Kazabian, Dead Weather, LNRipley e altra musica da ripostiglio
Anche in questi ultimi mesi ho ascoltato molta musica da ripostiglio. La definizione, astrusa quanto azzeccata, è della mia primogenita Anna, musicofila onnivora nonostante la verdissima età. L’altro giorno eravamo in macchina, il mio Ipod in funzione. Suggerisco di selezionare “brani casuali” così magari incappa in qualcosa che ancora non conosce e che poi le piace, è già successo e ogni volta sono orgogliosa di me e di lei. Quella volta invece nisba: non gliene andava bene uno, finchè esausta mi fa: “Ma perché ti piace solo musica da ripostiglio?” Eh?!? “Ma sì, questa non è musica normale, la ascolti solo tu…”. Non è vero, ma la definizione mi è piaciuta assai e conto di usarla spesso. Dal mio ripostiglio ultimamente ho tirato fuori un po’ di tutto, novità e vecchi amici. Ecco qualche nome, in ordine puramente casuale, tanto per restare in tema. Intanto gli inglesi Kazabian con “West ryder pauper lunatic”, non li conoscevo nonostante non siano di primo pelo. Piacevoli assai. Niente di nuovo, per carità, molto anni Settanta + Oasis (non a caso vengo a sapere che vogliono suonare con Noel G.) +psichedelia, e ancora ballate alla Dylan ma anche ritmi disco e gospel finale. Le mie preferite? Underdog, Fast fuse, Vlad the impaler, e Fire. Son tutte belle lunghe, oltre i 4 minuti e mezzo. Altra scoperta, gli americani Grizzly Bear con “Vecktimest”, o meglio con i primi tre pezzi del disco, perchè poi si invirigolano sempre più nel progressive fino a trasformarsi in cloni di Robert Wyatt, al che meglio l’originale. Jack White spopola nella mia hit parade sia con i “vecchi” Racounters che con i nuovi Dead Weather, passando dalla chitarra alla batteria: fortissimi!!!!! Attendo con desiderio l’uscita del documentario “It might get loud” dedicato a White + Jimmy Page + The edge.
E’ datato 2007 ma resta finora l’unico album all’attivo, quello omonimo degli LNRipley del batterista dei Subsonica, Ninja. Più grintoso e rockettaro dei Motel Connection (altra costola del gruppo torinese), mi ricordano i Living Colour (che hanno annunciato il loro ritorno in vita dopo sei anni) e Beck, più drum’n’bass a volontà. Restando sul dancefloor, mi fanno simpatia i Bud Spencer Blues Explosion (la storpiatura della band di Jon è geniale) con la versione rock chitarra + batteria di “Hey boy hey girl” dei Chemical Bs. Ma ci vuol poco per far muovere i piedi (ed altro ancora) con un capolavoro del genere….Il ritmo rallenta, senza far ronfare, con The whitest boy alive del norvegese Erlend Oye (fondatore dei Kings of convenience) con i cd “Dreams” e “Rules “ . Il nord dei Royksopp (con cui ha lavorato) si sente, basta non aver fretta e lasciarsi andare. Saltan fuori i Cure e il vecchio Al Stewart e i Jesus and Mary chain. Più pimpanti ed eclettici, un brano diverso dall’altro per atmosfere e ritmi, i due inglesi Simian Mobile Disco e l’ultimo “Temporary pleasure”: divertenti e disimpegnativi.