Manifesto per la fondazione del partito Democrazia Laica. Per la difesa della laicità della Repubblica italiana (quindi anche della libertà di religione) e contro la guerra da “scontro di civiltà”
Il laicismo unisce, i clericalismi invece dividono. E spingono chiaramente verso una nuova disastrosa guerra chiamata “scontro di civiltà”. Se qualcuno vuole partecipare con me all’avventura della creazione del partito Democrazia Laica si faccia avanti. Questo è il manifesto che io propongo. Si accettano ovviamente suggerimenti e consigli, specie per il programma politico che io ho solo abbozzato in pochi punti.
——————————————–
L’Italia è stata unificata e resa più civile, più moderna e più europea dalle personalità, dai gruppi, dalle associazioni e dai partiti laici e antitotalitari, cioè da un insieme che oggi è purtroppo molto indebolito e in via di estinzione come realtà organizzata e dotata di strutture politiche. Da qualche tempo è invece cresciuto l’interventismo della gerarchia vaticana nella vita politica della Repubblica Italiana, fino a superare abbondantemente in vari campi i limiti del lecito; interventismo che si è mobilitato non per la conquista di nuovi diritti dei cittadini italiani, quanto invece per impedirli. Di recente si è arrivati a sostenere che le leggi della Repubblica devono essere in sintonia con il credo man mano elaborato in Vaticano.
Questo comportamento, da religione di Stato, spinge da una parte all’ossequio filoclericale e dall’altra all’anticlericalismo, eccessi da evitare entrambi, ma spinge anche in direzione contraria al diritto di libertà di culto, inteso come diritto alla libertà per ogni culto, compreso il culto del non credere. Il Vaticano ha tentato a lungo d’imporre alla Comunità Europea il cappello delle “radici cristiane” nel progetto di Costituzione europea. Il tentativo finora è andato a vuoto e nel frattempo la Spagna, ex sagrestia d’Europa, si è molto laicizzata, diventando molto più moderna ed europea. Per bilanciare tali perdite il Vaticano ha aumentato la pressione sulla Repubblica italiana, con il chiaro scopo di farne il proprio “zoccolo duro” per non perdere anche l’influenza, i privilegi e il potere che da secoli esercita sul territorio italiano.
La libertà di scelta religiosa e di scelta atea o agnostica è un diritto inalienabile, che parafrasando una nota frase di Camillo Benso di Cavour potremmo riassumere con l’espressione “Libere Chiese in libero Stato”, aggiornandola ed ampliandola in “Libere Chiese in libera Europa”. Il crescendo di invadenza vaticana va però in direzione opposta a tale diritto e a parte dei diritti universali dell’uomo, e legittima per reazione un’analoga invadenza da parte di altre religioni, aumentando così il pericolo del ripetersi di esiti drammatici già vissuti in passato, e contribuisce in modo preoccupante al deterioramento della scuola e della sua centralità nella formazione dei cittadini e del futuro del Paese. Ecco perché l’invadenza del Vaticano va contrastata, con urgenza e fermezza, ed ecco perché quella delle altre confessioni va prevenuta con altrettanta urgenza e fermezza prima che sia troppo tardi. Si può essere cristiani e cattolici senza inginocchiarci anche fuori dalle chiese, così come si può essere atei o professare altre religioni senza per questo tenere sermoni o montare in cattedra fuori dai propri templi.Pur tralasciando le passate mobilitazioni della gerarchia clericale contro quelli che sono poi diventati diritti civili, come il diritto al matrimonio con rito non religioso, il diritto alla contraccezione preventiva, all’aborto e ai trapianti di organi, ancora oggi i cittadini italiani pagano le conseguenze dell’interventismo del Vaticano in troppi campi:
• fecondazione assistita;
• convivenza more uxorio di cittadini dello stesso sesso;
• diritto alla contraccezione;
• diritto alla pillola del giorno dopo;
• diritto all’aborto terapeutico senza l’ostacolo delle cosiddette “obiezioni di coscienza” e senza intollerabili pressioni di presunti “amici della vita”;
• diritto a decidere sulla propria morte contro l’accanimento terapeutico deciso da estranei contro la volontà dell’interessato e dei suoi congiunti, anche ben oltre il limite della umana dignità;
• diritto alla prescrizione medica di sostanze utili ad attenuare l’insostenibile dolore fisico nei malati terminali.
• diritto all’eguaglianza, almeno nelle scuole pubbliche, da parte di insegnanti di materie non religiose nei confronti degli insegnanti di religione, sfacciatamente preferiti nelle graduatorie per l’assunzione in ruolo.
Il dilagare di malattie sessuali quali l’Aids, che in Africa miete centinaia di migliaia di vittime e crea un mare di orfani, a causa del divieto “religioso” del preservativo, perfino in presenza del suo utilizzo a fini procreativi senza rischio tra sieropositivi, indica che questi argomenti non hanno nulla né di religioso da una parte né di ideologico dalla parte contrapposta. Si tratta di problemi drammaticamente concreti, che creano dolore e sofferenza in tutti coloro che si vedono privare la dignità di nuovi diritti e l’esercizio della propria sessualità senza i condizionamenti di tabù imposti dall’alto per motivi che in realtà nulla hanno a che vedere con la religione.
Purtroppo l’invadenza della gerarchia vaticana non si ferma ai temi citati, ma si spinge anche a pretendere una serie di privilegi decisamente inaccettabili, perché oltretutto contraddicono pesantemente il principio di eguaglianza dei cittadini e tra fedi diverse, compresa la fede nella mancanza di fede:
• incasso di quasi l’80% del gettito fiscale dovuto all’8 per mille versato da molti contribuenti all’atto della dichiarazione dei redditi senza specificare il beneficiario. Il libro L’obolo, scritto dal giornalista Curzio Maltese, ha rivelato l’impressionante ammontare delle cifre incamerate ogni anno dal Vaticano in questo modo. Cifre che meglio sarebbe investire nella scuola, cioè nel futuro dei giovani e quindi dell’intera società;
• esenzione da tasse come l’Ici ottenuta in molti modi, anche inserendo piccoli spazi per il culto in immobili chiaramente ad uso commerciale, turistico, ecc. E’ da notare come varie inchieste giornalistiche e buoni libri dimostrano che il Vaticano possiede beni immobili pari a un quarto di tutti quelli esistenti a Roma e un quinto di tutti quelli esistenti in Italia;
• nomina anche nelle scuole pubbliche degli insegnanti di religione su decisione del vescovo locale, anziché per concorso come per tutti gli altri insegnanti;
• privilegio nell’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione rispetto a tutti gli altri anche aventi maggiore anzianità, e con il ministro Giulio Tremonti privilegio perfino negli aumenti di stipendio;
• licenziabilità dei citati insegnanti di religione a discrezione del vescovo locale; • stanziamenti sempre più sostanziosi per la scuola privata, che in Italia è di fatto quella gestita dal Vaticano o da organismi ad esso facenti capo. La Regione Lombardia è arrivata al punto di stanziare fondi per aiutare le famiglie che, per i propri figli, alla scuola pubblica preferiscono quella privata, cioè di fatto confessionale. Si utilizza quindi il pubblico denaro per degradare ulteriormente la scuola pubblica! Degrado che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, vuole acuire a livello nazionale imponendo a tutte le Regioni le stesse regalie di danaro pubblico a favore della preferenza per le scuole private, vale a dire facenti capo al Vaticano, a discapito di quelle pubbliche, facenti capo cioè alla Repubblica Italiana. E’ invece il ruolo centrale e strategico della scuola pubblica nel futuro di un Paese civile che deve essere recuperato e rilanciato con urgenza, pena il declino irreversibile e annessi possibili esiti traumatici.
Poiché i vescovi non sono nominati dalle rispettive comunità di credenti, bensì dallo Stato del Vaticano e ad esso debbono rendere conto, ne consegue che la Repubblica Italiana ha ceduto parte della propria sovranità a uno Stato estero qual è a tutti gli effetti il Vaticano, anche in tema di esercizio del diritto internazionale.
Oltre a ciò, il problema è che gli insegnanti in questione non sono insegnanti di religioni o storia delle religioni, come dovrebbero invece essere, bensì di fatto solo insegnanti di religione cattolica, intesa sempre e comunque come “la vera religione”. Su questo punto la gerarchia facente capo al Vaticano e alcune forze politiche al suo seguito e adoratrici della “realtà territoriale” hanno preso posizione esplicita, anche in tempi recenti, appellandosi alla tradizione, alla “identità italiana” e alle “radici europee”.
Riguardo all’invocare le tradizioni come un obbligo da perpetuare, bisogna sottolineare che anche lo schiavismo, le case di tolleranza, lo sfruttamento dei minori, la subordinazione della donna e la sua mancanza del diritto di voto, la monarchia, la pena di morte, la tortura, il disprezzo verso gli ebrei perché “popolo deicida”, la mancanza di diritti eguali per tutti e perfino la mancanza dell’habeas corpus, tutte queste realtà storiche sono state delle tradizioni. Tradizioni durate molti secoli e a volte millenni, ma non per questo abbiamo dovuto restarne prigionieri, ce ne siamo anzi per fortuna liberati. Le “tradizioni” sono da sempre in continuo aggiornamento e volerle ingessare o restarne prigionieri è – per usare un linguaggio caro al clero vaticano – contro natura, oltre che contro la Storia e i diritti universali degli esseri umani.
Riguardo l'”identità italiana”, non è il Vaticano il più adatto a parlarne e a spiegare cosa essa sia. Non è infatti fare dell’anticlericalismo ricordare che il papato si è opposto più di una volta alla realizzazione dell’unità d’Italia, unità che avrebbe potuto essere realizzata già dai Longobardi, i laboriosi lombardi di oggi, ben 800 anni prima di quanto avvenuto. L’unità d’Italia è stata peraltro conquistata appena 150 anni fa e a prezzo di guerre anche contro lo stesso Stato pontificio. Come qualunque altra, l’identità italiana è comunque cambiata nel tempo, modificandosi sotto l’incalzare della Storia ed emancipandosi sotto l’incalzare del sapere, della cultura e del progresso in generale.
Riguardo infine alle famose “radici cristiane” dell’Europa, da qualche tempo fatte diventare “giudaico-cristiane”, con una inversione di 180 gradi rispetto alla tradizione, è il caso di dirlo, durata 16 secoli, ci sono da notare alcune cose.
La prima è che nonostante le intenzioni del Vaticano il termine “giudaico-cristiano” rende evidente la stessa realtà che esso vuole nascondere, e cioè che le radici in questione hanno origini ben più antiche (esse affondano nel Vicino e Medio Oriente): né l’ebraismo e neppure il cristianesimo sono infatti realtà “made in Europe”, dove sono infatti arrivate dal Medio Oriente.
La seconda cosa da notare è di fatto una prosecuzione della prima. Se la definizione “giudaico-cristiane”, riferita alle radici in questione, indica implicitamente che esse arrivano fino in Oriente, c’è da aggiungere che in realtà esse affondano molto più in là di quanto comunemente si voglia ammettere e far sapere: nonostante la damnatio memoriae dei popoli pagani operata dal Vaticano con la Bibbia, le nostre radici arrivano infatti fino in Mesopotamia e oltre. Basta notare come perfino piccole realtà di essenziale uso quotidiano, come l’orologio e il calendario, i numeri e le operazioni aritmetiche, per non parlare di molto altro, sono eredità che abbiamo ricevuto da spazi territoriali e culturali che abbracciano almeno 3-4.000 anni di storia e comprendono in forma organica l’attuale Vicino e Medio Oriente, spingendosi peraltro ancora più in là.
Voler far partire la Storia dal tempo della Bibbia o da quello più recente dei vangeli rappresenta un grave errore, oltre che un sopruso nei confronti della verità. Vale a dire, una falsificazione della Storia, ovvero dei fatti realmente accaduti, anche se troppo spesso volutamente ignorati, specie in relazione alle loro influenze sulla cultura e sull’identità dei popoli. Tale ignoranza è però oggi non più ammissibile alla luce delle imponenti acquisizioni realizzate da discipline quali l’archeologia, la storiografia, lo studio delle lingue precedenti il greco e il latino e lo studio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche di popoli e culture anteriori, e non di poco, ai greci e ai latini. Anteriori cioè ai popoli e alle culture alle quali usiamo far ascendere le nostre radici precedenti il cristianesimo e precedenti la stessa presa di coscienza dell’esistenza del territorio chiamato Europa.
La terza cosa da notare, infine, è che le radici vantate dal Vaticano sono state man mano favorite e poi imposte manu militari per motivi politici dal potere imperiale, quello di Costantino e Teodosio prima e di Carlo Magno dopo, recidendo, con metodi non di rado degni dei moderni talebani, radici ben più antiche. E’ ormai assodato e noto che le più importanti ricorrenze cristiane, quali il Natale, la Pasqua, la Quaresima, ecc., non sono altro che tradizioni preesistenti, “pagane”, delle quali il clero romano si è semplicemente appropriato. Perfino le processioni e la venerazione delle immagini sacre ci sono state trasmesse dall’antico Egitto e dalla Mesopotamia, oggi quest’ultima ancor più aborrita perché si chiama Iraq.
Se non si puntano i piedi sulla demistificazione delle “radici europee” e del'”identità italiana” – rispettivamente definite “radici cristiane” e “radici cattoliche”, con insistenza crescente da quando è nata la Comunità Europea, e recentemente trasformate entrambe in “giudaico-cristiane” – si finirà con il restare prigionieri dell’evidente strategia vaticana di ricerca di una qualche forma di coesistenza tra cristianesimo ed ebraismo, inclinata in realtà sempre più pericolosamente verso lo scontro con il mondo islamico, esponendoci quindi prevedibilmente al suo risentimento e alle sue reazioni.
Quello con il mondo islamico è uno scontro iniziato in tempi moderni con la spedizione di Napoleone in Egitto due secoli fa, ma già inaugurato in tempi anteriori con le varie crociate. Che altro non erano se non guerre europee volute dal Vaticano contro il mondo non solo islamico. Viceversa, si rischia che eventuali e peraltro auspicabili accordi di pacifica convivenza tra le diverse confessioni stendano una ancor più spessa e pesante cappa multi clericale sui diritti dei cittadini italiani tutti, laici e non laici, che seguono una religione o che non ne seguono nessuna. E nel caso di ormai non impossibile rottura dell’unità d’Italia, con conseguente espulsione della sua parte più debole dalla Comunità Europea, la situazione che si sta creando potrebbe avere conseguenze devastanti.
A tutto ciò bisogna aggiungere che in parallelo con l’aumento dell’invadenza clericale nella vita politica è cresciuta anche nella realtà delle scuole private il ruolo di Comunione e Liberazione, organizzazione filoclericale che punta a occupare nell’intero settore della scuola uno spazio simile a quello che è riuscita ad occupare nel settore della sanità della Regione Lombardia, diventata per alcuni politici regionali l’equivalente di ciò che è Mediaset per Silvio Berlusconi. Comunione e Liberazione ha inoltre contribuito ad alterare la natura della politica sanitaria lombarda: se tale politica prima era modellata sulla realtà della distribuzione statistica e territoriale delle patologie, oggi invece è modellata sulla struttura e sulle esigenze del mondo della produzione sanitaria e farmaceutica. Si vuole forse snaturare anche il mondo della scuola con analoghi cambiamenti di rotta e di obiettivi? Nella scuola si vuole piegare l’interesse generale a favore di quello “privato”, in gran parte confessionale e comunque sempre affaristico?
Più in generale, il dilagare di Comunione e Liberazione nella realtà economica e politica lombarda è ben documentato dal libro dal titolo significativo: Assalto al potere in Lombardia, scritto da chi ben conosce il tema, perché dipendente della giunta regionale e per rappresaglia è stato sospeso pro tempore dal lavoro.
C’è da notare che Comunione e Liberazione è nata proprio in Lombardia, per l’esattezza a Milano, grazie all’uso molto disinvolto che il famoso professore di religione don Luigi Giussani fece negli anni ’60 del suo ruolo tra gli studenti del liceo Berchet dove insegnava. L’esempio del sacerdote Giussani – definito grande educatore, omettendo però che educava al cattolicesimo molto poco laico – trova oggi volenterosi imitatori. Nelle scuole private nell’orbita di Comunione e Liberazione non di rado gli insegnanti praticano, nei confronti di cognizioni e dottrine sgradite, la strategia del riduzionismo o del negazionismo, per esempio nei riguardi del darwinismo e dell’evoluzionismo, sostituiti d’autorità con il creazionismo biblico, ma anche sostituendo buona parte della storia antica con i miti della Bibbia, fatti passare per verità storiche quando è ormai assodato che non lo sono e che pertanto alimentano invece odi millenari tra varie confessioni con danno dei rispettivi popoli.
Una scuola pubblica che insegni istituzionalmente nello stesso tempo due cose tra loro opposte e inconciliabili, vale a dire da una parte la storia e il pensiero critico, quindi anche scientifico, con il personale docente scelto dallo Stato italiano e dall’altra il suo opposto fideistico, quali per esempio il creazionismo e i miti biblici con il personale scelto ad nutum dal vescovo, è una scuola che offende il dettato costituzionale sulla parità dei cittadini italiani e che non è in grado di formare menti dotate di sufficiente intelligenza critica e capacità scientifica.
Una tale formazione scolastica, contraddittoria e schizofrenica, non è la più adatta per reggere le pesanti sfide economiche, culturali e globali che sempre più ci vengono lanciate da Paesi come l’India e la Cina, giganti che, spogliatisi ormai del tutto degli abiti coloniali imposti in passato dall’Europa, la stanno raggiungendo in molti campi. Con la prospettiva di superarla e soppiantarla nel ruolo mondiale. E’ quindi la scuola pubblica, non le singole confessioni né quella dominante, che deve essere messa al centro dell’interesse generale.
E’ la stessa Comunità Europea a lanciare l’allarme con una apposita risoluzione, la numero 1580 del 4 ottobre 2007, che vale la pena citare per intero in calce a questo documento, e che mette in risalto come il movimento creazionista persegua in realtà ovunque nel mondo cristiano, dagli Stati Uniti, dove è nato, all’Europa, dove lo si vuole espandere, l’obiettivo di abbattere la democrazia per sostituirla con la teocrazia. E anche in questo caso non è ideologia o anticlericalismo denunciare una tale situazione, si tratta invece di far notare, tra l’altro, un paio di cose. Senza scadere nell’antagonismo e nella contrapposizione reciproca, credo e scienza devono poter coesistere senza che un credo venga ad opporsi alla scienza contrastandone le acquisizioni, che hanno invece il merito di avere enormemente migliorato le condizioni di vita dell’umanità.
In Italia siamo arrivati al punto che il vicepresidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), Roberto De Mattei, si è fatto dare dallo stesso CNR un contributo di 9.000 euro per pubblicare gli atti di un convegno da lui organizzato sul tema “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi” (cfr “La Repubblica” del 23 dicembre 2009). De Mattei è un fervente creazionista, convinto che “Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità”.
Poiché crede nella Bibbia, e non solo riguardo all’origine dell’umanità, confondendo illegittimamente tra le sue legittime scelte religiose e la sua pubblica responsabilità di ricercatore scientifico, De Mattei lancia anche l’accusa che “in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come di inferiorità verso certi ambienti intellettuali” assertori del darwinismo, e punta il dito contro i “vescovi e teologi che lo accettano”, chiosando che questi “sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera”.
Se questa è la mentalità scientifica e la disinvoltura del vicepresidente del CNR, possiamo intuire quale sia quella al livello della scuola di ogni ordine e grado. Insistere sulla verità storica delle narrazioni bibliche e prenderle come insegnamenti, per giunta divini, anziché spiegare che in massima parte sono solo miti e che nella totalità sono comunque di esclusiva origine umana significa legittimare valori che ledono in molti punti la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica italiana.
Non è ammissibile che il Vaticano remi contro la laicità e quindi contro la legalità della nostra Repubblica e che nello stesso tempo questa gli conceda tali e tante concessioni economiche e agevolazioni fiscali da farne un non trascurabile peso per l’erario. Peso che oltretutto ha quattro ben precise conseguenze negative: contribuisce a ridurre la possibilità di arrivare a una più equa tassazione, sempre promessa dai nostri governanti e sempre dagli stessi rinviata alle calende greche; impedisce alla radice lo sviluppo di iniziative pubbliche assistenziali e solidaristiche, con annessa creazione di posti di lavoro anche qualificato; favorisce invece la cultura e la pratica della carità appaltata di fatto a iniziative ed istituzioni facenti capo al Vaticano; infine, toglie risorse alla scuola pubblica.
La debolezza, le contraddizioni e i vizi di varia natura delle forze politiche, soprattutto della maggioranza, mettono il governo e la gran parte dei partiti nella condizione di avere più che mai bisogno dell’appoggio della gerarchia vaticana per conservare la propria base elettorale, cioè il proprio potere.
Tutto ciò è apparso drammaticamente chiaro nelle vicende del primo ministro Silvio Berlusconi negli ultimi mesi del 2009, sfociate nell’affermazione clamorosamente mendace sui “valori cristiani veicolati dal mio governo”. Il “caso Dino Boffo”, con i suoi annessi e connessi, è stato un episodio emblematico anche per cinismo, mercanteggiamenti e disponibilità alla simonia, oltre che per le torsioni acrobatiche che ha comportato. E a proposito di torsioni acrobatiche, la Lega Nord è passata da un anticlericalismo becero ad un altrettanto becero filoclericalismo, aggravato da una visione del cattolicesimo decisamente meschina e razzista.
Il bisogno governativo e più in generale politico, anche a livello regionale e comunale, di appoggio strumentale alla stampella vaticana comporta una ulteriore contrazione dei diritti civili e una ulteriore cessione di sovranità della Repubblica italiana a favore dello Stato estero del Vaticano.
Tutto ciò ha inoltre contribuito all’abbandono da parte dei partiti di sinistra dell’analisi della composizione della realtà produttiva, industriale, economica, finanziaria, contadina, professionale, ecc., e dell’analisi della composizione delle classi sociali. Un abbandono che obnubila la possibilità di efficaci riforme e cambiamenti strutturali e quindi di un più alto livello della qualità della vita delle classi dipendenti. Le categorie dell’analisi di classe sono state sostituite da categorie prevalentemente anagrafiche, come “giovani” e “anziani”, etnico-geografiche, come “extracomunitari” e “italiani”, religiose, come “cattolico” e “musulmano”. E c’è la tendenza ad aggiungere categorie ideologiche come “antisemita”, “filoisraeliano”, “filoarabo”, ecc. La distruzione della possibilità di intervenire incisivamente sulla realtà strutturale anche di classe è perciò praticamente nulla.
Le tensioni e i tentativi di accordo tra le tre religioni monoteiste, che di fatto sono le religioni dell’intero bacino del Mediterraneo e annesso retroterra, spingono in direzione di un rafforzamento clericale, inteso come rafforzamento dei cleri delle varie confessioni e di quelli delle loro divisioni scismatiche (non esiste infatti né un solo tipo di cristianesimo né un solo tipo di islam e neppure un solo tipo di ebraismo, in quanto le loro suddivisioni e sette assommano ormai a svariate decine).
Siamo così costretti a oscillare tra lo “scontro di civiltà” – che è piuttosto uno scontro di inciviltà, oltre che di fatto uno scontro di religioni, o meglio di interessi che si definiscono religiosi – e una ripresa dei vari clericalismi che sarà sicura causa di regressione sotto vari profili: politico, civile, sociale, morale, culturale, quindi anche scientifico, ed economico, oltre che religioso, ove per religione s’intenda l’inalienabile diritto a professare una fede, senza volerla imporre agli altri. Cioè senza voler a tutti i costi interferire nel dare a Cesare ciò che è di Cesare e, per chi ne ha almeno uno, dare al proprio Dio ciò che è del proprio Dio.
Non vogliamo restare prigionieri di tradizioni e radici che non hanno saputo evitare o che hanno provocato tragedie immani come il colonialismo, le guerre mondiali, i genocidi, l’uso della bomba atomica e la demenziale corsa agli armamenti nucleari, chimici, batteriologici e perfino “stellari, tutte prove evidenti dell’assenza di qualunque “superiorità” culturale o di civiltà nei confronti del resto del mondo, anzi prove di bancarotta morale e culturale di modelli di civiltà e sviluppo insostenibili, che se diventano accessibili al resto dell’umanità, il rischio è quello della distruzione delle risorse del pianeta.
OBIETTIVI – In attesa di definirli con esattezza con un dibattito più ampio, sono comunque prioritari:
• il potenziamento delle scuole pubbliche e dei programmi scolastici, anche dirottando a loro favore almeno parte dei fondi recuperabili ponendo fine ai privilegi economici del Vaticano e degli incostituzionali finanziamenti alle scuole private;
• il riconoscimento effettivo della parità dei diritti e della dignità tra l’uomo e la donna anche in fatto di sovranità sul proprio corpo, promozione di una maggiore presenza della donna in tutti i campi della vita pubblica, sua autonomia nelle scelte in fatto anche di maternità e lotta contro le pretese di sua soggezione alle ideologie dei vari cleri, che di fatto sono pretese di prosecuzione della soggezione della donna all’uomo. Il potere maschile e maschilista ha già fatto troppi danni nel corso della Storia, ed è ormai urgente porvi un argine e combatterlo;
• l’ampliamento dei diritti civili sulla base dell’eguaglianza tra tutti i cittadini italiani, e quindi a prescindere da considerazioni religiose e sessuali e di qualunque altra natura comunque discriminatoria;
• l’abrogazione del Concordato e dei privilegi che comporta, anche per impedire che se ne stipulino altri sullo stesso modello per altre religioni.
Ecco intanto il testo completo della risoluzione n. 1580 approvato dalla Comunità Europea il 4 ottobre 2007:
1 – Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo – il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 – Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 – Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di Stati membri del Consiglio europeo.
4 – L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 – I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 – Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 – C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente egualitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 – Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 – Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 – Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 – L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 – Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 – La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 – Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 – L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 – Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 – La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 – Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 – L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative: A difendere e promuovere la conoscenza scientifica. A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva. A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno. Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione. A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 – L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.
• Pollard John F., L’obolo di Pietro. Le finanze del papato moderno: 1850-1950, 2006, Corbaccio
• De Alessandri Enrico, Comunione e liberazione: assalto al potere in Lombardia, 2010, Bepress
I latini si scambiano saluti spesso per convenienza ed ipocrisia, non necessariamente per affetto e calore umano.
——-
Mah, non so che gente frequentiate voi, ma chi saluta me lo fa per affetto. Sono amici che frequento da una vita, oppure ex clienti con i quali ho instaurato un rapporto di confidenza o anche conoscenti abituali quali i vari negozianti, il barista, e gente del genere. Ci si saluta per simpatia. Nel negozio o al bar si scambiano due chiacchiere, si fa qualche battuta di spirito, comunque ci si sente parte viva di una comunità. Con i biscegliesi, poi, per quanto sconosciuti possano essere, basta parlare in dialetto e subito entrano in confidenza.
C’è inotre il saluto per educazione, molto in uso tra i contadini ad esempio, dove non esiste che ci si incontri in un viottolo di campagna e non si dica ‘salve’ o buongiorno’. E’ una specie di simbolo di riconoscimento ‘friend or foe’.
post 601
…..non mi nomini…….
caro marco,
ho provato due volte di risponderti ma non passa. Sorry!
In fatto di saluti i francesi, o meglio i franco-belghi che ho conosciuto in gran numero per lavoro, sono addirittura ossessivi, sempre a stringere la mano, passi appena ci si vede la mattina ma se esci e ritorni dopo un’ora altra steretta quando si va e si torna dalla pausa pranzo altre due strette, e prima di sera un altro paio almeno. Dopo un po’ quando li vedevo arrivare infilavo la mano nella cassetta degli attrezzi e mi sporcavo di grasso allora le strette scendevano drasticamente.
I toscani tra amici e conoscenti sono solitamente informali e laconici :”ciao”, “HOoo!”, “HEeii!” all’incontro ed un “Boona!” quando ci si lascia sono sufficienti. Se un toscano ti dice “buongiorno signor dottore” è molto probabile che sia una ” presa per il culo”.
Antonio
x Mirko
Allora spiegami perché tutte le tonnellate di bombe a fosforo su Tokyo e Dresden non hanno fatto lo stesso?
Ti ripeto fatti controllare, il morbo ha invaso il tuo cervello.Ma d’altro canto il tuo cervello non ha mai funzionato, e’ incapace di ragionare, niente di male.
x Marco
ma sentilo, ‘non so che gente frequentiate voi’. Quanto sussiego spagnolesco…
Il saluto di ‘rassicurazione’, diciamo cosi’, tra estranei in posti isolati, lo si usa in tutto il mondo. E non solo tra contadini.
Tu e la tua amica pero’ (e che palle!) parlavate di saluti tra conoscenti…
Peter
x AZ
scommetto che non potendo stringerti la mano dovevano allora baciarti le guance…
Peter
x Marco
Ma si, anche qui, solo che non ci si ferma a chiacchierare, a meno che non siano amici, a volte mi fermano per farmi complimenti sia per la manutenzione della mia proprieta’ o per accarezzare il cane.
Tra donne ci scambiamo anche un sorrisetto.
Ti do un esempio, la mia amica Russa e’ l’unica che gironzola ed importuna i vicini, tanto che fanno finta di non vederla.
All’inizio andava e veniva dalla mia casa come se fosse una porta girevole, non volevo essere rude e capivo che aveva bisogno di fare amicizie in nuovo vicinato.
A poco a poco, con diplomazia, le ho chiesto di telefonarmi prima di farmi visita….
Mi ha risposto che in Russia si fa cosi’, pero’ adesso mi telefona e le visite non sono piu’ cosi’ frequenti e lunghe.
Anita
Per esempio, quando abitavo in condominio mi capitava spesso di trovarmi in ascensore con altri. Non si viaggiava mai in silenzio, ma anche per quel brevissimo tempo della salita o della discesa, ci si scambiava quattro parole. Come anche se ci si incontrava nell’atrio o nel tratto di parco antistante il portone: il saluto, il commento, le due parole magari anche sul tempo atmosferico, si scambiavano sempre. Niente di forzato, tutto spontaneo e con simpatia. Come anche tra condimini ci si salutava se ci si incontrava per strada o da qualche parte. Bisceglie ha intorno ai 55 mila abitanti, non è un villaggio, sarebbe facile incontrarsi e ignorarsi, ma non succede, Fortunatamente, dico io, perchè i rapporti umani sono fatti anche di queste piccole cose.
Poi, se uno è musone o chiuso o particolarmente riservato, affari suoi: chi ama la solitudine mi sta bene ugualmente. Io amo l’affabilità, la facilità di comunicazione, la disponibilità. Grandi lezioni in questo senso le ho avute a Napoli, dove all’epoca la gente era veramente molto disponibile verso lo sconosciuto.
x Anita:
beh, anche da noi in Meridione, si telefona prima di andare in casa di qualcuno. Prima ( 40-50 anni fa) era diverso, il telefono non l’aveva nessuno, ci si presentava e basta; tra vicini si usava tenere le porte aperte per la libera circolazione.
Attualmente, anche tra amici, il preavvertire una visita è la regola. Io avviso sempre i miei cugini, che poi sono a due passi da casa mia, prima di andare a casa loro.
X peter
QUACK, quack, QUACK, quack, QUACK, quack, QUACK, quack,
Cara Anita … Come dice CG non dovreste arrabbiarti se qualcuno pensa di te che sei una patriota che difende sui blog l’immagine del suo paese adottivo, questo è una semplice costatazione, che poi tu lo faccia come parte di un’organizzazione più o meno strutturata è una ipotesi che in molti abbiamo considerato, per me niente cambia, come niente cambierebbe se sapessi che uno, (poniamo Vox , Linosse, CC …), è attivista di un’organizzazione di sinistra che usa l’intervento nei blog per difendere e propagare le proprie idee.
Come puoi dedurre dai miei post mi rivolgo a te criticando quello che non mi piace esattamente come faccio gli altri e con la CEI come con il “mio” presidente, e come farei volentieri anche con il tuo (presente e passato) se fossi in grado di esprimermi in un inglese appena comprensibile, senza confondere deprived con depraved.
Se tu ti arrabbi alimenti solo i maliziosi sospetti.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
Il brokkolino ha ripreso a martellare la tastiera…
Molto probabilmente non ha nient’altro di meglio da fare.
Quack.
C.G.
PREGO!!!
CHIUDETE IL POLLAIO QUEL CONTINUO STARNAZZARE DISTURBA!!!
Antonio
x Marco T.
anche qui in GB la gente parla spesso del tempo (meteorologico) tra estranei, chi lo avrebbe mai detto?
I vicini. Nella mia esperienza i rapporti coi vicini sono quelli piu’ delicati, diciamo cosi’. La cosa migliore e’ non sentirli spesso, altrimenti sono seccature, o suonate di piano o chitarra indesiderate, o ‘quando tagli l’eucalipto’, o uno che ‘canta’ we are the champions a mezzanotte passata perche’ vede la sua squadra su ‘Sky Sports’, immagino…Per fortuna solo per un minuto o due, poi penso che la moglie lo metta a posto. Ed anche loro sopportano me, che Dio li benedica. Ed ogni Natale ci scambiamo le cartoline. Smettere lo scambio di cartoline a Natale sarebbe il preludio per una dichiarazione di guerra.
Stranamente, in Italia era molto simile, persino al Sud. Tra vicini dirimpettai si parlava il meno possibile, vi erano sempre dei possibili contenziosi da discutere…
Peter
SE NE FOSSE PROVVISTO POTREBBE MARTELLARSI “LI CABASISI”
Ciao Antò.
Vagliela a far capire alla Komare..sarebbe come scalare le Tre cime di Lavaredo in una botta sola in canottiera e ai piedi scarpette da ginnastica.
Buona giornata.
C.G.
x tutti
cari amici, ormai neanche il mio broccolino offre speranze di comunicazione col povero signor P. A quanto si vede, ormai per comunicare con lui occorrerebbe un esperto ornitologo, con specializzazione nel ramo palmipede…
Forse Pino ce ne puo’ mettere uno a disposizione? la parcella la puo’ mettere in conto alla Societa’ Protezione Animali, o Bird Watchers, o che so io…
Peter
Gli alberi sono ancora spogli, ma tra un po’ dovrebbero cominciare ad uscire i papaveri. Da noi ce n’è a distese, non so qui, non ricordo di averne mai visti in gran quantità. Sono appena sbicciate delle magnifiche calle. Anche il roseto caccia rose rosse in continuazione. Nell’orto antistante casa mia (della mia padrona di casa, non mio) c’è un carciofeto rigoglioso, maestoso direi, oltre a una serie di ortaggi varii. Un verde splendido. C’è anche il gallinaro (pollaio) col gallo pazzo che chicchirichèa alle 4 di mattina. Fortunatamente gli altri due galli dei vicini gli rispondono solo a partire dalle 6. Il gallo del nostro pollaio ha una voce baritonale potentissima: una volta ero al telefono e dall’altra parte mi fanno ” si sente il chicchirichì, ma che è, un gallo?”. Certo, un gallo autentico, non la radio o la televisione. Gli altri due galli invece hanno voce più acuta, tenorile. Abbiamo anche una soprano, una gallina che deve essere parente stretta del gallo, perchè ha la sua stessa potenza e timbro di voce, solo che fa ‘co-co co’ invece di ‘chicchirichi’ e quando fa l’uovo la si sente in tutto il circondario.
Dopo questo argomento avicolo, passiamo a cose più serie del quotidiano uovo fresco biologico.
A voi la parola…
Saluti,salutoni,ed adesso saluto fascista con poche cordialà e bei colpi sulle palle.
Stanno passando situazioni a singhiozzo,propio qui nel Paese, e noi sempre qui ,passi il quaququista di mestiere buono per tutte le stagioni autonomitatosi “signor” P che si infila dappertutto per spezzare(no non le reni)ma i discorsi con commenti da asilo per bimbi dispettosi,a disquisire sul convenevolo da svenevoli da cortile e da uscio.
Adesso vi saluto,non fate troppo rumore con la tastiera altrimenti va a finire che si incazzano e di brutto i poteri forti!
L.
Visto che l’uovo è già stato depositato,in attesa che tra uno shampo ed altro ne faccia un’altro un pelesimo più grande, propongo questo
http://www.diegocugia.com/index.php/blog/linganno-e-la-speranza/
Saluti rispettuosi dal cortiletto di casa,con accompagnamento delle manine agitate del vicinato
L.
x Peter:
Stranamente, in Italia era molto simile, persino al Sud. Tra vicini dirimpettai si parlava il meno possibile, vi erano sempre dei possibili contenziosi da discutere…
——-
Ah, su questo, anche attualmente qualche attrito non manca.
Ti faccio un esempio: io abitavo in terrazza, praticamente al 5° piano. Una volta ero giù ad attendere che si liberasse l’ascensore, ma il rosso non si spegneva mai. Ho pensto a un guasto e sono salito a piedi. Ho scoperto che a tener impegnato l’ascensore erano i miei due vicini di casa del 4° piano, uno dei quali era dentro l’ascensore e chiacchierava mantenendone la porta aperta. Io l’ho presa a ridere, ho fatto una battuta di spirito e la cosa si è chiusa lì. Se al posto mio ci fosse stata una certa mia amica, sarebbe successa la guerra mondiale, li avrebbe coperti di improperii e se li sarebbe fatti nemici. Risultato: loro sempre gentilissimi ed affabili con me, mentre con la mia amica non si sarebbero degnati reciprocamente di uno sguardo, tant’è che nel suo portone tante volte mi è capitato di vedere gente incrociarla ed ignorarla totalmente.
Parto da Grado con un sole splendente, arrivo a casa che nevica!
Poichè sono portata a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, ringrazio Iddio di non avere come vicino uno scorbutico come Peter!!!
Ha ragione, a me piacciono i ragazzi irregimentati, ma solo un poco, non come i ricchi inglesi nei college!!!
I poveri destrutturati, sbracati e altamente ignoranti delle Scuole Pubbliche del Regno…( so qualcosa della Scuola inglese, forse più di lei!!!)…beh quelli…sarebbero liberi!!!
Mai frequentato sergenti, nè maggiori, nè minori!!!
Sylvi
Egregio Signor P,
queste battute durano dai tempi di ,…”Saddam”,…e ci andava di mezzo anche il povero Bocca che,…un giorno si e uno no si prendeva del “fascista”.
In Canada si alzavano quando al cinema intonavano l’inno alla regina,…gli italiani non si alzavano ed erano guardati male.
Cosa c’entrano le due cose?
Noi siamo latini,piu’ scansonati e non ci prendiamo sul serio.
Voi pensate di essere dei traditori solo perche’ non vi mettete il pugno sul petto quando intonate l’alza bandiera.
Il patriottismo troppo spinto,…sfiora il fanatismo.
Se sei Popeye mi hai promesso una visita,…devi spiegarmi il
meccanismo dei comitati- civici e l’elezione diretta dei cittadini,
senza l’intervento dei partiti.
Ciao,Ber
Il link di Linosse porta al blog di un certo Diego Cugia.
Leggetevi, per favore, il pezzo intitolato ‘ Bersani: filo sganga’.
Poi fatemi sapere se Linosse appartiene al club dei disinformatori in malafede, come me.
x Sylvi
anything you say, dear Sergeant Major, anything you say
Peter
ps
oh-oh, ha fatto supplenze nelle scuole di queste parti? lezioni di furlan, forse?!
Sul pezzo direttamente linkato da Linosse invece, sono pienamente d’accordo con Cugia.
x Linosse
Dimmi quali dei tuoi “intellettuali” discorsi ho spezzato. Hai mai pensato che nessuno ti ha dato retta, io incluso. I commenti di asilo le ha iniziati il tuo paesano Peter quando non ero ancora entrato nel blog.
“Stanno passando situazioni a singhiozzo,propio qui nel Paese…”
Ma quando sei drammatico!
Un saluto comunista!
x Pietro
Non ne dubitavo.
pino
x il signor P.
Se un commento non le passa, me lo invii come fanno anche gli altri al mio recapito, lo metto in rete io.
Un saluto.
pino nicotri
x Antonio
Caro Antonio,
ci mancavi anche tu.
Hai forse la memoria corta?
Passati una manina sulla…memoria.
No, non mi va che il Signor Cerutti Gino continui ad insinuare che io appartenga ad un associazione come la defunta USIA, il che vorrebbe dire che sono PAGATA.
In caso che tu non te ne sia accorto, questo e’ un forum aperto, quindi leggibile in internet.
Come la metti che ricevo telefonate dall’Italia e mi chiedono spiegazioni sulla USIA ????????
Non solo, il Signor Cerutti Gino mi perseguita da anni con le stesse domande idiotiche che inserisce regolarmente in discussioni su altri soggetti non relativi.
Beh, my time is up….
Ciao,
Anita
x Peter,
il furlan è troppo difficile per gli inglesi, che , oltre a non imparare nessuna lingua straniera, non conoscono bene nemmeno la loro!
La sfido a dirmi la percentuale di inglesi che legge e comprende Shakespeare o che sa quando e come della Magna Charta!!!!
Non c’era nel test di lingua che ha fatto?
Ps: avrei tanti begli insulti, anche più spiritosi dei suoi, ma li tengo nel cassetto!!!!
Sylvi
x 573,
l’Italia ha un debito pubblico di un miliardo800mila milioni di euro,solo il 43% e’ finanziato dall’estero.
Non so quando i fondi internazionali influiscono nella percentuale ma penso,…non apprezzabile per far fallire l’Italia.
Soros lo poteva fare quando c’era la lira,…ma adesso la cosa e’ molto piu’ difficile,…siamo nell’euro, che salveranno sia la Grecia che il Portogallo etc…
Il pericolo maggiore invece viene dalla cecita’dei ns politici che
stanno dilapidando i ns risparmi per investimenti sbagliati,…
privatizzazioni ad amici etc,…
Il ns vero pericolo sono LORO,i politici…
Ciao a tutti.
PS:Linosse ha postato un buon link che vale la pena leggere.
x Sylvi
non direi che chiamarla sergente maggiore sia un insulto, tanto piu’ che oggi mi pare anche le donne fanno il soldato in Italia. Ed a lei piace molto l’irreggimentazione, altrimenti non la commuoverebbero le scolaresche che salutano in coro dei perfetti estranei (dall’aria marziale e compunta, immagino…).
Gli inglesi non imparano un granche’ le lingue straniere, e’ verissimo.
Le chiedo quanti italiani (non-furlani, ovviamente, che sono dell’empireo) capiscono il linguaggio della Commedia, o il Furioso, o la Gerusalata Liberemme…forse non si rende conto che l’inglese di Shakespeare e’ paragonabile a quell’italiano, non a quello parlato oggi da voi…
riposo!
Peter
x Sylvi
sospetto che Shakespeare, per esempio, usasse meno punti esclamativi in un intero atto di quanti non ne usi lei in un post breve…
Peter
Caro ber,
Anche quando andavo a scuola in Italia, a Caserta, ogni domenica i studenti erano ben piazzati nel cortile e sull’attenti mentre alzavano il tricolore. Non e’ un fanatisis-mo ma e’ un modo di dire che anche se non la pensiamo come il nostro prossimo siamo uniti nella comune difesa. Che c’è di male? Dico che il male e’ quando questo sentimento manca.
Andando sull’elezione dirette, bisogna studiare il sistema elettorale scritto nella costituzione USA perché la costituzione fu scritta da uomini che volevano che il potere rimaneva nelle mani del popolo e volevano una protezione dalla tirannia che un governo può portare.
Semplicemente il congresso americano consiste della camera bassa dei deputati, da noi rappresentanti, e la camera alta il senato. Il deputato rappresenta, o viene eletto, da una popolazione di 600 mila persone di una vera e’ propria zona geografica degli stati uniti. I senatori invece rappresentato una stato, due per stati. I partiti nella costituzione non esistono.
Allora quando un deputato o senatore si presenta, deve crearsi un rapporto con i votanti che vogliono rappresentare. Lui può promettere quello che vuole, ma se si comporta male i votanti possono votare contro, cioè dagli un calcio nel sedere e farlo fuori. Allora il rapporto tra deputato/senatore e il popolo e’ diretto. Per creare questo rapporto, devano presentarsi in “town meetings” a presentare le loro idee e rispondere a domande fatte dai votanti. Loro devono pensare ogni volta che votano su una legge cosa pensano la gente che rappresenta indipendente da quello che il suo partito vuole.
Recentemente ho scritto una lettera al mio senatore, Specter allora repubblicano, dopo che aveva votato per approvare una legge, per sprecare 800 miliardi di dollari, voluta da Obama. La lettera diceva che alle prossime elezione avrei appoggiato qualunque persona lo opponeva. Il senatore ha ricevuto tante di queste lettere che si e’ reso conto che non poteva vincere la prossima volta e ha cambiato partito. Ma anche il nuovo partito non apprezzano un ex-repubblicano traditore.
Il vostro governo sarebbe ben diverso con un simile sistema.
Per uno dei tanti auto-promossi da “capitano” a generale P 629
Non mi riferivo ai miei “intellettuali” discorsi spezzati,la retta che mi danno o no o non puoi conoscerla nessuno ne ha fatto cenno. Io ho smagato e cerco di non perdere tempo,per cui faccio menzione a tutti i commenti che cercano di mettere a conoscenza i fatti che purtroppo accadono nel mondo per la dettagliata precisione che contraddistingue l’U$A sistema e che impiega ammorevolmente per fare il mondo “più democratico e più bello che pria” usando come bacchetta magica bombe atomiche,uranio impoverito,al fosforo,napalm,diossina,con evidenti disastri attuali e futuri per quei poveretti che volete democratizzare con” intimo convincimento”.
Non vi sono bastati il Vietnam,Libano,America Latina che quando pensano agli U$A esprimono nel mondo una “gioia” ed una “gratitudine” senza uguali ,basta sentire cosa pensano di voi e dei vostri interventi cimiteriali e si comprende quanti nuovi nemici vi state facendo ogni giorno.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire,se poi uno tiene la capa tosta al basalto è meglio lasciar perdere.
Non sono io il drammatico ma la situazione.
Dimenticavo ,per te fino a che non si buttano giù torri va tutto bene anche la unterzodemocrazia.
Saluti Bruccolino pane & vino(ma non esagerare ,dopo ti fanno la prova dell’alcool e ti ritirano la patente)
L.
x Linosse -#622-
Interessante il tuo link:
http://www.diegocugia.com/index.php/blog/linganno-e-la-speranza/
Questi momenti di storia si stanno infiltrando anche negli US, ecco perche’ la popolazione si sta svegliando, ecco perche’ ci facciamo sentire…la nostra liberta’ ci e’ sacra, troppi hanno dato la vita per questo privilegio e la Costituzione rischia di essere gettata “under the bus”. (calpestata)
Anita
Signor Nicotri,
Grazie! Me lo faccio dare da Anita.
Buona giornata!
Cara Anita,
questo Alex non lo riconosci?
E’ lo stesso del forum di Bocca.
Non cascare nel tranello,…ridici sopra.
Un abbraccio,Ber
Avevo gia’ letto il link di Linosse. In effetti, questa e’ la prima volta che con il Banana al potere manca un garante degno di questo nome al Quirinale, uno Scalfaro o un Ciampi.
I quali lo avrebbero presumibilmente costretto a dimettersi per attentato alla Costituzione, visto il modo in cui apostrofa i magistrati, sia lui o i suoi ministri.
La cosa avra’ certo delle conseguenze molto gravi per la democrazia italiana, temo. C’e’ solo da sperare in un ‘act of God’, ormai
Peter
Ci risiamo con i post che non passano…..ufaaaaa
x Linosse -#622-
Interessante il tuo link:
http://www.diegocugia.com/index.php/blog/linganno-e-la-speranza/
Questi momenti di storia si stanno infil-trando anche negli US, ecco perche’ la popolazione si sta svegliando, ecco perche’ ci facciamo sentire…la nostra liberta’ ci e’ sa-cra, troppi hanno dato la vita per questo pri-vilegio e la Costi-tuzione rischia di essere gettata “under the bus”. (calpestata)
Anita
X Linosse,
Grazie per l’autocritica. Auto-promosso? Quando mai. Ringrazia CC!
Saluti dall’U$A.
x Anita
oh-oh, vorresti dire che il tuo Presidente minaccia la vostra Costituzione?
Quanto spero che la sua riforma sanitaria passi! forse ti dara’ la mutua anche per il tuo bel fox-terrier, hai visto mai
Peter
x Ber
No, non riconosco Alex, nel forum di Bocca c’erano tanti nick falsi e tanti falsari.
Piu’ falsari che veri utenti.
Quel post di Alex mi e’ sembrato uno scherzo.
Tu chi pensi chi sia?
Me lo puoi scrivere a casa.
Anita
Caro Signor P,
l’alza bandiera nei cortili delle scuole si faceva al tempo dei fasci-littorio o nelle caserme militari.
Dal 1946 nelle scuole si entra e si studia,…almeno in teoria.
Per quando riguarda la Vs costituzione,senza partiti,riferimento diretto al popolo,non intromissioni di culti vari, e’ molto interessante e vedo che qui in Italia parlano spesso di riforme
alla tedesca o francese ma,…MAI di riforme all’Americana.
Ma Sartori perche’ non parla mai alla TV di costituzione Usa?
Ciao,Ber
X”autoultrageneral” P 644
Autocritica?
Di chi?
L.
x Peter
Caro Peter,
la maggioranza non vuole una riforma sanitaria tipo europeo.
Tu spera per la tua nazione, non per la mia.
Il Presidente ha problemi con almeno 12 del suo partito e li sta minacciando e comprando in privato, uno ad uno.
Ma i nomi saltano fuori…
Questa riforma doveva passare la notte della vigilia di Natale, adesso per il giorno di Pasqua, il perche’ e’ che non vuole che i senatori ed i congressmen vadano in vacanza e sentano il volere dei loro costituenti.
Anita
Cara Anita,
Ho letto anch’io. L’articolo fa dei belli paralleli. Peccato pero che gli stessi signori diventano ciechi quando i loro vanno al governo. Anche loro volevano fare leggi per favorire i “compagni” con la scusa di liberalizzare questo o quello. Anche loro comandavano con legge “ddl”, ma nessuno aveva coraggio di chiamarle fascista.
Come ho detto prima sono una razza.
Mi domando pure, se la giustizia aveva tutte queste prove contro Berlusconi che cosa aspettano? Perché non lo hanno portato in corte? Aspettano il punto giusto durante l’elezioni regionali?
x Peter
Provo a risponderle seriamente.
Se le ho fatto l’esempio di Shaskespeare è forse perchè sapevo della sua difficoltà.
Aggiungo che per me l’auto è un mezzo ( se non parliamo di Ferrari!) e le lingue pure.
Servono a comunicare…poi capita che a Londra ho conosciuto un vero Sir che studiava latino per leggere Virgilio e voleva arrivare a leggere anche Dante.
Non so se cel’ha fatta.
Confesso che ho speso una piccola fortuna per imparare l’inglese…ma mi entrava da un orecchio e mi usciva dall’altro…
era ad un certo punto ridicolo, perchè le mie risposte alla graziosissima prof madrelingua erano spesso un franco-ispanico infarcito di parole tedesche e croatoserbe!
Un casino insomma, tanto che lei mi rispondeva: excuse me, oggi non ho scoreggiato il tuo compito.
Veniva spesso a casa nostra e mio figlio è passato dal cinque all’otto in inglese!!!
Conosco psicologi e psichiatri che hanno dato una risposta alla mia idiosincrasia.
A volte mi dispiace molto!!!
Anche se in Galles con un gallese doc sono riuscita a reggere, si fa per dire!, una conversazione sui mulini a vento che lui costruiva in garage e di cui aveva una grande passione.
Mi hanno aiutato i termini tecnici del modellismo che in casa ho sempre mangiato come pane!
Certo che se devo imparare l’inglese alla giornalista italiano preferisco restare nella mia ignoranza.
Sylvi