Manifesto per la fondazione del partito Democrazia Laica. Per la difesa della laicità della Repubblica italiana (quindi anche della libertà di religione) e contro la guerra da “scontro di civiltà”

Il laicismo unisce, i clericalismi invece dividono. E spingono chiaramente verso una nuova disastrosa guerra chiamata “scontro di civiltà”. Se qualcuno vuole partecipare con me all’avventura della creazione del partito Democrazia Laica si faccia avanti. Questo è il manifesto che io propongo. Si accettano ovviamente suggerimenti e consigli, specie per il programma politico che io ho solo abbozzato in pochi punti.

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L’Italia è stata unificata e resa più civile, più moderna e più europea dalle personalità, dai gruppi, dalle associazioni e dai partiti laici e antitotalitari, cioè da un insieme che oggi è purtroppo molto indebolito e in via di estinzione come realtà organizzata e dotata di strutture politiche. Da qualche tempo è invece cresciuto l’interventismo della gerarchia vaticana nella vita politica della Repubblica Italiana, fino a superare abbondantemente in vari campi i limiti del lecito; interventismo che si è mobilitato non per la conquista di nuovi diritti dei cittadini italiani, quanto invece per impedirli. Di recente si è arrivati a sostenere che le leggi della Repubblica devono essere in sintonia con il credo man mano elaborato in Vaticano.
Questo comportamento, da religione di Stato, spinge da una parte all’ossequio filoclericale e dall’altra all’anticlericalismo, eccessi da evitare entrambi, ma spinge anche in direzione contraria al diritto di libertà di culto, inteso come diritto alla libertà per ogni culto, compreso il culto del non credere. Il Vaticano ha tentato a lungo d’imporre alla Comunità Europea il cappello delle “radici cristiane” nel progetto di Costituzione europea. Il tentativo finora è andato a vuoto e nel frattempo la Spagna, ex sagrestia d’Europa, si è molto laicizzata, diventando molto più moderna ed europea. Per bilanciare tali perdite il Vaticano ha aumentato la pressione sulla Repubblica italiana, con il chiaro scopo di farne il proprio “zoccolo duro” per non perdere anche l’influenza, i privilegi e il potere che da secoli esercita sul territorio italiano.

La libertà di scelta religiosa e di scelta atea o agnostica è un diritto inalienabile, che parafrasando una nota frase di Camillo Benso di Cavour potremmo riassumere con l’espressione “Libere Chiese in libero Stato”, aggiornandola ed ampliandola in “Libere Chiese in libera Europa”. Il crescendo di invadenza vaticana va però in direzione opposta a tale diritto e a parte dei diritti universali dell’uomo, e legittima per reazione un’analoga invadenza da parte di altre religioni, aumentando così il pericolo del ripetersi di esiti drammatici già vissuti in passato, e contribuisce in modo preoccupante al deterioramento della scuola e della sua centralità nella formazione dei cittadini e del futuro del Paese. Ecco perché l’invadenza del Vaticano va contrastata, con urgenza e fermezza, ed ecco perché quella delle altre confessioni va prevenuta con altrettanta urgenza e fermezza prima che sia troppo tardi. Si può essere cristiani e cattolici senza inginocchiarci anche fuori dalle chiese, così come si può essere atei o professare altre religioni senza per questo tenere sermoni o montare in cattedra fuori dai propri templi.Pur tralasciando le passate mobilitazioni della gerarchia clericale contro quelli che sono poi diventati diritti civili, come il diritto al matrimonio con rito non religioso, il diritto alla contraccezione preventiva, all’aborto e ai trapianti di organi, ancora oggi i cittadini italiani pagano le conseguenze dell’interventismo del Vaticano in troppi campi:
•    fecondazione assistita;
•    convivenza more uxorio di cittadini dello stesso sesso;
•    diritto alla contraccezione;
•    diritto alla pillola del giorno dopo;
•    diritto all’aborto terapeutico senza l’ostacolo delle cosiddette “obiezioni di coscienza” e senza intollerabili pressioni di presunti “amici della vita”;
•    diritto a decidere sulla propria morte contro l’accanimento terapeutico deciso da estranei contro la volontà dell’interessato e dei suoi congiunti, anche ben oltre il limite della umana dignità;
•    diritto alla prescrizione medica di sostanze utili ad attenuare l’insostenibile dolore fisico nei malati terminali.
•    diritto all’eguaglianza, almeno nelle scuole pubbliche, da parte di insegnanti di materie non religiose nei confronti degli insegnanti di religione, sfacciatamente preferiti nelle graduatorie per l’assunzione in ruolo.
Il dilagare di malattie sessuali quali l’Aids, che in Africa miete centinaia di migliaia di vittime e crea un mare di orfani, a causa del divieto “religioso” del preservativo, perfino in presenza del suo utilizzo a fini procreativi senza rischio tra sieropositivi, indica che questi argomenti non hanno nulla né di religioso da una parte né di ideologico dalla parte contrapposta. Si tratta di problemi drammaticamente concreti, che creano dolore e sofferenza in tutti coloro che si vedono privare la dignità di nuovi diritti e l’esercizio della propria sessualità senza i condizionamenti di tabù imposti dall’alto per motivi che in realtà nulla hanno a che vedere con la religione.
Purtroppo l’invadenza della gerarchia vaticana non si ferma ai temi citati, ma si spinge anche a pretendere una serie di privilegi decisamente inaccettabili, perché oltretutto contraddicono pesantemente il principio di eguaglianza dei cittadini e tra fedi diverse, compresa la fede nella mancanza di fede:
•    incasso di quasi l’80% del gettito fiscale dovuto all’8 per mille versato da molti contribuenti all’atto della dichiarazione dei redditi senza specificare il beneficiario. Il libro L’obolo, scritto dal giornalista Curzio Maltese, ha rivelato l’impressionante ammontare delle cifre incamerate ogni anno dal Vaticano in questo modo. Cifre che meglio sarebbe investire nella scuola, cioè nel futuro dei giovani e quindi dell’intera società;
•    esenzione da tasse come l’Ici ottenuta in molti modi, anche inserendo piccoli spazi per il culto in immobili chiaramente ad uso commerciale, turistico, ecc. E’ da notare come varie inchieste giornalistiche e buoni libri dimostrano che il Vaticano possiede beni immobili pari a un quarto di tutti quelli esistenti a Roma e un quinto di tutti quelli esistenti in Italia;
•    nomina anche nelle scuole pubbliche degli insegnanti di religione su decisione del vescovo locale, anziché per concorso come per tutti gli altri insegnanti;
•    privilegio nell’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione rispetto a tutti gli altri anche aventi maggiore anzianità, e con il ministro Giulio Tremonti privilegio perfino negli aumenti di stipendio;
•    licenziabilità dei citati insegnanti di religione a discrezione del vescovo locale;
•    stanziamenti sempre più sostanziosi per la scuola privata, che in Italia è di fatto quella gestita dal Vaticano o da organismi ad esso facenti capo. La Regione Lombardia è arrivata al punto di stanziare fondi per aiutare le famiglie che, per i propri figli, alla scuola pubblica preferiscono quella privata, cioè di fatto confessionale. Si utilizza quindi il pubblico denaro per degradare ulteriormente la scuola pubblica! Degrado che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, vuole acuire a livello nazionale imponendo a tutte le Regioni le stesse regalie di danaro pubblico a favore della preferenza per le scuole private, vale a dire facenti capo al Vaticano, a discapito di quelle pubbliche, facenti capo cioè alla Repubblica Italiana. E’ invece il ruolo centrale e strategico della scuola pubblica nel futuro di un Paese civile che deve essere recuperato e rilanciato con urgenza, pena il declino irreversibile e annessi possibili esiti traumatici.


Poiché i vescovi non sono nominati dalle rispettive comunità di credenti, bensì dallo Stato del Vaticano e ad esso debbono rendere conto, ne consegue che la Repubblica Italiana ha ceduto parte della propria sovranità a uno Stato estero qual è a tutti gli effetti il Vaticano, anche in tema di esercizio del diritto internazionale.
Oltre a ciò, il problema è che gli insegnanti in questione non sono insegnanti di religioni o storia delle religioni, come dovrebbero invece essere, bensì di fatto solo insegnanti di religione cattolica, intesa sempre e comunque come “la vera religione”. Su questo punto la gerarchia facente capo al Vaticano e alcune forze politiche al suo seguito e adoratrici della “realtà territoriale” hanno preso posizione esplicita, anche in tempi recenti, appellandosi alla tradizione, alla “identità italiana” e alle “radici europee”.
Riguardo all’invocare le tradizioni come un obbligo da perpetuare, bisogna sottolineare che anche lo schiavismo, le case di tolleranza, lo sfruttamento dei minori, la subordinazione della donna e la sua mancanza del diritto di voto, la monarchia, la pena di morte, la tortura, il disprezzo verso gli ebrei perché “popolo deicida”, la mancanza di diritti eguali per tutti e perfino la mancanza dell’habeas corpus, tutte queste realtà storiche sono state delle tradizioni. Tradizioni durate molti secoli e a volte millenni, ma non per questo abbiamo dovuto restarne prigionieri, ce ne siamo anzi per fortuna liberati. Le “tradizioni” sono da sempre in continuo aggiornamento e volerle ingessare o restarne prigionieri è – per usare un linguaggio caro al clero vaticano – contro natura, oltre che contro la Storia e i diritti universali degli esseri umani.


Riguardo l'”identità italiana”, non è il Vaticano il più adatto a parlarne e a spiegare cosa essa sia. Non è infatti fare dell’anticlericalismo ricordare che il papato si è opposto più di una volta alla realizzazione dell’unità d’Italia, unità che avrebbe potuto essere realizzata già dai Longobardi, i laboriosi lombardi di oggi, ben 800 anni prima di quanto avvenuto. L’unità d’Italia è stata peraltro conquistata appena 150 anni fa e a prezzo di guerre anche contro lo stesso Stato pontificio. Come qualunque altra, l’identità italiana è comunque cambiata nel tempo, modificandosi sotto l’incalzare della Storia ed emancipandosi sotto l’incalzare del sapere, della cultura e del progresso in generale.
Riguardo infine alle famose “radici cristiane” dell’Europa, da qualche tempo fatte diventare “giudaico-cristiane”, con una inversione di 180 gradi rispetto alla tradizione, è il caso di dirlo, durata 16 secoli, ci sono da notare alcune cose.
La prima è che nonostante le intenzioni del Vaticano il termine “giudaico-cristiano” rende evidente la stessa realtà che esso vuole nascondere, e cioè che le radici in questione hanno origini ben più antiche (esse affondano nel Vicino e Medio Oriente): né l’ebraismo e neppure il cristianesimo sono infatti realtà “made in Europe”, dove sono infatti arrivate dal Medio Oriente.
La seconda cosa da notare è di fatto una prosecuzione della prima. Se la definizione “giudaico-cristiane”, riferita alle radici in questione, indica implicitamente che esse arrivano fino in Oriente, c’è da aggiungere che in realtà esse affondano molto più in là di quanto comunemente si voglia ammettere e far sapere: nonostante la damnatio memoriae dei popoli pagani operata dal Vaticano con la Bibbia, le nostre radici arrivano infatti fino in Mesopotamia e oltre. Basta notare come perfino piccole realtà di essenziale uso quotidiano, come l’orologio e il calendario, i numeri e le operazioni aritmetiche, per non parlare di molto altro, sono eredità che abbiamo ricevuto da spazi territoriali e culturali che abbracciano almeno 3-4.000 anni di storia e comprendono in forma organica l’attuale Vicino e Medio Oriente, spingendosi peraltro ancora più in là.
Voler far partire la Storia dal tempo della Bibbia o da quello più recente dei vangeli rappresenta un grave errore, oltre che un sopruso nei confronti della verità. Vale a dire, una falsificazione della Storia, ovvero dei fatti realmente accaduti, anche se troppo spesso volutamente ignorati, specie in relazione alle loro influenze sulla cultura e sull’identità dei popoli. Tale ignoranza è però oggi non più ammissibile alla luce delle imponenti acquisizioni realizzate da discipline quali l’archeologia, la storiografia, lo studio delle lingue precedenti il greco e il latino e lo studio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche di popoli e culture anteriori, e non di poco, ai greci e ai latini. Anteriori cioè ai popoli e alle culture alle quali usiamo far ascendere le nostre radici precedenti il cristianesimo e precedenti la stessa presa di coscienza dell’esistenza del territorio chiamato Europa.
La terza cosa da notare, infine, è che le radici vantate dal Vaticano sono state man mano favorite e poi imposte manu militari per motivi politici dal potere imperiale, quello di Costantino e Teodosio prima e di Carlo Magno dopo, recidendo, con metodi non di rado degni dei moderni talebani, radici ben più antiche. E’ ormai assodato e noto che le più importanti ricorrenze cristiane, quali il Natale, la Pasqua, la Quaresima, ecc., non sono altro che tradizioni preesistenti, “pagane”, delle quali il clero romano si è semplicemente appropriato. Perfino le processioni e la venerazione delle immagini sacre ci sono state trasmesse dall’antico Egitto e dalla Mesopotamia, oggi quest’ultima ancor più aborrita perché si chiama Iraq.


Se non si puntano i piedi sulla demistificazione delle “radici europee” e del'”identità italiana” – rispettivamente definite “radici cristiane” e “radici cattoliche”, con insistenza crescente da quando è nata la Comunità Europea, e recentemente trasformate entrambe in “giudaico-cristiane” – si finirà con il restare prigionieri dell’evidente strategia vaticana di ricerca di una qualche forma di coesistenza tra cristianesimo ed ebraismo, inclinata in realtà sempre più pericolosamente verso lo scontro con il mondo islamico, esponendoci quindi prevedibilmente al suo risentimento e alle sue reazioni.
Quello con il mondo islamico è uno scontro iniziato in tempi moderni con la spedizione di Napoleone in Egitto due secoli fa, ma già inaugurato in tempi anteriori con le varie crociate. Che altro non erano se non guerre europee volute dal Vaticano contro il mondo non solo islamico. Viceversa, si rischia che eventuali e peraltro auspicabili accordi di pacifica convivenza tra le diverse confessioni stendano una ancor più spessa e pesante cappa multi clericale sui diritti dei cittadini italiani tutti, laici e non laici, che seguono una religione o che non ne seguono nessuna. E nel caso di ormai non impossibile rottura dell’unità d’Italia, con conseguente espulsione della sua parte più debole dalla Comunità Europea, la situazione che si sta creando potrebbe avere conseguenze devastanti.


A tutto ciò bisogna aggiungere che in parallelo con l’aumento dell’invadenza clericale nella vita politica è cresciuta anche nella realtà delle scuole private il ruolo di Comunione e Liberazione, organizzazione filoclericale che punta a occupare nell’intero settore della scuola uno spazio simile a quello che è riuscita ad occupare nel settore della sanità della Regione Lombardia, diventata per alcuni politici regionali l’equivalente di ciò che è Mediaset per Silvio Berlusconi. Comunione e Liberazione ha inoltre contribuito ad alterare la natura della politica sanitaria lombarda: se tale politica prima era modellata sulla realtà della distribuzione statistica e territoriale delle patologie,  oggi invece è modellata sulla struttura e sulle esigenze del mondo della produzione sanitaria e farmaceutica. Si vuole forse snaturare anche il mondo della scuola con analoghi cambiamenti di rotta e di obiettivi? Nella scuola si vuole piegare l’interesse generale a favore di quello “privato”, in gran parte confessionale e comunque sempre affaristico?
Più in generale, il dilagare di Comunione e Liberazione nella realtà economica e politica lombarda è ben documentato dal libro dal titolo significativo: Assalto al potere in Lombardia, scritto da chi ben conosce il tema, perché dipendente della giunta regionale e per rappresaglia è stato sospeso pro tempore dal lavoro.
C’è da notare che Comunione e Liberazione è nata proprio in Lombardia, per l’esattezza a Milano, grazie all’uso molto disinvolto che il famoso professore di religione don Luigi Giussani fece negli anni ’60 del suo ruolo tra gli studenti del liceo Berchet dove insegnava. L’esempio del sacerdote Giussani – definito grande educatore, omettendo però che educava al cattolicesimo molto poco laico – trova oggi volenterosi imitatori. Nelle scuole private nell’orbita di Comunione e Liberazione non di rado gli insegnanti praticano, nei confronti di cognizioni e dottrine sgradite, la strategia del riduzionismo o del negazionismo, per esempio nei riguardi del darwinismo e dell’evoluzionismo, sostituiti d’autorità con il creazionismo biblico, ma anche sostituendo buona parte della storia antica con i miti della Bibbia, fatti passare per verità storiche quando è ormai assodato che non lo sono e che pertanto alimentano invece odi millenari tra varie confessioni con danno dei rispettivi popoli.


Una scuola pubblica che insegni istituzionalmente nello stesso tempo due cose tra loro opposte e inconciliabili, vale a dire da una parte la storia e il pensiero critico, quindi anche scientifico, con il personale docente scelto dallo Stato italiano e dall’altra il suo opposto fideistico, quali per esempio il creazionismo e i miti biblici con il personale scelto ad nutum dal vescovo, è una scuola che offende il dettato costituzionale sulla parità dei cittadini italiani e che non è in grado di formare menti dotate di sufficiente intelligenza critica e capacità scientifica.
Una tale formazione scolastica, contraddittoria e schizofrenica, non è la più adatta per reggere le pesanti sfide economiche, culturali e globali che sempre più ci vengono lanciate da Paesi come l’India e la Cina, giganti che, spogliatisi ormai del tutto degli abiti coloniali imposti in passato dall’Europa, la stanno raggiungendo in molti campi. Con la prospettiva di superarla e soppiantarla nel ruolo mondiale. E’ quindi la scuola pubblica, non le singole confessioni né quella dominante, che deve essere messa al centro dell’interesse generale.


E’ la stessa Comunità Europea a lanciare l’allarme con una apposita risoluzione, la numero 1580 del 4 ottobre 2007, che vale la pena citare per intero in calce a questo documento, e che mette in risalto come il movimento creazionista persegua in realtà ovunque nel mondo cristiano, dagli Stati Uniti, dove è nato, all’Europa, dove lo si vuole espandere, l’obiettivo di abbattere la democrazia per sostituirla con la teocrazia. E anche in questo caso non è ideologia o anticlericalismo denunciare una tale situazione, si tratta invece di far notare, tra l’altro, un paio di cose. Senza scadere nell’antagonismo e nella contrapposizione reciproca, credo e scienza devono poter coesistere senza che un credo venga ad opporsi alla scienza contrastandone le acquisizioni, che hanno invece il merito di avere enormemente migliorato le condizioni di vita dell’umanità.
In Italia siamo arrivati al punto che il vicepresidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), Roberto De Mattei, si è fatto dare dallo stesso CNR un contributo di 9.000 euro per pubblicare gli atti di un convegno da lui organizzato sul tema “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi” (cfr “La Repubblica” del 23 dicembre 2009). De Mattei è un fervente creazionista, convinto che “Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità”.
Poiché crede nella Bibbia, e non solo riguardo all’origine dell’umanità, confondendo illegittimamente tra le sue legittime scelte religiose e la sua pubblica responsabilità di ricercatore scientifico, De Mattei lancia anche l’accusa che “in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come di inferiorità verso certi ambienti intellettuali” assertori del darwinismo, e punta il dito contro i “vescovi e teologi che lo accettano”, chiosando che questi “sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera”.
Se questa è la mentalità scientifica e la disinvoltura del vicepresidente del CNR, possiamo intuire quale sia quella al livello della scuola di ogni ordine e grado. Insistere sulla verità storica delle narrazioni bibliche e prenderle come insegnamenti, per giunta divini, anziché spiegare che in massima parte sono solo miti e che nella totalità sono comunque di esclusiva origine umana significa legittimare valori che ledono in molti punti la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica italiana.


Non è ammissibile che il Vaticano remi contro la laicità e quindi contro la legalità della nostra Repubblica e che nello stesso tempo questa gli conceda tali e tante concessioni economiche e agevolazioni fiscali da farne un non trascurabile peso per l’erario. Peso che oltretutto ha quattro ben precise conseguenze negative: contribuisce a ridurre la possibilità di arrivare a una più equa tassazione, sempre promessa dai nostri governanti e sempre dagli stessi rinviata alle calende greche; impedisce alla radice lo sviluppo di iniziative pubbliche assistenziali e solidaristiche, con annessa creazione di posti di lavoro anche qualificato; favorisce invece la cultura e la pratica della carità appaltata di fatto a iniziative ed istituzioni facenti capo al Vaticano; infine, toglie risorse alla scuola pubblica.
La debolezza, le contraddizioni e i vizi di varia natura delle forze politiche, soprattutto della maggioranza, mettono il governo e la gran parte dei partiti nella condizione di avere più che mai bisogno dell’appoggio della gerarchia vaticana per conservare la propria base elettorale, cioè il proprio potere.
Tutto ciò è apparso drammaticamente chiaro nelle vicende del primo ministro Silvio Berlusconi negli ultimi mesi del 2009, sfociate nell’affermazione clamorosamente mendace sui “valori cristiani veicolati dal mio governo”. Il “caso Dino Boffo”, con i suoi annessi e connessi, è stato un episodio emblematico anche per cinismo, mercanteggiamenti e disponibilità alla simonia, oltre che per le torsioni acrobatiche che ha comportato. E a proposito di torsioni acrobatiche, la Lega Nord è passata da un anticlericalismo becero ad un altrettanto becero filoclericalismo, aggravato da una visione del cattolicesimo decisamente meschina e razzista.
Il bisogno governativo e più in generale politico, anche a livello regionale e comunale, di appoggio strumentale alla stampella vaticana comporta una ulteriore contrazione dei diritti civili e una ulteriore cessione di sovranità della Repubblica italiana a favore dello Stato estero del Vaticano.
Tutto ciò ha inoltre contribuito all’abbandono da parte dei partiti di sinistra dell’analisi della composizione della realtà produttiva, industriale, economica, finanziaria, contadina, professionale, ecc., e dell’analisi della composizione delle classi sociali. Un abbandono che obnubila la possibilità di efficaci riforme e cambiamenti strutturali e quindi di un più alto livello della qualità della vita delle classi dipendenti. Le categorie dell’analisi di classe sono state sostituite da categorie prevalentemente anagrafiche, come “giovani” e “anziani”, etnico-geografiche, come “extracomunitari” e “italiani”, religiose, come “cattolico” e “musulmano”. E c’è la tendenza ad aggiungere categorie ideologiche come “antisemita”, “filoisraeliano”, “filoarabo”, ecc. La distruzione della possibilità di intervenire incisivamente sulla realtà strutturale anche di classe è perciò praticamente nulla.


Le tensioni e i tentativi di accordo tra le tre religioni monoteiste, che di fatto sono le religioni dell’intero bacino del Mediterraneo e annesso retroterra, spingono in direzione di un rafforzamento clericale, inteso come rafforzamento dei cleri delle varie confessioni e di quelli delle loro divisioni scismatiche (non esiste infatti né un solo tipo di cristianesimo né un solo tipo di islam e neppure un solo tipo di ebraismo, in quanto le loro suddivisioni e sette assommano ormai a svariate decine).
Siamo così costretti a oscillare tra lo “scontro di civiltà” – che è piuttosto uno scontro di inciviltà, oltre che di fatto uno scontro di religioni, o meglio di interessi che si definiscono religiosi – e una ripresa dei vari clericalismi che sarà sicura causa di regressione sotto vari profili: politico, civile, sociale, morale, culturale, quindi anche scientifico, ed economico, oltre che religioso, ove per religione s’intenda l’inalienabile diritto a professare una fede, senza volerla imporre agli altri. Cioè senza voler a tutti i costi interferire nel dare a Cesare ciò che è di Cesare e, per chi ne ha almeno uno, dare al proprio Dio ciò che è del proprio Dio.
Non vogliamo restare prigionieri di tradizioni e radici che non hanno saputo evitare o che hanno provocato tragedie immani come il colonialismo, le guerre mondiali, i genocidi, l’uso della bomba atomica e la demenziale corsa agli armamenti nucleari, chimici, batteriologici e perfino “stellari, tutte prove evidenti dell’assenza di qualunque “superiorità” culturale o di civiltà nei confronti del resto del mondo, anzi prove di bancarotta morale e culturale di modelli di civiltà e sviluppo insostenibili, che se diventano accessibili al resto dell’umanità, il rischio è quello della distruzione delle risorse del pianeta.


OBIETTIVI – In attesa di definirli con esattezza con un dibattito più ampio, sono comunque prioritari:
•    il potenziamento delle scuole pubbliche e dei programmi scolastici, anche dirottando a loro favore almeno parte dei fondi recuperabili ponendo fine ai privilegi economici del Vaticano e degli incostituzionali finanziamenti alle scuole private;

•    il riconoscimento effettivo della parità dei diritti e della dignità tra l’uomo e la donna anche in fatto di sovranità sul proprio corpo, promozione di una maggiore presenza della donna in tutti i campi della vita pubblica, sua autonomia nelle scelte in fatto anche di maternità e lotta contro le pretese di sua soggezione alle ideologie dei vari cleri, che di fatto sono pretese di prosecuzione della soggezione della donna all’uomo. Il potere maschile e maschilista ha già fatto troppi danni nel corso della Storia, ed è ormai urgente porvi un argine e combatterlo;
•    l’ampliamento dei diritti civili sulla base dell’eguaglianza tra tutti i cittadini italiani, e quindi a prescindere da considerazioni religiose e sessuali e di qualunque altra natura comunque discriminatoria;
•    l’abrogazione del Concordato e dei privilegi che comporta, anche per impedire che se ne stipulino altri sullo stesso modello per altre religioni.


Ecco intanto il testo completo della risoluzione n. 1580 approvato dalla Comunità Europea il 4 ottobre 2007:
1 – Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo – il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 – Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 – Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di Stati membri del Consiglio europeo.
4 – L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 – I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 – Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 – C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente egualitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 – Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 – Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 – Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 – L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 – Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 – La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 – Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 – L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 – Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 – La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 – Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 – L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative: A difendere e promuovere la conoscenza scientifica. A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva. A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno. Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione. A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 – L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.

•    Pollard John F., L’obolo di Pietro. Le finanze del papato moderno: 1850-1950, 2006, Corbaccio
•    De Alessandri Enrico, Comunione e liberazione: assalto al potere in Lombardia, 2010, Bepress

807 commenti
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  1. marco tempesta
    marco tempesta says:

    …una lettura in questo senso e del tutto fuorviante, nel senso che sembrebbe indicare, quale unica soluzione del problema “una controcampagna”altrettanto efficace per “controbilanciare il tutto. (CC)
    ——-
    Si, CC, esattamente.
    Noi siamo abituati a ragionare con la nostra testa, ma gli altri non ragionano con la nostra testa. Allora bisogna estraniarsi e guardare tutto dall’esterno. Si possono fare tutte le disamine che si vogliono, ma il messaggio del cavaliere all’inizio di FI è stato: “Avete visto che partiti di merda avete? Cosa vi hanno dato? Niente. Cosa vi hanno tolto? Soldi. Ora ci penso io a risollevare l’Italia, per cui ( messaggio subliminale di tipo calcistico) FORZA ITALIA. ”
    I risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti: molte pecore, che credono in lui come l’unico pastore attendibile. Come cerca di mantenere il consenso nonostante tutto? Utilizzando anche stavolta tecniche pubblicitarie: ” voi mi avete eletto, quindi se mi vogliono destabilizzare vogliono destabilizzare la vostra scelta, vogliono colpire voi”. E la gente ci casca.
    Se non teniamo conto di queste dinamiche possiamo fare tutti i discorsi politici che vogliamo, ma restiamo sempre al palo.

  2. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro uroburo,
    concordo perfettamente con la “tua” analisi della resistenza italica.
    Aggiungo solo questo..
    A)Fu movimento sostanzialmente “minoritario”nel panorama amorfo della società italia del periodo, imbevuta ancora di retorica fascista.
    Un solo dato per tutti se non ricordo male..80.000 furono i partigiani e 300.000 gli aderenti alla repubblica di salò.
    Senza contare poi che il fenomeno si localizzo in sole e ben determinate aree del paese.
    ————————————–
    Dopo questi dati, si aggiunga che l’intero apparato burocratico Scuola compresa era di stampo “piccolo borghese fascistoide” e per molti anni si stentò anche solo a far entrare nelle scuole le ragioni dei resistenti”
    Sono quindi del tutto prive di fondamento le pretese di chi afferma anche su questo Blog,che esistette in Italia nel dopoguerra una “cultura” antifascista “opprimente” che schiacciava gli altri.
    Senza contare che anche la Magistratura in quel periodo era decisamente dello stesso stampo.

    cc

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Anche perchè sostanzialmente se per” vincente” è la politica che va a solleticare gli istinti”più bassi” di un popolo già” basso” di per sè ,tanto vale iscriverci tutti alla PDL e fare lotta all’interno .
    ——-
    Davvero tu pensi che sia possibile combattere FI dall’interno? Nessuno ci riuscirebbe mai: il leader è troppo un volpone per lasciar spazio incontrollato alla dissidenza. Vedi come tratta Fini, per farti un’idea.
    E’ riuscito nell’intento di abbattere un governo dall’interno, solo qualcuno dello sfortunato ultimo governo Prodi, ma si sa come vanno le cose nei partiti di sinistra. Non per niente un partito del 33% , nonostante fosse scampato alla mannaia di Mani Pulite, si è volatilizzato in brevissimo tempo fino a scomparire dal mercato politico. Tu sai spiegarti come mai?

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter: non conosci Diaz.
    Può passare da Bach al tango con la stessa facilità. L’ho ascoltato diverse
    volte dal vivo, come ho ascoltato numerosi grossi nomi della chitarra classica.
    Non ce n’è per nessuno: Diaz è il migliore in assoluto. D’altronde è
    un’opinione, questa mia, largamente condivisa negli ambienti chitarristici:
    Diaz non si tocca!
    Ascoltati il pezzo che ho postato per Marta, sudamericano.
    Segovia invece è molto monotono nel timbro, un ottimo esecutore, per carità,
    ma come interprete non c’è, non interpreta infatti. Sia che suoni Bach sia che
    suoni Villa Lobos, la sua tecnica è identica. Esegue, infatti, non interpreta.
    A suo merito va invece l’enorme arricchimento del repertorio chitarristico, le
    trascrizioni. Prova a fare il paragone che ti ho detto: un pezzo semplice
    semplice come Asturias, suonato da Segovia e poi da Diaz. Capirai così anche tu
    qual è la differenza tra esecuzione ed interpretazione. Ovviamente devi saper
    riconoscere una corda di chitarra da uno spago, altrimenti è tempo perso.

  5. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro marco,
    cosa vuoi che ti dica…
    Che mi riesce difficile contrapporre alla merda , una merda più efficace , se si tratta solo di questo..!!
    Almeno io non ne sono capace!

    cc

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    la chitarra a 10 corde è un’invenzione ottocentesca, ma è stata portata in epoca moderna, intorno agli anni ’60, da Narciso Yepes, in collaborazione con Ramirez, se la memoria non mi tradisce.

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    Mia povera signora,
    ma lei non ha proprio nessun controllo dei suoi nervi! Ancora una volta ha sospeso le pilloline, vero?……
    Quel che ho scritto è quel che io ho capito delle sue estrinsecazioni, se ho capito male è solo perchè lei spesso straparla.
    Potrei andare a cercare le affermazioni originali ma francamente non ne ho nessuna voglia. E poi purtroppo l’archivio del blog – qualche settimana fa avevo cercato di fare una ricerca per cacciarle in gola certe sue affermazioni – è accessibile solo fino quest’estate e non più indietro. Peccato.
    Io me ne infischio di quel che lei permette: lei permetta ai suoi interlocutori di confrontarsi con delle affermazioni logiche e non con il prodotto della sua visceralità.
    Che io sia disonesto e bugiardo lo dice solo lei. Che lei non sia capace di interloquire in maniera logica lo diciamo in tanti.
    Comunque faccia un po’ lei come meglio crede, francamente il suo parere mi interessa pochino.
    Lei non è capace di guardarsi dentro nemmeno nei momenti di rabbia perchè lei è una maschera continua, una perenne recitazione, un’unica sceneggiata napoletana. Uroburo

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma no, CC, non si tratta di contrapporre merda. Noi ‘vendiamo’ un ottimo prodotto. Solo che non possiamo andare in giro col carrettino, come si faceva una volta, se mi passi la metafora. Dobbiamo usare tecniche moderne per gente che ha una mentalità abituata ad assorbire le informazioni in una maniera che è diversa dalla nostra. Se non ci adeguiamo ai tempi, non ci resta che starcene a parlare solo tra noi, seduti sulla panchina in attesa della Falce, non so se mi spiego…

  9. Linosse
    Linosse says:

    X M.T.
    Parlavo del chitarrista D.Kuper.Segovia ha sicuramente utilizzato la chitarra di Yepes non l’ha ideata e realizzata lui .

  10. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro marco,

    nella mia storia personale, non mi sono mai tirato indietro.
    Anzi le poche volte che per mia “disgrazia” ho avuto delle responsabiltà istituzionali, ho capito tante cose.
    La prima è che tutto sommato “è una posizione priviligiata” per capire effettivamente come sono le persone fuori dai convenevoli e “ipocriti” atteggiamenti di convenienza , che qualcuno scambia sovente con LE SANE TRADIZIONI di un tempo.
    In questo campo non c’è pubblicità che tenga.
    Sono tutti molto furbi e preparati.
    Quando si tratta di cazzi loro,personali,mica li freghi ,anche con la più brillante “pubblicità” del migliore prodotto del mondo,se per un solo istante questo cozza contro l’interesse loro del momento.
    Pensa questo enorme “potere” dato in mano a chi già di per sè e va lì per farsi i cazzi suoi”,e scopre che sostanzialmente lui non è peggiore di chi amminstra…ammazzetè oh,,che libido!!

    cc

  11. Peter
    Peter says:

    x Marco T.

    non m’intendo un granche’ di musica e l’ho detto. Pero’ la musica e’ una delle cose che mi piace apprezzare coi sensi anziche’ l’intelletto. I brani che hai inviato del tuo Diaz non mi piacciono, anzi li trovo irritanti. E’ solo una questione di gusti. Sembra uno che suona in punta di piedi, per cosi’ dire

    Peter

  12. Pasquino
    Pasquino says:

    NON ANDARTENE

    piccola supplica a Sylvi

    Dimmi o cara Sylvi,
    cosa ne farò dei miei versi,
    se non potrò dedicarteli,
    se non godrò più del tuo bel scrivere,
    delle tue forme dolci e dei tuoi sinuosi passaggi,
    delle tue movenze lessicali cosi leggiadre,
    tali che sembra tu inceda in danze armoniose.
    Dimmi o mia amica,
    cosa ne farò de i miei pensieri,
    se non potrò più donarteli,
    se non potrò più con un tratto
    modellardeteli sull’anima ed incendiarti il cuore,
    se non potrò mai più avere i tuoi osanna,
    dolci frutti a cui ardentemente anelo.
    Dimmi o mia amica,
    cosa ne farò della mia prosa,
    se non potrò mai più dedicarti i miei poemi,
    se non potrò ardire di alietarti,
    e creare sorrisi, dolci altalene
    che ti cullavano fino a toccare il cielo.
    Dimmi o mia amica,
    cosa ne sarà di questo poeta senza di te,
    che deserto sarà questo splendido blog,
    e la sete di leggerti che ho per te
    mai potrò saziare.

  13. sylvi
    sylvi says:

    Ma bravo il nostro CC,

    lui con il suo Uroburo concorda in continuazione….!!!
    Durante questi 60anni “l’apparato piccolo borghese fascistoide” ha continuato, dopo il fascismo, a comandare…a infilarsi dentro tutti i gangli dello Stato…a fare guerre di religione intestine, golpe neri in quantità, ….e via starnazzando.
    Il fascismo è durato 20anni il dopofascismo 60…e sempre tutti fascisti.
    La sx evidentemente non è nessuno senza le barricate!

    Quelli come me, e sono tantissimi,che hanno combattuto guerre sul campo; quelle battaglie che non danno medaglie, nè encomi; quelle che, senza badare al proprio tornaconto, e vigili verso la “parrocchia” di appartenenza ideale, davano il senso della propria onestà e di una educazione civile…
    Ma capisco che sono argomenti, per voi da sceneggiata, napoletana addirittura!!!
    Non faccio carico a te di ciò, dico soltanto che trovo chiusura, ermetica; ve la cantate e ve la suonate!
    Al centro con cilici, e meno male senza, non trovate adepti, alle estreme nemmeno, troppo fascisti siete, per loro…

    Buon viaggio.
    Non intendo fare da cavia, consenziente , per dipiù, a gente che non vede futuro.

    Ciao
    Sylvi

  14. Anita
    Anita says:

    x Pasquino

    Bravo Pasquino, incoraggiamo Sylvi a non abbandonare il forum.
    Bellissima ode che Sylvi non potra’ ignorare.

    Grazie,
    Anita

  15. alex
    alex says:

    @ Pasquino (166)
    Scusi, ha per caso assaggiato le famigerate pilloline anche Lei?

  16. Marta x Marco T.
    Marta x Marco T. says:

    Caro Marco ascoltero`stasera il Bolero nelle due versioni poi ti sapro`dire, ho ricevuto un CD tempo fa,un concerto dei Berliner diretti da Barenboim, fra altri brani c’è anche il Bolero che purtroppo non mi coivolge per niente. ..

    Sulla questione libica Le Matin di Losanna ha chiesto ai lettori cosa ne pensano del colonnello e l’affare ostaggi. La grande maggioranza delle persone ha risposto la stessa cosa, sappiamo chi è il personaggio, ignorarlo completamente, boicottare la benzina Tamoil, e congelare i soldi depositati qui.
    I mussulmani presenti da noi sono circa mezzo milione, per il momento sembra che nessuno abbia intenzione di dire pubblicamente quello che pensa, non so se per paura o perchè anche loro sanno chi è costui. Non mi risulta che ci siano libici presenti sul nostro territorio, e se ci sono, di sicuro, sono una esigua minoranza.
    Il resto è veramente un tormentone come ha scritto CC in un suo post qualche settimana fa.
    un cordiale saluto M.

  17. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Non me ne intendo tanto di musica, ma sono d’accordo con te su Diaz, non ha un suono melodioso, fluido….eppoi chi sono io di criticare un famoso chitarrista venezuelano.
    Molta musica mi inervosisce.

    Anita

  18. Peter
    Peter says:

    ‘forme dolci e sinuosi passaggi’. Ehi, un momento, qui ci sono sicuramente dei doppi sensi…

    Peter

    ps
    xSylvi

    uno scambio di indirizzi email col suo ammiratore e’ di rigore

  19. ber
    ber says:

    x Linosse,
    il banana ha infoltito il bananeto con la promessa di lauti guadagni,…con impunita’, se scoperti.
    Tutti quelli che lo circondano,…nessuno escluso pensa a fare soldi per se, e,dopo,per il partito….
    Un senatore pdl ha dato cinquecentomilaeuro al cicchetto,per un
    posto al senato,..presi dalla sanita’ abr….,l’inchiesta si e’ arrenata.
    Il procuratore e’ sotto incliesta…
    Ciao,Ber

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    (A Sylvi ..e che il buon Giacomo mi perdoni)

    Sylvi, rimembri ancora
    quel tempo della tua vita mortale,
    quando beltà splendea
    negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
    e tu, lieta e pensosa, il limitare
    di gioventù salivi?

    Sonavan le quiete
    stanze, e le vie d’intorno,
    al tuo perpetuo canto,
    allor che all’opre femminili intenta
    sedevi, assai contenta
    di quel vago avvenir che in mente avevi.
    Era il maggio odoroso: e tu solevi
    così menare il giorno.

    Io gli studi leggiadri
    talor lasciando e le sudate carte,
    ove il tempo mio primo
    e di me si spendea la miglior parte,
    d’in su i veroni del paterno ostello
    porgea gli orecchi al suon della tua voce,
    ed alla man veloce
    che percorrea la faticosa tela.
    Mirava il ciel sereno,
    le vie dorate e gli orti,
    e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
    Lingua mortal non dice
    quel ch’io sentiva in seno.

    Che pensieri soavi,
    che speranze, che cori, o Silvia mia!
    Quale allor ci apparia
    la vita umana e il fato!
    Quando sovviemmi di cotanta speme,
    un affetto mi preme
    acerbo e sconsolato,
    e tornami a doler di mia sventura.
    O natura, o natura,
    perché non rendi poi
    quel che prometti allor? perché di tanto
    inganni i figli tuoi?

    Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
    da chiuso morbo combattuta e vinta,
    perivi, o tenerella. E non vedevi
    il fior degli anni tuoi;
    non ti molceva il core
    la dolce lode or delle negre chiome,
    or degli sguardi innamorati e schivi;
    né teco le compagne ai dì festivi
    ragionavan d’amore.

    Anche perìa fra poco
    la speranza mia dolce: agli anni miei
    anche negaro i fati
    la giovinezza. Ahi come,
    come passata sei,
    cara compagna dell’età mia nova,
    mia lacrimata speme!
    Questo è il mondo? questi
    i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
    onde cotanto ragionammo insieme?
    questa la sorte delle umane genti?
    All’apparir del vero
    tu, misera, cadesti: e con la mano
    la fredda morte ed una tomba ignuda
    mostravi di lontano.
    —————————————————————-
    Bèh, sull’ultima quartina facciamo le corna ….
    C.G.

  21. ber
    ber says:

    Caro Marco,
    il tuo ragionamento non fa una grinza,…ma circa la meta’ degli
    italiani non approva i metodi truffaldini-mafiosetti-ecclesiali dei partiti in carica,…hanno un senso civico,…(cosi pure circa la meta’ della popolazione mondiale).
    Il movimento laico,il ns, deve dire al partito di maggioranza al governo,se vuole il ns appoggio ,che se non presenta e approva certe leggi che noi proporremo,… non avra’ la maggioranza,…e dato che le maggioranze si giocano su un 5-6%,a noi basta,per adesso,…solo questo.
    Il movimento deve essere non solo intellettuale,…ma anche pratico.
    Aspettiamo,comunque, quello che Pino e C propongono.
    Ciao,Ber

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse, post 164:
    anche nel pezzo da te linkato, Segovia non viene mai nominato riguardo alla chitarra a 10 corde.

  23. Peter
    Peter says:

    x Pino

    e che e’, il replay?

    Peter

    ps
    ricordo da bambino suonavo una chitarra di legno con pezzi di spago per corde…che armonie, che musicalita’!

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Ber, esiste un enorme serbatoio di voti costituito dai delusi dalla politica, che hanno abbandonato il campo.
    Partiti battaglieri alla maniera garibaldina, hanno poco seguito. Ne fa esempio il Partito Radicale. Poco trafficato anche il partito di Emma Bonino. Sono entrambi partiti che io ho sostenuto, ma con quali risultati?
    Sono scomparsi anche partiti come il Repubblicano e il Liberale.
    Come posso non restare scettico?
    Ciò non toglie che comunque mi muoverò nel mio ambito per favorire il Movimento di Pino, nei limiti del possibile.

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Quando si tratta di cazzi loro,personali,mica li freghi ,anche con la più brillante “pubblicità” del migliore prodotto del mondo,se per un solo istante questo cozza contro l’interesse loro del momento. (CC)
    ———-
    Questo è verissimo.
    Creare un nuovo partito significa candidare gente che, entro i limiti della decenza, sia al di fuori di certe logiche.
    Per candidare gente con la speranza che vengano eletti, ci vogliono gli elettori. Se agli elettori viene spiegato un programma che, tramite la migliore amministrazione del loro denaro, a loro ne viene un tornaconto reale in termini di tranquillità sociale e di benessere, i tuoi candidati verranno votati con entusiasmo. Su Facebook c’è una raccolta firme per ridurre gli stipendi ai politici e siamo nell’ordine di centinaia di migliaia di adesioni.

  26. marco tempesta
    marco tempesta says:

    xPeter:
    lo facevo anch’io: usavamo le scatole delle scarpe come cassa di risonanza.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    A Bisceglie per diversi anni c’è stato un concorso nazionale di chitarra. Invitavano i grossi nomi nazionali, per la parte didattica. Tra questi, il figlio di Alirio Diaz, bravissimo chitarrista anche lui. Veniva apprezzato dai vari maestri per la capacità di dominare i pianissimo, di suonare in punta di piedi, appunto.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Ber:
    Di Pietro ha l’8% ed è uno che batte le piazze. Viene osteggiato anche dai suoi alleati.
    Quando un partito dà fastidio ai poteri forti, verrà sempre tenuto ai margini. Quindi, o diventa lui un partito forte, o dovrà ridurre le aspettative ad un minimo tale da perdere il senso della sua esistenza.
    Ciò non toglie che, come movimento d’opinione, si potrà comunque cercare alleanze con altri movimenti, quantomeno per sollevare i problemi in maniera più forte di quanto non lo siano adesso.
    Purtoppo, ha ragione CC quando dice che, di fronte ai cazzi propri, non c’è morale che tenga, non c’è principio che tenga. La politica è vissuta dai partecipanti come il pozzo di s. patrizio, dove attingere a piene mani finchè si può.

  29. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Controcorrente,
    come sai io appartengo al novero di coloro che cercano di conoscere il passato per poter capire il presente. E questo mio atteggiamento di curiosa ricerca vale per ogni periodo storico.
    Noi diciamo che nel periodo 1943-45 c’è stata una guerra civile; si tratta di uno schema logico, fondamentalmente rifiutato dalla sinistra per anni, che è però utile solo come schema intellettuale: per indicare la contrapposizione di parti diverse della nazione in lotta tra loro.
    Classicamente però la guerra civile si svolge tra parti dotate di una loro reale autonomia sia di pensiero sia di forza. Cesare ed il senato avevano ambedue alle spalle una cultura, una visione politica. I Bianchi ed i Rossi nella Russia post rivoluzionaria avevano un seguito ed una loro intrinseca forza. La guerra civile spagnola vede contrapposte due parti della nazione quasi uguali in forza ed i complessità culturale. Non parliamo della guerra civile americana ….
    Nulla di tutto questo esiste in Italia nel periodo finale della guerra. Il fascismo consuma l’atto finale della sua esistenza di fraudolenti pagliacci quando, il 25 luglio, nessuno prende le difese del capo incarcerato ma tutti fuggono. Eddove fuggono? In Germania….
    Il seguito, il post-otto settembre si regge solo sulle baionette tedesche (che per la verità tanto baionette non erano perchè quella era una specialità nostra….). Tant’è che la Repubblichetta crolla per la seconda volta miseramente senza neppure riuscire a raggiungere la famosa e tanto millantata Ridotta della Valtellina, fermata sulla strada di Dongo da quattro scalzacani armati solo di armi leggere. Alla fine le millantate divisioni di Pavolini si riducono a qualche centinaio di poveracci.
    Questo è stato, per la verità, il secondo fascismo: un morto che cammina e che non aveva nessuna autonomia sua propria. In questo senso parlare di favore popolare e di guerra civile è una definizione impropria: senza i crucchi la repubblichetta sarebbe durata non più di qualche giorno.
    Ti invito a cercare ed a legger il testamento di Mussolini. Un testo interessante per capire chi fosse quello a cui abbiamo dato un potere assoluto per vent’anni.
    http://www.ilduce.net/testamento.htm
    Un caro saluto U.

  30. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Alex:
    Critico contro l’introduzione della nuova coltura il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia:
    La decisione della Commissione europea ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo. Non solo non ci riconosciamo in questa decisione – commenta ancora il ministro – ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia.
    ——–
    quindi…

  31. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Silvi non voltarti un’altra volta se
    il forum è andato storto… rimaniamo ancora noi.

    Ancora da Giacomo Leopardi, con le mie…licenze poetiche

    Anita

  32. ber
    ber says:

    x Marco,
    condivido sempre le tue opinioni ma,…

    dopo una crisi finanziaria mondiale,…
    la gente che dorme sui tetti per difendere un posto di lavoro,…
    bombe che esplodono ammazzando donne e bambini innocenti,
    regimi estremisti-religiosi-fanaticizzanti,….
    non pensi che la gente incomincia a domandarsi dove sta andando?
    E’ li che bisogna battersi per il “cambiamento”
    Ciao,Ber

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Si Ber, perfettamente d’accordo. Ma attenzione: la gente percepisce un disordine minaccioso e cerca rassicurazioni, un po’ come il bambino che cerca la mamma. Il cav sta facendo le funzioni psicologiche della mamma, ecco perchè ha tanto seguito. Lui dà certezze, anche se queste certezze in realtà non esistono. Come ha detto Di Pietro, è il Vanna Marchi della politica, bluffa proprio sul parametro delle certezze. Lui dice, in sostanza: noi siamo il partito del Fare, gli altri, e lo hanno dimostrato più volte, sono il partito delle chiacchiere. Una volta che questo messaggio è passato e si è radicalizzato nella testa della gente, estirparlo con delicatezza è impossibile. Di Pietro sta facendo un buon lavoro ma, nonostante sia sempre lì ad accusare il cavaliere e a smascherarlo, la gente ha paura che un tale modo di fare generi più caos di quello che c’è. Se ti è mai capitato di guardare il telegiornale di Emilio Fede, è smaccatamente evidente il meccanismo alla Vanna Marchi messo in moto: Di Pietro è abominevole perchè incita alla violenza, è questo il messaggio che trasmette, e ti asicuro che la gente lo raccoglie. Io non ho solo amici intellettuali, ma frequento anche gente di scarsa cultura. Quando li sento parlar male di Di Pietro e faccio rimarcare che è l’unico che dice la verità, loro mi ripetono che è un personaggio abominevole (messaggio di E.Fede) e che comunque tutti i politici sono ladri e lo è anche lui.
    E’ questa la gente che dobbiamo convincere, perchè è questa la gente che vota il cavaliere!
    Mi dirai che ci sono appunto però anche gli intellettuali. Si, belli anche quelli. Persi in mezzo a mille distinguo, appoggiano partiti che fino ad ora si sono dimostrati incapaci di sollevarsi dalla mediocrità e, come le cronache spesso ci informano, non esenti dagli stessi difetti della ‘concorrenza’.
    Quando ho parlato del partito democrazia laica, una mia amica di facebook ha risposto: mi accontenterei di un partito Democrazia Decente. Unica risposta ricevuta. Tieni conto che la maggior parte dei miei amici di facebook sono anticavaliere

  34. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La domanda di Ber ha un’altra risposta: è vero che la gente si chiede dove stiamo andando, ma è anche vero che nessuno le mostra itinerari alternativi. Torniamo sempre alla famosa pubblicità comparativa: la gente sceglie tra due o più di due. Se non intravede la scelta, come fa a scegliere?
    Mi dirai che esiste il PD, esiste Di Pietro, esiste Vendola. Tutto quello che vuoi. Esistono però delle proposte concrete da parte di questi partiti? No, solo fumose intenzioni.
    La gente, di queste fumose intenzioni non sa che farsene. Il cav potrà essere abbandonato se uno come Fini, che finora è l’unico ad
    avere la caratura per togliergli le redini di mano, avesse il coraggio di una vera svolta laica e riformista. Ma è un coraggio che non ha. Come ha minacciato il cav, ha paura di ‘tornare nelle fogne’.
    Si sperava in Bersani, ma anche lì ci si fa notare che necessitano tempi lunghi. La nave affonda e loro vogliono tempi lunghi.
    Perciò, caro Ber, tu l’orticello ce l’hai, io pure, noi…speriamo che ce la
    caviamo.

  35. Linosse
    Linosse says:

    X191
    Marco Marco ,prima non vuoi infastidire i “poteri forti”,poi appoggi l’urlatore solitario Di Pietro pronto alla scalata dell’opposizione ma che, accortosi di piallarsi all8% ,ripropone l’alleanza col Pd .Mettiti d’accordo per favore e dacci dritte meno incasinate.Noi siamo i colpevoli storici e i confusi ma se chi ci deve dare una indicazione è ancora più confuso non ci resta nessuna possibilità.
    L.

  36. democratico
    democratico says:

    L’annus horribilis

    L’Italia torna indietro di 40 anni.

    Nel 2009 il Pil è sceso del 5%, la disoccupazione ha raggiunto l’8,6% e la pressione fiscale salita del 43%.

    Bersani: “Chi dovrebbe guidare la reazione del paese parla di altro e sta con le mani in mano.

    Il governo Berlusconi con la sua ignavia propagandistica si sta assumendo una responsabilità storica di cui dovrà rispondere al Paese”

  37. democratico
    democratico says:

    Marco Tempesta ha una tale confusione in testa che spiattella cazzate in quantità industriali.

    democratico

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Di Pietro da solo non può far niente. Col PD forse può fare qualcosa, ma mi sa che con la confusione di intenti che c’è nel PD, è tempo perso. Con buona pace di Democratico.

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Marco Marco ,prima non vuoi infastidire i “poteri forti”
    —–
    I poteri forti si affrontano solo se si dispone delle loro stesse armi.
    Ovvero la propaganda.
    Ist das klar? ( come direbbe Rodolfo)

  40. marco tempesta
    marco tempesta says:

    In semifinale la legge del “chi lo tocca muore” miete un’altra vittima illustre: Maicol. A meno di miracoli (o bestemmie) il vincitore c’è già. E il GF vola oltre i 7 milioni di spettatori, con picchi del 52% di share (Libero news)
    ——–
    Questo dice niente, ai vari teorici della politica?

  41. Linosse
    Linosse says:

    Caro Uroboro 187
    ” In questo senso parlare di favore popolare e di guerra civile è una definizione impropria: senza i crucchi la repubblichetta sarebbe durata non più di qualche giorno.”
    Dopo tanto tempo non si è ancora chiarito questo nebuloso capitolo della nostra storia.
    Da quello che so e mi risulta dopo la dichiarazione di armistizio di Badoglio ,8 settembre,a nome del governo del regno d’Italia segue la dichiarazione di guerra ,sempre del regno d’Italia,alla germania(13 ottobre).
    Allora il regno d’Italia arrivava alle Alpi e comprendeva le due Sicilie per cui la repubblica di Salò era illegale ed appoggiava il nemico dichiarato.
    Da Wilki:
    “Una dichiarazione di guerra è una formale dichiarazione emessa da un governo nazionale che indica l’esistenza dello stato di guerra tra quella nazione e una o più altre nazioni.

    Le dichiarazioni di guerra sono divenuti mezzi diplomatici sin dal Rinascimento, quando furono emesse le prime dichiarazioni di guerra formali.

    Nel diritto internazionale, una dichiarazione di guerra comporta il riconoscimento tra i paesi di uno stato di ostilità tra le nazioni coinvolte, e tale dichiarazione agisce in modo da regolare la condotta delle milizie dei paesi. I primi trattati multilaterali che stabilirono regole per le dichiarazioni di guerra furono le Convenzioni dell’Aia del 1899 e del 1907.”
    Se una nazione dichiara una guerra da un’altra come si devono considerare gli eserciti schierati da una parte e dall’altra?
    In caso di guerra dichiarata chi sono i traditori della Patria?
    Chi sono gli invasori?
    L.

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