La Lega chiama, Rosarno risponde. Con la stessa violenza e gli stessi discorsi contro gli immigrati che a suo tempo venivano fatti contro i nostri emigrati
Ciò che è avvenuto e sta avvenendo a Rosarno, nella Calabra lontana e da sempre programmaticamente abbandonata dallo Stato italiano ai poteri locali, in primis quello della malavita, non è il caso di commentarlo solo con la voce dello sdegno e della condanna. Così si farebbe il gioco dai razzisti, degli intolleranti, dei ministri dell’Interno che, come ha incredibilmente fatto Roberto Maroni, dichiarano che “c’è stata troppa tolleranza”. Il bilancio è pesante, certo: due immigrati di colore sono stati feriti alle gambe da fucilate sparate dai calabresi brava gente, altri cinque sono stati investiti con auto da altri calabresi “brava gente” e ce ne sono infine due che versano in gravi condizioni all’ospedale perché un gruppazzo di “calabresi brava gente” li ha presi a sprangate e bastonate. La distinzione tra sprangate e bastonate si riferisce al fatto che le bastonate si danno con bastoni di legno mentre invece le sprangate si danno con spranghe di metallo. Sì, avete letto bene: di metallo. Di quelle cioè che possono fracassare un cranio e spedire qualcuno all’altro mondo, come è avvenuto mesi or sono a Milano per mano di due baristi che hanno linciato immigrato reo di non avere pagato un pacchetto di biscotti. E infatti a Rosarno due uomini “extracomunitari” sono sulla soglia dell’altro mondo.
Ma per capire in quale barbarie siamo precipitati con questa vicenda, e verso quale precipizio ci stiamo avviando a passo di carica, bisogna avere sotto mano il libro appena edito in Francia con il titolo “Le massacre des Italiens”, che nella nostra lingua si traduce con “Il massacro degli Italiani”. Sì, avete letto bene: Il massacro degli Italiani. Con la I maiuscola perché non si tratta né di albanesi, né di rom e sinti, né di rumeni né dei “marocchini di merda” cari all’onorevole Sporkezio. Il libro si occupa di uno dei tanti capitoli che pur riguardando un massacro di nostri connazionali sono stati da noi “italiani brava gente” censurati e cestinati al pari delle centinaia di dossier e processi murati nel famoso “armadio della vergogna”. Meglio e più facile piangerci sempre e solo addosso, ora con gli alpini scomparsi in Russia e ora con le vittime delle foibe, dando però preferibilmente la colpa a chi non c’entra niente. Ma non divaghiamo.
Come ci ricorda l’autore del libro, Gérard Noiriel, il maggiore specialista francese di storia dell’immigrazione, il 17 agosto 1893 i nostri emigrati in terra francese per guadagnarsi il pane come lavoratori stagionali nelle saline d’Aigues-Mortes, in Provenza, sono presi d’assalto da una folla inferocita prima di lavoratori giornalieri francesi e poi anche di abitanti d’Aigues-Mortes. Il motivo della caccia all’italiano, durata una intera giornata è conclusa con 9 italiani uccisi, 15 pure uccisi ma fatti sparire e più di 50 feriti è lo stesso che ha innescato il dramma di Rosarno: la massa di lavoratori francesi pagati a giornata non ce la faceva a reggere il ritmo di lavoro degli stagionali italiani, quasi tutti torinesi, e perciò la molla della “concorrenza degli immigrati” ha fatto scattare la caccia e il massacro scatenando la xenofobia sempre in agguato: dalli allo straniero….. Anche se a Rosarno hanno cominciato a protestare gli immigrati, contro le paghe da fame e la durezza dello sfruttamento, mentre ad Aigues Mortes hanno cominciato i lavoratori francesi, la sostanza non cambia: si tratta pur sempre di una rivolta contro gli immigrati, contro gli stranieri, contro “gli altri”, col solito ritornello caro ai nostri leghisti che “ci rubano il lavoro”. Poi, come sempre, si aggiunge la violenza che un po’ tutti i perbenisti, nazionalisti e tradizionalisti covano e che non vedono l’ora di poter sfogare con la scusa di una “causa giusta”.
Tempo fa il collega del Corriere della Sera Gianantonio Stella ha voluto ricordarci, con il libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, quali calvari hanno dovuto sopportare spesso gli emigrati italiani in vari Paesi, compresi gli Usa. Fatica sprecata, almeno in parte, quella di Stella, visto cosa hanno covato e vomitato nel frattempo le viscere leghiste del profondo Nord anche nella Milano della “bela Madunina che te brili de luntàn”. Il libro di Noiriel casca quindi a fagiolo, è il miglior commento a quanto la pancia del profondo Sud ha vomitato ora a Rosarno. Con l’aggravante che mentre in Francia la malavita non c’entrava nulla, a Rosarno invece c’entra eccome con la solita ‘Ndrangheta che sfrutta come bestie soprattutto gli immigrati spingendoli così alla protesta e che poi incita i “paesani” a reagire a fucilate, investimenti con auto, sprangate, bastonate
e altri begli atti di moderna civiltà e globalizzazione.
Direi che non c’è bisogno di commenti. Per capire. E per arrossire. E’ però utile riportare alcune frasi di interviste a Noiriel. E’ utile a futura memoria non solo per i drammi che si profilano nel Belpaese, ma anche per quelli in atto in Medio Oriente e altrove e per rinfrescarci la memoria su tragedie passate. “Per chi non possiede niente il richiamo all’identità nazionale diventa l’unico bene di cui andare fieri. Allora come oggi, chi si sente ai margini della società trova nella nazionalità un modo per valorizzarsi. Di qui il sentimento di superiorità nei confronti degli immigrati”. Il rischio è quindi che dagli arruolamenti facili e dalle violenze di “camicie brune” e “camicie nere” si passi a quelle delle “camice verdi” e annesse “ronde”… Pericolo più grave di quanto pensiamo se è vero che “per i più deboli, la violenza contro gli immigrati il discorso xenofobo sono speso un modo per contestare l’ordine dello Stato. Ancora oggi affermare la propria xenofobia è un modo per sfidare i benpensanti e le istituzioni”. Sembra quasi il ritratto dei blablablà e dei rutti bossiani contro i “signoroni”.
Noiriel non la manda a dire. Spiega infatti: “Naturalmente sono le élite, vale a dire i politici e i giornalisti, che fabbricano le rappresentazioni collettive relative agli stranieri, che poi vengono adottate e interpretate in vario modo nei diversi ambiti della società”.
Noi italiani ci vantiamo di avere ben 100 milioni di nostri emigrati ai quattro angoli del mondo. Tralasciamo che se volessero applicare anche loro il “diritto al ritorno” applicato altrove con molta disinvoltura ne verremmo allagati e lo Stivale sprofonderebbe assieme alle sue isole. Il fatto è che l’emigrazione italiana nel mondo, di cui una volta ci vergognavamo anche perché quasi ovunque i nostri poveri emigranti erano disprezzati, oggi è idealizzata non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, ecc. Mica però perché ci vogliono bene. Il perché lo spiega Noiriel: “In realtà, tale visione idealizzata dell’immigrazione italiana viene spesso utilizzata per stigmatizzare la nuova immigrazione proveniente dall’Africa e dal mondo arabo. All’epoca agli italiani venivano fatti gli stessi rimproveri mossi oggi agli immigrati extracomunitari”.
Noiriel così conclude: “I tempi cambiano, ma la diffidenza nei confronti degli stranieri riprende sempre gli stessi discorsi”. La Lega e Rosarno dimostrano che ha pienamente ragione.
Caro Rodolfo,
Cosi gli indesiderati invece di morire nel deserto Libico, li possiamo mandare nello spazio, in un bel pianetino tutto per loro.
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Idea vecchia ,pure dalla Fantascienzapresa in considerazione!
Da piccolo ero un lettore di Asimov e delle sue trilogie ed affini.
Per la verità anche la storia parla di “pianeti ” per indesiderati.
Dal 15o0 mi sembra si chiamassero Ghetti, in tempi più recenti ,attraverso i dettami della “tecnologia”vennero chiamati Lager.
A h, santa tecnologia …!!
Si potrebbe che cambiano i soggetti,ma il problema resta ,il risultato che non è ancora ben chiaro..
e visto che alla domanda 505,così hai risposto…”
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E´che, ad essere sincero di quel problema non e´che me ne interessi troppo. Per quanto riguarda me, vogliono fare il Pio, Santo, chi se ne frega , fatti loro.”
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devo dedurre che anche per tutti i santi e pii, il risulato finale ,non è ancora chiaro a te, comprendo il motivo della confusione.
un saluto
cc
HAITI 2
Oggi, gli stessi paesi che sono stati causa – sotto l’egida del colonialismo e del neoliberismo – dei mali di Haiti e, indirettamente, delle centinaia di morti nell’ultimo terremoto, fanno a gara per portare aiuti umanitari.
Retorica e ipocrisia sono ancora una volta le parole d’ordine.
OUR ROLE IN HAITI’S PLIGHT
If we are serious about assisting this devastated land we must stop trying to control and exploit it
By Peter Hallward
Guardian.co.uk
Any large city in the world would have suffered extensive damage from an earthquake on the scale of the one that ravaged Haiti’s capital city on Tuesday afternoon, but it’s no accident that so much of Port-au-Prince now looks like a war zone. Much of the devastation wreaked by this latest and most calamitous disaster to befall Haiti is best understood as another thoroughly manmade outcome of a long and ugly historical sequence.
The country has faced more than its fair share of catastrophes…
What is already all too clear, however, is the fact that this impact will be the result of an even longer-term history of deliberate impoverishment and disempowerment. Haiti is routinely described as the “poorest country in the western hemisphere”. This poverty is the direct legacy of perhaps the most brutal system of colonial exploitation in world history, compounded by decades of systematic postcolonial oppression.
The noble “international community” which is currently scrambling to send its “humanitarian aid” to Haiti is largely responsible for the extent of the suffering it now aims to reduce. Ever since the US invaded and occupied the country in 1915, every serious political attempt to allow Haiti’s people to move (in former president Jean-Bertrand Aristide’s phrase) “from absolute misery to a dignified poverty” has been violently and deliberately blocked by the US government and some of its allies.
Aristide’s own government (elected by some 75% of the electorate) was the latest victim of such interference, when it was overthrown by an internationally sponsored coup in 2004 that killed several thousand people and left much of the population smouldering in resentment. The UN has subsequently maintained a large and enormously expensive stabilisation and pacification force in the country…
Decades of neoliberal “adjustment” and neo-imperial intervention have robbed its government of any significant capacity to invest in its people or to regulate its economy. Punitive international trade and financial arrangements ensure that such destitution and impotence will remain a structural fact of Haitian life for the foreseeable future.
It is this poverty and powerlessness that account for the full scale of the horror in Port-au-Prince today. Since the late 1970s, relentless neoliberal assault on Haiti’s agrarian economy has forced tens of thousands of small farmers into overcrowded urban slums. Although there are no reliable statistics, hundreds of thousands of Port-au-Prince residents now live in desperately sub-standard informal housing, often perched precariously on the side of deforested ravines.
“Those people got there because they or their parents were intentionally pushed out of the countryside by aid and trade policies specifically designed to create a large captive and therefore exploitable labour force in the cities; by definition they are people who would not be able to afford to build earthquake resistant houses.” Meanwhile the city’s basic infrastructure – running water, electricity, roads, etc – remains woefully inadequate, often non-existent. The government’s ability to mobilise any sort of disaster relief is next to nil.
The international community has been effectively ruling Haiti since the 2004 coup…
Proposals to divert some of this “investment” towards poverty reduction or agrarian development have been blocked, in keeping with the long-term patterns that continue to shape the distribution of international “aid”.
The same storms that killed so many, in 2008, hit Cuba just as hard, but killed only four people.
Cuba has escaped the worst effects of neoliberal “reform”, and its government retains a capacity to defend its people from disaster.
… If we are serious about helping, we need to stop trying to control Haiti’s government, to pacify its citizens, and to exploit its economy.
guardian.co.uk/commentisfree/2010/jan/13/our-role-in-haitis-plight
Te l´ho detto, non so, non me ne intendo. Nella religione Ebraica non esistono Santi.
Sotto il profilo Cattolico considero piu´Santo Pertini che Pio XII.
Cara Sylvi,
l’arte del “profetare” mi sembra ancora una “libera professione” a meno che mi sia “sfuggito” che qualcuno a mia insaputa abbia imposto dei monopoli o anche dei diritti d’autore.
Nel secondo caso faccio ammenda fin da subito e mi riprometto di versare il dovuto alla SIAE.
Ad essere del tutto onesti, Engels che profeta non era, (mi pare)dopo la guerra franco-prussiana e non ricordo dove, aveva tranquillamente parlato di nuovi eserciti di milioni di uomini che si sarebbero scontrati per i motivi più futili e disparati sic,sic,sic
di li a poco, grazie anche alle meraviglie delle nuova tecnologia (santa).
Magari sarà mica per questo che gli ultimi comunisti, vengano scambiati per profeti????
Nel dubbio,non so Linosse, ma per quel che ni riguarda,siamo tutti fratelli o noh?
Neh,ma fino a quando , non entrano in gioco, dei futili assunti mercantilistico possessivi,che danno il destro,ad un sacco di etiche e morali.
cc
Nella religione Ebraica non esistono Santi.
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Sei proprio sicuro?
Di cosa diavolo andava farneticando, il buo Mosè, quando sceso dal Sinai, con le tavole della legge,insomma perchè si incacchiò così tanto?
VIDEO
George Carlin’s best
http://www.youtube.com/watch?v=wV1lZMTCqf8
(badly missed!)
VIDEO
L’industria dell’anti-semitismo
http://www.youtube.com/watch?v=P512xaLDVdk
xcontrocorrente
Perche´sei cosi ermetico. Fai un discorso e non si sa mai esattamente cosa vuoi dire. Tu lo sai, che io sono ignorante, di consequenza con me devi avere la bonta´di essere esplicito. Grazie. Rodolfo
x Rodolfo -#558
Meno male che non sono solo io a notarlo….
Io l’ho detto dal primo giorno.
Spesso non so se e’ satira, cosa che va bene a voce, di persona, ma per scritto e’ facile a misentrepretare.
Anita
Da parte di marco tempesta, questa volta di nuovo colpito lui dai “miracoli di Internet”.
………………….
Il mondo va avanti, si cercano e si trovano soluzioni. Mai guardare al futuro riferendosi a ciò che c’è al presente: l’esperienza insegna che, con velocità esponenziale, quando si scoprono nuove vie si raggiungono traguardi al momento impensabili.
Leggete qui:
“I raggi del sole maturano l’uva e nello stesso tempo producono elettricità. Succede in Puglia, vicino Bari, dove è da qualche giorno in esercizio il primo impianto fotovoltaico in Italia realizzato su un vigneto a tendone per la produzione di uva da tavola. L’iniziativa è di un intraprendente imprenditore agricolo pugliese che ha pensato bene di integrare il reddito derivante dalla coltivazione dell’uva con quello della produzione di energia elettrica da fotovoltaico. L’impianto è stato realizzato a coprire 1000 mq di un vigneto che si estende per 3 ettari, ha una potenza di 50 kWp e riuscirà a produrre circa 60.000 kWh all’anno.
Caratteristiche assai interessanti sono:
la struttura dell’impianto fotovoltaico è realizzata in modo da non arrecare danno o disturbo alla produttività del vigneto sottostante
l’energia prodotta sarà utilizzata, in parte per il riscaldamento del vigneto per avere una raccolta precoce (primizia) e quindi di maggior valore economico, ed il resto ceduta in vendita alla rete
l’impianto è del tipo “integrato” e produrrà un reddito aggiuntivo a quello agricolo stimato in 30.000 euro all’anno
Gli agricoltori italiani sono avvisati!
Per la cronaca: nell’agro di Castellana Grotte, sempre in provincia di Bari, da circa un anno è in esercizio il primo impianto fotovoltaico italiano applicato ad un frutteto.”
Caro Rodolfo,
la domanda era rettorica: qualunque cos ai palestinesi potrebbero fare non cambierebbe nulla perché il vostro obiettivo, fin dall’inizio, cioè fin da centovent’anni fa, era quello di sbatterli fuori tutti senza eccezione.
Tutta la politica israeliana ha sempre avuto quest’unico scopo. Quindi il vostro obiettivo è comunque quello di rendere la vita impossibile ai palestinesi in modo da costringerli a partire. E’ un vero e proprio genocidio anche se indiretto.
Se anche i palestinesi usassero solo dei mezzi politici, com’è stato fino agli anni Settanta, ve ne infischiereste e la vostra politica repressiva e carceraria continuerebbe esattamente allo stesso modo.
Le sue lamentele poi sono veramente di cattivo gusto: siete una delle maggiori potenze militari del mondo ed infierite contro dei civili armati solo della loro disperazione.
La verità è che siete esattamente come i vostri maestri …. U.
cara Anita,
innanzitutto grazie delle bellissime foto; mi fanno pensare che il mondo è tanto, bello e che le nostre gambe non possono raggiungerlo.
Ahimè!
CC ha cultura ma non ha didattica; è come mio marito, crede che quello che lui pensa sia facile comunicarlo! Mica vero…
La sua satira, ancor più la sua ironia sono, a volte, come gli oracoli della Pizia di Delfi, ognuno ci interpreta quello che vuole!!!
Sempre meglio, però, di chi si esprime per parolacce o insulti.
ciao Sylvi
x Tutti e VOX -#557
Da un po’ di giorni quando apro un video youtube ricevo questo messaggio ed altri simili:
This video contains content from Channel 4, who has decided to block it in your country.
Ieri era uno da CNN Europe per un youtube su Haiti.
Censura dall’ Europa?
Anita
X Sylvi 543
La nostra è si una preghiera,raccoglimento,fraterna.Forse che noi umani abbiamo smesso di essere fratelli a causa della preghiera?
Troppo ammore confonde
L.
Sempre più povera la popolazione del Messico
Gli alimenti quotidiani tradizionali e di base in Messico sono cresciuti sino al 30% nei primi giorni di questo 2010 ed i pronostici indicano che il potere d’acquisto della cittadinanza continuerà a scendere.
Con il recente incremento dei prezzi di vendita dei combustibili (benzina, diesel e gas LP), sono aumentati notevolmente i prezzi di riso, fagioli, granturco, lenticchie, uova, zucchero ed altri prodotti , secondo uno studio istituzionale.
La Segreteria di Sviluppo Economico (SEDECO) ha effettuato alcuni sondaggi nei negozi di servizi per automobili con vendite all’ingrosso e al minuto, nei quali ha accertato gli aumenti a detrimento dei consumatori.
La direttrice di SEDECO, Laura Velásquez, ha confermato da diversi giorni che i commercianti hanno aumentato il prezzo delle tortillas di mais in vari territori, come ha informato il quotidiano La Jornada.
La Procura Federale del Consumatore ha assicurato che nulla giustifica questi aumenti di prezzo dei prodotti basici della dieta dei messicani, ma i prezzi in alcuni Stati sono aumentati notevolmente ed in altre regioni si prevedono ulteriori aumenti, dice il quotidiano El Financiero.
A Mérida, ha scritto questo giornale, il presidente della delegazione locale della Camera Nazionale dell’Industria della “Masa y la Tortilla”, Nelson Alpuche, ha assicurato che la sola opzione per non elevare i prezzi delle offerte è che il governo federale dia un sussidio del 50% per l’acquisto di ogni tonnellata di mais. In accordo con questo imprenditore, senza aiuti finanziari statali, si incrementerà il prezzo del chilo di tortillas sino a 15 pesos, quasi il doppio del 2009, tra febbraio e marzo prossimi, per gli aumenti dell’energia elettrica, il gas commerciale, il mais ed il suo trasporto.
Inoltre con l’inizio del 2010 sono aumentate le imposte sul valore aggiunto, sulle rendite e soprattutto sulle bevande alcoliche e il tabacco, come su beni e servizi pubblici, tra i quali l’elettricità.
Anche se per il settore privato l’economia crescerà quest’anno del 15% – 3,5%, il potere d’acquisto della popolazione scenderà, le imprese dovranno affrontare la mancanza di liquidi e gli investimenti nazionali e stranieri diminuiranno, ha scritto ancora El Financiero.
“Un comunista è un uomo che non possiede nulla, ma è disposto a dividerlo con gli altri.”
(John Garland Pollard)
COM’ERA LA PALESTINA PRIMA DEL 1947
COM’ERA LA PALESTINA PRIMA DEL 1947
VIDEO
The old lie that Palestine was dry desert waiting for a people is just that: a lie.
This clip for all people to see the Beauty of the Palestinian People before they were ethnically cleansed and murdered and made into refugees by the State of Israel.
The people Israel says did not exist
http://www.youtube.com/watch?v=vjEBQ_bE7uA
David Ben Gurion
Primo Ministro d’Israele, 1949 – 1954, 1955 – 1963
“Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti.”
David Ben Gurion, 1937, Ben Gurion and the Palestine Arabs, Oxford University Press, 1985.
“Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”.
David Ben-Gurion, Maggio 1948, agli ufficiali dello Stato Maggiore. Da: Ben-Gurion, A Biography, by Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978.
“Ci sono stati l’anti-semitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro in questo cosa centravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?”
Riportato da Nahum Goldmann in Le Paraddoxe Juif (The Jewish Paradox), pp. 121-122.
“I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.”
David Ben Gurion, citato in The Jewish Paradox, di Nahum Goldmann, Weidenfeld and Nicolson, 1978, p. 99.
“Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese.”
David Ben Gurion, riportato a pp 91-2 di Fateful Triangle di Chomsky, che apparve in “Zionism and the Palestinians pp 141-2 di Simha Flapan che citava un discorso del 1938.
“Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d’Israele”.
David Ben-Gurion (Citato a pp 855-56 in Ben-Gurion di Shabtai Teveth).
Ben Gurion, leader del movimento sionista e primo premier di Israele: “L’espulsione forzata degli arabi dalle terre dello Stato ebraico che ci proponiamo potrebbe darci qualcosa che non abbiamo mai avuto… Abbiamo un’opportunità che non ci saremmo sognati: la consolidazione nazionale in una terra liberata… Sostengo il trasferimento forzato, non ci vedo niente di immorale”.
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Golda Meir
Primo Ministro d’Israele, 1969 – 1974
“Non esiste una cosa come il popolo palestinese … Non è come se noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono.”
Golda Meir, dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969.
“Come possiamo restituire i territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli.”
Golda Meir, 8 marzo 1969.
“A tutti quelli che parlano in favore di riportare indietro i rifugiati arabi devo anche dirgli come pensa di prendersi questa responsabilità, se è interessato allo stato d’Israele. E bene che le cose vengano dette chiaramente e liberamente: noi non lasceremo che questo accada.”
Golda Meir, 1961, in un discorso alla Knesset, riportato su Ner, ottobre 1961
“Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.”
Golda Meir, Le Monde, 15 ottobre 1971
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Yitzhak Rabin
Primo Ministro d’Israele, 1974 – 1977, 1992 – 1995
“Uscimmo fuori, Ben-Gurion ci accompagnava. Allon rifece la sua domanda, `Che cosa si doveva fare con la popolazione palestinese?’ Ben-Gurion ondeggiò la mano in un gesto che diceva `cacciateli fuori!”
Yitzhak Rabin,versione censurata delle memorie di Rabin, pubblicata sul New York Times, 23 ottobre 1979.
“[Israele vorrà] creare nel corso dei prossimi 10 o 20 anni le condizioni per attrarre naturalmente e volontariamente una migrazione dei rifugiati dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania verso la Giordania. Per ottenere questo dobbiamo arrivare ad un accordo con Re Hussein e non con Yasser Arafat.”
Yitzhak Rabin (un “Principe di Pace” secondo Clinton), spiega il suo metodo di pulizia etnica dei territori occupati senza sollevare scalpore nel mondo. (Riportato da David Shipler sul The New York Times, 04/04/1983 citando i commenti di Meir Cohen al comitato affari esteri e difesa della Knesset del 16 marzo.)
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Menachem Begin
Primo Ministro d’Israele, 1977 – 1983
“[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe.”
Discorso alla Knesset di Menachem Begin Primo Ministro israeliano, riportato da Amnon Kapeliouk, “Begin and the ‘Beasts’,” su New Statesman, 25 giugno 1982.
“La divisione della Palestina è illegale. Non sarà mai riconosciuta … Gerusalemme è e sarà per sempre la nostra capitale. Eretz Israel verrà ricostruito per il popolo d’Israele. Tutta quanto. E per sempre.”
Menachem Begin, il giorno dopo il voto all’ONU sulla divisione della Palestina.
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Yizhak Shamir
Primo Ministro d’Israele, 1983 – 1984, 1986 – 1992
“I vecchi dirigenti del nostro movimento ci hanno lasciato un chiaro messaggio di prendere Eretz Israel dal mare al fiume Giordano per le future generazioni, per un’aliya di massa (=immigrazione ebraica), e per il popolo ebraico, che tutto quanto sarà radunato in questo paese.”
Dichiarazione dell’ex primo Ministro Yitzhak Shamir al ricordo funebre dei primi dirigenti del Likud, novembre 1990. Servizio locale di Radio Gerusalemme.
“Determinare la terra d’Israele è l’essenza del sionismo. Senza determinazione, noi non realizziamo il sionismo. E’ semplice.”
Yitzhak Shamir,su Maariv, 02/21/1997
“(I palestinesi) saranno schiacciati come cavallette… con le teste sfracellate contro i massi e le mura.”
Yitzhak Shamir a quel tempo Primo Ministro d’Israele in un discorso ai coloni ebrei, New York Times, 1 aprile 1988
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Benjamin Netanyahu
Primo Ministro d’Israele, 1996 – 1999
“Israele avrebbe dovuto approfittare dell’attenzione del mondo sulla repressione delle dimostrazioni in Cina, quando l’attenzione del mondo era focalizzata su quel paese, per portare a termine una massiccia espulsione degli arabi dei territori.”
Benyamin Netanyahu, allora vice ministro degli esteri, ex Primo Ministro d’Israele, in un discorso algi studenti della Bar Ilan University, dal giornale israeliano Hotam, 24 novembre 1989.
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Ehud Barak
Primo Ministro d’Israele, 1999 – 2001
” I palestinesi sono come coccodrilli, più gli date carne, più ne vogliono”….
Ehud Barak, a quel tempo Primo Ministro d’Israele – 28 agosto 2000. Apparso su Jerusalem Post, 30 agosto, 2000
“Se pensassimo che invece di 200 vittime palestinesi, 2.000 morti metterebbero fine agli scontri in un colpo, dovremmo usare più forza….”
Il Primo Ministro israeliano Ehud Barak, citato dall’Associated Press, 16 novembre 2000.
“Sarei entrato in un’organizzazione terroristica.”
risposta di Ehud Barak a Gideon Levy, giornalista del quotidiano Ha’aretzr, quando chiese a Barak che cosa avrebbe fatto se fosse nato palestinese.
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Ariel Sharon
Primo Ministro d’Israele, 2001 – ad oggi [n.b.: l’articolo è del 2004]
“E’ dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente, un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c’è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l’espropriazione delle loro terre.”
Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, parlando ad una riunione di militanti del partito di estrema destra Tsomet, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.
“Tutti devono muoversi, correre e prendere quante più cime di colline (palestinesi) possibile in modo da allargare gli insediamenti (ebraici) perché tutto quello che prenderemo ora sarà nostro… Tutto quello che non prenderemo andrà a loro.”
Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, aprendo un incontro del partito Tsomet Party, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998….
“Ogni volta che facciamo qualcosa tu mi dici che l’America farà questo o quello…devo dirti qualcosa molto chiaramente: Non preoccuparti della pressione americana su Israele. Noi , il popolo ebraico, controlliamo l’America, e gli americani lo sanno.”
Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 31 ottobre 2001, risposta a Shimon Peres, come riportato in un programma della radio Kol Yisrael.
“Israele può avere il diritto di mettere altri sotto processo, ma certamente nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato d’Israele.”
Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 25 marzo 2001 citato dalla BBC News Ondine.
“I palestinesi devono essere colpiti, e provare molto dolore. Dobbiamo infliggere loro delle perdite, delle vittime, così che paghino un prezzo pesante.” (dichiarazione del Primo Ministro di Israele, Ariel Sharon, a una conferenza stampa del 5 marzo 2002)
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“Quando avremo colonizzato il paese, tutto quello che agli arabi resterà da fare e darsi alla fuga come scarafaggi drogati in una bottiglia” (Raphael Eitan, Capo di Stato Maggiore delle forze armate israeliane, “New York Times”, 14/4/1983).
«Noi dichiariamo apertamente che gli arabi non hanno alcun diritto di abitare anche in un centimetro di Eretz Israel… Capiscono solo la forza. Noi useremo la forza senza limiti finchè i palestinesi non vengano strisciando a noi» (Rafael Eitan, capo dello stato maggiore di Tsahal, citato da Gad Becker in «Yedioth Ahronot», 13 aprile 1983).
Moshe Dayan, allora ministro della Difesa, rifiutò – in una riunione riservata del gabinetto israeliano – l’ennesimo patto di sicurezza offerto dagli Stati Uniti, come risposta alle grida di allarme che venivano da Israele «in pericolo»:
«Questo patto sarebbe solo un ostacolo per noi… Le azioni di rappresaglia, che non potremmo più condurre se fossimo legati da un patto di sicurezza, sono la nostra linfa vitale. Sono quelle che ci rendono possibile mantenere un alto stato di tensione tra la nostra popolazione e nel nostro esercito. Senza queste azioni cesseremmo di essere una nazione combattiva, e senza la disciplina che ne consegue, siamo perduti. Dobbiamo continuare a gridare che il Negev è in pericolo, così i giovani andranno là a combattere».
26 maggio 1955, la frase è ricordata nel suo diario segreto da Moshe Sharrett (Shertok), allora Primo ministro israeliano, ed ex ministro degli Esteri
– «C’è una enorme divario fra noi [ebrei] e i nostri nemici, non solo in capacità ma in moralità, cultura, santità di vita e coscienza. Sono i nostri vicini, ma sembrano gente che non appartiene al nostro continente, al nostro mondo» (presidente israeliano Moshe Katsav, Jerusalem Post, 10 maggio 2001).
– «I palestinesi sono come coccodrilli, più carne gli dai, più ne vogliono» (Ehud Barak, primo ministro, Jerusalem Post, 30 agosto 2000).
– «[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe» (Menahem Begin, New Statesman, 25 giugno 1982).
– «Quando ci saremo insediati sulla terra, tutto quello che i palestinesi potranno fare sarà correre qua e là come scarafaggi in una bottiglia» (Raphael Eitan, capo di Stato Maggiore al New York Times, 14 aprile 1983).
– «Come possiamo restituire i territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli» (Golda Meir, 8 marzo 1969).
– «Non ci sono cose chiamate palestinesi, non sono mai esistiti» (Golda Meir, 15 giugno 1969).
– «Dovremo uccidere tutti i palestinesi a meno che non si rassegnino a vivere qui come schiavi» (un certo dottor Heilbrun, che presiedeva il comitato per la rielezione del generale Shlomo Lahat come sindaco di Tel Aviv, ottobre 1983).
– «Dichiariamo apertamente che gli arabi non hanno alcun diritto di insediarsi anche in un solo centimetro di Eretz Israel…la sola cosa che capiscono è la forza. Useremo la forza più estrema fino a che i palestinesi verranno a noi strisciando» (Raphael Eitan, capo di Stato Maggiore, Yediot Ahronot, 13 aprile 1983).
– «Dobbiamo tutti muoverci, correre e prenderci quante più posizioni possiamo per espandere gli insediamenti, perché tutto ciò che prendiamo resta a noi…e tutto ciò che non arraffiamo resterà a loro» (Ariel Sharon, allora ministro degli Esteri, Agence France Presse, 15 novembre 1998.
– “La colonizzazione sionista nella terra di Israele può solo arrestarsi o procedere a dispetto della popolazione nativa palestinese. Questo significa che può procedere e svilupparsi solo con la protezione di una potenza indipendente – dietro un muro di ferro, che i nativi non potranno penetrare.” con queste parole, nel 1923, Vladmir Jabotinsky indicava la strada per la colonizzazione della Palestina.
http://www.informationliberation.com/?id=15291
– E il Signore Jahvé disse a Giosué di distruggere totalmente tutto ciò che si trovava nella città, uomini e donne, giovani e anziani, e i buoi, le pecore, gli asini, passati al filo della tua spada (Bibbia).
– Moshe Dayan: “Coloro che si ostineranno a restare vivranno come cani”.
– Dayan – come ha rivelato pochi mesi or sono il giornale israeliano Haaretz – fece distruggere una 80ina di moschee “per sradicare l’identità palestinese”. Lo stesso Dayan ha ammesso chiaro e tondo che ”la dichiarazione dello stato di Israele nel 1948 è stata fatta a spese della pulizia etnica di 513 villaggi palestinesi, creando più di 700.000 rifugiati palestinesi, espropriando le loro terre, case e negozi per il 78% della Palestina… Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse una precedente popolazione (palestinese)”.
– Sharon: “Con i palestinesi dobbiamo completare l’opera rimasta incompiuta nel 1948”, cioè cacciarli tutti come peraltro prevedere esplicitamente il partito Israel Beitanu.
– Un libro del docente israeliano Ilan Pappe pubblicato nel 2006 si intitola esplicitamente “La pulizia etnica della Palestina”.
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IL CAPITALISTA
Uno che possiede tutto e non lo divide con nessuno.
X Vox 570
E non contento di quel tanto posseduto vuole “possedere” anche gli altri
L.
Per tutti gli “amanti “ dei numeri, tecnici o della “cabbala” tanto non fa differenza…alias ,diamoci da fare per l’energia “cosmica” aggratis ,meno forse per i convogliatori..!
1837- Si vara il traslantico “Great Wester”- a vapore 150 passeggeri-30 tonnellate di carbone al giorno –150 passeggeri.Rendimento 3%-o,2 t a passeggero al giorno circa.
1907- Sulla stessa rotta Bristol-NY, se ne vara uno più grande .
2.198 passeggeri-consumo 900 tonnelate di carbone al giorno-rendimento macchine 11,5%.Consumo o,4 tonnellate di carbone al giorno.
2003- parte la Queen Mary 2-
500 tonnellate al giorno di consumo di nafta.rendimento motori del 44%.-consumo 0,2 tonnellate di nafta al giorno per passeggero circa.
Brillante avanzata della scienza e della tecnica ,aumenta di 15 volte il rendimento delle macchine , sui consumi procapite vabbè ,sull’inquinamento non mi pronuncio.Ah dimenticavo,il tutto deve per pur essere costruito anche sul fatto che ci sia qualcuno che paghi il biglietto…(sai com’è banali rapporti mercantilistici che per gli amanti dell’estetica e dell’etica sono ininfluenti) poi si può sempre andare sulla barca di Sylvi,invocando Eolo benigno,….!!
Oggi 2010 Anno del signore!
Energia solare.
Si aggirano compagnie dalle mie parti che per rendere redditizio l’investimento iniziale,fanno le seguenti proposte (nonostante cospicui aiuti EU).
40.000 mtq, quadri di terreno sgombro e ben esposto al sole, dai 2.5 ai 3 euro per mtq di affitto terreno annuo per minimo 25anni.
Il costo del terreno agricolo non irriguo dalle mie parti (prezzo di mercato è appunto di 2,5 3 euro al mtq.
Ipotizziamo un aumento di rendimento macchine del 15% ed ovviamente una diminizuione dell’occupazione suolo corrispondente, la domanda finale è
Quanti mt2 di occupazione “redditizia” di suolo occorreranno tra 100 anni,per rendere comunque redditizio l’investimento in termini di costi ricavi…(mica ho inventato io certe leggi, non porto pene),alla luce anche dell’occupazione di terreno?Più le dovute mance ed aiutini che sempre occorrono in certe operazioni..dimenticavo ..(ma anche qui non porto pene)…e quanti mq sono ancora a disposizione liberi da infrastrutture..ect,ect,ect..e bene esposti al sole…
Seconda osservazione quindi, quanto è quantificabile in termini di rendimento classico ,l’occupazione di suolo ?????
Per concludere ,sapete perché i Cinesi ,riprenderanno a mettersi il fresbbe in testa ?
Infine per gli amanti del brivido, in materia di tecnologie mediche che ci danno l’immortalità,ma davvero siamo tutti disposti a sentire “certe cazzate” per l’eternità..giove ce ne scampi e liberi….
Cc
Ps-un’ultima considerazione, anch’io sono un sostenitore dell’ecologia, in genere, oltrechè ovviamente anche di quella mentale, ma temo che tutto questo ben di Dio, che ci sta per cadere in testa se non unito ad altre consdiderazionì ,sia l’eterna bufala!!!!!!!!!!!!!
GENNAIO
Pungente freddo, vento furioso,
Gennaio fastidioso.
Nevica: scende lenta, inesorabile, puntigliosa
aria tersa che brulica di bianco,
candida terra, fiocchi sopra fiocchi;
piangon i larici gemon gli abeti,
un tonfo lieve s’ode, è un grumo di neve
che cade nella coltre molle.
E le ventate soffiano, fanno veleggiar
e un tabarro fanno indietreggiar,
per le vie mulinella la bufera;
passa una nonnina avvinghiata a donzella;
passan binbi, un balbettio di pianto;
passa una madre, s’ode ardente preghiera.
IL COMUNISTA
Uno che non possiede niente e vorrebbe tanto essere capitalista.
X M.T. 19.23
Così riuscirebbe a fare contento Marcatustra che potrebbe proporre la sua rivoluzione tecnologica .
L.
Pino, dà un’occhiata alla tua e-mail, ho un messaggio per te che mi preoccupa.
Un vero comunista non vorrebbe diventare un capitalista, piu’ di quanto vorrebbe diventare uno scarafaggio.
L’anticomunista aggratis
Uno che pur non possedendo niente,non solo in beni ,materiali , gli manca pure l’intelligenza!
Caro Vox,
non avevo notato quella tua battuta sul Capitalista.
E’ una battuta morale, che non condivido,perchè non è vero!
Il capitalista divide eccome divide,ma secondo una logica precisa dettata da determinate leggi.
Il moralista lo segue,giustificando il tutto !
Sono bravi entrambi!
cc
x Vox
Secondo il suo sentire: che cos’è un “vero comunista?
Senza ironie nè sarcasmi!
Sylvi
Un vero comunista non vorrebbe diventare un capitalista, piu’ di quanto vorrebbe diventare uno scarafaggio. ( Vox)
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Un vero comunista certo, ma esiste il vero comunista?
Non ne ho mai conosciuti. Prima badano ai propri interessi, poi fanno i comunisti.
@CC
Divide? Cosa divide? Non ho ben compreso la tua osservazione.
Io comunque intendevo il “condividere”. Non era altro che una battuta.
@ Sylvi
Tra un comunista vero e uno fasullo corre la stessa differenza che c’e’ tra Che Guevara e Veltroni. Almeno da come la vedo io.
Comunista, capitalista, borghese, proletario…si tratta almeno in parte di astrazioni. Ed ancora piu’ astratto il ‘vero comunista’, che come tutte le cose ‘vere’ si definisce ovviamente per negazione (anche se mi viene in soccorso il concetto matematico di limite, anche quello un’astrazione, pero’).
Ho idea che le categorie socio-politiche del passato fossero meglio definite. Un barone feudale poteva solo essere un barone feudale, e senza tanti grilli per la testa, beninteso. Ed in tempi piu’ recenti, bastava avere mille ettari di terra per essere un latifondista, non ci pioveva.
Suppongo che un discreto numero di comunisti emiliani si considerassero veri comunisti e fossero capitalisti, visto che avevano fabbriche e diventarono miliardari. Me lo dicevano persone insospettabili della CGL di Bologna, molti anni fa
saluti
Peter
Mi azzardo a fare qualche battuta. Direi che i capitalisti credono nella privatizzazione dei profitti e nella socializzazione delle perdite. Del resto, e’ successo di nuovo con le banche l’anno scorso…Non e’ solo una teoria, ahime’, e’ anche una pratica.
Per converso, direi che i veri comunisti sono quelli molto generosi e beneficienti, coi mezzi altrui, pero’.
Peter
x Marco
“Un vero comunista certo, ma esiste il vero comunista?
Non ne ho mai conosciuti. Prima badano ai propri interessi, poi fanno i comunisti.”
Hai descritto mio zio, era il capo del Partito comunista di una citta’ lombarda.
La moglie mandava avanti il business, manteneva la casa e badava ai due figli, lui era il bellimbusto sempre in giro a decantare il comunismo e…fare le corna alla moglie.
Suo figlio, mio cugino, ha seguito nelle sue orme.
Questi sono stati gli unici due comunisti convinti che ho conosciuto.
Beh, ho solo conosciuto mio zio, mio cugino l’ho visto una sola volta da bambini, quando i miei si sono separati ho vissuto con loro per un mese.
Anita
ecco, Anita dice che i veri comunisti credono nella comunione delle donne…
Peter
ps
ergo Marco T. e’ un comunista ‘sfegatato’
Quest’ultima discussionne, a mio avviso sta diventando un vero “festival” dei luoghi comuni.
Per cui personamente ragazzi miei per stasera,prendo il tram, e vado a trovare mia nonna, che “avendo avuto” le ruote ed essendo quindi stata un tram, si trova al deposito, nella speranza che ancora non sia stata rottamata!
notte
cc
x VOX
Chi era in vero Che Guevara?
Non quello sulle magliette, quello in carne ed ossa.
Anita
xCC
com’e’ permaloso acchisto, direbbero a Napoli…
xAnita
sento che la Morgan ha fatto un profitto netto di sette miliardi e duecento milioni di sterline nel 2009. Com’e’ possibile un simile miracolo? siamo in recessione da anni…
Peter
Io credo di aver capito che Veltroni sia un Che che ha avuto la fortuna di invecchiare!!!
Sylvi
x marco tempesta
Mah.
pino
P.S. Ti ho risposto.
Komaaaare!!
Giù le mani dal “Che”!
Pensi piuttosto ai ladri, corrotti e assassini foraggiati dai vari Nixon fino ad arrivare al sommo George W(isky) Bush.
Buonaseeeeeeeeeeera.
C.G.
x Peter
Veramente io ho descritto mio zio, il penultimo figlio di mia nonna.
Il ribelle della casata.
Di lui ricordo i gran pugni sulla tavola da pranzo quando veniva a Milano e discuteva con suo fratello minore, mio papa’.
Porca l’oca e porca la miseria…
Erano le uniche volte che mio papa’ si eccitava, di solito era di carattere freddo, almeno in apparenza.
Lo zio e’ morto di sifilide sui 50 anni.
Anita
x C.G.
Chi l’ha nominato dittatore del forum?
Anita
x Peter
JP Morgan, ed altre grandi banche hanno fatto enormi profitti.
Io so solo quel che leggo, come te.
BHO wants to punish the big banks by instituting a fee essentially to get back at them because of their excessive bonuses.
Fee that will be passed down to the clients.
Personally, I also do not understand those monstrous and obscene bonuses.
However, the biggest colprits, Fanny Mae and Freddie Mac would be exempt from the tax.
Anita
@Sylvi
La facevo piu’ intelligente di cosi’.
x Peter
Clinton-Bush Haiti Fund
Support the Earthquake Recovery Efforts in Haiti
http://clintonbushhaitifund.org/
Anita
x Vox
E’ lei che non mi ha dato una risposta.
Del Che potrei dire che è morto toppo presto perchè i suoi ideali potessero scontrarsi con la realtà e dargli modo di dimostrarne l’applicabilità pratica.
E’ rimasto un simbolo e un sogno!
AZ almeno dice che la Russia non può provare alcunchè nel suo fallimento. Questo posso capirlo.
Io non ho davvero capito che cosa sia un comunista vero.
Io non ho capito come l’idea comunista possa conciliarsi con l’economia , l’uguaglianza e la libertà dell’individuo.
Io non ho capito quanta libertà SIA CONCESSA all’individuo in uno stato comunista ideale.
Possiamo parlar male del capitalismo, ma potremmo dire che è stato applicato in maniera scorretta, esattamente come il comunismo.
Io infine ho capito com’è un comunista tipo AZ.
Dei comunisti potenti italiani penso sia il caso di stendere un velo pietoso!
Buonanotte
Sylvi
… non me ne accetta ne uno… Lo mando a Pino… vvabbe… http://www.vvuaddurmi.now
Faust