11 settembre e mutande esplosive: defaillance o strategia della tensione? Nata con finanziamenti Usa ai fondamentalisti islamisti fin da PRIMA dell’invasione sovietica dell’Afganistan. E nonostante gli Usa avessero di fatto già vinto il “confronto” con l’Urss, ormai chiaramente al collasso

Strano: i servizi segreti americani – che oltretutto costano cifre immense – sanno sempre tutto in anticipo, ma non fanno nulla per evitare le catastrofi, che si tratti di aerei di linea scagliati contro grattacieli o di aerei di linea da far saltare in volo con un passeggero demente dotato di mutande imbottite di esplosivo. Un passeggero del quale i sevizi Usa conoscevano da varie settimane nome, cognome e intenzioni. Come mai tanti fallimenti? Ma si tratta poi davvero di fallimenti o di una strategia voluta? Dài oggi e dài domani, alla fine è inevitabile nasca il sospetto che lo facciano apposta. Un modo cinico e brutale per spingere l’opinione pubblica ad accettare il clima di guerra continua che negli Usa vive ormai da sempre, modello Fort Apache eternamente assediato, sorvolando sul fatto che ammesso che sia assediato davvero – ad assediarlo sono solo poveri straccioni senza nessuna possibilità di conquistare nessun forte. Un modo cinico e brutale, ma lasciare che ci scappino un bel po’ di morti in casa propria, cioè nel forte, è il migliore per giustificare qualunque azione, anche la più ingiustificabile, con la comoda scusa che si tratta solo di “rompere l’assedio”, cioè di esercitare un diritto sacrosanto anziché un sopruso ammirevole. Insomma, un aggiornamento della strategia della tensione a suo tempo, negli anni ’60, varata in Italia.L’abbattimento delle Twin Tower di New York, nel famoso 11 settembre che pretende di cancellare tutti gli 11 settembre inflitti dagli americani a partire dalla Corea fino al Cile passando per l’India della catastrofe di Bophal, era evitabile solo che la Cia e affini avessero messo a frutto le informazioni che già avevano, e da un bel pezzo. Qualche inguaribile cretino preferisce dare la colpa a una cospirazione della lobby ebraica Usa, che pure esiste ed è talmente potente da contribuire in modo determinante alla elezione dei presidenti e da paralizzare la asserita buona volontà di Obama in Medio Oriente, quando invece è assai più razionale attribuire la responsabilità alla strategia adottata dalla Casa Bianca, qualunque ne sia l’inquilino, visto anche che si tratta poi della stessa strategia fatta adottare dagli Usa all’Italia con le bombe del 1969 e annessa strage del 12 dicembre di quell’anno in piazza Fontana a Milano. In Italia si facevano esplodere le bombe, per mano di fanatici neonazisti manovrati dai soliti “servizi” legati alla Nato. Negli Usa è più che lecito sospettare che lasciassero che i fanatici islamisti combinassero qualcosa di sanguinoso, in modo da far scattare la tagliola irachena e afgana preparata con cura già da tempo al Pentagono. Nessuno poteva però immaginare che anziché un botto da una “semplice” manciata di morti sarebbero venuti giù i due grattaceli simbolo della modernità di New York seppellendo oltre 4.000 disgraziati.

Che si tratti di una strategia voluta anziché di una disgrazia subita lo dimostra il fatto che la politica degli Usa verso Israele e i disgraziati palestinesi è rimasta la stessa di prima, pur essendo chiaro a tutti, dentro e fuori gli Usa, che dal punto di vista ideologico e delle motivazioni ufficiali l’insopportabile condizione dei palestinesi è stato il principale casus belli e boccone avvelenato. Che gli Usa hanno continuato a lasciar cucinare come se niente fosse, aggravando anzi la situazione con il loro dilagare militarmente anche in Afganistan e Iraq pur essendo chiaro anche ai ciechi che l’Iraq non solo non c’entrava niente con l’abbattimento delle Twin Tower, ma detestava i talebani e il loro capo Bin Laden. “All’11 settembre bisognava rispondere non con i missili, ma andando a costruire scuole e ospedali in Medio Oriente”, invece che per esempio bombardandoli e radendoli a suolo come si è fatto a Gaza, ha dichiarato Joshua Cooper Ramo, autore dell’interessante saggio “Il secolo imprevedibile. Perché il nuovo disordine mondiale richiede una rivoluzione del pensiero”, che cerca di capire chi guiderà il mondo nel futuro prossimo. A giudicare dal  nome, e dal ruolo di direttore della Kissinger Associates, cioè della società di consulenza dell’ex Segretario di Stato Usa Henry Kissinger, Joshua non è certo sospettabile di antisemitismo…

Ma come si è arrivati all’11 settembre prima e all’attentato con le mutande esplosive oggi? Come si è arrivati cioè alla allarmante diffusione del terrorismo islamista? Semplice: ci si è arrivati con la strategia e i soldi della Casa Bianca utilizzando la Cia e affini. E a partire da ben prima che l’Unione Sovietica invadesse l’Afganistan! Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa sotto la presidenza di Jimmy Carter, vale a dire Zbigniew Brzezinski,   nel suo libro di memorie ha infatti scritto chiaro e tondo che gli aiuti americani ai mujaheddin cominciarono prima e non dopo l’invasione sovietica, con il preciso scopo di attirare i sovietici in una trappola mortale. “Non spingemmo i russi a intervenire, ma incrementammo consapevolmente la probabilità che lo facessero”, ha scritto Brzezinsky. Aggiungendo subito dopo: “IL giorno in cui le truppe sovietiche entrarono in Afganistan scrissi a Carter che avevamo finalmente l’opportunità di dare all’Urss il suo Vietnam”. Parole di un cinismo rivoltante. Peccato solo che il “Vietnam sovietico” e il crollo dell’Urss non furono le uniche conseguenze della feroce politica della Casa Bianca. E si noti che Carter passa per uno dei presidenti Usa più pacifisti. Detestato da Itzak Rabin e dai governi israeliani per la sua intenzione di concludere la partita israelo/palestinese dando finalmente uno Stato ai palestinesi, e detestato oggi dai nuovo governi israeliani per le accuse lanciate loro sia per l’assedio a Gaza che per l’invasione e la falsità delle motivazioni addotte per giustificarla, Carter era comunque deciso a porre fine alla politica di torture e omicidi dei generali golpisti in Argentina e ad altre porcherie in Sud America. Tant’è che proprio Kissinger nel ricevere a New York una delegazione di militari argentini li consigliò così: “Sbrigatevi a finire il lavoro [ndr: cioè a far sparire gli oppositori veri o presunti, per un totale di almeno 20.000 esseri umani buttati in mare dagli aerei militari], perché se Eleggono Carter non vi permetterà più di portarlo avanti”.

E quando a Carter successe Donald Reagan, ecco che il nuovo presidente Usa in tandem con l’Inghilterra della signora (?) Tatcher vara una nuova strategia. Quella che, pensata contro i sovietici e i Paesi arabi o comunque musulmani loro alleati, non allineati o socialisteggianti,  ha iniziato a tornarci pericolosamente indietro, per finirci poi addosso, come un micidiale  boomerang: direttamente o attraverso l’Arabia Saudita, spronata così a diventare la patria della Controriforma islamica e donde non a caso partiranno i kamikaze dell’11 settembre, l’Occidente fin dall’inizio degli anni ’80 prende ad armare e potenziare il fondamentalismo islamista per lanciarlo contro l’Unione Sovietica. E così un fiume di petrodollari rende gli islamisti, fino ad allora deboli e non pericolosi, molto più forti e temerari, da Gaza, estremità occidentale della Palestina, a Lahore, estremità orientale del Pakistan. Con questa spinta iniziale Gaza è diventata quel che è diventata, forse la principale vergogna odierna per l’intero Occidente. E il Pakistan, Terra Promessa della Riforma Islamica e democrazia benedetta dagli Usa anche col premio del lasciargli costruire le bombe atomiche, è man mano diventato sia il retroterra e la retrovia della guerra contro il gigante sovietico e sia il laboratorio e l’avamposto della Controriforma islamica ispirata e voluta dai sauditi. Il fondamentalismo islamista un po’ alla volta diventa parte integrante non solo della formazione scolastica dei pachistani, tramite l’apertura di una marea di “madrasse” – cioè di scuole coraniche culla e fucina di kamikaze, con soldi Usa e sauditi – ma anche delle stesse forze armate pachistane.

In tutto ciò c’è un dramma supplementare, che ci riporta alla balordaggine della Cia e affini. L’assalto all’Urss per interposto estremismo islamista venne supportato da una opinione pubblica alla quale venne fatto credere che l’Unione Sovietica stesse sviluppando una potenza economica e militare micidiale, quando invece la Cia e affini avevano tutte le informazioni necessarie per capire che Mosca era ormai un gigante dai piedi d’argilla. Gli Usa vollero combattere per interposto terrorismo islamista una guerra che avevano già vinto, perché tutti gli indicatori economici e sociali dimostravano che Mosca era al collasso. Come ebbe ad avvertire, inascoltato, negli anni ’80 Daniel Patrick Moyniham, futuro ambasciatore Usa all’ONU. Reagan e la Tatcher, cioè l’Inghilterra e gli Usa, vale a dire lo stesso tandem del grande inganno dell’invasione dell’Iraq e della presa in giro a danno dei palestinesi, hanno innescato così una serie di tragedie assolutamente inutili per quanto riguarda il contrastare l’Urss, ma tragicamente utili ad avvelenare il nostro presente oggi e a rendere incerto il nostro futuro.

Naturalmente non è il caso di pensare che gli americani siano tutti idioti e masochisti amanti del darsi la zappa sui piedi. L’unica risposta razionale che viene in mente per spiegare questi loro “fallimenti” dagli anni ’80 ad oggi è che siano dovuti al bisogno di continuare a funzionare e produrre del famoso “complesso militare industriale” denunciato a suo tempo come un pericolo nazionale già dal presidente Ike Eisenhower. Si calcola che il 25% dell’economia Usa sia formato da industrie e attività legate alla produzione di armi e annesse ricerche scientifiche per renderle sempre più micidiali. Ed è il complesso “militare industriale” che traina buona parte del progresso scientifica e tecnologico come ricaduta delle sua ricerche nel campo delle armi e annessi e connessi. Ricordiamoci per esempio che Internet, la novità che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, comunicare e immagazzinare conoscenze di ogni tipo, compreso il nostro piccolo blog, nasce come prodotto militare.

Insomma, l’enorme industria militare, che macina profitti giganteschi privati con gigantesche iniezioni di danaro pubblico, e che con suoi stabilimenti nel Sud degli Usa ha dato lavoro a molti e quindi procurato voti elettorali ad alcuni, Bush figlio compreso, è un gigantesco Moloch alimentato con sangue umano. Al suo confronto, gli scannamenti di massa operati come rituali religiosi dai sacerdoti aztechi sulle loro piramidi sono giochi da ragazzi. In ogni caso, si direbbe proprio che come la Fiat ha impedito di riffa o di raffa l’esistenza di un servizio ferroviario decente, della diffusione di metropolitane e della navigazione fluviale per privilegiare la difusione delle sue auto, così l’apparato militare/industriale Usa impedisce la diffusione di una pace vera ovunque: per “vendere” ha bisogno di creare le condizioni adatte del “mercato” e di condizionarlo a proprio vantaggio.
Tutto ciò, unito al modello di produzione e di vita che inquina, saccheggia le risorse del pianeta e non può essere imitato anche dal non Occidente perché non ci sono risorse e ossigeno per tutti, beh, dovrebbe farci riflettere. O no?

280 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    xAnita

    come pensavo, non e’ la stessa compagnia. Quod erat demostrandum…

    Peter

    ps
    MRI inutili e’ bene evitarle, non fosse altro che per il loro costo! ma non sono cancerogene

  2. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Hai ragione tu, io mi confondevo col vecchio termine NMRI.

    In clinical practice, MRI is used to distinguish pathologic tissue (such as a brain tumor) from normal tissue. One advantage of an MRI scan is that it is believed to be harmless to the patient. It uses strong magnetic fields and non-ionizing radiation in the radio frequency range. Compare this to CT scans and traditional X-rays which involve doses of ionizing radiation and may increase the risk of malignancy, especially in a fetus.

    While CT provides good spatial resolution (the ability to distinguish two structures an arbitrarily small distance from each other as separate), MRI provides comparable resolution with far better contrast resolution (the ability to distinguish the differences between two arbitrarily similar but not identical tissues). The basis of this ability is the complex library of pulse sequences that the modern medical MRI scanner includes, each of which is optimized to provide image contrast based on the chemical sensitivity of MRI.

    Io ne ho avuto uno alla regione lombare, mi sembrava di essere sotto un bombardamento per il rumore, like rapid hammering .

    Anita

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    D´altro canto dov´e´il problema quando una comunita´religiosa vuole stare unita, e d´altro canto il cittadino di religione Ebraica si e´sempre ben distinto e inserito nella societa´in cui viveva, in tutte le nazioni compresa la Germania e l´Italia erano arrivati, non solo a festeggiare Rosch Haschana´ ma anche il Natale. ( Rodolfo)
    ————–
    Il problema è che la religione deve restare un fatto privato, non ostentato.
    La religione (tutte le religioni, intendo) è un fattore discriminante, in una società che invece ha estrema necessità di abbattere le discriminazioni.

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La compagna di mio nipote ( in pratica sua moglie, ma non sono sposati), ha avuto da poco il suo secondo bambino.
    Alla domanda ‘Lo fai battezzare?’ ha risposto: ‘ Io no, ma se da grande vuol farmi quest’affronto…’

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Mai letto da qualche parte che le persecuzioni naziste non furono SOLTANTO contro gli ebrei? Mai letto della decimazione dei Rom,
    degli omosessuali, dei portatori di handicap mentali?
    Vittime di serie A, vittime di serie B?
    C.G.

  6. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Post scriptum x Rodolfo 143.
    La mia non è una “storiella”.
    Ti tranquillizzo: è la pura verità.
    C.G.

  7. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ari-Post scriptum, sempre per Rodolfo:
    E sai perchè?
    Una buona memoria è sorella dell’onestà.
    Tranquillo.
    C.G.

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xMarco
    Non capisco cosa vuoi dire, forse che l´Ebreo o la donna Ebrea in qualche modo ostenta la sua religione? E in che modo lo farebbe?
    Lo si vede dal naso adunco, dalla gobba, dai soldi che ha, dal cappello a cilindro, mostra il pisello circonciso o la donna ce l´ha di traverso ,
    o da che cosa.
    Anni fa´Nicotri scrisse in un post, di un amico o di un collega,(non ricordo), si accorse e venne a sapere, (in quale modo non so`)che era Ebreo dopo anni che si conoscevano. Un saluto. Rodolfo

  9. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xCerutti 156
    Credi che non lo sappia. Questo pero´non cambia un jota su tutti i discorsi che abbiamo fatto. Non incide per nulla.
    Ps. Con “storiella” non ho mai pensato nemmeno lontanamente che potesse essere non vera.
    Se no, avrei calcato la mano , come in quella del Marocchino in cui parlo di leggenda metropolitana. Un saluto. Rodolfo

  10. Uroburo
    Uroburo says:

    Bella storiella quella di Cerutti del 117. Rodolfo { 07.01.10 alle 15:10 }
    ———————————–
    Caro Rodolfo,
    secondo me lei a volte non capisce proprio niente. U.

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    Il Rodolfo sarebbe pure capace di accusare Molière di aver inventato l’avarizia…
    C.G.

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Incide, e come incide!
    Due pesi e due misure, come ricorda spesso il Pino.
    Degnissimo e onorevole appropriarsi delle pene altrui, molto meno tacerle.
    C.G.

  13. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Riguardo il commento di Shalom n. 125, la gran parte degli autori citati e relative affermazioni si trova nel bel libro “Il crimine dell’Occidente”, di Viviane Forrester. Mi pare di averne citati anch’io quando avevo il blog a L’espresso.

    Riguardo la diatriba ebrei/sionisti/ antisemitismo/antiebraismo, è ben vero che noi eutopei abbiamo fatto di peggio, vedasi la nascita degli Usa per esempio, ma ciò non significa che se tutti sono ladri o assassini lo si possa e debba essere anche noi e in futuro anche i nostri posteri. La mia posizione, per quel che conta, o meglio che non conta, è che Israele ormai c’è e quindi – quali che siano i modo con i quali è nata, a mia avviso violenti, ma non diversi da quanto, riepeto, fatti per millenni da tutti un po’ – ha diritto ad esistere. Ma, a mio avviso, con una costituzione repubblicana e con dei confini chiari, senza gli equivoci “religiosi” sempre presenti della Grande Israele, tantazione di troppi, non solo del rabbinato peggiore. E come Stato degli israeliani, non come Stato degli ebrei. Altrimenti si avrebbe una discriminazione – che già c’è e si vede – nei confronti degli israeliani non ebrei. Gli Usa volevano restare la terra dei wasp, ma per fortuna non è andata così. Il Sud Afriva voleva restare la terra dei bianchi timorati di Dio, ma per fortuna non è andata così. Il Vaticano vuole a tutti i costi, e ha sempre voluto, che l’Italia fosse lo Stato dei catolici, ma per fortuna – anche degli ebrei! – non è andata così. Non vedo quindi perché si debba fare eccezione per Israele. O per gli ebrei o i non ebrei. Per me gli ebrei sono comuni mortali come me. E’ chiaro come il sole che la sogegzione che si ha verso di loro oggi, simmetrica alla prepotenza verso di loro che si aveva ieri e della stessa sua sostanza, e verso Israele è dovuta al fatto che oggi gli ebrei sono molto più potenti. Fossero come negli anni ’30, nessuno si sognerebbe di tollerare il menefottismo di Israele verso l’Onu e verso i palestinesi. Che io ho visto con i miei occhi essere trattati quasi come animali, comunque con la chiara volontà di espellerli. Il fascista Lieberman, che è meno ebreo di un Borghezio, ma della stessa pasta, parla e agisce chiaro. Come del resto troppi governi israeliani. Mi pare che anni fa sono venuti a galla i resoconti delle riunioni di governo non ricordo se di Ben Gurion o di un qualche suo successore, nelle quali si diceva che la strategia pubblica doveva essere quella di parlare di pace coi palestiensi, ma la pratica di fatto doveva essere quella di cacciarli. C’è del resto una infinità di affermazioni orribili a tale riguardo, da Ben Gurion e Golda mair fino a tempi recenti. Anche un cieco, purché onesto, capsce che il fallimento degli accordi di Oslo è stato voluto e provocato usando i coloni a briglia sciolta per occupare centinaia di territori palestinesi, specie colline a mo’ di fortini che dominano dall’alto, per non parlare della terribile politica idrica per togliersi dai piedi con le spicce ma “pacificamente” i contadini palestinesi.
    Golda Meir, e con lei troppi altri anche oggi, insisteva a dire che non esiste un popol palestinese, ma solo di arabi che abitavanao in Palestina. Bene. Ma perché questo ragionamento non è applicabile agli ebrei e soprattutto agli israeliani, visto che gli ebrei che hanno invaso la Palestina erano europei? Se ci sono ebrei, per esempio in Italia, che si considerano “popolo ebreo” anziché, o anche, popolo italiano, sono affari loro: per me sono solo italiani come me. Alla stessa stregua del portinaio dello stabile dove abito, un signore cingalese che però da un anno ha con tutta la sua famigla la nazionalità italiana? E’ cingalese o italiano? Per me è italiano. Punto e basta. Idem per Rodolfo. Poi sono affari suoi se anziché o oltre che del popolo italiano si considera del popolo ebreo o magari israeliano. Temo però che se si va avanti così non tutti saranno “agnostici”, diciamo così, come me su certe faccende. Se il portinaio dello stabile dove abito mi guardasse non come italiano come lui o se addirittura anziché fare gli interessi dell’Italia facesse sempre il tifo di queli dello Sri Lanka anche quando confliggono con quelli italiani, allora è ovvio che ci resterei male. Mi sentirei tradito. Ne risentirebbe l’amicizia. Idem per Rodolfo e per i vari amici ebrei che ho, alcuni antisionisti e critici feroci di Israele, altri sionisti e a volte con casa in Israele. Voglio essere chiaro sino in fondo: idem per vari miei colleghi, dei quali taccio il nome, ma dei quali ho notato l’invio preferenziale, quasi automatico, in certe zone, dalle quali poi scrivono sempre e solo a senso unico, praticando magari il “riduzionismo” se non il “negazionismo”, ma sempre comunque l’allarmismo, a danno degli “altri”.
    Insomma, per quanto mi riguarda il discorso è chiaro. Se per qualcuno il mio è antisemitismo o antiebraismo non so che farci, né mi interessa. Sono in ottima compagnia, da Spinoza a Marx, da Einstein e Magnes fino a Chomsky, Filkenstein, Neumann, compresa una marea di ebrei israeliani, come la Reinhart e i gruppi pacifisti, e di ebrei messi in lista di proscrizione dai mascalzoni di Masada2000, gruppo di ebrei della Florida, forse del mondo di cui parla Anita. Ed è una compagnia che preferisco – di gran lunga – a quella dei Baruch Goldstein, Ferrara, Pacifici, Nierenstein e annessi fans dal nome e dalla pratica un po’, diciamo così, virale.

    Bene. Spero di non dover tornare più sull’argomento. Quando il blog era frequentato dal signor Ignazio Posadinu, per non ferirlo mi fermai alla prima o alla seconda puntata di una serie che avevo preparato per dimostrare i troppi due pesi e due misure di Isarele e nostri a favore di Israele. Come io ne sia stato ripagato è noto. Ma se a volte mi faccio carico di riguardi non dovuti, non uso comunque mettermi né accettare bavagli. Con me il ricatto non funziona, neppure quello morale o “politico”. Meglio il carcere che la menzogna. Specie quella a pagamento, che ritengo la cosa forse più ignominioso e – per un giornalista degno di questo nome – da suicidio immediato.
    Un caro saluto a tutti.
    pino nicotri

    P.S. 1) Da qualche parte è rintracciabile su Internet una mappa dettagliata che dimostra come il mondo del cinema, e mi pare anche quello degli spettacoli, negli Usa sia dominato da ebrei. La cosa non mi ha mai turbato. Vorrei ricordare che la famosa “epopea” di Woodstock è stata voluta e organizzata da ebrei, anche se tra loro non tutti erano angeli o genersoi. La mungitura delle mucche in un pezzo di val Padana è ormai in mano quasi tutta ai sikh, e anche in questo caso non ci vedo nessun problema. Ognuno fa ciò che è capace di fare e se lo fa meglio degli altri non vedo dove sia il problema. Ma c’è una cosa che io rimprovero alla cinematografia Usa, e mi duole se ne siano responsabili degli ebrei in veste di produttori o registi: la marea di film razzisti contro “i pellerossa”, che quando eravamo bambini ci hanno fatto tifare per le “giacche azzurre”, i coloni” e gli “arrivano i nostri!” anziché per gli indigeni. Siamo stati ingannati. E intossicati con una discreta inoculazione di virus razzista. Cosa ancor più grave se i responsabili sono persone che si sentono parte di un popolo perseguitato, visto che gli indiani d’America – e gli indios delle Americhe – sono stati perseguitati, sconfitti, e perseguitati per il solo fatto di essere indigeni così come gli ebrei per il solo fatto di essere ebrei.
    2) Gli Usa di Obama hanno di recente deciso un risarcimento al popolo indiano d’America, risarcimento comunque inadeguato pur trattandosi di qualche miliardo di dollari, per la terra rubata loro dai coloni che hanno invaso il Nord America e creato gli Usa. Se non sono male informato, gli espropri di terra palestinese che da 60 anni le autorità dell’occupazione militare israeliana decidono senza possibilità di appello non prevedono nessun indennizzo! Di contro, una volta ho letto su Repubblica le lamentele di uno dei coloni espulsi da Gaza per decisione del governo di Sharon riguardo “la cifra inadeguata che il govero ci dà per comprare casa altrove”. Tradotto in italiano, ciò significa che mentre la terra e le case palestinesi sono semplicemente espropriate gratis e ad nutum, cioè in partica rubate, la terra e le case dei coloni sono risarcite. Se qualcuno pensa che questa sia giustizia, anziché pratica di ingiustizia e semina di odio, sbaglia di grosso. E le sue accuse di antisemitismo o antiebraismo o antistaelismo se le può attaccare dove meglio crede.

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Credo che l’antispam non accetti commenti con più di un link. Per fortuna! Altrimenti impazzirei a dover cancellare le migliaia di spam sempre con uno stuolo di siti.
    Un saluto.
    pino

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xCerutti
    Un errore madornale, il mio . Se avessi comparato(nel mio post) le pene trascorse dall´Ebreo anche con quello di tutti gli altri, ( chi lo mette in dubbio), il discorso sarebbe stato uguale, ma tu chissa´dove ti saresti ancora appoggiato, a quale argomento.
    A volte penso di avere da fare con delle anguille.
    Ma oramai, anche in questo caso e´troppo tardi per tornare indietro.
    Rodolfo

  16. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Satana

    Egregio signore,

    per essere Satana lei è molto ingenuo. La signora Bianchi è tra i colleghi da me querelati. Come potrei quindi scrivere io commenti nel forum del suo blog?
    La perdono solo perché dei destinatari delle miei querele non ho mai parlato pubblicamente. Se la cava perciò con tre pater, ave e gloria. Per questa volta.
    Saluti solforosi, ma paradisiaci.
    pino nicotri
    P.S. Se lei sapesse come uso a volte disegnare la P di Pino quando mi firmo con persone care le verrebbe da ridere. O da incazzarsi per la concorrenza.

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    L’ho trovato e sbloccato. Chissà in base a quale cavolo di criterio alcuni post vittime dell’antispam scompaiono senza lasciare traccia e invece a volte si rintracciano tra i prigionieri dell’antispam.
    Mah.
    Bacioni.
    pino

  18. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Lo so, ma ci ho provato lo stesso, erano due links uguali, uno embedded e uno no.

    E’ una storia che merita di vederla…

    Un amico mi ha scritto:

    “I am wiping my eyes as well. What a terrific story of a family and father and son who, despite all odds, do it all without a complaint. WOW thanks for sharing this story.
    Anton”

    Anita

  19. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xNicotri
    Da bambino, quando giocavamo a me piaceva sempre la parte dell´Indiano, ne ero affascinato, mi costruivo arco e frecce in modo impeccabile, inseguivo i galli nel cortile spennandoli delle penne piu´belle. Ah che bei tempi, anche quelli non torneranno mai piu´.
    Ora pero´sono diventati triste. Rodolfo

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo e x marco tempesta

    IL mio più caro amico e collega (ho scritto volutamente IL tutto maiuscolo) è ebreo, nel senso che è figlio di una ebrea, il padre però non lo era, non che io sappia. Che la mamma fosse ebrea mi era chiarissimo dal cognome. Mi era chiaro anche che non fosse affatto tirchia: per non litigare con le sorelle preferì rinunciare alla sua quota di eredità. E si trattava di 800 milioni di lire dell’epoca, anni ’70!
    Era figlia di ebrei anche la mia cara amica milanese, ma residente a Padova, dell’epoca: una ragazza di una bellezza da fare impallidire Claudia Shiffer. Lei al quattrino invece ci stava moooolto attenta, ma non m’è mai passato per la testa di attribuire questa caratteristica a qualcosa di diverso dal suo modo di essere femminile, cioè donna.
    Era ebreo anche Paolo Mieli, mio amico e collega a L’espresso. Ma anche nel suo caso non me ne sono mai accorto. A Roma festeggiavamo il Natale a casa de IL mio amico, Pasqua quasi sempre assieme all’Argentario (casa non mia, purtroppo), mai sentito parlare di ricorrenze ebraiche. Mai sentito tifare per Israele, anzi. Sulla questione delle atomiche Paolo, quando gliene parlai quando ero già a Milano, mi rispose che era meglio le avesse Israele che i Paesi arabi. Stessa risposta da parte di Mario Pirani, mio collega di Repubblica, grande giornalista, molto acuto anche oggi pur essendo piuttosto anziano. Pirani mi pare abbia partecipato alla guerra del ’48, come volontario per Israele.
    A Milano ho fatto amicizia con altri colleghi ebrei, anche in tempi molto recenti, con qualcuno dei quali – uno per lo shabbat si chiude in casa – ho su loro richiesta iniziative comuni, più un vicino di casa simpatico mattacchione, filosionista e arabofobo in maniera maniacale (durante l’invasione dell’Iraq esponeva al balcone bandiere americane! E se non ricordo male anche israeliane), moglie laureata con tesi su Herzl. Detestato dalla comunità milanese, da quel che mi ha detto lui. Ma certo non detestato da me, che ho difeso i suoi diritti e bisogni di fronte alla comune proprietà degli immobili nei quali abitiamo.
    Di costoro solo uno mi ha deluso. Molto. Deluso, usato e ingannato. Oltretutto mi sbigottisce la sua frequentazione con gente di Comunione e Liberazione, con uno dei quali – a suo tempo entrambi spesso ospiti a cena a casa mia – è o si finge amicone.
    Io però mi sono stufato di parlare di ebrei o non ebrei. Prefreisco parlare di persone. Uroburo e marco tempesta dividono il genere umano in simpatici e antipatici. Mah, una suddivisione che non mi convince: Berlusconi infatti è simpaticissimo….. Preferisco la suddivisione tra generosi e avari di se stessi, tra giusti e ingiusti, tra onesti e disonesti, tra disponibili e prepotenti, tra sinceri e bugiardi, tra chi mi ama e chi non mi ama.

    Mo’ vi saluto. Devo mettermi a lavorare. Anche per mandare a un mio amico attualmente in Israele delle domande per una sua – e forse comune – intervista a un dirigente israeliano che Rodolfo cascherebbe dalla sedia se ne sapesse il nome.
    Un abbraccione.
    pino

  21. Damocle
    Damocle says:

    Il primo ministro Silvio Berlusconi è stato ieri mattina a Saint Paul de Vence, in Francia.

    Era circondato come di consueto, nei suoi viaggi, da una dozzina di poliziotti francesi, sono stati dispiegati dalla Prefettura delle Alpes-Maritimes per garantire la sua preziosa e divina incolumità .

    Il Cavaliere era accompagnato da sua figlia di primo letto, Marina, il programma è stato quello di visitare prestigiosi negozi e acquistare opere d’arte: nudi in bronzo presso la rinomata galleria Rustinoff.

    Silvio Berlusconi e sua figlia, hanno anche acquistato una litografia del Presidente abbronzato Barak Obama; Silvio Berlusconi sembrava in forma e pienamente ristabilito dal suo impatto facciale con la miniatura del Duomo di Milano, lanciata da un folle succube della campagna d’odio comunista della sinistra, inoltre il suo bel viso era privo di bende e segni di cicatrici.

    Sorprendenti le doti di recupero dalle tremende ferite facciali di questo formidabile settantaquattrenne, o no.

    E alla vigilia delle prossime regionali, ha l’ardire di promettere di abassare le tasse agli italiani, sempre alla vigilia di qualche tornata elettorale, e, gli italiani bevono, bevono, bevono e, mentre i cittadini della penisola anaspano nel fango della disperazione economica, lui si diletta ad acquistare opere d’arte, in bronzo; come la sua bella faccia scalfita.

  22. Valter Peruzzi: Gli Ayatollah iraniani e la Chiesa di Lepanto
    Valter Peruzzi: Gli Ayatollah iraniani e la Chiesa di Lepanto says:

    “Coloro che stanno dietro all’attuale sedizione”, ha detto un rappresentante della guida suprema Khamenei riferendosi agli oppositori del governo iraniano, “sono nemici di Dio e la legge è molto chiara su quella che deve essere la punizione”, cioè la morte.

    Ayatollah cattolici di ieri…

    Sono parole singolarmente assonanti con quelle che pronunciava la Chiesa fin quando durò l’Inquisizione, cioè finché i papi la sbaraccarono non certo per loro meditata scelta ma perché costretti dai prìncipi illuminati e da Napoleone (fu lui a chiudere nel 1808 i forni di Siviglia dove ancora si bruciavano gli eretici).

    “Amico di Dio”, dichiarava il Santo Uffizio nel 1605, “è chi uccide i nemici di Dio”. Peggio ancora: mentre gli ayatollah iraniani definiscono la pena di morte una “punizione”, quelli italiani – con ipocrisia tutta cattolica – la definivano “un favore” fatto agli eretici “perché toglieva loro la possibilità di continuare ad abusare della grazia, aumentando le proprie responsabilità davanti a Dio” (cardinal Clemente Dolera, XVI secolo).

    Anche la vendetta consumata dal governo in Iran contro i parenti degli oppositori richiama quella codificata dalle costituzioni papali che imponevano la confisca dei beni degli eretici e l’esclusione da incarichi pubblici per i “figli e i nipoti degli eretici, dei loro sostenitori, difensori e favoreggiatori” (Ad extirpanda, 1265 e sgg.).

    … e di oggi

    “Altri tempi” si dirà, e si dice, a chi ricorda questi trascorsi della Chiesa. Senonché la continuità con quei tempi viene continuamente riaffermata dalla Chiesa di Roma definendo, come fa il segretario di stato cardinal Bertone, “la grande battaglia di Lepanto, momento cruciale della vita della Chiesa” (3 febbraio 2008); o riportando in auge, come fa Benedetto XVI, il messale del papa che quella battaglia promosse; e soprattutto seguitando a venerare gli ayatollah di allora, elevati all’onore degli altari e indicati come “esempio”ai fedeli, cui insegnano che l’omicidio a fin di bene può essere una virtù (1).

    A marcare la doppia continuità della Chiesa di oggi con gli ayatollah dell’Inquisizione e con quelli dell’attuale repubblica iraniana, sta inoltre la convinzione che tocchi al potere religioso fare e giudicare le leggi statali, benché oggi non sia più possibile al papa, diversamente che ai papi dei secoli scorsi o agli ayatollah iraniani, colpire con la morte i trasgressori. Comune ad ayatollah passati o presenti, cattolici o islamici, è l’aspirazione ad instaurare una teocrazia, indipendentemente dalle forme in cui vi possano esercitare il potere.

    Giovanni Paolo II nel 1994 condannò la risoluzione del Parlamento europeo favorevole alle unioni di fatto omo ed etero in quanto conferiva valore istituzionale a “comportamenti devianti, non conformi al piano di Dio”. Benedetto XVI briga ogni giorno perché in Italia non siano approvate le leggi sulla fecondazione assistita o sulle coppie di fatto, siano riviste o abrogate quelle sull’aborto e il divorzio, siano privati i cittadini della possibilità di decidere sulla propria morte. E il Vaticano si batte all’Onu per impedire la depenalizzazione dell’omosessualità e le legislazioni contro l’omofobia.

    La Chiesa di oggi condivide con quella di ieri e con i fondamentalisti islamici anche la singolare concezione della libertà religiosa non come libertà per i singoli di professare la religione (o non-religione) che credono ma come diritto delle religioni a essere tutelate contro le critiche o – come disse Benedetto XVI il 4 dicembre 2005 – contro il “predominio culturale dell’agnosticismo e del relativismo”. Si veda a questo proposito la mozione presentata dagli stati islamici all’Onu contro la “diffamazione delle religioni” e la legge varata quasi nello stesso periodo dalla cattolica Irlanda contro la blasfemia (2).

    Cattolicesimo “reale” e cattolicesimo “scalzo”

    Proprio la continuità fra Chiesa del Vaticano II e Chiesa dell’Inquisizione dà fondamento al confessionalismo strumentale degli atei devoti, che tuonano in difesa dei crocifissi, o dei leghisti, che oppongono alla Chiesa “buonista” di Tettamanzi quella “crociata” di Lepanto e di Pio V, alla moschea il presepe.

    La Lega, certo, mira a imporre la sua egemonia culturale sul territorio (e non solo nella fantomatica padania), e su una destra berlusconiana priva di valori. Mira quindi ad annettersi il cattolicesimo, rimodellandolo in chiave razzista, etnicizzandolo, per renderlo fruibile ai propri fini politici. Di esso tende a cancellare tutte le sfumature o i motivi “evangelici” che permettono alla Chiesa di essere “universale”, fino a ridurlo a una serie di simboli esteriori indistinguibili dai culti falso-celtici o dalla tradizione di cavalieri che bivaccano nei prati di Pontida a base di polenta e gorgonzola, sognando di navigare verso Lepanto.

    E tuttavia, sia il cattolicesimo più formalmente ossequioso e supremamente indifferente degli atei devoti, sia quello più rozzo e carnevalesco della Lega, ricevono legittimazione dal Vaticano. Non avrebbero né spazio né adepti se non fossero trattati dalla Chiesa gerarchica con un silenzio fra omertoso e ammiccante, che lascia a pastori di seconda fila, o sconfessati, il predicozzo salvafaccia sull’accoglienza dei migranti e sulla moralità di “papi”, riservando ai colloqui felpati fra sua eminenza e sua eccellenza, fra Bertone e Letta, i patti che contano e che assicurano alla Chiesa privilegi economici, leggi ad hoc, o bocciatura di leggi non ad hoc; promettendo alle destre, per quanto ci si riesca, i voti delle parrocchie.

    Questi accordi lasciano intravedere dietro l’ostentata chiesa “degli ultimi” quella predominante “del potere”, la chiesa intollerante e infallibile delle crociate, dei roghi, di Lepanto, della tradizione neppure scalfita dai brevi balbettii del Vaticano II; una chiesa che pur sapendo, tacendo e sfumando per non urtare troppo altre sensibilità presenti nel gregge e fra alcuni pastori, seguita a venerare santi impresentabili del passato o freschi di giornata (3); una chiesa che per non metterli o toglierli dagli altari, così confessandosi umana e fallibile (in questo e in molto altro), diabolicamente persevera nell’errore.

    Quello sfrontatamente manipolato dai leghisti o dai poligami del Family day, è perciò alla fine un cattolicesimo ben più “reale” del cattolicesimo “scalzo” che gli fa da schermo ad uso dei poveri (compresi i poveri di spirito estasiati dalle beatitudini) e si traveste da nonna, come il lupo di cappuccetto rosso, “per mangiarli meglio”…

    w.p.

    (1) Papa Ratzinger ha definito “grande uomo di Chiesa”, di cui seguire l’esempio, S. Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, che fece arrestare in Svizzera un centinaio di protestanti, benché ivi vigesse libertà di culto, costringendoli ad abiurare con le torture e bruciando sul rogo gli irriducibili. Nel cinquecentesimo anniversario della nascita di Pio V – responsabile della strage dei valdesi di Calabria, di aver messo a morte eretici, giornalisti e gay, della crociata di Lepanto, dell’invio di truppe contro gli Ugonotti; della repressione degli anabattisti, della ghettizzazione degli ebrei -, papa Wojtyla ha auspicato che la ricorrenza “sia motivo di benedizione per tutta la Chiesa”. Benedetto XVI si è augurato che “il suo esempio e la sua intercessione” incoraggino a realizzare l’autentica vocazione cristiana.

    (2) Sulla risoluzione presentata nel novembre 2009 dall’Organizzazione degli stati islamici all’assemblea dell’ONU contro “la diffamazione delle religioni” vedi http://www.dialogo.org. A inizio 2010 in Irlanda è stata emanata una legge per cui diventa reato punibile con multe fino a 25.000 euro la blasfemia – cioè “pubblicare o esprimere contenuti volgarmente offensivi o insultanti in relazione ad argomenti sacri a qualsiasi religione” (“La Stampa”, 3/1/2010).

    (3) Citiamo fra gli esempi le beatificazioni di criminali come Stepjnac o di Pio XII, le cui complicità col regime nazista, documentate dal cattolico John Cornwell ne Il papa di Hitler, sono efficacemente illustrate sul sito “Movimento operaio” da Antonio Moscato (http://antoniomoscato.altervista.org/; vedi: Presunto silenzio, cliccabile dalla home page).

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    L’intervista pare salti per problemi di salute, piuttosto seri. Le domande le invierò perciò con più calma, questa sera.
    Ne approfitto per un chiarimento che nelle varie polemiche non è mai stato fatto. Vale a dire: se al posto dei palestinesi ci fossero degli ebrei e al posto degli israeliani dei palestinesi o degli arabi, io e vari altri di questo forum, da Uroburo a Peter, diremmo esattamente le stesse cose a favore degli ebrei presi in trappola e contro i palestinesi o arabi dediti alla pulizia etnica e al furto di terre. Si tolga dalla testa quindi che qui qualcuno faccia dell’antisemitismo o peggio ancora dell’antiebraismo. E’ “solo” una questione di vittime e produttori di vittime.
    Certo, se le parti fossero invertite ci potremmo risparmiare le continua escursioni nella bibbia e affini.
    Sempre per essere sincero fino in fondo, chi ha avuto una educazione cattolica ha verso gli ebrei un moto istintivo di diffida o di antipatia, a mo’ di riflesso condizionato, tipo cane di Pavlov, magari in buona fede e senza rendersene conto. Conscio di ciò, per sbarazzarmi di un tale riflesso pavloviano sono sempre stato attento a interrogarmi fin troppo e a guardare le cose non solo dal punto di vista che mi veniva spontaneo. Ovviamente non è divertente doversi passare al setaccio e diffidare di se stessi ogni volta. Per bilanciare eventuali scivolate sull’onda dell’educazione cattolica mi sono sempre sbilanciato piuttosto in senso “filosemita” e non sono mai stato filopalsetinese o filoarabo se non nella misura in cui tali aggettivi coincidevano con filocomunista. Quando cioè esisteva il cosiddetto Terzo Mondo, la lotta anticolonialista e c’erano i partiti comunisti impegnati a farla o a sostenerla. Dopo decenni mi sono però liberato dai condizionamenti. E da qualche tempo sono più libero. Non per questo più sereno e felice. O meno dubbioso su tutto.
    Un saluto.
    pino
    P.S. Triste? E perché? Beh, certo, la situazione generale e l’orizzonte non sono allegri, ma bisogna farsi coraggio. E sorridere.Almeno tra un pianto e l’altro.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Uroburo e marco tempesta dividono il genere umano in simpatici e antipatici. Mah, una suddivisione che non mi convince: Berlusconi infatti è simpaticissimo….. Preferisco la suddivisione tra generosi e avari di se stessi, tra giusti e ingiusti, tra onesti e disonesti, tra disponibili e prepotenti, tra sinceri e bugiardi, tra chi mi ama e chi non mi ama. (Pino)
    —————–
    Caro Pino, insisto.
    Come può essermi simpatico un avaro di sè, un ingiusto, un prepotente o un disonesto?
    Di Berlusconi può essermi simpatico il puttaniere, ma per il resto sono con chi lo detesta. Antipaticissimo.

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per quel che riguarda israeliani e palestinesi, pur riconoscendo la protervia ( e a mio parere la cecità) del governo israeliano, sono memore di quel che hanno combinato i palestinesi in Libano e in Giordania e capisco come mai l’Egitto non li voglia; ma, specialmente, ritengo che siano entrambi (palestinesi e israeliani) fatti della stessa pasta. Cambiano solo i rapporti di forza.
    Si sa che la ruota gira.
    Da quelle parti è in moto perpetuo.

  26. Peter
    Peter says:

    xPino

    il cinema mi e’ sempre piaciuto, da quando avevo 7 anni (forse anche prima, se mi ricordassi). Da amateur del cinema, quindi certo non connoisseur e non professionista, direi che Hollywood ha sempre dato spazio a tutti, specie a persone di talento. I Westerns classici del ‘primo’ John Wayne, quello pochissimo PC, gli indiani cattivi e la diligenza attaccata, ombre rosse e quant’altro, erano per esempio del regista John Ford (Shaun Aloysius O’Ferna), irlandesissimo e certo non ebreo.
    Anita mi correggera’, ma non credo siano molti i registi ebrei del genere Western.
    Apprezzo l’ultimo post di Shalom, sui ‘club’ esclusivi, i ghetti di che si isola, etc. Lui puo’ parlare cosi’ perche’ e’ ebreo lui stesso, io non oserei. Pero’ anche il discorso di Anita e’ piuttosto realistico: in un grande paese multiculturale e multietnico, vi e” la tendenza ad isolarsi nelle rispettive comunita’. Del resto, socializzare e persino fraternizzare e’ piuttosto facile tra cristiani di ‘chiese’ diverse, il problema sorge anche quando vi e’ chi ha delle regole alimentari piuttosto rigide, per esempio. Dover tener presente che tizio non mangia maiale, crostacei, frutti di mare, etc…
    Comunque, non e’ affatto facile integrarsi in societa’ ‘aliene’. Di qui la tendenza alla ‘ghettizzazione’. Apprezzo gli inglesi ed i britannici, ma qui saro’ sempre un italiano loro ospite, anche tra altri 20 anni. Come se fossi appena sceso dall’aereo. Gioco a scarabeo meglio di molti di loro, ma si fanno pregare per giocare con me dato che l’inglese non e’ la mia lingua…se ci fosse una vasta comunita’ italiana, giocoforza ne verrei assorbito, sarebbe quasi inevitabile.

    un saluto

    Peter

  27. AZ Cecina LI
    AZ Cecina LI says:

    Se i Palestinesi si fossero accontentati, oggi gli Israeliani avrebbero molto di meno di quello che hanno ,ed i Palestinesi molto di piu´di quello che mai avranno.

    Ma come è possibile dire certe bestialità senza vergognarsene, o forse senza neppure accorgersene, bisogna proprio avere la mente ottenebrata da una visione del mondo “ebreocentrica”. Ecco allora il razzismo che emerge, quello vero, profondo, secondo l’##### Rodiolfo, i Palestinesi dovevano accontentarsi …
    Accontentarsi de che??? Di venir derubati della terra??? Di essere privati dell’acqua per quella poca terra, grama, che bontà loro gli hanno lasciato??? Haa sii!! Dovrebbero ringraziare i nuovi venuti che li fanno lavorare come braccianti la terra che fino a ieri era loro!?!?
    E finiamola anche con la la storia pelosamente falza, che la Palestina era solo deserto ed i prodi coloni ebrei l’hanno trasformata in giardino. Vaste aree erano ottimamente coltivate, (ovviamente quelle che i coloni si sono prese subito). Tra l’altro va detto si deve agli arabi la brillante invenzione delle oasi, un sistema di coltivazione altamente ecologico che si basa sul drenaggio della rugiada notturna con complicati e sofisticati sistemi di sifoni e canali sotterranei.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  28. Peter
    Peter says:

    mi correggo sui cristiani in America. Dev’essere difficilissimo socializzare coi mormoni, dato che sono astemi…

    Peter

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Rodolfo:
    Tanto per non far sorgere equivoci, sono a Bisceglie, a mie spese, solo per poter curare, a titolo gratuito, una mostra per una mia cara amica ebrea.

    Ho coabitato in piena amicizia e cordialità con un tunisino islamico ( islamico a modo suo, fortemente antisionista), ho un caro amico marocchino, da una ventina d’anni. Non so se sarei capace di fare altrettanto con un palestinese, dopo aver avuto a che fare con loro ( artisti ospitati a Bisceglie in occasione di un festival annuale) per più anni.
    Può anche darsi che abbia incontrato persone antipatiche e che magari con altri palestinesi mi sarei trovato a mio agio. Non so. Fatto sta che, ora come ora, sarei molto diffidente nei loro riguardi. Non è nel mio modo abituale di comportarmi, ma è così.

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xaz
    “Se i Palestinesi si fossero accontentati, oggi gli Israeliani avrebbero molto di meno di quello che hanno ,ed i Palestinesi molto di piu´,di quello che mai avranno.”

    Si, oggi e´cosi , e´la situazione odierna e nessuno puo´oramai farci niente. Io so´esattamente quello che scrivo e non me ne vergogno per niente, ,per il semplicissimo motivo che e´la verita´.
    Se tu non sei in grado di capire la mia frase. che e´ cosi chiara,
    io non posso farci niente.
    A domani, buonanotte a tutti. Rodolfo

  31. Operazione Colomba e Christian Peacemaker Teams: Soldati israeliani attaccano e feriscono pastori palestinesi e arrestano Musab Raba'i
    Operazione Colomba e Christian Peacemaker Teams: Soldati israeliani attaccano e feriscono pastori palestinesi e arrestano Musab Raba'i says:

    COMUNICATO STAMPA
    Soldati israeliani attaccano e feriscono pastori palestinesi e arrestano Musab Raba’i

    7 gennaio, 2010

    La mattina di giovedì 7 gennaio 2010, soldati israeliani hanno attaccato e ferito i pastori palestinesi della famiglia Musa Raba’i mentre pascolavano le loro pecore nella valle di Humra, vicino al villaggio di At-Tuwani nelle colline a sud Hebron. I soldati hanno anche attaccato gli internazionali che accompagnavano i pastori e rotto loro una telecamera. Prima di lasciare l’area i soldati hanno arrestato uno dei pastori, Musab Musa Raba’i.

    Intorno alle 10:30 del mattino i pastori palestinesi stavano pascolando le loro pecore su un terreno privato di proprietà palestinese quando hanno visto dei coloni israeliani osservarli dall’avamposto di Havat Ma’on. Poco tempo dopo una jeep di soldati israeliani è arrivata sul posto. Dopo essersi fermati a parlare con uno dei coloni, tre di loro si sono avvicinati ai pastori e hanno intimato loro di lasciare l’area. I pastori hanno spiegato che quelle era la loro terra, ma hanno accettato di spostarsi giù, più lontano, nella valle. I soldati li hanno inseguiti e hanno cercato di afferrare uno dei pastori, così tutti gli altri hanno cercato di allontanarsi velocemente dall’area assieme alle loro pecore. E’ poi arrivata una seconda jeep di militari e altri tre soldati si sono uniti all’attacco contribuendo ad accrescere la violenza. I soldati hanno colpito i pastori con i calci del fucile, li hanno spintonati e, mentre alcuni di loro trattenevano con forza i pastori a terra, altri li prendevano a calci.

    Altri membri della famiglia sono giunti sul posto e le donne hanno provato a intervenire sperando di calmare la situazione. Tuttavia anche le donne sono state vigorosamente spinte a terra. Gli internazionali hanno cercato di filmare il violento attacco, ma sono stati brutalmente spintonati e un soldato ha afferrato e rotto una delle loro videocamere.

    Altri membri del villaggio sono arrivati nell’area e hanno provato a calmare la situazione parlando con i soldati, ma questi hanno ignorato tutti gli inviti alla calma e hanno lanciato bombe sonore e gas lacrimogeni in mezzo al piccolo gruppo di donne e bambini radunatosi vicino alla cima della collina. 


    La polizia israeliana è giunta sul posto dopo aver ricevuto numerose chiamate dagli internazionali, ma è arrivata quando i soldati stavano già lasciando la zona. La polizia ha detto agli internazionali che ci sarà un’inchiesta militare sulle azioni compiute dai soldati.

    Durante l’incidente una portavoce di una organizzazione israeliana per i diritti umani ha chiamato the local Israeli Army Brigade Operations Room e il DCO (Ufficio distrettuale di coordinamento) per scoprire cosa fosse successo. Lei ha riferito agli internazionali “Io ho chiamato molte volte, ma loro non mi hanno dato alcuna informazione e non avevano alcuna idea di cosa stesse accadendo ad At-Tuwani”.



    Note ulteriori: al momento della stesura di questo comunicato Moussab Mussa Raba’i è ancora detenuto alla stazione di polizia di Kiryat Arba. Una donna anziana, Umm Juma’ Raba’i, e una giovane donna, Umm Ribhi Raba’i, incinta di due mesi sono state portate all’ospedale a causa degli effetti dei gas lacrimogeni. Tre dei pastori – Kamaal Raba’i, Majde Raba’i e Juma’ Raba’i – sono stati ricoverati in ospedale per le ferite subite e un altro giovane ragazzo – Ramze Jamaal Raba’i – ha riportato la rottura di un dente.



    Operazione Colomba e Christian Peacemaker Teams sono presenti nel villaggio di At-Tuwani dal 2004.

    -

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Nel mio commento precedente a lei diretto ho dimenticato un particolare, che credo di avere già raccontato mesi – o un paio d’anni? Mah – or sono. Quando mia figlia era piccola ho chiesto – qui a Milano – alla madre della mia amica a suo tempo più bella di Claudia Schiffer se c’era una scuola elementare ebraica per iscrivere la mia bambina. Meravigliato anche perché amici da una 20ina d’anni, mi sono sentito rispondere che troppi non ebrei volevano approfittare della scuola ebraica. E così, dopo avere vagliato l’eventuale iscrizione al S. Carlo, scartata, benché vicina alla redazione de L’espresso, non appena sono andato a informarmi e ho visto le facce dei responsabili, o alla Scuola Americana, scartata per l’impossibilità data la distanza di portare e andare a prendere mia figlia ogni giorno, ho deciso di iscriverla sia alle elementari che alle medie alla scuola statale del quartiere di fronte al nostro. Scuole dove mia figlia ha passato sì 8 anni da bambina felice, ma vista come una mosca bianca perché parlava in italiano corretto senza scimmiottamenti televisivi. “Scusi, ma sua figlia guarda poco la tv?”, mi chiese una volta una maestra. “Sì, perché?”, risposi sorpreso. “Perché lo si capisce da come parla. Parla in italiano corretto, senza parolacce né slogan pubblicitari”. Fu la prima volta che cominciai a sospettare che i bambini italiani fossero avviati dai genitori su una brutta strada….
    Alle medie un giorno mia figlia scoppiò a piangere. Chiese a un compagno di classe se gli piacevano i Beatles e si sentì rispondere che non conosceva nessuna squadra di calcio con quel nome.
    Tutto ciò non sarebbe successo se anziché badare alla circoncisione mi avessero lasciato iscrivere mia figlia alle scuole della comunità.
    ‘Notte.
    pino nicotri

  33. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Ti ho scritto in riguardo dei film Westerners, ma non passa.

    Provero’ piu’ tardi o domani.

    Buona notte,
    Anita

  34. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Aggiungo la seconda parte per prova, se c’e’ qualche parola che non passa.
    ________________________________

    Oggi e’ venuto mio nipote Conrad, di solito le sue visite sono lunghe, 4-5 ore e’ normale…..

    Parliamo un po’ di tutto, adesso lavora per una banca, e’ un rotario, da so-cia-lista da studente e’ diventato ca-pita-lista…;-)

    Anita

  35. Anita
    Anita says:

    Le parole so-cia-lista e ca-pita-lista, non passavano.

    Strano in un forum dove passa un po’ di tutto.

    Anita

  36. Anita
    Anita says:

    x Controcorrente

    Caro CC,

    non me la racconti giusta con la storiella della “ZIA” Anita.

    Fai pure, ma non prendermi per i fondelli.

    Ciao, Anita

  37. Anita
    Anita says:

    x Antonio

    Si vede che le due parole messe assieme, sono come l’acqua e l’olio.

    Anita

  38. Anita
    Anita says:

    So bene che Daniel Pipes non e’ uno dei vostri preferiti scrittori, ma questa storia e’ interessante.

    “Mentre le mani sono esauste in seguito alla mancata tragedia sul volo della Northwest Airlines che stava per atterrare a Detroit, mi viene in mente una conversazione tenutasi all’aeroporto londinese di Heathrow nel 1986.”

    http://it.danielpipes.org/7870/body-scanner-no-intelligenza

    Anita

  39. Peter
    Peter says:

    xAnita

    scusa neh, secondo te io posso riconoscere gli ebrei dal nome?! del resto dicevi che si e’ ebrei per parte di madre, mentre i cognomi si prendono dal padre…infatti in quella lista di attori di giorni fa parecchi ‘ebrei’ hanno la madre cattolica ed il padre ebreo…
    Comunque, anche questa nuova lista di registi Westerns mi pare confermare cio’ che dicevo, cioe’ che ben pochi fossero ebrei.
    Hollywood e’ un terreno molto ‘controversial’, vedo. Tempo fa dicevi che e’ in mano ai Democratici da sempre. Ora ti associ a chi dice che e’ in mano agli ebrei. Uroburo diceva che e’ in mano al Pentagono o complesso militare-industriale…Scommetto che in US vi e’ chi sostiene che e’ in mano agli italo-americani…

    ciao, Peter

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