Il muro di Berlino è crollato, l’ipocrisia e il doppiopesismo invece no. Mentre Berlusconi trasforma sempre più l’Italia in una repubblica della banane, uno dei principali responsabili del suo successo, Uòlter Veltroni, scrive romanzi buonisti continuando a ignorare la realtà. E i propri giganteschi errori
Trovo francamente strano che si festeggi la caduta del muro di Berlino senza spendere neppure una parola sul fatto che esiste il Muro della Palestina. I politici più coraggiosi si sono spinti a dire che “nel mondo esistono però altri muri che un giorno si spera vengano abbattuti”, ma nessuno – ripeto: nessuno – ha nominato il Muro della Palestina. Mi si dirà che sono due cose molto differenti, non paragonabili tra loro. E’ vero. Ma solo fino a un certo punto. Vediamo perché.
Israele ha imposto e costruito il Muro con la motivazione che era necessario come filtro per arginare gli attentati dei palestinesi, diventati troppo facili a causa della loro libertà di movimento, per quanto già ben lontana da essere comunque priva di filtri come le centinaia di i check point. La Germania Est aveva costruito il Muro con pretesti simili: non si trattava di attentati con bombe, ma comunque di attentato alla sua integrità da parte della Germania Ovest tramite le lusinghe di una migliore tenore di vita e di una maggiore libertà di movimento, lusinghe che spingevano molti tedeschi dell’Est a fuggire all’Ovest. Insomma, ognuno accampa le sue ragioni. Nel caso della Germania Est c’è però da aggiungere che la faccenda era complicata dal fatto che l’Unione Sovietica e la Russia erano state invase dall’Occidente almeno due volte, prima da Napoleone e poi dalla Germania nazista. Entrambe le invasioni sono state devastanti, ma la seconda in particolare ha massacrato almeno 20 milioni di russi (pari a quasi quattro Shoà) e distrutto l’80% dell’apparato produttivo sovietico.Comprensibile quindi che Mosca volesse garantirsi contro una eventuale terza invasione, sia con la fascia di sicurezza dei Paesi “fratelli”, cioè in realtà Paesi “satelliti”, sia con la divisione della Germania e sia infine con una più rigida linea di demarcazione, il Muro appunto, tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. Teniamo presente che la Francia dopo la prima guerra mondiale aveva prudentemente costruito la linea Maginot, una lunghissima e formidabile trincea corazzata nata come vero e proprio Muro contro eventuali nuove infusioni germaniche. Muro che come è noto non è servito a nulla perché Hitler ebbe l’idea di aggirarlo invadendo la Francia non dalle proprie frontiere.
E’ senza dubbio un bene che Israele abbia ridotto il rischio di attentati contro i suoi cittadini, ma non si può nascondere che sono aumentate a dismisura le sofferenze dei palestinesi imposte dal nuovo Muro, sofferenze che comprendono molte decine di morti per le cause più diverse: dai parti che troppo spesso non possono avvenire in ospedali per la lentezza di movimenti e itinerari assurdi imposti dal Muro e annessi controlli fino ai decessi per impossibilità di ricoverate tempestivamente malati o feriti in incidenti di varia natura. Bene che si impedisca di uccidere israeliani, ma male che si permetta di lasciar crepare in vario modo palestinesi, nonché odiosa la responsabilità dei parti che finiscono subito in lutto anziché essere motivo di felicità come invece dovrebbe essere anche per i palestinesi.
Questi dunque i motivi per cui la celebrazione della caduta del Muro di Berlino mi è parso inficiata da una buona dose di ipocrisia. In definitiva è della Germania la responsabilità anche della Shoà e quindi anche di buona parte di ciò che ne è seguito a spese di chi non c’entrava assolutamente nulla come i palestinesi.
Chi c’era mi ha riferito che durante Silvio Berlusconi è rimasto assopito durante tutti i 40 minuti della solenne cerimonia di Berlino alla presenza dei vari capi di governo. Forse l’età, forse lo stress per l’approssimarsi di vari nodi giudiziari uno più compromettente e vergognoso dell’altro, forse una qualche forma di malattia. Come che sia, quei 40 minuti sono anche una metafora della brutta situazione in cui Berlusconi è venuto infine a trovarsi nonostante si sia fatto confezionare alcune leggi su misura per i propri interessi giudiziari. E appena tornato in Italia il Chiavaliere ha immediatamente messo alla frusta i suoi fidi per farsi confezionare altre leggi ancor più su misura per sfuggire ad altri e ancor più vergognosi nodi giudiziari, vale a dire a inevitabili condanne. Solo degli imbecilli o dei venduti possono continuare a sostenere che in Italia la magistratura di ogni ordine e grado di varie città ha organizzato – da oltre 20 anni! – un complotto per far fuori un Berlusconi innocente. E solo nello Strapaese degli Azzeccagarbugli possono essere dei Ghedini che si prestano ad acconciarsi a massacrare la Giustizia per permettere al proprio cliente straricco – che paga loro grasse parcelle – di farla franca.
Berlusconi è appannato e azzannato dai problemi, e quindi i vili e i profittatori di professione ne approfittano. Ecco che la Lega vuole la sua parte di bottino. Ed ecco il Vaticano che in cambio della solita assoluzione, cioè dell’appoggio elettorale del proprio gregge, più che mai di pecore e pecoroni, dice chiaro e tondo che vuole più soldi per le sue scuola private e leggi che limitino la libertà di scelta dei cittadini italiani in campi quali il diritto a morire dignitosamente, a riconoscere dignità legale ai rapporti di convivenza omosessuale e non trovarsi tra i piedi i crocifissi anche nella scuola pubblica e negli altri spazi di competenze della Repubblica italiana, laica per Costituzione. Non insisterò mai abbastanza sull’ipocrisia e la faccia di bronzo del Vaticano e dei cattolici papalini, che fanno finta non ci sia già il segno della croce perfino in ogni giorno del calendario, visto che ogni giorno è dedicato almeno a un santo e che ci sono perfino giorni di festa nazionale per ricorrenze che sono della Chiesa, dal Natale alla Pasqua fino all’Ascensione di Ferragosto. Per non parlare della festa settimanale, che casca di domenica anziché di venerdì o di sabato proprio perché calcata su un calendario imposto dalla Chiesa anziché dall’islam, la cui festa settimanale è il venerdì, o dall’ebraismo, la cui festa è lo shabbat, cioè il sabato.
A fronte di tutto ciò trovo ancor più imbarazzante lo strombazzamento che si fa dell’ultimo romanzo di Uòlter Veltroni, “Noi”, compreso il fatto che a quanto pare è avviato a qualche premio letterario la cui giuria è composta da noti “veltroniani” di varia natura. Già ad agosto ho letto con un certo fastidio le interviste a Uòlter che parla di “Noi”. Per carità, l’idea del romanzo, cioè la sua trama, è buona e ottima è l’intenzione, ovvero il messaggio che vorrebbe trasmettere, vale a dire il bisogno di una identità collettiva e l’inevitabile disastro se essa va perduta e sostituita dall’egoismo trionfante dell’Io. Disastro che nel romanzo, la cui vicenda narrata inizia nell’estate del 1945, viene dato per realizzato e “a regime“ nel 2025. Sulla capacità di scrittura e stile narrativo sorvolo, non sono infatti un critico letterario. Forse mi sento un po’ chiamato in causa perché, guarda la combinazione, nell’estate del 1945 sono nato io e il 2025 potrebbe essere, stando alle statistiche, l’anno della mia dipartita per le celesti praterie, sempre che la nera signora con la falce non si presenti prima.
Trovo un po’ troppo scontato e buonista, ma potrei aggiungere sfacciatamente pubblicitario o ruffiano, che Veltroni faccia sapere che l’idea del romanzo gli è venuta nel corso di una visita ad Auschwitz. Ormai l’Africa non serve più, Uòlter il missionario mancato non ne ha più bisogno, la può gettare nella spazzatura. Resto a bocca aperta quando definisce Vittorio Foa, un politico e un intellettuale onesto e di buona levatura, addirittura “l’Omero del nostro Novecento”. Una definizione che oltre ad essere esagerata, se non ridicola, appare anche scopertamente interessata – al pari della asserita concezione ad Auschwitz del romanzo stesso – quando Veltroni dice che da “Vittorio” ha imparato un paio di cose “di sinistra” e si è sentito vaticinare che “un giorno toccherà a te e non potrai tirarti indietro”. A parte il fatto che un Omero – anche fosse il proprio fratello, e comunque non è questo il caso – andrebbe citato rispettosamente per cognome e non confidenzialmente per nome, il problema è che di fronte al suo asserito vaticinio non si può fare a meno di sorridere. No comment. I problemi sono altri. Vediamo quali.
Comincio col togliermi una spina che mi sta sul garganozzo da vari mesi. Avrei potuto parlarne nel pezzo, molto critico, che scrissi quando Uòlter si dimise da segretario del Partito Democratico, ma ho preferito non calcare la mano. Non si sferrano pedate a un leone morente, tanto meno a un non leone. Anche se a dire il vero non si tratta di una pedata, ma di una semplice richiesta di chiarimento, possibilmente documentata, sulla faccenda dell’appartamento da lui comprato a Manhattan, New York, per regalarlo alla figlia, Martina che studia cinematografia nella Grande Mela. Veltroni si affrettò a dire o a far dire che si tratta “di un piccolo appartamento” e che era stato pagato “con i proventi dei diritti d’autore” dei suoi libri. Mi pare che la cifra ufficialmente indicata per l’acquisto sia di 250 mila euro. Mah. Ragioniamo: cifre di questo genere le guadagnano solo gli autori di best seller. Veltroni autore di best seller? Per carità , può darsi. Beato lui. Ho provato a chiedere lumi alla Siae, ma non sono stato molto illuminato. Si noti che la Siae è la società che mette i suoi bollini, debitamente numerati, a (quasi) tutti i libri editi in Italia proprio per sapere quanti ne vengono venduti. Ho anche provato a procurarmi le varie dichiarazioni dei redditi di Veltroni, ma poi ho lasciato perdere. Non per disinteresse, per carità, ma solo perché sono sicuro che chiedendogli lumi pubblicamente il pupillo dell’”Omero del nostro Novecento” saprà rispondere da par suo: non dovrebbe infatti “tirarsi indietro”, stando al vaticinio da lui stesso citato. E mostrerà sicuramente di avere indicato al fisco anche le cifre che lo hanno portato a poter regalare – beato lui – un appartamento a Manhattan alla su’ figliola.
Voglio essere chiaro e non lasciare adito ad ambiguità: immagino che Veltroni un appartamento a NY, e neppure piccolo, lo possa comprare con: 1) i soldi e la liquidazione e la pensione da giornalista, anche direttore, se non ricordo male, del quotidiano l’Unità; 2) l’eventuale eredità paterna, visto che il padre era un giornalista della Rai e anzi mi pare fosse tra i suoi fondatori; 3) i non pochi soldi e le altre facilitazioni ricevute con i molti stipendi mensili da parlamentare di lungo corso. Come si vede, non nomino neppure il soldo ricevuto come sindaco di Roma.
Ma proprio perché Veltroni è certamente in grado di comprare almeno un appartamento a NY con i quattrini incassati come giornalista e parlamentare, non vedo perché abbia detto o fatto dire che l’ha acquistato invece con i proventi da diritti d’autore. Attendiamo dunque fiduciosi che la nostra lacuna informativa venga cortesemente colmata. O no?
Ma torniamo alle interviste di Veltroni. A pagina 16 del Venerdì di Repubblica datato 21 agosto ho letto queste sue parole: “Di Berlusconi e del berlusconismo si possono dire tante cose, raccontarne lo scandalo, ma l’essenza di quanto è avvenuto in Italia negli ultimi anni sta nel trionfo dell’individualismo e nella cancellazione stessa di interesse e progetto collettivo”. Giusto. Bravo Veltroni! Ma…. dove vivevi nel frattempo? In Africa? Su Marte? Nell’eremo delle Meteore? A Manhattan alla ricerca di casa per Martina? Oltre ai vaticini omerici potresti per cortesia accennare a eventuali tue responsabilità e magari anche a quelle del tuo partito, man mano passato da Pci a Cosa occhettiana, Quercia, Pds, fino al PD di oggi?
Giustappunto l’intervistatore, Curzio Maltese, non manca di chiedere se la sua condizione di ex (ex sindaco di Roma ed ex segretario del PD) non gli permetta “di leggere meglio gli errori del passato”. E qui la risposta di Veltroni mostra tutto l’abisso di incapacità e assoluta mancanza di senso delle responsabilità di un dirigente politico che non poco spazio ha occupato, purtroppo, nella vita politica italiana e nelle sorti del Belpaese diventato Strapaese. Risponde infatti Veltroni: “Sì. Per esempio, l’incapacità di cogliere l’importanza di alcune battaglie democratiche, come la legge sul conflitto d’interessi”.
Sogno o son desto? Scherza o dice sul serio, Veltroni? Per una tale “incapacità di cogliere”, cioè per avere lasciato libero il campo alla marcia su Roma, e non solo, di Berlusconi, Veltroni dovrebbe morire di vergogna, o almeno avere il pudore di dimettersi da tutto e sparire dalla circolazione. Dico Veltroni, ma ci aggiungerei anche D’Alema e compagnia cantante. La sinistra italiana si è suicidata nel momento in cui NON ha saputo, perché NON ha voluto, far rispettare la legge che vieta l’ingresso nella politica attiva a chi, come Berlusconi, è titolare di una concessione da parte dello Stato. E Berlusconi è, da oltre 30 anni, concessionario di radiofrequenze. Preziose radiofrequenze. Il governo Prodi si è sparato non solo a un piede, ma anche direttamente alle gonadi, quando come primo atto NON ha fatto rispettare questa legge e NON ha voluto impicciarsi del legiferare sul conflitto di interessi sul quale Berlusconi, as usual, ha preso per il sedere l’intero Belpaese, dal parlamento agli elettori ai cittadini tutti. Dov’era Veltroni quando il governo Prodi dormiva? E dov’era prima, nel precedente governo Prodi, nel governo D’Alema e comunque nell’opposizione ai governi del centrodestra e, prima ancora, del centrosinistra?
Come se non bastasse, ecco che in una intervista al Resto del Carlino il buonista Veltroni oltre a parlare delle proprie passioni letterarie, ovviamente per promuovere il suo romanzo, ci tiene a far sapere che “non tutto il male è colpa di Berlusconi”. Vero. Anzi, verissimo. Il male infatti è anche dei vari e troppi Veltroni, oltre che di Bettino Craxi che, gratificato dall’amico Silvio con un bel pacco di miliardi e da un bel rifornimento di donnine allegre arruolate tra le sculettanti in tv, ha mandato al diavolo la legge e ne ha immediatamente confezionata una su misura per il caro e molto riconoscente amico. Uòlter però con il Resto del Carlino ci tiene a chiarire che lui ha provato per due anni, con la parola d’ordine “dialogo”, a trasformare il “nemico”, cioè Berlusconi, in “avversario”, “smontando un meccanismo molto in voga, quello di “demonizzare” Silvio Berlusconi”. Il fallimento del “dialogo” Veltroni dice che è colpa “di Di Pietro e di molti dirigenti del PD”. Può darsi. Ma, a parte il fatto che Berlusconi NON ha mai molto dialogato con nessuno, preferendo più che altro comandare, il problema è che non si doveva permettere che Sua Emittenza si mettesse sotto i tacchi anche la legge e si buttasse quindi in politica. Voglio essere chiaro, onde evitare le bischerate accusatorie alla Feltri: ovviamente anche Berlusconi aveva tutto il diritto di darsi alla politica, ma solo DOPO essersi disfatto della gestione (ho detto della gestione, NON della proprietà) del suo enorme impero mediatico e finanziario. Né più e né meno come si usa fare negli altri Paesi civili, con in testa il “blind trust” imposto ai ricchi che si danno alla politica in quegli Stati Uniti tanto cari al Uòlter del “we can”, ennesima sua previsione sballata. Molto sballata.
Devo purtroppo ricordare che Veltroni non solo glissa un po’ troppo limitandosi a parlare soavemente – riguardo il conflitto di interessi – di “incapacità di cogliere”, ma è anche il massimo responsabile della fortuna di Berlusconi. Perché? Perché – come ho già avuto occasione di spiegare – è stato lo sciagurato inventore dello sciaguratissimo referendum, mi pare 20-25 anni fa, contro l’interruzione dei film in tv con gli spot pubblicitari. Idea balzana suggeritagli dal giornalista televisivo e membro del parlamento Beppe Giulietti. Idea neppure “biecamente illuminista”, per usare un recente esilarante termine vescovile, ma semplicemente cervellotica, se non demenziale. Visto che gli italiani NON avevano mai reclamato né manifestato in piazza né fatto le barricate contro gli spot che scadenzano i film in tv, e visto che se ne erano infastiditi potevano tranquillamente cambiare canale, andava da sé che il referendum era perso in partenza. Ma avere perso QUEL referendum significa avere legittimato lo strapotere di Berlusconi in fatto di spot televisivi, cioè di pubblicità, cioè di quattrini. Si è cioè legittimata alla grande, addirittura con un referendum!, la base del potere di corruttela e di condizionamento e di interdizione di Berlusconi.
Il buon Uòlter avrebbe dovuto togliere il disturbo già allora, cioè 20-25 anni fa. A nulla poteva valere lo slogan ammiccante che aveva coniato per quel mortale referendum: “Non si interrompe una emozione”, con chiara allusione al coitus interruptus per pizzicare le corde più facili degli italiani, quelle del sesso. Strano che il Veltroni dell’intervista al Resto del Carlino non sapesse che da quando impazzano anche i canali berlusconiani gli italiani più che darsi a certe “emozioni”, cioè al sesso, se ne stanno seduti a guardare proprio la tv…. E a farsene un po’ troppo condizionare, se non ipnotizzare, anche in fatto di idee, visione della vita, politica e, dato che ci siamo, in fatto di passaggio dal Noi al disgregante ed egoista Io: proprio quell’Io che il nostro caro Uòlter vuole denunciare col suo romanzo.
Che Veltroni abbia un orizzonte culturale modesto e fin troppo provinciale lo si ricava anche dalla sua affermazione, a Curzio Maltese, che “diciamo la verità, Villa Borghese è il più bel posto del mondo”. Mah. No comment. E’ meglio. Il guaio è che il ragazzo aveva le idee arretrate già all’epoca di quel decisivo referendum, quando fiero della sua passione per i film e la cinematografia, voleva combattere la tv di Berlusconi puntando appunto sui film e riempendosi la bocca coi nomi di Anna Magnani, Federico Fellini, ecc. Tralasciamo il fatto che Veltroni come scuole medie superiori ha dovuto ripiegare su un corso di cinematografia perché disastrosamente bocciato fin dal primo anno di liceo scientifico, ma il problema è che in un’epoca di mass media, cioè, come dice la parola stessa, di mezzi di comunicazione di massa, il cinema è perdente rispetto la tv. Così come la tv è perdente, almeno spero, rispetto Internet, che forse sarà la tomba di Berlusconi perché probabilmente finirà col sottrargli le nuove generazioni, più incline a darsi da fare su Internet anziché rimbecillirsi davanti alla tv. Come il cinema si basa sulla socializzazione, così la tv si basa sulla de-socializazzione dello starsene chiusi ognuno a casa sua seduto davanti al teleschermo, spettatore passivo da ingozzare di pubblicità, e subcultura adeguata, per trasformarlo il più possibile in guardone consumatore. Trasformarlo cioè da cittadino, capace magari di proteste, a docile consumatore. Per giunta, un consumatore al quale far credere, come si è riusciti a far credere, che siamo assediati di nuovo dai barbari e che i nostri principali problemi sono gli immigrati e gli zingari. Esattamente come un altro Cavaliere, in camicia nera anziché azzurra, aveva convinto quasi tutti che il pericolo principale erano gli ebrei e, off course, i rossi. Anche per Internet si sta seduti davanti a uno schermo, ma non come spettatore solo ed esclusivamente passivo. “Navigando” in qualche modo si socializza, non sempre e non solo in modo virtuale, e ci si sgancia abbastanza dal pattume pubblicitario e dalla “mignottocrazia” televisiva, per rubare un termine a Paolo Guzzanti. In caso di manifestazioni di massa per un qualche malcontento, Internet diventa un formidabile strumento di circolazione delle idee, degli appuntamenti, delle aggregazioni, come si è visto intanto in Iran. Caratteristica che la tv non ha neppure da lontano. Ma non divaghiamo.
Disgraziatamente, Veltroni ha voluto invece trasformare una bocciatura asinina in una sorta di marcia in più per essere passato a studiare cinematografia. Lo facesse Renzo Bossi, il figlio asino del senatùr, insorgerebbero tutti o rideremmo a crepapelle. Invece lo ha fatto Veltroni e tutti ad applaudire….
Devo ricordare che Veltroni e/o il suo partito di allora sono stati anche tra i massimi responsabili della trasformazione di quello che era solo Sua Emittenza, il padroncino di tre reti tv solo commerciali, nel più grande editore giornalistico europeo. La solita furbata del menga è stata infatti il far finta di voler combattere Sua Emittenza e la sua visione commerciale della tv e della vita non ridimensionandolo e obbligandolo a rispettare la legge, ma imponendogli di trasmettere anche i telegiornali! I camerlenghi alla Emilio Fede e gli altri dalla schiena prona sono la diretta conseguenza dell’avere voluto fare di Berlusconi il massimo editore europeo di giornalismo televisivo, poi lui ha provveduto anche a quello su carta stampata, ovviamente adeguandolo al pattume da supermarket televisivo. E i risultati infatti si sono visti.
Ricordo inoltre il cinguettio di amorosi sensi tra Berlusconi e Veltroni a un loro dibattito a una Festa dell’Unità alla Montagnola di S. Siro: grandi riconoscimenti al futuro Caimano, in cambio di mano libera su Raitre nell’interesse del partito, che allora mi pare si chiamasse ancora Partito comunista italiano.
Questa faccenda dello spianare la strada a Berlusconi, e poi continuare a tenergliela spianata con altre “incapacità di cogliere”, mi fa venire in mente Massimo D’Alema che a suo tempo s’è sentito in dovere alla vigilia delle elezioni di andare negli studi Mediaset a rassicurare che “Mediaset è un patrimonio dell’Italia, patrimonio da preservare”. Sfido che poi, anche a non voler tener conto di “eventuali” corruzioni e mercati delle vacche sotto banco, dilaghi “l’incapacità di cogliere l’importanza di alcune battaglie democratiche, come la legge del conflitto d’interessi”. Per giunta, il geniale D’Alema, “il più intelligente di tutti”, s’è fatto fregare da Berlusconi, che s’è messo sotto i tacchi anche il “patto della crostata” apparecchiato a cena dal suo fido Gianni Letta senior, così come s’era già fatto fregare da Umberto Bossi quando questi gli ribaltò il tavolo della Bicamerale che, presieduta da D’Alema, aveva un obiettivo storico: impostare le ormai escatologiche riforme del Belpaese, delle quali già si cianciava da oltre vent‘anni.
Il buonismo di Veltroni è arrivato a dare la cittadinanza onoraria di Roma a un papa come Wojtyla, ponendo così le premesse anche delle “visite” di un papa addirittura in parlamento – e poi di un altro al Quirinale – nonostante i papi siano il nemico numero uno della laicità della Repubblica italiana e della autonomia dello Stato rispetto la Chiesa, laicità e autonomia che proprio il parlamento dovrebbe rappresentare e difendere a spada tratta. Come se non bastassero già i Rutelli, le Binetti e i Fioroni…. Convinto di poter trarre profitto dai Berlusconi e dai Wojtyla, oltre che da slogan tipo lo “yen, we can” di Obama, Veltroni mostra tutta la patologia del suo buonismo ecumenico con una frase al Resto del Carlino, parlando off course di Berlusconi: “Non credo che con lui scompariranno anche l’egoismo e l’individualismo”. Sì, ma che c’entra questo con la politica? In un Paese di individualisti sfegatati, tra i quali Cristoforo Colombo, Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, ecc., un dirigente politico non dovrebbe inserire l’individualismo e l’egoismo del nostro dna in un progetto politico che li metta a frutto per il bene collettivo anziché per la rovina collettiva? Chissà, forse Veltroni, romanziere e buonista, ma politico fallimentare da sempre, sogna un Paese dove siano tutti non egoisti e non individualisti….. Mah. Che stia parlando dell’”Isola che non c’è“, cara a Umberto Eco? Oppure del Paese delle Meraviglie, quello di Alice? Beh, certo, in posti come quelli Uòlter le elezioni le vincerebbe a man bassa, governerebbe ottimamente e tutti “vissero felici e contenti“. Qualcuno dovrebbe avvertire Veltroni che lui vive però in Italia. Possibile che chi è stato sindaco di Roma non se ne sia accorto o lo abbia già dimenticato?
Ironie a parte, resta il fatto che Veltroni e D’Alema, per una ventina d’anni i due campioni della sinistra italiana, hanno avuto entrambi “l’incapacità di cogliere” che fare patti col lupo, fidarsi di lui e pure favorirlo, non è una forma di intelligenza politica, ma di imprudenza suicida. Suicida per sé, ma omicida per il Paese. E di vaselina che ha facilitato la transizione dal Noi all’Io di cui proprio Veltroni si accorge e si lamenta candidamente, ma fuori tempo massimo.
Non vorrei infierire: non è stato Veltroni a dire che dopo avere fatto il sindaco di Roma se ne sarebbe andato in Africa, a occuparsi della sua infanzia denutrita e piagata, “a meno che mi si chieda l’assunzione di altre e più impegnative responsabilità”? Che si trattasse di uno spottone auto pubblicitario a base di buonismo a buon mercato, e che in Africa Veltroni col cavolo che ci sarebbe mai andato, era chiaro fin dalla formulazione della frase. Infatti è rimasto in Italia, ha contribuito a far nascere il PD e lo ha guidato, male, come sappiamo. Però, ora che può stare tutto il tempo che vuole ai giardinetti di Villa Borghese, che secondo lui è “il più bel posto del mondo”, perché non si trasferisce finalmente in Africa per davvero? Potrebbe farcisi portare in barca da D’Alema, e magari approfittarne per convincerlo a restare in Africa anche lui.
Che Vittorio Foa non fosse Omero, sia pure “solo” del Novecento, lo si ricava proprio dall’asserito vaticinio a Veltroni. Infatti, fosse stato Omero, alle parole “un giorno toccherà a te, e non potrai tirati indietro” ne avrebbe sicuramente aggiunte altre: “Sarà però meglio per tutti se invece ti tirerai indietro”.
Ma poi: tirarsi indietro per scrivere romanzi non è niente male. Visto infatti che, anche se a giudicare dalle statistiche ufficiali non sembrerebbe, con i diritti d’autore il buon Veltroni riesce a comprarsi appartamenti a New York. Magari piccoli, ma, beato lui che, comunque ci riesce. Sempre più italiani invece fanno fatica ad arrivare a fine mese.
I found your blog on MSN Search. Nice writing. I will check back to read more.
Eric Hundin
x Uroburo
C’e’ un breve commento per lei sul blog precedente.
Anita
nel vecchio blog c’e’ anche un mio post, un po’ polemico, per Uroburo
Peter
x Uroburo
L’esta’ de S.Martin la dura tri di’ e un ciccin……
Abbiamo avuta l’estate di San Martino, fino a domani.
Qui e’ ancora l’undici del mese. A.
x Peter
Anche tu sei a night owl?
Io non vado a letto prima della una e e mi addormento con la TV accesa, se trovo un programma interessante se ne parla dopo le due.
Buona notte,
Anita
Qui sono solo le 7:10 PM.
Dear Mr Hundin
You are very welcome to check back (I guess). However, this blog is predominantly written in Italian language. Can you get by then? Spaghetti, meatballs, Pavarotti, mafia and what have you?
cheers
Peter
xAnita
qui siamo 5 ore piu’ avanti, cioe’ poco dopo mezzanotte. Come mai?!
Peter
x Peter
L’orologio del blog dice che erano le
# 3 – Peter { 12.11.09 alle 2:05 } ?????
Il nuovo ospite ha lasciato il biglietto da visita……..
Ciao, Anita
caro Pino,
cosa vuol che siano 250.000 euro dell’appartamento a NY di Veltroni, in confronto al
– 60 piedi di mogano e carbonio con armo maggiorato e quindi doppio corredo di vele,
-appendici idrodinamiche di nuova generazione
-interni fatti “su misura” con legni pregiati
di Ikarus, 2 milioni sicuri, di D’Alema?
Non meriterebbe anche lui un piccolo interrogativo???
Ma anche quel “tale” che non posso nominare, mise la mano sulla testina del piccolo Massimio dicendo:- questo bambino farà strada!!!
Entrambi figli di papà già impegnati nel pubblico e con le conoscenze giuste!!!
Cosa c’è quindi di male se Bossi col suo figliolo un po’ lento fa la stessa cosa?
Roma ha braccia accoglienti e Villa Borghese è “il più bel posto del mondo”.
Io resto della mia idea; Roma è la città più provinciale al mondo.
Alberto Sordi ne ha fatto un monumento!
buona giornata
Sylvi
Buongiorno a tutti,
Caro Nicotri, quando scrive:-” ma nessuno-ripeto:nessuno- ha nominato il Muro della Palestina”, non so se lei si riferisce a eventuali festeggiamenti, commemorazioni o discorsi relativi al crollo del muro di Berlino avvenuti in Italia.(che non ho seguito, tranne un discorso di Napolitano)
Io pero´ho seguito molto attentamente, (a differenza dei miei figli)il programma gia´iniziato un anno prima e i festeggiamenti conclusivi a Berlino.Festegiamenti durate parecchie ore, sotto la pioggia e cionostante da una piazza gremita di Berlinesi. Oltre ad Obama,che si e´potuto sentire in diretta da uno schermo, ha parlato naturalmente la Merkel, Hillary Clinton, Genscher , Lech Walesa, Kohl, Gorbaciov ecc., ma non solo, hanno potuto parlare anche i rappresentanti di altri paesi tra cui la Palestina e la Corea.
Il “Goethe-Institut” si era impegnata a mandare in viaggio 20 tessere domino in Israele,Palestina,Corea,Cipro, Jemen ecc. per farli improntare da studenti e artisti dei rispettivi luoghi, anche loro quindi, hanno partecipato alla “festa della liberta´” Quelle tessere domino erano li, e sono state spinte per cadere dai rispettivi rappresentanti, che hanno avuto modo ,come quello della Corea e della Palestina di esprimere(poco prima di spingere le tessere) le proprie idee e sogni. Un saluto. Rodolfo
Il vino degli Euganei
Sorelle e fratelli miei
beviam e gustiam il vino dei filari Euganei
alimentiamoci e beviam, beviam
finchè l’oste non ci vorrà allontanar,
beviam, beviam, chissà se l’altro mondo ci sarà, chissà se ci potremmo arrivar.
Chissà se all’altro mondo c’è l’osteria
con l’oste che non ci manda mai via
Questi vini son generosi, genuini, rossi
c’inebriano i cuori e ci rendon gioiosi
il vino va bevuto pian pianino
per poterlo assaporare ben benino.
Non vi voglio narrar la storia della vite
e poi del tino ma vi resterà in memoria
questo vino sopraffino.
La bottiglia marron o verde lo conserva
e ne aumenta il boccato e la fragranza
nel bicchiere chi lo osserva già ne gusta la sostanza.
Se vuoi bene agli amici e alla famiglia non arrovellarti il cervello compra e stappa ‘sta bottiglia che è degli Euganei il menestrello.
Mangia, bevi e gusta in compagnia senza remore, rancori, riguardi e così sia, in festa brindiam,
cin-cin-cin in allegria con Pasquino e così sia.
“E’ pur bello vivere e veder quando le donne e gli uomini sono ebbri
Quando essi hanno una bottiglia di vino
da bere ed i loro cuori sono leggeri e felici”
In questa valle di lacrime questo è il minimo che possiam permetterci.
x Rodolfo
Mi riferisco ai discorsi dei leader occidentali a Berlino, e in particolare a quanto riportato dalla stampa italiana. Che brilla sempre di più per retorica, populismo e siderale distanza dalla realtà. Ci parliamo addosso, finché nelle chiacchiere retoriche affogheremo, cosa che ovviamente spero non avvenga. Siamo il Paese della Memoria diventata alibi per la mancanza di memoria. Non a caso abbiamo eletto Berlusconi fino a farlo diventare più volte capo del governo. Pronti a farlo diventare capo dello Stato e, perché no?, anche papa.
Un saluto.
pino nicotri
x Sylvi
Nella versione iniziale il mio nuovo intervento comprendeva alcune righe su D’Alema, dedicate a un ben preciso interrogativo che – ahilui – non si riferisce alla barca, il cui acquisto è stato setacciato da quasi tutti un po’ e non pare presentare zone oscure. Oltretutto l’Ikarus è in comproprietà con altri. La mania di volere poveri i dirigenti di sintra è una brutta mania. Mi ricordo un imbecille diventato famoso col Grande Fratello – o con l’Isola dei Famosi? L’incertezza deriva dal fatto che non guardo mai la tv, se non Report e a volte la Litizzetto – che sbeffeggiava Benigni perché “è di sinistra ma ci ha una bella villa dalle parti del Gianicolo”. Marx, figlio di un rabbino, se non ricordo male sposò la figlia di un ministro dell’Interno. Fidel Castro viene da una delle migliori famiglie di Cuba. L’imbecille blateratore ex Grande Fratello o affini invece non so da dove venga, ma è rimasto un imbecille, effimero peto nel firmamento petatorio delle star di cartapesta.
Ho tagliato le righe su D’Alema perché il pezzo è – as usual – fin troppo lungo, essendo io un logorroico “represso compulsivo”. Se però lei fa mente locale, se ha seguito sempre i miei commenti, scoprirà che le cose da dire su D’Alema le ho già dette tutte…. Anche se è meglio ripeterle e riassumerle. Lo farò. Ma l’avere già definito, come ha fatto Cossiga, D’Alema “uno dei migliori uomini di Berlsuconi” mi pare sia già un epitaffio da pietra tombale.
Un saluto.
pino
Ultime notizie——-Ultime notizie……….ultime notizie………
La Russia, secondo le volonta´e le intenzioni di Dmitri Medwedew e´destinata a diventare una potenza mondiale. Per questo deve sormontare e recuperare posizioni, e deve gia´a monte sostanzialmete modernizzarsi. Questo nel suo alla nazione secondo discorso tenuto al Cremlino.
La Russia non puo´ vivere di rendita sugli allori , sulle conquiste e acquisizioni dei tempi dell´Unione Sovietica. Per il rinnovo bisogna basarsi e appoggiarsi di piu´ai principi democratici.Cosi Medwedew.
Il capo del Cremlino ,oltre cio´, ha criticato con veemenza la vergognosa e bassa capacita´di concorrenza e competizione dell´industria e dell´economia Russa, cosi come la alta dipendenza del paese da gas e benzina. Rodolfo
Errore, non una potenza mondiale( lo e´gia´), ma la prima.
http://palestinemonitor.org/spip/spip.php?article1164
Ha ragione Nicotri: l’Europa resta la solita ingorda ipocrita amante dei due pesi e due misure. Ma resterà vittima del proprio sconcio opportunismo.
Shalom
caro Pino,
non è una mania di veder poveri i dirigenti della sinistra.
E’ proprio coerenza di chi taccia da ladri per definizione, tutti indistintamente gli imprenditori, grida al capitalismo sfruttatore e poi mentre lo fa ha tenori di vita che sicuramnte non tutti gli imprenditori possono permettersi.
O cambiano predica, o danno il buon esempio, quando vogliono la tanta sbandierata uguaglianza, o seppelliscano definitivamente Marx.
Dove sta la differenza con i preti che predicano bene e razzolano male?
Dov’è uno della sx che abbia detto : – di questi tempi, con il popolo che tira cinghia, diamo l’esempio e diamoci un assegno parlamentare UGUALE a quello di TUTTA Europa.
So che lei non le ha risparmiate a D’Alema ma il mio voleva essere anche un discorso generale.
Non sono credibili, tutto qui.
Ps : Sui giornali specializzati si ironizza sulla comproproprietà
della barca di D’Alema:
saluti Sylvi
x Sylvi
Cara Sylvi,
credo sia sbagliato chiedere ai politici che diano il buon esempio. Sono politici, non preti o santi. Il politico è come il cardilogo, il chirurgo o il dentista: devono saper risolvere i problemi politici, cioè della convivenza e del progresso sociale, così come il chirurgo deve sapere operare bene, il dentista curare i denti e il cardiologo il cuore dei loro pazienti, e cosa fanno in privato sono affari loro purché, ovviamente, non delinquano. Non mi dica che lei come medico non va a scegliersi un medico bravo, ma uno magari schiappa che però paga tutte le tasse, è monogamico, non va a trans, non sniffa, non fuma “erba”, non dice le parolacce, ecc.
Le dirò di più: anche gli industriali dovrebbero saper fare il loro mestiere, poi nel privato sono affari loro. Ma il dramma è che, a partire dagli Agnelli e a finire alle Marcegaglia, più che altro sanno “chiagnere e fottere”, cioè fare prodotti mediocri, poco competitivi, e incassare soldi pubblici come regalo.
Sarei felice se D’Alema avesse 10 barche, garari solo sue, ma sapesse fare il leader della sinistra e il politico conseguente. Mi voglio rovinare: me ne fregherei anche del passato di Berlusconi, con ingombranti sceletri in vari armadi, e delle sue manie sessuali SE (ripeto: SE) sapesse fare il politico nel senso di risolvere i problemi dell’Italia e non solo i suoi giudiziari od ormonali.
Un saluto.
pino
P.S. Curioso però che i cattolici pretendano che l’esempio lo diano i politici, soprattutto quelli di sinistra, ma non il papa o i cardinali o i vescovi. Abbiamo un papa e un segretario di Stato protettori mondiali dei preti pedofili, un papa gay che convive col suo favorito e però dà addosso ai diritti civili degli omosessuali, un capo della Cei pronto a pretendere altre regalie per la scuola cattolica – in modo da scassare ulteriormente quella pubblica – e un sacco di preti di tutti gli ordini e gradi che si impicciano di staminali, antidolorifici, pillole del giorno dopo o del giorno prima, anticoncezionali, testamento biologico, diritto d’aborto, divorzio, darwinismo, ecc., con la stessa greve ignoranza dei tempi non solo di Galilei, eppure i cattolici l’esempio lo pretendono da D’Alema! Ma, si badi vene, NON da Berlusconi!!! Pazzesco, ma vero. E del resto, quando si viene educati fin da neonati a buttare alle ortiche l’intelligenza critica per sostituirla con la fede intesa come creduloneria a quello che di volta in volta viene deciso come “Verità” in Vaticano, oggi una cosa e domani il suo contrario, queste sono le conseguenze.
caro Pino,
lei non ha risposto alla mia domanda:-
Perchè non propongono un assegno per loro UGUALE a quello dei colleghi europei?
O forse i politici sono più bravi qui che altrove? E quindi vanno pagati meglio, anche quelli che tuonano per disoccupazione, welfare da sottosviluppo ecc. ecc. ma che si tengono ben stretto assegno e relativi benefit lunghi come un’autostrada
Quello che fanno dei loro soldi non mi riguarda, mi riguarda quanti se ne danno!!!
Agnelli e la Marcegaglia non sono al mio servizio, i politici sì!!
Ma se non tagliano le unghie a se stessi come fanno a tagliarle agli altri?
Ps: “certi” cattolici fanno le bucce, eccome, ai preti!!!
Io non mi sento credulona, e non ho mai buttato alle ortiche la mia (eventuale) intelligenza critica.
Si, l’esempio lo pretendo da D’Alema, non da Berlusconi perchè è D’Alema che ho (purtroppo) indirettamente votato.
Tutto il resto è lontano da me e non solo fisicamente!
Sylvi
x Sylvi
Non ho risposto a quella sua domanda perché non mi pareva rilevante, ed è anche un po’ populista se non demagogica. Ma le rispondo volentieri ora. Credo sarebbe opportuno che le retribuzioni dei nostri parlamentari si allineino a quelle dei loro colleghi europei, ma io ho sempre detestato l’egualitarismo al livello più basso. Preferirei, per esempio, che i parlamentari degli altri Paesi europei fossero retribuiti come i nostri. Tra l’altro, mi pare che i membri del parlamento europeo prendano di più, e molto, dei membri dei parlamenti nazionali. Immagino già la sua domanda: perché i parlamentari europei non prendono uno stipendio eguale a quello degli altri?
Il problema però è sempre quello, anzi i problemi al plurale. 1) I nostri parlamentari guadagnano troppo NON in assoluto, ma in relazione a quanto producono. Idem per i vari consiglieri e assessori regionali, ecc. E idem per i vari amministratori delegati, “capitani d’industria” e delle banche, tutti ingrassati col parassitismo del denaro pubblico; 2) I nostri parlamentari guadagnano troppo rispetto quanto producono perché sono italiani, hanno cioè una pessima educazione civica e civile, una morale colabrodo, e sono potenziali profittatori, spesso non solo potenziali. Frutto, tutto ciò, della morale cattolica: ruba quanto ti pare, delinqui quanto vuoi, tanto poi ti fai un bel bidet in confessionale e io ti asciugo il culo, cioè ti assolvo. Col tariffario, ovviamente.
Un caro saluto.
pino
xPino
un papa gay che convive col suo favorito? e chi sarebbe questo papa? sono curioso
Peter
XXI CENTURY TERRORISTS
VIDEO
http://www.informationclearinghouse.info/article23944.htm
Il Muro di Berlino è stato smantellato anche per rendere possibile questo.
RICORDANDO I VETERANI E I MORTI
Blood on Their Hands
By Eamonn McCann (UK)
“I am making this statement as an act of willful defiance of military authority, because I believe that the war is being deliberately prolonged by those who have the power to end it… I have seen and endured the sufferings of the troops, and I can no longer be a party to prolong these sufferings for ends which I believe to be evil and unjust.”
http://www.counterpunch.org/mccann11112009.html
caro Pino,
ma lei gira il mondo! Sa come funziona all’estero!
Anche se dopo un po’ che si parla esce che anche loro hanno i loro problemi con i governanti e ce li spiegano con tono indignato!
Noi? Non sappiamo se ridere o piangere facendo i debiti confronti con i nostri!
L’ultima volta che sono stata ad Avignone, tre Natali fa,- a proposito c’era il Presepio con statue a grandezza d’uomo nella sala d’ingresso del Municipio!!- chiesi ad amici:
ma non potreste riprendervi il Papa, oppure almeno tenerlo per sei mesi l’anno?
Non le dico che cosa mi risposero per non ringalluzzire il suo anticlericalismo già notevole!
Ma poi, seriamente , mi dissero:
– Che ne sarebbe di Roma senza il turismo cattolico vaticano?
Non è una città di investimenti stranieri, non è una città produttiva, è una idrovora di soldi pubblici che dovrebbe campare con i quattro turisti che oltrettutto “pelate” gagliardamente.
Credi che bastino il Colosseo e i Fori Imperiali o la Fontana di Trevi? Tenetevi stretto il Vaticano se volete sopravvivere.
Non ho saputo cosa rispondere, e non mi capita spesso!
L’ho già scritto: Medugorje è la più grossa Industria della Bosnia Erzegovina! Hanno fatto l’autostrada per portarci i pullman!
Stanno ampliando l’aeroporto!!!
E se lei ci passa vedrà che le targhe non sono italiane, se non in infima parte!
Che ne fa lei di tutti questi “creduloni”? Non li vorrà mica eliminare, sono sicura di no!
I nostri atei governanti di sx non credono alla confessione che tutto cancella, perciò altra etica li dovrebbe guidare!
Lei mi dirà che sono cresciuti nell’aura cattolica…già…ma ora dovrebbero essersi smarcati da tale influenza e dovrebbero attaccarsi alla Costituzione, che è laica…se lo fa persino una cattolica come me….
” hanno una pessima educazione civica e civile, una morale colabrodo….” e nelle sue parole sento la mia stessa indignazione e impotenza.
Il Vangelo in tutto ciò c’entra veramente poco, se non per il riferimento ai mercanti nel tempio!
Saluti Sylvi
Caro Shalom, spero che tu sia cosi ragionevole da vedere le cose cosi come anche Nicotri le vede,in una parte del suo post. C´e´muro e muro secondo me. Nel corso e nell´occassione dei festeggiamenti per la caduta del muro di Berlino, si sono avute parecchie manifestazioni di associazioni e attivisti per la pace in Medio Oriente, invocando l´eliminazione del muro in Israele. Nel fotografia del tuo post si vede solo una fessura, quella non e´sufficiente e si ripara in mezz´ora.
Ma si parla del muro Israeliano come se al mondo non ci fossero altri muri, a cominciare di quello della EU ,del muro Saudita in territorio Jeminita, lungo la frontiera dell´India o lungo la frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico. La costruzione di questi baluardi servono ad evitare i pericoli di nemici, terroristi o anche alla marea di gente che cerca lavoro(illusione). Mentre il muro di Berlino era stato eretto per evitare l´evasione(galera) di un popolo, non alla ricerca di lavoro ,ma alla ricerca della liberta´.
Il muro di Berlino, me lo concederai, e caduto insieme alla “cortina di ferro”. Solo in Corea, fino ad oggi c´e´un muro che divide lo stesso popolo. La caduta del muro di Berlino non e´altro che un simbolo della riunificazione di Berlino e della Germania e la fine della ” guerra fredda” Finche´gli Europei non sono disposti a farsi inondare da milioni di Africani, e gli Israeliani a non farsi saltare in aria negli Autobus , e´illusorio di esigere e pretendere solo la caduta di un muro, e ignorare il motivo per cui e´stato eretto. Che Nicotri si lamenti per le persone che non fanno in tempo per via del muro ad arrivare in un ospedale ,e´comprensibile, ma e´solo la “causa – effetto” purtroppo. Oppure bisogna comprare a scatola chiusa l´eventualita´di altre tragedie, peraltro sicure.
A questo Israele non e´stata disposta.
Non e´stato mica il muro di Berlino che ha precluso e impedito la pace, ma la divisione della Germania Ovest e la Germania comunista sotto occupazione Sovietica.
Ma , secondo me, caro Shalom, ci sono altri motivi per cui non si puo´comparare il muro di Berlino con il muro Israeliano.
Israele e i Palestinesi sono in guerra, persino Goldstone da´ai Palestinesi il diritto della resistenza armata . Il governo Israeliano al contrario si impegna e si sforza solo a difendere e preservare la sicurezza e la incolumita´dei propri cittadini . In questo caso dunque noi abbiamo un muro che non e´una barriera , un ostacolo per la pace, no, anzi e´il contrario. Il muro ha portato alla fine dell´intifada e dopo anni dove si e´versato sangue, (e mo´lo so dove qualcuno andra´a parare) ha portato all´inizio almeno di colloqui.
Il mio parere e´dunque, che non e´il muro ma la guerra l´impedimento alla pace. Un saluto. Rodolfo
xPeter
quella domanda del 23, volevo porla anch´io, poi ho pensato di evitare, perche´penso che quello e´terreno minato, anche per Nicotri.
Rodolfo
Dalla Salme dei Santi a quella di Lenin!
Ah!! cosa non si fa, per quattro soldi!
In effetti la strada giusta sarebbe senza Salme..guarda un pò il “casino” che è successo per una salma scomparsa!
cc
SYlviiiii…!!! Ma che mi dici mai…. (con la voce di topogigio)
Dire:
con riferimento ai dirigenti dell’ex PCI è una madornale bestemmia, loro Marx lo hanno seppellito da mo’ con quasi tutte le sue idee e interrato molto profondamente, quasi quanto profondamente la chiesa cattolica ha seppellito le idee che si richiamano ad un certo (fantomatico) Gesù di Nazzaret o ad un certo (più storicamente verificabile) Francesco da Assisi.
Il continuo voler far le bucce ai dirigenti della mezza-sinistra sulle loro reali o presunte ricchezze non mi piace neppure quando è espresso dai nullatenenti di fede comunista, ma se lo fa gente agiata che condivide le leggi del capitalismo assume un carattere peloso, sintomo di una certa coda di paglia e di doppiezza intellettuale. Ricordo sempre con disgusto la campagna montata a suo tempo su Berlinguer proprietario dell’isola Piana, isolotto vicino all’Asinara che per lungo tempo veniva concessa gratuitamente ai pastori, ed in seguito ceduta, sempre gratuitamente, allo stato con l’unico (intelligente) vincolo di mantenerla allo stato naturale.
Va poi detto che certe critiche sul “predicar bene e razzolar male” di esponenti della sinistra, sarebbero un poco più credibili se ogni tanto ci si accorgesse anche del macroscopico divario tra il professare uguaglianza e povertà delle gerarchie vaticane ed il loro comportamento pratico quando sfilano pacchianamente agghindati in paramenti tanto costosi quanto kitsch, altro che lo yacht di Dalema, con uno di quei crocioni tempestate di pietre preziose quanti Yacht ci stanno?
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
Vado a prepare la” Bagna Cauda” e così per darmi “coraggio”, dopo aver pregato sotto il Simbolo del Santo Fujiot non mi par vero di dedicarVi questa poesia di Neruda
Ahh!!.. l’arte poetica ..che cosa sublime..
..Olio,
recondita e suprema
condizione della pentola,
piedistallo di pernici,
chiave celesta della maionese,
delicato e saporito apostolo di insalate
soprannaturale nell’inferno bollente
dei porporati pesci.
Olio!nella nostra voce
nel nostro coro,
con intima mitezza possente
tu canti
sei lingua patria
ci sono sillabe d’olio,
ci sono parole
utili e profumate
come la tua fragrante materia.
Non soltanto il vino canta,
anche l’olio canta,
vive in noi con la sua luce matura
e tra i beni della terra
io bramo,
olio,
la tua inesauribile pace,la tua essenza verde
il tuo ricolmo ricolmo tesoro che discende
dalle sorgenti dell’Ulivo.
cc
Ps- dedicata anche anche a tutti i contadini palestinesi , presi sovente a “piombo” durante la raccolta .
Dedicata anche a tutti gli olivi palestinesi che stanno “scomparendo”, per la costruzione del muro della sicurezza.
xVox,
molto lieto che lei abbia cambiato idea e che continui a collaborare, anche se a suo modo. Non si dimendichi che lei , nei miei confronti e´debitore di due chiarimenti. Ha ancora la possibilita´di ammettere di essersi inventato di sana pianta, sia i famosi tre studiosi che si trovano in prigione in Germania per negazionismo, sia quel famoso sondaggio del “Berliner Zeitung.
Penso che essere sinceri con se stessi, dimostrare quanto si sbaglia un minimo di umilta´, sia il presupposto per essere almeno in pace con se stessi. Se no, che vita e´. Rodolfo
What Goldstone says about the US
Firstly, if Israel is guilty of committing systematic war crimes across Gaza and the West Bank, then the US, which supported, funded and armed Israel during the war, is an accessory to those crimes.
Put simply, if there is blood on Israel’s hands, than it is has dripped all over America’s shirt.
http://english.aljazeera.net/focus/2009/11/2009111174626931966.html
PERCHE’ IL RAPPORTO GOLDSTONE NON PIACE AGLI USA
Se Israele e’ colpevole di crimini sistematici contro l’umanità a Gaza e nella West Bank, vuol dire che gli Usa, i quali hanno finanziato e armato Israele durante gli attacchi, sono complici di questi crimini.
(Il “se”, naturalmente, è puramente retorico)
x Peter
un papa gay che convive col suo favorito?
_____________________________________
Qui corre la voce di uno che convive nella casa piu’ famosa a Washington DC…..
?????
Anita
Toccagli Marx…e AZ schizza come olio in pressione!!!….
Ma caro AZ, di questo passo anche Dalema avrà, fra duemila anni, il
copyright di tutti i cantieri nautici di mezzo mondo…l’altro mezzo spero darà lavoro a noi, per poter aumentare il capitale e la coda di paglia…
Aggiungo soltanto che il paragone con Berlinguer mi sembra blasfemo…Altra pasta, mio caro!!!
Che cosa significa condividere le leggi del capitalismo?
Te lo chiedo seriamente…
Aggiungo soltanto che chi lavora con correttezza, producendo, sul mercato e per il mercato non compra Yacht che evidentemente può permettersi solo un politico e chi ha protezioni da un politico!
E non dirmi che sono invidiosa, anche perchè tu sai benissimo che una barca di 60 piedi deve essere condotta da marinai provetti, non da un uomo e mezzo mozzo che sarei io!!!
Comunque ti invito ufficialmente a Udine, sarai mio ospite gradito, ti faro fare le pulci all’azienda e vedrai dove sono finiti i nostri soldi!
ciao Sylvi
OBAMA
potrebbe decidere di respingere le varie opzioni che prevedano un massiccio invio di altre truppe e prendere in considerazione un piano di uscita dalla guerra in Afghanistan.
http://refreshingnews9.blogspot.com/2009/11/barack-obama-to-reject-afghanistan-war.html
Barack Obama ‘to reject Afghanistan war options in favour of plan with clear exit strategy’
Barack Obama is to reject all of the options outlined for increasing troop numbers in Afghanistan in favour of revised plans which include a clear exit strategy, it has been claimed.
The report came from a senior administration official close to the high-level deliberations Mr Obama is holding with his war cabinet over the refocusing of the Afghan war effort.
According to US reports… he is putting up considerable resistance to the strategy put forward by the Gen Stanley McChrystal, the US Nato commander in Afghanistan, to increase troop numbers by 40,000 for a counterinsurgency drive.
(ANSA) – TEL AVIV/RAMALLAH, 12 NOV – Un centinaio di ulivi
abbattuti in segno di sfregio in un terreno di proprietà
palestinese non lontano da Nablus: è l’ultima impresa
attribuita in Cisgiordania a gruppi di coloni ebrei
ultranazionalisti, secondo quanto riferiscono oggi sulla base di
testimonianze dirette media sia palestinesi sia israeliani.
Lo scempio, comune a non pochi episodi simili recenti e meno
recenti, è stato scoperto stamattina. Secondo l’agenzia
palestinese Maan, gli alberi distrutti risultano essere non meno
di un’ottantina, mentre secondo fonti di prima mano citate da
Ynet, l’agenzia online in lingua inglese collegata con il
giornale israeliano Yedioth Ahronot, sono stati esattamente 97.
L’atto vandalico, definito “provocatorio e inaccettabile”
anche da un rappresentante dell’autorità civile israeliana
responsabile per il settore nord della Cisgiordania, pare sia
stato compiuto nottetempo da un manipolo di coloni provenienti
da uno dei più turbolenti insediamenti ebraici della zona,
quello di Yitzhar.
“Non mi vergogno di ammettere che ho pianto quando ho visto
questo massacro sulla mia terra”, ha detto a Ynet il
proprietario dell’oliveto, Akram Amran. “Questi alberi – ha
soggiunto l’anziano agricoltore – hanno più di 60 anni e io li
curavo come fossero figli. Stamattina mi sono quasi sentito
mancare: la mia famiglia coltiva questi ulivi da mezzo secolo e
vederli morire nel giro di una notte è molto duro”. (ANSA).
x Peter e x Rodolfo
Il papa gay è il signor Ratzinger. In base ai dati ufficiali della Casa Pontificia vive con lui il suo bel segretario personale don George Genswein. Che Ratzinger fosse gay era cosa nota da ben prima che diventasse papa. Qualche mese fa in un liceo di Milano un sacerdote invitato a parlare agli studenti e ai docenti di non ricordo quale tema ha sorpreso tutti dicendo testualmente: “Peccato che questo papa nonabbia il coraggio di vivere apertamente la sua omosessualità”.
Ovviamente che il papa sia gay, come del resto lo era Paolo VI e altri papi di secoli or sono, o eterosesuale come Pio XII, che s’era portato dalla Germania la sua suor Pascalina Lehner, e una marea di papi scoponi e padri di vari figli, sono solo affari suoi. Quello che invece è affare di tutti è che rompe la scatole contro i diritti civili degli omosessuali.
Un saluto.
pino
Cara Sylvi
No per Marx AZ non “schizza” ne apprezzo le sue teorie ma soppesandole e guardandole alla luce dei tempi che comunque cambiano, prendere Marx come vangelo è il peggio sevizio che si può fare al suo pensiero. Sull’uomo sulla sua coerenza e moralità molto si è detto, forse è vero che campò alle spalle dell’amico Engels (per lui schizzerei più che per Marx) ed anche che ebbe un figlio da una cameriera, ma vero o non vero questo non inficerebbe una virgola del “Capitale”.
Tra Dalema e Berlinguer non ho fatto nessun paragone e tanto meno accostamento, pur nel mio dissenso politico con entrambi il mio divario di giudizio sulla persona è enorme.
Su altre cose vedremo poi, la moglie mi reclama per andare a far spese ed io ad una certa coerenza ci tengo
Salutoni . Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x VOX -#36-
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/01/12/AR2009011203492_pf.html
Anita
PER RISTABILIRE LA VERITA’
Per Sylvi fortemente imbevuta della propaganda anti D’Alema.
La verità su casa e barca
Lettera a La Repubblica 24 Febbraio 2004
Caro Direttore,
chiedo scusa se nel corso della lettera sarò costretto a riferirmi anche a questioni di carattere personale, ma è purtroppo su questo piano che negli ultimi giorni sono stato chiamato in causa. Il fatto che ciò sia avvenuto in modo non esplicito ma pesantemente allusivo non cambia la sostanza come dimostrano i molti, e tra questi lo stesso Eugenio Scalfari, che hanno ravvisato nelle parole del capo del governo un riferimento diretto alla mia persona. Per ovvie ragioni fatico a riconoscermi nell’identikit tracciato da Berlusconi. Non solo per l’ovvia ragione che in vita mia non ho mai rubato, ma per il tenore di vita mio e della mia famiglia. Non posseggo case al mare né in montagna. Ho dovuto vendere quella nella campagna umbra che ci aveva lasciato nostro padre per poter comprare la casa nella quale vivo avendo deciso di abbandonare quella dove ero in affitto perché di proprietà di un ente pubblico. Per completezza di cronaca, aggiungo che l’acquisto della nuova casa è stato reso possibile solo dall’integrazione di un mutuo rilevante per il quale fortunatamente i tassi di interesse sono assai bassi grazie all’assennata politica del centrosinistra. Neppure della famosa barca sono proprietario per la semplice ragione che non ero in condizione di acquistarla. Il che mi ha fatto optare, insieme ad alcuni amici, per la soluzione di un leasing quinquennale. Mi sento quindi assolutamente tranquillo, in primo luogo con la mia coscienza. So di vivere del mio lavoro e di non avere nulla da rimproverarmi sotto il profilo della trasparenza nell’esercizio delle mie funzioni pubbliche. E tuttavia Berlusconi un primo parziale successo lo ha ottenuto. Lui pluri-indagato e rinviato a giudizio per gravi reati, è riuscito a mettere sotto accusa i suoi avversari politici. A costringerli a dimostrare la loro innocenza con uno stile inquisitorio che altro non è se non la faccia speculare del garantismo lagnoso che si manifesta quando in ballo è la sua personale impunità e quella dei suoi sodali. Sarà anche un segno di disperazione politica e tuttavia sarebbe un errore sottovalutare il pericolo di una controffensiva che imbarbarendo lo scontro cerca nella rissa la via d’uscita possibile per non rispondere delle proprie responsabilità nel governo del paese. E’ importante che le forze democratiche sappiano reagire in modo da evitare la trappola. Questo significa a mio avviso tener conto di due criteri. Il primo è non inseguirlo sul terreno dell’aggressione personale, dell’insulto, dell’insinuazione. Berlusconi, come ha scritto ieri Curzio Maltese, deve rispondere agli italiani delle condizioni reali del paese. E in questo senso noi dovremo inchiodarlo alle sue responsabilità. Il secondo criterio è nel non contribuire a quel qualunquismo antipolitico, a quel disprezzo verso i partiti e le istituzioni, che anche quando agitato da sinistra finisce per creare un terreno favorevole alla destra reazionaria. Considero questo un nodo decisivo per il nostro campo. Se davvero Berlusconi e il suo modo di fare politica sono un pericolo per la convivenza democratica noi tutti abbiamo il dovere di prendere alcune misure straordinarie. E tra queste, la scelta di coltivare una solidarietà speciale e un rispetto reciproco tra quanti le istituzioni vogliono per davvero difendere. Sotto questo profilo vorrei dire a Eugenio Scalfari del quale ho molto apprezzato l’articolo che ha stimolato questa mia lettera, che non ho offerto a Berlusconi alcun salvacondotto ma soltanto la possibilità di fare qualcosa di utile per il paese con quelle riforme costituzionali che avrebbero potuto rendere più forte la nostra democrazia dando luogo a un bipolarismo normale. D’altra parte non c’è dubbio che se davvero qualcuno gli avesse offerto un salvacondotto, Berlusconi se lo sarebbe preso. Può darsi dunque che io sia stato ingenuo a pensare che l’uomo potesse fare qualcosa di utile per l’Italia, ma questa è l’unica responsabilità che mi si può eventualmente addebitare. Una colpa per altro – me lo lasci dire – per la quale ho già pagato ampiamente e di persona.
xIl polemista
Ammazza ao´, che bella lettera.
A parte la barca e l´appartamento, nessuno ne puo´ o vuole dubitare.
Per quanto riguarda il resto , sembra un testamento politico e se guardiamo la data 24 Febbraio 2004, mi domando come e in quale modo ha onorato quei bei pensieri, nell´arco di questi ultimi 6 anni.
Rodolfo
x il polemista
A Roma era in affitto in un bell’appartamento di un ente pubblico e pagava una sciocchezza.
C’è stato allora una grosso scandalo, che non riguardava solo lui a dire il vero, e se n’è dovuto andare.
Il leasing quinquennale su due milioni sa quant’è? ora è scaduto e l’ha rilevata, e sempre di milioni si parla.
Marrazzo ha mutui per due milioni…neanche fossero bruscolini…
E non è vero che le questioni economiche di un politico sono privacy, non lo sono in nessuna nazione civile.
Anzi dovrebbero, dico dovrebbero, essere a disposizione di tutti i cittadini.
Per l’efficacia della sua attività politica i fatti parlano per lui.
Sylvi
Per Anita
Ho risposto.
Un saluto U.
Caro Peter,
in effetti lei è talvolta polemico senza ragione, soprattutto su certi temi. Ma ne abbiamo già parlato.
Certo, cosa fatta capo ha, solo che adesso ci sono dei movimenti che vogliono disfare quel che è stato fatto e non è poi detto che non ci riescano. Il fatto è che ben pochi vedono l’utilità di mantenere questo stato di cose che ormai ha scontentato tutti.
Parlo dell’annessione miliare del Meridione proprio perché fu in quella zona che si ebbero, immediatamente dopo le maggiori resistenza (il cosiddetto banditismo). Indici di gravi problemi economico-politico-sociali. In Centro le cose andarono un po’ meglio.
I seguaci di Garibaldi erano pochi, rispetto al paese; esprimevano un avventurismo molto giovanile e con scarsissimo seguito. Non erano neppure delle avanguardie erano solo pochi giovani presi dal fascino di un grande condottiero (di guerre leggere). Questo non vuole essere un giudizio negativo ma solo una descrizione storica.
Gli inglesi hanno favorito l’unità del paese, in effetti in funzione antifrancese, ed i nostri governi si sono sempre preoccupati di aver ottimi rapporti con loro; siamo entrati in guerra nel 1914 per le loro sottili costrizioni. L’unico a non aver capito che noi NON POTEVAMO avere cattivi rapporti con l’Inghilterra è stato quello scemo del Buce….. “Il più grande uomo politico del suo secolo!”
Gli inglesi volevano che noi ci tenessimo ancora il Savoia, che è tutto dire. Poi è arrivato l’Usaegetta.
Io non so se ancora ora qualcuno pensa che noi siamo dei voltagabbana, cosa per altro verissima, ma certamente noi siamo un paese sconfitto e militarmente occupato. Ancora ora. Noi non conosciamo ancora TUTTE le clausole dell’armistizio e del trattato di pace.
Un saluto U.
Ieri sera ad “Anno Zero” si e´capito meglio la situazione aberrante di Napoli. Sono state intervistate parecchie persone, gente con poca cultura, come me peraltro, ma non fesse. Parecchi hanno dimostrato umilmente di non avere coraggio, dimostrando cosi di averne tanto.
Non vogliono scappare, tanto che ,se non c´e´nessuno che va´a ricordare loro la situazione anomala in cui vivono, si assuefano.
Uno dice:” Perche´vi scandalizzate, tutto questo da noi e´normale”.
Un´altro invece:-” Quando la camorra dice di fare una cosa, la fa´.
Quando lo stato dice di fare una cosa, non la fa´”.
E non mi puo´venire in mente nient´altro che questa canzone:-
http://www.youtube.com/watch?v=QjOIPK4ug5w
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Nella trasmissione c´e´stato un momento di ilarita´,quando
Di Pietro ha raccontato che l´altro ieri in Parlamento l´intera seduta
e´trascorsa discutendo di quanti centrimetri al massimo , puo´essere lunga la coda di un cane o le sue orecchie, e che l´intera seduta si e´conclusa senza poter essersi messi daccordo.
Ora, e´possibile, che con tutti i gravi prolemi che abbiamo si possano perdere ore a discutere sulla lunghezza della coda di un cane?
Ma in che mondo viviamo, non provano l´umilta´della vergogna questa gente? Non hanno il coraggio di guardarsi negli occhi a vicenda( oppure al mattino quanto si abbelliscono di fronte allo specchio) e domandarsi:-“Ma che stiamo facendo?” e sputarsi in faccia? Rodolfo
Per la Signora Sylvi ostinataed ingiusta anti D’Alema.
Quì di seguito le pubblico un’intervista sulla barca dell’On. D’Alema, articolo mai smentito e che da allora ha raffedato tutte le ingiuste fobie anti D’Alema.
Di Gennaro De Stefano, pubblicato su Oggi 2002 N° 39
Regalerei la barca a D’Alema ma lui ha preferito pagarla. La metà
Oltre all’ex capo del governo, l’affare lo ha fatto chi gliel’ha (s)venduta: il cantiere ha rinunciato al guadagno immediato, puntando sulla pubblicità indiretta che gli farà l’onorevole.
«Lo scafo costa 430 mila euro», dice il deputato, «ne sono proprietario per un terzo e parte dei soldi provengono dalla vendita del’“Ikarus”: i miei introiti sono pubblici e puliti»
di Gennaro De Stefano
——————————————————————-Roma, settembre
U n interrogativo «angoscioso» ha solcato i mari nella tempestosa estate italiana: è miliardaria o no la barca che si sta costruendo Massimo D’Alema?
E se è miliardaria (in vecchie lire, naturalmente), è lecito o no che il Presidente del più grande partito di opposizione ex e post comunista, possegga un bene futile come quello di uno scafo in legno lammelare e carbonio, vero gioiello dell’ingegneria navale?
Accogliendo una provocazione dell’ex presidente del Consiglio, siamo andati nel cantiere Stella Polare di Fiumicino a toccare con mano lo scheletro della barca, Antonio Balestrieri, stanno costruendo Ikarus II, al prezzo fissato di 430 mila euro, vele e strumentazioni escluse.
Lì accanto, però, la gemella di Ikarus II, che si chiama Birillo e che appartiene a un noto imprenditore milanese, costerà un milione di euro. «Il contratto con D’Alema e i suoi soci e stato firmato sulla base di 430 mila euro», dicono all’unisono Di Veroli e Balestieri. «È anche vero che, una volta terminata, a seconda degli accessori che saranno installati, il valore sfiorerà il milione, come accade per la gemella che stiamo terminando, anche se Icarus II avrà rifiniture meno lussuose, di Birillo», dice David.
«Sono stato io a convincere D’Alema a farsi costruire la barca da noi. Le cose sono andate così: lui veniva qui spesso ad ammirare l’arte del mio socio, uno dei pochi maestri d’ascia che operano nel Lazio. Un giorno gli ho detto: “Presidente, gliela costruico io la barca da regata, la più veloce e moderna sul mercato, anzi gliela faccio praticamente gratis.
Lei avrà un prodotto di grande qualita a un costo contenuto, io, spero, così, di avere quella risonanza che mi consentirà di farmi largo nel mercato”.
Sono passati 6 o 7 mesi, ogni tanto gli telefonavo e gli ricordavo l’offerta.
Alla fine, ha rifiutato il tutto gratis e abbiamo trovato l’accordo sulla cifra che ho detto».
Insomma, una promozione pubblicitaria vera e propria, un investimento (la rinuncia al guadagno) che per Di Veroli e Balestrieri è un ritorno d’immaggine e anche economico un biglietto da visita di indubbio pregio.
E, infatti, di barche come quella di D’Alema e dell’imprenditore milanese proprietario di Birillo, ne sono in cantiere altre tre. Vuol dire che, nel mondo della nautica, si è sparsa la voce e i due imprenditori cominciano a raccogliere i frutti del loro ??? costruire la barca di D’Alema a prezzo di costo.
Lo scoglio della casa l’abbiamo superato, vediamo se riusciamo a superare l’ostinata resistenza, a superare la disinformazione di Lei Sylvi e di tutti coloro che denigrano senza sapere, per il sol fatto che si tratta di D’Alema ex comunista e pertanto uno di sinistra non deve possedere niente tanto meno una barca, perchè i comunisti, ex comunisti devono sempre rimanere poveri.
Macchi se ne frega della barca o della casa.Invece di buttarti a destra buttati a manca e rispondi al post
Nr. 42
Rodolfo { 12.11.09 alle 19:03 }
xIl polemistaAmmazza ao´, che bella lettera.
A parte la barca e l´appartamento, nessuno ne puo´ o vuole dubitare.
Per quanto riguarda il resto , sembra un testamento politico e se guardiamo la data 24 Febbraio 2004, mi domando come e in quale modo ha onorato quei bei pensieri, nell´arco di questi ultimi 6 anni.
Rodolfo
Il post Nr. 42 e´relativo al post Nr. 41
O no?
Informatevi su quanto costa il vestiario da pinguino del circo di un papa e il tronfio vestiario di un cardinale, con annesse cagate come la fascia rossa in vita, il cappellone, ecc. Un cattolico onesto – ma ce ne sono? – dovrebbe scandalizzarsi più per le immense ricchezze materiali della Chiesa che per la quota di D’Alema nella barchetta. Oppure si incazzi almeno per la montagna di quattrini pubblici dilapidata dagli Agnelli nelle loro vite private.
E’ dimostrato che la Chiesa i quattrini sgraffignati ogni anno allo Stato italiano li spende in massima parte per se, e solo in minima parte per opere di carità e assistenza sociale. D’Alema è D’Alema solo da qualche anno, la Chiesa è quel che è da 15 secoli.
Shalom