercedettero a favore di Donald Lee Chapman, ed inviarono documenti esigendo che il Dipartimento di Stato facesse pressioni in Cuba per la sua liberazione.

    • Il colonnello della CIA, J. C. King, aveva avuto contatti a Miami con Rolando Masferrer Rojas, un criminale della tirannia di Fulgencio Batista, che aveva diretto in Cuba dei gruppi paramilitari.

    • Masferrer aveva incontrato a Miami il nordamericano Richard E. Brooks, che gli disse di conoscere le notizie sull’arrivo delle navi a Cuba, cariche di armi, e sui porti degli sbarchi.

    Che relazione esisteva tra J.C. King, Masferrer, Brooks y La Coubre?

    • La stazione della CIA a L’Avana aveva dato priorità all’ottenimento d’informazioni sull’arrivo delle armi e non fu casuale che vari statunitensi, tra i quali Chapman, furono detenuti mentre scattavano fotografie nel luogo dell’esplosione lo stesso giorno del fatto. L’Ambasciata degli Stati Uniti intercedette per loro.

    I COMPAGNI FRANCESI SI RICORDANO

    La tragedia del la Coubre ha un’altra caratteristica che obbligava le autorità nortdamericane ad investigare con serietà le ripercussioni del crimine commesso dalla sua agenzia terrorista: sei marinai francesi, che lavoravano sull’imbarcazione francese persero la vita nella gigantesca espolsione.

    Il primo tenente François Artola, il timoniere Jean Buron e i Marinai Lucien Aloi, André Picard, Jean Gendron y Alain Moura morirono nella nave distrutta.

    Coincidenza storica di quei tristi avvenimenti: avvennero nel momento in cui gli scrittori Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir visitavano Cuba, invitati da Fidel e dal Che. Questi due autori emblematici della letteratura francese contemporanea parteciparono, in Plaza de la Revolucíon, al funerale delle vittime.

    Domani, giovedì 4 marzo, alle 3 del pomeriggio, mentre a L’Avana il popolo cubano ricorderà ancora una volta il crimine che costò tante vite, decine di francesi renderanno omaggio ai loro compatrioti assassinati.

    Per la prima volta in molti anni, nella città francese di Nantes, i compagni marinai ed i lavoratori del porto, depositeranno fiori davanti allo storico Monumento ai Marinai Scomparsi, con la partecipazione di diversi sindacati della CGT, solidali con Cuba, oltre ad altri integranti dell’insieme di associazioni di solidarietà e dei diplomatici che rappresentano Cuba in Francia.

    Là, come a Cuba, risuonerà la domanda essenziale sul crimine del La Coubre, formulata dal leader della Rivoluzione cubana nelle sue Riflessioni, il 7 luglio del 2007:

    “Perchè, in nome della libertà d’informazione, non si rendono pubblici i documenti che ci dicono come la CIA mezzo secolo fa fece esplodere la nave a vapore La Coubre?”.

    Damocle

  31. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro marco tempesta,

    Dopodicchè lo Stato dovrebbe acquisire una linea propria di produzione nei settori di sopravvivenza, ovvero l’alimentare e l’edilizio, con propri supermercati di riferimento e con edilizia autosostenentesi energeticamente.

    —————————————————–
    Hai detto bene “sopravvivenza”….
    Pane della “tessera” e baraccopoli per gli sfollati, energeticamente sostenibile..”canadesi ” con mulini a vento a trottola rivestite da pannelli solari di ultima generazione.
    E perchè no, mense collettive…poi ripensandoci bene si potrebbero riutilizzare i sacchi della “spazzatura per le tende, che circondano modernissimi POLI TECNOLOGICI..
    Anche qui ,porca miseria, arriviamo in ritardo..ci hanno già pensati gli Indiani..con il modello Hyderabad dove sono insediate Windows Vista,Computer associates,Polaris, Oracle,Keane, General Eletric,Dell,Idc,ect,ect
    certe volte mi domando se rifletti bene e fino in fondo a quello che dici..!!

    cc

  32. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara striscia rossa,

    che all’Aquila finisse così, c’era da presumerlo anche solo ascoltando Ber , mesi fa, e poi neanche ..bastava guardare bene in faccia le persone dei “miracoli”..

    Ora a mio modesto avviso bisognava essere un poco “più seri” fin dalla partenza.
    Ricostruire un centro storico non è un gioco da ragazzi se ne rendono tutti conto,ma la storia dell’Aquila è la solita storia dei “carri armati” e degli Otto milioni di baionette a ben vedere.

    Ma che a distanza di mesi , ancora non si rimuovano le macerie,e sostanzialmente ancora non si sappia cosa fare, dimostra solo “l’impotenza mediatica”a gestire i problemi.

    Se i cittadini dell’Aquila un giorno , tireranno pure “Carriole” e pale dietro a”Qualcuno”, non si venga poi a dire che quella è violenza.
    Temo però ,che non lo “rivedremo persto ” il “nostro” all’Aquila, a meno di non essere scortato da un battaglione di carabinieri in assetto di guerra.
    Ittally, paese della fuffa,fuffa,fuffa e solo fuffa

    cc

  33. Linosse
    Linosse says:

    Caro CC. 384
    Grazie all’azione di un governo(?) con un grandissimo potenziale del far…ridere di noi tutto il mondo come è nella storia dei barzellettieri che con dimostrata insipienza ,cominciando dai fattacci brutti dell’Abruzzo con interventi addirittura controproducenti e finendo con i disastri non naturali annunciati
    in Campania(rifiuti pericolosi condannati dalla Corte Europea),Sicilia,Calabria ,Puglia,Basilicata ..insomma tutta l’Italia(che equanimi!) ,compreso il disastro etico-morale -economico-sociale dovuto a quel disastro innaturale della lega in patania , alla fine gli ultimi dei “conductatores”stanno riducendo quella che una volta era l’Italia in una poltiglia territoriale abbastanza puzzolente.
    La contropartita?
    Qualche euro in più nelle solite tasche.
    La ventata del nuovo che avanza ci ha rimosso da “qualche dollaro $ in più” per farci approdare a “qualche euro € in più.
    Come sempre non per tutti solo per alcuni “fortunati” scelti in modo mirato,la fortuna si sa è cieca e bisogna condurla per mano ,altrimenti chissa dove va a finire!.
    Quando passa sta nuttata?,l’attesa sfibra anche le corde più resistenti!
    L.

  34. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Komare!!
    Mi raccomando, per Alex uno shampoo antiallergico, non si sa mai.
    Povero cane, chissà quante ne dovrà sopportare…
    Il mio alla sera lo facevo uscire e tornava al mattino lurido e eusausto, ma felice. Un piatto di pasta ed è campato (bene) 14 anni.
    Un cane-cane, con le palle, anche se era femmina.
    C.G.

  35. sylvi
    sylvi says:

    Ringrazio di cuore, quasi, tutti.
    Marta che, nonostante diversità di opinioni, ha trovato parole affettuose e di vera cultura civile!

    x Peter 277 ( che ringrazio, un po’ stupita per la sua urbanità!)

    Se la Slovenia, che dev’essere una selva di ripetitori, me lo permette, vorrei richiamare delle sue affermazioni:
    – molte argomentazioni mancano di logica…-

    Io non me ne accorgo perchè scrivo di getto…e poi si sa…sono una donna…

    “…è irritante che lei si proclami di sx…” e perchè? c’è una sola sx che ha ideali schematizzati e immutabili?”
    I so..c..democratici scandinavi e non solo…che cosa sono?

    – i miglioramenti degli standars ( educat., nei servizi pubblci…..nelle relazioni tra i sessi (!!!!!!!)) siano alieni alla cultura di Sx…
    E quando mai avrei detto una bestialità del genere?
    Io ho sempre parlato di applicazione ALL’ITALIANA di sx, di tali
    standars.
    Ho sempre voluto e perseguito e praticato una scuola veramente di sx, per TUTTI; non la demagogia di assumere cani e porci, distribuire le scarse risorse (colpa il Debito naz., le pensioni a finti invalidi….ecc. ecc.) alla figlio di cane…
    Per ciò che riguarda la relazione fra i sessi…ho chiesto solo coerenza e attenzione alle priorità… dei bambini soprattutto, che tutti proclamano di difendere e nessuno si cura dei loro,( non degli adulti) VERI bisogni.
    Manca solo che mi dica che sono razzista…. io mi sento semplicemente travisata.
    O forse la mia sx cerca alternative praticabili….
    Saluti
    Sylvi

  36. Marta x Marco T.
    Marta x Marco T. says:

    Caro Marco al tormentone libico oggi si aggiunge un’altra puntata, ieri il colonnello ha dichiarato l’embargo totale alla Svizzera, non è che si esporta molto ne piu`di tanto si importa.Qualche mese fa il libico, penoso e ridicolo, voleva smembrare addirittura 2 Nazioni Svizzera e Israele, non ricevendo appoggio da nessuno, ha pensato bene di inventarsi l’embargo ( almeno nei nostri confronti) prima con il petrolio 5%, ora totale.
    Ha riunito perfino a Il Cairo la Lega Araba che all’unanimità ha decretato la Svizzera paese razzista.Non capisco cosa c’entrano gli altri, poi a Lugano sai quanto si divertono gli arabi quando arrivano, a casa loro tutti bravi, fuori follie. Spendono e spandono beati loro e nessun ha mai trovato niente da dire.
    Al peggio non c’è limite
    saluti M.

  37. sylvi
    sylvi says:

    caro Linosse,

    nei giorni scorsi ho cercato Petrolio in mezzo al mio caos.
    L’ho letto moltissimi anni fa, ora lo rileggerò sicura di capire ben altro.
    PPP non era solo, aveva molti amici e che…un Dell’Utri…proprio lui…sono molto molto scettica!!!
    Su comedonchisciotte trovi la poesia Saluto e Augurio di PPP da La Meglio Gioventù.
    E’ in friulano ma cè la traduzione.
    Non è la stessa cosa… ma sufficiente per commuoverti…e anche per capire qualcosa della mia educazione.

    ciao Sylvi

  38. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro Gino,
    i cani vanno lavati appunto con antiallergici e saponi speciali.
    Il “bastardino ” della nonna,cane di una simpatia ed esuberanza invidiabili, poichè abituato all’aperto, manco quelli sopportava, appena uscito dalla tinozza, correva a rotolarsi nel letame.
    Mica si poteva far sparire il “letame” di mucca !
    E poi per cosa,? In un ultima ANALISI per far contenti NOI o il cane!

    Saluti lambretteschi

    cc

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Da Facebook:

    Rocco Monaco 28 febbraio alle ore 22.38
    Carissimi amici,
    questa sera alle ore 22.36 ho tentato si sollecitare il Presidente Vendola attraverso la sua pagina su facebook. Appena inserivo il post, contenete le nostre 5 proposte, dopo 3 secondi veniva eliminato.
    Vi prego di farlo voi se ci riuscite alla faccia della trasparenza…
    La realta’ e che in pochi giorni abbiamo raggiunto quota 1150 adesioni andiamo avanti e caro Vendola facci sapere.
    >Un caro saluto
    Rocco Monaco

  40. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Marta
    infatti Le Matin di due giorni fa riporta che gli islamici svizzeri hanno mandato espressamente a farsi benedire il Colonnello e le sue ridicolaggini. Ne ho postato l’articolo in francese.

  41. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro linosse,
    la notizia è di qualche giorno fa, mi pare di averla riportata anche sul Blog.
    Ma la vera cosa interessante da scoprire è visto “la statuta morale” del bibliografo, sapere a questo punto a chi “il nostro” in questo momento voglia veramente far pressioni ?
    Semprechè sia veramente in possesso dell’originale.
    L’ENI è questione delicata ,lo disse Pino , più volte….
    Ed è anche una delle poche aziende ittaliche che contano nel panorama internazionale e nel panorama dei futuri “scontri di civiltà”, molto più che Fiatte…
    In sostanza chi tocca il petrolio muore…
    Staremo a vedere…

    cc

  42. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Lei e’ definitivamente fissato col mio cane…..

    Nei paesi civili, a meno che non si viva in una farm, i cani non si lasciano scorrere liberi.
    Il mio cane e’ un signore, ha 5 letti, scatole di giocattoli che felicemente porta in giro per tutta la casa, e offre ai visitatori di sua preferenza, ha visite mediche e innoculazioni annuali, e’ pettinato diverse volte al giorno, ha un guardaroba di capottini, cibo speciale, passeggiate giornaliere di circa un ora, secondo il freddo, lo shampoo usato e’ antibatteriologico e ottimo per il suo tipo di pelo, anzi capelli….ed ha tutto l’affetto e devozione della sua mammina.
    Le basta?
    Le mandero’ una foto presa dall’ufficio veterinario.

    Il cane stesso e’ non allergenico.

    Anita

  43. sylvi
    sylvi says:

    Bravissima Anita!!!

    E poi sarei io quella che mette tanto pepe là…dove tutti sappiamo!!!
    C.G. afferma di essere un “proletario”!
    Non può capire un cane capitalista!!!

    Ti abbraccio
    Sylvi

  44. Controcorrente
    Controcorrente says:

    A proposito di PEPE nel culo..!!

    caro BER, amici PENSIONATI tutti,
    le notizie che giungono dalla Grecia, ci fanno ben sperare tutti!
    Ci fanno ben sperare, nel senso che potremmo trovarci tutti quAnti sulle barricate!
    Io porto il “Salame” qualcuno porti un buon “rosso” almeno prima che una “mazzata democratica” ,CI PRECIPITI , in un Limbo,dove davanti ad un mazzo da scopa, ricordando il lavoro,bestemmiando e dando dell’imbecille al compagno per la giocata sbagliata,ricordandoci delle “nostre maestrine” delle elementari a cui qualcuno tentava già di occhieggiare sotto le gonne , per scoprire il mistero “arcano”,ci si consoli a vicenda dei Bei tempi andati,vissuti!!!

    Li da li dà, li dali cimpa,li dali cimpa, li da..
    cretino non sai che siamo di pariglio..

    cc

  45. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Quando un ministro della difesa, uno che controlla l’uso di esercito, marina, aviazione e carabinieri, dichiara:

    ”Non vorrei fare la parte dell’eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto”.

    Se questa non è una minaccia di colpo di stato ditemi voi di cosa si tratta!!
    E di fronte a questo minacce il garante dell’unità nazionale che siede in Campidoglio, dice solo sommessamente, “TROPPO SOMMESSAMENTE” di essere preoccupato, ma cosa aspetta questo sor tentenna ad intervenire con un minimo di energia!!!

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

    Ps.
    Altro colpetto non da poco a uno dei pochi pilastri della democrazia sostanziale lo ha messo a segno il ministro Sacconi che come fanno i “bacarozzi” ha svuotato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori lasciandoci solo l’inutile buccia.

    Ho voluto sottolineare queste cose anche su mi pare che questo blog negli ultimi tempi l’attualità abbia scarsa audience.

  46. Linosse
    Linosse says:

    X Anita
    Voci di popolino mi hanno detto che il suo Alex è stato radiato dall’appartenenza alla razza canina,adesso è un “sir latrante”.
    Se trattassi il mio cane così mi troverei come minimo un polpaccio in meno,forse ache qualche altra parte.
    Saluti
    L.

  47. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Anita ,caro sig egr.dott P,

    e agli amici americani tutti..che ci leggono,

    per una volta mi devo scusare,almeno personalmente.
    C’è una certa Sx estrema che pensa che tutti i mali del mondo derivino dagli USAe dalle sue multinazionali.
    No, non è così e se per caso Voi mi dovreste “immettere” in quell’elenco vi prego di depennarmi, anche se ad onor del vero, penso che tutto sommato non aver mai dato adito a tali congetture fantasiose.
    Una rilettura attenta dei dati di The Fortune” Global 500, risulta che ben 177 multinazionali sono europee, di cui 163 UE, 189sono vostre 122 dell’area Asiatica e le restanti 12 sparse.

    Forse la trappola sta nel fatto che Voi amici cari cari, avete prima di noi sviluppato la tecnica del Brand(valore commerciale del marchio) e che quindi risultate posizionati meglio di noi in quanto a diffusione e conoscenza dei marchi.

    Vi posso assicurare che anche noi, stiamo facendo passi da gigante in questo senso, e che non mancheremo di apportare il nostro felice e sincero contributo nel prossimo futuro alla felicità del Globo nel prossimo scontro ” di civiltà”.
    Mi sembrava doveroso che un Europeo assumesse a nome di tutti la giusta responsabilità che ci compete in questo grandioso progetto,proprio per non lacsiarvi tutto il merito a futura memoria.

    I fatti della grecia ci fanno ben sperare, in quanto finalmente la Politica si allinea e L’UE tesse elogi sperticati al sano programma di austerity del governo SOC,,sta, di papandreu, pronti ovviamente a riprenderci dai greci derelitti i Nostri beneamati Euro.
    Siamo sulla buona strada ,oggi ai greci domani chissà..!!

    cc

  48. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dopodicchè lo Stato dovrebbe acquisire una linea propria di produzione nei settori di sopravvivenza, ovvero l’alimentare e l’edilizio, con propri supermercati di riferimento e con edilizia autosostenentesi energeticamente.
    —–
    x CC
    Linea propria di produzione significa avere una catena statale di discount con merce di buona qualità a prezzi onesti. Perchè una catena statale? Perchè funziona da calmiere. Dei prezzi ‘onesti’ di riferimento, bloccherebbero la formazione di cartelli, come è successo per pane e pasta recentemente e come succede per molti generi di largo consumo.
    La necessità è quella di garantire alle cosiddette fasce deboli la possibilità di nutrirsi in maniera adeguata ad un prezzo che non comprenda i costi della pubblicità, dei concorsi a premio e di tutto quel surplus che aggrava pesantemente il costo finale di qualsiasi prodotto. Ovviamente si parla di una fascia alimentare che non comprende caviale del Volga e champagne.
    In alternativa, invece di dare agli operai l’aumento di stipendio, si possono dare dei buoni spendibili in determinati discounts. Io qui vicino a me ho due supermercati Inn’s che hanno roba buona a prezzi relativamente bassi. Compro ad esempio vasetti di yogurt alla frutta dell’Alto Adige, buonissimi, a 25 cent l’uno.
    Un’edilizia popolare energeticamente autosufficiente a canone modico e a riscatto, sarebbe un altro beneficio alternativo agli aumenti di stipendio.
    Oggi si costruisce ancora come 50 anni fa. Se lo Stato prende l’iniziativa di costruire bene a prezzi accessibili, si sgonfia anche l’enorme speculazione edilizia, poichè l’impresa di costruzioni statale fa da calmiere.
    Esistono settori dove lo Stato deve avere una linea produttiva calmierante ed è il settore dei beni di prima necessità.
    Il resto, va bene all’iniziativa privata. Se voglio una casa principesca non ricorro all’edilizia statale, per intenderci. Se voglio un’auto prestigiosa idem. Ma la carrioletta utilitaria a quattro soldi, lo Stato deve potermela garantire.
    L’errore del sindacalismo è stato quello di puntare prevalentemente
    all’elemosina, alla lira in più in busta paga. Il sindacato avrebbe dovuto puntare ad un azionariato di compartecipazione, a benefici quali i trasporti, gli asili nido, l’assistenza post scolastica, le facilitazioni nei viaggi all’estero, la continua qualificazione, la protezione e ricollocazione nel caso un’azienda chiuda o abbia necesità di snellire il personale. Qualcosa è stato fatto, ma niente di realmente sistematico e sufficiente. Anche perchè quando si
    parla di Stato si parla di mangiatoia a sbafo e di tutto ciò che c’è di
    peggio.
    Si dovebbe agire per meriti: se un manager non ottiene risultati, deve
    andarsene. Se un controllo non controlla e viene scoperta la agagna, i
    controllori devono risarcire di tasca propria. Anche qui andrebbe utilizzato il conflitto di interessi, come giustamente indica G.V.
    Per cui, è ai tecnici dell’economia e non ai sindacati, che bisogna affidare la riforma dei rapporti tra lo Stato e TUTTO il mondo del lavoro, imprenditori compresi.
    Invece si persiste nella mentalità dell’imprenditore visto come lo schiavista e l’operaio visto come lo schiavo.
    Ovvio che a loro volta gli imprenditori dicano: ok, se questa è la musica, vediamo chi la balla meglio. La ballano meglio loro e l’operaio, o il lavoratore in genere, ci rimette sempre.
    —–

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