Manifesto per la fondazione del partito Democrazia Laica. Per la difesa della laicità della Repubblica italiana (quindi anche della libertà di religione) e contro la guerra da “scontro di civiltà”

Il laicismo unisce, i clericalismi invece dividono. E spingono chiaramente verso una nuova disastrosa guerra chiamata “scontro di civiltà”. Se qualcuno vuole partecipare con me all’avventura della creazione del partito Democrazia Laica si faccia avanti. Questo è il manifesto che io propongo. Si accettano ovviamente suggerimenti e consigli, specie per il programma politico che io ho solo abbozzato in pochi punti.

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L’Italia è stata unificata e resa più civile, più moderna e più europea dalle personalità, dai gruppi, dalle associazioni e dai partiti laici e antitotalitari, cioè da un insieme che oggi è purtroppo molto indebolito e in via di estinzione come realtà organizzata e dotata di strutture politiche. Da qualche tempo è invece cresciuto l’interventismo della gerarchia vaticana nella vita politica della Repubblica Italiana, fino a superare abbondantemente in vari campi i limiti del lecito; interventismo che si è mobilitato non per la conquista di nuovi diritti dei cittadini italiani, quanto invece per impedirli. Di recente si è arrivati a sostenere che le leggi della Repubblica devono essere in sintonia con il credo man mano elaborato in Vaticano.
Questo comportamento, da religione di Stato, spinge da una parte all’ossequio filoclericale e dall’altra all’anticlericalismo, eccessi da evitare entrambi, ma spinge anche in direzione contraria al diritto di libertà di culto, inteso come diritto alla libertà per ogni culto, compreso il culto del non credere. Il Vaticano ha tentato a lungo d’imporre alla Comunità Europea il cappello delle “radici cristiane” nel progetto di Costituzione europea. Il tentativo finora è andato a vuoto e nel frattempo la Spagna, ex sagrestia d’Europa, si è molto laicizzata, diventando molto più moderna ed europea. Per bilanciare tali perdite il Vaticano ha aumentato la pressione sulla Repubblica italiana, con il chiaro scopo di farne il proprio “zoccolo duro” per non perdere anche l’influenza, i privilegi e il potere che da secoli esercita sul territorio italiano.

La libertà di scelta religiosa e di scelta atea o agnostica è un diritto inalienabile, che parafrasando una nota frase di Camillo Benso di Cavour potremmo riassumere con l’espressione “Libere Chiese in libero Stato”, aggiornandola ed ampliandola in “Libere Chiese in libera Europa”. Il crescendo di invadenza vaticana va però in direzione opposta a tale diritto e a parte dei diritti universali dell’uomo, e legittima per reazione un’analoga invadenza da parte di altre religioni, aumentando così il pericolo del ripetersi di esiti drammatici già vissuti in passato, e contribuisce in modo preoccupante al deterioramento della scuola e della sua centralità nella formazione dei cittadini e del futuro del Paese. Ecco perché l’invadenza del Vaticano va contrastata, con urgenza e fermezza, ed ecco perché quella delle altre confessioni va prevenuta con altrettanta urgenza e fermezza prima che sia troppo tardi. Si può essere cristiani e cattolici senza inginocchiarci anche fuori dalle chiese, così come si può essere atei o professare altre religioni senza per questo tenere sermoni o montare in cattedra fuori dai propri templi.Pur tralasciando le passate mobilitazioni della gerarchia clericale contro quelli che sono poi diventati diritti civili, come il diritto al matrimonio con rito non religioso, il diritto alla contraccezione preventiva, all’aborto e ai trapianti di organi, ancora oggi i cittadini italiani pagano le conseguenze dell’interventismo del Vaticano in troppi campi:
•    fecondazione assistita;
•    convivenza more uxorio di cittadini dello stesso sesso;
•    diritto alla contraccezione;
•    diritto alla pillola del giorno dopo;
•    diritto all’aborto terapeutico senza l’ostacolo delle cosiddette “obiezioni di coscienza” e senza intollerabili pressioni di presunti “amici della vita”;
•    diritto a decidere sulla propria morte contro l’accanimento terapeutico deciso da estranei contro la volontà dell’interessato e dei suoi congiunti, anche ben oltre il limite della umana dignità;
•    diritto alla prescrizione medica di sostanze utili ad attenuare l’insostenibile dolore fisico nei malati terminali.
•    diritto all’eguaglianza, almeno nelle scuole pubbliche, da parte di insegnanti di materie non religiose nei confronti degli insegnanti di religione, sfacciatamente preferiti nelle graduatorie per l’assunzione in ruolo.
Il dilagare di malattie sessuali quali l’Aids, che in Africa miete centinaia di migliaia di vittime e crea un mare di orfani, a causa del divieto “religioso” del preservativo, perfino in presenza del suo utilizzo a fini procreativi senza rischio tra sieropositivi, indica che questi argomenti non hanno nulla né di religioso da una parte né di ideologico dalla parte contrapposta. Si tratta di problemi drammaticamente concreti, che creano dolore e sofferenza in tutti coloro che si vedono privare la dignità di nuovi diritti e l’esercizio della propria sessualità senza i condizionamenti di tabù imposti dall’alto per motivi che in realtà nulla hanno a che vedere con la religione.
Purtroppo l’invadenza della gerarchia vaticana non si ferma ai temi citati, ma si spinge anche a pretendere una serie di privilegi decisamente inaccettabili, perché oltretutto contraddicono pesantemente il principio di eguaglianza dei cittadini e tra fedi diverse, compresa la fede nella mancanza di fede:
•    incasso di quasi l’80% del gettito fiscale dovuto all’8 per mille versato da molti contribuenti all’atto della dichiarazione dei redditi senza specificare il beneficiario. Il libro L’obolo, scritto dal giornalista Curzio Maltese, ha rivelato l’impressionante ammontare delle cifre incamerate ogni anno dal Vaticano in questo modo. Cifre che meglio sarebbe investire nella scuola, cioè nel futuro dei giovani e quindi dell’intera società;
•    esenzione da tasse come l’Ici ottenuta in molti modi, anche inserendo piccoli spazi per il culto in immobili chiaramente ad uso commerciale, turistico, ecc. E’ da notare come varie inchieste giornalistiche e buoni libri dimostrano che il Vaticano possiede beni immobili pari a un quarto di tutti quelli esistenti a Roma e un quinto di tutti quelli esistenti in Italia;
•    nomina anche nelle scuole pubbliche degli insegnanti di religione su decisione del vescovo locale, anziché per concorso come per tutti gli altri insegnanti;
•    privilegio nell’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione rispetto a tutti gli altri anche aventi maggiore anzianità, e con il ministro Giulio Tremonti privilegio perfino negli aumenti di stipendio;
•    licenziabilità dei citati insegnanti di religione a discrezione del vescovo locale;
•    stanziamenti sempre più sostanziosi per la scuola privata, che in Italia è di fatto quella gestita dal Vaticano o da organismi ad esso facenti capo. La Regione Lombardia è arrivata al punto di stanziare fondi per aiutare le famiglie che, per i propri figli, alla scuola pubblica preferiscono quella privata, cioè di fatto confessionale. Si utilizza quindi il pubblico denaro per degradare ulteriormente la scuola pubblica! Degrado che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, vuole acuire a livello nazionale imponendo a tutte le Regioni le stesse regalie di danaro pubblico a favore della preferenza per le scuole private, vale a dire facenti capo al Vaticano, a discapito di quelle pubbliche, facenti capo cioè alla Repubblica Italiana. E’ invece il ruolo centrale e strategico della scuola pubblica nel futuro di un Paese civile che deve essere recuperato e rilanciato con urgenza, pena il declino irreversibile e annessi possibili esiti traumatici.


Poiché i vescovi non sono nominati dalle rispettive comunità di credenti, bensì dallo Stato del Vaticano e ad esso debbono rendere conto, ne consegue che la Repubblica Italiana ha ceduto parte della propria sovranità a uno Stato estero qual è a tutti gli effetti il Vaticano, anche in tema di esercizio del diritto internazionale.
Oltre a ciò, il problema è che gli insegnanti in questione non sono insegnanti di religioni o storia delle religioni, come dovrebbero invece essere, bensì di fatto solo insegnanti di religione cattolica, intesa sempre e comunque come “la vera religione”. Su questo punto la gerarchia facente capo al Vaticano e alcune forze politiche al suo seguito e adoratrici della “realtà territoriale” hanno preso posizione esplicita, anche in tempi recenti, appellandosi alla tradizione, alla “identità italiana” e alle “radici europee”.
Riguardo all’invocare le tradizioni come un obbligo da perpetuare, bisogna sottolineare che anche lo schiavismo, le case di tolleranza, lo sfruttamento dei minori, la subordinazione della donna e la sua mancanza del diritto di voto, la monarchia, la pena di morte, la tortura, il disprezzo verso gli ebrei perché “popolo deicida”, la mancanza di diritti eguali per tutti e perfino la mancanza dell’habeas corpus, tutte queste realtà storiche sono state delle tradizioni. Tradizioni durate molti secoli e a volte millenni, ma non per questo abbiamo dovuto restarne prigionieri, ce ne siamo anzi per fortuna liberati. Le “tradizioni” sono da sempre in continuo aggiornamento e volerle ingessare o restarne prigionieri è – per usare un linguaggio caro al clero vaticano – contro natura, oltre che contro la Storia e i diritti universali degli esseri umani.


Riguardo l'”identità italiana”, non è il Vaticano il più adatto a parlarne e a spiegare cosa essa sia. Non è infatti fare dell’anticlericalismo ricordare che il papato si è opposto più di una volta alla realizzazione dell’unità d’Italia, unità che avrebbe potuto essere realizzata già dai Longobardi, i laboriosi lombardi di oggi, ben 800 anni prima di quanto avvenuto. L’unità d’Italia è stata peraltro conquistata appena 150 anni fa e a prezzo di guerre anche contro lo stesso Stato pontificio. Come qualunque altra, l’identità italiana è comunque cambiata nel tempo, modificandosi sotto l’incalzare della Storia ed emancipandosi sotto l’incalzare del sapere, della cultura e del progresso in generale.
Riguardo infine alle famose “radici cristiane” dell’Europa, da qualche tempo fatte diventare “giudaico-cristiane”, con una inversione di 180 gradi rispetto alla tradizione, è il caso di dirlo, durata 16 secoli, ci sono da notare alcune cose.
La prima è che nonostante le intenzioni del Vaticano il termine “giudaico-cristiano” rende evidente la stessa realtà che esso vuole nascondere, e cioè che le radici in questione hanno origini ben più antiche (esse affondano nel Vicino e Medio Oriente): né l’ebraismo e neppure il cristianesimo sono infatti realtà “made in Europe”, dove sono infatti arrivate dal Medio Oriente.
La seconda cosa da notare è di fatto una prosecuzione della prima. Se la definizione “giudaico-cristiane”, riferita alle radici in questione, indica implicitamente che esse arrivano fino in Oriente, c’è da aggiungere che in realtà esse affondano molto più in là di quanto comunemente si voglia ammettere e far sapere: nonostante la damnatio memoriae dei popoli pagani operata dal Vaticano con la Bibbia, le nostre radici arrivano infatti fino in Mesopotamia e oltre. Basta notare come perfino piccole realtà di essenziale uso quotidiano, come l’orologio e il calendario, i numeri e le operazioni aritmetiche, per non parlare di molto altro, sono eredità che abbiamo ricevuto da spazi territoriali e culturali che abbracciano almeno 3-4.000 anni di storia e comprendono in forma organica l’attuale Vicino e Medio Oriente, spingendosi peraltro ancora più in là.
Voler far partire la Storia dal tempo della Bibbia o da quello più recente dei vangeli rappresenta un grave errore, oltre che un sopruso nei confronti della verità. Vale a dire, una falsificazione della Storia, ovvero dei fatti realmente accaduti, anche se troppo spesso volutamente ignorati, specie in relazione alle loro influenze sulla cultura e sull’identità dei popoli. Tale ignoranza è però oggi non più ammissibile alla luce delle imponenti acquisizioni realizzate da discipline quali l’archeologia, la storiografia, lo studio delle lingue precedenti il greco e il latino e lo studio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche di popoli e culture anteriori, e non di poco, ai greci e ai latini. Anteriori cioè ai popoli e alle culture alle quali usiamo far ascendere le nostre radici precedenti il cristianesimo e precedenti la stessa presa di coscienza dell’esistenza del territorio chiamato Europa.
La terza cosa da notare, infine, è che le radici vantate dal Vaticano sono state man mano favorite e poi imposte manu militari per motivi politici dal potere imperiale, quello di Costantino e Teodosio prima e di Carlo Magno dopo, recidendo, con metodi non di rado degni dei moderni talebani, radici ben più antiche. E’ ormai assodato e noto che le più importanti ricorrenze cristiane, quali il Natale, la Pasqua, la Quaresima, ecc., non sono altro che tradizioni preesistenti, “pagane”, delle quali il clero romano si è semplicemente appropriato. Perfino le processioni e la venerazione delle immagini sacre ci sono state trasmesse dall’antico Egitto e dalla Mesopotamia, oggi quest’ultima ancor più aborrita perché si chiama Iraq.


Se non si puntano i piedi sulla demistificazione delle “radici europee” e del'”identità italiana” – rispettivamente definite “radici cristiane” e “radici cattoliche”, con insistenza crescente da quando è nata la Comunità Europea, e recentemente trasformate entrambe in “giudaico-cristiane” – si finirà con il restare prigionieri dell’evidente strategia vaticana di ricerca di una qualche forma di coesistenza tra cristianesimo ed ebraismo, inclinata in realtà sempre più pericolosamente verso lo scontro con il mondo islamico, esponendoci quindi prevedibilmente al suo risentimento e alle sue reazioni.
Quello con il mondo islamico è uno scontro iniziato in tempi moderni con la spedizione di Napoleone in Egitto due secoli fa, ma già inaugurato in tempi anteriori con le varie crociate. Che altro non erano se non guerre europee volute dal Vaticano contro il mondo non solo islamico. Viceversa, si rischia che eventuali e peraltro auspicabili accordi di pacifica convivenza tra le diverse confessioni stendano una ancor più spessa e pesante cappa multi clericale sui diritti dei cittadini italiani tutti, laici e non laici, che seguono una religione o che non ne seguono nessuna. E nel caso di ormai non impossibile rottura dell’unità d’Italia, con conseguente espulsione della sua parte più debole dalla Comunità Europea, la situazione che si sta creando potrebbe avere conseguenze devastanti.


A tutto ciò bisogna aggiungere che in parallelo con l’aumento dell’invadenza clericale nella vita politica è cresciuta anche nella realtà delle scuole private il ruolo di Comunione e Liberazione, organizzazione filoclericale che punta a occupare nell’intero settore della scuola uno spazio simile a quello che è riuscita ad occupare nel settore della sanità della Regione Lombardia, diventata per alcuni politici regionali l’equivalente di ciò che è Mediaset per Silvio Berlusconi. Comunione e Liberazione ha inoltre contribuito ad alterare la natura della politica sanitaria lombarda: se tale politica prima era modellata sulla realtà della distribuzione statistica e territoriale delle patologie,  oggi invece è modellata sulla struttura e sulle esigenze del mondo della produzione sanitaria e farmaceutica. Si vuole forse snaturare anche il mondo della scuola con analoghi cambiamenti di rotta e di obiettivi? Nella scuola si vuole piegare l’interesse generale a favore di quello “privato”, in gran parte confessionale e comunque sempre affaristico?
Più in generale, il dilagare di Comunione e Liberazione nella realtà economica e politica lombarda è ben documentato dal libro dal titolo significativo: Assalto al potere in Lombardia, scritto da chi ben conosce il tema, perché dipendente della giunta regionale e per rappresaglia è stato sospeso pro tempore dal lavoro.
C’è da notare che Comunione e Liberazione è nata proprio in Lombardia, per l’esattezza a Milano, grazie all’uso molto disinvolto che il famoso professore di religione don Luigi Giussani fece negli anni ’60 del suo ruolo tra gli studenti del liceo Berchet dove insegnava. L’esempio del sacerdote Giussani – definito grande educatore, omettendo però che educava al cattolicesimo molto poco laico – trova oggi volenterosi imitatori. Nelle scuole private nell’orbita di Comunione e Liberazione non di rado gli insegnanti praticano, nei confronti di cognizioni e dottrine sgradite, la strategia del riduzionismo o del negazionismo, per esempio nei riguardi del darwinismo e dell’evoluzionismo, sostituiti d’autorità con il creazionismo biblico, ma anche sostituendo buona parte della storia antica con i miti della Bibbia, fatti passare per verità storiche quando è ormai assodato che non lo sono e che pertanto alimentano invece odi millenari tra varie confessioni con danno dei rispettivi popoli.


Una scuola pubblica che insegni istituzionalmente nello stesso tempo due cose tra loro opposte e inconciliabili, vale a dire da una parte la storia e il pensiero critico, quindi anche scientifico, con il personale docente scelto dallo Stato italiano e dall’altra il suo opposto fideistico, quali per esempio il creazionismo e i miti biblici con il personale scelto ad nutum dal vescovo, è una scuola che offende il dettato costituzionale sulla parità dei cittadini italiani e che non è in grado di formare menti dotate di sufficiente intelligenza critica e capacità scientifica.
Una tale formazione scolastica, contraddittoria e schizofrenica, non è la più adatta per reggere le pesanti sfide economiche, culturali e globali che sempre più ci vengono lanciate da Paesi come l’India e la Cina, giganti che, spogliatisi ormai del tutto degli abiti coloniali imposti in passato dall’Europa, la stanno raggiungendo in molti campi. Con la prospettiva di superarla e soppiantarla nel ruolo mondiale. E’ quindi la scuola pubblica, non le singole confessioni né quella dominante, che deve essere messa al centro dell’interesse generale.


E’ la stessa Comunità Europea a lanciare l’allarme con una apposita risoluzione, la numero 1580 del 4 ottobre 2007, che vale la pena citare per intero in calce a questo documento, e che mette in risalto come il movimento creazionista persegua in realtà ovunque nel mondo cristiano, dagli Stati Uniti, dove è nato, all’Europa, dove lo si vuole espandere, l’obiettivo di abbattere la democrazia per sostituirla con la teocrazia. E anche in questo caso non è ideologia o anticlericalismo denunciare una tale situazione, si tratta invece di far notare, tra l’altro, un paio di cose. Senza scadere nell’antagonismo e nella contrapposizione reciproca, credo e scienza devono poter coesistere senza che un credo venga ad opporsi alla scienza contrastandone le acquisizioni, che hanno invece il merito di avere enormemente migliorato le condizioni di vita dell’umanità.
In Italia siamo arrivati al punto che il vicepresidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), Roberto De Mattei, si è fatto dare dallo stesso CNR un contributo di 9.000 euro per pubblicare gli atti di un convegno da lui organizzato sul tema “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi” (cfr “La Repubblica” del 23 dicembre 2009). De Mattei è un fervente creazionista, convinto che “Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità”.
Poiché crede nella Bibbia, e non solo riguardo all’origine dell’umanità, confondendo illegittimamente tra le sue legittime scelte religiose e la sua pubblica responsabilità di ricercatore scientifico, De Mattei lancia anche l’accusa che “in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come di inferiorità verso certi ambienti intellettuali” assertori del darwinismo, e punta il dito contro i “vescovi e teologi che lo accettano”, chiosando che questi “sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera”.
Se questa è la mentalità scientifica e la disinvoltura del vicepresidente del CNR, possiamo intuire quale sia quella al livello della scuola di ogni ordine e grado. Insistere sulla verità storica delle narrazioni bibliche e prenderle come insegnamenti, per giunta divini, anziché spiegare che in massima parte sono solo miti e che nella totalità sono comunque di esclusiva origine umana significa legittimare valori che ledono in molti punti la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica italiana.


Non è ammissibile che il Vaticano remi contro la laicità e quindi contro la legalità della nostra Repubblica e che nello stesso tempo questa gli conceda tali e tante concessioni economiche e agevolazioni fiscali da farne un non trascurabile peso per l’erario. Peso che oltretutto ha quattro ben precise conseguenze negative: contribuisce a ridurre la possibilità di arrivare a una più equa tassazione, sempre promessa dai nostri governanti e sempre dagli stessi rinviata alle calende greche; impedisce alla radice lo sviluppo di iniziative pubbliche assistenziali e solidaristiche, con annessa creazione di posti di lavoro anche qualificato; favorisce invece la cultura e la pratica della carità appaltata di fatto a iniziative ed istituzioni facenti capo al Vaticano; infine, toglie risorse alla scuola pubblica.
La debolezza, le contraddizioni e i vizi di varia natura delle forze politiche, soprattutto della maggioranza, mettono il governo e la gran parte dei partiti nella condizione di avere più che mai bisogno dell’appoggio della gerarchia vaticana per conservare la propria base elettorale, cioè il proprio potere.
Tutto ciò è apparso drammaticamente chiaro nelle vicende del primo ministro Silvio Berlusconi negli ultimi mesi del 2009, sfociate nell’affermazione clamorosamente mendace sui “valori cristiani veicolati dal mio governo”. Il “caso Dino Boffo”, con i suoi annessi e connessi, è stato un episodio emblematico anche per cinismo, mercanteggiamenti e disponibilità alla simonia, oltre che per le torsioni acrobatiche che ha comportato. E a proposito di torsioni acrobatiche, la Lega Nord è passata da un anticlericalismo becero ad un altrettanto becero filoclericalismo, aggravato da una visione del cattolicesimo decisamente meschina e razzista.
Il bisogno governativo e più in generale politico, anche a livello regionale e comunale, di appoggio strumentale alla stampella vaticana comporta una ulteriore contrazione dei diritti civili e una ulteriore cessione di sovranità della Repubblica italiana a favore dello Stato estero del Vaticano.
Tutto ciò ha inoltre contribuito all’abbandono da parte dei partiti di sinistra dell’analisi della composizione della realtà produttiva, industriale, economica, finanziaria, contadina, professionale, ecc., e dell’analisi della composizione delle classi sociali. Un abbandono che obnubila la possibilità di efficaci riforme e cambiamenti strutturali e quindi di un più alto livello della qualità della vita delle classi dipendenti. Le categorie dell’analisi di classe sono state sostituite da categorie prevalentemente anagrafiche, come “giovani” e “anziani”, etnico-geografiche, come “extracomunitari” e “italiani”, religiose, come “cattolico” e “musulmano”. E c’è la tendenza ad aggiungere categorie ideologiche come “antisemita”, “filoisraeliano”, “filoarabo”, ecc. La distruzione della possibilità di intervenire incisivamente sulla realtà strutturale anche di classe è perciò praticamente nulla.


Le tensioni e i tentativi di accordo tra le tre religioni monoteiste, che di fatto sono le religioni dell’intero bacino del Mediterraneo e annesso retroterra, spingono in direzione di un rafforzamento clericale, inteso come rafforzamento dei cleri delle varie confessioni e di quelli delle loro divisioni scismatiche (non esiste infatti né un solo tipo di cristianesimo né un solo tipo di islam e neppure un solo tipo di ebraismo, in quanto le loro suddivisioni e sette assommano ormai a svariate decine).
Siamo così costretti a oscillare tra lo “scontro di civiltà” – che è piuttosto uno scontro di inciviltà, oltre che di fatto uno scontro di religioni, o meglio di interessi che si definiscono religiosi – e una ripresa dei vari clericalismi che sarà sicura causa di regressione sotto vari profili: politico, civile, sociale, morale, culturale, quindi anche scientifico, ed economico, oltre che religioso, ove per religione s’intenda l’inalienabile diritto a professare una fede, senza volerla imporre agli altri. Cioè senza voler a tutti i costi interferire nel dare a Cesare ciò che è di Cesare e, per chi ne ha almeno uno, dare al proprio Dio ciò che è del proprio Dio.
Non vogliamo restare prigionieri di tradizioni e radici che non hanno saputo evitare o che hanno provocato tragedie immani come il colonialismo, le guerre mondiali, i genocidi, l’uso della bomba atomica e la demenziale corsa agli armamenti nucleari, chimici, batteriologici e perfino “stellari, tutte prove evidenti dell’assenza di qualunque “superiorità” culturale o di civiltà nei confronti del resto del mondo, anzi prove di bancarotta morale e culturale di modelli di civiltà e sviluppo insostenibili, che se diventano accessibili al resto dell’umanità, il rischio è quello della distruzione delle risorse del pianeta.


OBIETTIVI – In attesa di definirli con esattezza con un dibattito più ampio, sono comunque prioritari:
•    il potenziamento delle scuole pubbliche e dei programmi scolastici, anche dirottando a loro favore almeno parte dei fondi recuperabili ponendo fine ai privilegi economici del Vaticano e degli incostituzionali finanziamenti alle scuole private;

•    il riconoscimento effettivo della parità dei diritti e della dignità tra l’uomo e la donna anche in fatto di sovranità sul proprio corpo, promozione di una maggiore presenza della donna in tutti i campi della vita pubblica, sua autonomia nelle scelte in fatto anche di maternità e lotta contro le pretese di sua soggezione alle ideologie dei vari cleri, che di fatto sono pretese di prosecuzione della soggezione della donna all’uomo. Il potere maschile e maschilista ha già fatto troppi danni nel corso della Storia, ed è ormai urgente porvi un argine e combatterlo;
•    l’ampliamento dei diritti civili sulla base dell’eguaglianza tra tutti i cittadini italiani, e quindi a prescindere da considerazioni religiose e sessuali e di qualunque altra natura comunque discriminatoria;
•    l’abrogazione del Concordato e dei privilegi che comporta, anche per impedire che se ne stipulino altri sullo stesso modello per altre religioni.


Ecco intanto il testo completo della risoluzione n. 1580 approvato dalla Comunità Europea il 4 ottobre 2007:
1 – Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo – il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 – Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 – Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di Stati membri del Consiglio europeo.
4 – L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 – I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 – Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 – C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente egualitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 – Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 – Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 – Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 – L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 – Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 – La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 – Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 – L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 – Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 – La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 – Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 – L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative: A difendere e promuovere la conoscenza scientifica. A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva. A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno. Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione. A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 – L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.

•    Pollard John F., L’obolo di Pietro. Le finanze del papato moderno: 1850-1950, 2006, Corbaccio
•    De Alessandri Enrico, Comunione e liberazione: assalto al potere in Lombardia, 2010, Bepress

807 commenti
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  1. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Caro marco,
    Non confondo niente caro marco. Mi dispiace ma da quello che hai scritto non sai cosa e’ il capitalismo. Hai ancora idee comuniste. Sorry!

  2. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Sul caso Mirko, non capisco perché tutti si rivolgono a Anita con la richiesta di continuare a subire insulti da Mirko alias Gino alias Schizzolungo. Perché non mandate un bel messaggio al baffuto bolscevico Mirko spiegando che non e’ stata Anita a causare i guai in Fallujah.

  3. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Ieri avevo scritto a Napolitano

    Egregio Presidente.
    Le scrivo a proposito delle note vicende connesse alla presentazione di liste elettorali con modalità o contenuti ritenuti dai magistrati preposti non regolari e quindi escluse, ed alle dichiarazioni rese sull’argomento alla stampa dal ministro della difesa Ignazio La Russa, che si sarebbe così espresso.

    ”Non vorrei fare la parte dell’eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto ”.
    Una frase che detta da un semplice cittadino o anche da singolo parlamentare sarebbe da ritenere solo scorretta, ma se questa viene pronunciata dal ministro della difesa, da chi controlla esercito, marina, aviazione e carabinieri allora quelle affermazioni “non accetteremo mai” e quel “siamo pronti a tutto” assumono il sinistro aspetto di una concreta minaccia eversiva alle istituzioni democratiche, istituzioni che lei Signor Presidente è tenuto a difendere e salvaguardare con tutta la forza che il suo ruolo le da e che la situazione richiede.

    Non posso sapere se lei è intervenuto per vie istituzionali contro quelle minacce, ma nelle pubbliche dichiarazioni in TV lei, parlando del caso in generale, si è limitato ad esprimere, con tono piuttosto sommesso, un “sono preoccupato” il che mi pare sinceramente un po’ pochino.

    Cosa aspetta Signor Presidente a dire qualche parola ferma, ufficiale e pubblica, parole che suonino da monito ai “picconatori” delle istituzioni e che allo stesso tempo siano rassicuranti per noi cittadini che, come a suo tempo ebbe a dire Pietro Nenni, “sentiamo tintinnar di sciabole”.
    Augurandomi che la sua proverbiale moderazione non freni eccessivamente il necessario coraggio, cordialmente la saluto.

    Antonio Zaimbri

    Ora apprendo da Repubblica che il presidente ha firmato il vergognoso decreto sulle elezioni
    Evidentemente anche lui ha sentito il “tintinnar di sciabole” e coraggiosamente ha firmato.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

    Ps. l’unica consolazione che per sloggiare il migliorista dal Quirinale non avrebbero bisogno di bombardarlo come Allende, la mostra del Caravaggio non corre pericoli, di quella mi dispiacerebbe … solo di quella.

  4. Peter
    Peter says:

    x AZ

    potresti provare a scrivergli in broccolino la prossima volta, forse allora ti risponderebbe…chissa’.

    Peter

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ehi, ragazzi, oggi è festa grande, qualcuno (Mr.P) ha scoperto che ho idee comuniste.
    Vuoi vedere che alla fine sono proprio io l’unico vero comunista del blog?

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Pino:
    La Lambretta è stata un grande scooter, un mio amico ci è andato da Torino a capo Nord e ritorno, ma è pur sempre uno scooter.
    Hai mai fatto un viaggio lungo su una moto vera? E’ tutta un’altra cosa!

  7. pietro
    pietro says:

    X Pino

    per carità, so benissimo che quell’espressione non era riferita al Cerutti, ma l’ho usata in generale per tutti coloro che provocano e offendono

    saluti

  8. Peter
    Peter says:

    x Marco

    il fatto che il signor P. ti attribuisca ‘idee comuniste’ la dice lunga sul periodo maccartista di US (di cui la sua mentalita’ e’ un evidente residuato per come traspare sul blog) e la caccia alle streghe.
    In un mondo orwelliano tipo 1984, tu quoque, Marce, saresti internato per essere spurgato delle tue idee comuniste inconscie sotto la direzione di tipi come il signor P.
    Pero’ anche i tipi come il signor P. verrebbero beccati e rieducati se sorpresi a gridare nel sonno ‘abbasso il Grande Fratello!’ come succede appunto ad uno di loro nel famoso romanzo (che il signor P. non ha mai letto primo perche’ e’ un’opera comunista, poi perche’ non e’ ancora disponibile in versione broccolina)

    saluti, Peter

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La consuocera di mia sorella è una inglese da 40 anni in Italia, vedova di un italiano. Giorni fa l’ho accompagnata per un tratto di strada e, nel giro di 500 metri l’avranno alutata una decina di persone. “Vedi, mi fa lei, quando è morto mio marito mi sono trasferita in Inghilterra. Ma lì non mi salutava nessuno, e allora, vaff…me ne sono tornata in Italia.”

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma no, Peter, invece io credo che abbia la stessa mentalitàdel cavaliere. Infatti, per il cavaliere chiunque non sia del PDL è comunista. Per lui, chi non è liberista è comunista.
    Io non sono del PDL, nè sono un liberista, ergo…

  11. Peter
    Peter says:

    x Marco

    infatti anche il cavaliere e’ un residuato maccartista nel posto ed epoca sbagliati…ed anche di piu’. Tieni pero’ presente che in US hanno un concetto di ‘mani in pasta’ diverso dagli italiani, almeno riguardo a modi e metodi. Intelligenti pauca.

    Come ti viene quella dei saluti in Inghilterra? La tua amica ha un po’ ragione, qui non e’ comune salutare per strada, anche perche’ non e’ educato osservare o guardare la gente per strada per piu’ di un secondo. Solo se ci si conosce bene ci si scambia un sorriso en passant, dicendo ‘hello! you’re alright?’, senza fermarsi. E’ una questione di privacy. Dover salutare tutti e sempre era una delle cose che mi scocciavano in Italia.
    Anche qui pero’ sarebbe scortese ignorare conoscenti ad un party o un social event, quello proprio no

    ciao, Peter

  12. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    dire buongiorno e atteggiare la bocca a un mezzo sorriso sarebbe un attentato alla privacy?…
    Già…ricordo …in Dalmazia, in Francia, in Germania… soprattutto nei musei…le scolaresche compite e ordinate che passavano davanti e salutavano…eravamo illustri sconosciuti.

    Non ci siamo sentiti aggrediti nella privacy!
    A dire la verità…i più sbracati, dopo gli italiani insuperabili…sono proprio stati gli inglesi…non i gallesi!

    buona giornata
    Sylvi

  13. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    lei come al solito straparla, pazienza.
    Intanto Marco parlava di salutare gente per strada, sai che palle sentire sempre ‘buongiorno avvocato!’, ‘buongiorno dottore!’, ‘ossequi direttore’, ‘salve ragioniere!’, che caratterizza l’Italia come un paese molto piu’ piccolo borghese e provinciale di altri. Eccezion fatta per il Friuli, ovviamente, come lei puntualizzera’ subito.
    Se si riferisce agli inglesi un po’ sbronzi in vacanza, ha senz’altro ragione, si sbracano un po’, ma raramente sono davvero molesti, persino in bars o pubs. Gli italiani scocciano anche da sobri, il che e’ tutto dire.
    I latini si scambiano saluti spesso per convenienza ed ipocrisia, non necessariamente per affetto e calore umano

    Peter

  14. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    lei non distinguerebbe un gallese da un inglese a meno che il gallese non avesse la bandiera del Galles stampata sul berretto e sul retro della maglietta, e forse neanche allora

    Peter

  15. sylvi
    sylvi says:

    x Peter,

    se invece di dire “straparla” avesse detto “non sono d’accordo con lei” non avrebbe usato metodi sbracati appunto degni di un italo-inglese.
    Non ho parlato di Londra, le capitali non fanno testo…per il resto …ho raccontato quello che ho visto in città inglesi…ha ragione per quel che riguarda i gallesi…si riconoscono perchè sono meno arroganti!!!
    avvocato….dottore…superdottore, superragioniere…con inchino e scappellata incorporata, ha ragione…è tipico di una certa Italia…e io e lei sappiamo quale….

    Sylvi

  16. ber
    ber says:

    x Anita,
    dal mio punto di vista non c’e’ malevolenza nelle critiche all’Usa
    di CG,…e dato che tu sei l’unica del blog,…fai da antenna.
    Io personalmente stimo il CG perche’ penso sia l’unico in questo blog che in gioventu’ e’ andato in Israele a dare una mano gratis,
    da volontario,…quindi tutto sommato un idealista.
    L’Israele dal poi “forse” lo ha deluso e quindi se la prende con il finanziatore principale…
    Siete due brave persone.
    Ciao,Ber

  17. Vox
    Vox says:

    RELIGIONE SNOBBATA

    Fuga dall’ora di religione
    in 700mila fuori dall’aula

    I dati della Cei: 9 alunni italiani su 100 preferiscono fare altro
    Il picco nella scuola dell’infanzia.
    Impennata nelle regioni del Nord
    (Repubblica)

    A volte certi processi, diciamo così, evolutivi vanno avanti da soli…

  18. Linosse
    Linosse says:

    Dopo tutte le barzellette pdl elettorali e non,non raccontate ma propagandate nel mondo che ancora ci sta ridendo dietro,ho finalmente capito che abbiamo un governo “placebo”.
    L’effetto è positivo solo per chi ci crede indefessamente anche se ingolla acqua sporca.
    Gli ammorevoli solo con loro stessi sono sempre pronti a tendere la mano ,anch’essa sempre ben alta e tesa,per sostenere la “sovranit’a democratica” per chi “se ne frega “(ricordiamo tutti la origine)delle regole,da irresponsabile dimostrato e messo a nudo riversa sugli altri le proprie colpe tanto sono rossi comunisti quindi colpevoli con peccato originale DOCG.
    Poveri elettori pdl !
    Dopo tanto masochismo dovrebbero aver capito che si sono flagellati inutilmente i propri cxxxxxi,qualcuno che non sopportava più il dolore se li è tagliati,non accettando da nessuna parte il detto:
    errare è umano perseverare è solo peggio per voi”.
    Dopo i disastri ininterrotti di quotidiana sequenza,senatori fantomatici ,spese stellari fatte solo per la SB&S,emergenza per emergenti,leggi onnicomprensive asoggetto ci fanno tornare in epoca feudale .
    Scivolando ,scivolando arriveremo alla fine sotto il “regno della trota” famosa per ingrassare in acque torbide.
    L.

  19. alex
    alex says:

    x Pino

    Caro Pino,

    mi rivolgo a lei in riguardo alla Signora Anita, aka Ma’am.

    Credo che battezzare il proprio cane con il nome di un frequentatore del forum non sia permesso.

    La Signora Anita sta abusando la mia pazienza, non solo la mia pazienza, ma la mia integrita’ , quindi diffamazione.

    Chieda alla Signora Anita di cambiare il nome al proprio cane, o mi dovro’ dimettere da questo forum.

    Grazie.
    Sinceri saluti,
    alex

  20. Anita
    Anita says:

    x Marco

    I saluti per strada.

    Anche qui per strada si saluta solo con un cenno di testa, un sorriso, un gesto di mano, con i vicini basta un; Hi, hello, nice day, how are you doing, etc…ma senza fermasi.
    Non si usa fare visita all’improvviso o prestarsi una tazza di zucchero.
    Abitudini che possono variare secondo il nord ed il sud.
    Di solito la gente e’ molto riservata.
    Anche fra amici si avvisa sempre con una telefonata prima di fare una visita.

    Ciao, Anita

  21. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    dice Peter:- i latini si scambiano saluti spesso per convenienza ed ipocrisia non necessariamente per affetto e calore umano-

    Io intendevo che non c’è nè ipocrisia , nè affetto (e perchè poi!) nello scambiarsi un saluto.
    Ovvio che se passeggi per la Quinta Strada o in qualsiasi altra metropoli…ci mancherebbe che ci mettessimo a salutare…!!!
    Infatti io avevo fatto riferimento a ragazzi e a musei…
    Mi è successo in città francesi e a Vienna…a Zara …
    nel silenzio di un museo i ragazzini che passavano con gli insegnanti e sottovoce salutavano…del resto è da lì che parte l’educazione…

    Qui è una giornata splendida di primavera,…ma io devo tornare a casa…Peccato!

    ciao Sylvi

  22. Mario Lettieri, sottosegretario all’Economia nel governo Prodi, e Paolo Raimondi, economista: Anche l’Italia nel mirino della grande speculazione
    Mario Lettieri, sottosegretario all’Economia nel governo Prodi, e Paolo Raimondi, economista: Anche l’Italia nel mirino della grande speculazione says:

    Anche l’Italia nel mirino della grande speculazione

    Mario Lettieri, sottosegretario all’Economia nel governo Prodi
    Paolo Raimondi, economista

    E’ risaputo che i cosiddetti fondamentali dell’economia italiana, di quella europea e mondiale sono notevolmente peggiorati a causa della crisi sistemica globale. Per rimettere in moto l’economia e l’occupazione ci vorranno nuove energie, nuove visioni strategiche e tempi lunghi. Però non esiste alcuna ragione o giustificazione per aspettare bordate speculative contro l’Italia e l’Europa senza prendere da subito indispensabili ed efficaci contromisure.

    Anzitutto si riconosca che oltre alla Grecia, alla Spagna, al Portogallo e all’Irlanda anche il nostro paese è entrato nel mirino della grande speculazione.

    All’inizio di febbraio a New York si è tenuto un “pranzo di lavoro” esclusivo dei manager dei più grandi hedge fund internazionali, a cominciare dal Soros Fund Management, lo stesso che guidò l’attacco contro la lira e le altre monete europee nel 1992.

    Costoro hanno scommesso che entro la fine del 2010 si arriverà ad una parità tra euro e dollaro.

    Uno degli strumenti per garantire che questa scommessa si avveri, portando loro ovviamente grandi profitti a spese delle economie nazionali, è l’utilizzo di derivati, in particolar dei credit default sawps (cds), che scommettono sul ribasso dell’euro.

    Si ricordi che persino Warren Buffet, il noto finanziere d’assalto americano, definì i cds “armi finanziarie di distruzione di massa”! Infatti questi fondi, usando l’effetto della leva finanziaria, manovrano derivati per venti-trenta volte il valore del contratto iniziale

    Alcuni già paragonano il caso della Grecia alla banca americana Bear Stearns, la prima a crollare nel 2008, e quello del Portogallo alla Lehman Brothers che navigò a vista per mesi prima di fallire e innescare la crisi finanziaria globale.

    Si stima che i derivati contro l’euro siano già una grossa parte dei 3 trilioni di dollari contrattati ogni giorno sul mercato monetario globale.

    Dall’inizio di gennaio il prezzo dei cds per la Grecia è raddoppiato. Anche gli swaps sul debito sovrano dell’Italia sono aumentati, passando da 80 a 120 punti base, secondo i dati forniti da Bloomberg. Ciò significa che, per assicurare 10 milioni di dollari di debito pubblico italiano per 5 anni contro il rischio di fallimento, occorre pagare 120.000 dollari annui di “assicurazione”. Per lo stesso ammontare di debito pubblico greco il costo è di 340.000 dollari.

    Certamente nella scala del rischio l’Italia viene dopo la Grecia, che oltre a un debito pubblico di 125% del Pil, di poco superiore a quello italiano, ha anche un deficit del 13% del Pil. Anche la Spagna corre gravi rischi perché, sebbene abbia un debito pubblico di 67% del Pil, che sommato a quello privato arriva però a 4,9 trilioni di dollari cioè a 342% del Pil, ha anche un deficit dell’11,4%, una disoccupazione del 20% e una gigantesca bolla immobiliare con 1, 3 milioni di case invendute.

    Ma non è da sottovalutare il fatto che il Prof. Robert Mundell, premio Nobel per l’economia nel 1999, studioso della moneta unica europea, abbia di recente affermato che “l’Italia è ad alto rischio. Essa è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della zona dell’Euro”.

    I cds in circolazione a livello internazionale sono oltre 36 trilioni di dollari (stima di fine giugno 2009). Tutti derivati OTC e quindi fuori bilancio.

    I grandi operatori sono naturalmente le solite 4 grandi banche americane, JP Morgan, Bank of America, City Bank e Goldman Sachs con l’aggiunta della Deutsche Bank tedesca e della Barclays inglese. Poi vi sono gli hedge fund internazionali.

    Si calcola che soltanto il 5% di queste operazioni rappresenti coperture di credito per effettivi valori sottostanti. Tutto il resto è meramente virtuale e speculativo.

    Urge che si imponga una semplice regola che limiti queste operazioni solo alla copertura di situazioni vere e provate.

    Sembra che nei prossimi giorni il governo tedesco intenda affrontare questo problema. Sarebbe opportuno che dalla pura analisi si passasse in sede europea a iniziative concrete per garantire il futuro dell’Europa e dell’euro.

    Altrimenti, paradossalmente, le banche con le loro speculazioni puniranno gli Stati per non averle sottoposto alle regole!

  23. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X Vox

    ” …. A volte certi processi, diciamo così, evolutivi vanno avanti da soli…”

    Huummm … :-C … :]
    Da sola progredisce solo l’ignoranza come da sole crescono nei campi solo le erbacce e la gramigna .
    Certi processi invece spuntano magari all’improvviso come il grano a primavera, ma come il grano anno alle spalle un lungo faticoso e poco visibile lavoro di preparazione, un lavoro portato avanti dai pochi che anno seminato ed oggi vedono spuntare i germogli (bada bene per ora sono solo germogli) di quello che hanno seminato e come il contadino stanno in ansia con il timor che la grandine o il gelo vanifichi il loro lavoro.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

    P.s. x Peter
    No Napolitano l’italiano, compreso il mio zoppicante, lo legge benissimo. Il problema è un altro, sarà una mia maliziosa impressione, ma da quando Berlusconi è tornato dal famoso e strano viaggio dall’amico Putin, mi pare che il nostro presidente, che di pasta morbida c’è nato, sia diventato ancor più malleabile. Da allora ogni volta che lo vedo mi sembra di scorgere un lungo spago che gli esce dalla patta dei suoi pantoloni e all’altro capo è in mano a Berlusconi.

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Alecs

    Caro Alecs, un po’ di ironia e di autoironia in ognuno di noi non guasta. Ognuno è libero di fare quel che meglio crede, compreso appioppare ai cani i nomi che preferisce. Mi pareva peraltro che Anita avesse già da tempo un cane, ovviamente col nome. Se qualcuno vuole chiamare il suo cane col mio nome, affari suoi (e del cane). Una mia ex di tanto tempo fa aveva raccolto un cagnetto e per affetto nei miei confronti gli diede il mio nome. Offendermi? Non vedo perché.

    Ciò detto, la recente fioritura di minacce di abbandonare il blog se il Tale o il Talaltro…., ecc., ecc., certo mi dispiace, ma non per questo posso mettermi a correre dietro a tutti. Non crede?
    Spero lei resti, fregandosene del nome del cane di Anita o del gatto mio o del cavallo di chi ce l’avesse.
    Un saluto e buon fine settimana.
    pino nicotri

  25. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Caro Ber,
    in breve, il mio post non passa….

    Non accetto accuse di appa-rtenenza e di essere pa-gata per pertecipare su questo blog.

    Non siamo piu’ bambini, siamo adu-lti e speriamo con un po’ di cer-vello rimasto.

    Un abbraccio,
    Anita

  26. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Anita:
    mah, in giro per l’Italia, ho sempre rilevato una grande facilità al dialogo, a ‘tacar butun’, come dice Sylvi.
    Al Sud è più facile, c’è meno diffidenza tra sconosciuti. Nel barese, poi, si dà del tu anche a sconosciuti ed è un segno di fiducia( ti dò del tu perchè mi fido di te), mentre si usa il lei se si vogliono mantenere le distanze. Anche qui nel basso Lazio dove vivo adesso, che poi è più Campania che Lazio, il tu è molto frequente; la cassiera del supermercato, anche se non mi conosce e comunque sono molto più anziano di lei, mi dà del tu e mi saluta con un ‘ciao’, nonm col classico ‘buongiorno’. Il chè a me non dispiace affatto, anzi, mi fa sentire a casa, in famiglia.
    Oggi ho preso il sole tutto il giorno, come una lucertola. Una giornata caldissima. Ieri ho fatto un’escursione fotografica in un parco nazionale a due passi da casa ed ho postato tre foto su Facebook. Niente di chè, ma la luce non era delle migliori ( la luce migliore è nel pomeriggio e noi siamo andati di mattina). Comunque, una lunga passeggiata tra i boschi del parco, poi lungo la scogliera, in direzione di ruderi romani. La zona era un posto dove si facevano le ville i ricconi dell’antica Roma, ce ne sono diverse. Sempre a due passi da casa ( 5 km, per intenderci) il Parco degli Aurunci, con dei panorami spettacolari: guardando dall’alto della montagna, si spazia contemporaneamente dal Circeo a Sorrento. Con le isole ponziane ed Ischia proprio di fronte. L’unica condizione è l’aria tersa e poca umidità, altrimenti la visibilità non supera Gaeta.

  27. Il signor P.
    Il signor P. says:

    “Avere una linea di supermercati statale non significa lavorare in perdita, nè lavorare con le tessere. Significa non caricare i prodotti dei costi aggiuntivi dovuti sia alle varie forme di pubblicità sia all’utile di esercizio. I supermercati statali dovrebbero lavorare senza nè guadagnare nè perdere e trattare generi di largo consumo, non generi di lusso, che resterebbero nel circuito privato. E’ così difficile da capire?”
    ————————
    Caro marco questo l’hai scritto tu. Questo e’ comunismo! Punto.
    Mi puoi dare degli esempi dove il stato ha gestito una cosa e l’ha gestita bene? Non ti affaticare.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Anita, ma chi vuoi che creda, tra di noi, che tu sia pagata o assoldata da qualche compagnia di disinformazione, se non qualche cervello bacato che non vale neanche la pena di prendere in considerazione?
    Qualsiasi persona di buonsenso capisce che tu hai le tue idee, le esprimi in piena consapevolezza e sei comunque una persona colta e informata.
    Se poi c’è qualcuno così condizionato dall’ideologia da vedere spie dappertutto, è un problema suo, non tuo, non trovi?

  29. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    spero che sia uno scherzo.

    Il mio cane ha 9 anni e 5 mesi, il suo nome e’ Alexander da quando aveva 8 settimane.

    Il Signor C.G. gli appioppato il nome Alex, non io.

    Bye…. Anita

  30. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Bufera.
    Mai messo sotto osservazione il tuo di cervello?
    Non si sa mai…
    P.S.: La Lambretta lo scooter degli sfigati?
    ..quando si dice non avere capito una mazza su che cosa è la vita!
    Applicati e con un tantino di attenzione riuscirai pure tu a deframmentarla in giorni fragili e in giorni robusti.
    Bai.
    C.G.

  31. Il signor P.
    Il signor P. says:

    X Peter
    Senti caro quack, tu vuoi continuare a rompere le palle con i tuoi pregiudizi che tutti quelli che non sono progressis-ti e moralmente deprivati sono fascis-ti o maccartisti. Quanto hai qualcosa intelligente da dire fammelo sapere.
    Se hai difficoltà con il broccolino ecco te lo dico in ghetto cockney pugliese: quack, quack!

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Cerutti, fatti un giro appena su un semplice ed antico Guzzi V7 e poi mi saprai dire.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho inviato a Pino la risposta al sig. P, che non son riuscito a far passare qui.

  34. Peter
    Peter says:

    x signor P.

    quack vallo a dire a tua sorella, per cominciare, o a te quando ti guardi allo specchio.
    ‘moralmente deprivati’? sarebbe a dire? se intendi privi di morale (italiano), allora mi e’ difficile pensare ad uno piu’ deprivato di te su questo blog.
    Purtroppo, dato che sono appunto troppo intelligente per te, capisco che tu, povero baccala’ affumicato, confondi deprived con depraved…
    Anche cosi’, rimarresti sempre tu il piu’ depravato sul blog, ed il signore e’ servito. Next.

    Peter

    ps
    cio’ che ho appena detto e’ al di la’ del ‘reach’ della tua povera materia grigia, lo so

  35. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Komare!!!!!
    Noto che ho messo il dito sulla piaga. Suvvia, mia diletta, non esageri. Non c’è mica niente di male essere patriota, al limite fare parte di un’organizzazione come L’USIA almeno fino a quando il patriottismo non significhi menzogna e spregio per il diverso. E aggiungo la delazione, a mio scarno giudizio la cosa più abbietta e vigliacca che si possa fare.

    P.S.: al Pompelmo suo sodale, che prende a martellate la tastiera e quando(si fa per dire) apre bocca e gli da fiato, non ha nessun senso rispondere. Gliela chiuderei.
    La bocca, ovviamente.
    Buonagiornaaaata.
    C.G.

  36. Il signor P.
    Il signor P. says:

    “dal mio punto di vista non c’e’ malevolenza nelle critiche all’Usa
    di CG,”
    ——————————
    Caro ber,
    dal mio punto di vista sbagli. Prima cosa non e’ una semplice critica all’USA ma e una accusa diretta alla persona di Anita.

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sostiene Di Pietro:

    “Ieri sera appena ho saputo che Napolitano aveva firmato la legge salva Pdl, che permette a chi ha violato la legge di essere riammesso alla competizione elettorale, ho pensato tra me e me, come già è avvenuto per le altre leggi ad personam, che il Presidente della Repubblica si era comportato da Ponzio Pilato, lavandosene le mani.
    Poi, stamattina, dalla lettura dei giornali ho appreso che il Colle avrebbe partecipato attivamente alla stesura del testo. Se così fosse sarebbe correo visto che, invece di fare l’arbitro, avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta. Allora c’è la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l’impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni. Lo dico con tutto il rispetto per la sua funzione ma anche con il dovere che spetta ad una forza politica presente in Parlamento che deve salvaguardare la democrazia. Da subito ci attiveremo per mobilitare i cittadini onesti con una grande manifestazione a difesa della Costituzione contro quest’ennesima legge ad personam.”
    ——-
    No comment

  38. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    lei straparla perche’ parla spesso fuori contesto.

    Marco diceva che la sua amica era stata salutata 10 volte in pochi minuti, per strada. Io rispondevo che la cosa mi innervosirebbe, punto.
    Lei se n’esce con ipotetici attentati alla mia privacy…e con scolaresche che salutano ssconosciuti nei musei. Guardi che quella non e’ educazione, solo irregimentazione, come piace sempre e tanto a lei, caro colonnello, o sergente maggiore, piuttosto.
    Quale ipocrisia o convenienza nel saluto per strada? Lei certo sa o almeno immagina di cosa parlo.
    In ogni caso, mi sembra davvero improbabile che l’amica di Marco sia tornata in Italia solo perche’ la salutano per strada. Era una battuta, credo.
    Lei certo non capisce che molte persone si incontrano o si conoscono sul lavoro, e nel tempo libero non sempre tutti gradiscono di essere riconosciuti ed apostrofati. Tutto qui

    Peter

  39. Il signor P.
    Il signor P. says:

    X Peter
    Ho detto quack a mia sorella e lei ha risposto che sono un fottuto pugliese.
    Poi caro quack, ti spiego la funzione della lingua: comunicazione. Hai capito quello che ho scritto? Mi sembra di si. Il tuo italiano perfetto te lo puoi mettere dove il sole non fa luce.
    Traduco: quack, quack.

  40. Linosse
    Linosse says:

    X Vox 568
    Embe ,le aule restano sempre più vuote nelle ore di religione?
    No probem ,l’importante è che sull’uscio sia esposto il tradizionale e regolamentare crocifisso che attualmente gode del beneplacido nientepocodimenoche della lega patana ,quella del culto sceltik onnidirezionale ed il con bollino blu della CE(o CEI?)
    Salutammo
    L.

  41. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DA PARTE DI MARCO TEMPESTA
    ————————————–
    x P:
    Caro marco questo l’hai scritto tu. Questo e’ comunismo! Punto.
    Mi puoi dare degli esempi dove il stato ha gestito una cosa e l’ha gestita bene? Non ti affaticare.
    ————
    Caro P. sul fatto che lo Stato gestisca tutto al peggio, ti dò pienamente
    ragione. Questo problema lo si aggira con leggi che prevedano di fare un culo come una capanna a chi venga preso sul fatto nel rubare, e buttando fuori senza misericordia i manager che non funzionano. Esattamente come si fa nel privato, anzi con un rigore ancora maggiore, introducendo una apposita tipologia di reato.
    Il mio capitalismo prevede un’economia statale di riferimento solo per i generi di sopravvivenza, lasciando il resto all’iniziativa privata. Il
    comunismo invece prevede invece l’integrale statalizzazione dell’economia. Mi sembra siano due concetti assolutamente diversi, non trovi? Il tutto, sempre tenendo conto del triste momento ( che poi saranno decenni, non proprio un momento) che una dissennata politica finanziaria ha generato.
    Il concetto principale del ‘mio’ capitalismo, è l’introduzione ella famosa forbice tra i minimi e i massimi emolumenti, di cui ho già a grandi linee accennato. Non esiste che una persona debba avere redditi spropositati ( non solo in Italia, intendiamoci) e tante altre persone debbano vivere in povertà.
    Mi sta bene il ricco, non mi sta bene lo straricco. Gli estremi devono essere

    sempre limati, in questo sono profondamente buddhista

  42. Il signor P.
    Il signor P. says:

    x Mirko
    Caro signore fatti controllare. Credo che il morbo e’ arrivato al tuo cervello. Dimmi che prove hai che i difetti sono causati dal fosforo o l’uranio impoverito? Te lo ha detto baffone Stalin in una seduta spiritica? Forse era Saddam che si mascherava come Stalin.
    Un consiglio, fatti un giro con quella lambretta rossa e ti sentirai meglio.

  43. Peter
    Peter says:

    x signor P.

    di’ a tua sorella allora che non solo e’ la sorella papera di un’altra papera, ma e’ anche cieca come una talpa e sorda come una campana, dato che tu per pugliese non passeresti neanche se ti rimettesse a nuovo un buon chirurgo plastico. Il quale dovrebbe munirti di parecchi attributi che ti mancano su e giu’, e soprattutto un altro chilo di cervello, non facile da trovare dalle parti tue o di tua sorella…

    ‘la lingua serve per comunicare’. Appunto: rubbish in, rubbish out.
    Ovvero, spazzatura metti, spazzatura ottieni in cambio.
    Se poi confondi deprived con depraved, non ti difetta solo il taliano, baccala’

    Peter

  44. pietro
    pietro says:

    Ho intervistato don Vitaliano ed è andato tutto bene :)

    A breve posterò il testo dell’intervista

    Saluti a tutti

  45. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Prima che i criminali di guerra Cheney e Rumsfeld dettero ordine di massacrare gettando su gente inerme fosforo bianco bruciandoli vivi, tra gli abitanti di Falluja le nascite di bimbi con malformazioni erano pressochè inesistenti.
    Oggi, stando ai reporter freelance, c’è un’impennata di nascite di bambini deformi.
    Certe amministrazioni Usaescippa (da non confondere MAI con il popolo degli Stati Uniti) sono state maestre in mattanze contro popolazioni inermi usando armi chimiche e non.
    Hiroshima&Nagasaki allora, Vietnam l’altroieri, Kuvait e Iraq, ieri.
    C.G.

  46. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Non c’è mica niente di male essere patriota, al limite fare parte di un’organizzazione come L’USIA almeno fino a quando il patriottismo non significhi menzogna e spregio per il diverso. E aggiungo la delazione, a mio scarno giudizio la cosa più abbietta e vigliacca che si possa fare.
    ——————————————————

    Ottimo, un insulto sopra l’altro.

    La prego di non rivolgersi piu’ a me, non mi aspettavo venie da lei, almeno si astenga.
    Faccia finta che io non esista e, non nomini neanche nei suoi post.
    Non sono la sua Komare, il gioco e’ finito.
    Le jeu et ‘fini !

    Anita

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