Il continuo martellare di Berlusconi contro la magistratura e pretendere di diventare non giudicabile somigliano più a un atteggiamento da capo di governo o a quello di chi è uso delinquere e intende continuare a farlo impunememte?

Siamo alla pochade o all’anticamera della tragedia? Nello Strapaese la situazione è sempre grave, ma non è mai seria. Questa volta però mi sa tanto che oltre che grave la situazione è anche seria… E miserabile.
Credo che miserabile sia l’aggettivo più adatto per definire il comportamento non solo e non tanto di Silvio Berlusconi, quanto di chi gli dà retta e gli regge il sacco. Arrossisco di vergogna e sono imbarazzatissimo non solo quando spiego la situazione italiana a qualche amico straniero, ma anche quando ne parlo e tento di spiegarla a qualche familiare, ad amici e soprattutto ai figli di miei amici, cioè ai giovani. Parlare loro di Berlusconi e delle sue manovre per farla franca mi dà sempre l’impressione di parlare di qualcosa di sporco, di molto sporco e disonesto, tanto da mettere in imbarazzo chi ne parla. E sì che non è facile che io mi trovi in imbarazzo anche perché di norma cerco di evitare le situazioni eccessivamente sgradevoli e mi tengo alla larga da quelle spregevoli.Una delle cose spregevoli è il giustificazionismo accampato da intellettuali e giornalisti che si piccano di essere grandi giornalisti solo perché hanno fatto carriera, spesso in modi che non tutti accetterebbero. I vari Ferrara, Rossella, Feltri e compagnia cantante insistono a dire che scopavano tutti i potenti o i ricchi e famosi anche in passato, da Charlie Chaplin a Picasso, da Napoleone a Giulio Cesare, ecc. Giusto. Ma è stupefacente la disinvoltura con la quale questi personaggi fanno finta di non sapere che un capo di governo, come pure un capo dell’opposizione, di un Paese democratico non può comportarsi neppure nella vita privata come Cesare o Napoleone e neppure come Picasso o Chaplin. La specialità di questi bei tipi è dunque solo quella di menare il can per l’aia, spostare il discorso per instradarlo su binari morti o surreali. Insomma, dire calzate e rintronare il pubblico con un continuo blablablà apparentemente privo di senso, ma in realtà ben imbottito di un senso molto preciso: far perdere tempo e far perdere di vista il vero problema.

L’ultima trovata di Berlusconi e dei suoi squallidi camerieri è ancor più indecente di quelle precedenti, ancor più sfacciatamente finalizzata solo ed esclusivamente a non far pagare al Chiavaliere il conto dei reati di cui è imputato e per i quali è sotto processo. Ma che Sua Emittenza ormai deliri è comprensibile, roso com’è dalla comprensibile paura che debba davvero rispondere delle sue malefatte  non solo alla giustizia quanto soprattutto all’opinione pubblica, cioè anche ai suoi elettori. La paura che venga pubblicamente dimostrato come e quanto ha mentito pro domo sua. Altro che la già buffonesca buffonata del sostenere che anche se dovessero venire condannato in uno dei suoi (gravi) processi non si dimetterebbe “per difendere la democrazia”. La democrazia ormai si difende solo costringendo Berlsuconi a fare fagotto e a smetterla di occupare la poltrona di primo ministro. Se è comprensibile che Berlusconi straparli e deliri, è molto meno comprensibile che tanti politici, intellettuali e giornalisti si acconcino a dargli retta e a sostenerne le pretese come fossero discorsi normali anziché ormai solo maniacali e pericolosamente incostituzionali.

Che un cattolico di vaglia come Vito Mancuso o egocentrico e meno di vaglia come Vittorio Messori si esibisca in penose piroette “intellettuali”, facendo sfoggio di cultura da don Ferrante moltiplicato mille, pur di dare sempre e comunque ragione alla Chiesa, è comprensibile: la Chiesa corrompe gli animi e banalizza la cultura da secoli. Ma che ci siano così tanti politici e personaggi comunque pubblici pronti a fare a favore di Berlusconi la parte di un Mancuso o di un Messori o perfino di una Binetti è davvero inconcepibile. E’ roba da Paese malato, roba davvero da Strapaese come neppure un repubblica delle banane può essere.

Faccio un esempio tra i minori e meno notati: come è possibile che un professionista come Bruno Vespa pubblichi libri che parlano di Berlusconi, cioè del suo datore di lavoro di fatto? Per giunta, se non ho capito male, pubblicati dalla casa editrice dello stesso datore di lavoro. Come è possibile che questo stesso datore di lavoro batta poi i pugni sul tavolo perché il contratto Rai di Vespa venga approvato senza fiatare sul fatto che le cifre faraoniche sono parse eccessive perfino ai vertici di viale Mazzini? Anche fossimo in una situazione normale – ma NON lo siamo – il minimo che si possa dire è che si tratta di rapporti ineleganti. Ma del tipo di ineleganza tipica degli incesti…

A questo punto, dato anche l’egocentrismo irresponsabile dei Rutelli, che mentre il palazzo brucia hanno come unica preoccupazione quella di costruirsi un nuovo cavallo a dondolo, e data l’inconsistenza da panna montata della sinistra, la cosa più logica e conseguente è fare una legge che definisca il signor Berlusconi Silvio non soggetto alle leggi penali italiane. E non soggetto neppure alle leggi civili, visto che i suoi camerieri sono all’opera – senza morire di vergogna e neppure arrossire – per evitare che le aziende del Padrone paghino il dovuto non solo a un privato cittadino come Carlo De Benedetti, ma neppure al fisco! Più sbraco e più indecenza di così si muore. Solo Idi Amin Dada, il dittatore ugandese che non disdegnava fare assassinare i suoi nemici per farne gustose bistecche, faceva un tale scempio della decenza e delle leggi del suo stesso Paese.

Di Pietro non mi ha mai convinto neppure quando faceva il magistrato, ancor meno mi convince ora che fa il politico, attività che in Italia andrebbe vietata a magistrati, giornalisti, religiosi, militari e avvocati. Ma il 5 dicembre andrò a Roma per partecipare alla manifestazione del “No Berlusconi day”. Del resto ho lanciato mi pare per primo – sia pure nel mio piccolo – l’idea di una manifestazione nazionale contro la permanenza del Chiavaliere a palazzo Chigi già l’indomani della grande manifestazione nazionale a Roma per la libertà di stampa.

Il comportamento di Berlusconi e dei suoi sodali, camerieri e lanzichenecchi, è gravissima, molto più grave di quanto si pensi. Lasciamo pure stare la P2 e l’eccessiva vicinanza di mafiosi di grosso calibro. Sta di fatto che in 15 anni Sua Emittenza si è fatto confezionare ben 18 leggi a suo esclusivo beneficio. Ripeto: 18 leggi! Repubblica giovedì 12 novembre le ha elencate tutte pignolescamente, a partire dal luglio dell’ormai lontano 1994, quando il Chiavaliere si era installato a palazzo Chigi da soli tre mesi. Ma Repubblica sbaglia. Per difetto!  Le leggi che Sua Emittenza si è fatto confezionare sono 19, e in un arco più lungo dei 18 anni dallo sbarco a palazzo Chigi. Bisogna infatti aggiungere il decreto legge, poi diventato legge, voluto in fretta e furia da Bettino Craxi per permettere alle tre reti televisive del suo fornitore di carne fresca – attricette e show girl televisive – di trasmettere su tutto il territorio nazionale senza più limiti e pastoie di nessun tipo.

Per qual piacere Craxi – si è in seguito scoperto – è stato abbondantemente pagato con una pacata di miliardi di lire, pari a una paccatona di milioni di euro di oggi. Per le successive altre 18 leggi ad personam hanno fatto soldi e carriera vari fidi, politici, giornalisti, “opinion leader”, deputati, senatori, avvocati e servitori vari. In compenso però il parlamento è stato ridotto a zero, derubato delle sue competenze, vale a dire del dibattito politico che – ve ne sarete accorti tutti – non sia un debole pigolio o una miserabile acquiescenza. Mi chiedo, tra l’altro, come sia possibile che Berlusconi abbia gettato la maschera, dimostrando pubblicamente quanto del resto già noto, e cioè che in spregio alle vigenti leggi sui limiti di concentrazione editoriale il vero editore de Il Giornale è lui, e nonostante ciò nessun politico della sinistra faccia notare questo nuovo mettersi le regole sotto i tacchi. Evidentemente le tossine messe in circuito dal berlusconismo sono tali e tante che hanno, tra l’altro, narcotizzato anche la sinistra, sminuendone le capacità di percezione e perciò anche di reazione e di azione.

Diciamo la verità, sia pure misurando attentamente le parole: il continuo voler sfuggire alle leggi e anzi volergli stare sopra, di cui Berlusconi fa in continuazione sfoggio sempre più pervicace e affannato, più che al comportamento di un primo ministro somiglia a quello di una persona che non solo era usa a delinquere in passato, con la conseguente comprensibile preoccupazione di non pagare le proprie colpe, ma che è anche usa a delinquere ancora oggi e che per giunta intende continuare a delinquere anche domani. Il continuo trapestio contro le vigenti leggi, il continuo sparare a zero contro la magistratura dalla Sicilia alla Lombardia e il continuo volersi far fare su misura un abito da persona che non può essere giudicata per nessun motivo, tutto ciò si attaglia più a un lestofante che vuole avere mano libera per (illeciti) lucri futuri che a un capo di governo di una democrazia occidentale.

Ancor meno un tale atteggiamento, incorreggibile e ormai quasi ventennale, si adatta a chi, come Berlusconi, si proclama innocente, cosa sulla quale gli crediamo senza indugio alcuno, mentre si adatta invece, ripeto, a chi intende continuare a condurre in porto business illegali sa usual. Strano che Berlusconi non lo capisca… Ancor più strano che non riescano a farglielo capire i vari Ghedini. A voler malignare, ci sarebbe di che malignare in abbondanza. Continuare ad accusare buona parte della magistratura italiana di complottare contro di lui è solo una calunnia. Come mai Berlusconi insiste con tale calunnia? Come capo di governo non potrebbe certo permettersela, perché è impensabile – tanto che non è MAI accaduto – che un capo di governo dia di matto calunniando in questo modo perfino la magistratura. Alla calunnia permanente – contro la magistratura! – è più facile faccia ricorso chi ha già ampia dimestichezza con reati di una certa entità, visto anche che la calunnia è una reato da mandato di cattura d’ufficio, cioè senza bisogno di querela da parte del calunniato.

Si badi bene che sotto questo profilo Berlusconi è passibile di arresto in ogni momento, specie quando colto in flagranza, cioè quando conciona in tv o in conferenza stampa ricicciando le sue stralunate accuse di complotto contro di lui delle “toghe rosse” (?) da Palermo a Milano.
Come si vede la situazione è davvero pesante. Da fine impero. O da fine della repubblica.

———————

Post scriptum: Berlusconi di recente ci ha tenuto a dichiarare pubblicamente che lui non è ricattabile. Bene. Gli crediamo sulla parola. Però un capo di governo che si dice d’accordissimo prima con la politica demenziale, guerrafondaia e inquinante di un George W. Bush e poi anche con quella diametralmente opposta – almeno finora e almeno a parole – di un Obama, somiglia di più a una persona che può essere tirata per il bavero che a una priva di scheletri nell’armadio o di immondizia sotto il tappeto.

216 commenti
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  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x AZ.
    Ciao Antò, sono sempre “all’erta” (chiedo venia per il termine fascisteggiante) anche se non intervengo spesso preso come sono da impegni quotidiani.
    L’altro giorno si parlava con degli amici “sull’ esistenza” di ognuno di noi e se non fosse il caso, a questa età, di tirare qualche somma, fare un resoconto di quello che abbiamo fatto, quello che facciamo e quello che faremo, tenendo conto che il padreterno non ci strappi il “cartellino” prima del dovuto. Ci siamo raccontati e ognuno di noi ha formulato cosa vorrebbe come epitaffio quando verrà il momento di tirare le cuoia. Chi ottimista, chi pessimista, chi preso da vena poetica.
    Il mio, quello che mi sono scelto: ” spero di non aver dimenticato di chiudere il gas”.
    È stato ritenuto, premiandolo con una buona bottiglia di rosso, come il più sagace.
    E pensare che non molto tempo fa si parlava solo di “topa”…
    Così va il mondo, questa ruota che gira e che noi anzianotti con gli occhi spalancati e lucidi come quelli dei bambini, chiamiamo vita.
    Un saluto cordiale.
    C.G.
    P.S.: la komare e il suo quaglieggio? Lasciamo perdere che è meglio.

  2. alessandro
    alessandro says:

    Per Peter::::::
    ———–Vede,,,,,lo immaginavo:gia´ lei mi parte con frasi tipo “entita´ difficilmente dimostrabili”””””””:ah…………sempre li´ a voler dimostrare:sempre li´ questa Ragione onnipotente che vuole dimostrare.
    Freud e´ ,nonostante abbia parlato di inconscio, un razionalista allo stato puro:” dove c´era l´Es deve tornare l´Io”:ancora l´Io con la sua Ragione:ancora Cartesio col suo cogito.
    Jung ha parlato soprattutto del principio di individuazione e del Se´,
    a parlato di unita´ di Es e ragione,ecc.ecc.
    Jung, insomma, ragiona ma sa molto meglio di Freud che non c´e´ solo la ragione e questa dimensione, comunque essa la si voglia chiamare, bisogna lasciarla essere;alla prospettiva causale di Freud
    Jung sostituisce quella finalistica.
    Ma cio´ che mi dispiace e´ che lei non abbia “capito”
    una cosa:
    ragione e follia non si oppongono e non credo di fare confusione.
    La sua frase “pensi se fossimo tutti matti” e´ assurda.
    Siamo,invece, quasi tutti razionali :e´ si tratta infatti di dominio:regola, calcolo di tutto.
    Poi……….mi mette, lei ogni tanto lo fa, idee che io non ho e non ho mai espresso, infatti mi fa dire “se per lei tutto questo va bene”.!!!!!!!
    Il “folle”, come lo chiamano i razionali, lo e´ perche´ c´e´ stato e c´e´ tutto un mondo basato sulla razionalita´:si lavora, si fa una famiglia, si procrea, si consuma, si distrugge……ecc.ecc. e tutto questo
    logicamente, :il “folle” tutto questo non riesce a capirlo:il folle sta male non perche´ sta lui male ma perche´ il mondo gli fa e gli da, con l´assolutismo della Ragione, IL MALE.
    Non si nasce pazzi,,Peter………….lo si diventa .

  3. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    non posso negare di essere, nel mio piccolo, razionalista e riduzionista. Questo glielo devo concedere per onesta’ intellettuale.
    Tuttavia si sbaglia rotondamente se pensa che folli si diventi per via della societa’ o del ‘sistema’. E’ una teoria molto ‘romantica’ basata sul nobile individualismo, l’angelo (snob, direi) caduto dal cielo, etc. Purtroppo schizofrenici e maniaci-depressi lo sono per via di alterazioni chimiche e strutturali in certe zone e circuiti cerebrali, e le manifestazioni patologiche avvengono in qualunque sistema o societa’ del mondo, ed in tutte le epoche storiche conosciute. Interazioni familiari e sociali disfunzionali ben raramente provocano una vera ‘follia’ strutturata. Pero’ abusi infantili possono farlo: di solito si tratta di nevrosi piu’ o meno gravi, o anche disordini della personalita’ gravi detti ‘psicopatie’, ma non la ‘follia’ vera e propria. I nevrotici sono sempre ansiosi, ‘stressati’, e sono quelli che prendono sempre tranquillanti ed antidepressivi, vanno dallo psicanalista, etc. Gli psicopatici vanno spesso in galera. Nessuno dei due finisce, di regola, in manicomio, anche se vi sono eccezioni (specie in passato…).
    Nelle societa’ in via di sviluppo i malati mentali stanno meglio, per varie ragioni, forse non del tutto chiarite. Pero’ vi sono.
    Nei regimi totalitari (tipo URSS ad esempio) il sistema ‘creava’ malati mentali, nel senso che gli oppositori al sistema erano per definizione ‘pazzi’, e quindi finivano spesso in manicomio. Ma e’ un’altra storia.
    Freud diceva solo che bisogna tenersi caro l’Io, l’intelletto, la razionalita’. Non negava o sminuiva affato l’ES o componente pulsionale della psiche. Con quella frase (Io-ES) intendeva solo una cosa in fondo nota da sempre, che le pulsioni (vitali, ma anche distruttive) devono essere capite, occorre prenderne coscienza il piu’ possibile, in modo da poter capire i conflitti e l’infelicita’ che ne deriva, tra aspirazione pulsionale e la realta’ che e’ quella che e’. Tenga presente una cosa che molti dimenticano: l’ES e’ essenzialmente inconscio, ma anche l’Io e’ in gran parte inconscio. In particolare, sono inconsci quasi tutti i meccanismi di difesa psicologici, tranne forse il senso dello humour

    un saluto

    Peter

  4. Vox
    Vox says:

    Non è colpa del popolo americano…

    Di Fidel Castro

    Nov. 11. 2009 — Mi spiace molto di dover muovere delle critiche a Obama, ben sapendo che nel suo paese esistono altri candidati alla presidenza ben peggiori di lui. E mi rendo conto del fatto che questo ruolo (di presidente) negli Stati Uniti di oggi è un gran mal di capo. Il miglior esempio è dato dal rapporto uscito nell’edizione di ieri di Granma, stando al quale 237 membri del Congresso, ovvero il 44% di essi, sono milionari. Questo non vuol dire che ognuno di loro sia un incorregibile reazionario, ma rende estremamente difficile che possano sentirsi come quei tanti milioni di americani che non hanno accesso alle cure mediche, che sono disoccupati o che hanno bisogno di lavorare molto duramente per guadagnarsi di che vivere.
    Naturalmente, Obama stesso non è un poveraccio, possiede milioni di dollari. E’ un eccellente professionista, la sua padronanza della lingua, la sua eloquenza e il suo intelletto sono al di là di ogni dubbio. Inoltre, egli è stato eletto presidente malgrado sia afro-americano, un evento unico nella storia di un paese razzista, oggi alle prese con una profonda crisi economica che esso stesso ha creato.
    Il popolo americano non è colpevole, bensì vittima di un sistema non solo insostenibile, ma, ancor peggio, incompatibile con l’esistenza umana.
    L’Obama intelligente e ribelle che ha sofferto umiliazioni e razzismo durante l’ infanzia e in gioventù comprende tutto questo. Ma l’Obama istruito dal sistema, dedicato ad esso e a quei metodi che lo hanno portato alla presidenza non riesce a resistere alla tentazione di premere e di minacciare e perfino di ingannare…
    Come può contribuire alla soluzione dei gravi problemi economici che affliggono gran parte dell’umanità, quando alla fine del 2008 il debito totale degli Usa (incluso quello delle amministrazioni federali, statali e locali, delle imprese e delle famiglie) ammonta a 57 trilioni di dollari, ovvero al 400% del suo Pil, mentre il deficit del paese ha raggiunto quasi il 13% del suo Pil nell’anno fiscale 2009, cifre di cui Obama dev’essere senz’altro a conoscenza.
    Cosa può offrire a Hu Jintao, quando le sue politiche apertamente protezioniste sono dirette contro l’export cinese e quando pretende a tutti i costi che il governo cinese rivaluti lo Yen, ovvero compia un’operazione che avrebbe un impatto negativo sulla crescita delle importazioni dalla Cina nel Terzo Mondo?
    Il teologo brasiliano Leonardo Boff, il quale non è un discepolo di Karl Marx, ma semplicemente un onesto cattolico di quelli che non vogliono collaborare con l’imperialismo in America Latina, ha detto di recente: “… Stiamo chiedendo la distruzione della diversità della vita”…
    Cosa ci vuole lasciare in questo emisfero? Il problema vergognoso dell’Honduras e l’annessione della Colombia, dove gli Usa progettano 7 basi militari? (Gli Usa) hanno anche una base militare a Cuba da oltre cento anni e ci rimangono con la forza. E’ in quella base che hanno installato un orribile centro di tortura largamente noto nel mondo, quello stesso che Obama non è stato in grado di chiudere, per ora.
    Secondo il mio punto di vista, prima che Obama finisca il proprio mandato presidenziale, ci saranno da 6 a 8 governi di destra in America Latina, alleati dell’impero. E ci sara’ di nuovo un Nixon, un Bush o un Cheney alla Casa Bianca. Allora sarà chiaro il significato di quelle basi ingiustificabili che oggi minacciano i popoli del Sud America col pretesto di combattere il traffico della droga, un problema creato proprio dalle decine di miliardi di dollari che il crimine organizzato e l’industria della droga ricevono dagli Usa.
    Cuba ha dimostrato di usare solo la giustizia e lo sviluppo sociale per combattere la droga. Nel nostro paese il livello di attività criminale calcolato su 100.000 persone è il più basso del mondo. Nessun altro paese in questo emisfero ha un livello di violenza così basso. Ed è risaputo che, malgrado l’embargo, nessun altro paese può vantare il nostro livello di istruzione. I popoli dell’America Latina resisteranno agli assalti dell’impero! Il viaggio (di questi giorni) di Obama sembra una storia fantascientifica.
    Fidel Castro Ruz

  5. Vox
    Vox says:

    LA VERGOGNOSA POLITICA DELLE MENZOGNE
    INVENTATE DI SANA PIANTA

    Nel 2006 la rivista Forbes ha portato il calcolo delle fortune di Fidel Castro a 900 milioni di dollari, BASANDOSI SULLE IMPRESE STATALI CHE CONTROLLA, ma ha anche ammesso nello stesso articolo che le stime per i vari leader “SONO PIU’ ARTIFICIO CHE SCIENZA E CHE IL RAPPORTO E’ BASATO SU DELLE IPOTESI”.

    Castro rispose al rapporto in questo modo:

    “Se possono provare che ho anche un solo dollaro su un conto all’estero, darò le dimissioni”.

    http://sydney.indymedia.org.au/node/37016

    In 2006, Forbes magazine increased their estimate of Castro’s wealth to $900 million BASED ON THE STATE CONTROLLED COMPANIES, but acknowledged in the article that the estimates for all the leaders are “more art than science” and admitted that they had based their report on assumptions.

    Castro responded to the report by saying:

    If they can prove I have an account abroad… containing even one dollar I will resign my post

  6. Vox
    Vox says:

    Fidel Castro Responds to Forbes Magazine Libel

    GRANMA
    May 16, 2006

    Fidel Castro Responds to Forbes Magazine Libel:
    I urge you to prove I have one single dollar in a foreign bank
    account!

    http://sydney.indymedia.org.au/node/37016

    Cuban president Fidel Castro challenged US President George W. Bush,
    the CIA, the 33 intelligence institutions of the United States, the
    thousands of banks existing in the world, and the Forbes magazine
    “servants”, who said he has a personal fortune of $900 million
    dollars, to prove he has a single dollar in a foreign bank account.
    In exchange of one single piece of evidence he said he would offer them what they have been looking for so desperately and have not been able to achieve for almost half a century, during which they have tried to destroy the Revolution and assassinate him through hundreds of attempts against his life. “I will present you with everything you have longed for,” he stated. “Just show me one account, one dollar,” he stressed…

    FORBES: LIBEL SERVICE OF THE US EMPIRE
    The slander and lies spread about Fidel Castro by Forbes magazine, described as a defamation service in the hands of the US empire, were laid bear Monday night by a group of well-known experts who took part in a special broadcast that was transmitted by radio and television from Havana.

    The conspiracy plot on the part of the magazine’s publisher and his boss-the anti-Cuba obsessed US president, George W. Bush-was outlined last night by a panel of experts who also noted the servility of the US media towards the White House.
    With solid arguments and evidence, each of participants demonstrated how the US is exasperated by the advances made by the Cuban Revolution in a meticulous, honest, fair and transparent manner.

    “I was not born poor. My father owned thousands of acres of land. With the triumph of the Revolution [1959] his land was handed over to farm workers and peasants. I have the honor of being able to say that I have no bank accounts or assets, not even one dollar. All my fortune, Mr. Bush, could fit in your shirt pocket.” ….

  7. Vox
    Vox says:

    Fidel Castro:

    “I was not born poor. My father owned thousands of acres of land. With the triumph of the Revolution [1959] his land was handed over to farm workers and peasants. I have the honor of being able to say that I have no bank accounts or assets, not even one dollar. All my fortune, Mr. Bush, could fit in your shirt pocket.”

    Non sono nato povero. Mio padre possedeva migliaia di ettari di terreno. Col trionfo della rivoluzione (1959) le sue terre furno consegnate ai lavoratori e ai contadini. Io ho l’onore di poter dire che non ho conti in banca o proprietà, neanche un dollaro. Tuute le mie fortune, signor Bush, possono trovar posto nella tasca di una camicia.

  8. alessandro
    alessandro says:

    Per Vox:
    La settimana scorsa,
    in base a certe cose che ho detto( o al modo) mi attribuisce della retorica, delle “sviolinate simil-filosofiche tanto care ai preti e agli ideologi di destra” …………ma non si rende conto che il suo e´ solo un giudizio di valore che non ha tenuto conto delle cose che ho detto;per di piu´ lei ha fatto errori di ingenuita´:
    1-se molti preti parlano di poverta´ lo fanno( a parte certi casi) astrattamente e in base a dei dogmi e l´Istituzione che li comprende,la Chiesa, e´ tutt´altro che povera;
    2- i discorsi di destra hanno come matrice di base non la poverta´ ma,al contrario, l´accumulo di capitale.
    Pero´ lei queste cose le sa ………..eppure, nonostante, cio´ ,anzicche´ fare un discorso (che comunque ha fatto anche) non ha resistito dal giudizio.
    Secondo punto:
    vorrebbe sminuire il mio discorso con l´osservazione che allora il barbone dovrebbe essere la persona piu´ felice del mondo;quella sua frase e´ infelicissima.
    Ho parlato di poverta´ come scelta e stile di vita da opporre all´accumulo di capitale;inoltre pare che lei non conosca la differenza tra miseria e poverta´ :la miseria e´ al di sotto della poverta´:si muore di miseria e io ho parlato di poverta´:::::radicalizzare certe idee non e´ un fatto positivo.
    Se ho parlato di poverta´ l´ho fatto per oppormi, nel mio piccolo, alla cultura del consumo che ha il denaro come unico valore??????????
    “Romanticamente”(direbbe Peter) ho voluto semplicemente rifiutare l´idea dell´uomo come possessore e produttore di merci per salvare, se e´ ancora possibile un po´ d´essenza umana.
    Il dolore arrecato dall´idea dell´uomo-mezzo puo´,in parte, essere attenuato dalla scelta del singolo e,personalmente, almeno finora, non vedo altra strada che ridurre al minimo(poverta´ e non miseria)
    la propria esistenza economica.
    Lei,invece, ha rilevato dei problemi la risoluzione dei quali non dipendono dal singolo ma dallo Stato.
    Lei si aspetta veramente dallo Stato dei cambiamenti positivi nella vita dei cittadini?
    Io no!
    1-La rivoluzione e´ impossibile:non c´e´ piu´la distinzione in classi.
    2-la politica, asservita all´economia globale, non e´ piu´ il luogo della decisione;
    3-la retorica trionfa sulla politica;
    4-la vera idea di democrazia e´ tramontata;
    4-la politica e´ subordinata ai media.
    Ora ,se l´ individuo non vuole dipendere dalle (non)-scelte dello Stato deve scegliere.
    Ho parlato,genericamente, di poverta´ come rifiuto dell´economia di mercato, come modo per sentire meno dolore, come riduzione della propria vita economica a un minimo esistenziale,e come modo per essere un po´ piu´ liberi.
    In un mondo globalizzato,lobbYzzato………..dove lo Stato e´ ridotto a puttana e dove la vita degli uomini dipende dalla Merda che consumiamo
    qualsiasi scelta, al punto in cui siamo, sara´ buona………..qualsiasi scelta autentica di opposizione………purche´ si scelga.
    E´ ovvio che le vere scelte comportano sempre un rischio e il rischio piu´ grande e´ quello, alla fine, di perdere persino quel poco che si ha.
    E allora?

    Mi scrive anche che e´ meglio non “scomodare i filosofi”:
    perche´::::::::::::
    ognuno fa dei discorsi anche in base alle proprie buone (o meglio ancora cattive)letture:::::::::::io sono anche le mie letture;e ,soprattutto, se il post capitalismo globalizzato ha distrutto l´anima e ridotto il corpo a feticcio la ripresa dell´interiorita´ avviene anche attraverso strutture psicoloiche di base e di pratica filosofica.

  9. alessandro
    alessandro says:

    per Peter:
    certo………….ma tu hai spostato il punto:
    la follia non ha niente a che vedere con la malattia mentale:la follia e´ sacra e intendo per sacro tutto cio da cui l´uomo e´ SEPARATO:la follia esiste anche all´interno della ragione ma essa e´ controllata dalla Ragione.
    Bisogna dare spazio sia alla follia sia alla ragione.
    La follia senza ragione rischia di provocare disturbi della psiche;
    la ragione senza follia produce angoscia.
    E credo che Jung abbia sottolineato proprio, con forza, questo aspetto:
    l´unita´, l´equilibrio di conscio e inconscio.
    I nevrotici prendono gli psicofarmaci perche´ cosi´ ha imposto .l´industria farmaceutica e vanno dagli psichiatri perche´ gli psichiatri sono i nuovi preti di oggi…………….ma i nevrotici avrebbero bisogno di ben altro e restano,comunque, nevrotici anche a causa della societa´ che non li capisce………….altro che idea romantica:in possesso, alcuni, di un modo autonomo e autantico di vita, in possesso di parole nuove….i nevrotici peggiorano perche´ la nostra societa´ non li vuole;la societa´ vuole persone che producono,persone utile ed efficienti:i veri nevrotici restano soli con la loro nevrosi.
    Per il resto sono d´accordo con lei tranne, forse, l´idea freudiana che l´Es deve essere ,il piu´ possibile, capito.
    Certe cose ………certe forze vanno semplicemente vissute:non possono essere capite proprio perche´ la ragione non puo´ spiegare tutto.

  10. Anita
    Anita says:

    X Antonio

    Come promesso, ho cercato di inserire il mio post per te, ma ancora non passa.

    L’ho mandato a Pino, quando potra’ lo vedrai sul blog.

    Ciao, Anita

    PS: Scusami, ma ti devo dire che sei al digiuno dei nostri problemi.

  11. alessandro
    alessandro says:

    Per Peter:
    comunque…
    non esiste una causa genetica,biologica della malattia mentale:
    non si nasce con una malattia mentale.

  12. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Ci si schieri liberamente a destra o a sinistra, quello che conta è il senso della nobilità della politica, dei limiti anche nel ruolo alto e insostituibile della politica, la dedizione all’interesse generale.

    Quel che più conta è la moralità della politica.

    Giorgio Napolitano, 15 novembre

  13. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Da parte di Anita
    ————————————–

    x Antonio -#93-

    Non so che ne pensa Peter ma per me è una ulteriore dimostrazione che il sistema delle assicurazioni sanitarie è una truffa legalizzata.
    Mi è incomprensibile la tua avversione alla sanità pubblica e la difesa di un sistema privato che può farti, ci colpo, aumenti del 31%, se fossi un cittadino USA, aumenti così consistenti mi convincerebbero ancor di più sulla necessità di un servizio sanitario pubblico finanziato dalla contribuzione generale
    ________________________________________________

    x Antonio (da ieri sera)

    Caro Antonio,
    Medicare e’ governativa, e’ la sanita’ per gli anziani, dopo i 65 anni.
    Si paga durante gli anni lavorativi.
    Offrono 4 livelli, uno gratis e copre il minimo, uno medio, uno Plus, uno Preferred.
    Io ho quello Plus e mi levano dalla pensione $129 al mese.
    Col 2010 ci saranno incrementi e severi tagli di servizi.
    Inoltre ho la Blue Cross, che pago mensilmente…….

    I copay sono abbastanza alti, ed hanno limiti.
    Per esempio, il mio copay per il farmaco per la pressione mi costa $30,00 di tasca al mese, una visita di controllo $30,00.
    Pago in totale per il dentista, raggi, estrazioni, pulizia igienica…..

    Medicare e Medicaid sono governative e sono in bancarotta da anni.
    Non solo, molti dottori non l’accettano perche’ limitano i rimborsi e devono aspettare per mesi, il piu’ delle volte devono rifare richieste di pagamento piu’ volte.

    Medicaid e’ gratis, per i poveri, sotto i $14’000 annui e copre tutto.

    Take care,
    Anita

    PS: Il New York Times annuncia oggi incrementi nei prezzi dei farmaci, in preparazione delle riforme sanitarie.
    Le ditte farmaceutiche hanno approvato i cambiamenti proposti dai democratici, non dico di Obama perche’ di suo non c’e’ una virgola.

  14. Vox
    Vox says:

    L’UOMO NUOVO

    La costruzione di un “nuovo mondo”, ovvero di un nuovo sistema giusto ed egualitario, strutturato in modo tale da assicurare a ognuno la libertà dalle necessità, assieme alla libertà di sviluppare la propria personalità e il proprio potenziale professionale e creativo, scevro dalla sudditanza consumistica, economica e materiale, parte da diversi fattori, uno dei quali è indubbiamente la “costruzione” dell’UOMO NUOVO.

    Un problema che si posero tutti socialisti, da quelli russi del primo ‘900 (riflessi, ad esempio, nell’arte di Majakovskij), a Che Guevara.

    L’Uomo Nuovo potrebbe essere il risultato di una lunga evoluzione morale, civile e spirituale umana di là da venire, una nuova specie, un Homo Sapiens Sapiens, ma anche il frutto di una maturazione individuale basata non solo sulle qualità innate, ma anche e soprattutto sull’educazione e sulla formazione civica.

    Un’educazione, per usare le parole – se non il concetto – flaubertiano “sentimentale”, ovvero della sensibilità verso il prossimo, della comprensione dell’equilibrio tra l’essere civico – diritti/ doveri/ libertà confinanti con la libertà del prossimo – approfondita dal sapere (onde l’importanza di un’ottima educazione scolastica e post-scolastica per tutti) e dal raggiungimento della propria dignità umana, ovvero dalla consapevolezza di essere non un insignifcante e dispensabile ingranaggio all’interno di un meccanismo indifferente, ma parte integrante e necessaria di un più ampio organismo – l’umanità – contribuendo al suo progresso spirituale, intellettuale e anche materiale verso il raggiungimento di una reale e condivisa felicità.

    La povertà, intesa come limitatezza di mezzi, o anche come spirito di rinuncia, di “accontentamento”, può essere buona cosa, ma non è il fine ultimo (al contrario), nè si può considerare come mezzo, poichè se è limitata a sè stessa e non accompagnata da altri fattori, è sterile.

    La rinuncia ai consumi, alle logiche del mercato, all’opportunismo, alle aggressioni dei potenti, intesi sia come individui che come organizzazioni e stati, e la rinuncia alla filosofia “naturalistica” della legge del più forte, tipica di una mentalità retrograda e antiquata, non può prescindere dal partecipare attivamente e in prima persona a tutti quegli eventi che mirano a contrastare il disegno di schiavitù perpetua che inchioda il mondo a come lo consociamo oggi e che causa infinita povertà materiale e spirituale, e sofferenza per i molti, e ricchezza e potere per pochissimi (si calcola, l’1% dell’umanità).

    In altre parole, è indispensabile sia imporsi un’autodisciplina rigorosa dal punto di vista culturale, morale, intellettuale e pratica a livello individuale, sia diffondere e coltivare l’esempio, parlare (con chiarezza e semplicità), coinvolgere, scrivere, muoversi, agire nelle piccole come nelle grandi cose, anche sapendo che il proprio cpntributo personale potrebbe restare, nell’arco della nostra breve vita, senza alcun compenso e senza alcun risultato visibile, poichè la storia si muove lentamente e ancor più le forze del Bene.

    Ognuno può solo portare un mattone, ma ognuno di quei mattoni singolarmente presi sarà assolutamente indispensabile alla costruzione del nuovo edificio.

    ===

    Interessante l’idea di Uomo Nuovo di Che Guevara, rintracciabile in alcuni suoi scritti, come per esempio:

    Il Socialismo e l’Uomo a Cuba
    http://www.filosofico.net/che19.htm

  15. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    I mandanti politici delle stragi del ’93, ecco l’indagine che agita Berlusconi

    C’è una data a cui palazzo Chigi guarda con apprensione: quando la Corte d’Appello di Palermo sentirà il superpentito Gaspare Spatuzza nel processo al senatore Marcello Dell’Utri già condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

    E c’è anche una procura a cui sempre palazzo Chigi guarda con attenzione: quella di Firenze che ha riaperto l’inchiesta sui mandanti occulti e sul livello politico delle stragi di Cosa Nostra nel continente (10 morti, 106 feriti, nel 1993 tra Firenze, Roma, Milano).

    «Il problema di Berlusconi non è nè Mills nè Mediaset, dicono i bene informati della maggioranza.
    Il problema è «Firenze», o Palermo, oppure Caltanissetta.

    Il problema riguarda un ipotetico coinvolgimento del Presidente del Consiglio, insieme con Marcello Dell’Utri nelle inchieste su Cosa Nostra e sulle sue connessioni politiche.

    Un problema, per cui si capisce meglio anche certa fretta nel Pdl per ripristinare l’immunità parlamentare.

  16. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Ma di cosa parla? Il presidente del Consiglio invece di raccontare favole avrebbe fatto meglio ad andare a Milano a deporre al processo Mediaset.

    Le politiche economiche, finanziarie e classiste del suo esecutivo, che preferisce dare ai ricchi e togliere ai più deboli, non solo non sono attente alla povertà ma sono lontane anni luce dall’eliminazione delle diseguaglianze nel mondo.

  17. Anita
    Anita says:

    x Alessandro

    Caro Alessandro,
    lei scrive:

    Per Peter:
    comunque…
    non esiste una causa genetica,biologica della malattia mentale:
    non si nasce con una malattia mentale.
    ______________________________________________

    Non sono certo un dottore, parlo solo per mie esperienze e conoscenze, non poche.

    Ho amici in cui le malattie mentali sono genetiche, da genitori a fratelli, nipoti e pronipoti.
    Malattie di diversi gradi, alcuni funzionano bene o discretamente, alcuni peggiorano con e dopo la puberta’.

    Non parlo di mongoloidi, ma di psicosi, di condotte sociali, con deterioramento di relazioni, disturbi dell’umore, alterazioni della personalita’, difficolta’ cognitive e di percezione, alterazione della percezione della realta’ ed anche incapacita’ di vivere in societa’.

    Cosi’ come il suicidio, e’ prevalente in famiglie.

    Saluti, Anita

  18. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    diamoci del tu allora. Vedi, per me, nonostante tutto, la follia e’ ancora cio’ che ne dicono gli psichiatri. Cosa tu esattamente intendi per follia non mi e’ chiaro. Le nevrosi saranno in parte, anch’esse, dovute ad una predisposizione genetica ad ammalare, come pure la depressione piu’ o meno grave. Secondo me sono dovute in gran parte a genitori inadeguati, con disturbi caratteriali (i peggiori) o nevrotici essi stessi. Ed un ruolo crescente viene ora attribuito ad abusi infantili (non solo sessuali!) di cui in passato non si sapeva o non si voleva sapere.
    Si calcola che le persone che ricevono un ‘parenting’ adeguato e si sviluppano normalmente siano, su scala mondiale, solo il 60%.
    Ma la follia (direi psicosi) e’ un’altra cosa. E ti sbagli: si nasce coi geni responsabili, anche se occorrono in genere molti anni perche’ la malattia si sviluppi. Nei maschi appare ad un’eta’ piu’ precoce
    L’idea di Freud sull’Io e l’Es ti sarebbe piu’ chiara se capissi che Io e coscienza NON coincidono affatto. L’Io comprende tutte le capacita’ personali e di interazione psico-sociale di un individuo, come pure le sue difese caratteriali e psicodinamiche. La coscienza e’ nell’Io, ma lo stesso Io resta, per la gran parte ,inconscio. Che ci piaccia o meno

    un caro saluto

    Peter

  19. alessandro
    alessandro says:

    per Peter::::::::::::::
    mettiamola cosi´:esiste l´uniformita´ :se ci si adegua si puo´ stare bene e basta;
    l´autenticita´ e´ una conquista e passa attraverso un conflitto violentissimo tra l`IO e l´Altro:questo conflitto puo´ essere superato e nasce un Uomo o no( si resta dentro l´Altro e non si esce)e nasce il Folle:entrambi si sono posti all´ascolto della differenza.
    La gioia esiste senz´altro
    ma e´ solo attraverso il conflitto e il dolore che l´ Uomo trova se stesso.
    Mi riporta ,infine, un testo scientifico dove si dice
    con assoluta certezza che la psicosi non dipende da fattori
    socio-culturali
    ma solo da cause genetiche?????????!

  20. alessandro
    alessandro says:

    E comunque tra gli psichiatri esistono differenze di parere, ci sono diverse scuole e certe cose non sono chiare specie in riferimento alle cause delle malattie mentali.

  21. alessandro
    alessandro says:

    I genitori inadeguati o abusi infantili possono essere tra le cause
    ma non sono le cause in assoluto:ce ne stanno tante altre.

  22. alessandro
    alessandro says:

    Ho letto certi psicanalisti addirittura fare un elenco di cause che non finiva mai, davvero:
    pare che ,esagerando, la causa fosse la Vita nella sua totale complessita´.
    POI c´e´ la vita
    abcd………………z
    e li´ stanno tutti bene!

    P.S.
    caro Peter ………sei un razionalista e va bene
    ma dovresti ,almeno per un istante, non pensare troppo.

  23. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    no, Sir: l’uomo ritrova se’ stesso non attraverso il conflitto ed il dolore, ma attraverso la presa di coscienza di conflitti, e quindi del dolore che essi provano. E’ una cosa molto, molto diversa. Sono d’accordo con te, pero’, che molti che soffrono non ne sono consapevoli.
    Le assolute certezze non sono di questo mondo. Ma si sa con ragionevole certezza che le psicosi vere e proprie hanno una forte base genetica e quindi biologica. Tuttavia vi sono farmaci e droghe che possono indurle in persone asintomatiche

    un saluto

    Peter

  24. alessandro
    alessandro says:

    Il problema non e´ definire cio´ che e´ conscio o meno:il problema e´ far parlare l´Altro che ha come l´IO i suoi diritti.

    P.S:
    le cose che si apprendono servono
    ma serve di piu´ “l´investimento emotivo” , la passione: e se l´Es e´ inconscio e una parte dell´Io pure come si fa a non farli essere
    a non farli esprimere?
    Ma , ed ecco un altro punto importante, la ragione usa categorie logiche delle quali l´inconscio non sa assolutamente cosa farsene.
    Uno dei problemi della “malattia” e´, infatti, il linuaggio:gli altri non capiscono.
    Ora, lúomo e´ un tutto:anche inconscio, anche linuaggio destrutturato oltre le categorie della Ragione occidentale;c´e´ chi sfida tutto questo, c´e´ anche chi in questo tutto puo´ trovarvi un senso alla vita:::::::::::::che ci piaccia o no.

  25. alessandro
    alessandro says:

    Peter…….essere coscienti dei conflitti e´ importante :
    la coscienza del conflitto non elimina il conflitto dei conflitti

  26. alessandro
    alessandro says:

    Per Peter::::::::::::::
    finora hai capito tutto di quello che ho detto, c´e´ solo un punto
    dove dici
    “cosa tu esattamente intendi per follia non mi e´ chiaro”:::::::::::
    bene, questa unica mancanza di chiarezza e´ l´unica vera apertura di tutto il nostro discorso.

  27. alessandro
    alessandro says:

    Per Vox:
    io non ho assolutizzato la poverta´…………..e se legge il mio post della settimana scorsa, ancora prima del suo intervento, avevo gia´ chiarito
    che la poverta´ nonsi traduce con “chi si accontenta gode”, e non e´ nemmeno una rinuncia.
    Lei parla di necessario coinvolgimento attivo in tutti quegli eventi che limitano la liberta´ umana………ecc.ecc.
    Ma ,la vita politica sociale e´ ,oggi, dominata dall´ECONOMIA
    e anche l´attivismo non serve molto sia perche´ non cambia le strutture economiche sia perche´ ,in genere, si trasforma in movimenti e gia´ siamo dentro un potere, sia ancora perche´ diventa un fatto mediatico.
    Se,allora, la politica dipende dall´economia
    le cose potrebbero migliorare
    con atti che incidono economicamente;da questo punto di vista,la poverta´ non e´ una rinuncia, e´ un´azione individuale:niente attivismo, niente movimenti:abbiamo gia´ avuto queste cose e non sono servite.
    Molte cose che ha ultimamente detto sono belle e giuste:ma ci vuole
    ,comunque, il POTLAC.

  28. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    a proposito dell’altro (tra virgolette), il capire o meno non dipende solo dall’intelligenza o perspicacia dell’interlocutore, ma anche dal tuo grado di chiarezza in cio’ che dici. L’ho ripetuto molte volte.
    Forse quella unica mancanza di chiarezza e’ il punto dove non comunichiamo bene, caro

    Peter

  29. alessandro
    alessandro says:

    Peter:::::::::::::
    hai scritto che sei “razionalista e riduzionista”:::::::::
    ma, a quanto ne so io, i riduzionisti riducono la coscienza a fattori cerebrali;i riduzionisti svalutano l´interiorita´………fino ,addirittura, ad arrivare all´americano R. Rorty che nega la coscienza.O no?

  30. Vox
    Vox says:

    @alessandro
    Che l’attivismo non serva lo dice lei. Serve eccome. E’ difficile, ma quando e’ continuo, funziona. La goccia scava la roccia. Secondo la sua logica intimista-immobilista, saremmo ancora all’epoca dei faraoni.

  31. alessandro
    alessandro says:

    Per Peter……….
    no…..no……….
    parti sempre dalla ragione, e ,in certe cose, non possiamo capirci.
    Sono CONVINTISSIMO che essere troppo chiari non faccia vedere l´aspetto ambiguo di tutte le cose.E le parole non possono dire tutto e,forse, proprio dove non ci si capisce comincia qualcosa.
    Parafrasando(e sconvolgendo)un detto di Wilde:
    se si capisce tutto vuol dire che ci si e´ fatti
    le domande sbagliate

  32. alessandro
    alessandro says:

    Per VoX:
    l´attivismo di chi?
    mi fa degli esempi concreti???????
    Io non credo ai movimenti.

  33. alessandro
    alessandro says:

    Va bene VOX:
    lei continua, ancora, nonostante il mio post 110
    a bollarmi:
    discorso da preti
    di destra
    intimista
    immobilista………ecc.ecc.
    Lei rientra perfettamente dentro la logica perversa dell´ Occidente:
    esiste il buono e il cattivo
    esiste sinistra e destra
    mobile e immobile
    Lei non si immagine nemmeno un´ immobilita´ che muove:non rientra nella sua logica.Pazienza

  34. alessandro
    alessandro says:

    Chi non crede nell´attivismo e´ immobilista?
    e l´intimismo non puo´ essere un gesto di generosita´?
    no……………no:::::::::::::::::::::::l´immobilita´ e´ un male:
    la poverta´ e´ un male:
    l´intimismo e´ un male.
    Lei, in fondo, non vuole fare dei discorsi.

  35. sylvi
    sylvi says:

    Caro Alessandro,

    da reminiscenze di studi remoti ricordo, e mi aveva molto colpito, il Potlac delle tribù canadesi del nord- ovest.
    Chi aveva più da distruggere diventava il capo che si distingueva appunto come il più dimesso della tribù.
    Ma appunto qui stava la sfida verso chi aveva meno da distruggere;
    essendo il potlac una distruzione “sociale” , cioè che modifica le relazioni sociali.
    Sempre di sfida però si trattava, dalla quale usciva un “vincente” e un “perdente”.
    Uno più forte e l’altro più debole, naturalmente nella “mancanza” di “cose”.

    Che cosa cambierebbe un potlac ai giorni nostri?
    Cambierebbe il senso della vita e dell’agire, saremmo più liberi e saremmo capaci di dare un diverso significato al senso della vita, saremmo più felici?

    Oppure, come dopo una qualsiasi guerra, saremmo più determinati a ricostruire, con rinnovato vigore e rinnovata capacità di creare, di produrre, di accumulare, per poi naturalmente avere tanto da distruggere per ottenere di nuovo il potere?

    Ti ringrazio per i tuoi stimoli, mi hai fatto cercare dispense che avevo imboscato nei recessi più dimenticati del mio caos ex lavorativo.

    Buona settimana
    Sylvi

  36. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    hai ragione che la ragione non spiega tutto. Ed e’ anche vero che quando si e’ capito tutto e’ perche’ si hanno tutte le risposte alle domande sbagliate…dicevo riduzionismo nel senso della scienza moderna, che e’ eminentemente riduzionista a tutti i livelli.
    Pero’ potresti sostituire la parola fantasia, o poesia, a follia, e sarebbe piu’ chiaro ed accettabile, almeno per me.
    A proposito, mi ricordi Ariel nella Tempesta di Shakespeare, forse la sua ultima opera. Uno spirito vivace, adolescente, frizzante, un folletto insomma, sorprendente nell’ultima opera dell’ormai attempato commediografo e drammaturgo. Il che lascia pensare che quello spirito fosse ancora in qualche modo in lui, nonostante il tramonto.

    un saluto

    Peter

  37. Continua la truffa contro la Palestina
    Continua la truffa contro la Palestina says:

    M.O.:USA CONTRO DICHIARAZIONE UNILATERALE STATO PALESTINESE

    Gli Stati Uniti bocciano senza appello l’intenzione dell’Anp di dichiarare unilateralmente la creazione di uno Stato palestinese. Il dipartimento di Stato americano, condivide la posizione ribadita ieri dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui l’unico modo per raggiungere la pace e’ il negoziato.

  38. alessandro
    alessandro says:

    Per Peter:
    se operassi una sostituzione dei termini
    sarei piu´ razionale e lo sono stato gia´ abbastanza, dai!
    W Shakespeare.
    Grazie per il pomeriggio trascorso.Alla prossima e salutami Uroburo!

  39. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    forse non so cercare bene nel web, ma ho una curiosità innapagata.
    Chi è l’editore dell’Occidentale?

    Grazie e buona giornata

    Sylvi

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Da parte di Rodolfo
    —————————————–

    Ho vissuto a Berlino circa un mese, avevo 22 anni. Avevo trovato lavoro in una piccola fabbrichetta di aghi. Per arrivarci , da casa , dovevo costeggiare per un bel po´il muro. Due le cose che allora mi colpirono molto, la marea di gente che al mattino vedevo nella metropolitana, come formiche, ognuno per i cazzi suoi, visi senza un sorriso ,e il muro che al mattino e alla sera era capace di farmi sentire l´angoscia, non paura, angoscia. La senzazione di essere in un buco senza via di uscita. E´stata una situazione che sono riuscito a sopportare solo un mese. Penso che se non avessi avuto la liberta´di prendere il treno ed andarmene sarei uscito pazzo,oppure sarei diventato come gli altri, incapace di sorridere, che e´peggio..
    Solo allora ho capito la sofferenza dei Tedeschi di Berlino Est che non avevano nemmeno quella liberta´di prendere un treno .
    Per questo ,dal 1961 al 1989 nel vano tentativo di passare da Est a Berlino Ovest sono state uccise 136 persone.


    Riguardo Vox { 09.11.09 alle 18:07 } che scrive:-
    ” @Alessandro
    Perchè i paesi dell’Est hanno perduto, assieme alle cose negative del sistema sovietico (nessun sistema fatto da esseri umani potrebbe essere perfetto, altrimenti saremmo angeli) anche quelle – tante – positive, come il diritto allo studio gratuito, l’assistenza medica universale, il diritto alla casa, al lavoro e alla propria professione, ricevendo in cambio disoccupazione, insicurezza, impoverimento, inasprimento delle tasse e tutte le altre amenità che ci godiamo oggi anche noi a piene mani, proprio in conseguenza del muro di Berlino.
    La maggioranza dei russi, polacchi, ucraini, perfino alcuni tedeschi e altra gente dell’ex-area sovietica che mi capita di incontrare per lavoro e non, sono molto scontenti e rimpiangono quello che avevano prima. Cosa che i nostri quotidiani osannanti si guardano bene dal menzionare”.


    —————–QUELLO CHE AVEVANO PRIMA—————————–
    Una mente tarlata da una ideologia ha voluto postare la sua cacchina,
    e delira del rimpianto dei Tedeschi dell´Est ,per quello che avevano prima, e cosa avevano prima? La merda avevano.


    I Tedeschi dell´Ovest hanno avuto la spiacevole sorpresa di trovarsi l´altra meta´della patria in una situazione catastrofica.
    Dopo 20 anni la Germania dell´est si trova oggi in una situazione quasi alla pari con la Germania dell´Ovest. Solo 20 anni per trasformare una nazione.
    Nella stessa situazione non so´ quale altro paese avrebbe potuto fare di meglio, non parliamo dell´Italia che non riesce in 30 anni a sistemare una sola autostrada, la Salerno- Regio Calabria.
    Cosa vogliamo, far ridere i polli?
    Sono riusciti a decontaminare 30.000 metri cubi di terreno contaminato dalla diossina, in Bitterfeld, che ironia, in Italiano significa “terreno amaro”, fiumi avvelenati, bambini intossicati con tosse cronica, ceneri e polveri dappertutto.
    Disoccupazione zero(vero), assistenza sanitaria per tutti(vero), affitti molto bassi(vero), questi erano i fiori all´occhiello della DDR.
    Una politica sociale buona ma distruttiva se non si riesce a finanzirla con una economia e politica sociale sana,una politica che ha
    portato quel paese alla bancarotta, l´ecologia al collasso.
    . La verita´si e´saputa dopo.
    Senza concorrenza, senza libera economia, senza orientamento sulle
    “domande -offerte”. senza qualita´ed innovazione, l´economia della DDR non era internazionalmente in grado di competere.
    Una esigua produzione, tempi lunghi, solo il 20% rispetto alla BRD,
    con il 70% di macchinari ferraglia, in riparazioni continue. Anche con le 12 ore di lavoro non si riusciva a compensare il deficit.
    Senza investizioni, producendo prodotti non di qualita´, con importi superiori alle esportazioni, vivendo e consumando piu´di quello che si riusciva a produrre, la DDR sopravviveva solo grazie ai crediti della BDR. cosi la bancarotta di stato e´stata invitabile.
    E cosi , come scrivevo al principio, la desolata situazione finanziaria faceva dimendicare quanto e´importante anche la natura, cosicche´tutte le riserve di acqua erano compromessi, con il piu´alto tasso in Europa di polveri nell´aria.
    Dopo 20 anni l´ex DDR e´dotata di moderne infrastrutture ,le fabbriche hanno una buona produzione, la via aperta per una economia dinamica e duratura con il rispetto per l´ecologica e per l´ambiente . Che i Tedeschi dell´Est abbiano nostalgia non mi risulta ed e´la solita balla di convenienza alla Vox, caso mai si puo´parlare di altre nostalgie che si possono paragonare come a quei giorni freddi al paesello, io sotto le coperte a leggere Capitan Miki e Tex Willer e mia madre che mi porta il the caldo e i ceci abbrustoliti.

    Poi, rivolgendosi a Peter parla di modestia e dubbio.
    Oggi forse ai Tedeschi dell´Est manca una casa?Non vedo qui in Germania barboni, tranne quelli che lo fanno per libera scelta, e non vedo le zerribbe che si vedono alla periferia di Roma, Milano e Napoli, non esistono ghetti e ogni straniero è rintracciabile.
    Manca forse l´assistenza medica? Manca il diritto allo studio gratuito? Quando agli Universitari che non si possono permettere lo studio viene elargito un assegno (Bafög)che consente loro di vivere decentemente, piu´se non vivono a casa pagato pure la pigione.
    Questo diritto lo ha un giovane Italiano?
    Il disoccupato Tedesco riceve 350 Euro piu´affitto e riscaldamento al mese, altrettanto per ogni altro componente della famiglia , se ne ha.
    Funziona cosi in Italia , e si che facciamo parte dell´Europa.
    L´incuria e la scelleratezza di Vox e´senza limiti.
    Si lamenta che chi nega l´olocausto possa finire anche in prigione.
    E perche´no? Chi nega l´evidente, la verita´di testimonianze di migliaia di persone , di fotografie, di filmati, di testimonianze di un Schindler e di altri Tedeschi, quello non puo´essere altro che un farabutto e un antisemita. Lei Vox e´gia´in galera, imprigionato dai suoi pregiudizi e dall´intolleranza.
    Rodolfo

  41. Vox
    Vox says:

    BEFFA : OTTO PER MILLE DESTINATO ALLO STATO
    FINISCE A PARROCCHIE E MONASTERI

    A chiese e luoghi di culto 29 milioni dei 44 che i contribuenti avevano deciso di devolvere all’erario.
    [Repubblica]

  42. Vox
    Vox says:

    La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il ?Giorno della riunificazione?), quando i cinque stati federali (Brandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia), già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest).

    Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all?articolo 23 attivo in quegli anni, l?area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, la Costituzione della Germania federale) fu semplicemente ampliata includendoli. L?alternativa sarebbe stata di aderire all?unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata.

    Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento da parte dei tedeschi dell?est di essere stati ?occupati? o ?annessi? alla vecchia repubblica federale. Un sentimento che porterà molti ex cittadini dell?Est a non festeggiare un bel niente il prossimo 9 novembre.

    In molte zone della Germania, specie quelle a ridosso del confine polacco ma anche nella stessa Berlino, l?ostalgia la fa da padrona.

    Ost in tedesco significa Est, quindi si riferisce alla nostalgia per il sistema retto dal socialismo reale. Proprio quello spazzato via dalla riunificazione, un processo evidentemente non apprezzato da tutti, soprattutto se consideriamo che anche nelle prossime elezioni legislative per il rinnovo del Bundestag il cartello di sinistra Die Linke, che raggruppa anche la vecchia nomenklatura formatasi nella scuola quadri della Sed (Partito Unico Socialista) raggiungerà presumibilmente risultati discreti.

    Dopo quasi vent?anni e dopo una prima ondata di euforia per il sistema capitalistico e per l?arrivo del libero mercato molti tedeschi dell?Est si sono resi conto che la situazione in cui sono stati precipitati al termine dei fatti dell?autunno ?89 non è sicuramente la migliore possibile, almeno non per molti.

    Nonostante l?arrivo di una ingente quantità di capitali provenienti dall?Ovest e le ondate di aiuti pubblici, l?economia è ancora in gravi difficoltà. In certe zone la disoccupazione raggiunge il livello record del 25%, un dato che se non fosse per l?efficiente stato sociale teutonico porterebbe le ex province della Repubblica socialista sull?orlo della guerra civile.

    Invece, migliaia e migliaia di persone vivono con il sussidio di disoccupazione in attesa di essere destinati a qualche impiego – spesso nell?ambito della pubblica amministrazione – e guadagnare finalmente uno stipendio. In questo modo quindi, è sempre lo Stato che deve intervenire nell?economia. Un fatto che dimostra per l?ennesima volta che la mano invisibile venerata dai sostenitori del liberismo è spesso talmente invisibile da scomparire del tutto.

    La trasformazione da economia pianificata ad economia di mercato ha paradossalmente allontanato gli investitori piuttosto che avvicinarli e per molti giovani cresciuti all?ombra della torre della televisione di Berlino, simbolo, con i suoi 368 metri, del benessere che garantiva – a tutti in egual misura – il sistema socialista, non rimane che emigrare nelle zone più ricche della Germania.

    http://www.ladestra.info/?p=19419

    Sentimenti analoghi si colgono spesso anche tra gli abitanti dei paesi baltici, e perfino della Polonia, dell’Ungheria, dell’Ucraina, oltre che della Russia. Ciò non toglie che ci siano, ovviamente, strati di popolazione che non rimpiangono nulla, perchè, magari, hanno avuto la fortuna di “sistemarsi”. Ma credere che sia così per tutti, o anche per la maggioranza, vuol dire ignorare la realtà, o vederne solo quella parte che si vuole vedere.

  43. E poi dicono pure "Non rubare", quando a rubare sono loro per primi.
    E poi dicono pure "Non rubare", quando a rubare sono loro per primi. says:

    A chiese e luoghi di culto 29 milioni dei 44 che i contribuenti
    avevano deciso di devolvere all’erario. I dubbi del Parlamento
    L’otto per mille destinato allo Stato
    finisce a parrocchie e monasteri
    di CARMELO LOPAPA

    ROMA – Pontificia Università Gregoriana in Roma, 459 mila euro. Fondo librario della Compagnia di Gesù, 500 mila euro. Diocesi di Cassano allo Ionio, 1 milione 146 mila euro. Confraternita di Santa Maria della Purità, Gallipoli, 369 mila euro. L’elenco è lungo 17 pagine e porta in calce la firma del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

    Non si tratta di uno dei tanti decreti, ma quello che ripartisce per il 2009 i 43 milioni 969 mila 406 euro che gli italiani hanno destinato allo Stato in quota 8 per mille dell’Irpef. Basta sfogliarlo per scoprire che confraternite, monasteri, congregazioni e parrocchie assorbono la quota prevalente di quanto i contribuenti avevano devoluto a finalità umanitarie o per scopi di assistenza e sussidi al volontariato.

    E invece? Succede che i 10 milioni 586 mila euro assegnati al capitolo “Beni culturali” sono finalizzati in realtà a restauri e interventi in favore di 26 immobili ecclesiastici. Opere che avrebbero tutte le carte in regola per usufruire della quota dell’8 per mille destinata alla Chiesa cattolica, col suo apposito fondo “edilizia di culto”. Come se non bastasse, la medesima destinazione (chiese e parrocchie) hanno anche gli altri 19 milioni destinati alle aree terremotate del centro Italia (14 per l’Abruzzo).

    “L’atto del governo n. 121″ è stato predisposto ai primi di settembre da un presidente Berlusconi reduce dall’incidente diplomatico del 28 agosto con la Segreteria di Stato Vaticano. Sullo sfondo, la (mancata) Perdonanza dopo il caso Giornale-Boffo. Il documento, poi trasmesso alla Camera il 23 settembre, conferma intanto che i soldi vanno allo Stato ma entrano di diritto nella piena discrezionalità del capo del governo, per quanto attiene al loro utilizzo. È un atto “sottoposto a parere parlamentare” delle sole commissioni Bilancio. Quella della Camera lo ha già espresso, “positivo”, il 27 ottobre, quella del Senato lo farà nei prossimi giorni. Eppure, anche la maggioranza di centrodestra della commissione Bilancio di Montecitorio ha lamentato le finalità distorte e ha condizionato il parere finale a una serie di modifiche, contestando carenze e incongruenze del decreto.

    Tra le più sorprendenti, quella che riguarda la “Fame nel mondo”, “alla quale nel decreto vengono attribuite risorse finanziarie alquanto modeste, a fronte di richieste di finanziamento di importo limitato che avrebbero potuto essere integralmente accolte”. Insomma: governo ingeneroso verso i bisognosi. In effetti, ultima pagina, al capitolo “Fame nel mondo”, sono solo dieci le onlus e associazioni finanziate per 814 mila euro, pari al 2 per cento del totale.
    Tutto il resto? A chi sono andate le quote parte dell’Irpef che gli italiani hanno devoluto allo Stato? La parte del leone quest’anno la fanno gli “interventi per il sisma in Abruzzo”. Sono 32 e assorbono 14 milioni 692 mila euro. Ma il condizionale è d’obbligo. A parte la preponderanza anche qui di parrocchie e monasteri (la quasi totalità) tra l’Aquila, Pescara e Teramo, tuttavia altro non quadra. E a rivelarlo è proprio la commissione parlamentare presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti: “Le richieste di finanziamento relative all’Abruzzo risultano presentate in data antecedente al sisma dell’aprile 2009 ed appare quindi opportuna una puntuale verifica e un coordinamento con gli interventi previsti dopo il sisma”.

    L’ammonimento è chiaro: quei beni finanziati in Abruzzo non sarebbero stati danneggiati dal terremoto del 6 aprile, non quanto altri almeno. Perché dunque si dirotta lì un quinto dell’intera quota dell’8×1000? Il sisma del dicembre 2008 in Emilia garantisce a 9 tra parrocchie e monasteri del Parmense altri 4 milioni, mentre 11 milioni sono parcellizzati per i danni delle restanti calamità in tutta Italia.

    Ma ecco il punto. Oltre 10 milioni finiscono ad appannaggio dei Beni culturali. Ventisei tra consolidamenti e restauri, quasi tutti per diocesi, chiese, parrocchie, monasteri. Solo per restare alle cifre più consistenti, ecco il milione 314 mila euro per la cattedrale dell’Assunta di Gravina di Puglia, il milione 167 mila euro per il restauro degli affreschi della chiesa dei Santi Severino e Sossio di Napoli, oppure i 987 mila euro per il restauro di Santa Maria ad Nives di Casaluce (Caserta), i 579 mila euro per San Lorenzo Martire in Molini di Triora o i 413 mila euro per la “valorizzazione della chiesa San Giovanni in Avezzano”. E poi, la Pontificia Università Gregoriana e la Compagnia di Gesù. Anche su questo capitolo le bacchettate del Parlamento: la priorità dovevano essere “progetti presentati da enti territoriali”, non ecclesiastici. Ci sarebbe anche il capitolo “Assistenza ai rifugiati”, al quale però, per il 2009, il decreto firmato dal premier Berlusconi destina 2,6 milioni, poco più del 5 per cento del totale. E quasi tutto (2,3 milioni) va al solo Consiglio italiano per i rifugiati. Concentrazione “non opportuna”, censura infine la commissione Bilancio: “Altri progetti non finanziati risultavano meritevoli di attenzione”.

  44. Negli USA 49 milioni di persone sono alla fame!
    Negli USA 49 milioni di persone sono alla fame! says:

    l rapporto del ministero dell’Agricoltura statunitense relativo al 2008
    I bambini colpiti dal fenomeno sono passati in un anno da 12 a 17 milioni
    Usa, 49 milioni di affamati
    E’ il dato peggiore dal 1995
    Obama: “Sconcertante. Il nostro primo compito è rilanciare l’occupazione”

    NEW YORK – Nei giorni del vertice Fao sulla sicurezza alimentare, notizie allarmanti arrivano non solo dai Paesi in via di sviluppo ma anche dalla nazione più ricca del mondo. Negli Stati Uniti 49 milioni di persone non hanno la certezza di avere cibo a sufficienza. Il che equivale a dire che il 14,5 per cento delle famiglie americane “ha difficoltà a riempire la scodella” e l’11 per cento “si nutre in modo insufficiente e scorretto”. Il quadro fornito dal ministero dell’Agricoltura Usa, relativo al 2008, è il peggiore dal 1995, da quando cioè l’amministrazione federale ha iniziato a raccogliere questo genere di dati.

    La crisi economica ha aggravato la situazione, soprattutto quella delle famiglie numerose: nel 2007 erano 12 milioni i bambini che vivevano in nuclei familiari in cui talvolta non c’era nulla da mangiare, nel 2008 sono passati a 17 milioni; i minori in evidente stato di denutrizione, sempre in un anno, sono aumentati da 700 mila a più di un milione. Numeri che mettono in luce il dramma umano che sta dietro alla recessione, ufficialmente finita, ed evidenziano quegli effetti della crisi che vanno ben oltre le aride cifre dei bilanci di banche e imprese.

    Il rapporto è il primo da quando è in carica il presidente Barack Obama, che in campagna elettorale aveva promesso di eliminare totalmente la piaga della fame tra i più piccoli entro il 2015. Dai dati emerge che la carenza di cibo colpisce soprattutto le ragazze madri: una mamma single su tre fa fatica a comprare da mangiare e una su sette ha dovuto convivere con la fame. Un fenomeno che colpisce soprattutto la minoranza nera e quella latina.

    In un comunicato il capo della Casa Bianca ha parlato di dati “sconcertanti”, sottolineando come diversi fattori considerati nello studio convergano nell’indicare un aumento dell’insicurezza alimentare. “Il nostro primo compito – ha detto Obama – è quello di rilanciare l’occupazione, che aiuterà ad alleggerire la pressione economica che impedisce di portare tutti i giorni un piatto a tavola”.

    “L’amministrazione sta facendo il possibile per combattere la piaga della fame: creando posti di lavoro, estendendo i sussidi di disoccupazione”, ha assicurato il ministro dell’Agricoltura Tom Vilsack secondo cui “la fame è un problema che il senso americano di giustizia non può tollerare”.

    E il peggio è che i dati ufficiali potrebbero essere approssimati per difetto. La pensa così ad esempio, Vicki Escarra, presidente di Feeding America, una organizzazione no profit con una rete nazionale di oltre 200 banche del cibo per poveri. In settembre il suo gruppo ha registrato un netto aumento delle richieste di assistenza alimentare: oltre il 30 per cento in più rispetto al 2008.

    A Roma proseguono intanto i lavori del vertice Fao, il cui documento finale ha già deluso per la mancanza di concreti impegni finanziari. Nella seconda giornata gli interventi del contestato presidente dello Zimbabwe Robert Mugave, del premier turco Recep Tayyip Erdogan e del ministro dell’Agricoltura italiano Luca Zaia. I temi principali sul tavolo sono l’impatto dei mutamenti climatici sulla sicurezza alimentare, le strategie di adattamento e mitigazione nei Paesi in via di sviluppo, la riforma del sistema di governance globale e le azioni principali da intraprendere contro la fame. Parallelamente prosegue il Forum della società civile, protagonisti ong e movimenti contadini.

  45. Vox
    Vox says:

    HONDURAS
    “SMART POWER”, OVVERO LA VITTORIA DELL’IPOCRISIA

    PARTE I

    Di E. Golinger
    mondialisation.ca

    Henry Kissinger ha detto che la democrazia è “l’arte di frenare il potere”. In tutta evidenza, l’ideologo più influente sulla politica estera degli Stati Uniti del XX secolo faceva riferimento alla necessità di “frenare il potere” degli altri stati e governi allo scopo di mantenere la dominazione globale degli Stati Uniti. Presidenti quali George W. Bush hanno fatto ricorso allo “Hard Power” per raggiungere i propri obiettivi: armi, bombe, minacce e invasioni militari. Altri, come Bill Clinton, hanno fatto ricorso al “Soft Power”: guerra culturale, Hollywood, ideali, diplomazia, autorità morale e campagne per “vincere i cuori e gli spiriti” degli abitanti dei paesi nemici. L’amministrazione Obama ha scelto una variante di questi due concetti fondendo insieme la potenza militare con la diplomazia, l’influenza politica ed economica con una penetrazione culturale e manovre giuridiche. Chiamano ciò “Smart Power”. Applicato per la prima volta con il colpo di stato in Honduras, si può dire che, finora, ha funzionato a meraviglia.

    Nel corso della sua audizione davanti al Senato per la sua nomina, il segretario di Stato Hillary Clinton ha dichiarato che “noi dovremmo utilizzare quello che si chiama “smart power”, il ventaglio completo dei mezzi a nostra disposizione – diplomatici, economici, militari, politici, giuridici e culturali – e scegliere lo strumento giusto, o una combinazione di strumenti, adatto ad ogni situazione. Con lo “smart power” la diplomazia diventerà la punta di lancia della nostra politica estera”. Clinton ha in seguito precisato il concetto affermando che “la via più saggia sarà di ricorrere per prima cosa alla persuasione”.

    Cosa c’è d’intelligente in questo concetto? Si tratta di una forma di politica difficile da classificare, difficile da scoprire e difficile da svelare.

    L’Honduras è un esempio. Da un lato, il presidente Obama condanna il colpo di stato contro il presidente Zelaya mentre il suo ambasciatore a Tegucigalpa si incontra regolarmente con i golpisti.

    La segretaria di Stato Clinton ha ripetuto a più riprese nel corso degli ultimi quattro mesi che Washington non voleva “influenzare” la situazione in Honduras – che gli Honduregni dovevano risolvere da soli la crisi, senza ingerenze esterne.

    Ma è Washington che ha imposto il processo di mediazione “condotto” dal presidente Oscar Arias del Costarica, ed è Washington che ha continuato a finanziare il regime golpista e i suoi sostenitori attraverso l’USAID, ed è ancora Washington che ha controllato e guidato le forze armate honduregne – colpevoli della repressione contro il popolo e che hanno instaurato un regime brutale – tramite una massiccia presenza militare nella base di Soto Cano.

    In più, sono i lobbysti a Washington che hanno redatto “l’accordo” di San Josè e, in definitiva, è una delegazione di alti funzionari del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca che hanno “convinto” gli Honduregni ad accettare questo accordo. Malgrado la costante ingerenza degli Stati Uniti nel colpo di stato in Honduras – attraverso sostegno finanziario, logistico, politico e militare – la tattica dello “smart power” di Washington è riuscita ad ingannare l’opinione pubblica e a fare passare l’amministrazione Obama come il grande vincitore del “multilateralismo”.

    [continua]

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