Non c’è bisogno di Spatuzza. E neppure di aspettare Godot. In un Paese civile per cacciare Berlusconi basta e avanza il tentativo nel suo primo governo di far diventare ministro della Giustizia il suo avvocato personale usato per corrompere magistrati: Cesare Previti. Che la Cassazione ha condannato in via definitiva scrivendo chiaro e tondo che la sentenza scippa Mondadori l’ha comprata in combutta con Berlusconi. Caso Boffo: Feltri ammette che avevo ragione io. Il grande “No Berlusconi Day”: opera della e-generation e del popolo del web che già a novembre dell’anno scorso ho definito come inevitabili e sottovalutati scavatori della fossa per il Cavaliere e il suo impero mediatico

“L’enorme afflusso di gente alla manifestazione per la libertà di informazione dimostra che urge una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e il suo capo. Che politicamente, oltre che moralmente, somiglia ormai a un cadavere”. E’ il titolo della puntata del 3 ottobre (  http://www.pinonicotri.it/?p=1413 ), scritta al ritorno dalla grande manifestazione di Roma contro i continui attacchi al giornalismo e quindi alla libertà di stampa e alla qualità della democrazia.  Siamo stati i primi a far notare che una manifestazione nazionale contro Berlusconi e il suo governo, andata finalmente in porto il 5 dicembre, era ormai inderogabile. Piano piano se ne sono resi conto anche tutti coloro che l’hanno miracolosamente messa in piedi, organizzata materialmente e portata a buon fine, vale a dire gli altri grilli parlanti “fuori gioco” come me, ossia l’anonimo popolo del web, dei blog, dei social network  e di Facebook, la e-generation che non ha accesso alla tv e alla grande stampa e non conta nulla nei partiti. Salvo essere da questi corteggiati come portaborracce, esattamente come a suo tempo sono stati corteggiati il movimento studentesco, gli extraparlamentari, il movimento femminista, ecc., prima di essere presi a bastonate perché irriducibili al mercato della vacche che dài oggi e dài domani ha portato il parlamento e l’Italia intera nella morta gora nella quale galleggiamo annaspando sempre di più. Il ruolo di questa e-generation come scavatori della fossa per Fininvest-Mediaset e Berlusconi lo avevo già previsto e scritto in una puntata del blog nel novembre dell’anno scorso, come ho voluto ricordare nel Post Scriptum numero 2 in fondo a questa puntata.

Come è noto, Berlusconi in 15 anni si è fatto confezionare 18 leggi su misura per proteggere i propri interessi, non sempre trasparenti, e proteggere se stesso dalla giustizia, e ora tenta disperatamente con la 19esima: sepolto il lodo Alfano ci riprova con il “processo breve” oppure con la non processabilità del capo del governo finché è in carica oppure con qualche altra trovata dei suoi servitori in livrea doppia, di ministro della Repubblica italiana, che in tale veste è tenuto a fare gli interessi dell’Italia intera, e di avvocato del Signore d’Arcore, veste nella quale  in cambio di grasse parcelle si acconciano alle invenzioni di leggi e ai tentativi di altre leggi sempre più indecorosi in nome degli interessi privati del loro straricco cliente spacciati impudicamente per interesse generale. Mi chiedo se il cosiddetto ministro della Giustizia Angelino Alfano si faccia la barba ogni mattina, e se quando si rade si guarda allo specchio.

Alfano dovrebbe magari arrossire per essere stato voluto alla Giustizia dalla stessa persona che a suo tempo ci voleva Previti. Il siciliano Alfano è certo in grado ci capire che nelle persone oneste questo suo essere un successore di Previti può sucitare se non quale sospetto almeno qualche comprensibile disagio. Ad esempio, chiedendosi se per caso  Alfano abbia o abbia avuto un qualche lato o un qualche ruolo per così dire previtiano. Come che sia, il signor ministro dovrebbe vergognarsi per avere rivendicato “la logica aziendale” nella conduzione del proprio dicastero, rivendicazione con la quale ha voluto ribattere a chi lo accusava di logica aziendale intendendo la logica di difendere a tutti i costi dal nornale corso della giustizia le aziende di Berlusconi inventando altre leggi “ad Berlusconem”. Alfano infatti dovrebbe sapere che in Italia le aziende non campano senza succhiare soldi allo Stato, i “grandi” imprenditori sanno fare gli imprenditori solo facendosi regalare danaro, suolo pubblico e facilitazioni varie per le loro aziende, pronti a minacciare chiusura di impianti, come fa la Fiat e ventila la signora Emma Marcegaglia, se lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e quant’altro – magari la Comunità Europea – non continuano le regalie e le sovvenzioni a fondo perduto. Non parliamo poi delle aziende bancarie, somiglianti spesso a grassatori. Che anche la Giustizia venga condotta con una tale “logica aziendale”, e che per giunta il suo ministro lo rivendichi, fa solo venire i brividi. Non vorremmo che anche l'”azienda” gestita dal ministro Alfano dovesse ritirare dal mercato – come deve fare ingloriosamente la Fiat – ben 500 mila auto perché l’asse del volante si può rompere…. Poiché la Giustizia non produce auto ma – come dice lo stesso nome – giustizia, penale e civile tramite le relative sentenze, 500 mila sentenze taroccate nel volante in malora sarebbero una tragedia nazionale. Caro Alfano, prenda appunti: e prima di parlare si accerti che il cervello sia inserito.

Dei ministri come Mara Carfagna preferisco invece non chiedermi niente, onde evitare di scendere a livelli da angiporto. Il governo Berlusconi ha inventato anche i ministri peto, di rarefatta inconsistenza a mo’ di flatulenze. Talmente rarefatta che per tentare di uscire dal nulla si inventano le solite crociate contro la prostituzione, vecchio e sporco trucco per accattivarsi i benpensanti, o meglio le loro mogli visto che i clienti più redditizi delle escort e affini – in altre parole i puttanieri più incalliti – sono da che mondo e mondo proprio i benpensanti, i moralisti e gli untori di varia natura, da palazzo Grazioli in giù. Poi ci sono i ministri che pur di guadagnarsi un po’ di mercato “politico” e di attenzione oltre il perimetro delle proprie mutande vendono al Vaticano il potere di nomina di decine di migliaia di insegnanti della scuola pubblica della Repubblica italiana.

Ma non divaghiamo. Dicevo di Berlusconi. E del cosiddetto ministro della Giustizia Diavolino, pardon, Angelino Alfano. Non seguo le cronache del processo che vede le narrazioni di Gaspare Spatuzza, condannato all’ergastolo per mafia e omicidi vari (mi pare siano una 40ina). Non le seguo per due motivi. Il primo è che si tratta di cose note da anni in ambienti neppure tanto ristretti se erano note anche a me. Mi risulta, peraltro, si dica da tempo che ci sia anche di peggio, vale a dire non solo racconti. Come si desume per esempio da quanto ha detto “fuori onda” Gianfranco Fini, che, scafato uomo di mondo e di palazzo com’è, non può certo avere detto ciò che ha detto spinto solo da quanto riferiscono i giornali dei racconti di Spatuzza.

Il secondo motivo è che _ volendo – per cacciare Berlusconi non c’è affatto bisogno di aspettare Godot, Spatuzza o altre scandalose storie documentate,  come per esempio la corruzione dell’avvocato Mills perché mestolasse nel torbido onde far risultare candori inesistenti. Se non avessimo una sinistra cialtrona e molto compromessa, per cacciare Berlusconi – volendo farlo – basterebbe una sola cosa, storicamente certa, documentata, confermata in modo ormai inappellabile e non affidata solo alle “chiacchiere” e alle “menzogne” di uno o mille Spatuzza. Una cosa, oltretutto, avvenuta ben 14-15 anni fa e assolutamente inconfutabile: il tentativo di Berlusconi di assegnare la poltrona di ministro della Giustizia al suo disonesto avvocato di fiducia, disonesto in quanto corruttore di magistrati per comprare sentenze disoneste ma utili ad allargare l’impero del suo unico datore di lavoro, vale a dire Sua Emittenza diventato addirittura capo del governo.

Corruttore, si badi bene, non per iniziativa propria e all’insaputa del suo datore di lavoro, Berlusconi Silvio, ma per mandato di questi e in concorso con lui. Come ha scritto a chiare lettere la sentenza della Corte di Cassazione del luglio 2007 di conferma della nota condanna di Previti per avere corrotto un magistrato al fine di dirottare disonestamente nelle mani di Berlusconi la casa editrice Mondadori. Sentenza di terzo grado e quindi inappellabile, passata in giudicato. Se i leccapiedi di Berlusconi sbraitano sempre (beninteso: solo quando tocca al loro capo e ai suoi sodali, certo non quando capita ai poveri disgraziati o a gente di sinistra, ché allora vale subito la presunzione anzi la certezze della colpevolezza) che fino alla sentenza di terzo grado deve valere, giustamente, la presunzione di innocenza, ebbene di fronte alla sentenza di terzo grado dovrebbero, per coerenza, concludere che se è di condanna, come in questo caso, allora non si può più parlare di presunzione di innocenza, ma di  certezza della colpevolezza.

Leggiamo cosa c’è scritto nella sentenza della Cassazione, datata, ripeto, luglio  2007: “A norma del 110, 319 ter e 321 del codice penale perché Berlusconi Silvio, Previti Cesare, Acampora Giovanni, Pacifico Attilio in concorso tra loro…. promettevano e versavano somme di denaro a Metta Vittorio, magistrato della Corte di Appello di Roma, affinché questi violasse i propri doveri di imparzialità…. allo scopo di favorire la famiglia Mondadori/Formenton – e in conseguenza Silvio Berlusconi – nel giudizio che la vedeva opposta dinanzi alla Corte di Appello civile di Roma alla Cir dell’ing. Carlo De Benedetti”. Da notare che Berlusconi non venne condannato, come invece capitò agli altri suoi coimputati – solo per intervenuta prescrizione, perché colpevole del reato di corruzione semplice e non del reato di quella aggravata, reato quest’ultimo entrato in vigore poco dopo il mercato delle vacche tra Previti e Metta. Mercato che permise a Sua Emiitenza di derubare De Benedetti, e quindi Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari, della casa editrice Mondadori ed annesse testate giornalistiche quali Panorama e le varie altre.

Una delle conseguenze di quella porcheria è che a capo dell’impero editoriale Mondadori, con annessi e connessi, siede abusivamente una figlia di Berlusconi. Un altra conseguenza di quell’atto delinquenziale è che da allora ad oggi il Chiavaliere ha potuto disporre di vari giornali proni ai suoi piedi e perciò pronti a sostenerlo nelle sue magagne e campagne, anche attaccando furiosamente i magistrati “comunisti” e le “toghe rosse”. Non a caso la direzione del settimanale Panorama è andata a individui come Giuliano Ferrara, che di Berlusconi è stato anche un ministro più grasso che grande, e come Carlo Rossella, colui che ha avvalorato su Panorama la bufala del”uranio del Niger per le atomiche di Saddam” pur di permettere l’invasione dell’Iraq, cara a George Bush figlio e quindi necessariamente ingoiata da Berlusconi in quanto difficilmente inattaccabile da “pressioni” Usa e annessa Cia grazie quanto meno alle imprese corruttorie giudiziarie e stili di vita sessuale venute comunque a galla.

Anziché mitridatizzare l’opinione pubblica con la ormai ventennale narrazione infinita e la conta minuziosa dei reati consumati e/o addebitati a Berlusconi, con il risultato di stordirla e assuefarla, e magari anche di indispettirla, con quello che resta un oceano di chiacchiere prive di efficacia politica, la sinistra avrebbe dovuto limitarsi a puntare i piedi sul tentativo di Berlusconi di mettere la faina Previti nel pollaio della Giustizia. Furbata surrettizia e disonesta che in qualunque altro Paese civile, specie se Europeo o comunque occidentale, avrebbe stroncato sul nascere la carriera politica di chi l’avesse tentata. Con una aggravante: Berlusconi non riuscì a truffare gli italiani tutti con Previti alla Giustizia, ma riuscì comunque a farlo nominare addirittura ministro della Difesa. Dicastero di non secondaria importanza, che oltretutto ha le mani in pasta con i servizi segreti visto che vi fa capo il Sismi, che è per l’appunto il servizio segreto militare. La nomina di Previti è una delle varie onte che i nostri militari, e quindi la nostra dignità e il nostro onore nazionali, hanno dovuto subire.

E a proposito di servizi segreti: come forse ricorderete, dopo l’improvviso viaggio di Berlusconi dal suo amico Putin in Russia scrissi che m’era arrivata voce che il Chiavaliere fosse partito, accampando un torcicollo e lasciando in asso perfino il re e la regina di Giordania in visita di Stato a Roma, per farsi dare documenti del Kgb, come si chiamavano in sigla i servizi segreti di Mosca quando esisteva l’Unione Sovietica, utili a “dialogare” proficuamente con il nostro presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano è stato infatti un dirigente di spicco del Partito comunista italiano, che con Mosca ha sempre avuto rapporti robusti e gagliardi, ed è stato indicato da un vecchio rapporto della questura di Napoli come un dirigente di “apparati clandestini dei comunisti”.

Dopo il recente viaggio di Berlusconi in un altro Paese dell’ex Unione sovietica, vale a dire nella Bielorussia del poco democratico Alexander Lukashenko, leggo su Il Giornale, proprietà formalmente del fratello di Silvio, ma sempre più chiaramente nella manica e al servizio di quest’ultimo, che Lukashenko ha regalato al nostro primo ministro “alcun dossier del Kgb”. Pare riguardino – pensa un po’! – dirigenti comunisti del tempo che fu. Se ho capito bene, riguardano il trattamento dei pochi sopravvissuti della massa di alpini – e gli altri militari? – mandati al massacro in Unione Sovietica con la demenziale invasione della seconda guerra mondiale. Articolo a firma di Renato Farina, portato in parlamento da Berlusconi dopo essere stato cacciato dalla professione dall’Ordine dei giornalisti per amicizie per così dire eccessive nel nostro servizio segreto militare.

Naturalmente Farina – che mi ha querelato (pretende la modica cifra di 100 mila euro) per non ho capito bene cosa riguardante una puntata del mio defunto blog a L’espresso, nonostante io abbia sempre difeso il suo diritto costituzionale a scrivere sui giornali anche dopo l’espulsione dalla professione – protesta la sua innocenza, come del resto fanno un po’ tutti, da Previti a Dell’Utri, da Cosentino e famiglia Mastella allo stesso Berlusconi. Motivo per cui è però sorprendente, illogico e molto imbarazzante che chi definisce sempre innocenti tutti i condannati della propria parrocchia e inattendibili tutte le pronunce della magistratura e degli ordini professionali a loro carico poi invece definisca subito colpevoli, senza neppure l’ombra di uno straccio di processo, anzi senza neppure un decimo di avviso di garanzia, i “comunisti”. Dove sono la logica e l’attendibilità di un tale comportamento? Onestà o faziosità? Informazione o propaganda? Va bene che il nostro sport nazionale preferito è l’uso dei due pesi e due misure, ma un po’ più di decenza non guasterebbe.

L’altra nota comica è che i vari gagliardi difensori a oltranza della legalità berlusconista irridono alle prove documentali, come le foto e le registrazioni di conversazioni esibite per esempio dalle D’Addario, però poi raccattano qualunque chiacchiera malevola contro “i comunisti”, o contro gli extracomunitari, e la spacciano come Verità. E con quale sussiego ammanniscono il proprio prodotto “giornalistico” con le annesse “verità” e spiegano le loro acrobazie i vari Feltri, Minzolini, Belpietro e compagnia cantante…
Ah, povera Italia….

P. S. 1) – Vittorio Feltri ha dunque ammesso che avevo ragione io. Peccato lo ammetta solo ora, a danno fatto. O meglio: a messaggio ben recapitato ai reali destinatari e debitamente recepito… Dalla Perdonanza alla Mignottanza. Appunto.

2) – Ecco cosa ho scritto già nel novembre dell’anno scorso, nella puntata http://www.pinonicotri.it/?paged=22 , riguardo giovani di oggi, i giovani della e-generation, e il loro inevitabile scavare la fossa alla Fininvest e a Berlusconi. Era il periodo delle proteste studentesche contro la “riforma” Gelmini. Ho avuto fiuto: la grande manifestazione di oggi contro Berlsusconi capo del governo è stata infatti organizzata proprio dalla e-generation di cui parlavo. Aggiunto questo commenti come post scriptum nel testo della puntata attuale.
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Ma questa “onda” lunga contro la “riforma” Gelmini annuncia un nuovo ’68? Premetto che questa cosiddetta riforma qualcosa di buono ce l’ha, o meglio l’avrebbe se non fosse di fatto solo una legge di taglio di spesa, per esempio trovo buona la reintroduzione della materia chiamata Educazione civica. Ma senza fondi per preparare, assumere e qualificare i relativi insegnanti, la nuova materia non sarà neppure da lontano una materia utile a insegnare ai giovani l’educazione civica, bene quanto mai prezioso e necessario, bensì un’altra ora di ricreazione. Come era già ai tempi in cui andavo al liceo io, ahimè long time ago. Ciò premesso, credo che questa nuova ondata di proteste giovanili abbia comunque un dato nuovo e interessante. Non credo affatto che siano “strumentalizzati” dalla sinistra, come ripete chi è uso strumentalizzare tutto e tutti – ministri e ministre comprese – e all’uopo farsi strumentalizzare se gli fa tornaconto. Magari la sinistra avesse la capacità di “strumentalizzare” così tanta gente e in particolare così tanti giovani…
Credo invece che questo exploit di proteste, sbagliate o giuste che siano per quanto riguarda l’obiettivo dichiarato, vale a dire la miopia della occhialuta Gelmini, sia la dichiarazione pubblica, forte e chiara, delle nuove generazioni che si sono rotte i coglioni di fare da spettatori televisivi, da oggetti per le griffe e le mode più sceme e da acquirenti di beni di consumo.
Questa generazione di giovani e giovanissimi NON ha la mentalità da TV, così come la generazione della tv NON ha la mentalità da cinema, con buona pace dei Uòlter che sono rimasti indietro, fermi all’era dei film, rispetto la realtà, che era diventata l’era della tv. Questa è la generazione del computer, o meglio: di Internet. Il computer senza Internet è infatti solo una macchina per scrivere più moderna e/o una calcolatrice. Con Internet il computer è invece tutt’altra cosa. Che cosa? La fuga dalla sedentarietà e dalla socialità formato televisivo o bar sotto casa, formato famiglia non numerosa e per giunta spesso in crisi, visto anche che la socialità fatta di persone in carne e ossa è scomparsa perché sono scomparsi i luoghi fisici della socializzazione. E’ la fuga dai quartieri dormitori, ma anche dalla gabbia d’oro dei quartieri alti.
Insomma, a me sembra che questi giovani abbiano rotto le catene della socialità imposta dall’alto, scandita dalla tv o dalla scuola sempre meno qualificata, scandita dal provincialismo e dal localismo, “padano” o no, fatto del proprio metro quadro dove si vive. Rotte quelle catene, si sono inventati nuovi tipi di socialità incontrollabile. Alla faccia della miseria e dei fallimenti di noi genitori, ‘68ttini compresi, della scuola, della parrocchia, del quartiere, del tifo calcistico, ecc., la socialità di questi giovani è la socialità via Internet, via facebook, via e-mail, via sms, via Google, via Skype, via chat, via youtube, via webcam, via web tv. Noi adulti quando spegniamo il computer ci ritroviamo soli: senza l’altra metà del cielo, quale che esso sia, e cioè senza odori altrui, senza sguardi altrui, senza sospiri altrui, senza sorrisi altrui, senza l’emozione di calligrafie tanto attese… Insomma, diciamocela tutta: senza calore umano, cioè senza vita. Che non sia quella “virtuale”.
Noi adulti con Internet al massimo ci ingozziamo di porno e di e-mail, se va bene anche di ricerche e approfondimenti di argomenti – i più disparati – tramite i motori di ricerca, che permettono di accumulare in una giornata quello che fino a pochi anni fa richiedeva mesi di ricerche, non di rado in biblioteche sparse nel vasto mondo. I giovani dell’”onda” contro la Gelmini invece con questi strumenti “post” moderni si stanno costruendo una socialità vera, la propria modernità, anzi la propria attualità. Ma il dato più importante, ai fini della politica e della “rottura” non solo generazionale, è che usare più Internet anziché farsi usare dalla TV e/o dalla play station significa essere fuori dalla propaganda, dalla pubblicità e dagli interessi che hanno creato l’era berluscona, vale a dire non solo la fortuna e il potere di Berlusconi, ma anche la subalternità della sinistra al mezzo televisivo e, di conseguenza, a Berlusconi, al suo sistema di potere e alla mentalità berluscona. La subcultura ormai NON è solo quella dei berluschini, ma anche quella dei uòlterini: sono infatti tutti espressione di un passato che sta passando, e anzi per molti versi è già passato e c’è il rischio che ce lo spazzino via del tutto da una parte la mega crisi finanziaria e dall’altra la mega concorrenza di un miliardo e mezzo di cinesi e un miliardo di indiani, più gli altri a seguire.
Da notare che l’uscita in massa o almeno la forte riduzione della dipendenza dei giovani dal circuito televisivo significa anche picconare gli interessi economici e la base del potere politico di Berlusconi Silvio. Stare sulla web tv significa NON stare su Mediaset e neppure sulla Rai, satellite o non satellite, digitale terrestre o non digitale terrestre. Il che significa NON solo evitare di bere le loro porcherie e relativi modelli di vita, ma anche diminuirne l’audience, e quindi il budget, la capacità di dare “consigli per gli acquisti”. Alla lunga, Mediaset – cioè Sua Emittenza il pluri capo di governo Berlusconi – rischia di diventare una cosa come le altre, non più la pompa di benzina che ha alimentato il panzer berluscone.

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  1. In Italia è anche peggio, ma questa merda la si nasconde, mamma Chiesa non vuole rogne
    In Italia è anche peggio, ma questa merda la si nasconde, mamma Chiesa non vuole rogne says:

    Rapporto shock: per 40 anni violenze endemiche negli istituti religiosi
    Scoperti 2500 casi avvenuti tra il 1940 e il 1980. Il Primate: “Dispiaciuto profondamente”
    La Chiesa irlandese nella bufera
    “Abusi sessuali su migliaia di bimbi”
    dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

    La Chiesa irlandese nella bufera “Abusi sessuali su migliaia di bimbi”
    LONDRA – È una delle pagine più nere della storia d’Irlanda, e della storia della Chiesa cattolica: l’abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Una macchia vergognosa, di cui finora si conosceva l’esistenza attraverso documentari televisivi, film di denuncia come il pluripremiato “Magdalene” di qualche anno fa, inchieste dei giornali e indagini preliminari. Ma adesso la Child Abuse Commission, la commissione istituita dall’allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce su questo indegno scandalo, ha concluso i suoi lavoro dopo nove anni di inchieste e presentato un rapporto che fotografa con esattezza le dimensioni e i dettagli di quanto è avvenuto.

    Il risultato suscita orrore: un dossier con le testimonianze di 2500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni ’40 e gli anni ’80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda. Racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente.

    E’ la cronaca di una discesa agli inferi, tenuta nascosto per decenni, poi trapelata qui e là, ma solo ora svelata in tutta la sua mostruosa realtà. Che questo sia avvenuto nel paese più cattolico d’Europa, dove la Chiesa ha per lungo tempo sovrastato con la sua influenza ogni aspetto della società civile, è ancora più grave e raccapricciante, commenta la stampa irlandese. Il rapporto non è una lettura facile. “Credevo che mi avrebbero rivoltato le budella”, dichiara un testimone. Altri parlano di “predatori sessuali che colpivano sistematicamente e abusavano sessualmente i bambini più vulnerabili”. Le vittime erano spesso giovani “difficili”, orfani, disabili, abbandonati, che speravano di ricevere dalla Chiesa il conforto che non avevano mai conosciuto e si ritrovavano invece inghiottiti in un feroce cuore di tenebra. La pedofilia e l’abuso sessuale nei confronti dei bambini erano un fatto “endemico”, conclude il documento.

    Il fatto che questo orrore sia venuto pienamente alla luce, per iniziativa del governo, è un segno di quanto sia cambiata l’Irlanda negli ultimi vent’anni: oggi è colpita come tanti dalla crisi economica, ma è un paese irriconoscibile, trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere “profondamente dispiaciuto” per gli abusi sessuali. “Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni”, afferma in un comunicato l’arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda.

    Tra gli ordini religiosi investigati dalla commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto dell’omonimo film del 2002. Ma le resistenze di associazioni religiose e del ministero dell’Istruzione hanno prolungato l’inchiesta, cosicché molti dei carnefici sono già morti; e in base a restrizioni legali la commissione non ha potuto nominarli, tranne nei rari casi in cui un prete o una suora abbia già subito una condanna giudiziaria.

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Ber: ti dò perfettamente ragione quando mi parli di scuole di mestiere. In Svizzera esistono da sempre, come credo anche in Germania. Sono veramente necessarie, c’è troppa approssimazione nell’artigianato, si può trovare il bravo artigiano come l’arrangione che lavora uno schifo. Non va bene.

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Pino: le chiavette UMTS le ho provate tutte: la connessione c’è ma è estremamente lenta, in pratica inutilizzabile. L’unica possibilità per me è installare l’ADSL fisico, quello col filo telefonico per intenderci. Lo farò non appena tornerò a casa da Milano, dove mi tratterrò fino alla fine di Gennaio.

  4. Walter Peruzzi: Un cattolicesimo “altro” è possibile?
    Walter Peruzzi: Un cattolicesimo “altro” è possibile? says:

    http://cattolicesimo-reale.blogspot.com/2009/12/un-cattolicesimo-altro-e-possibile.html

    Un cattolicesimo “altro” è possibile? Qualche riflessione
    La recensione così argomentata e dialogante di Gabriella Lavina Far parlare i testi (vedi in questo stesso blog) mi stimola a cercare di discutere i suoi rilievi critici riflettendo soprattutto sul rapporto, poco considerato nel mio libro, fra cristianesimo e cattolicesimo.

    Cattolicesimo “reale” e cattolicesimo tout court
    L’obiezione di fondo che mi viene mossa (non solo dall’autrice ma, in modo più o meno esplicito, anche da altre precedenti recensioni di cattolici critici, e in vari dibattiti) è di ridurre il cattolicesimo al “cattolicesimo reale”, ossia a quello della Chiesa gerarchica, negando la realtà di altre forme, che meno presterebbero il fianco alle mie critiche. Pur comprendendo, scrive Lavina, «il desiderio di ‘levare terreno sotto i piedi’ al ‘cattolicesimo della dottrina’, mi domando perché si ritenga di negare realtà e fondamento al cattolicesimo di Enrico Peyretti, Ernesto Balducci, Don Mazzi, Alex Zanotelli, da Peruzzi stesso citati, e di tanti altri, inclusi quelli che sono stati schiacciati dalla violenza, dall’intolleranza, dalla voluttà di potere, dal panico del clero magisteriale nei secoli. Perché non accettarne una diversa logica, una diversa pratica, e una diversa lettura dottrinale?».
    Di conseguenza l’autrice ritiene che il mio lavoro «sia molto efficace nel sottrarre terreno al ‘cattolicesimo reale’… Meno, nel sottrarre terreno al cattolicesimo tout court», entro il quale fa rientrare appunto le altre forme da me non considerate.

    Cristianesimo e cattolicesimo
    Vorrei cominciare cercando di definire il “cattolicesimo”, ossia cosa lo distingue dal cristianesimo primitivo anzi dai molti altri cristianesimi possibili. A me pare che il suo connotato essenziale sia di essere una religione ”garantita” da autorità infallibili (papa, concilio), che si dicono investite da Dio del compito di custodire il “deposito della fede”; indicarne l’interpretazione autentica; dire ai fedeli cosa devono credere e cosa devono fare; guidare, in alleanza con il potere temporale o al suo posto, tutti cittadini, credenti o non credenti, e quindi tutta la società.
    Questa religione e questa chiesa “del potere”, come la chiama Mazzi, si delinea compiutamente nel IV secolo, a partire dal Concilio di Nicea del 325, in cui si stabilisce il Credo e si condanna Ario; e diventa nel 380 religione di stato. Nel 392, con Damaso, precisa anche formalmente il proprio corpo dottrinale, sussumendo in esso – sempre in forza dell’autorità della Chiesa gerarchica – i testi della precedente tradizione ebraico-cristiana detti “canonici” ed espungendone quelli “apocrifi”. Da allora, pur fra contraddizioni profonde e mutando nelle forme, è poco cambiata nella sostanza, come nel mio libro ho cercato di mostrare.
    Si tratta di un corpo dottrinale autonomo, che è altra cosa rispetto alla predicazione di Gesù, figura storicamente molto labile, secondo alcuni neppure esistita, che non ha lasciato nessuno scritto e non ha fondato il cristianesimo, probabile costruzione soprattutto di Paolo, né la Chiesa (a meno di volerla far discendere, completa di gerarchia e di dogmi, da un versetto di Matteo, interpolato o criptico). Ma il cattolicesimo è altra cosa anche rispetto al cristianesimo dei primi secoli, al quale non per caso si sono sempre richiamati i vari movimenti riformatori in polemica col papato.
    Certo, come giustamente fa notare Gabriella Lavina, io “isolo” la dottrina della Chiesa di Roma da questo più ampio contesto, tagliando «fuori del campo di osservazione, tutti i legami con le radici cristiane del cattolicesimo, sia nella persona che nell’esperienza storica di Gesù, sia negli scritti evangelici, sia nelle testimonianze nel tempo di tanti uomini e donne da entrambi ispirati». Non considero il processo storico che andando da Gesù a Nicea mette capo per un verso a una nuova religione, ma porta dall’altro al conservarsi nel cattolicesimo di costanti richiami a Gesù e alle “radici cristiane”. Si tratta di richiami, usati sì strumentalmente dalla gerarchia per legittimarsi, ma vissuti come essenziali da molti fedeli e potenzialmente eversivi. Ed è vero che senza l’attenzione a tale intreccio (il che non era fra gli scopi del mio lavoro), è impossibile comprendere, nota Gabriella Lavina, i ricorrenti movimenti riformatori, quello che Mazzi chiama il “cristianesimo ribelle”. Dirò di più: diventa difficile capire come anche ambienti cattolici ligi e perfino alcuni vescovi siano più permeabili (non sempre solo per calcoli di “conquista”) a valori democratici, all’accoglienza, alla giustizia sociale, alla pace. Che sono viceversa combattuti dal cattolicesimo senza Cristo e senza Dio, come qualcuno l’ha definito, degli atei devoti, dei frequentatori di escort o dei nazileghisti.

    La riforma impossibile
    Ma nonostante questo forte intreccio secondo me resta vero – ed è questo il punto essenziale – che Gesù, il cristianesimo e il cattolicesimo non costituiscono fra loro un continuum, non sono tre fasi diverse di una stessa dottrina religiosa. La Chiesa formatasi nel IV secolo non è “costantiniana” (se con questo termine si intende una fase sia pur negativa ma reversibile e suscettibile di riforma del movimento iniziatosi con Gesù) ma è “cattolica”, ossia un’altra dottrina e confessione religiosa.
    Ogni processo di autoriforma di questa Chiesa (quello che alcuni attendevano dal Vaticano II), ogni recupero delle radici cristiane e ogni cattolicesimo “altro” è impossibile perché implica che al primato dell’autorità si sostituisca quello della coscienza, ossia la rottura con la forma gerarchica, autoritaria e papale che costituisce l’elemento distintivo, il dna del cattolicesimo. Il suo peccato originale, da cui nessun Figlio di Dio potrà redimerlo…
    Naturalmente ci sono sempre stati e ci sono anche oggi singoli fedeli, anche molti, o piccoli gruppi che vivono il cattolicesimo “a modo loro”, la pensano differentemente dal papa o non gli obbediscono e praticano di fatto un qualche cristianesimo non-cattolico, pur senza uscire dalla Chiesa o per mancanza di coraggio, o per attaccamento alla tradizione o perché pensano che solo così possono parlare agli altri cattolici, o perché l’illusione di riformare la Chiesa li induce a praticare una sorta di entrismo.
    Ma tali comportamenti, come anche la storia dimostra, non possono assumere rilevanza di movimenti capaci anche solo di influire sul cattolicesimo “reale”, meno che mai di mutarlo. O restano o rientrano, pur con delle pratiche più “evangeliche” e certe aperture al “moderno”, nell’ambito dell’ortodossia e dell’obbedienza, venendo autorizzati dal papa (francescani); o diventano “altri”, indipendenti da Roma nella dottrina e nella disciplina e allora, appena cominciano a contare, saranno condannati ed espulsi come eretici, se non eliminati fisicamente (albigesi).

    Cattolici “progressisti” e cattolici “altri”
    Ancora oggi la più parte dei cattolici considerati “progressisti”, e che magari politicamente lo sono, e con i quali è possibile stabilire in dati casi delle alleanze, si identificano con le posizioni della Chiesa ufficiale in materia di diritti civili o di morale sessuale, e soprattutto di ruolo-guida della Chiesa nella società. Sono del tutto interni al “cattolicesimo reale” finendo per fargli da copertura di sinistra benché pongano di più l’accento sull’accoglienza o l’impegno sociale, scontrandosi con la Lega o criticando Berlusconi. Si pensi ai complici silenzi o alla complicità col papa – in tema di “guerra al preservativo”, testamento biologico, omofobia, coppie di fatto, autodeterminazione della donna e pretesa di dettare la morale pubblica o di appendere qua e là crocifissi – da parte di preti e movimenti cattolici pacifisti, per non dire di “Famiglia cristiana” o di “Nigrizia”.
    Attualmente mi pare che solo le comunità di base (che solitamente si dicono cristiane piuttosto che cattoliche) o minoranze ad esse assai contigue siano veramente “altre” benché la speranza illusoria di un’autoriforma li portino a restare in una Chiesa che sarà lei stessa a espungerli , come ha fatto con la teologia della liberazione, appena dovessero darle un qualche serio fastidio.
    In conclusione penso che si debba negare fondamento e realtà a un cattolicesimo “altro” perché o non è “altro” o non è cattolicesimo (ma semmai una qualche forma di cristianesimo).
    Discorso diverso, che qui accenno soltanto riservandomi di riprenderlo in seguito, è quello su alcuni cattolicesimi “altri” ma in senso opposto alle comunità cristiane di base, come il cattolicesimo che il teologo Vito Mancuso si sforza di rendere accettabile a palati laici; o quello politicamente rilevante della Lega, ripropostosi in questi giorni con gli insulti a Tettamanzi: un cattolicesimo caratterizzato non dal recupero ma dalla rottura totale con le radici cristiane, in vista di diventare una religione identitaria versione Lepanto, neopagana e razzista, da far figurare fra le tradizioni padane, insieme alla polenta taragna e al gorgonzola.
    Mi si permetta infine un’ultima precisazione, ad evitare un equivoco che qualche volta si è manifestato nel corso delle discussioni sul mio libro: sottolineare che il cattolicesimo è altra cosa (che va quindi preso in esame e contrastato nella sua specificità), rispetto a Gesù o al cristianesimo, non significa che io mi riconosca in questi ultimi (wp).

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Se sei a Milano tra il 17 e il 21 fatti vivo, magari ci si vede.
    pino

  6. AZ Cecina LI
    AZ Cecina LI says:

    Oggi chi fa raccolta di facce di bronzo non ha che l’imbarazzo della scelta.

    Due perle di una lunga collana.
    Il papa, dopo aver letto il rapporto (del governo irlandese) sui preti pedofili di quel paese, dice di essere indignato quando avrebbe dovuto dire di essere pentito, di aver LUI ordinato ai vescovi di non denunciare e quindi proteggere i preti pedofili e non solo in d’Irlanda ma di tutto il mondo.
    Minzolini violentando la logica e sfidando il ridicolo fa un “editoriale” del TG1 in cui afferma, in estrema sintesi che Spatuzza essendo un efferato criminale che ha commesso stragi ed omicidi a decine non è credibile mentre sono credibilissimi i Graviano che hanno ordinato a Spatuzza, e presumibilmente anche ad altri quegli omicidi e quelle stragi.

    Ma dato che il medico mi dice di non arrabbiarmi troppo, prima che mi esploda qualche arteria, parliamo d’altro, di cose più piacevoli.
    L’accenno di Sylvi ai militari analfabeti mi fa ricordare i miei nonni, il nonno aveva fatto la sesta, per quei tempi un intellettuale, alla nonna, neppure un giorno di scuola, aveva insegnato a leggere e li se la cavava benino, mentre nello scrivere, mescolando italiano e dialetto, troncava le parole a metà o ne appiccicava insieme due o tre. Quando il nonno andava a lavorare in Svizzera gli lasciava alcune buste con l’indirizzo per essere sicuro che le lettere arrivassero a destinazione, se poi all’interno ch’era “Caro Antonio noitutti stem ben e spe riamo anca ti …. “ loro si capivano ugualmente senza ricorrere come si usava al prete.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  7. sylvi
    sylvi says:

    Spulciando tra i libri di scuola delle elementari di mio padre, prima metà degli anni venti, ho trovato questi due problemi che vi sottopongo per curiosità:

    classe terza.
    – Un fittavolo ha permesso a otto poverelli di spigolare il riso nelle sue risaie.
    In una essi hanno raccolto l. 208; in un’altra l. 66,30; in una terza l.36.
    Quanti litri di riso hanno raccolto in tutto? Quanti sono toccati a ciascun poverello?

    – classe quinta

    Un tetto è coperto con tegole lunghe dm4 e larghe cm 25.
    Il tetto è a quattro spioventi, due lunghi m.25 e due larghi m18.
    Il colmo del tetto è lungo m.15.
    La distanza del colmo alle grondaie più lunghe è m.12, a quelle minori m.14.
    Se ogni tegola costa cent. 85, quanto costano in tutto le tegole del tetto?

    Ho provato con un ragazzino di terza media; non capiva nemmeno il testo! Ma forse anche qualche universitario moderno avrebbe qualche difficoltà!
    Mio padre lo ha ordinatamente risolto!
    Mi ha fatto pensare a Peppone che fa l’esame di quinta !

    Buonagiornata .

    Sylvi

  8. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    le tegole occorrenti dovrebbero essere 7540,…
    non so se e’ lo stesso risultato di tuo padre.
    I calcoli adesso si fanno con i compiuter,…l’abilita’ dell’ingegnere o dell’architetto e’ di saperlo adoperare o meno.
    Mi ricordo che in quinta elementare mi fecero calcolare il peso della terra,…dovetti mettere il quaderno di traverso….
    Bei tempi andati,…non c’erano le finanziarie ne’ i giochi di borsa…e la vita era piu’ semplice.
    Un saluto,Ber

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Pino,
    sono a Milano e ci resterò per una prima tranche fino alle feste di Natale, poi nella seconda tranche dal 7 Gennaio al 25 Gennaio. Certo che possiamo incontrarci, molto volentieri.

  10. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Una buona cosa negli US e’ che il lavori si spicciano in fretta.
    Di solito si prendono tre’ prezzi.

    Col computer ti danno le misure e il materiale che occorre quasi istantaneamente.

    Questo per lavori grandi, per lavori piccoli…non c’e’ molto interesse.

    Per guasti vengono in giornata.

    Oggi fa molto freddo e vento, (-9 °C)
    Ieri lo stesso…

    Cari saluti,
    Anita

  11. Faust ... pensando atte vedo favole...
    Faust ... pensando atte vedo favole... says:

    …Vivaldi le 14 stagioni… ( una compilations… sto ascoltando un pizza di Vivaldi e non Napoletana ormai con copyright in the world… ) ma non voglio parlare di musica x non sfrucugliare con il marco bentempesta… Vivaldi… vaaa… Volevo sprecare qualche parola sul ddio del gg… iL Novello… ( manco non fossero sufficenti quelli dellanno…… evvivaldi va… ) è un ” Novello Sangiovese” e in aggiunta Puglia…?? mah!! come dice lAntico Nicotri (una marca di amaro Lucano di mia fantasia….) eeeee la madonna… questo Vivaldi….. tuttuttturutttataratATTATTARA… fiulifiulicche… ttaattattarraarrarrarra…. Vivaldi trasmesso in diretta al blog via Telelibbera interfacciato con Arruotalibera…. fifufifufifufifufi…. tttaarrraATTAAR tutututtrradarada… Novello di Sangivese di Puglia… ???? ma in sinceritatis sinceritaves… devo dire che con un paio di euriiii èèè pproprio bbuono… eeeeeeuuuuu!!!! Vivaldi

    http://www.youtube.com/watch?v=RnwuF-MCRuo&feature=PlayList&p=C78D1642DA34120F&index=3&playnext=4&playnext_from=PL

    Ps: ne ho preso due di bbottiglie… dopo 10 gg di antibiotici… oooostia me lo meritoo… pputtanaeva… Vivaldiiii!!! Viva ggaribbaldi… ela sua eroina… Anita… Vivali muore e rinasce… Un Altra stagione…. buon ascolto…
    …. Uno dei cuggini di Faust

  12. Faust e i suoi cuggini... pensando atte vedo favole...
    Faust e i suoi cuggini... pensando atte vedo favole... says:

    … è in attesa di moderazione…. cazzo anche sul blog di Nicotri… ccè lautovelox…. aaaaahhhhhaaaa!!!
    Pino disinnesca lantispam mmbriacone e laddetto allla Moderazione… oltre arrompere iccojjioni, sono degli incapaci… Scollegali… come in 2001 Odissea nello O spizio… quando alla fine Al il computer di bordo che gestiva lastronave… DEVE essere neutralizzato … in quanto “pensante” e “telepatico”…. etc… x Salvare lastonave e la missione “AL” vvvvaaaa scollegato… altrimenti limmediatezza virtuale del gioco dei pensieri in cerca di Veritades et verdades… sullgi accadimenti… Grande finale… sempre di Vivaldi… che ora comncia come se entrasse furtivamente nella stagione …. ma minaccia x spaventare… ma dolce e ntra con il Va Pemsiero… (non so cosa centra co Vivaldi… ma è una compilations di youtube… Bellissimo… stappo laltra bottiglietta… … lascolto, come sempre da ittagliano… con la lega mi ci sciaquo le impurita…. Vabbe Va ppensiero… vado accontrollare la you tube… ppero mi piace… APPLAUSI…………………………………………………………………………………………………………………………………. FINE APPLAUSI….. … VVI SALUTO … ADDOPO…
    uno dei cuggini di Faust

  13. Faust ... x Pino
    Faust ... x Pino says:

    Pino… mi dai il numero di cella della Moderatrice… o Moderatore… me da lo mismo… devo dirgli due paroline… O digliele tu…. DISCONNETTALO….
    Uno dei cuggini…

  14. Faust ...
    Faust ... says:

    Il tuo commento è in attesa di moderazione.

    … mmma ffai un ppo quelccazzo cche te ppare…
    cuggino….

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Faust

    Non esiste nessun numero di tel. Non esiste nessun Moderatore né Moderatora. E non ne conosco la logica, ammesso che ne esista una.
    Bon uìk.
    pino

  16. ber
    ber says:

    Cara Anita,
    il lavoro va fatto in fretta per essere remunerativo.
    Per farlo in fretta bisogna essere organizzati e specializzati.
    Gli italiani sono diventati tutti signori,…raramente si riparano
    le loro case e si affidano cosi agli extra-comunitari che,…non conoscendo ne il lavoro,ne bene la lingua,combinano “casini”.
    …e da buoni italiani poi si lamentano se il lavoro e’ fatto male.

    Ho l’impressione che il tuo clima vi avvicina a quello canadese.
    Ricordo un -25 gradi il giorno di natale a Montreal.1969,…mentre aspettavo il carro attrezzi che mi dava una spinta al mio nuovo wolkvaghen,con riscaldamento supplementare.
    Me ne tornai in africa appena arrivo’ la primavera,…forse era
    giugno.
    Comunque in canada ci tornerei volentieri per un giro tutistico di un paio di settimane,…d’estate pero’.
    Un caro saluto,Ber

  17. Anita
    Anita says:

    x Faust

    “Il tuo commento è in attesa di moderazione.”

    Questo messaggio appare in molti websites ed aggiungo che spesso il commento non viene pubblicato e di sovente se viene pubblicato e’ a giorni di distanza…dopo che l’articolo e’ ormai vecchio.
    Noto questo con WordPress.

    Su questo website mi e’ capitato solo una volta.

    Ciao, prenditi cura.
    ((H)) = un abbraccio, con piu’ parentesi l’abbraccio e’ piu’ forte.
    Anita

  18. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Il clima del Canada e’ piu’ freddo, poi secondo dove in Canada.
    Da noi va a ondate, le piu’ fredde usualmente dal Canada, ma anche dall’ Ovest.
    Questa ondata recente ci viene dall’Ovest, ed ha colpita quasi tutta la nazione, ha nevicato anche in Arizona, Texas e in New Mexico.

    I nostri mesi piu’ freddi sono gennaio e febbraio, marzo non scherza.

    Le auto non si inceppano piu’, molti anni fa’ succedeva spesso se non erano riparate nei garages o se parcheggiate per molte ore.

    Ciao, Anita

  19. Anita
    Anita says:

    x Ber

    “Gli italiani sono diventati tutti signori,…”
    _______________________________________

    Sono diventati???
    Sono sempre stati, non faccio di tutta l’erba un fascio.

    Ho avuto ospiti dall’Italia, compresi i miei genitori e ricordo bene i commenti spregevoli ed anche meravigliati quando vedevano i miei vicini, uomini e donne che si pitturavano la casa, tagliavano l’erba e facevano ripari vari, io compresa.

    Mi dicevano che se si dovevano fare il lavoro da soli, voleva dire che non si potevano permettere una casa di proprieta’.

    Ti posso dire che diversi dei miei vicini sono professionisti e guadagnano ottimamente, ma per loro e’ relaxing lavorare nelle loro case.
    Il mio vicino piu’ prossimo e’ un pezzo grosso a UBS, fa quasi tutto lui.

    Mia mamma disprezzava il fatto che la mia donna di servizio settimanale mangiava a tavola con me…

    E’ falsa signoria…..

    Anita

  20. Anita
    Anita says:

    Shhhhh, non parliamo di WordPress, il mio post non passa….

    x Ber

    “Gli italiani sono diventati tutti signori,…”
    _______________________________________

    Sono diventati???
    Sono sempre stati, non faccio di tutta l’erba un fascio.

    Ho avuto ospiti dall’Italia, compresi i miei genitori e ricordo bene i commenti spregevoli ed anche meravigliati quando vedevano i miei vicini, uomini e donne che si pitturavano la casa, tagliavano l’erba e facevano ripari vari, io compresa.

    Mi dicevano che se si dovevano fare il lavoro da soli, voleva dire che non si potevano permettere una casa di proprieta’.

    Ti posso dire che diversi dei miei vicini sono professionisti e guadagnano ottimamente, ma per loro e’ relaxing lavorare nelle loro case.
    Il mio vicino piu’ prossimo e’ un pezzo grosso a UBS, fa quasi tutto lui.

    Mia mamma disprezzava il fatto che la mia donna di servizio settimanale mangiava a tavola con me…

    E’ falsa signoria…..

    Anita

  21. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    ho avuto i figli a pranzo , con compagni e nipotino al seguito.
    I compagni discreti, il nipotino un po’ meno!

    Non siamo gli unici, di questi tempi,a riunirci, a chiederci: che fare? Rischiare? Quanto? Ne vale la pena?
    Mio marito vorrebbe un po’ di pace, i figli invece sono combattivi, meno male.

    Tu dici : gli italiani sono sempre stati “signori”- falsa signoria!-
    Signoria retaggio medioevale- direi io.
    Vecchia, come i nostri bellissimi borghi; incapace di evolversi,
    perchè ancora imprigionata in un cerchio infernale: io voglio risalire un ceto sociale, ma solo, solo economico, come il tuo!!!
    Falsa signoria- appunto!
    E a questa falsa signoria servono soldi, tanti, tantissimi soldi per acchiappare il potere.
    Invece il tuo vicino il potere ce l’ha, per merito ritengo, e non sente il bisogno di esibirlo!
    Tu mangiavi con la tua donna di servizio perchè la rispettavi e perchè non avevi bisogno di esibire ciò che eri e sei.

    In Italia? le massonerie, i club escusivi altrimenti ti senti un reietto, i salotti di quattro vecchi potenti che tramano … più qualche escord e qualche prete!
    Questo è il potere! Senza mai capire nulla di ciò che succede veramente fuori dal salotto!
    Però fuori, il popolo, non ha uno scatto di orgoglio morale, per chiedere con forza diritti e doveri, non misurabili solo con il denaro!
    Diritti e doveri!!! Noi siamo rimasti ancora alla cotrapposizione mentale: nobili -terzo stato.

    Non abbiamo fatto nè la Rivoluzione francese, nè quella americana, nè abbiamo oltrepassato la vergogna del nazismo.
    Siamo rimasti, appunto, guelfi e ghibellini bercianti.
    E’ la nostra tragedia!
    Ti abbraccio
    Sylvi

    Ps: Ti invio una foto aggiornata del nipotino.
    ciao

  22. Uroburo
    Uroburo says:

    Come ho detto, non leggo più i messaggi di certi personaggi che non hanno mai nulla da dire se non mostrare la loro vuotezza intellettuale e conoscitiva e le loro intime contraddizioni logiche. Tuttavia il recentissimo scambio tra l’Anita e la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare mi ha incuriosito.
    Anita ci mostra uno spaccato semplice ma reale, realistico e soprattutto vissuto di una certa Ittaglia (valida anche per gli emigrati all’estero) che non si sporca le mani con qualunque tipo di attività manuale perchè la ritiene un comportamento indegno; che tratta con alterigia la domestica perché la ritiene una serva priva di essenza umana; che giudica la ricchezza solo dall’apparenza (facendo errori da ittagliano alla fiera degli Oh-bej-oh-bej, perchè è del tutto evidente che i vicini di casa dell’Anita sono persone che hanno COME MINIMO il suo stesso status sociale, che è alto). Falsa signoria, conclude lapidariamente (e giustamente, se anch’io potessi esprimere un parere personale) l’Anita.
    La risposta della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, questo gegno (incompreso) della foresta, è un condensato (Selezione del Reader’s Digest) dei più vieti luoghi comuni, oltre che, naturalmente, delle solite defaillances logiche [ ad esempio, che significa mai la frase: “io voglio risalire un ceto sociale, ma solo, solo economico, come il tuo!!!”]. Proviamo a fare un po’ di ordine in tutto questo lamentevole frignare da donnicciola.
    La nostra classe digggerente è sicuramente vecchia – almeno di origine visto che ha circa duemila anni senza particolari interruzioni – ma che NON sia incapace di evolversi lo dimostra proprio la sua ininterrotta permanenza al potere. Questa non è un’analisi politica o storica, è un’analisi logica: se dura da così tanto tempo è perché sa evolversi.
    Questa classe digerente NON deve acchiappare il potere, se mai deve conservarlo. Direi che finora c’è riuscita benissimo, anche grazie ai gegni come la nostra contessa che non si sono mai accorti della loro esistenza. Infatti chi, secondo il gegno, detiene il potere in Ittaglia? La Massoneria! Pensa te…. La Massoneria, che ha un’origine borghese e che parte da istanza democratiche, partecipa ad un potere che è saldamente in altre mani, anche se vari membri di quel potere fanno parte della Massoneria.
    Dire che il potere in Italia è quello de “le massonerie, i club escusivi altrimenti ti senti un reietto, i salotti di quattro vecchi potenti che tramano … più qualche escord (sic!) e qualche prete! Questo è il potere!”, vuol dire non avere la più pallida idea della reale articolazione del potere in Italia. Il fatto che questo potere sia nascosto non rende per questo accettabile la rinuncia a capire come si articola e come funziona, almeno se si vuole usare il cervello che abbiamo dentro alla testa. Il potere in Ittaglia ha usato stragi, mafia, polizia e magistratura per tenere saldamente in pugno il sistema. Solo il vituperato (da questa minus habens) Sessantotto ha sparigliato un po’ (sottolineo: UN PO’) le carte e solo l’ancor più vituperato (sempre da questo gegno (incompreso) della foresta] vecchio PCI ha mantenuto per alcuni decenni una reale indipendenza ed autonomia. Ma questa poverina, tutta presa dai suoi antichi livori, non vede e se vede non capisce. Mica male per una che di mestiere insegnava. Insegnava che? La grammatica e la sintassi? E il resto, la storia vera, chi la racconta ai ragazzini?
    Il popolo non ha alcuno scatto di orgoglio morale, su questo si potrebbe anche essere d’accordo. Ma come potrebbe mai averlo un popolo che non legge giornali (siamo sempre gli ultimi d’Europa) e che ha nelle TV del Banana (che, come tutti sanno, non contano nulla, tant’è che il Banana non vede l’ora di disfarsene …. ) la sua unica fonte d’informazione? Questo paese non potrebbe essere diverso da quel che è. E se è così è, naturalmente, colpa dei sindacato e dei partiti di sinistra, come il nostre gegno, per altro non da solo, ci ha spiegato a iosa.
    Capite perché siamo un paese bollito, da cui conviene solo andarsene? Un caro saluto a tutti (più o meno). U.

  23. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Diverso e´stato il popolo Ebraico.


    Che strano, ho appena scritto un post sul blog di Goldkorn, dopo di che clicco su “arruotalibera” leggo il post di Uroburo….e penso che quel post appena scritto, ci sta´qui come il cacio sui maccheroni.


    In questi giorni si festeggia il miracolo di Chanukka.
    La cosidetta legge della natura secondo cui la forza vince e si afferma ,mentre il debole soccombe e sparisce , e´nella storia dell´Ebraismo e di Chanukka capovolta. In tutta la debolezza dell´esistenza Ebraica brilla la luce di questa festa, di questo miracolo , del chiarore che come un faro aiuta non solo l´Ebreo ma tutti gli esseri umani a capire che il destino Ebraico controbatte la visione che il debole e´perduto.
    Dunque questo e´il miracolo che salva il mondo.

  24. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Rodolfo,
    io Goldkorn quasi non so neppur cosa sia: non lo leggo mai.
    Mi perdo qualcosa? U.

  25. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Per evitare malintesi, desidero aggiungere che……mentre ci sta´qualcuno che esorta la gioventu´ad emigrare, per indebolire e a lungo andare ad estinguere e distruggere il popolo e lo stato Italiano, un´altro popolo in seguito a insegnamenti e credenze , con inumani sacrifici e´riuscito a formare uno stato. Rodolfo

  26. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xUroburo
    In effetti hai ragione,se non lo leggi non ti perdi niente.
    Io pero´vado al sicuro ed ogni tanto , a tempo perso, ci do´uno sguardo.Certe volte puo´essere interessante, non sempre.
    Un saluto e buona Domenica . Rodolfo

  27. Uroburo
    Uroburo says:

    Ahhhh ecco, mi pareva.
    Caro Rodolfo,
    cinquecento anni fa anche gli spagnoli in America Latina hanno fondato un impero, con i metodi che sappiamo.
    Ed anche gli Usaegetta hanno fondato uno stato (imperiale) un secolo e mezzo fa, con metodi analoghi.
    Il povero Adolf ci ha provato anche lui ma gli è andata male: aveva sbagliato i conti.
    Adesso ci provate voi, ovviamente con metodi che rimangono sempre gli stessi, quelli della pulizia etnica.
    Io spero che il vostro tentativo, che si basa su logiche di conquista di tipo ottocentesco, fallisca, prima o poi, e che voi paghiate il fio della vostra protervia. Un protervia strutturale, visto che lei ci manda messaggi come il suo n. 175 che qui può interessare solo a lei. Ma si sa che lei l’opportunità non sa mai dove abita.
    Io penso che l’Italia sia un paese non più salvabile e che dedicarci fatica e sforzi sia inutile. Lei può benissimo pensare il contrario che il mondo è grande e ci stiamo tutti. Solo che non capisco bene cosa faccia lei in concreto, al di là delle sue affermazioni verbali. Non che la cosa mi interessi, visto il modello che lei ci propone (nientemeno che lo stato d’Israele), ma solo per curiosità.
    Tra parentesi, vorrei farle notare che con lei i malintesi sono all’ordine del giorno: regolarmene lei scrive che non abbiamo capito quello che lei voleva dire. Evidentemente lei ha una grande confusione mentale se abitualmente gli altri mal capiscono …..
    Chissà se la vera cultura ebraica è quella scritta sui libri della Cabbala o quella mostrata dagli israeliani nei Territori Occupati, ed altrove. A leggere la Bibbia sembrerebbe piuttosto la seconda, ma come diceva lei la Bibbia deve essere interpretata. Sterminare tutti gli esseri viventi di un territorio, come avete fatto per tanto tempo, era sicuramente un modo di dire. ….
    Un saluto, e … ci risparmi certe frasi: sulla sua bocca hanno un significato sinistro. U.

  28. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

    I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore.

    Costituzione della Repubblica italiana, articolo 54

  29. sylvi
    sylvi says:

    Senta signor Uroburo,

    o vengo dalla foresta o vengo dal mare!!!???
    Non mi sento nè gegno, nè genio, come lei!
    A proposito di logica, si metta d’accordo con se stesso!
    Fare sintesi in poche righe e farsi capire per chi ha voglia di capire…penso di averlo fatto.
    Se lei continua con i suoi rosari d’insulti…pazienza…per me presto è Natale!!! Le porgo tutte le guance che ho!!!

    Per parlare con cognizione di causa di Selezione del Reader’s Digest’s, o di Bignami in generale deve averli frequentati assiduamente…non mi scandalizza, per carità.
    Però uno psichiatra praticante si chiederebbe come mai lei proclama in continuazione di volersene andare da questo Paese sventurato e contemporaneamente inveisce contro le piaghe italiane, senza fare mai, dico mai, una prognosi che non sia il ritorno della Resistenza e del ’68, che avrebbero dovuto essere analizzati,depurati dalle scorie e quindi immessi nella nostra storia come paletti per continuare.
    Cos’è, un odio amore il suo????

    Anche avessi insegnato solo grammatica e sintassi avrei già fatto opera meritoria, più di lei che bercia alla luna, o fa il tronista che sculetta perchè tutti possano ammirarla!!!
    Io posso dire fregnacce, ma mi sporco le mani, e se occorre anche i piedi…lei fa il censore da quattro soldi e prepara le valigie in continuazione senza sapere quale treno prendere!

    Beh, forse non ho proprio porto tutte le guance!

    Ps: Vede? Mi dà della contessa vattelapesca.
    Ho ragione! Lei è rimasto ai nobili e al terzo stato! Io mi sento cittadina!!!

    cittadina Sylvi

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xUroburo
    Un protervia strutturale, visto che lei ci manda messaggi come il suo n. 175 che qui può interessare solo a lei……….


    Invece no, ha molto a che fare proprio con il suo post precedente, solo che lei si rifiuta “per protervia strutturale” non ha capire il significato, perche´so´che lo capisce benissimo, ma a rifiutarlo.E´lecito!

  31. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    «Un fronte anti Berlusconi»

    Bersani approva: «Parole importanti»

    Casini lancia il guanto di sfida a Berlusconi: un fronte unico anti premier in difesa della democrazia, in caso di elezioni anticipate.

    Pier Ferdinando Casini lancia il guanto di sfida a Silvio Berlusconi: se il premier scegliesse di andare al voto anticipato, potrebbe trovarsi davanti uno schieramento unico dell’opposizione in difesa della democrazia.

    «Se Berlusconi pensa di trasformare la democrazia italiana in una una monarchia, attaccando Napolitano e la Consulta, avrà risposte dure, nette, univoche e ci saranno sorprese», ha detto il leader dell’Udc a margine dell’assemblea del Movimento cristiano dei lavoratori, in corso a Roma.

  32. Ecco cosa ha scritto Scalfari nel link indicato da Uroburo (però la RIPRODUZIONE è RISERVATA, perciò Nicotri potrebbe avere qualche noia)
    Ecco cosa ha scritto Scalfari nel link indicato da Uroburo (però la RIPRODUZIONE è RISERVATA, perciò Nicotri potrebbe avere qualche noia) says:

    La grande anomalia
    nell’Italia del cavaliere
    di EUGENIO SCALFARI

    C’È un’anomalia al vertice istituzionale dello Stato. L’abbiamo scritto varie volte ed Ezio Mauro l’ha di nuovo precisato con chiarezza subito dopo il discorso di Silvio Berlusconi all’assemblea del Partito popolare europeo a Bonn. L’anomalia sta nel fatto che il presidente del Consiglio e capo del potere esecutivo disconosce l’autonomia del potere giudiziario; disconosce la legittimità degli organi di garanzia a cominciare dal Capo dello Stato e dalla Corte costituzionale e ritiene che il premier, votato dal popolo, detenga un potere sovraordinato rispetto a tutti gli altri.
    [SEGUE cliccando sul titolo di questo commento]

  33. x Rodolfo e Uroburo
    x Rodolfo e Uroburo says:

    Strano discorso quello di Rodolfo contro chi raccomanda al figlio di emigrare. L’intera cosiddetta Diaspora ebraica non è forse composta da emigrati?
    Prima di aprire la bocca ci si dovrebbe assicurare che il cervello è inserito. Non tutti sono gonzi che si bevono certe panzane. E riguardo i “miracoli”, se cristiani, ebrei, musulmani e simpaticoni di questo genere ci gonfiassero meno i testicoli farebbero una cortesia al mondo intero.
    Il blog di Goldkorn è il ricettacolo degli insulti e delle calunnie contro Nicotri, riprese in questi giorni dopo qualche settimana di pausa. Non pensavo che L’Espresso e i suoi giornalisti potessero cadere così in basso fino a permettere sconci di questo genere, che ormai durano da quasi due anni. Il fiele e l’invidia contro Nicotri e il far loro da megafono sono robbaccia degna della peggiore gentaglia.
    Shalom

  34. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ecco cosa ha scritto Scalfari nel link indicato da Uroburo (però la RIPRODUZIONE è RISERVATA, perciò Nicotri potrebbe avere qualche noia)

    x185
    Ed allora perche´cercare di dare qualche noia a Nicotri, quando tutti noi ,penso, siamo in grado di cliccare su Repubblica e leggerlo.
    Ma vai……va´, passi lunghi e ben distesi.

  35. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Come giustamente ha fatto notare Rodolfo, per leggere l’intero ottimo pezzo di Scalfari basta cliccare sul link. Non ho avuto tempo di chiedere a Ezio Mauro se possiamo pubblicare nel blog quell’articolo, e non potrebbe dirmi di sì 8o no) prima di domani o dopodomani.
    Ho pertanto provveduto a cancellare l’articolo, eccetto le prime righe, e ho aggiunto l’indicazione per leggerne l’intera lettura. Così nessuno ci perde niente, spero neppure io.
    Ne approfitto per consigliarvi la lettura di altri due pezzi davvero magistrali. Uno è quello del mio amico Mario Pirani, ahimé perso di vista da decenni, l’altro è di D’Avanzo. Il primo lo pubblico qui in basso, l’altro nel commento successivo a questo. Nessuno dei due reca la scritta “Riproduzione riservata”, e ciò mi porta a dedurne che il divieto di riproduzione cada quando i pezzi vengono messi in rete, cosa che mi pare avvenga per gli articoli più importanti dopo pochi giorni dalla stampa sull’edizione cartacea.
    Sono articoli quanto mai chiari, esplicativi, misurati e utili. Buona lettura, quindi. E buona domenica.
    pino nicotri
    —————————
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/25/il-senso-perduto-della-verita.html

    IL SENSO PERDUTO DELLA VERITÀ
    Repubblica — 25 novembre 2009 pagina 148 sezione: PRIMA PAGINA
    DUNQUE Berlusconi ha fatto sapere che è intenzionato a «dire tutto» in Tv, magari a reti unificate, per dimostrare che «è in corso una persecuzione giudiziaria». Si potrebbe osservare che da parecchi anni avrebbe dovuto «dire tutto», e dirlo davanti ai giudici, come sono tenutia fare tutti i cittadini, innocenti o colpevoli quando sono coinvolti in affari di giustizia. Se volesse, ma purtroppo non nutriamo fiducia, entrare davvero nell’ ampio contenzioso che lo contrappone non tanto alla magistratura ma alla Legge, farebbe bene a ripassare l’ esaustivo dossier compilato in proposito da Giuseppe D’ Avanzo ( Repubblica del 18, 20 e 23 us). Il nostro cronista ha squadernato di fronte ai lettori, come reperti di anatomia patologica, il numero dei processi in cui è stato implicato il presidente del Consiglio: 16 e non 106, come l’ interessato abitualmente affabula, il loro svolgimento preciso e la loro conclusione, laddove vi è stata. Alla fine ha suggellato l’ inchiesta con una “moralità”, tratta da Shakespeare, allorquando in “Misura per misura” il potente Lord vicario, rivolto alla donna che lo accusa, esclama, sicuro di sé: «La mia menzogna avrà più peso della tua verità!». Citazione che mi ha convinto solo in parte. Non vi è dubbio, infatti, che il potere abbia contato nei secoli quasi sempre più della verità, tanto che i rari casi di trionfo della giustizia sono stati portati ad esempio per i posteri, come quando Renzo e Lucia riuscirono infine a sposarsi. E pur tuttavia, nella annosa vicenda giudiziaria che inquina l’ Italia, c’ è qualcosa d’ altro che si sovrappone alla eterna prevaricazione del forte sul debole. La vergogna italianaè più specifica e attuale. Appartiene alla storia recente e senza di essa non si spiega. Si può definire come un generalizzato stravolgimento del senso delle cose, con un agglutinarsi degli opposti, non più distinguibili: il bene e il male, il delitto e l’ innocenza, la volgarità e lo stile, e soprattutto, ciò che nella coscienza comune, non solo nel codice, fino a tempi recenti, era vietato e ciò che non lo era. Il riscontro fattuale di questo fenomeno abbastanza unico, almeno nelle democrazie liberali, emerge nella cosiddetta persecuzione giudiziaria di Berlusconi. Quel che più colpisce è che nei dibattiti televisivi, nelle proposte di buona volontà di chi vorrebbe liberarsi del ricorrente impiccio, togliendolo in qualche modo dall’ agenda, in quanti, avendo smarrito ogni logica ispirata alle costituzioni occidentali, blaterano di intangibilità dell’ eletto di fronte alla chiamata in giudizio per reati di diritto penale, verificatisi nell’ attività privata e non politica degli inquisiti, ebbene in tutta questa casistica ciò che ricorre non è la proclamazione dell’ innocenza del reo, ma la denuncia della prevaricazione dei giudici. Così, non solo per i sodali di stretta osservanza del Cavaliere, ma per i tanti che, pro bono pacis, cercano scappatoie parlamentari ed anche per milioni di elettori che hanno assimilato all’ agire pubblico, l’ ideologia del tifoso, per cui i propri campioni hanno sempre ragione e vanno sostenuti anche quando segnano un gol con le mani o rubano la partita, avendo corrotto l’ arbitro, ebbene per tutti costoro che Berlusconi sia colpevole o innocente sembra non contare più nulla. Del resto Berlusconi stesso non dice mai: «Io sono innocente e lo dimostrerò davanti al giudice!». Il problema centrale non se lo pone neppure. Semplicemente esige di essere sottratto da ogni e qualsivoglia giudizio. Ha portato in Parlamento i suoi legali perché gli cucinino provvedimenti ad hoc e, quando siè reso conto che neanche questo basta, fa escogitare altre sanatorie. Sarebbe stato più semplice votare all’ inizio della Legislatura una legge di poche righe: «Tutti i reati di qualunque tipo, anche ricadenti sotto il profilo del diritto penale, eventualmente commessi prima, durante e (già che ci siamo, ndr) dopo l’ esercizio del suo mandato politico dal presidente del Consiglio non sono soggetti ad azione giurisdizionale né possono essere perseguiti in alcun modo». Cosa è giusto e cosa è ingiusto? Chi è innocente e chi colpevole? Se non siamo più capaci di rispondere a questi elementari interrogativi, tutto il restoè vaniloquio. Certo, tutto questoè cominciato prima di Berlusconi, prima ancora che scoppiasse Tangentopoli. Quando la democrazia italiana era bloccata dalla guerra fredda e pagava il costo di una indispensabile e salvifico compromesso, perché il Paese non scivolasse verso lo scontro interno sanguinoso e neppure finisse in un regime autoritario di destra, i costi crescenti del funzionamento della macchina politica furono concordemente ripartiti. Gli uni percepivano una specie di Iva illegale su tutti gli affari, in specie quelli pubblici, tradotta in tangenti suddivise in quote di partito; gli altri si alimentavano attraverso i finanziamenti provenienti dall’ Urss e con un aggio sull’ attività delle cooperative. Gli uomini attraverso cui, a diversi livelli, transitavano i soldi, erano sovente disinteressati e non trattenevano un centesimo per se stessi. Altri non lo erano e lucravano anche personalmente. Cominciò lì a confondersi il concetto di onestà. Al centro e a sinistra il finanziamento illegale non si connotava come immorale. Nell’ opinione pubblica prevalse l’ idea che erano «tutti ladri», ma anche che il furto era una necessità insita nella politica. Quando crollò il Muro di Berlino andarono ad esaurimento i finanziamenti a sinistra mentre maturava nella stragrande maggioranza di chi sborsava quell’ Iva aggiuntiva, dell’ inutilità del pedaggio, una volta dissolta la minaccia comunista. I partiti crollarono su se stessi e Tangentopoli si affermò come una grande operazione di pulizia. Riempiendo un vuoto i magistrati a volte andarono al di là del limite che avrebbero dovuto auto imporsi. Tutti, però, plaudirono, soprattutto a destra ma anche fra gli ex comunisti che si illudevano di averla scampata. Le macerie del cattolicesimo democratico lombardo veneto fecero da concime alla Lega. In tutto il resto d’ Italia si affermò in breve tempo l’ unico che avesse ancora i soldi, Silvio Berlusconi. Armato dell’ arma assoluta delle Tv è assai più forte, convincente, pervasivo degli agit-prop comunisti di un tempo e delle «madonne pellegrine» che li fronteggiavano. Tantissimi italiani si sono convertiti al suo verbo. Così avviene che non ci sia ribellione etica nei confronti di un capo del governo gravato da un’ accusa gravissima, già ampiamente provata, quella di corruzione giudiziaria. Sancita non dai cosiddetti «procuratori rossi» ma dalla Corte di Cassazione che nel luglio del 2007 ha confermato la condanna di Previti (il Cav. voleva nominarlo Guardasigilli!) e degli altri imputati nel processo Mondadori per il seguente reato: «A norma del 110, 319 ter e 321 del codice penale perché Berlusconi Silvio, Previti Cesare, Acampora Giovanni, Pacifico Attilio in concorso tra loro… promettevano e versavano somme di denaro a Metta Vittorio, magistrato della Corte d’ Appello di Roma, affinché questi violasse i propri doveri di imparzialità… allo scopo di favorire la famiglia Mondadori/Formenton – e in conseguenza Silvio Berlusconi – nel giudizio che la vedeva opposta dinanzi alla Corte di Appello civile di Roma alla Cir dell’ ing. Carlo De Benedetti». Nella stessa sentenza si confermava di non doversi procedere verso Silvio Berlusconi per intervenuta prescrizione, in quanto colpevole al momento dei fatti di corruzione semplice, non aggravata dalla corruzione in atti giudiziari, entrata in vigore poco dopo, nel 1992. Quale uomo politico del mondo libero, a cominciare dal Presidente degli Stati Uniti, gravato da una similee comprovata accusa, sarebbe tollerato alla testa del governo, al di là di quanti voti abbia ottenuto? – MARIO PIRANI

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/23/per-il-cavaliere-18-salvacondotti-in-quindici.html

    Per il Cavaliere 18 salvacondotti in quindici anni
    Repubblica — 23 novembre 2009 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA
    ANCHE William Shakespeare può essere utile per comprendere come Berlusconi si difende da quell’ umana, precaria “verità” che la magistratura ha il dovere di ordinare. In Misura per misura – «commedia oscura» che racconta di giustizia, potere, autorità, morale, dignità umana – il Lord vicario Angelo incontra Isabella che lo implora di salvare suo fratello dalla pena di morte (scena IV, II atto). Il Lord: «Egli non morrà, Isabella, se voi mi darete amore». Isabella: «Io ti denunzierò Angelo, bada! Firma subito il perdono di mio fratello, o ch’ io proclamerò a voce spiegata, davanti a tutti, che specie di uomo sei». Il Lord: «E chi vuoi che ti creda, Isabella? Il mio nome (…) e il posto che occupo nello Stato avranno un peso maggiore di quello della tua accusa. Tutto quello che dirai avrà il sapore di calunnia (…) Di’ pure in giro tutto quello che credi. La mia menzogna avrà più peso della tua verità». SEGUE L’ inchiesta Diciotto leggi ad personam per sottrarsi alla giustizia e salvare i propri affari Così Berlusconi si è garantito l’ impunità IL MODO con cui Silvio Berlusconi si difende dalla magistratura è in quelle poche parole: «La mia menzogna avrà più peso». Per dirla con una formula di Massimo Nobili ( L’ immoralità necessaria, il Mulino), è «la forza del potere contro la verità». Questo è il paradigma che da sempre il capo del governo oppone alla giustizia. Se si vuole averne un’ idea concreta, è interessante riportare alla luce il frammento di una storia del 1994. In quell’ estate, le cose vanno così: Berlusconi ha vinto le sue prime elezioni, è sistemato a Palazzo Chigi. In un altro angolo d’ Italia, a Sciacca (Agrigento), i carabinieri friggono nel caldo d’ agosto dietro le tracce lasciate da Salvatore Di Ganci, mafioso di alto grado. Il mafioso se l’ è svignata sotto il loro naso. In meno di un’ ora, ha abbandonato la sua scrivania di direttore della Cassa Centrale di Risparmio per farsi latitante ed evitare l’ arresto. Adesso i carabinieri lo cercano e confidano che i suoi amici al telefono, 3. Inchiesta prima o poi, possano dare una mano con una parola imprudente. Hanno linee telefoniche sotto controllo. Tra gli altri, anche il numero di Massimo Maria Berruti. Bel tipo, questo Berruti, ormai da tre legislature parlamentare della Repubblica (Forza Italia, PdL). Nel 1978, da capitano della Guardia di Finanza, controlla la Edilnord (azienda del Gruppo Fininvest, all’ epoca Edilnord S.a.s. di Umberto Previti & C.). Interroga Silvio Berlusconi. Che, con faccia di cuoio, gli dice di ignorare chi fossero i soci della società: «Io sono un semplice consulente». Berruti beve la frottola. Chiude il controllo. Poco dopo, lascia il Corpo e, come avvocato, prende a curare gli interessi di alcune società della Fininvest. In quell’ estate del 1994, Berruti è attivissimo come il suo telefono. L’ uomo ha un problema: sa che i pubblici ministeri di Milano ronzano intorno ai militari del Nucleo tributario della Guardia di Finanza che, nel 1991, si sono messi in tasca 130 milioni di lire per chiudere gli occhi in una verifica fiscale alla Mondadori. L’ 8 giugno Berruti incontra, a Palazzo Chigi, Berlusconi e, nelle settimane successive, cerca un “contatto” con l’ ufficiale corrotto per dirgli di tenere la bocca chiusa sulla Mondadori, se dovesse essere interrogato dai pubblici ministeri. La manovra non sfugge alla procura. Arresta il mediatore (un sottufficiale della Guardia di Finanza). Che racconta delle pressioni. Berruti sente che per lui le ore sono contate. Sarà interrogato, forse arrestato. Ora è il 10 agosto 1994, sono le 10,29, e i carabinieri di Sciacca intercettano la conversazione di Berruti con Berlusconi. Il documento fonico, raccolto nell’ indagine del mafioso Di Ganci, non potrà per legge essere utilizzato in un altro procedimento. Tuttavia, ancora oggi, quel colloquio tra Berrutie il suo Capo rivelae custodisce l’ intero catalogo degli argomenti che, in quindici anni, Berlusconi utilizzerà per difendersi dal suo passato, convinto che la menzogna del potere abbia, debba avere più peso della “verità”. Per lui, convincere non è altro che ingannare, null’ altro. Dunque, esordisce Berruti (chiama da casa, sa o presume di essere ascoltato): «Sono Massimo, presidente… pubblici ministeri& Mi vogliono parlare. Sembra che qualcuno abbia detto che io sono andato a chiedere a qualcuno di non parlare delle cose Fininvest». Tocca a Berlusconi spiegare che cosa l’ uomo deve fare e dire ai pubblici ministeri: «Vabbé, lei dice, ma voi siete pazzi… Dice, io non ho niente da nascondere. Voi fate una cosa di questo genere su un cittadino della Repubblica, voi pigliate… e lei si mette a urlare: voi siete dei pazzi, delle belve feroci, lei non può mettermi in galera, questoè sequestro di persona, eccetera… Dell’ uomo che l’ accusa, dirà&: pezzo di rincoglionito che capisce lucciole per lanterne… Poi faccia dichiarazioni ai giornalisti: non se ne può più di questi matti. Faccia dichiarazioni prima di entrare dentro. Dica& Con tutto questo non si fa altro che andare contro l’ interesse del Paese, perché il Paese ha bisogno di lavorare in fiducia, in tranquillità, bisogna ricostruirlo!.. Questi magistrati… sono dei nemici pubblici». Se si sbrogliano queste frasi – le più sinceramente bugiarde che Berlusconi abbia mai detto – si ritrova, denudato, il nucleo più autentico delle ragioni che l’ Egoarca oppone a una magistratura che si ritrova tra le mani le concrete evidenze di un sistema economico costruito grazie alla corruzione e la frode. Berlusconi non accetta di discutere le abitudini della sua bottega né di dimostrare che il dubbio dei pubblici ministeri sia infondato, un indizio senza certezza, un documento – in apparenza, opaco – a doppia lettura. Rifiuta alla radice la legittimità di chiedergli conto del suo comportamento. Non riconosce alcuna fondatezza e costituzionalità al lavoro della magistratura (accertare che cosa è accaduto, per responsabilità di chi). E’ l’ unica via di fuga che può liberarlo da contestazioni che non può affrontare. Quegli uomini in toga sono dei «pazzi». Prima di sapere che cosa sanno o hanno raccolto o vogliono chiedere, bisogna subito urlargli contro; gridare allo scandalo, alla violenza; denunciarli come eversori che distruggono la «fiducia del Paese». Sono «nemici pubblici» che bisogna allontanare e annichilire. Pur di non rispondere di ciò cheè stato, il capo del governo è disposto anche a sopportare il peggiore dei sospetti. Ancora oggi, nella ricerca di impunità, Berlusconi si muove lungo la via che, quindici anni fa, indica a Massimo Maria Berruti. Si tiene lontano dalle aule. Arringa al «pubblico» la sua innocenza e le cattive intenzioni di quei «matti» in toga nera. Invoca il maglio dell’ informazione (che controlla) per intimidirli, umiliarli, screditarli e la manipolazione dei media (che influenza) per distruggere il passato, oscurare con la menzogna i fatti, lasciar deperire – nell’ opinione pubblica – la memoria. E’ «la forza del potere contro la verità», come dirlo meglio? Berlusconi rivendica il suo potere per eliminare ogni accusa, ogni prova, ogni testimonianza e, insieme, degradare a funzione sottordinata ogni altro potere dello Stato che possa obbligarlo a fare i conti con la «verità». La manovra è addirittura trasparente. «Se Silvionon fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi di Mediaset oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’ accusa di mafia», confessa Fedele Confalonieri ( Repubblica, 25 giugno 2000). Berlusconi, quell’ arma impropria del potere politico, l’ ha agitata senza risparmio. Delle diciotto leggi ad personam che si è scritto, otto proteggono e rafforzano i suoi affari, dieci lo tutelano dalla legge. Si è riscritto le regole del processo (i tempi della prescrizione), dei codici, della procedura (il divieto di appello del pubblico ministero per le sentenze di proscioglimento). Ha legiferato per abolire reati (il falso in bilancio), rimuoverei giudici (legittimo sospetto), annullare fonti di prova (le rogatorie). Infine, per rendersi immune (le leggi “Schifani” e “Alfano”). All’ inizio, ha travestito il suo conflitto di interessi con pose umili: «Il presidente del Consiglio, che è un primus inter pares e coordina l’ attività degli altri ministri, ha l’ obbligo morale di astenersi quando sono sul tappeto decisioni che potrebbero riguardare anchei suoi interessi»( Corriere, 20 settembre 2000). Oggi, dopo la bocciatura della “legge Alfano”, anche questa maschera è caduta e il capo del governo rivendica di essere « primus super pares ». Se ne deve dedurre che «la legge è uguale per tutti, ma non sempre lo è la sua applicazione», in particolar modo per il capo del governo, «investito del suo ruolo dalla sovranità popolare» (Nicolò Ghedini alla Corte Costituzionale, 6 ottobre 2009). E’ la pretesa di un’ indivisibilità della sovranità che eclissa ogni divisione dei poteri istituzionali. Non c’ è nulla di nuovo sotto il sole perché è «un’ esperienza eterna» che chi ha il potere, se non trova un limite, ne abuserà. Come il Lord vicario di Shakespeare, 1604. Stupefacente è che questo avvenga nel 2009, nell’ Occidente liberale, in Italia. Dove con la leggenda di un «accanimento giudiziario» (16 processi non 106, come dice il capo del governo), anche soi disantes liberali possono sostenere che il rispetto delle regole sia più nefasto della loro violazione o, in alternativa, che per salvare la Repubblica bisogna immunizzare un solo cittadino del Paese. Con l’ esito – è questo che ci attende, se Berlusconi la spunterà – di depenalizzare addirittura il reato di corruzione in una scena pubblica dove è abolita ogni distinzione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario con la creazione di uno “stato d’ eccezione” che annulla e contraddice ogni aspetto normativo del diritto, anche quello fondamentale di essere eguali davanti alla legge. E’ un paradigma di governo che invoca, in nome della sovranità, «pieni poteri» ( plein pouvoirs ). Come se potessimo trascurare, anche soltanto per un attimo, che l’ esercizio sistematico dell’ eccezione conduce necessariamente alla liquidazione della democrazia. (Le prime due puntate sono state pubblicate il 18 e il 20 novembre) – GIUSEPPE D’ AVANZO

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho ricevuto nella posta un messaggio che mi avvisa di un mio intervento sul blog di Federica Bianchi.
    C’è la possibilità che possa trattarsi di un autentico Marco Tempesta che non sono io ma un semplice omonimo. Confermo e riaffermo che non intervengo MAI su blog differenti da questo, per cui qualsiasi messaggio troviate a mio nome su altri blog, NON E’ ROBA MIA.
    Scrivo su questo blog perchè lo considero una congrega di amici, non certo per esibirmi, anche perchè per esibirmi ho comunque il mio giornale sul quale continuo a scrivere .

  38. Linosse
    Linosse says:

    Buongiorno a tutti(si fa per dire)
    Diffondo le ultime probabili parole di uno dei sette capodogli spiaggiati in Puglia che si sono lasciati morire,evitando il rischio di morire “a puntate” per l’intervento delle strutture sanitarie.
    ********
    Provate voi,critici della nostra ultima volontà ,a girare a vuoto in questo mediterraneo inquinato,tossico,puzzolente e negli ultimi tempi radioattivo e TANTO!.
    Ci abbiamo provato a lungo ma alla fine dove andare senza essere assillati da suoni,ultrasuoni,fragori dei vostri stramaledettissimi “sistemi di informazione” (de che?)?
    Cosa mangiare oltre le putride e tossiche sostanze che ci avete lasciato?
    Che acqua(se si può chiamare acqua l’attuale mistura chimica in cui vivevamo)filtrare per sopravivere?
    Non torturate troppo le vostre ,inutilmente , già tormentate sinapsi per capire la ragione della nostra fine,se continuate così lo saprete in prima persona senza interpreti di spiegazioni inutili di cose che,anche se sotto i vostri occhi quotidianamente,non vedete e/o non volete vedere!
    L.

  39. Se avessero vinto gli ellenisti anziché i tetri israeliti ci saremmo risparmiati la tragedia del sinedrio e del cristianesimo, oltre che le cazzate di Di Segni&C
    Se avessero vinto gli ellenisti anziché i tetri israeliti ci saremmo risparmiati la tragedia del sinedrio e del cristianesimo, oltre che le cazzate di Di Segni&C says:

    La festa di Chanukkà ricorda la fine del conflitto che, nella terra d’Israele di circa 22 secoli fa, vide gli ebrei opposti ai greci, o meglio agli ellenisti e al loro re Antioco Epifane di Siria. Gli ebrei, se pur male armati e in minor numero, ebbero la meglio. Guidati dai fratelli Maccabei, essi ripresero possesso di Gerusalemme e inaugurarono nuovamente il Santuario che i greci avevano profanato con i loro idoli e le loro statue. Chanukkà, letteralmente, significa, appunto, “inaugurazione”.

    Chanukkà è la storia quindi dell’antica vittoriosa difesa degli ebrei dall’ellenizzazione forzata, è la storia di una lotta per poter tornare alle proprie leggi e alle proprie usanze. Non è tanto quindi una lotta a sfondo nazionale, quanto religioso; non è l’indipendenza politica che gli ebrei cercavano, quanto piuttosto la libertà di osservare le proprie tradizioni, la libertà di essere ebrei.

    La tradizione talmudica racconta che quando gli ebrei entrarono nel Santuario di Gerusalemme per purificarlo e per riaccendere il candelabro a 7 braccia, trovarono solo una piccola ampolla di olio puro, sufficiente per l’accensione dei lumi per un solo giorno. Per miracolo, dice il Talmud, quell’olio durò invece per 8 giorni, giusto il tempo necessario per produrre nuovo olio puro. In ricordo di quel miracolo, i Saggi del Talmud istituirono una festa di lode e di ringraziamento al Signore che dura appunto 8 giorni: la prima sera si accende un lume, la seconda due lumi e così via. L’ottava sera si accendono 8 lumi. L’uso è di accendere i lumi al primo calare della sera, quando c’è ancora gente per strada, fuori della porta o vicino alla finestra che si affaccia sulla strada: lo scopo è di rendere pubblico il miracolo che avvenne a quel tempo, di manifestare a tutti che gli ebrei riacquistarono miracolosamente la loro libertà e indipendenza culturale.

    Questa esigenza di comunicare a quanta più gente possibile la storia del miracolo è il motivo per cui, da qualche anno, si usa accendere un candelabro pubblicamente, nelle piazze principali delle città, in Italia e nel mondo. A Roma, per esempio, si accendono i lumi alla presenza delle autorità cittadine a Piazza Barberini. Ma l’accensione pubblica, in piazza, è un fenomeno recente: è vero che il Talmud specifica che i lumi vanno accesi sulla soglia della porta, quindi pubblicamente, ma aggiunge anche che in tempo di pericolo, quando è meglio non essere riconosciuti come ebrei, o quando le persecuzioni impediscono di osservare le tradizioni ebraiche, in quel caso i lumi vanno accesi dentro casa.

    Rabbì Yehudà Loew (il famoso Maharal di Praga del XVI secolo, colui che la tradizione popolare vuole abbia creato il Golem) si chiede come mai sia lecito accendere i lumi dentro casa, quando c’è pericolo: se lo scopo dell’accensione dei lumi è di pubblicizzare il miracolo, dice il Maharal, non ha senso farlo dentro casa, di nascosto. Tanto varrebbe annullare, almeno temporaneamente, la norma. Si risponde che l’accensione dei lumi ha sì lo scopo di manifestare a tutti la riconquistata libertà di quei tempi antichi, ma ha anche il fine di riaccendere la speranza che alberga nel cuore di ogni ebreo. E quindi, anche e tanto più nel momento del pericolo, quando si è costretti a stare chiusi in casa e a farsi vedere il meno possibile, è bene accendere i lumi e ridare la fiducia alle singole persone: i tempi duri cesseranno, prima o poi, e il lungo esilio avrà fine. Nell’oscurità delle persecuzioni, le fiammelle di Chanukkà hanno sempre rappresentato una fonte di speranza e di ottimismo. Non è senza significato che anche nei campi di concentramento nazisti gli ebrei, in alcuni casi, riuscirono ad accendevano delle chanukkiot di fortuna.

    Abbiamo detto prima che l’olio trovato nel Santuario bastava per accendere i lumi un giorno solo, e miracolosamente durò invece 8 giorni: la festa durerebbe 8 giorni per questo motivo. Tuttavia, il miracolo vero e proprio durò 7 giorni, perché per il primo giorno l’olio era sufficiente. Quindi la festa dovrebbe durare 7 giorni, non 8. Come mai, quindi, i maestri del Talmud fissarono la durata della festa in 8 giorni? Questa è la domanda che si pose Rabbì Yosef Caro, che all’età di 3 anni circa fu cacciato dalla Spagna insieme alla sua famiglia nel 1492, giungendo dopo varie peregrinazioni a Zefat, nella terra d’Israele, dove scrisse lo Shulchan Arukh, l’ultima grande opera di normativa ebraica. Alla domanda di Rabbì Yosef Caro sono state date decine di risposte, alcune da lui stesso, altre dai maestri delle generazioni successive.

    Rav Caro risponde che ogni sera i sacerdoti versavano nel candelabro un ottavo della quantità di olio richiesta, e questa quantità ridotta durava invece un giorno intero: quindi già dal primo giorno avvenne il miracolo. Oppure che dopo aver versato, la prima sera, tutto l’olio dall’ampolla, trovarono questa ancora piena. O anche che al mattino, nonostante la fiamma avesse bruciato tutta la notte, le tazze del candelabro erano ancora piene d’olio. Anche in questi casi, dunque, il miracolo avvenne già dal primo giorno, ed è quindi giusto osservare una festa di 8 giorni totali.

    Una risposta totalmente differente è stata data nella nostra generazione da Rav Yosef Soloveitchik, che è stato il Rav, il Maestro per eccellenza dell’ebraismo americano (e non solo di quello), nella seconda metà di questo secolo. Rav Soloveitchik dice che il vero miracolo che avvenne in quel primo giorno fu che gli ebrei che entrarono nel Santuario ebbero fiducia che, nonostante tutto, nonostante l’immane profanazione del Tempio, avrebbero ancora potuto trovare un po’ d’olio, e che quell’olio sarebbe stato sufficiente. Questo è il vero miracolo ed è il miracolo della sopravvivenza ebraica: l’andare contro tutte le probabilità di riuscita per osservare la Legge e la tradizione, il rimanere legati alla propria cultura e al proprio popolo, e l’essere sicuri di avere successo.

    David Gianfranco Di Segni

  40. Anita
    Anita says:

    x Uroburo #180

    Quote:
    Ed anche gli Usaegetta hanno fondato uno stato (imperiale) un secolo e mezzo fa, con metodi analoghi.
    Il povero Adolf ci ha provato anche lui ma gli è andata male: aveva sbagliato i conti.
    _________________________________________________

    Stranamente America deriva dal nome dell’esploratore fiorentino Amerigo Vespucci.

    La federazione e’ stata fondata da tredici colonie del Regno Unito situate lungo la costa atlantica.

    Il 4 luglio 1776, con la Dichiarazione di indipendenza, hanno proclamato la loro indipendenza dalla Gran Bretagna.
    ~~~~~~~

    Percio’ quando lei paragona la colonizzazione degli Stati Uniti al povero Hitler, si deve riferire agli EUROPEI.

    Saluti dagli Stati Uniti d’America
    Anita

  41. ber
    ber says:

    Cari amici,
    io non ho niente da aggiungere a quanto detto da Pino,Uro,Syilvi
    CC,…Pasquino con i suoi versi e Faust,….tutti hanno capito che le
    cose così non possono continuare e tutti noi,…gente in “buonafede” ci arrovelliamo,nel ns piccolo,per trovare una soluzione decente.

    MAH..!..,
    come ha fatto l’Italia ad arrivare così in basso?

    …se,dopo trenta anni, non sappiamo ancora chi ha messo il tritolo nella banca dell’agricoltura e ammazzato centinaia di persone alla stazione di Bologna,…etc,…etc,…

    Cioe’ se i ns politici e istituzioni ci hanno portato,…con stragismi e ruberie varie, alla”dittatura delle banane”,… e ,oggi,con raccolta di firme si cerca di salvare un governo mafioso,…che sta portando il paese nel baratro,…vuol dire che il ns sistema sociale e’ marcio fino al midollo e ci ha dato,naturalmnte, la “metastasi Berlusconi”

    Adesso vengono fuori i soloni ex DC,…Casini & C.
    …i Rutelli santinbanchi,…
    …che propongono accoppiate varie e ricette fasulle,…
    tanto il popolo credulone,… ci votera’…

    Dopo tante fregature date al popolo,…sono credibili questi personaggi?

    Se la rivoluzione deve essere fatta,…deve essere fatta “SUL SERIO”,…il popolo,tramite INTERNET,proporrà i suoi candidati,
    GENTE ONESTA E PREPARATA ,…e li votera’ a marzo,in occasione delle regionali.

    Questa e’ la mia utopia,…meditateci sopra.
    Un caro saluto a tutti,Ber

  42. Uroburo
    Uroburo says:

    Mia pregevole signora,
    i geni (o talvolta i genietti) della foresta sono, nella mitologia, abitanti delle zone boschive. I geni, intesi come intelletti superiori, abitano dovunque pur con una spiccatissima concentrazione nel Friuli, almeno a sentire una suo certa rappresentante. I gegni invece sono particolarmente diffusi in questo povero paese ed hanno l’italica abitudine di discettare su tutto con opinioni basate sul nulla o su luoghi comuni che fanno venire il latte alle ginocchia. Penso di averne adeguatamente illustrato un esempio stamani. Le sue origini mi sono del tutto sconosciute quindi non intendo metterci assolutamente il naso: facci lei, signora.
    Il suo testo è a disposizione di chiunque voglia leggerlo: è il numero 173 di questa puntata del blog. Io mi sono limitato a commentarne alcuni passi, come credo facciano tutti.
    Io conosco Selezione, il Bignami ed anche alcune altre opere. Però la sua difesa (“Per parlare con cognizione di causa di Selezione del Reader’s Digest’s, o di Bignami in generale deve averli frequentati assiduamente) è veramente povera: si dovrebbe avere un tantino di originalità anche nelle battute sarcastiche: lei prende paro paro le mie e ne cambia il bersaglio. Sembra di vedere un bambino che non sa che altro dire.
    Io non ho mai detto di volermene andare da questo paese, cosa che presenterebbe svariati problemi di ordine pratico, ho detto solo di essere d’accordo con Celli nell’affermare che per i giovani (quelli che valgono qualcosa intendo, gli altri qui ci stanno da Dio) sarebbe meglio andarsene da questa società tossica e perversa. La mia prognosi, in verità, è stata fatta da tempo, anche pubblicamente qui nel blog ed è una prognosi infausta: questo paese è del tutto bollito che non ce la farà. Evidentemente lei non conosce il significato delle parole che usa; oppure non legge; oppure legge ma non capisce.
    Il ritorno alla Resistenza o al Sessantotto non sarebbero una prognosi ma se mai una terapia; io però non ho mai né detto né pensato che si dovrebbe ritornare ad allora. Anche perchè sarebbe impossibile ed a me non piacciono le cose inutili o impossibili. A me pare che della Resistenza lei non voglia affatto eliminare le scorie, che pur ci sono, ma piuttosto eliminare la partecipazione delle sinistre e specificamente del PCI, che ne costituiva la maggioranza. Altro che scorie, qui si tratta di eliminare quasi tutto, insieme ai sindacati naturalmente.
    Lei non mi conosce di persona, e per quanto mi riguarda non avremo neppur mai l’occasione di conoscerci, quindi vorrei sapere come possa definirmi un “tronista che sculetta perchè tutti possano ammirarla!!!”. Un altro colpo di genio visto nella sfera di cristallo, direi. Quanto ai treni della mia vita, anche qui lei parla di cose che ignora. Vede signora, questa è un’altra differenza tra me e lei: io metto in discussione le sue capacità logiche e dialogiche, la sua conoscenza della storia, le sue opinioni politiche o religiose, ma mai lei personalmente. Banalmente perchè non la conosco. Lei fa abitualmente il contrario: dà di me opinioni personali che non può dare perché non mi conosce. Su queste basi la trovo francamente una persona miserabile e spregevole.
    Concludo ribadendo ancora una volta che quel che veramente ci separa non sono le diverse idee politiche o le diverse credenze. Sono molto più banalmente le leggi della logica. Uroburo

  43. Uroburo
    Uroburo says:

    Percio’ quando lei paragona la colonizzazione degli Stati Uniti al povero Hitler, si deve riferire agli EUROPEI. Anita
    —————————-
    No signora, mi riferisco alle guerre indiane condotte dall’Usaegetta contro i popoli amerindi nel corso dell’Ottocento, ed agli stermini susseguenti.
    Un saluto U.

  44. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    grazie del bellissimo link, ho provveduto a mandarlo a figli e Amici con la sprendida canzone di Lennon.
    Quest’anno ho fatto un presepe quasi tecnologico; naturalmente ai fili elettrici e ai motorini nell’acqua hanno provveduto i due maschi.
    L’anno scorso a Sevilla avevo comprato fontane, laghetti, ponti ecc.
    Montagne e colline sono di legno contorto di ulivo; un amico ha un uliveto.
    La prospettiva lascia un po’ a desiderare ma in complesso è venuto bene.
    L’albero ha i gingilli di legno comprati in Russia e Cechia, i fiocchi di neve sono un lavoro all’uncinetto delle suorine di mia zia.
    Sono dei merletti!
    Quest’anno niente mercatini tedeschi che si preparano in ogni città e villaggio e sono esposizioni di eccelsa manualità.
    Invece sono finalmente scesi dalla Carnia gli artigiani di Sutrio e dell’ampezzano.
    Hanno esposto piccoli capolavori di ogni tipo.
    Chissà che non risveglino quell’artigianato tipico e tradizionale che i cinesi non sanno copiare.
    Io credo che possa benissimo starci il robot per i lavori ripetitivi e usuranti, accanto all’artigiano che ritrova la gioia del lavoro ben fatto. Chissà!

    Un abbraccio Sylvi

  45. Rodolfo
    Rodolfo says:

    x l´anonimo del post Nr. 192 che scrive:-
    Se avessero vinto gli ellenisti anziché i tetri israeliti ci saremmo risparmiati la tragedia del sinedrio e del cristianesimo, oltre che le cazzate di Di Segni&C .

    Gia´, e da questo avrebbe forse l´umanita´tratto vantaggi ? Se si quali?

  46. sylvi
    sylvi says:

    Signor Uroburo,

    lei nega la mia logica, nega le mie capacità raziocinanti, nega le mie capacità professionali, quelle psichiche …e via di questo passo!!
    Per lei questo non è far diagnosi, prognosi, (terapia no, perhè le pilloline non me le può cacciare in bocca a forza, anche se le piacerebbe) di una persona che ha soltanto conosciuto per blog?

    Lei sa di me ciò che voglio dire… potrei anche essere maschio se non avesse fatto la spia CC. sul mio genere!

    Quando mi sento buona e umana lei mi incuriosisce perchè è un concentrato di contraddizioni,… altrimenti…ma dico…da quale caverna vien fuori lei???
    Ha un ego come la clava che porta sempre con sè, e per un istante….mi perdoni…mi ha divertito l’idea che sculettasse col gonnellino di pelle di coniglio che sbatacchia sulle coscione pelose!

    Resistenza, ’68, sindacati …io dico una cosa e lei me ne mette in bocca un’altra…qui sì leggendo nella sfera di cristallo!
    Il suo periodare è violento e intollerante, non accetta il pensiero che non sia omologato al suo…
    Lei è bravo in storia…faccia uno sforzo…chi si comportava così????

    Cercherò di sopravvivere all’idea tragica di non conoscerla mai, …anzi, la prego, mi dica soltanto quali punti cardinali devo evitare venendo in Lombardia!
    Il presepio di Stalin lei quando lo fa? Il primo maggio?
    Solo una curiosità!!!

    Il vino friulano è un concentrato di geni avariati…se ne liberi!!!
    Prosit.

    Sylvi

  47. x Rodolfo
    x Rodolfo says:

    Mi scuso se non ho firmato. La storia non si fa con i se. è vero, perciò non sappiamo come sarebbe andata, se in bene o in meglio, ma è un fatto che la conquista romana dei regni ellenistici è stata una tragedia per l’umano sapere scientifico, e ancor più lo è stato il cristianesimo che ha perso in Occidente il posto dell’impero romano. E il cristianesimo non ci sarebbe stato se il sinedrio, per leccaculeria verso i romani e tedio verso gli eversori esseni come Cristo, non avesse condannato a morte quest’ultimo. Come del resto ha scritto anche Cristopher Hitchens, uno che ha spinto per l’invasione dell’Iraq e spinge ora per la guerra all’Iran, le sarà perciò senza dubbio simpatico.
    Shalom

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