La solita retorica da Strapaese anche per i militari uccisi in Afganistan, il solito disprezzo per i morti altrui, la solita storica faciloneria militare e i soliti due pesi e due misure tra morti al lavoro in divisa e morti al lavoro in abiti qualunque
Per capire a che punto arrivi senza che neppure ce ne rendiamo conto l’uso dei due pesi e due misure anche in settori drammatici, anzi tragici e forieri di ulteriori disastri, basta considerare due fatti recenti, entrambi luttuosi pur se da noi considerati diversamente. L’uccisione in Afganistan di sei nostri militari e l’uccisione qualche giorno prima di ben 92 civili afgani per mano dei militari tedeschi della Nato che hanno bombardato a vanvera scambiando per terroristi talebani un folla di disgraziati che stava napoletanamente approfittando di una autocisterna carica di benzina in panne per portarsi a casa un po’ di carburante a sbafo oppure che si trovava lì perché costretta da un gruppo di talebani armati ad aiutarli e rimettere l’autobotte in carreggiata.
Partiamo dal secondo fatto, dato che è il primo in ordine cronologico.
Se anziché talebani fossero stati israeliani, statunitensi, europei, gli ufficiali tedeschi avrebbero dato egualmente l’ordine insensato di bombardare senza neppure essere certi che non si trattasse di gente che non c’entrava niente? Oppure: se avesse avuto il sospetto che in quella folla ci fossero anche dei turisti o giornalisti occidentali, i tedeschi o altri della Nato avrebbero bombardato egualmente? Certo che no. E in entrambi i casi. Già questo spiega molto, se non tutto. Bill Clinton non autorizzò il lancio di un missile su Bin Laden perché con lui c’erano un centinaio di donne arrivate per ascoltarlo. Clinton però era un politico, non un militare, in quanto tale ottuso per definizione. Bush padre invece autorizzò in Iraq il lancio di una enorme bomba “intelligente” di profondità su quello che gli avevano detto essere un rifugio sotterraneo con dentro Saddam e che invece si rivelò un rifugio civile con dentro quasi 500 tra donne, bambini, anziani e disgraziati vari: tutti gasati e cremati nel rifugio trasformato in forno crematorio per vivi dalla bomba “intelligente”. Pur tralasciando che non è affatto chiaro perché la Nato sia in Afganistan e perché ci stia di conseguenza anche l’Italia ed essendo invece accertato che comunque l’esportazione della democrazia con le armi si è rivelata una balla e una penosa follia già con la guerra del Peloponneso di oltre 2000 anni fa tra Sparta e Atene, resta il fatto che il pressappochismo dei militari della Nato, specie di quelli statunitensi, rivela sia il disprezzo verso le “razze e popoli inferiori” e sia la mancanza di motivazione dei militari occidentali impegnati in quella guerra. Si bombarda spesso alla cieca, senza le dovute verifiche, perché si ha fretta di tornare a casa, perché bisogna aumentare il numero dei cadaveri da spacciare sempre per nemici uccisi anche quando si tratta di neonati o donne incinta. Si bombarda per disprezzo verso i bombardati, come hanno dimostrato anche vari piloti statunitensi in Iraq, con i loro discorsi registrati e diffusi nel mondo, e si uccide perché ci si trova soddisfazione, come ha spiegato un alto ufficiale statunitense in una scuola militare del suo Paese, con un discorsetto che ha fatto il giro del mondo senza che quell’ufficiale venisse arrestato o espulso dalle forze armate.
Ho sentito da alcune fonti cifre spaventose, che non riporto finché non sono sicuro della loro esattezza e non è certa la fonte, sui morti provocati dagli americani che mi dicono bombardano le valli e i monti con alla stessa maniera di come bombardavano il Vietnam, cioè a tappeto e chi c’è sotto c’è e crepa, di chiunque si tratti. In gergo è la “pulizia del territorio”, chiaramente parente stretta della pulizia etnica. Ma anche le cifre ufficiali fornite dall’Onu sono agghiaccianti. Nel 2008 le vittime civli della Nato erano stimate dall’Onu per quel solo anno in più o meno 800, e solo quest’anno ne sono state fatte altre 3-400 sempre secondo l’Onu. Dall’inizio dell’invasione, nel 2001, secondo Peace Reporter le vittime sono almeno 7.500. Ripeto: vittime civili, cioè innocenti, in gran parte bambini visto anche che gli afgani sono molto prolifici. Matrimoni scambiati con tutti gli invitati per adunate di terroristi , villaggi scambiati per scuole o roccaforti di talebani, bombe cadute fuori obiettivo, ecc., la casistica dei massacri “per errore”, che trasforma case e luoghi di festa in forni crematori per vivi, è piuttosto varia.
Spiace dirlo, ma questo modo di fare è simile a quello dei militari israeliani verso i libanesi e i palestinesi, cioè contro gli “altri”, i “diversi” da noi: dalle rappresaglie contro centri abitati fino agli omicidi “mirati”, tutte pratiche condannate dall’Onu, la “ricaduta” di morti civili innocenti è impressionante. Una volta i ricognitori israeliani scambiarono per missili quelli che erano invece le due assi laterali delle barelle di una autoambulanza, e le bombe fecero una strage. E’ anche il modo di fare dei militari e poliziotti sudamericani contro i contadini e i minatori indios quando protestano. Qualche mese fa, come forse ricorderete, la polizia e/o i militari peruviani hanno ammazzato oltre 60 od oltre 80 per soffocarne le proteste. Ammesso che siano vere le cifre della repressione cinese in Tibet o nella regione musulmana della Cina che vengono allegramente ammannite in Occidente, il modo di fare anche dei cinesi ricorda gli altri tre citati. Il succo è che gli “altri” possono essere trattati come carne da macello. Gli “altri”, non i propri, i nostri. Non a caso da ragazzini gridavamo felici “Arrivano i nostri!” quando nel dopoguerra l’industria cinematografica Usa ci inondava di film razzisti e imbecilli che dipingevano sempre i “pellerossa” come selvaggi da prendere a fucilate, immancabilmente attaccati dalle “giacche blu” per salvare i poveri coloni bianchi accerchiati, sempre virtuosi e pii (ops! Ho detto “coloni”….).
L’Ira in Ulster e in Inghilterra e i terroristi baschi in Spagna hanno ucciso un grande numero di persone, siamo a quota quasi mille, ma né la Spagna né l’Inghilterra si sognano di ricorrere ai bombardamenti aerei, di artiglieria o di carri armati contro città e paesi o cisterne e autoambulanze sospette per cercare di sradicare il terrorismo domestico. Idem l’Italia con la mafia, che ha massacrato di tutti un po’, compresi i massimi vertici politico istituzionali dell’isola, ma non per questo è stata bombardata Palermo o Corleone o altri paesi dove anche i sassi sapevano e sanno che vivono i cervelli della mafia. Si dirà: la mafia non è terrorismo politico militare, ma solo criminalità malavitosa. A parte il fatto che l’obiezione non è del tutto esatta, era certamente terrorismo politico militare quello delle Brigate Rosse e di Prima Linea, ed anche i sassi, oltre ai nostri servizi segreti, sapevano bene che i loro nidi erano la Fiat, Porto Marghera, alcuni quartieri di Milano e Roma, varie Università, ecc., non per questo sono stati usati i bombardieri, l’artiglieria da campo o i carri armati e neppure gli omicidi “mirati”. Ci si considera in guerra solo con gli “altri”, con quelli che riteniamo subumani o comunque nemici irriducibili, tant’è che l’Italia sopportò senza ricorrere alla guerra o ai bombardamenti il lungo aiuto dell’Austria ai terroristi alto atesini degli anni ’60 che uccisero anche nostri militari. E l’Austria NON faceva parte della Nato…
E’ il disprezzo verso i popoli “inferiori” che ha fatto nascere i bombardamenti aerei, invenzione non ho ancora capito se italiana o inglese, comunque inaugurata da noi in Africa e dagli inglesi in India ai tempi delle guerre coloniali. I nostri “eroici” aviatori seduti dietro il pilota lanciavano molto poco eroicamente addosso ai “negri” arati di lance e qualche schioppo le bombe a mano. E in India ha esordito in modo simile, ma su scala più vasta e feroce, sir Harris, diventato in seguito famoso come “The Bomber” quando durante la seconda guerra mondiale applicò e anzi “migliorò” sulle città tedesche ciò che aveva bene imparato a fare in India: inaugurò infatti i bombardamenti incendiari terroristici contro le popolazioni civili, che secondo lo storico Friedrich hanno cremato nelle cantine e nei rifugi e nelle strade trasformate in forni crematori almeno 700 mila civili, almeno un terzo dei quali bambini e il resto donne e anziani.
Veniamo ora ai nostri militari uccisi. Ne conosciamo bene i nomi e li abbiamo giustamente pianti. Vorrei sapere però oltre alle chiacchiere che pensione avranno i loro familiari. Non è un buon segno comunque che delle altre 22 o 25 vittime civili, tutte afgane, dello stesso attentato non sappiamo neppure un nome, né quanti bambini c’erano o sono rimasti orfani e in quanti. Ci siamo tutti commossi alle foto del piccolo Simone, figlio di appena due anni rimasto orfano del parà Roberto Valente, ma non sappiamo neppure un nome dei suoi coetanei massacrati dalle bombe tedesche lanciate contro la cisterna carica di benzina, così come non sappiamo nulla degli altri massacrati in precedenza da altre bombe della Nato. Eppure quella ventina abbondante di civili uccisi dalla stessa auto bomba che ha falciato i nostri sono finiti all’altro mondo solo ed esclusivamente perché erano casualmente vicino ai nostri e sono stati investiti da una esplosione destinata non a loro, ma ai nostri. Una parte di responsabilità in qualche modo quindi la abbiamo anche noi verso quei poveretti. E la responsabilità aumenta se è vero, ma non ci voglio credere, che i due mezzi corazzati Lince dei nostri hanno lasciato passare in mezzo a loro – contro ogni più elementare regola militare – l’auto del kamikaze. Non è un buon segno perché fa parte sempre del nostro piangerci addosso disprezzando gli “altri”.
Per rispetto verso il lutto dei familiari accenno solo al fatto che i nostri soldati si trovano in Afganistan più che altro solo per l’egolatria di Silvio Berlusconi, che, come ha scritto anche Sergio Romano giorni or sono sul Corriere della Sera, ha voluto accodarsi a Bush sia per l’Iraq che per l’Afganistan per brillare nel mondo intero anche della sua luce riflessa e sentirsi ancor più grande e potente. E per rispetto verso il lutto non mi soffermo sul fatto che, dopo tutte le faccende a luci rosse che sono saltate fuori sul conto del nostro primi ministro, è legittimo chiedersi se a Berlusconi l’invio dei militari italiani non sia stato magari strappato minacciando di far circolare la notizia di faccende simili, dato che al Cavaliere le belle donne, specie se giovani, piacciono da prima che entrasse in scena Giampiero Tarantini, come dimostra anche il fatto che ne spediva qualcuna da Drive In al suo amico Bettino Craxi e come ha lasciato capire a chiare lettere anche sua moglie Veronica Lario. Chissà cos’hanno in mano i servizi segreti dei vari Paesi. E chissà se Berlusconi è in grado di resistere a eventuali minacce di far arrivare alla stampa gli immancabili dossier su di lui.
Tralascio la retorica delirante, da quella del ministro La Russa, dall’espressione sempre simpaticamente torva e luciferina, a quella degli ufficiali della Folgore, il corpo di paracadutisti al quale appartenevano i nostri sei caduti. Strana idea quelle che i nostri militari debbano essere sempre e ovunque accolti con fiori e applausi, magari belle ragazze tipo la “bell’abissina” della canzone fascista. Strana idea quella che gli attentati tipo via Rasella li possiamo fare solo noi italiani, se li fanno gli altri allora non sono più atti eroici, ma solo vili e feroci. Dalle interviste degli ufficiali e dai discorsi da loro fatti alle vedove dei sei parà, se è vero quello che ho letto sui giornali, siamo fermi alla retorica di El Alamein e di Giarabub. Anzi peggio: ci sono infatti parà che vogliono sì “morire con le armi in pugno, ma combattendo e non cadendo vittime di attentati schifosi”, il che significa che, per quanto incredibile, neppure i parà hanno capito che oggi le guerre NON hanno un fronte, non di stampo classico, e che la guerriglia non è come la “guerra dei merletti” di qualche secolo fa, dove si dava agli avversari la precedenza a sparare il primo colpo. Strano, perché, come ho già scritto, il terrorismo lo abbiamo teorizzato noi italiani nel 1965 con il convegno “La guerra rivoluzionaria moderna” tenuto per tre giorni a Roma all’hotel Parco dei Principi e pagato anche dai nostri servizi segreti dell’epoca, oltre che dalle due o tre principali industrie nazionali.
Non si vuole capire che le guerre NON si fanno andando a morire eroicamente quanto inutilmente, non si fanno per perderle da straccioni. Senza voler cioè mai capire che ancora oggi – come da quasi un secolo – non abbiamo delle forze armate e un esercito degni del nome per il semplice motivo che riflettono le stesse strutture, inefficienze, storture, egoismi, vizi e incapacità della società civile, ne sono il ritratto in grigio verde o in mimetica ed elmetto anziché in abiti civili. Qualche decennio fa c’è stata in Africa, a Kindu, la strage di un gruppo di nostri militari dell’aeronautica facenti parte di un corpo dell’Onu. I nostri furono massacrati perché erano andati a mangiare in mensa lasciando le armi non ricordo ora se sugli aerei o in una caserma dell’aeroporto. Erano cioè disarmati! Nessuno aveva spiegato loro che in una zona come quella, in piena guerra civile, NON dovevano lasciare le armi neppure per andare al cesso. Da allora pare non sia cambiato nulla, se nessuno ha spiegato ai nostri dell’Afganistan che NON si deve mai permettere a un automezzo estraneo di inserirsi in una colonna di mezzi militari, fossero anche solo due. Non è che ovunque ci scambino per Totti.
Qualcuno pensa forse che i talebani o afgani che dir si voglia accettino le stragi di civili, compreso l’ultima dell’autocisterna, senza fare rappresaglie, che sia o no un diritto sancito dalle convenzioni di Ginevra e dell’Aja? Qualcuno pensa che si accontentino delle scuse dei tedeschi così come mesi or sono di quelle degli americani per altri errori simili? Qualcuno pensa che i talebani le rappresaglie per gli “errori”, cioè per le stragi di civili, compiuti dai tedeschi o dagli americani o dagli inglesi della Nato le debbano fare contro i militari delle rispettive nazionalità anziché contro militari comunque della Nato, anche se italiani? Sperando che le rappresaglie non le compiano su territorio europeo o statunitense.
Infine: l’Italia ha il record europeo di morti “bianche”, cioè sul lavoro, che chissà perché si chiamano bianche pur essendo nere, nerissime come tutte le altre morti. Comprese quelle dei 6 nostri militari in Afganistan. Ma le morti dei lavoratori sul luogo di lavoro a magari a casa o in ospedale a causa di malattie contratte sul lavoro non fanno mai notizia. Qualche sermoncino del presidente della Repubblica, qualche latro blablablà, e poi si ricomincia a contare i morti, i feriti, gli storpiati, gli ammalati. A chi muore sul lavoro e per il lavoro NON viene mai tributato nessun onore, nessuna messa solenne, nessuna medaglia al valore, neppure civile. Non parliamo poi delle pensioni ai parenti…. lasciato a morire di fame o quasi.
Questo truce e fors’anche infame distinguo tra vittime in divisa e vittime in tuta blu o in colletto bianco è francamente orripilante. Un due pesi e due misure che esiste in tutto il mondo, il che è ancor più preoccupante. E’ più eroico chi ci lascia la pelle sapendo che la rischia perché veste una divisa e accetta o chiede di andare al fronte o in zone comunque pericolose o chi crepa lavorando in fabbrica, in ufficio, nei campi, nei cantieri, tutti luoghi dove non dovrebbero esserci pericolo bellici. Eppure i morti da lavoro sono migliaia, a fronte di pochissimi morti in divisa caduti “adempiendo al loro dovere”. Non solo: non esisterebbe nessun esercito con le sue belle divise e le sue armi lucide, dal fascino sempre maschiliste e fallico, se non ci fosse la massa dei lavoratori a produrre per tutti, anche per loro. Qui non si tratta di chiederci con Bertold Brecht se Giulio Cesare nel suo “glorioso”, cioè vincitore, esercito non avesse neppure un cuoco, bensì di capire che senza i cuochi che lavorano non per gli eserciti non ci sarebbero neppure quelli che per gli eserciti invece lavorano, e anzi non ci sarebbero neppure gli eserciti.
Quanta ipocrisia. Quanta retorica. Quanta irresponsabilità. Quanto opportunismo.
Che tristezza.
COMUNICATO STAMPA
Polizia israeliana si rifiuta di intervenire dopo che una casa palestinese è stata seriamente danneggiata durante la notte
La mattina del 22 settembre una famiglia palestinese del villaggio di At-Tuwani ha scoperto che la casa di sua proprietà e costruita di recente è stata seriamente danneggiata durante la notte. La famiglia è convinta che i coloni israeliani del vicino insediamento di Ma’on e dell’avamposto di Havat Ma’on siano i responsabili di quanto accaduto. In realtà due delle sei case, costruite nella valle di Humra su terre private e di proprietà palestinese, sono state danneggiate durante la notte.
La famiglia ha subito contattato la polizia israeliana che è arrivata a metà mattina per visionare le case danneggiate. Un ufficiale di polizia ha detto ai proprietari della casa che non avevano alcuna ragione per fare un reclamo per le case danneggiate dal momento che i militari israeliani avevano precedentemente consegnato un ordine di demolizione per le case.
A luglio, mentre le case venivano costruite, i coloni dell’avamposto di Havat Ma’on avevano urlato contro i palestinesi che lavoravano alle case e una delle case costruite è stata parzialmente distrutta nella notte del 16 luglio.
Il 20 luglio scorso, la DCO ha ordinato l’immediata interruzione dei lavori alle case e ad altre due strutture, inclusa una cisterna. Il 13 settembre sono seguiti gli ordini di demolizione e le famiglie temono che i militari israeliani presto distruggeranno le loro case.
L’esercito israeliano limita gravemente le costruzioni palestinesi nell’area a sud di Hebron, definita area C secondo gli accordi di Oslo e sotto totale controllo israeliano. Nondimeno, i vicini insediamenti israeliani di Ma’on e di Karmel, e gli avamposti di Avigail e di Havat Ma’on continuano ad espandersi.
I coloni israeliani di Ma’on hanno di recente costruito alcune nuove case a sud-ovest dell’insediamento. Negli ultimi tre mesi i volontari di Operazione Colomba e del Christian Peacemaker Team hanno assistito alla costruzione di numerosi nuovi edifici nei vicini insediamenti e avamposti di Ma’on, Avigail e Suseya.
Foto delle case danneggiate a Humra: http://bit.ly/COLiC
Foto delle nuove costruzioni nell’insediamento di Ma’on: http://bit.ly/4ZLMe
tristezza ancora piu grande quando ho sentito la moglie di un caduto dire: “Sono orgogliosa di mio marito”. A questo siamo arrivati: morire per Berlusconi, ed esserne fieri. Per un malinteso senso della patria, del dovere, o di chessò io, inculcato a forza dai media, che gabellano gli interventi armati in paesi altrui come “missioni di pace” . Che pena.
Nobel per la pace a Gideon Levy
E’ il giornalista israeliano di Haaretz che da anni incarna l’anima più illuminata del suo popolo. Una vera colomba della pace che con le sue lucide analisi e i suoi coraggiosi commenti ha finito per diventare una spina nel fianco dei falchi che si sono succeduti al governo.
La sua voce rappresenta la vera coscienza – non solo quella critica – di una nazione che ha subito inique persecuzioni ed atroci sofferenze, ma che oggi rischia
di trasformarsi nel carnefice di un popolo con il quale è destinato invece ineluttabilmente a convivere.
Anche stavolta, in occasione della dichiarata guerra ad Hamas, di fronte al terribile massacro degli inermi abitanti della Striscia di Gaza, la voce di Gideon Levy è apparsa come l’estremo baluardo della ragione contro il cieco furore dei suoi governanti.
In 22 giorni sono rimasti sul campo circa 1400 palestinesi, per la maggior parte civili: donne, anziani e – secondo gli ultimi dati – più di 450 bambini. Uno spargimento di sangue contrassegnato da veri e propri episodi criminali (come quello di Zeitun, con i 110 civili ammassati in un edificio poi bombardato; o la scuola con le insegne Onu presa a cannonate, causando 40 morti, tutti civili), e provocato anche con l’utilizzo di armi non convenzionali come il fosforo bianco e l’uranio impoverito, che ha finito per indignare tutte le coscienze libere della comunità internazionale.
E l’unico risultato, alla fine, sarà verosimilmente quello di alimentare nuove vendette: altro odio, altra violenza, altri morti. Rafforzando, invece di indebolire, il terrorismo.
Gideon Levy non ha esitato a puntare il dito contro i responsabili – Ehud Olmert, Tzipi Livni ed Ehud Barak (“due di loro candidati a primo ministro; il terzo ad un processo per crimini di guerra”) – con parole pesanti come pietre che nessun giornalista occidentale (e tanto meno italiano) avrebbe mai osato pronunciare: “Se continueremo così – ha scritto sulle colonne di Haaretz – prima o poi a L’Aia (sede del Tribunale internazionale per i crimini di guerra, ndr) sarà istituita una nuova corte speciale”.
Tutto ciò gli sta procurando minacce ed insulti da parte dei suoi più fanatici connazionali. Ma lui non sembra curarsene: “Uno spirito malvagio è calato sulla nazione. Questo non è il mio patriottismo. Il mio patriottismo è criticare, fare le domande fondamentali. Questo non è solo il momento dell’uniforme e della fanfara, ma dell’umanità e della compassione”.
La voce di Gideon Levy è la voce del cuore e della ragione, la voce della coscienza.
Potete scaricarlo da qui:
http://vimeo.com/6630724
Shalom
x 52
Già, quella donna davanti alla bara del marito avrebbe dovuto gridare: – quest’uomo mi fa schifo!-
l’IDEOLOGIA supera l’amore, la pietà, la consuetudine della convivenza, l’amore per i figli, per i sacrifici che quest’uomo faceva per vivere , in poche parole supera l’UMANITA’.
Che schifo questa ARIDITA’ di sentimenti, questo calpestare il privato in nome di un internazionalismo becero ed interessato!!!
Sì, sono veramente schifata.
Buonagiornata
Sylvi
Bhe, magari poteva dire anche solo a bassa voce che le fa schifo Berlusconi, il Chiavaliere Ricattabile, che per chiavare in santa pace manda soldati al seguito altrui. Soldati che ogni tanto crepano.
Obomo
X SYlvi 52
Posso fare solo una ipotesi sulle sue non utilizzate abilità ginniche ai tempi della scuola,da come corre, nella specialità della velocista che sicuramente non saranno mai state premiate per un’attitudine naturale a scattare fuori tempo ,per non aver mai rispettato il segnale di partenza!
Scrivo im PRENDITORI, riferito ad un personaggio, e gia fiuta nell’aria un’onta familiare,si scrivono commenti storici e già come il Pelide Achille è presa dall’ira funesta.
Calma Sylvi,calma ;in questo caso il 52(mi intrometto)ha solo commentato sull’indirizzo della espressione della signora e non sul proprio marito per cui…
Un saluto
L.
x Linosse
Capitano della squadra femminile di pallavolo della Scuola.
Incredibile data la statura più che media.!
Ma sapevo volare in alto!!!!!!
Vinto anche qualche torneo studentesco!
imPRENDITORI è plurale, al singolare fa imPRENDITORE!
Nessun IMPRENDITORE serio, di quelli che lavorano e producono ricchezza per sè e per la Nazione, lo ha mai definito imprenditore, Berlusconi…con tanti altri nomi sì!
Per il resto, confermo tutto!
saluti Sylvi
X Sylvi 58
Embe! visto il personaggio ho usato il pluralis maiestatis!
L.
Ahmadinejad ad Obama: “Per gli Usa
non siamo una minaccia, ma un’opportunità”
GERUSALEMME – L’Iran non rappresenta una minaccia agli Stati Uniti, ma è piuttosto “un’opportunità”. Ad affermarlo, in un’intervista alla stampa americana ripresa oggi dal quotidiano Haaretz, è presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che replica così alle affermazioni del presidente degli Stati Uniti Barak Obama.
Ahmadinejad ha detto che nell’incontro in programma l’ 1 ottobre col gruppo del 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania come membro aggiunto) l’Iran si aspetta una discussione aperta sulle questioni nucleari ma non è interessato a discutere di pressioni per arrestare il suo controverso programma nucleare che, ha ribadito, non ha fini militari.
L’Iran, ha aggiunto, premerà invece per un programma internazionale di disarmo nucleare e per maggiori possibilità di impiego dell’energia nucleare a fini pacifici da parte di altri paesi. Secondo Ahmandinejad se il presidente Obama farà “grandi cambiamenti” nella politica del suo paese in Afghanistan, Iraq e in Medio Oriente troverà nell’ Iran un amico.
@ Sylvi (58)
“…Nessun IMPRENDITORE serio, di quelli che lavorano e producono ricchezza per sè e per la Nazione, lo ha mai definito imprenditore, Berlusconi…con tanti altri nomi sì!…”
– – – – – – – –
Però, caso strano, lo votano. Colpa della sinistra, natürlisch.
x Alechs che non so se è il”già” Alex
In FriuliVG la legislatura scorsa era guidata da Illy, sinistra.
Non ha perso le ultime elezioni per colpa degli imprenditori, che lo hanno votato, ma per colpa della sx friulana e romana che gli hanno “fatto le scarpe” perchè ” poco ubbidiente”!!!
Nessuno può dire il contrario!
Ripeto, un imprenditore serio ha bisogno di regole chiare, e che sia messo nelle condizioni di rispettarle.
Molti che avevano votato Illy hanno votato Lega, anche fra gli operai.
E se siamo in questo caos, e se siamo, ultimi in Europa, a predisporre misure che affrontano la crisi, che c’è ed è peggio di prima delle vacanze, è anche enorme colpa della sx, che non sa ancora coniugare i diritti dei lavoratori con la situazione economica che strangola tutti, anche gli imprenditori seri, che sono molti e abbandonati, vuoi per correre dietro alle veline e al “puttanaio”,vuoi per correre dietro agli ultimi cascami di un comunismo economico che ormai è morto e sepolto.
Ma quando torna Marco?
Sylvi
I cascami (al singolare cascame) è la denominazione generica per indicare i residui utilizzabili provenienti dalla lavorazione di un altro prodotto, del quale diminuisce perciò il costo di produzione.
Sono contento della felice intuizione della Syvi, in quanto definisce ..residui Utilizzabili,,,con chiarezza!!
La vera mia curiosità risiede nel capire se il NEO-liberismo ex .trionfante, sia un prodotto utilizzabile..!!??
Forza e coraggio!!
Oggi è giornata tutta da ridere!!
cc
cara Sylvi,
l’ho visto in sogno!Stai tranquilla che marco torna!
cc
x -#52-
tristezza ancora piu grande quando ho sentito la moglie di un caduto dire: “Sono orgogliosa di mio marito”. A questo siamo arrivati: morire per Berlusconi, ed esserne fieri. Per un malinteso senso della patria, del dovere, o di chessò io, inculcato a forza dai media, che gabellano gli interventi armati in paesi altrui come “missioni di pace” . Che pena.
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I mia conoscenza i Para’ morti in Afghanistan non erano giovanissimi, alcuni sulla trentina avanzata.
Percio’ militari di carriera.
La moglie ha perfettamente ragione di essere orgogliosa di suo marito.
Pensi che le famiglie dei caduti Americani in Europa durante la WWII mettevano una bandiera particolare alla finestra per ogni figlio morto in azione.
Diverse famiglie ne hanno perso piu’ di uno.
La famiglia Sullivan ne ha persi 5.
Nel loro dolore erano orgogliosi dei propri figli caduti servendo la loro Patria.
Ho visto le foto e filmati del funerale dei vostri Para’, molto elaborati, il che mi dice che anche l’Italia e’ orgogliosa dei propri caduti.
Anita
x Sylvi
Cara Sylvi,
anch’io ho chiesto di dove era andato a finire Marco.
Pensavo che si fosse stufato dei costanti attacchi di Faust……
Marco poi scrisse che era in via di trasloco e che sarebbe ritornato sul forum in ottobre.
Pino aggiunse che Marco si stava trasferendo nel Lazio.
Ciao, un abbraccio.
Anita
Per gli stolti e relative STOLTE che scrivono solo sciochezze
Cos’è veramente il comunismo?
Comunismo è negazione di capitalismo. Quindi per definire l’uno bisogna definire l’altro. Cos’è il capitalismo? Da quel che ne so è un sistema economico fondato sul lavoro salariato, la produzione di merci e lo scambio mercantile.
Sarebbe a dire un sistema economico in cui, attraverso l’utilizzo del lavoro salariato si drena lavoro accumulato in un ciclo di auto accrescimento dell’apparato produttivo fine a se stesso.
Comunismo sarebbe quindi un sistema economico che supera e nega questo meccanismo, ossia in cui non c’è più lavoro salariato, non c’è produzione di merci né scambio mercantile (e quindi non c’è più denaro). Un sistema in cui c’è la gestione diretta delle risorse economiche da parte della comunità che regola la produzione sulla base dei bisogni reali.
Tutto questo a prescindere da giudizi di valore sul comunismo, tipo è bello è brutto, è realizzabile non è realizzabile, ecc.
Comunque nessun essere umano può dirci com’è una società comunista reale per il semplice fatto che il comunismo non è mai esistito (a parte quello che sembra sia stato riscontrato in alcune popolazioni “primitive”).
PS: questa la dedico a tutti quegli “anticomunisti” che si scagliano contro il “comunismo” senza manco sapere di che si tratta e che alla fine se la prendono con cose che col comunismo non hanno un bel niente a che vedere.
caroCC sempre coi puntini sulle iiiii!
Hai presente Manzano, triangolo della sedia, ai tempi d’oro faceva sedere un quarto del mondo!
I cascami, cioè i resti delle sedie, te li “tiravano dietro” sia per le stufe che per i caminetti.
Ora, che sedie non ce n’è e i cascami sono pressochè esauriti, te li fanno pagare una bella cifra!
Che si fa? Si lasciano i cascami e si va in Austria dai boscaioli a comprare le legna.
Sono più a buon mercato!
A me del Neo-liberismo importa soltanto perchè farà danni solo in Italia;
fra furbi che cercano la scorciatoia, e “impegnati e teorici” che discettano…indovina chi, al solito, ci andrà di mezzo?
Spero che una risposta mi verrà da quel Kaursky che voi sviscererete fra una triglia, uno scorfano o un pesce ragno!
Sylvi
Insomma, né più e né meno come le mogli e i genitori dei kamikaze islamici. Ma allora perché li accusiamo schifati?
Shalom
II. ESSERE COMUNISTI
1. Essere comunisti significa che esiste un’unica ontologia: quella dell’essere sociale. Non ci si salva da soli; l’essere umano o è sociale o non lo è.
2. Il comunismo è la risposta ad un bisogno di significato che sia capace di unire e non dividere gli uomini. Il comunismo è dunque un valore, prima (assai prima) di essere un programma politico o economico. Oggi si tratta anzitutto di conoscere o di riconoscere tale valore.
3. Il comunismo è un valore; come tale, non è dimostrabile. Scegliere il comunismo non è scegliere una certezza, ma una possibilità. Si tratta di una scelta a rischio, non garantita da nulla. Basata solo su un’ipotesi razionale (l’ontologia dell’essere sociale) e su una necessità etica (è meglio ciò che unisce di ciò che divide).
4. Il comunismo è consapevole dei limiti della specie umana nell’universo, dei limiti di ogni valore e dunque anche di se stesso. Ma, se non sappiamo in assoluto cosa è il Bene, sappiamo tuttavia cosa è il meglio. In ogni circostanza è dato sapere ciò che libera e ciò che opprime.
5. Il comunismo non si identifica oggi nel progetto di una organizzazione sociale ed economica. Qualsiasi definizione in tal senso appare allo stato attuale soltanto scolastica, dunque inutile. Il comunismo è un percorso, una tendenza, un movimento di liberazione. È tutto ciò che si muove per abolire lo stato presente delle cose (Marx). La lotta per il comunismo è il comunismo. “Essere comunisti significa essere in cammino” (Fortini).
6. Essere comunisti significa credere che l’eguaglianza e la fratellanza degli uomini siano preferibili al dominio di una piccola parte sulla grande massa dell’umanità. Ciò comporta l’esigenza di rimuovere le cause materiali e politiche che sprofondano nella miseria, nella fame, nella non-libertà milioni di uomini. Essere comunisti significa assumere una prospettiva planetaria, riguardante la specie umana nel suo complesso. Il pensatore o l’uomo politico che resti nella prospettiva di una nazione o dell’Occidente è solo un provinciale che collabora ad un sopruso. Essere comunisti significa che non devono esserci più albanesi. Finché ci sarà un albanese (o un extracomunitario da respingere alle frontiere), ci sarà un comunista perché ci sarà bisogno di comunismo.
7. Essere comunisti in Occidente significa sapere che, anche in occidente, anche in Italia, vi sono gruppi di individui dotati di diseguali facoltà di gestire la propria vita, e cioè di gradi diversi di libertà economica, politica e culturale, e che tale diseguaglianza è un disvalore da combattere.
Ma significa anche sapere di far parte di una società che condanna al genocidio intere popolazioni e quindi di essere responsabili della fame e della morte di milioni di persone.
Essere comunisti significa perciò respingere la parte di noi stessi che, attivamente o passivamente, collabora all’affondamento delle barche di tutti coloro che fuggono dai terribili teatri di guerra.
x CC
Non mi serve più Kaursky!
Giubizza mi ha spiegato tutto!!!
Sylvi
x Anita
Per la politica estera ci sei tu e il tuo computer che ti difendi egregiamente e basti e avanzi.
Per quella interna …spero che Marco torni!
Ps: devo inviarti le foto di mio nipote, ma mio figlio inverte sempre le poche regole che imparo con il computer.
Perciò devo aspettare lui.
Ti abbraccio Sylvi
Il Senato della Repubblica ha dato il via libera allo Scudo fiscale, condono al ” Falso in bilancio”.
Come tutti potranno ben constatare la banda di furbastri che ci amministra è all’opera, sta gettando un enorme salvagente ai ladri, agli evasori fiscali, a tutti quei parassiti che infestano la nostra martoriata società.
Del resto come predica il Presidente del Consiglio, i farabutti stanno dall’altra parte.
Stasera vedremo ad ” Anno Zero ” nella trasmissione di Santoro cosa dirà Travaglio, sempre che lo lascino esprimersi.
Bene, niente porceddu e pranzo a Roma. Spero Nicotri ne voglia prendere nota.
Dany
x Shalom
x Anita del commento 65 { 23.09.09 alle 14:18 }
Insomma, né più e né meno come le mogli e i genitori dei kamikaze islamici. Ma allora perché li accusiamo schifati?
Shalom
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Lei non vuole fare un paragone con i genitori che immolano bambini ancora senza coscienza ed ‘indocrinated’ a morire per la gloria di Allah, mi sbaglio forse?
I Para’ Italiani erano in missione di pace, sono morti per un atto codardo a mano dei talebani e con loro diversi cittadini afgani.
Anita
x Tutti
Sto ascoltando con molta fatica Muammar Khadafi al UE.
Il suo traduttore e’ terribile…..e’ quasi impossibile seguirlo.
Ha pero’ elogiato Berlusconi.
Forse i commentari saranno piu’ chiari.
Anita
@ Sylvi (62)
Sono io, sono io, meno male che non ha scritto “fu” ;o)
– – – – – – – –
“…Non ha perso le ultime elezioni per colpa degli imprenditori, che lo hanno votato, ma per colpa della sx friulana e romana che gli hanno “fatto le scarpe” perchè ” poco ubbidiente”!!!”…
– – – – – – – –
Visto che lo ha scritto? La colpa è della sinistra.
Mi pare comunque d’obbligo richiamare La Palice, secondo il quale “vince chi prende voti” e “perde chi non prende voti”; difficile sostenere “perde chi gli hanno fatto le scarpe”. Vabbè la sindrome del complotto, ma insomma…
Le ricordo poi che un esemplare perfetto della sinistra romana e friulana sia proprio una certa Debora Serracchiani di cui Lei mi pare abbia tessuto, tempo addietro, lodi sperticate (a dir poco); ci ha per caso ripensato?
Baibai.
caro Alex,
“il giovane Alex” disse tempo fa Uroburo!
Io invece sono una “vecchia gallina padovana” e le spiego:
Debora Serracchiani sostiene Franceschini che è in competizione con Bersani (brava persona) che ha un enorme difetto, è sostenuto dal baffino pugliese ( questa Puglia così vivace!) che, in caso di vittoria di Bersani, scenderà dal veliero e farà gli scarponi a Franceschini e le scarpette alla brava Serracchiani.
E dirà : -Tutti a cuccia, adesso ci sono io, per la crostata, il risotto, la mostarda e anche il caciucco!-
Se quest’ultima dolce e indomita ragazza riesce a infilargli il tacco, come auspico, …dove vuole lei…
allora ricomincio a sperare…
Spero di essermi spiegata!
mandi Sylvi
Gentilissima signora,
i più vili sono gli americani che bombardano dal cielo senza correre rischi, spesso colpendo dei civili che non hanno neppure le fionde. O forse i più vili sono gli israeliani. In ogni caso, ci vuole più coraggio a farsi saltare per aria per colpire dei nemici che a bombardare dall’alto o con artiglierie piazzate lontane dai disgraziati da colpire. Non crede, simpatica signora?
E vilissimi siete stati voi americani a massacrare con armi da fuoco i nativi d’America che avevano solo archi e frecce.
Questo per essere precisi. Ma se le fa piacere può continuare a dire sciocchezzuole. Tanto c’è La Russa che le spara grosse. Continuate a far finta di essere più civili degli altri e che la guerra si combatte sfidandosi a duello all’alba dietro il convento di suore oppure all’OK Corral, ovviamente solo ad armi rigorosamente pari e magari supplicando il nemico: “Prego, spari prima lei”.
Shalom
Certo, tutti quelli che non si fanno ammazzare da noi senza reagire sono vili!
H-anno V-iltà G-alattica
http://baruda.net/2009/03/22/una-donna-incinta-un-colpo-due-morti-tsahal-si-fa-le-magliette-nuove/ (CI SONO ANCHE LE FOTO DELLE MAGLIETTE)
L’obiettivo al centro del mirino sembra aver cambiato aspetto o, per meglio dire, divisa. L’esercito più preparato e equipaggiato del pianeta, Tsahal, Esercito di difesa dello Stato ebraico di Israele, è al centro di aspre polemiche dopo la pubblicazione di alcuni reportage che hanno gelato l’opinione pubblica internazionale e anche alcune poltrone dei comandi militari israeliani. Di pari passo alle prime denunce al Tribunale internazionale dei diritti umani contro l’IDF riguardanti, tutte, il recente attacco ai danni della popolazione della Striscia di Gaza (l’Operazione “Piombo Fuso: 1342 morti di cui 904 civili accertati in tre settimane di bombardamenti e incursioni) coraggiosi giornalisti di Hareetz stanno martellando quotidianamente i loro lettori -cartacei e telematici- di servizi sulle aberr-azioni degli eroi in divisa di quella che si vanta d’essere la sola democrazia del Medioriente. Probabilmente i vertici militari stanno affannosamente cercando di capire chi tra i loro soldati abbia rilasciato tutte quelle dichiariazioni sul comportamento e sulle regole di ingaggio di quelle recenti settimane di massacri, ma nessuno è voluto uscire dall’anonimato e, dalla quantità di materiale che inizia a circolare, sarà difficile far abbassare il polverone che si sta alzando.
Oltre alle tante dichiarazioni dei soldati, ai racconti di come venivano uccise intere famiglie, dell’incredibile permissività delle regole di ingaggio, la notizia che ha fatto più scalpore, rimbalzando sulle testate e sui blog del mondo intero, è quella di un’enorme fornitura di magliette arrivata a diversi battaglioni e brigate dell’esercito per celebrare la conclusione di alcuni corsi d’addestramento. Magliette che hanno fatto la fortuna, in poche settimana, dell’azienda tessile Adiv, di Tel-Aviv, specializzata nel rifornire i vari corpi dell’esercito di berretti, t-shirt e pantaloni.
Un’ordinazione “non ufficiale”, a quel che scriveva Uri Blau pochi giorni fa sulle pagine del suo quotidiano, effettuata attraverso un processo collettivo interno ai reparti, con la supervisione di alcuni sotto-ufficiali; tanto che, appena le immagini delle t-shirts hanno iniziato ad apparire in rete, l’esercito è accorso a fare dichiarazioni ufficiali di condanna che potessero placare un’eventuale bufera. “Non sono conformi ai valori delle forze di difesa israeliane e sono semplicemente prive di qualunque gust. Questo genere di umorismo è disdicevole e dovrebbe essere condannato”, si legge in un comunicato dell’esercito di ieri. Aggiunge anche che i soldati che verranno trovati ad indossarle, saranno immediatamente puniti con un provvedimento disciplinare.
Una breve descrizione di quello che indossano orgogliosi questi soldati è sufficiente per capire la gravità dell’accaduto.
“Un colpo, due morti”: il disegno è un mirino di un cecchino, che punta su una donna completamente velata, sul suo pancione.
“Usa il preservativo”: questa volta l’immagine è diversa ma l’obiettivo è sempre lo stesso: una mamma ed il suo bambino, che questa volta tiene in braccio, morto.
Un’altra maglietta, richiesta dal battaglione Lavi, ha un fumetto con un bambino palestinese, che nel crescere diventa prima un giovane lanciatore di pietre, poi un miliziano armato; la didascalia dice “Non importa come inizia, siamo noi a decidere quando finisce la partita”.
“Ogni madre araba deve sapere che il destino del proprio figlio è nelle mie mani”: questa, su richiesta della Brigata d’elite Givati.
E purtroppo la lista potrebbe continuare. Già due anni fa era scoppiata una polemica perchè, tra i soldati di uno dei reparti d’elite dell’Israel Defence Force, circolava una t-shirt con disegnato un mirino che puntava un bimbo arabo e la scritta che recitava “Più è piccolo, più è difficile”, e nessuno era stato punito per questo.
Oltre all’uso spietato di fosforo bianco, a quello massiccio dei nuovi armamenti composti dalle micidiali bombe DIME, all’aver colpito rifugi per profughi segnalati dalle Nazione Unite, all’aver impedito che stampa e soccorsi entrassero nell’intera Striscia di Gaza per settimane, oltre ad aver ucciso più di 1300 persone in una Guerra che non ha portato alcun risultato , il popolo palestinese deve subire anche lo scempio di queste magliette e il sorriso di chi le indossa.
Niente poi fa ben sperare dopo le elezioni di febbraio che hanno visto l’asse della politica israeliana spostarsi radicalmente a destra: la coalizione con a capo il leader del Likud, Benyamin Netanyahu appoggiato dai partiti confessionali e da quelli dell’estrema destra radicale, si prepara alla gestione del nuovo governo israeliano.
Tutto ciò è ripugnante.
Non possiamo dire che l’esercito di Israele è peggio dei nazisti? Nessun problema.
Diremo solo che siete spietati assassini, che mirate ai bambini, che spesso i vostri cecchini si divertono solo a mutilarli colpendoli alle ginocchia, che se siete costretti ad usare le pallottole di gomma in situazioni particolari le puntate agli occhi in modo da causare lo stesso effetto. Che demolite casa, che sterminate intere famiglie, che colpite ospedali e scuole, che rubate acqua, terra, risorse e vita ad un intero popolo. E che per di più ne andate fieri. Vi stampate un genocidio sulle magliette e lo indossate con la vostra arroganza da occupanti.
Calpestando una terra rubata e stuprata con i vostri anfibi.
x Shalom
Mi aspettavo la sua risposta.
Certo, in tutte le guerre i civili ci vanno di mezzo.
Ma mi spieghi perche’ i valorosi terroristi si fanno esplodere nelle moschee, nei mercati affollati, ai matrimoni e funerali.
Non sono obiettivi militari e ammazzano i loro concittadini.
Io pero’ parlavo, seguendo il suo discordo, dei genitori che immolano i propri bambini………
In quanto agli indigeni d’America, si rivolga agli Europei.
Anita
Cara Sylvi,
la più grande metafora che mi viene in mente quando penso a te è quella della “scenetta del pugile suonato”rappresentata a suo tempo da Walter Chiari, o in alternativa quella del drappo rosso e del toro.
Sostanzialmente direi che appena percepisci qualcosa che non sia “confacente al tuo schema mentale” sui comunisti, sul sociale o sulla SX” e che questo non sia confacente alle caricature che la tua mente si è fatta di queste “parole”,carichi a testa bassa ..appunto come un toro.
Onestamente devo ammettere che sovente , mi diverto a muovere l’aria, ovvero il “drappo” consapevole della tua reazione..francamente sempre uguale..ed è questa tua ripetitività , ovvero mancanza di elasticità ,che mi permette di mettere i puntinni sulle iiiiiii, sovente sparando anche “mezze cazzate”..tanto l’effetto è sempre uguale.
Per ritornare alla metafora del pugile,cerca di distinguere ..il suono del Gong da altre tonalità chepure esistono, invece di alzarti sempre dallo sgabello sferrando pugni” al vento , contro avversarsi inesistenti.
Per concludre con la metafora del rosso , sappi che ci sono delle cure che permettono di distinguere tutte le “sfumature della luce bianca”..mi sembri sintonizzata solo sulla frequenza del rosso…come quella sentinella che ancora adesso scruta l’orizzonte in attesa dei tartari.
un caro saluto
cc
Io mi rivolgo agli europei, e lei si rivolga ai kamikaze e ai loro fanatici perchè io non li comprendo come non comprendo i massacratori vari, anche se in divisa. La sua morale però mi pare chiara, e orrenda: i civili altrui si possono massacrare come fossero stracci.
Dato che c’è si rivolga agli israeliani e chieda chiarimenti su Masada: dove uccisero tutti i civili. E che i civili non avessero la minima intenzione di venire assassinati lo dimostra il fatto che ci furono alcune donne che si salvarono nascondendosi o fingendosi morte.
Shalom
x Shalom
Lei la tira a lunga.
Se crede di tirarmi sull’argomento preferito da molti in questo forum, ha sbagliato cliente.
Bye, Anita
Cara Anita, hai scritto..
Sto ascoltando con molta fatica Muammar Khadafi al UE.
Il suo traduttore e’ terribile…..e’ quasi impossibile seguirlo.
Ha pero’ elogiato Berlusconi.
decisamente io non perdo tempo in simili ascolti!
ma se vuoi il mio parere in merito, da moderato,qual io sono e fui..ti dirò che questa è la lampante dimostrazione che quando si tratta di Dollari et similia, gli ex terroristi e nemici diventano tranquillamente geni della politica,ovvero… rember Iran -Contra, taleban defensor dai comunisti bolschevichi…mia cara tutto il mondo è paese ..anche essere tenuti per le balle dai servizi segreti…
Oggi mi sembra che ilpensiero unico , tutti eroi da una parte, tutti terroristi dall’alltra, stia mostrando la corda più che mai…!
per esseri ragionevoli , certo se si fa della pura ideologia e la si spaccia per la realtà ,senza se e senza ma …allora potevano aver ragione tranquillamente anche Hitler..
E guarda che a ben pensarci adottando certi criteri, pure Stalin e i giapponesi…
tanto i criteri sono analoghi..!!
Solo che dovrebbero valere per entrambi le parti….!!
cc
x CC
Guarda che io l’ho scritto per scherzo.
Khadafi l’ha detto, una delle poche parole che ho capito dalla sua bocca.
Ha parlato senza alcuna espressione per un paio di ore….sorpassando solo Castro che una volta parlo’ per 4 ore.
Io ero solo curiosa della sua capigliatura, sembra attaccata al turbantino che porta.
Un pezzo unico.
Adesso sentiremo da Ugo Chavez, spero che Faust non si incavoli perche’ oso scrivere il suo nome.
Certo che Khadafi non avra’ un buon ricordo degli US, non so ancora dove sia accampato.
L’accampamento sulla tenuta di Donald Trump e’ andato a monte, e’ contro la legge.
Il mio sincero parere e’ che gli US potevano essere un tantino piu’ ospitali, non che io abbia simpatia per il dittatore, solo per un briciolo di convivenza in questa occasione.
L’affare di Lockarbie, Pan Am Flight 103, ed il rilascio del colpevole e’ stata la catapulta, sempre a mio parere.
Ciao, Anita
@ Sylvi (77)
Gentile Signora,
Le ricordo che il suo sostegno alla Debby de noantri non risale alla discesa in campo della medesima a fianco di Franceschini, bensì all’epoca in cui la stessa “gliele canto chiare” (come scrisse Lei) al segretario del Pd. Ricorda chi fosse quest’ultimo?
La lascio riflettere, se crede, su come, all’interno del partito, si siano modificati alcuni equilibri, sottolineandole nuovamente la provenienza friulan-romana della Serracchiani, provenienza che Lei, come scritto nel suo 62, a torto o a ragione stigmatizza. Cortocircuito logico (come scrisse non molto tempo fa Uro)?
Trovo inoltre esilarante la sua asserzione (sempre nel 62) che “…un imprenditore serio ha bisogno di regole chiare, e che sia messo nelle condizioni di rispettarle”. Le regole chiare ci sono, eccome, e l’imprenditore serio (come lo sogna Lei) dovrebbe rispettarle comunque e non dover “…essere messo nelle condizioni di rispettarle…” (cortocircuito logico/2). Per far questo dovremmo mandare plotoni di finanzieri e di ispettori del lavoro presso le aziende quotidianamente (e non basterebbe comunque). Il problema è che gli imprenditori sono insofferenti sia alle regole, sia al loro rispetto ed è per questo che scelgono chi, nel suo programma di “governo” ha tutto l’interesse, soprattutto personale, per smantellarle.
Naturalmente è tutta colpa della sinistra.
Comunque sono d’accordo con Lei: usare il mixer è un crimine contro l’umanità, a meno che non si tratti di preparare la pappa per uno splendido nipotino.
Baibai
@ Tutti
Crostate, mostarde, risotti, caciucchi…cari, ma non sarà che questo blog, come il resto d’Italia, stia diventando “tutto un magna-magna”? :o)
x Alex
La informo, controlli pure, che le crostate e i risotti sono specialità,
andate purtroppo a male, del suo baffetto.
Chi fa il magna magna?????
Il difensore dei lavoratori o quello delle Coop o di Unipol???
E potrei continuare…
x CC
Meglio , molto meglio Walter Chiari! Almeno era un professionista!
Sono in pieno cortocircuito logico,ho bisogno delle pilloline, ho uno straccio rosso che mi sventola sotto il naso e…
un buon libro di storia che mi aspetta.
Buonanotte a tutti.
OLE?
Sylvi
X sylvi
“ … Nessun IMPRENDITORE serio, di quelli che lavorano e producono ricchezza per sè e per la Nazione,… ”
Il difficile sta tutto nel conteggio di quanti sono e soprattutto quanto contano quelli seri che lavorano in rapporto ai disonesti, evasori, speculatori, succhiatori di facilitazioni detrazioni fasulle, accaparratori di sovvenzioni pubbliche e “trappoloni” vari.
Tempo fa ho dato atto alla tua IMPRENDITORIA famigliare del corretto rapporto tra metri di capannone e metri di barca come non ho motivo di dubitare della correttezza complessiva dell’impresa ma la mia impressione è che si tratti di una meritoria minoranza, magari consistente ma minoranza e soprattutto dotata di un peso politico pressoché irrilevante. Altri, molti altri inPRENDITORI, hanno CONSAPEVOLMENTE votato e seguono l’ideologia del cavaliere che fa esattamente quello che questi si da lui si aspettano, l’impunità per legge per non solo per la frode al fisco ma anche per tutta una serie di gravissimi reati
Senza ripetere le dotti ragionamenti GIUBIZZA e LUPARINI mi unisco a CC nel ricordarti che il cascame è qualcosa di riutilizzabile. In Toscana, a Prato in particolare, partendo dal cascame e dagli stracci hanno dato vita a un tessile all’avanguardia nel mondo. Recentemente utilizzando un altro “cascame”, le bottiglie di plastica, hanno prodotto dell’ottimo tessuto “PILE” che, più caldo leggero e pratico del Kashmir di Bertinotti.
Come vedi per facendo una fantaproiezione industrial/politica da noi cascami socialcomunisti potrebbe nascere il “PILE della politica”.
Antonio – – – antonio.zaimbri@tiscali.it
X Anita
Anche a me la frase di quella moglie mi ha un po’ colpito, niente di strano, normale retorica di una moglie di un militare, ma per me estranea proprio perché, la nostra cultura occidentale, dovrebbe essersi affrancata da quelle esaltazioni del “supremo sacrificio” così presente nelle popolazioni dominate da un certo fanatismo religioso .
Come mi suona stonata la tua frase “I Parà Italiani erano in missione di pace, sono morti per un atto codardo a mano dei talebani”.
Soprattutto mi pare sbagliato dare del CODARDO a uno che monta su un’auto carica di tritolo e si fa esplodere, casomai è al contrario un temerario, senz’altro io non lo condivido, lo reputo un invasato, magari come diciamo in Toscana “ un povero bischero” ma sicuramente non un codardo, termine che come qualcuno ha ricordato si attaglia assai meglio a chi da un aereo sgancia una bomba su un “nemico” che non ha neppure uno straccio di contraerea.
Antonio – – – antonio.zaimbri@tiscali.it
x Antonio
Caro Antonio,
a volte uso parole che forse non sono adatte, faccio del mio meglio con l’Italiano.
Se io dovessi attaccarmi ad ogni parola scritta su questo forum mi ci vorrebbero almeno due segretarie.
Pero’ nell’attacco non sono solo periti i 6 Para’ Italiani, almeno 60 Afghani sono stati feriti e diversi altri morti della NATO di cui non si sa’ la nazionalita’.
Il suicida ha fatto un buon bottino, forse sara’ con Allah e le 72 vergini.
Se per te e’ un eroe…va bene per me, e’ questione di concetti diversi.
Passando ad altro, ho appena finito di vedere ed ascoltare sul computer i discorsi di 4 presidenti, Leonel Fernandez, DM, Mahmoud Ahmadinejad, Evo Morales e Ucraina Viktor Yushchenko.
Una bella tirata…..
Traduzione ottima, non come quella di Muammar Khadafi di questa mattina, ha parlato per quasi due ore, capovolgendo tutti i programmi del giorno e per finire solo con un minestrone misto senza ne’ capo, ne’ coda.
Buona notte,
Anita
Non attribuirmi cose non scritte e neppure pensate, del kamikaze ho detto che è un temerario ma ho anche aggiunto il termine toscano “povero bischero” che significa più o meno “sciocco”, non ho parlato di eroi anche perché sono sempre più convinto che in questa società è eroe chi riesce a fare una vita onesta e normale.
Buona notte … vado a letto .. è la terza vlota stanotte.
Antonio – – – antonio.zaimbri@tiscali.it
Il messaggio sopra è per Anita
x Antonio
Per domani.
Temerario in inglese e': daredevil, mio figlio minore era un daredevil, negli sport, ed anche negli azzardi della vita.
E’ un termine ben accetto, denomina coraggio ed una certa incoscienza.
Anita
Si trova online il discorso di Obama alle Nazioni Unite. E’ molto interessante a mia opinione.
Il monolateralismo basato sulla forza, la politica di potenza e di rivendicazione di interessi unilaterali non ha pagato molto.
1. nonostante quello che si è manificato, la crescita dei paesi occidentali si è basata esclusivamente su una catasta di debiti. Il cosidetto libero mercato globale ha permesso una modesta crescita dell’ 1-2% annuo, contro il potenziale del 4-5%, dati ocse
2. dal 25 settembre saremo in debito di risorse
3. le risorse naturali sono un patrimonio o un reddito?
Le risorse naturali non sono un patrimonio o una eredità ricevuta da quelli che ci hanno preceduto ma una debito nei confronti delle generazioni a venire(il debito ,già pesante ,comincia a farsi sentire!)
Aggiungo che il reddito ,in questo caso SOLO bottino da pirati,e la crescita sono state del tipo a pioggia solo per POCHI bipedi più voraci e con denti ben affilati;gli altri A GUARDARE!
L.
x Alex e AZ
“Le regole chiare ci sono, eccome, e l’imprenditore serio (come lo sogna Lei) dovrebbe rispettarle comunque e non dover “…essere messo nelle condizioni di rispettarle…” (cortocircuito logico/”
Alex
L’mprenditore che vuol rispettare le leggi può pretendere che, innanzi tutto la Politica, i sindacati, gli Istituti di Previdenza con i loro fasulli pensionati, e giù giù fino al lavoratore furbetto che non fa il lavoro per cui è pagato, arrotonda in nero, a volte ruba…sì,sì ecc. ecc.rispettino le stesse leggi?
Ribadisco: in Austria e in Germania,e anche in Slovenia, gli imprenditori sono “messi nelle condizioni di rispettare le leggi” perchè la burocrazia è agile ed efficiente, gli Enti di Stato funzionano e soprattutto l’imprenditore non è considerato un criminale sempre e comuque colpevole.
Nelle aziende c’è l’orgoglio di appartenenza, come diceva tempo fa AZ dei suoi tempi, si fa squadra e gli “odiati padroni” sono in fabbrica tutto il giorno!
I giochetti, come abbiamo visto dalla Crisi, li fanno coloro che non sanno che cosa significhi intraprendere, essere sul campo, e sporcarsi le mani.
Az dici che sono una minoranza che non conta e non ha potere; hai ragione ma sono anche quel po’ di spina dorsale che ancora tiene in piedi la Nazione.
Fin che dura!
Poi sarà più facile che ci ritroviamo tutti “sotans” (bellissimo termine onomatopeico in friulano che indica chi è nato per star sotto!), in balia dei berlusconi, che non dei “rivoluzionari della domenica” che per primi apprezzano e praticano la vita facile e comoda che condannano nei “nemici di classe”.
E questa vita comoda la difenderanno con le unghie e coi denti, esattamente come gli altri!
Sinceramente, al di là delle belle teorie sul comunismo in cammino…qui e ora che cosa si può fare di concreto …
non l’ho capito, caro AZ, nemmeno da te, sindacalista competente, al di là di una correttezza e onestà che, però, se permetti, non è caratteristica esclusiva dei lavoratori subordinati o dei sindacalisti onesti!
Ps xAZ:
le proporzioni barca e azienda sono ben più ampie, lì manca l’officina!
mandi Sylvi
x Az
Come ho cercato di spiegare con le sedie del Distretto di Manzano, perchè ci siano i cascami ci deve essere anche la materia prima.
Per il resto sono d’accordo che si possono far miracoli, con la RICERCA e la TECNOLOGIA, abbandonate e neglette in questa furba Italia!
Sylvi
cara Sylvi,
la differenza tra l’Arcadia e la realtà…..!!
Vecchia storia ..a contare in ultima analisi sono “i ruoli o le persone”?
I teorici ,così come li chiami tu,sono a DX come a Sx al centro e in ogni luogo, quasi come “lo spirito santo”!
Ognuno teso ad esaltare le doti di un “sistema” ,piuttosto che di un altro, l’importante è non santificare un” teorico “compiacente come portatore dell’unica “verità” ed accusare l’altro di volere la “rovina”del sistema..di quale poi sistema è tutto da decidere..infatti è una “pura questione teorica”…
Infatti IL LAVORO è termine astratto, mentre invece stabilito che ognuno mangia con la sua bocca e non con quella dell’altro è un dato concreto e reale..
Si tratta infatti di definire come i frutti del lavoro vengano redistribuiti ..è questa mia cara è questione del tutto teorica, che assume però la sua concretezza reale nei contratti..
Da questo punto di vista assistiamo nel corso degli anni a diverse forme in cui si sono formati i “cosiddetti contratti” ..direi che si passa nel corso dei secoli dal libero arbitrio più totale con la libertà di ammmazzare lo schiavo a delle forme più civili direi ..
Che oggi come nel passato ci siano onesti e disonesti ,ladri , sfruttari equamente distribuiti non è questione teorica , ma un dato di fatto ,così come l’alternarsi del giorno e della note…mentre invece la formazione dei dispositivi che regolano i rapporti sono questioni “teoriche”,che si concretizzano nelle regole e le regole sono dettate sovente dai rapporti di forza, ove termini come buono e cattivo lavoratore e pelandrone ,trovano la conferma dell’ovvio.
Vado a lavurà , cara, che a parlare di questioni teoriche , mi viene da ridere..!!
Pensa che la massima espressione del sapere universale è stato per secoli Aristotele , teorico puro ,sostenitore che si può conoscere il mondo senza sporcarsi le mani..eppure al pari di molti altri è studiato nelle scuole.., mi stavo chiedendo infatti “il perchè” ..insieme a tutta quella “banda di poeti, sfaccendati” sui quali anche tu ti “bei ” sovente di citare…
Già dimenticavo ,probabilmente senza mai dimentacare che ci sono teorici e teorici…A e B , pesi e misure diverse..
Un abbraccio con i soliti puntiniiiiiiii, per non perdere le buone abitudini!!!
cc