Per chi suona il minareto? Falsi allarmi e razzismi veri
Ho l’impressione che la vittoria del no ai minareti in Svizzera abbia giocato un brutto scherzo un po’ a tutti, fornendo così l’occasione a molti bei nomi di mettersi in ridicolo. La palma dell’imbecillità e dell’ignoranza va – sa usual – alla Lega Nord, con la sua proposta sanfedista di inserire il disegno della croce nella bandiera italiana e di far “votare al popolo” su minareti, croci e crocifissi. E infatti, dal momento che Bossi&C hanno sempre detto che con il tricolore loro ci si puliscono il culo, i casi sono solo due: o si puliscono il culo anche con la croce oppure si occupano di una bandiera con la quale per loro stessa ammissione c’entrano meno del classico cavolo a merenda. Questi imbecilli inoltre non sanno che solo i barbari votano contro quelli che sono diritti civili universali, il “popolo” non può abolire o pretendere una mazza su certi argomenti, se per esempio il popolo vuole il cannibalismo non per questo lo si può concedere per legge
Mi sa che molti hanno scambiato il no ai minareti con il no alle moschee. Il minareto è solo la lunga e affusolata torre della moschea, l’equivalente del campanile delle nostre chiese. Solo che al posto della campana che chiama alla preghiera o degli altoparlanti che ne diffondono il suono registrato c’è il muezzin che chiama alla preghiera o gli altoparlanti che ne diffondono la voce registrata. Con buona pace dei leghisti e tromboni alla Vittorio Messori, il no ad altri minareti non significa né che verranno demoliti quelli già esistenti, demolizione che sarebbe di puro stampo nazista, né che non verranno costruite altre moschee.
E a proposito di Messori, cattolico dall’ego smisurato, tanto da vantarsi di avere convinto lui papa Wojtyla a togliere dalla preghiera del “Padre nostro” la molto infelice frase “Non ci indurre in tentazione”, nonché accoltellatore alla schiena del già ferito (da Vittorio Feltri) Dino Boffo per farlo cacciare dalla direzione del quotidiano L’Avvenire d’Italia, a proposito dunque di Messori sono da giardino degli stralunati i suoi (s)ragionamenti sul Corriere della Sera inneggianti alla vittoria del “No ai minareti” in Svizzera.A parte la solita disonesta insistenza sulle “radici cristiane dell’Europa” e del “cattolicesimo come identità dell’essere italiani”, fa crepar dal ridere come Messori definisce la guerra di religione tra cattolici e protestanti di varia estrazione che ancora nell’800 insanguinò in lungo e in largo la Svizzera. Per il bucolico Messori si tratta di guerre sì, ma “in famiglia”. Forse che le vittime, i morti ammazzati, i mutilati e le distruzioni sono per questo accettabili? Forse che essendo state stragi “in famiglia” sono cose da nulla? Peccatucci veniali? I cattolici trinariciuti come Messori preferiscono i macelli “in famiglia” alle contese dialettiche ed egualitarie con quelli che della famiglia non fanno parte. Viene in mente la “famiglia” di don Vito Corleone, cioè la Mafia, o la “famigghia” di chi vende il sedere e la dignità ogni volta che si tratta di intascare qualcosa, ovviamente per la “famigghia”.
Meno male che Messori si salva in corner facendo notare che la mania di distinguere tra noi e gli “altri”, in questo caso i musulmani, conduce all’impossibilità di modificare in senso meno bellicoso e/o integralista i musulmani che sono emigrati in Paesi che come la Svizzera non vogliono sporcarsi con i minareti. Ma se i leader laici dell’orgoglio e della riscossa cattolica sono i Messori o i Marcello Pera, gli Umberto Bossi o le Binetti, i voltagabbana alla Rutelli o alla Ferrara, allora povera Chiesa cattolica. Già malmessa a causa di un papa come questo, che ha continuato l’opera di ritorno all’oscurantismo e al peggiore passato iniziata da Wojtyla, seppellendo definitivamente le aperture di papa Roncalli.
Imbecillità a parte, ho avuto occasione di ricordare più volte che a fottere i longobardi, cioè i nonni degli attuali lumbàrd, è stata proprio la Chiesa della croce. Fu infatti papa Stefano II a chiamare i Franchi – guidati prima da Pipino il Breve e poi da suo figlio Carlo Magno – perché invadessero l’Italia e stangassero a sangue i longobardi che s’erano messi in testa – ma guarda un po’! – di fare l’unità d’Italia, cosa che avrebbe relegato il vescovo di Roma a fare il vescovo di Roma, al pari dei vescovi delle altre sedi episcopali, anziché diventare quel papa re che tanto ha contribuito a insanguinare l’Europa intera. La Chiesa tradì in un sol colpo Costantinopoli, contrapponendo la sua Roma alla capitale dell’impero romano, i merovingi – che con il fondatore della dinastia, Meroveo, avevano convertito se stessi e i Franchi al cattolicesimo – benedicendo il golpe di Pipino il Breve che spodestò dal trono quella dinastia, e i longobardi, che erano stati così fessi, veri e propri “bauscia”, da regalare alla Chiesa di Roma con la Donazione di Sutri il primo nucleo territoriale di ciò in seguito diventerà l’infausto e oscurantista Stato della Chiesa. Il boccone territoriale regalato dai longobardi mise in moto nel clero di Roma appetiti territoriali crescenti. Ne fecero le spese i longobardi e man mano l’Europa intera e Costantinopoli, ma anche e soprattutto noi italiani costretti a rinviare di quasi mille anni l’unità del Belpaese.
Ma a parte l’idiozia e l’ignoranza dei legisti, lo stracciarsi le vesti di chi – come lo stesso papa Ratzinger – grida al pericolo di razzismo contro i musulmani, e a parte anche la felicità dei cattolicissimi alla Messori o alla Mussolini, altra grande scopatrice colta in flagranza di “trombage”, io non vedo grandi tragedie nel no svizzero. In primo luogo perché non è un no alle moschee esistenti e future e non verranno demoliti i minareti già esistenti. In secondo luogo perché i minareti, al pari dei campanili, hanno perso la loro funzione di “faro” per far capire al volo ai fedeli dove si trovasse il loro luogo di culto, così come hanno perso anche la loro funzione di “sveglia” per le rituali varie preghiere quotidiane. Oggi un orologio lo possediamo tutti, così come possediamo almeno una radiolina per sintonizzarci col religioso che ci cantilena le lodi al Creatore, che si chiami Allah o Dio o El. Il massimo del ridicolo è, oltretutto, che El e Allah sono lo stesso nome. Allah è infatti una chiara derivazione del plurale di El, cioè di Elohim, o anche del singolare Eloha. Da notare che El era anche una divinità cananea, fenicia, ittita, siriaca, egizia, hurrita, eblaita, ecc. Insomma, niente di nuovo sotto il sole… Da notare anche che la stessa bibbia, libro sacro ai tre monoteismi, e in particolare per gli ebrei, inizialmente scritta in ebraico, dice che il mondo fu creato nei famosi “sette giorni” (?) non da El o da Eloha, al singolare come ci si aspetterebbe dal libro sacro che fonda il monoteismo, ma da Elohim, cioè dagli “Dei” al plurale, visto che anche gli ebrei inizialmente erano politeisti come del resto tutti i popoli del Vicino e Medio Oriente del quale facevano parte.
A parte i ridicoli odi tra seguaci di Allah e del suo omonimo El/Eloha/Elohim, che i cristiani chiamano Dio solo perché in plurisecolare spregio verso gli ebrei preferiscono usare un vocabolo romano, ma in realtà arrivato dall’India, il no ad altri minareti mi pare non sia molto diverso dal divieto a rompere le scatole suonando le campane imposto spesso dai magistrati grazie a denunce di gente che deve andare a lavorare in orari che non sono più quelli imposti da Santa Romana Chiesa, e quindi magari alle 5, alle 6 e alle 7 di mattina, e magari la domenica anche alle 10, non vuole rotture quanto meno di timpani perché preferisce stare ancora tra le braccia di un altro dio: Morfeo. L’avere vietato il suono di campane negli stessi orari in cui è vietato il baccano di altro genere, non ha certo portato a vietare le chiese o la religione cattolica e neppure l’ossessiva esibizione del crocifisso in ogni luogo, Compresi quelli dove solo delle persone incivili e prepotenti, spesso anche un po’ trinariciute, vogliono a tutti i costi che continui a essere esibito.
Insomma, un po’ meno di invadenza da parte del clero, quale che sia la religione di appartenenza, a mio avviso non guasta. E il fatto che Ratzinger, che detesta i musulmani quasi quanto gli ebrei, abbia pubblicamente affermato che il divieto di altri minareti equivale al no al crocifisso nelle scuole, mi porta a pensare che il no svizzero non sia così grave e razzista come si vuol far credere o si crede in buona fede. Se il no ad altri minareti equivalesse davvero al no al crocifisso nelle scuole e nei tribunale, e magari anche negli ospedali e negli uffici pubblici, beh, allora mi sa tanto che sarebbe meglio schierarsi per il no ad altri minareti. Purtroppo però quella di Ratzinger è solo la solita finta di facciata tanto cara nei secoli alla Chiesa di Roma, in specie al maleodorante Vaticano.
Tutto ciò non toglie che il razzismo insito nel dna della destra italiana, e di certo cattolicesimo, appare oggi ancor più chiaro a causa del fatto che mentre il cattolicume plaude al no svizzero, all’inaugurazione invece della nuova sinagoga ebraica mi pare di Viterbo un paio di mesi fa c’erano non poche autorità politiche laziali e non solo viterbesi, con tanto di felicitazioni e bei discorsi pubblici. Nulla da ridire sulla loro presenza, però se con la mano destra si applaude alla costruzione di nuove sinagoghe, oltre che ovviamente di nuove chiese cattoliche, mentre con l’altra mano si impedisce con cavilli vari la costruzione di moschee e si sfrattano i luoghi di culto islamico ricavati dove capita, come avviene vergognosamente in Lombardia e in Veneto, allora significa solo che siamo razzisti. E che vogliamo un’altra bella guerra di religione, con annessi maxi massacri.
E’ sempre così quando ci si avvia verso il baratro. I fascisti se la pigliavano con gli ebrei. I veneziani con le monache. I romani con le vestali. Noi ce la pigliamo con i musulmani. In particolare con quelli di casa nostra, il che è il massimo dell’imbecillità controproducente perché ha come risultato il rinsaldarsi dei rapporti tra i poveri cristi islamici immigrati in Italia, e quindi acquisibili alla democrazia, e il fanatismo islamico di certi Paesi arabi o comunque islamici che predicano ossessivamente la guerra “santa” (?), cosa che ovviamente non ci piace neppure un po’. Paesi ai quali, si badi bene, spesso lecchiamo letteralmente il sedere come avviene con l’Arabia saudita dalla disgustosa monarchia reazionaria. Embé, a chiacchiere siamo sempre “ittagliani brava gente”, ma quando non si tratta di chiacchiere bensì di petrolio o di business commercio estero, magari vendendo a rotta di collo armi, mine antiuomo comprese, allora il discorso cambia.
P. S. Credo valga la pena dare un’occhiata a ciò che ha scritto nel suo blog Walter Peruzzi, il mio professore di filosofia ai tempi – long time ago – del liceo: http://cattolicesimo-reale.blogspot.com/2009/12/minareti.html
Questa volta batto Anita per il primo post
Antonio
Però così non vale, non ho letto l’articolo!!!
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
Letto l’aqrticolo volevo inviare un commento ma non passa, darta l’ora non mi metto ad indagare il perché e lo spedisco per e mail.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x Antonio
Caro Antonio,
stavo ascoltando il discorso del nostro Commander in Chief da West Point.
Buona notte,
Anita
L’Europa sta guardando alla Bielorussia ma Silvio ha superato tutti.
Il premier italiano è carismatico e vivace.
Gli vengono sferrati attacchi per le sue vicende giudiziarie e le avventure con le donne ma è un politico forte.
Aleksandr Lukashenko
Provo ad inserire il post di questa notte a pezzi, per vedere se individuo un’altra parola “bloccante”.
1ª
Ogni qualvolta i ministri di uno dei vari culti religiosi, si ergono a difesa di un altrui culto ho sempre il sospetto che il reale scopo sia sempre e solo difendere se stesso. Oddddioooo!!! Meglio così di quando come ricorda l’articolo ci coinvolgevano in guerre e massacri vari. Comunque tutto questo cianciare di minareti e crocifissi con i vari fanatismi ed imbecillità connesse che non mancano mai, mi provocano attacchi incontrollati di ateismo militante e mi inducono ad urlare “grillamente” un sentito e collettivo MAAA … VAAAFFA …. AAANNNCCCUUULLLOOOOOO
La prima è passata provo la seconda parte
2ª
Passando ad altro (prima che mi venga anche l’orticaria) che ne dite dell’ultima escursione del premier in quel di Bielorusia che al ritorno si porta appresso un prezioso volume delle edizioni KGB finemente rilegato in pelle, dono dell’amico Lukashenko, così come si conviene tra calpestatori di democrazie.
Anche Fini non è più sicurissimo che il Chiavaliere&C non c’entrino con la mafia. Ecco cosa ha detto esattamente:
http://tv.repubblica.it/dossier/processo-breve/fini-fuorionda-su-berlusconi/39736?video=&pagefrom=1
anche la 2ª parte passa continuo modificando la 3ª
C’è poi la perla del duo di giro Berlusca Scaiola in quel del medio oriente che il giorno dopo che avevano magnificato l’economia di Dubai con perentorio invito agli industriali italiani e stringere rapporti commerciali con l’emirato, gli esplode tra le mani l’ennesima bolla di questa economia fasulla che costruisce piste da sci in climi da 50 gradi all’ombra, ed altre quantità esorbitanti di cose che non servono a niente se non a far intascare soldi ai furbastri a spese dei soliti coglioni.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
proviamo a riportare alcune parole tagliate
imbecilli portare sfiga proprio
Ora rifiuta la parola
Alterna tiva
Ora rifiuta led anche solo
na-tiva
X Pino
Non serve inserire il commento che ho inviato per e mail qeullo che volevo esprimere anche se a pezzi è passato.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x AZ
Caro Antonio,
come ti ho già spiegato, NON esiste una logica nel comportamento dell’antispam. E, anzi, non credo neppure che c’entri l’antispam quanto invece il cattivo funzionamento delle linee di collegamento a Internet perché mi dicono che ci sono difetti analoghi un po’ ovunque. Non ho la più pallida idea se sia vero o no, ma pare che ci siano brevi intermitenze nelle linee di collegamento tra siti internet e computer dei lettori.
Buona giornata.
pino
Non credo che l’esclusione in tempi diversi delle stesse parole (alternat-iva e nat-ivanell’ultimo csao) possa dipendere da fattori esterni al programma o alla piattaforma usata.
Comunque pazienza quando sono individuate basta mettere il trattino ma se come pare aumentano continuamente di numero finiranno per bloccare ogni cosa.
Antonio
Quale miglior risposta al pavido e ignavo professor Celli del la lettera di Benedetta Tobagi su Repubblica di oggi!
Mi verrebbe da dire che è meglio crescere orfani di padre che avere una figura rinunciataria che si rinchiude nel guscio del proprio egoismo!
“…sarebbe bello leggere…parole pensate per continuare ad agire sul proprio frammento di mondo, nel tentativo di renderlo, anche se in piccolo, più abitabile anche per il figlio.
Parole che insegnassero al figlio il coraggio e l’ostinazione dell’impegno…invece il padre confessato il proprio personale fallimento, incita il figlio ad andarsene…”
Un padre, aggiungo io, direttore generale della Luiss, Università internazionale degli studi sociali…
In un Paese normale gli avrebbero indicato la porta, per manifesta incompatibilità con l’incarico!!!
A Benedetta Tobagi la mia più calorosa stretta di mano!
Sylvi
“all’inaugurazione invece della nuova sinagoga ebraica mi pare di Viterbo un paio di mesi fa c’erano non poche autorità politiche laziali e non solo viterbesi, con tanto di felicitazioni e bei discorsi pubblici. Nulla da ridire sulla loro presenza, però se con la mano destra si applaude alla costruzione di nuove sinagoghe … mentre con l’altra mano si impedisce con cavilli vari la costruzione di moschee e si sfrattano i luoghi di culto islamico … allora significa solo che siamo razzisti.”
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Caro Pino,
direi che hai proprio centrato l’obiettivo. Questo è un paese così, ormai corrotto fino al midollo. C’è stato un unico momento veramente glorioso nella storia d’Italia, ed è stato il momento resistenziale, quando tantissimi si sono levati a difendere se stessi, le proprie famiglie, la propria dignità. Naturalmente lo stiamo trasformando in una vergogna proprio perché siamo un paese che non sa valutare le cose importanti e quelle meno importanti.
Per questo anch’io sono del parere che un ragazzo intelligente dovrebbe andarsene. Stare qui è solo tempo perduto. Io lo dico da tantissimo tempo. U.
x Anita
Cara Anita,
guardando la carta geografica mi sono accorta che dalla Val Gardena alla Val Badia, al Cadore, ho girato parecchie vallate ma non sono mai stata ad Alleghe nell’agordino.
Dalle foto deve essere molto bello.
Questo forse si spiega con il fatto che per raggiungere le Dolomiti, per noi è molto più comodo andare per l’Austria che per la Autostrada A4.Risparmiamo un centinaio di km.
E’ la strada che fanno i milanesi.
Le strade del Cadore sono molto belle ma poco veloci.
Di solito facciamo la vallata austriaca del Gail che ci porta a San Candido e che è un incanto; sembra che da ogni albero escano gnomi e folletti.
Fiori ovunque, cavalli, vacche, pecore, cervi, caprioli …prati che paiono pettinati e ora anche campi da golf!
Tu invece in riva all’oceano, tuo malgrado!
Mia madre diceva sempre: par la strade che no si ùl là tocje cori.
( per la strada che non si vuol percorrere, bisogna correre!)
buona giornata
Sylvi
Cra Sylvi,
————————-In un Paese normale gli avrebbero indicato la porta, per manifesta incompatibilità con l’incarico!!!____________
In un PAESE NORMALE, dici proprio giusto!!!
Mai conferma è stata più appropriata!!!
Mai ragione è stata data in modo così ,semplice e inequivocabile!!
Un colpo di genio il TUO!
cc
x Antonio
Caro Antonio,
quello che osservo io e’ il sito che non carica=load.
Inizia a caricare=load, il messaggio sparisce e vedo la scritta: Done=Fatto.
Per me e’ una cosa recente, prima mi capitava ogni tanto, adesso e’ molto di sovente.
Ciao, Anita
Spirito di Intrapresa e Organizzazione….!!!!
Si sa da tempo che le due “cose” non sono di per sè antitetiche..anzi sovente si raggiungono “i migliori risultati!” qundo le due coce si fondono “armoniosamente” (sic!)
Noi In Ittally stiamoi riuscendo nella felice !Impresa” di distruggerli entrambi!
Il bello della vicenda è che non è un Stato statalista stalinista a riuscire nell’impresa, ma un Governo presieduto da uno ama definirsi il NON PLus -Ultra dell?imprenditoria…
Davvero siamo “unici”,dopo i grandi ,isciveremo nella storia del genere umano anche questo incontestabile “primato”
buon pomeriggio a tutti
cc
UNITA’.it
Davanti agli sguardi particolarmente orgogliosi dei cadetti neri di West Point, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha spiegato questa notte la strategia americana per l’Afghanistan. È ripartito dall’11 settembre, Obama, per ripercorrere la storia della guerra ai talebani e chiedere ora altri 30mila soldati per “portare a termine la missione”. Ma, ha annunciato, “i nostri militari torneranno a casa entro il 2011”.
http://www.unita.it/news/mondo/92082/obama_altri_soldati_in_afghanistan_ma_ritiro_nel
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Mi sembra strano il commento:
“Davanti agli sguardi particolarmente orgogliosi dei cadetti neri di West Point”
I cadetti neri a West Point sono una minuscola percentuale, meno del 6%, West Point sta cercando di attirare piu’ cadetti neri, ma gli sforzi producono poco.
Qui sarebbe considerato un commento inoportuno.
Anita
caro CC,
in Friuli, dopo il terremoto, si può dire che ogni bravo o bravetto muratore ,elettricista, idraulico, essendo i tempi favorevoli, mise su la sua piccola impresa.
Lavorò per un po’, assunse due o tre muratori,ecc. poi, alle prime crisi, senza organizzazione aziendale fallì.
Tornò a fare il muratore, l’ettricista e l’idraulico dipendente!
Fosse arrivato a cinque, poi a dieci, poi a quindici dipendenti avrebbe fallito, senza organizzazione sempre più articolata.
Dopo i 15, come tutti sappiamo, le difficoltà crescono esponenzialmente!
Questo per chi lavora, paga le tasse, non i politici; tiene una contabilità corretta e trasparente…che è nemica della ricchezza improvvisa , oscura e ambigua.
Chi fa velocissimamente Milano 2-3-….chi poi si compra un’antenna , due tre…dando la “mandola” a destra e a manca…e chissà che altro…..tu lo chiami imprenditore???
Senti, o cambiamo nome a lui o chiamiamo quegli altri con tutti quei nomi che si danno ai…fessi!!!
Sono stata io a spingere, ad insistere, a indurre mio marito al salto. Sapevo che non era un trafficone..perciò non aveva le “qualità” di quello sopra.
Però era figlio e nipote di imprenditori per bene che la guerra, non altro, aveva piegato!
Ora, se hai notato, mi manca qualche dito alle mani…me li sto mangiando uno a uno!!!!!
Sylvi
Cara Sylvi,
sono d’accordo con te,…tutto sommato una lettera ipocrita,…un
padre responsabile non consiglierebbe mai al proprio figlio quello che deve fare,…la strada se lo sceglie da se,…secondo i suoi studi e le sue inclinazioni.
I posti di responsabilita’ in Italia sono stati ricoperti sempre da gentucola gretta e ruffiana,..per i migliori non c’e’ mai stato posto in questo paese,…
Auguri a tutti,Ber
Terremoto in Abruzzo,
ieri hanno sgomberato le ultime tende.
A CC vorrei dire che se il 7 aprile davano qualche soldo ai muratori dell’Aq adesso sarebbero tutti sotto un tetto e vicino al loro posto di lavoro.
I pochi soldi che sono stati spesi,1000 alloggi per quattromila persone,…sono andati nelle tasche del bauscia e dei suoi accoliti ruffiani politici vari.
A fine anno Bertolaso andra’ in pensione sulla base del milione e trecentomila euro l’anno,… nonche’ una lauta liquidazione.
Io non sono preoccupato per i giovani che vanno all’estero,…quelli sono preparati,…sono preoccupato per quelli che restano,…chi fa capire al grande Bersani queste cose?
Contunuo a pensare che se a destra ci sono i farabutti a sinistra restano sempre gli imbecilli…
Un caro saluto a tutti,Ber
Comincia infatti così un articolo su Il Giornale di Renato Farina, famoso per essere stato cacciato dall’Ordine dei giornalisti e premiato da Berlusconi con un seggio in Parlamento per avere collaborato un po’ troppo con i servizi segreti militari:
“PERCHÉ IL PD HA PAURA DEI DOSSIER DEL KGB? TE LO DICE RENATO FARINA! – “In Bielorussia ci sono le carte sulla prigionia dei nostri alpini. Salteranno fuori da quegli archivi anche i corsi di indottrinamento tenuti dai compagni comunisti italiani per plasmare il cervello e rieducare stalinisticamente gli alpini. Il compagno Ercoli (Togliatti) e il compagno Robotti avevano le mani in pasta…” “.
Il resto verrà centellinato – da chi fornisce certe carte ieri a Feltri oggi a Farina – a seconda del comportamento del Colle e di altre alte cariche dello Stato. Qualcuno potrebbe pensare che siamo ormai il Paese dei ricatti.
Ratzy a Maryssymy
Non credo che ciò che Berlusconi possa portare dalla Bielorussia sia molto sconvolgente o molto diverso di ciò che sa già chi ha avuto voglia di cercare e sentire dai reduci.
Il Giornale solleva polveroni, forse per mimetizzare i guai del suo Capo.
Nell’articolo viene citata Elena Aga Rossi come storica a cui affidare eventuali documenti.
Lei ha già scritto molto su Stalin, Togliatti e molto altro.
In qualche buona libreria specializzata si trova tutto.
Il resto è corollario.
Credo continui il giochetto su: tu sputtani me e io sputtano te….
vergognoso e indecente perchè, come al solito, senza nessun rispetto per i morti, nè per i loro famigliari.
Che schifo!!!
Sylvi
Caro Pino la Lega di Bossi ha preso la palla al balzo, con le nostre elezioni sui minareti per sparare le solite cavolate. S’è detto di tutto che noi con il voto negativo abbiamo aperto la strada a chissa quali e quanti guai all’Europa. In definitiva i soliti bossi e compagni vogliono usare il nostro NO a loro uso e consumo.
Noi abbiamo detto SOLO NO alla costruzione di nuovi minareti, (campanili come li chiami tu e come li chiamo anch’io giustamente) ma non alle moschee e come ho già scritto, i tanti mussulmani qui da noi continueranno ad andare a pregare nelle loro nelle loro “chiese” come hanno fatto fin’ora.Torno a ribadire che la UE ci irrita tantissimo, forte con i deboli e debole con i forti…..(vedi Gran Bretagna per esempio) come ho avuto modo di scrivere è una continua pressione politica ( vedi segreto bancario tanto per citarne qualcuno, i bilaterali, che barzelleta, noi dobbiamo rispettarli con gli altri, ma gli altri??
Anche per lo scudo fiscale messo in atto dal governo italiano e precisamente da quel Tremonti che da sempre aiuta i suoi clienti a evadere nelle banche di Lugano. L’Unione Europea non ha alzato un dito in nostro favore intendo, per il modo in cui è stato fatto…..finanza arrivata in borghese fino a Lugano a fotografare i clienti che entravano nelle banche….. Tremonti che scappa da Bruxelles dopo una riunione dei ministri per non incontrare il nostro ministro delle finanze per una spiegazione (che arroganza) e cosi`con i minareti hanno trovato un altro appiglio per continuare a ricattarci ( adesione alla UE ). Che schifo!!
una caro saluto e felice notte a tutti M.
Caro Ber,
scusami se ti faccio bonariamente notare che anche tu sei caduto nel malvezzo nazionale della dietrologia. Mi riferisco alla lettera del preside della LUISS a suo figlio, che è stata, ovviamente resa pubblica per suscitare un dibattito e per smuovere le acque mettendo all’indice situazioni gravi ma ormai divenute prassi nel paese.
Stiamo tutti a chiederci se ha fatto bene o male, quali interessi ha da difendere o da nascondere, come mai scrive una lettera del genere una persona così importante (evidentemente meravigliandoci perché non ha sistemato suo figlio come tutti gli altri., cosa che la dice lunga sulla mentalità profonda di chi si adira tanto….). Si danno giudizi spietati e duri su una persona del tutto sconosciuta a tutti noi …..
Mai nessuno che si chieda se quel che sta scritto nella lettera sia vero o falso che sarebbe poi il vero problema. Se è vero, com’è vero, allora ha fatto bene. Se è falso diciamocelo.
Invece continuiamo a lamentarci ed a difendere un onore nazionale che non esiste da decenni e che forse non è mai neppure esistito se non nelle fantasie de’ fascisti e dei nazionalisti fine Ottocento.
Vediamo di darci meno arie e di essere più modesti, guardando la nostra realtà per quel che è invece di scandolizzarci per la scoperta dell’acqua calda.
Un caro ed amichevole saluto U.
Caro Peter a quest’ora lei sarà nel mondo dei sogni, io sono sveglissima invece e, finito di scrivere leggero` ancora per un’oretta.Le volevo dire che ho letto il suo post, ma impegni di lavoro intensi per il momento mi lasciano poco tempo per seguire gli argomenti sempre interessanti di Pino.
Scherzando, ma neanche tanto, le confesso che le fughe, quelle d’amore e solo quelle, mi sono sempre piaciute, anche ora alla mia veneranda età.
PS: Quali sono i vantaggi di cui lei parla?.Durante la campagna elettorale per i bilaterali i fautori del si hanno convinto la gente dicendo che, pur restando fuori dalla UE avremmo avuto un sacco di benefici….. era solo uno specchietto per le allodole, quelli di Bruxelles voglioni solo tanti tanti soldi!
buonanotte M.
Caro Uroburo anche tu ancora sveglio?
ciao M.
Caro Uro,
come tu ben sai io ho passato venti anni della mia vita all’estero,
tra africa e canada,mia figlia,l’ultima ,sta in Inghilterra per un corso di specializzazione in informatica e conosco un po la situazione degli italiani all’estero.
Tanti sacrifici e molte umiliazioni.
Le dietrologie le lascio alla storia….
Ho letto anche altri commenti sulla famosa lettera,tipo quello di
Bartoli,che vive in Usa da tanti anni con il figlio,…e nemmeno lui
mi e’ sembrato troppo convinto….
Resto del parere che se il soggetto non ha esperienza sull’argomento e’ meglio che si astiene dal suscitare polveroni.
Ma pare che questo sia un vezzo nazionalr.
Altra cosa invece e’ andare all’estero con capitali italiani tipo Fiat,sovvenzioni sulla rottamazione ed altro,…lì il genio italiano da il meglio di se stesso.
Un caro saluto,Ber
xUroburo
invece Ber ha ragione, o almeno non ha torto. E parla appunto con l’esperienza di chi all’estero c’e’ stato per 20 anni, e non per vacanze o turismo. Anch’io sono prossimo ai 20 anni passati ‘fuori’, e mi sento dello stesso avviso, l’ho gia’ detto in un post precedente con parole diverse.
La tiritera che il sistema italiano fa schifo ed i giovani devono andarsene da’ molto sui nervi quando viene da persone potenti ed influenti, coloro che sono maggiormente responsabili dello sfascio, o che ci guadagnano di piu’. Ed il baronato professorale italico e’ uno dei piu’ responsabili del modo perverso in cui vanno le cose. Ai miei tempi dei colleghi studenti mi riferirono che un titolare di cattedra disse chiaro e tondo che la selezione agli esami valeva solo per loro (la massa), mentre i figli dei suoi colleghi (e di sicuro gli amici di amici, aggiungo io) dovevano essere promossi con bei voti senza sforzi, ‘sono certo che mi capite’. Erano gli anni ’80, e la cosa sconvolgente fu che nessuno degli astanti (in aula!) si scandalizzo’. Com’e’ sincero il professore, fu il commento generale!
Quanto ai politici, idem, anzi peggio. Era un certo De Lorenzo a dire molti anni fa che la sanita’ italiana era da buttare, e che aveva mandato suo figlio all’estero a studiare e fare. Encomiabile. Detto da un ministro della Sanita’, poi risultato coinvolto in scandali di ogni genere. Idem per ministri dei trasporti, concordavano con passione cogli intervistatori, si’ si’ ha proprio ragione, i trasporti in Italia fanno schifo…ad un certo punto il giornalista non ne pote’ piu’, scusi, ma lei parla come se fosse un pendolare, non il massimo responsabile dei trasporti in questo paese!
Spero di essere chiaro: la mia critica non e’ che il prof in questione farebbe bene a sistemare il figlio a casa sua, e’ piuttosto senti da che pulpito viene la predica. Non sta a lui parlare cosi’, non ne ha il diritto.
saluti
Peter
PRESIDENTE BERLUSCONI, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO
Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.
Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l’unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.
Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. È una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
ROBERTO SAVIANO
x Peter,
quelloche diceva l’esimio professore tanti anni fa e’ ancora attuale.
La nipote di mia moglie, ingegnere assistente all’universita’ di Brescia e’ stata invitata,insieme ad altri colleghi,di non partecipare al concorso di cattedra, per far posto al figlio del collega raccomandato.
Sono poi questi stessi che si lamentano dello sfascio italiano e
piangono lacrime di coccodrillo quando i cervelli se ne vanno all’estero.
Che fine ha fatto il Marcelletti?
Che fine fanno quegli illusi nostalgici che specializzandosi all’estero,specie in Usa,sperano poi di poter lavorare in Italia?
Bonifichiamo i cervelli dei politici,…prima,…altrimenti saremo
sempre un paese da terzo mondo sempre piu’ in declino.
Un caro saluto,Ber
Mare di casa mia.
Mare di casa mia,
dolce e graffiante nostalgia,
dune brulle, immense, calanti, asciutte,
spiagge dorate, lacrime zelanti,
nostalgie insistenti, pesanti.
Mare mio, casa mia, sale, odore,
sudore, tutti ricordi che portano
lo stesso amaro sapore.
Caro Petrer e caro Ber,
sembrerebbe quasi che voi preferireste che il professore della LUISS fosse stato zitto. Invece io trovo che il dibattito susseguito abbia avuto il merito di chiarire un po’ di cose anche a chi fa sempre finta di non sapere.
Ripeto la domanda: se quello che il professore dice è vero perchè protestare? Perchè voi ritenete inopportuno che lui lo dica? Ma io trovo opportuno proprio il fatto che sia stato lui a dirlo!
Un saluto U.
Se la Palestina e’ negata da un Muro.
Storia di un esproprio.
di LUISA MORGANTINI
gia’ Vice Presidente del Parlamento Europeo
Lo scorso 9 novembre tutti abbiamo festeggiato i 20 anni della caduta del muro di Berlino. Commozione e indignazione per quel simbolo di violenza e separazione fatto di cemento su cui donne e uomini e artisti da tutto il mondo hanno impresso le loro immagini colorate di libertà, nessuno, o quasi, ha ricordato che un muro alto 9 metri divide la Palestina. Un muro dell’apartheid e della violazione del diritto internazionale che Israele malgrado appelli, risoluzioni di parlamenti e assemblee delle Nazioni Unite continua a perseguire.
E davvero quasi nessun media ha mostrato le immagini di giovani palestinesi, israeliani e internazionali che a rischio della loro vita, nello stesso giorno in cui si commemorava la caduta del muro di Berlino, hanno aperto un varco nel muro a Khalandia e a Ni’lin e si sono presi uno spazio di liberta’.
La costruzione di quella che i vari governi israeliani hanno defininito “ Barriera difensiva” ha una lunga storia collegabile alla forma unica del colonialismo israeliano: risolvere la questione della presenza dei “nativi” e quindi non quella di sfruttare le risorse locali (anche se questo e’ uno degli elementi dell’ occupazione militare e della costruzione delle colonie) ma di impedire che vi sia una maggioranza della popolazione “nativa” per non mettere in discussione l’ ebraicita’ dello Stato di Israele.
Nel 1948 questo e’ stato ottenuto con l’espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi divenuti profughi e con la successiva distruzione di piu di 400 villaggi palestinesi. Nel 1967, guerra preventiva e di conquista territoriale, la stessa operazione non e’ riuscita, vi sono stati nuovi profughi (trecentomila) e molti che si trovavano all’estero per ragioni di studio o di lavoro non hanno potuto rientrare, ma la popolazione non e’ fuggita e’ rimasta attaccata alla terra di origine.
E’ nel 1994 che Ytzahak Rabin da’ il via alla costruzione di un muro intorno alla striscia di Gaza, prima verso il confine con l’ Egitto e poi tutto intorno alla striscia. Contemporaneamente inizia il controllo sui movimenti della popolazione palestinesi dei territori, impedendo l’ingresso a Gerusalemme agli abitanti della Cisgiordania e Gaza, istituendo centinaia e centinaia di posti di blocco tra le aree A. B e C definite dagli accordi di Oslo e costruendo km.e km. di strade all’interno dei territori occupati, espropriando (ovviamente senza compenso) terre di prorieta’ di villaggi o di individui palestinesi per espandere e collegare le colonie israeliane che hanno continuato ad estendersi.
Sempre Rabin, nel 1995, affida al Ministro per la Pubblica sicurezza Moshe Shachal l’incarico per valutare la separazione di Israele dai territori palestinesi con una barriera simile a quella di Gaza. Il progetto rimane accantonato fino alla fine del 2000 quando il Ministro, Laburista, Ehud Barack, decide dopo la provocazione di Sharon sulla spianata della Moschea di Al Aqsa e lo scoppio della seconda Intifadah di costruire una barriera nell’area di Latroun per controllare il passaggio dei veicoli palestinesi. Con il governo Sharon a partire dal Giugno 2001 si passa ai piani concreti di costruzione della “Barriera difensiva”, in realta di un Muro di annessione territoriale di intere aree palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.
La giustificazione addotta nelle prime fasi di costruzione del muro e’ stata quella della sicurezza, una barriera di separazione sarebbe stata in grado di impedire gli attacchi suicidi di estremisti palestinesi contro la popolazione civile israeliana. Sacrosanto dovere di ogni paese, e per questa ragione il progetto ha avuto l’appoggio con una campagna mediatica internazionale dei tre maggiori scrittori israeliani noti come appartenenti al campo della pace: David Grossman, Amos Oz e Abraham Yehoshua oltre che di molti politici del campo “illuminato”, i quali aggiungevano alle ragioni della sicurezza il fatto che con la separazione sarebbe stato piu’ semplice arrivare ad uno Stato Palestinese perche’ il muro ne avrebbe definito i confini. Ed in effetti il percorso del muro in successive dichiarazioni di diversi ministri Israeliani ne puo’ definire i confini.
Il problema e’: quali confini?
Non certo quelli riconosciuti dalla legalita’ internazionale: i territori occupati nel 67 che comprendono Gerusalemme Est. Il tracciato del muro, invece, entra profondamente nel territorio palestinese annettendo terre coltivate, distruggendo migliaia e migliaia di alberi di olivo centenari, alberi da frutta. Solo il 20 per cento del muro si snoda lungo i confini del 67, il resto penetra anche fino a 28 kilometri nel territorio occupato inglobando ed annettendo ad Israele, oltre i terreni coltivati intere colonie di popolazione ebraica, sopratutto quelle costruite nelle vicinita’ dei confini con Israele e che dividono in tre tronconi e in tanti Bantustan i territori palestinesi, impedendone la continuita’ territoriale necessaria ad ogni stato per esistere.
Il Muro o Barriera prende forme diverse: muro di cemento grigio alto tra i 6 e i 9 metri intorno a villaggi e citta’ come Qalqilya o Betlemme, mentre nelle aree rurali, la struttura e’ una barriera larga ottanta metri composta da elementi in successioni, filo spinato, trincea profonda 2.5 metri, pista di pattugliamento in terra battuta, barriera metallica alta tre metri, striscia di sabbia fine per rilevamento delle impronte, strada di pattugliamento asfaltata, seconda striscia di sabbia fine, filo spinato sistema di video sorveglianza. Secondo le rilevazioni UN-OCHA, la barriera ha solo 78 cancelli che possono permettere ai contadini di entrare nei loro terreni, ma di questi solo 38 sono stati aperti qualche ora al giorno e solo per palestinesi muniti di permesso, che ovviamente non viene concesso a quei palestinesi che pur proprietari di terra sono considerati pericolosi per la sicurezza, e basta avere fatto qualche giorno di prigione o avere dei figli o fratelli in carcere per essere nella lista di quelli che non avranno mai permessi.
Nel villaggio di Abu Dis, o Al Rahm, verso Kalandia, il muro divide la strada principale e separa la popolazione palestinese. Da una parte, quella annessa ad Israele con carta d’identita’ israeliana, dall’altra palestinese. La famiglia Boullata, viene separata del muro, padre e madre vivono dall’altra parte della strada e i figli nella casa di fronte dall’altro lato, Anthony invece ha la casa da una parte e il negozio dall’altra, deve rinunciare o alla casa o al negozio, e cosi centinaia di famiglie, perche il muro separa palestinesi da palestinesi, e, come ad Anata taglia il villaggio in due. Sempre UN-OCHA ha osservato che oltre 128.000 palestinesi saranno circondati dal muro su tre lati e controllati sul quarto da infrastrutture militari israeliane, mentre 69 insediamenti con piu’di 180.000 coloni, il 76% della Cisgiordania, oltre a piu’ di duecentomila nell’area di Gerusalemme Est saranno annessi ad Israele, inoltre 60.500 palestinesi residenti in 42 villaggi rimarrano chiusi tra il muro e la linea di confine.
La Commissione Economica del Parlamento Israeliano ha stimato il costo totale dell’ opera in 3.5 miliardi di dollari, equivalenti a oltre 4 milioni di euro al km., ogni km. nell’area rurale – secondo il Ministero della difesa Israeliano richiede mediamente 45mila mc. di scavo, 5mila mq. di asfalto, mille travi di cemento, 300 pali, 2.500 mq. di rete metallica e 12 km di filo spinato.
Era il 9 luglio del 2004 quando la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja proclamava che “La costruzione del muro da parte di Israele… nel Territorio Occupato Palestinese, incluso quello dentro e attorno a Gerusalemme Est … è contrario al diritto internazionale. Per questo Israele è tenuta a smantellarne la struttura… e a provvedere al risarcimento di tutti i danni arrecati…”.
La sentenza dell’Aja faceva seguito a varie risoluzioni di condanna delle Nazioni Unite sollecitate dai ricorsi di cittadini e associazioni per i diritti umani palestinesi, israeliane e internazionali, mai prese in considerazione dai differenti Governi Israeliani semplicemente perché ritenute non vincolanti e non rilevanti.
La stessa arbitrarietà e noncuranza degli obblighi internazionali nella indifferenza, a parte dichiarazioni di condanna, dell’intera comunita’ internazionale ha permesso ai governi israeliani a distanza di 5 anni dalla sentenza dell’Aja di far avanzare il muro per altri 200 km circa nella West Bank, arrivando ad un totale di 413 km – circa il 60% dei programmati 730 km.
Questa palese volontà da parte del governo israeliano di espandere il proprio territorio con la costruzione del muro, ai danni del futuro stato palestinese, e’ sostenuta da politiche di incentivi economici e sociali destinate alle famiglie che si trasferiscono nelle colonie illegali della Cisgiordania; al costo già elevato del muro, vanno aggiunte anche le agevolazioni su mutui, riduzioni delle tasse, facilitazione dei servizi sociali e il massiccio sistema di protezione militare in difesa della colonie, a |Hebron all’interno della citta’ dove si sono installati 400 coloni, si calcola che i soldati a loro difesa sono piu’ di 1.500.
A dispetto delle varie dichiarazioni, dalla conferenza di Annapolis a quelle più attuali, che vedono nel congelamento delle colonie una delle premesse ineludibili per ogni accordo di pace tra Israele e Palestina, le colonie continuano a crescere in Cisgiordania: per Peace Now sarebbero oltre cento le colonie illegali nella West Bank, circa 15.000 gli Israeliani che si sono trasferiti negli insediamenti della West Bank dall’inizio del 2008 per un totale di oltre 250.000 coloni che vivono oggi nei territori occupati ed altrettanti o di più, a Gerusalemme Est, che contro ogni legge internazionale, Israele considera parte della propria Capitale unica e indivisibile e dove sta accellerando una politica di pulizia etnica, espellendo dai quartieri palestinesi di Sheikh Jarrah, Silwan, Bustan famiglie palestinesi per far posto a fanatici coloni ebrei, e con la demolizione delle case palestinesi: dal 1967 ad oggi sono stati costruiti 17 insediamenti che occupano circa il 35% del territorio di Gerusalemme Est, nei quali vivono più 200,000 coloni (OCHA- Office for Coordination of Humanitarian Affairs – http://www.ochaopt. org/), e tra il 1967 e il 2006 sono state demolite più di 8500 case palestinesi. Nei soli primi 4 mesi del 2009, l’OCHA ha registrato la demolizione di 19 strutture a Gerusalemme Est, che comprendono 11 abitazioni civili.
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Ma ormai da qualche anno, si va sviluppado nei territori occupati palestinesi la consapevolezza e la pratica di azioni continue e non violente per opporsi alla costruzione del muro. A Bil’in ( http://www.bilin-village.org) dove il muro ha eroso circa il 60% delle terre coltivabili ai 1600 abitanti del villaggio, sin dal 2005 i residenti di Bil’in riuniti nel comitato popolare stanno manifestando ogni Venerdi’ insieme ad israeliani ed internazionali per impedire l’avanzata di una colonia e la possibilita’ di coltivare la loro terra.
Proprio grazie a petizioni e alla resistenza non violenta del villaggio, la stessa Alta Corte di Giustizia israeliana si è pronunciata contro il tragitto del muro a Bil’in, invitando il Governo Israeliano ad attuare una via alternativa, invito ovviamente caduto nel vuoto, mentre colonie quali Mod’in iIlit e Mattityahu continuano a crescere.
La resistenza di Bil’in e’ diventata esempio per molti altri villaggi come Ni’lin, Massara, At Tuwani e altri nella Valle del Giordano, e continua a crescere, con l’appoggio esplicito del governo palestinese di Salam Fayyad, che oltre a recarsi nei villaggi, ha messo a disposizione dei Comitati Popolari per le loro spese legali una cifra mensile all’interno del bilancio governativo. Anche a livello internazionale si e’ costituita una rete di sostegno alla resistenza non violenta palestinese.
Il governo israeliano, come ha sempre tentato di fare con movimenti di resistenza non violenta, e’ deciso a distruggere I Comitati Popolari e la loro unione con israeliani e internazionali, per questo continua le incursioni notturne nei villaggi, arrestando giovani e adulti ed ogni Venerdi I manifestanti vengono aggrediti con gas e anche pallottole.
Ma la resistenza popolare non violenta continua con sempre maggiore creativita’ come quella del 9 Novembre quando pezzi di muro anche se per poco tempo stati scalzati.
A cinque anni dalla sentenza dell’Aja, e a venti anni dalla caduta del muro di Berlino e’ davvero tempo che la Comunità Internazionale prenda misure concrete, iniziando dall’embargo delle armi al disinvestimento di ogni azienda che collabori con l’occupazione militare israeliana nelle colonie, che l’ Unione Europea sospenda l’ accordo di associazione e non pratichi nessun potenziamento, come invece prevedenono gli accordi di vicinato dell’Unione Europea, con il governo israeliano. Le Autorità Israeliane non devono essere sempre considerate al di sopra della legalita’ internazionale, in nome della sicurezza.
Il rispetto del diritto internazionale, la fine dell’occupazione militare dei territori palestinesi, la fine dell’assedio imposto a Gaza che punisce collettivamente un milione e mezzo di civili, lo smantellamento del muro,Il blocco totale della costruzione delle colonie e la liberazione dei prigionieri politici sono l’unica strada per la sicurezza dello Stato di Israele e per la liberta’, la giustizia e l’indipendenza del popolo palestinese.
xUroburo
semplicemente, perche’ chi critica il sistema dall’interno, magari con Maserati in garage e vacanze in Borneo od ai Caraibi contro il logorio della vita moderna, non e’ affatto credibile o encomiabile. Le ho fatto due o tre esempi, in che lingua vuole che glielo spieghi? Fare baccano per farsi pubblicita’ o per farsi belli fa ridere. Quello che contano sono i fatti: perche’ il tale non si dimette?
un saluto
Peter
Caro Uro,
io non protesto per quello che il professore dice,…protesto e mi incazzo per quello che il professore non dice.
Protesto per il fatto che abbiamo lasciato ad una massa di mafiosi
ed intrallazzoni di rubare la ns liberta’di opinione, la ns voglia di fare,…lasciando lo spazio a ruffiani politici di pochi scrupoli….
Che fine hanno fatto i 68’ininini,…si sono trovati un impiego statale?…Viene anche lui da quel movimento?…Come mai le rivoluzioni in Italia finiscono sempre allo stesso modo?
Tanto fumo e niente arrosto?…
Perche’ Franceschini,dopo aver risollevato le sorti del PD nella campagna elettorale,…e’ stato eliminato da uno come Bersani che non e’ capace di fare opposizione ad un farabutto come il banana?
Una congiura di segretari?,…se così e’, perche’ sono state fatte le primare?
Per prendere in giro il popolo?…
Forse perche’ ci aspettiamo che il Fini lo faccia per noi….
lui lo sta facendo per salvare la sua faccia non la ns,…a quella ns ci dobbiamo pensare noi…
Questo e’ il paese degli opportunisti,…pronti a cogliere l’occasione, ma mai disposti a rischiare.
Il professore muove le acque senza agitarle,…quel tanto che puo’ servire al suo tornaconto,…quello che serve al paese puo’ aspettare,…ci pensera’ la storia….
Proporro’ che gli emigranti dell’ultima generazione,dopo che i loro padri sono stati costretti dalla miseria ad andare in terre lontane,a tornare per difendere la diginita’ di un paese che i suoi stessi abitanti,…”pur dichiarandosi patrioti convinti”,…non sono capaci,…si vergognandosi di scendere in piazza per una protesta civile contro un regime di mafiosi ed opportunisti,…preferiscono scrivere lettere aperte ai loro figli scaricandosi delle loro colpe.
Un caro saluto,Ber
caro Ber,
hai indovinato; ha l’età di Curcio e compagni, si è laureato , ai tempi!!, alla facoltà di sociologia a Trento!
Ho un’amico che frequentava allora l’università di Trento!
Tutti figli di elite, tutti riciclati egregiamente in posti importanti o in politica! Tutti costruttori dell’Italia attuale!
Mi pare anche di ricordare che Boato( altro rivoluzionario pentito) abitava in Piazza Duomo a Milano pagando un affitto da periferia malfamata, vicino al famoso ufficio di Craxi!
Ma queste cose le conosce bene il nostro blogmaster e scrivo su questo blog perchè merita rispetto per essere rimasto con un onesto pampalugo in mano!
Il resto? Che puzza di vecchio e stantio!!!
Tua figlia vada e conosca il mondo, come la mia, poi spero ritornino, come dice anche Benedetta Tobagi nella sua lettera!
Non troveranno ponti d’oro, ma avranno maturato esperienza, grinta e anche una buona scopa di saggina per fare pulizia di questi dinosauri putrescenti.
cari saluti Sylvi
Di andare ai cocktails con la pistola non ne posso più/ piña colada o coca cola non ne posso più/ Di trafficanti e rifugiati ne ho già piena la vita/ oh maledetta traversata non sarà mai finita…
da «Panama», Ivano Fossati
Gentile Sylvi; potrebbe cortesemente tradurmi
” onesto pampalugo” sentitamente la ringrazio.
buona serata.
Buona sera o pomeriggio.
Non sono scappata….
Ieri sera mi e’ arrivata una e-mail infetta, come non mai vista.
Il mio computer era in pericolo….75 infezioni da una sola e-mail.
Ho impiegato ben 4 ore per salvare il computer, ieri sera/notte.
E questa mattina, dalle 7 alle 11.
Tutto apposto…ho solo un bel mal di testa…ma il PC e’ sanissimo ed ho aggiunto un altro spyware e virus remover.
Bye, Anita
x La striscia rossa
Avrei anche dovuto aggiungere “coerente”…
Ho l’impressione che Pino non abbia, sgomitando come i nostri eroi, immobili, gruppi editoriali, raccolte di presidenze come di francobolli, stuoli di veline, veloni , letterine ecc. ecc.
Insomma quel pampalugo ce l’hanno tutti quelli che non si sono inchinati troppo!!!
buona serata a lei
Sylvi
Ehh cara Anita,
se capitava a me…mi sarei fatta regalare per Natale un nuovo computer!!! Bravissima, comunque.
ciao Sylvi
Caro Peter,
che quella del professore della LUISS sia una critica all’interno del sistema è un’affermazione ovvia: nessuno è all’esterno del sistema da molto tempo, più o meno dai tempi di Lenin, di Mao o del Che Guevara. Tutti gli altri stanno all’interno del sistema e ci stanno in vari modi.
C’è chi lo fa in modo francamente inaccettabile come il Boato, incautamente presentato dai Verdi per decenni invece rispedirlo a casa a pedate, c’è chi lo fa in modo più corretto ed onesto. A me non interessa molto l’auto che ciascuno ha in garage, quelli saranno affari suoi; mi interessa di più sapere se le affermazioni di critica al sistema sono vere o false. Queste sono vere e quindi la sua opposizione mi sembra priva di senso.
Le sue affermazioni sul professore (baccano per farsi pubblicita’ o per farsi belli) sono del tutto infondate: nessuno di noi lo conosce personalmente. Resta la sua domanda, classicamente italiana, sul perché non si dimette. E perché dovrebbe? Lui ha criticato il sistema Italia e se pensa di poter lavorare ancora sarà poi un suo diritto, Resta comunque il fatto che queste critiche sono vere e tutto considerato sono utili, proprio per il ruolo di chi le fa.
Io trovo che le critiche della Tobagi siano le solite italianate. Comunque ognuno vede le cose come gli pare. Un saluto U.
Caro Ber,
il professore farà anche lui quello che può come tutti, e magari questa lettera è già tanto. Se tutti gli alunni di un professore palesemente truffaldino accolgono certe dichiarazioni in compartecipe
silenzio non si capisce perché il professore del LUISS dovrebbe essere l’unico eroe in cotesto paese di adulatori.
E’ verissimo che abbiamo lasciato il paese inmano ai mafiosi. Ma in realtà la tua è un’affermazione riduttiva: questo paese è SEMPRE stato in mano ai mafiosi e c’è stato un brevissimo periodo, dal 1943 al 1948 e poi dal 1968 al 1976 in cui avevamo sperato di poter cambiare qualcosa. Il sistema è stato decisamente più forte di noi.
Poi è del tutto vero che anche noi abbiamo fatto degli errori che hanno reso la sconfitta più catastrofica ma neanche il buon Dio avrebbe potuto evitare la sconfitta. Questo paese è fatto così e quindi, per chi può, è meglio andarsene.
Un caro saluto e tanti auguri a tua figlia. U.
Caro Pino,
il demente mi ha mangiato un messaggio che ti ho già spedito.
Un saluto U.
xUroburo
va bene, il docente ha fatto benissimo, le cose dette sono vere e sante, e ne siamo commossi.
Correva voce (sempre ai miei vecchi tempi, quando passai la maturita’ con 58/60 senza un santo e nemmeno un sagrestano in paradiso) che uno la LUISS se la poteva scordare a meno di non essere ‘presentato’ da persone molto influenti…Tutte calunnie degli invidiosi, ovviamente. Ma se era o fosse vero, allora mi azzardo ad insinuare che chi vi eserciti in un certo ruolo non sia esattamente innocente: e farebbe meglio a risparmiarci il vero vizio tipicamente italiano, caro lei: le CONFESSIONI pubbliche, giammai le dimissioni, che vengono sempre suggerite invano da chi si trova al margine. Ma i sederi restano a posto sulle poltrone come incollati.
Concordo con lei solo fino ad un certo punto che siamo tutti interni ad un sistema. Ma non vada a parare al Che o Mao o Lenin! Comunque chi tira a campare non e’ certo interno come chi tira i fili.
un saluto
Peter