Ha ragione Berlusconi: Tartaglia è il frutto della campagna d’odio. Però l’odio è quello seminato a piene mani da Berlusconi stesso e dai suoi, con in testa la Lega. Non a caso gli unici felici per il brutto colpo in faccia sono proprio loro, i berlusconiani e annessi e connessi. Intanto a Milano l’odio si scaglia contro gli “anarchici” da sbattere come sempre in prima pagina, trasformando in “rapina” il rifiuto di un gruppo di studenti di pagare 600 fotocopie (comunque poi pagate) alla libreria di CL alla Statale

[Cartello a cura della Presidenza del Consiglio]

Mi pare sempre più chiaro che ad armare la mano del povero diavolo Massimo Tartaglia, che peraltro essendo un malato di mente non dovrebbe stare in galera, ma in clinica o agli arresti domiciliari, è stato l’odio anti istituzionale vomitato da tempo a piene mani da Silvio Berlusconi e dalla sua truppa di mercenari e lanzichenecchi sparsa nei partiti e nei mezzi di comunicazione, suoi privati o della Rai. Cioè di tutti noi e pagati con i nostri quattrini. Ad armare la mano dei Tartaglia è la sbraco televisivo e il dominio della pubblicità, due campi nelle mani soprattutto di Berlusconi, che hanno prodotto la subcultura da Isola dei Famosi, Grande Fratello e del successo facile: basta che fai qualcosa magari di orrendo o di effimero, ma che ti rende famoso, ed ecco che sei una star, se non altro una Noemi. A produrre i mostri è, come sempre, il sonno della ragione. Vale a dire, questo continuo illudere la gente, ormai da quasi un ventennio, che la cialtroneria e il vacuume pagano, anzi premiano e che lo sbraco sia un valore “ggiovane” e “rivvolluzzionario”. Il tutto mentre lo studio, le lauree e la ricerca sono ormai solo fonte di emigrazione o tuttalpiù di lavori di merda come stare ad appassire in un call center.La scuola e lo studio sono stati ridotti a strame, a dire il vero a cominciare anche da governi di centro-sinistra, perciò il sonno della ragione è più facile e i parti di mostri abbondano. Tra i mostri, il maniacale voler confondere l’esercizio della Giustizia da parte dei magistrati con l’odio. Tra i mostri del sonno della ragione, il voler spacciare l’informazione, il giornalismo, le inchieste e le cronache per “odio” e “persecuzione”. Tra i mostri, questo fetido voler confondere la democrazia e l’esercizio dei diritti democratici con “l’eversione” e le pacifiche manifestazioni di piazza con “la violenza”. Fossero solo imbecilli questi mazzieri barlusconi sarebbe il meno. Il fatto è che sono spesso anche mascalzoni. Mescolano nel torbido. Abbaiano come cani pastori per spingere il gregge da una parte, segno che il Signor Padrone ha davvero scheletri nell’armadio e perciò per salvarlo bisogna abbaiare. Abbaiare e intimidire, cioè di fatto odiare. Altre l’amore di cui ciancia il Chiavaliere!
Mentre  nessuno approva il gesto inconsulto di Tartaglia, eccetto la solita micro minoranza di idioti, i servi berlusconi e lo stesso loro Signor Padrone lo addebitano senza esitazione alla sinistra come mandante “politico-morale”. Beh, se non è odio questo! Odio e improntitudine.

Il sorriso di Berlusconi e il suo parlare di amore sono sempre più una maschera e un trucco di scena per distrarre o ingannare il pubblico e lasciar lavorare meglio i suoi masnadieri.  Mentre lui parla d’amore, il prefetto di Venezia viene rimosso perché a differenza della Lega, che fa parte del Governo dell’Amore di Berlusconi, non odia i rom e si è permesso – oibbò – di ammettere anche loro in un gruppetto di case di nuova costruzione.
Mentre Berlusconi cazzeggia parlando d’amore, l’assessore al Turismo, ai Giovani e allo Sport  della Lombardia, Pier Gianni Prosperini, finisce in galera per mazzette, il che sarebbe il meno, e finalmente anche il pubblico che non si sporca le orecchie e gli occhi guardando e ascoltando certe tv e radio locali viene a conoscenza dell’odio di questo individuo verso gli immigrati. Quello che colpisce, oltre al maniacale uso del dialetto (chissà come si esprime con le sue pazienti, lui che mi pare sia un ginecologo: “Sciùra, la gà la figa sbregada e infetà”? Oppure “Sciùra, cala i mudand e slarga i gamb par farme vedare el bius”?)  è la demenziale insistenza nel dire “ciapa el camel” quando vuole dire che gli immigrati se ne devono andare dall’Italia. Capisco essere scemi e razzisti, ma come si fa a prende il cammello, anzi così tanto cammelli in Italia per andare via in massa? Il livello infimo della giunta presieduta dal ciellino Roberto Formigoni, il famoso votato alla castità (ma di chi?), è ben rappresentato dal fatto che un arnese come Prosperini è diventato assessore ai Giovani… Povera gioventù lumbàrd! In quanto assessore anche allo Sport, lo si dovrebbe mandare in Arabia Saudita per partecipare alle gare di corsa sui cammelli – pardon: sui “camèl” – visto che ne ha sempre uno in bocca.

Ho perso il conto delle fregnacce dei capocomici del circo Berluska, perciò non ricordo bene se è stato il senatore Renato Giuseppe Schifani o addirittura il ministrino, pardon, il ministrello degli Esteri Franco Frattini a dire che in Italia c’è il pericolo di ritorno alla “strategia della tensione”. Quella, per intenderci, che giusto nel dicembre di 40 anni fa massacrò un bel po’ di persone in piazza Fontana a Milano e proseguì con altre bombe e altre stragi. Voglio dire: ma come si fa ad essere così asini da far finta di non sapere che la strategia della tensione, e annesse bombe e stragi, è stata una strategia non dei Tartaglia o di chi protestava o manifestava in piazza, ma di alcuni apparati dello Stato guidati da alcuni ministri e primi ministri. A dire certe cose oggi ci si dà la zappa sui piedi: la strategia della tensione, infatti, può metterla in piedi solo qualche apparato più o meno “deviato” dello Stato e agli ordini di qualche ministro o del primo ministro. Ma i ministri non fanno parte del governo di Berlsuconi e non dei Tartaglia o dei Travaglio? Ma il signor primo ministro oggi è un Tartaglia, un Travaglio o un Berlusconi (Silvio)?

I Tartaglia al massimo dalle strategie della tensione possono essere usati, strumentalmente, così come potrebbe (ho detto potrebbe: verbo al condizionale) essere stato strumentalizzato nel ’69 l’anarchico Pietro Valpreda dai servizi segreti militari o da quelli del ministero dell’Interno, oltre che brevi manu dagli annessi neonazisti veneti, in specie padovani. Non amo i romanzi complicati e gli scenari troppo ricchi di effettoni e azioni improbabili, però a guardare il filmato del povero Tartaglia in azione si vede chiaramente che ha preso la mira tentando ben due volte il lancio. Tradotto in italiano, significa che i servizi di vigilanza non hanno funzionato neppure un po’, a parte il poliziotto che se n’è fregato della segnalazione fattagli da una coppietta della possibile pericolosità di Tartaglia- Se (s)ragionassimo come gli untori del Berlusconi che ciancia di amore per distrarci, potremmo anche insinuare che la polizia o chi per essa, magari le 30 guardie del corpo private e strapagate di Berlusconi hanno lasciato a bella posta che Tartaglia facesse quel che facesse per poi montare l’ambarabàn in atto, che vorrebbero trasformare in tsunami spazza e dissolvi quel che resta dell’opposizione e criminalizza e imbavaglia la e-generation che il 5 dicembre ha portato in piazza almeno 500 mila persone facendo capire che non tutta l’Italia s’è bevuta il cervello e che di Berlusconi in realtà, pur senza odiarlo neppure un po’ (io per esempio lo amo!), ne hanno le palle piene. Mica per odio o anche solo per antipatia, e neppure per motivi di partito, ideologici o “politici”, ma per il semplice e lampante motivo che anziché governare l’Italia occupandosi dei problemi degli italiani e magari anche risolvendoli almeno in parte, da troppo tempo è occupato solo a sfuggire in mille modi ai magistrati e ai dovuti processi, cioè alla Giustizia, tenendo così paralizzato e prigioniero il Paese intero. Mentre la Cina e l’India mirano a papparsi la Fiat o siedono già nel consiglio d’amministrazione….

Torniamo un attimo al pericolo di una nuova “strategia della tensione”, delirio simmetrico a quello di chi straparla a ogni piè sospinto di “nuovo ’68”. Apriamo bene gli occhi. A Milano dal 3 novembre scorso si batte la grancassa su un un gruppetto di ovviamente di “anarchici” finiti in galera – qualcuno ai domiciliari – con l’accusa addirittura di “rapina” per non avere voluto pagare 600 fotocopie, 120 o 150 euro di costo, alla libreria che Comunione e Liberazione gestisce, molto inopportunamente, all’interno dell’Università Statale di Milano. Dico molto inopportunamente perché gli intrallazzi “religiosi” è bene stiano fuori dalle Università, almeno da quelle dello Stato. Che ne diremmo se la libreria anziché di CL fosse di IL, sigla intesa come Islam e Liberazione? Il rifiuto di pagare le fotocopie, nato dalla notizia, vera o falsa che fosse, che gli iscritti a CL in quella stessa libreria non le pagano, è finito in rissa, donde la denuncia. Sì, capisco, non sempre si può accettare supinamente. Ma che c’entra l’accusa addirittura di rapina? Senza contare che il padre di uno degli arrestati e poi andato a scusarsi e a pagare le fotocopie, cioè la non astronomica cifra di 120 o 150 euro. Oltretutto: la Statale si trova in via Festa del Perdono. Che Perdono è, per giunta da parte di chi si dice cattolico come i ciellini, mandare in galera dei giovani con accuse piuttosto sovradimensionate?

Quello che mi preoccupa, tanto che su questo argomento ci voglio tornare in futuro, è la furia con la quale si vuole colpire quegli studenti universitari “contestatori”, vocabolo che ha da decenni preso il posto di parole – e annessi giudici negativi – come “capelloni”, “teppisti” e “teddy boys” in voga ai tempi di Mina, cioè negli anni ’60 e parte dei ’70. Il volerli assolutamente presentare come “anarchici”, addirittura secondo qualche demagogo da strapazzo “simili alle nuove Brigate Rosse”, mi preoccupa perché di solito questa insistenza è foriera di provocazioni ad hoc pianificate in alto loco e supportate, ovviamente, dai mass media, che oggi sono più che mai supportanti tutto ciò che il Signor Padrone vuole o che al Signor Padrone semplicemente piace. La preoccupazione aumenta alla luce della strana bomba trovata in un corridoio dell’Università Bocconi di Milano, ovviamente attribuita subito ad “ambienti anarchici”. Da quando in quà gli anarchici mettono bombe nelle Università, anche a voler ammettere, ma non concedere, che in Italia le abbiano messe qualche volta da qualche parte? La bomba alla Bocconi puzza lontano un miglio, così come puzza il volerla attribuire agli anarchici e l’insistere dal 3 novembre sugli “anarchici rapinatori” (!) della libreria di CL alla Statale.

Ma torniamo a Berlusconi. E’ ormai talmente abituato all’ossequio lewinskyan-d’addariano da una parte e ghedinian-feltriano dall’altra da farne una conditio sine qua non: chi non si inchina sotto la sua scrivania a fare stando carponi un buon lavoretto, chi non si infila nel suo lettone a fare mucchio selvaggio, chi non gli lecca il sedere, che non gli spazza via i “nemici” dalla Rai e che non manda messaggi trasversali fino al papa accoltellando vilmente i Boffo, tutti costoro sono chiaramente – secondo lui – gente che lo odia. Che sua moglie, Veronica Lario, lo abbia definito “bisognoso di farsi aiutare”, come a dire forse un po’ malato, appare sempre più spiegabile e comprensibile. Alla luce dei comportamenti di Berlusconi&C apparirà molto probabilmente anche chiaro e credibile il mare di merda che a quanto pare Paolo Guzzanti ha infilato nel suo libro in arrivo nonostante Paolo Guzzanti sia, appunto, Paolo Guzzanti. Avanti così, a tirare lo sciacquone sarà forse un ex maggiordomo come Giuliano Ferrara. Chissà, magari su suggerimento della cara Cia che per tradire Bettino Craxi gli pagava “bei dollaroni fruscianti”, come ci ha tenuto a raccontare lui stesso.

Ragazzi,  se questo di Berlusconi&C è amore, beh, allora non oso immaginare cosa sia per loro l’odio. Purtroppo non abbiamo una sinistra che gli rivolti contro la disonestà dei loro (s)ragionamenti, incapace di far notare che il gesto malsano di Tartaglia è un frutto avvelenato sì, ma seminato, coltivato, colto e gustato da loro. Che a ben vedere sono gli unici che si fregano le mani felicissimi che a Berlusconi sia stato rotto il setto nasale, un labbro e un paio di denti  perché così possono continuare a esibirsi, a lucrare e a godersela ancora a lungo. Ovviamente continuando a non produrre niente di buono per gli italiani tutti. Anzi: avanti con lo sbraco.

131 commenti
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  1. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Divertente il barese di Pino, abbastanza corretto, comunque. Il biscegliese è diverso: ” nan sò scìut pccedà di strunz d Linat onn kmbnjt n casn bestiòl. Vok p sènt Stifn, s sti strunz facn volò l’aeroplein.
    Per la cronaca, oggi a Bisceglie c’erano 18 gradi. Anche a Formia mi dicono che ci sono temperature primaverili.
    Caro Pino, una domanda: ma perchè non ti trasferisci a Sud di Roma?

  2. peter
    peter says:

    xMarco T.

    per la cronaca: di Bisceglie, la sua temperatura, il suo dialetto, di Bari ed il suo dialetto, e di come dicono Bari in barese, di quante ‘Puglie’ del c…volo’ ci siano o meno, non impipa assolutamente un fico secco a nessuno. Papale papale. E’ un’illazione che mi concedo, poi chi dissente si faccia sentire.
    Quando ci vuole ci vuole, clima natalizio o no.
    Comunque, buon Natale come di dovere

    Peter

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter: davvero? Pino ha postato in barese. Bisceglie ha talmente tanti abitanti sparsi in Italia e nel mondo, per non parlare di Milano, che ospita più biscegliesi di Bisceglie, che molto probabilmente ci sarà più di un biscegliese che ci starà leggendo. Ti racconto un episodio: tempo fa ho postato una breve poesia di un poeta biscegliese a me del tutto sconosciuto, un certo Demetrio Rigante. Talmente sconosciuto che avrebbe potuto essere un poeta ottocentesco, per quel che ne sapevo. Bene, qualche giorno dopo si presente un tizio nella redazione del giornale biscegliese in cui scrivo e mi dice: ” sono Demetrio Rigante”. Un suo collega a Roma aveva letto il mio post, gli aveva telefonato ed ecco che ho conosciuto, tramite questo blog, Demetrio Rigante, cultore del dialetto biscegliese, col quale abbiamo instaurato un ottimo rapporto d’amicizia.

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per curiosità, l’unico sopravvissuto all’incidente aereo di Linate di qualche anno fa, è stato un biscegliese.

  5. Peter
    Peter says:

    xMarco T.

    i ‘biscegliesi’ di Milano non sono piu’ biscegliesi, ma milanesi. Niente di personale per te, ma del becero provi-nciali–smo italico ne ho davvero piene le tasche. Vorrei vedere se a Londra o a New York i ‘veri’ londinesi o newyorkesi sono solo alcuni, gli altri God knows what (immagino che ci siano ‘biscegliesi’ anche li’, per quello che ce ne f…rebbe. E ci sono anche persone di remote origini giamaicane, portoricane, nigeriane, brasiliane, messicane, napoletane, siciliane, campane…vorrei sapere chi si prende la briga, oltre a te, di vedere le remote origini di chi scampa ad un disastro aereo, marittimo o ferroviario, pero’).
    A Bari ci vissi, per mia scelta e disgrazia, otto lunghi anni. Sono lieto di non averne preso l’accento, il suo dialetto e’ forse il piu’ brutto della Penisola (ed includiamo le isole par dessus de marché).

    saluti

    Peter

  6. Anita
    Anita says:

    x Peter e Marco,

    non credo di avere mai sentito il dialetto pugliese, sebbene anche dopo tanti anni riconosco l’accento di tante regioni Italiane.

    Anita

  7. peter
    peter says:

    xAnita

    Marco ti correggerebbe subito, direbbe che un accento pugliese non esiste, ce ne sono 4 o 5 o 6 (senza scordarsi ovviamente il bijoux, cioe’ il biscegliese…).
    Non vorrai ora mica deluderlo, sostenendo che non vi sono biscegliesi a New York, o nel Rhode Island?! Uno o due biscegliesi saranno come minimo il guardaspalle di M. Scorsese, o che so io. L’altro sara’ il suo cuoco, faccio per dire. E non dimentichiamoci che il padre di R. De Niro era di Campobasso, praticamente (quasi ) pugliese, quindi biscegliese per parte di madre (il padre invece sara’ stato di Cagliari, tutta un’altra cosa).

    ciao, Peter

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    - Caro Peter, dissento sul provincialismo. Avevo inviato una risposta più
    dettagliata, che però non è passata.
    Bari non mi piace e ai baresi preferisco di gran lunga i biscegliesi.
    Mi piacerebbe conoscere l’opinione di Pino in proposito, lui che ha vissuto a
    Bari per un certo periodo della sua vita.-

    Un saluto, Marco

  9. Pietro
    Pietro says:

    Un saluto a tutti ed un augurio di un sereno Natale…

    Un grazie particolare ed un saluto affettuoso ad Anita: grazie per i tuoi messaggi!!!

    Pacco arrivato malridotto ma integro: siamo contenti, a casa, che il nostro pensiero ti sia piaciuto. Sei sempre nei nostri pensieri, specie in quelli di mia madre.

    Pietro

  10. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Anche in Lombardia i dialetti non sono uguali al milanese.
    Il pavese e’ differente, per non parlare del bergamasco.
    Lo stesso per tutte le regioni, piu’ o meno.

    In Sicilia il Catanese e’ differente dal Palermitano, i siracusani invece quando parlano in italiano hanno un accento leggero e difficile da riconoscerene la provenienza, eccetto per alcune parole….

    Ciao, Anita

  11. AZ Cecina LI
    AZ Cecina LI says:

    Caro CC … il tifo da stadio non mi piace, neppure quando si fa cantando bandiera rossa o si sventolando bandiere con l’effige del Che.
    Comunque se almeno una volta, come dice Marco, la musica è servita a placare gli inutili ardori calcistici tra livornesi e empolesi non è poi molto, dice il Giusti in S. Ambrogio che grazie alla musica si sentì affratellato ai soldati boeri e croati “messi nella vigna a far da pali” e per i quali senza la musica “aveva provato un senso di ribrezzo”.

    Qui da noi dopo la gelata di sabato fa decisamente caldo i sensori che ho sui terrazzi mi danno ora 14,9°C quello esposto a tramontana e 15,3 °C quello rivolto a sud.

    Ho finito da poco la prima fase dell’unica tradizione natalizia che seguo con piacere, preparare per la cena della vigilia la pasta col le noci, prima la preparava la nonna, poi una zia e da diversi anni io, è l’occasione per radunarci con i cugini figli e nipoti per fare quattro chiacchiere.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  12. Anita
    Anita says:

    x Antonio

    Caro Antonio,
    ma sai che c’era un livornese che mi voleva sposare?
    Io ero troppo giovane ed il mio matrimonio non mi passava neanche per la testa.
    Il cognome era Formichi, mi sembra che suo zio fosse il prefetto di Livorno, ai tempi della guerra.

    Buona notte,
    Anita

  13. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ieri ho spedito un post che non e´ passato.

    Auguro a tutti i partecipanti ed a quelli che seguono questo blog buone feste ed un tranquillo e gioioso Natale. Rodolfo

  14. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Buon Natale a tutti, beli e bruti.
    Andateci piano con i regali e regalucci e regaloni.
    In casa mia da anni ci rifiutiamo di partecipare a questa spirale schizofrenica, cioè la corsa affannata al regalo. Puàh!
    Quando i miei figli erano piccoli donavamo ogni Natale un discreto obolo all’UNICEF. Oggi che sono adulti, continuano loro questo bel gesto.
    C.G.

  15. ber
    ber says:

    Ciao Antonio,
    mia moglie si è incuriosita per la tua “passta con le noci”,…
    mi mandi la ricetta per favore.
    Ciao e Buon Natale a te e famiglia,Ber

  16. ber
    ber says:

    Ciao CG,
    da quando abbiamo saputo gli stipendi dei funzionari Unicef,…
    nella mia famiglia la tradizione si è interrotta.
    Ciao e Buon Natale,Ber

  17. sylvi
    sylvi says:

    x CG,

    un sonaglino e il capottino per l’ultimo arrivato.
    Maglioni e camicie per i maschi.
    Un libro per tutti.
    Un obolo ai ragazzi “uso viaggi”

    Un obolo per la ricerca sanitaria.
    Così la mia tredicesima se n’è andata!

    Auguroni, anche a Faust che non si vede!

    Sylvi

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Ber,
    anch’io ultimamente avevo qualche dubbio, finchè non ne parlai con un alto collaboratore di cui conosco l’onestà tutta di un pezzo.
    Sappi che TUTTO quello che viene donato via vaglia postale eccetera, va a chi di dovere e a progetti precisi.
    Gli stipendi dei dipendenti, che non sono stratosferici come spesso viene detto, vengono pagati e presi SOLO E ESCLUSIVAMENTE dai cosidetti “Legat”, cioè dal fondo accumulato da donazioni di benestanti che quando passano a miglior vita lasciano previo testamento tutto o in parte a questa organizzazione umanitaria.
    Basta sfogliare i resoconti annuali, tutto nero su bianco in maniera certosina.
    Fidati.
    C.G.

  19. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Cosa credi, che per noi sia stato diverso?
    Con 4 (quattro) figli e un solo stipendio, anche se decente, per sfamare sei bocche?
    Anzi sette, anche il cane, un bergamasco che sembrava un Mammut, dovevapur mangiare…
    C.G.

  20. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Berlusconi a tutto campo

    «Sconfiggerò mafia e disfattisti»

    Telefona a sorpresa al programma Radio Anch’io e regala un paio di proclami e la solita preghiera: «Meno disfattismo, più ottimismo».

  21. Pasquino
    Pasquino says:

    Bianco Natale

    Sulle lande, sulle distese
    sui tetti delle case
    sui tetti delle chiese,
    leggera, silenziosa cade la neve.

    Volteggia scherzosa, leggera, lieve,
    leggiadra balla, sulla contrada,
    e sul terren si posa stanca,
    come candida bambagia.

    E’ Natal, tutt’intorno dorme,
    tutt’intorno è pace,
    chiuso in profondo oblio
    incurante ed indifferente il mondo
    tace e ossequia il buon Dio.

    —————————————-

    Buon Natale a tutto il blog e a Pino Nicotri.

  22. ber
    ber says:

    x CG,
    io mi sono fidato fino a quando ho saputo che un funzionario Onu,incontrado su una pista di sci a Roccaraso, se ne era andato in pensione con venti milioni di lire al mese,…
    parlo di circa 10 anni fa.
    Certo,…qualche cosa arriverà…ma preferisco i privati che vanno sul posto a fare i lavori.
    Un caro saluto e Buone Feste,Ber

  23. sylvi
    sylvi says:

    caro CG,

    mi sentivo molto più a disagio negli “splendidi” anni ’80 e ’90 con tutti quei pacchi e pacchetti che giravano su e giù e le cose invecchivano abbandonate.
    Quest’anno nemmeno una azienda di Treviso ci ha mandato il radicchio, come usava.
    E’ l’unico rimpianto che ho!

    Una donna avveduta e capace, che fa i conti giusti e sa far bene le divisioni è un secondo stipendio.
    Avevamo raggiunto un livello di spreco insopportabile!

    Però io penso alla montagna di curricoli che arrivano!
    Quando leggo “coniugato con figli” mi si blocca lo stomaco.
    A Gesù Bambino, ma forse agli imbecilli che ci governano, io chiedo di non ricevere più curricoli di disoccupati!

    Sylvi

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    E BUON NATALE E BUONE FESTE PER TUTTI.
    pino nicotri

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