La truffa elettorale di Kabul è più buona di quella di Teheran. E i cattolici filo clericali sono come i fumatori incalliti: devono assolutamente imporre il velenoso fumo passivo anche agli altri. La Lega ci sprofonda nel guano mentre un libro di Maria Latella dimostra che il Chiavaliere è davvero malato
“Fonti occidentali” ora dicono che ha vinto Karzai, addirittura con il 70 per cento dei voti, vale a dire con una percentuale non di poco superiore a quella di Ahmadinejad: mentre però l’asserito più o meno 62 per cento dell’iraniano ci appare decisamente scandaloso e truffaldino, lo scandaloso e truffaldino 70 per cento del docile afgano ci pare invece credibile, anzi credibilissimo, certo e doveroso. Altro che due pesi e due misure! Embé, si tratta di cifre fornite da “fonti occidentali”…. Che chissà come fanno a sapere in anticipo ciò che gli scrutinatori afgani ancora non sanno, così come in Iran pretendono di sapere ciò che agli iraniani non risulta.
Il tutto mentre le vittime civili, cioè innocenti, delle nostre bombe più o meno “intelligenti” (!), sono ormai quasi 900, senza contare la marea di storpi e mutilati creata anche dalle nostre mine antiuomo, aggettivo che già da solo ne descrive l‘immonda ferocia, che per giunta non distingue tra uomo e bambino. I soli uccisi per errore dalle nostre bombe e piloti “intelligenti” sono cioè più della metà delle vittime israeliane delle bombe sicuramente non intelligenti dei palestinesi, eppure nessuno fiata e nessuno di scandalizza né tanto meno scatena rappresaglie e ritorsioni che, rispettando le proporzioni esistenti tra vittime innocenti israeliane e vittime innocenti palestinesi, producano tra gli occidentali il triplo abbondante delle vittime civili afgane. Il discorso non cambia neppure se si vuole accettare la versione per noi più innocentista, secondo la quale un terzo di quelle quasi 900 vittime è da attribuire a bombe e proiettili dei taliban. La matematica infatti dice che di conseguenza almeno due terzi sono responsabilità nostra, e due terzi di quasi 900 è eguale a quasi 600. Seicento civili, donne, bambini, anziani, adolescenti e adulti, massacrati per errore dai nostri piloti e artiglieri.
Si tratta pur sempre di una cifra quasi pari a oltre due terzi del totale delle vittime israeliane mietute dai palestinesi. Ma mentre queste giustificano anche ai nostri occhi rappresaglie di varia gravità e orrore, compresa la mattanza di Gaza e il suo assedio permanente per strangolarla, quelle invece non fanno neppure notizia. Sì, lo so bene: le bombe sganciate per errore dagli aerei della Nato sono almeno nelle intezioni cosa diversa da quelle fatte esplodere a bella posta dai palestinesi. Vero, verissimo. Dubito però che per le vittime e i loro congiunti la differenza sia così marcata e sentita, infatti ogni volta che ripeto a un afgano che deve “capire e distinguere“ quello mi manda al diavolo. Inoltre l’abbondanza di vittime “per sbaglio” da parte di piloti e artiglieri dotati di strumenti di precisione molto sofisticati, con obiettivi scelti da servizi segreti ufficialmente molto bene informati, è il sintomo più eclatante e tragico del fatto che i militari occidentali, a parte le chiacchiere e i vari blablablà retorici, NON sentono nessuna motivazione per quella guerra, a parte qualche ingenuo che abbocca alle propagande tutti gli altri ci vanno solo perché la busta paga diventa molto più ricca e/o perché lì il nostro “spirito di avventura“, ovvero di violenza da bravi maschioni, ha più spazio: in Sicilia contro la mafia o a Detroit contro la disoccupazione non possiamo usare le mitragliere e i carri armati, ma in Afganistan sì. Vuoi mettere? C‘è una bella differenza. Lì ci si può sfogare per benino.
I militari occidentali si comportano perciò in maniera sbrigativa, imprecisa e fin troppo alla carlona, tanto sbrigativa da preferire ormai di routine massacri di civili altrui alla pur remota possibilità di venire abbattuti col proprio aereo.
E del resto non potrebbe essere diversamente, dal momento che non è più chiaro perché le truppe della Nato si trovino in Afganistan, né più e né meno come non è mai stato chiaro il perché dell‘invasione dell‘Iraq, petrolio a parte. Iniziata di fatto per volontà dell’ottuso e disonesto George W. Bush con lo sbandierare la caccia a Bin Laden e la distruzione dei taliban, definiti d’autorità responsabili tout court dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, s‘è poi trasformata nell‘ennesima esportazione della democrazia a cannonate e, dato che il tema si prestava a ulteriore nostro appoggio alla guerra, anche nella liberazione delle donne dal burqa. Strana motivazione, questa, visto che proprio gli americani avevano allevato gli stessi taliban che trattavano sin da sempre le donne poco meno come soprammobili o bambole gonfiabili. Quali che fossero le scuse iniziali per la guerra, ci si è però poi man mano impantanati anche nel menefreghismo verso le afgane e nelle trattative con i “taliban buoni“ pur di uscire in qualche modo dalle sanguinose sabbie mobili in cui ci ha precipitato la volontà di Bush. Nei giorni scorsi Chiara Saraceno dalle colonne di Repubblica si è lamentata appunto di questo nostro tradimento verso le afgane. Qui non si tratta neppure di “bieco illuminismo”, come direbbe qualche bieco vescovo biecamente colpito da un bieco colpo di sole agostano, ma di retorica salottiera romana “de sinistra”, un avanzo “demmocratico” e capitolino di ciò che fu il femminismo. Spiace dirlo, perché Chiara Saraceno è figura illustre che merita rispetto, ma i suoi starli dovrebbe rivolgerli prima contro gli Usa che quei talibani hanno allevato e contro i loro cari alleati sauditi che, oltre ad avere partorito il loro connazionale Bin Laden e vari connazionali talibani, a tutt’oggi trattano le donne come i talebani.
Analoga lamentela nei giorni scorsi è venuta da Francesco Cossiga, che nel rimembrare la politica mediorientale di Aldo Moro e Giulio Andreotti s’è rivolto agli israeliani dicendo in buona sostanza che con la politica di quei suoi due ex compagni di partito li abbiamo “venduti” in nome della nostra sicurezza. A parte il fatto che gli israeliani per la loro sicurezza hanno venduto e vendono ben altro, il buon Cossiga e si suoi megafoni – tra i quali l’impagabile suo amico Paolo Guzzanti – dimenticano alcuni piccoli particolari. Intanto c’è da dire che ogni Paese ha diritto a preoccuparsi della propria sicurezza e i suoi governi hanno il dovere di realizzarla e proteggerla in concreto. O forse l’Italia anziché della propria deve occuparsi, che so, della sicurezza degli svizzeri, dei polacchi o dei cinesi? In secondo luogo Cossiga e i suoi megafoni dimenticano di dire che con il dopo Moro e il dopo Andreotti ci siamo venduti e continuiamo a venderci anche i palestinesi e, soprattutto, che ai tempi del cavalier Benito noi italiani ci siamo venduti in blocco gli ebrei. Non c’è che dire, siamo un popolo di santi, poeti, eroi e navigatori sì, ma anche di venditori, ipocriti e doppiopesisti incalliti. Venditori anche di vite altrui.
Tra le vite vendute ci sono ora anche quelle degli immigrati. La recente tragedia dei 73 morti in mare tra Malta e Lampedusa nel menefreghismo generale riporta a galla alcuni snodi fondamentali della nostra disonestà congenita. Se ho ben capito, si tratta di eritrei e/o libici, vale a dire di esseri umani provenienti da quelle che sono state nostre colonie, ovvero territori dove ci siamo macchiati di ogni sorta di delitti anche se la scusa era sempre la stessa: vi abbiamo portato “il lavoro e la civiltà”, peraltro non richiesta dai diretti interessati ai quali di civiltà andava benissimo la loro. Date le nostre pesanti responsabilità pregresse, decenza vorrebbe che fossimo verso di loro almeno un po’ meno strafottenti. E poi c’è l’untuosa ipocrisia del ministro Roberto Maroni, persona peraltro di soliuto assai civile: “Il racconto dei superstiti non è detto sia vero, dobbiamo verificare”. Giusto, perbacco! Solo ciò che ci rifilano gli israeliani, gli americani o Berlusconi e accoliti è vero per definizione, senza nessun bisogno di fare verifiche di sorta: le loro frottole, vedi per esempio l’Iraq e l’Afganistan o Gaza, sono la nostra verità. Più che il vangelo. Oro colato.
Per quanto riguarda il giochino “Rimbalza il clandestino” diventato famoso grazie alla pagina Facebook di Renzo Bossi, il figlio più asino del senatùr balabiot, al secolo l’Umberto Bossi dalla canotta facile, è strano che la magistratura non sia intervenuta. Questo merdoso gioco ha la motivazione del “controllo degli immigrati in Italia”. Ma perché invece di dire puttanate quasti giovin signorini non si impegnano nel controllo del proprio cervello?
Nei giorni in cui si cerca di mascherare il nostro razzismo contro i musulmani rompendo le scatole alle donne che fanno il bagno in piscina con quello che noi, ma non loro, chiamiamo “burkini”, ecco che un giornale israeliano documenta che anche le ebree ortodosse fanno il bagno a mare – e quindi si presume anche in piscina – vestite allo stesso modo: come le musulmane bigotte e le nostre monache, ma anche come le nostre nonne, possono mostrare solo la faccia, le mani e i piedi, tutto il resto in spiaggia deve essere coperto. Bene: proviamo ora a immaginare cosa sarebbe successo che se le pie mammine di Verona avessero reclamato perché i loro pargoli, gli stessi che magari poi affidano a presti non di rado pedofili, erano spaventati dall’appaire in piscina di ebree ortodosse che fanno il bagno vestite come una musulmana convinta. Già mi vedo lo sdegno zelante e furioso non solo dei difensori della civiltà occidentale un tanto al chilo, come i vari Vittorio Messori, Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, Furio Colombo, Fiamma Nierenstein, ecc., ma anche dei direttori di tutti i giornali e telegiornali nonché dei vari ministri, off course in testa Bossi e le Gelmini-Carfagna, capo del governo e capo dello Stato. Embé, i due pesi e due misure sono una cosa seria, nel nostro caso sono addirittura elemento, come si suol dire, “fondativo dell’identità collettiva”. E infatti si vede…
Non si tratta però, purtroppo, solo di ignoranza più o meno legaiola e renzobossista. Si tratta del periodico bisogno di violenza, da sfogare sempre e solo sui più deboli: l’altro ieri sui “negri” delle nostre colonie, ieri sugli ebrei, in un’epoca in cui i dementi figli di dementi ma potenti avrebbero sicuramente inventato e avuto successo con un giochino del tipo “Respingi l’ebreo”; oggi contro i rom e gli immigrati extracomunitari. L’importante è inventarsi un capro espiatorio utile a far dimenticare che i nostri problemi, gravi, sono in realtà altri e a soddisfare almeno in parte il nostro periodico bisogno viscerale di sopraffazione e violenza, bisogno che è parente stretto della sete di sangue. Dopo bel 65 anni di pace, benesse e sviluppo, c’è evidentemente nel ventre del Bel Paese chi senti di nuovo il bisogno di menare le mani e “fargli vedere chi siamo!”.
Una lettrice del nostro blog fa giustamente notare che i leghisti sono espressione di ciò che “vuole il territorio”. Sì. Però è strano che gente così gelosa del proprio territorio si lasci poi comandare a bacchetta da gente che con il loro territorio non c’entra un tubo, quali sono i prefetti spediti dal Vaticano e noti con il nome di vescovi. Gente scelta dallo Stato estero Vaticano e certo non dai credenti del territorio competente. Non sono tra coloro che applaudono i vescovi quando fanno finta di fustigare Berlusconi o si spendono contro la Lega e a favore degli immigrati per poi fischiarli quando si immischiano di staminali, di scuola e delle mille altre cose di cui non sanno nulla se non quanto ci possono guadagnare a favore del Vaticano. Contro la politica criminale della Lega nei confronti degli immigrati dovremmo essere noi italiani, di qualunque regione, a fare la voce grossa anziché nasconderci sotto le sottane clericali. Non ha tutti i torti Bossi quando dice, anche se alla sua maniera, rozza e sgradevole, che i vescovi dovrebbero pensare agli affari loro anziché ai nostri, ma la sua disonestà emerge clamorosamente perché in fatto di demolizione della scuola pubblica a favore di quella privata, cioè cattolica, dove non a caso mandava il figlio asino del giochino anti immigrati, lui è totalmente dalla parte dei “vescovoni”, come li chiamava una volta, e anzi vorrebbe un’Europa tutta cattolica e guidata dal papa. Roba cioè da manicomio. O da esito nella terza guerra mondiale.
Non a caso il governo, del quale il Cavaliere Balabiòt de La Canotta è socio decisivo, ha deciso di ignorare la sentenza del tar del Lazio che sottrae agli insegnanti (?) di religione l’indebita possibilità di influire sul giudizio finale degli studenti. I recenti Mondiali di atletica hanno visto l’exploit di altri atleti del “Terzo Mondo”, ma registrano un ulteriore calo di vittorie italiane. “Nelle scuole italiane lo sport non esiste più”, denuncia Arese, presidente dell’Associazione italiana di atletica leggere. Beh, perché lamentarsi? In compenso esistono gli insegnanti di religione…. L’Italia va indietro anche negli sport, però il Vaticano è felice perché lui e i suoi protetti vanno avanti nelle classifiche scolastiche e diventano incostituzionalmente titolari di cattedra passando sulla testa di decine di migliaia di precari delle altre e più utili materie scolastiche, compresi quelli di educazione fisica che dovrebbero far coltivare ai nostri giovani l’amore per lo sport.
Anche nello sport ormai funziona quasi solo ciò che serve al Signor Padrone il Cavaliere a dondolo: ovvero il calcio e qualche pezzo di Ferrari, in attesa che anche il Cavallino Rampante faccia la fine del cavallo di viale Mazzini. Per rendere ancor più gli italiani, compresi i “padani”, spettatori passivi ed ossequiosi, nonché molto guardoni, è meglio puntare sui circenses calcistici, che oltretutto hanno il pregio di sfornare divi calciatori che fanno tandem con le Veline e fanno perciò ancor più venire l’acquolina in bocca e il desiderio di imitazione agli italiani corrosi da decenni di tv “commerciale”, pubblicità e moda sempre più volgare e demenziale.
Mentre le gerarchie badano solo ad arraffare a spese dello Stato e della scuola, badando a non alzare troppo la voce, e comunque mai per bocca dei massimi vertici, ecco che un libro della giornalista Maria Latella, basato su testimonianze di Veronica Lario in Berlswuconi, rivela impietosamente che il Cavaliere a dondolo è davvero malato, tanto che la cerchia di amici intimi gli ha più volte proposte di farsi ricoverare: in una clinica per disintossicarsi dall’eccesso di quella particolare droga chiamata sesso. E un politico più o meno ex come Cirino Pomicino comincia a rivelare che le “cene”, cioè le orge, di Berlusconi erano “note in tutta Roma”. E poiché Roma non è su Marte è da presumere che fossero note anche anche fuori Roma, per esempio in casa di Bossi, di Fede, di Vittorio Feltri neo ri-promosso al giornale formalmente proprietà del fratello del Chiavaliere. A Roma comunque c’è l’ambasciata americana, con tanto di ufficio della Cia, così come ci sono tante altre ambasciate, con altrettanti uffici di servizi segreti vari.
Non dimentichiamo inoltre che a Roma c’è il Vaticano…. Che, come ho dimostrato con il mio libro “Tangenti in confessionale”, sa sempre tutto del marciume anche altrui. Impossibile quindi non sapesse del “vizietto” di Berlusconi, che per soddisfarsi pare proprio non abbia mai esitato ad approfittare del fatto che lui era ed è il più grande editore europeo, nonché proprietario delle tv sue e padrone di quelle dello Stato. Se un giornalista gli – scusate il termine, ma è quello più adatto – vende il culo fa carriera. E infatti s’è visto. Se una bonazza “gliela dà” fa carriera, in tv o nel partito o nelle massime istituzioni del Paese. A dire il vero tutto ciò si chiama corruzione, se non anche sfruttamento della prostituzione, due argomenti che dovrebbero interessare anche i vertici della Chiesa. Che però fanno come gli ipocriti di Comunione e Liberazione nel loro meeting: “A noi interessa la politica e i suoi risultati, non i comportamenti privati”. Solo l’ipocrisia dei cattolici filo clericali o la faccia di bronzo di un Vittorio Feltri può continuare a definire “comportamenti privati” ciò che è invece un clamoroso caso di pubblica indecenza, menzogna continuata e corruzione esercitate da un capo di governo. Ma ai filo clericali interessa solo che venga messo a tacere il Tar del Lazio, come molto altro che dà fastidio al papa re.
C’è poco da fare: i cattolici filo clericali sono come i fumatori incalliti. Hanno infatti lo strano bisogno di obbligare anche gli astanti a sorbirsi la puzza delle loro sigarette e a respirarne i veleni, nonostante sia dimostrato che il “fumo passivo” è nocivo e causa anch’esso di tumori alle vie respiratorie e quindi anche di molte morti. La voglia di potere temporale, cioè volgarmente terreno, della Chiesa sta ridiventando un vero e proprio cancro che corrode la società italiana, così come ha già fatto per secoli anche nell’intera Europa. Strano che gente che ha fallito su tutti i fronti, eccetto quello di accumulare ricchezze e provocare disastri altrui, anziché vergognarsi e parlare a bassa voce gridi ancora con la strampalata pretesa di essere sempre nel giusto e di dover quindi anche essere obbedita perfino da chi nulla ha e nulla vuole averci a spartire.
Non deve essere un caso che il Concordato, ottenuto dalla Chiesa grazie a Mussolini dopo avergli venduto la libertà dei cattolici, spianando così la strada alla dittatura in camicia nera e alla seconda guerra mondiale, sia stato poi confermato da quel Bettino Craxi che ha inoculato nel Bel Paese il morbo della corruzione sistematica e poi anche quello del berlusconismo iniziale. A conti fatti, i due Concordati sono stati ottenuti dai due peggio del peggio della storia unitaria italiana. Non è un bel viatico. O noi?
E del resto il potere statale della Chiesa è iniziato con la clamorosa truffa della “Donazione di Costantino”, falso operato in Vaticano per convincere Pipino il Breve a intervenire militarmente a favore del papa e delle sue pretese territoriali.
Da Pipino il Breve alla signora Gelmini… Embé, siamo passati anche da Renzo Tramaglino e Renzo Bossi. Cambiano i protagonisti, fino a livelli talmente infimi che definirli pompadouriani o vespasiani è perfino troppo gratificante, ma la politica clericale a base di inganni e prepotenze non è cambiata. Bisognerà davvero battersi per l’abolizione del Concordato e perché i fumatori incalliti rispettino la legge: che si tratti di tabacco o di religione, di ideologismo o di coglioneria alla renzobossi, fumino pure, ma senza avvelenare anche i vicini.
No, il sognatore non deve razionalizzarsi e organizzarsi, deve dare l’imput.
Altri lo devono fare ma con la capacità di interpretare “il matto”
…. proprio come fai con Faust… essempre grato ti saroo…
Il sognatore, l’individualista scompiglia le carte, guai se non ci fosse.
E’ l’unico che dà speranza di cambiamento anche se non sarà lui a comandare…è strutturalmente incapace, ma può dare la scossa! ( Sylvi)
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Questo è un bel concetto da affrontare.
C’è sognatore e sognatore. Si può sognare di vivere tutti alle Hawaii con le donne che danzano e la bibita fresca a portata di mano ( le donne inquadreranno il tutto in un altro modo a loro più congeniale, chessò, gli schiavetti pronti a servirle e riverirle), ma non è un sogno realistico.
C’è poi il sognatore logico, ovvero colui che proietta uno schema alternativo, verso un avanti possibile e plausibile. La distinzione tra possibile e plausibile è importante, perchè ci sono cose possibili che non sono plausibili: per esempio, è possibile che gli uomini procedano a balzelloni invece che al passo o di corsa, ma non lo faranno mai, qui9ndi non è plausibile. Faccio questa distinzione per riportarmi a certe ideologie, possibili ma non plausibili, quindi irrealizzabili. Il sognatore non è un teorico, è un immaginativo. Attenzione anche a questa distinzione, perchè il sognatore teorico prende il nome di creativo, che è una persona concreta. La differenza è nella capacità di costruire i dettagli, propria del creativo ma assente nel sognatore.
Per capire se uno è semplice sognatore oppure è un creativo, esiste un metodo molto semplice e pratico: la simulazione. Della teoria o del progetto che il sognatore ha in mente, si costruisce una simulazione il più dettagliata possibile. Più dettagli ci sono, più è controllabile la fattività dell’idea. Naturalmente si ritorna al possibile e plausibile, ovvero la simulazione non deve dare risultati solo possibili, ma anche plausibili.
Esistono vari ostacoli alla realizzazione di un’idea. Il maggior ostacolo non è tecnologico, ma sociale: può capitare che in quel momento la società non sia pronta a recepire il cambiamento, per quanto rivoluzionario ed efficace possa essere.
Lo vediamo oggi con le energie alternative, che stanno affermandosi con enorme sforzo, nonostante l’impegno profuso da imprese e tecnici. Lo vediamo con le staminali, che hanno ostacoli di natura religiosa. Lo vediamo nei rapporti interpersonali, dove l’egoismo e l’aggressività sono molto diffusi, nonostante siano economicamente e socialmente non convenienti.
Ok, non mi dilungo, ma c’è ancora parecchio da dire.
carissimi ,
al fine di evitare “ripercussioni” ,vado a prepare cena.
Ho provato a chiederlo alla morale kantiana, ma non ho ricevuto risposta !
Questa notte , conto di fare un bel “sogno” , che ho prenotato..
Poi vi racconto!
cc
xAlessandro (e Sylvi)
oddio, scritto nel sangue! sapesse quante cose abbiamo scritte nel sangue che non sappiamo.
Per esempio, sia io che lei saremmo capacissimi di uccidere. Se non altro per difesa. Poi qualcuno potrebbe gentilmente fornirci un´interpretazione piu´elastica del concetto di difesa (come le chiese fanno da tanti secoli, e questo e´per Sylvi). Altro che morale assoluta. Senza contare che il successo delle chiese si basa da sempre su di una doppia morale: una ufficiale, ed una reale. Ovvero, una per gli eletti, l´altra per il volgo ignorante che deve essere guidato (e dominato). L´istruzione di massa e´il peggiore nemico di chiese, religioni, ideologie e morali assolute.
Io insisto che la morale, o meglio le morali, sono relative. Cio´che le rende tutte, davvero, ´morali ´, anche quando molto dure o draconiane, e´la loro applicazione egualitaria nei confronti di tutti (ma anche quella, come sappiamo, e´un´utopia. Ci sono sempre quelli piu´uguali degli altri). Ma questo concetto vale in realta´per le leggi, non per le morali non scritte.
Vorrei anche precisare che uso la parola evoluzione nel puro senso di cambiamento: puo´essere benissimo un´involuzione, nel senso di negazione di diritti civili, legittimi, pre-esistenti.
Il rispetto dei diritti di tutti, quindi anche delle minoranze, nelle democrazie si basa su 2 o 3 fattori: il diritto di voto. L´essere contribuenti fiscali. L´avere delle persone famose, influenti e possibilmente ricche nella propria ´lobby´. Quindi avere accesso ai media ed all´opinione pubblica. In un sistema in cui organizzazioni ideologiche autoreferenti, come le chiese, non abbiano troppo controllo nelle stanze dei bottoni. Ergo…
saluti
Peter
In sostanza la storia umana altro non sarebbe che un susseguirsi indistinto di furbi e prepotenti al potere. (CC)
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Infatti.
Rivoluzione americana e francese comprese.
L’unico governo saggio che la Storia riporta è quello di Salomone.
Si parla bene anche di Harun al Rashid, ma alcune fonti discordano, mentre su Salomone pare siano concordi tutti, che mi risulti.
Qualcosuccia di buono c’è stato anche nell’antica Grecia, ma solo per brevissimi periodi.
x Marco
ho parlato di Chiesa CRISTIANA a ragion veduta, che non è stata solo paura esistenziale.
Quel che dici è contro la Storia dei fatti!
Sylvi
x Faust
A Trieste dicono: ga dito el mato- el mato ga fato-
e sempre “el mato” è sinonimo di amico!
Sylvi
x CC:
Qui l’autore fa un pò di confusione , poichè se da un lato nega l’esistenza delle classi, (poveri e ricchi sono un’affermazione generica e banale), dall’altra lascia la porta aperta al fatto che in un passato ci fossero, …infatti la crisi di identità che impediscono la formazioni di classi che ne giustificano la lotta è riferita al presente….mentre per il passato ..l’autore lacsia un sospeso…direi alquanto significativo.
Poi dice di temere il” demagogo “che approfittando di eventuali torbidi in Autunno , non si a questo punto da” parte di chi”..dei poveri ?Mah….prenda la situazione in mano e a questo punto non si capisce bene per fare che?
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Chiarisco il concetto.
La quantità di ricchi e poveri, in passato, aveva dei picchi quantitativi che al presente non esistono.
Al presente esiste una crisi commerciale che prevede la perdita di posti di lavoro operaio. Ovvero, manodopera in eccedenza rispetto al necessario. Che poi, non di eccedenza si tratta, ma semplicemente di manodopera comoda, che lascia i lavori pesanti agli extracomunitari e si suicida se perde il posto in fabbrica.
Certamente ci saranno disordini dovuti alla perdita di posti di lavoro. A mestare in questi disordini c’è diversa concorrenza: i comunisti ( quel che ne è rimasto), la Lega, la Destra. Ciò potrà (potrebbe, ma non è detto che succeda) comportare una situazione di tensione manovrata ad arte, per far pendere la bilancia verso l’uno o l’altro dei contendenti. In caso di particolari disordini tipo anni ’70 o minacce di scissionismo, la destra moderata di Fini potrebbe uscire allo scoperto, dal limbo in cui è ora, e raccogliere consensi da chiunque sia troppo spaventato dai casini in corso. Fini è un politico molto lucido e pronto a cavalcare la tigre, per cui non mi stupirei se abbandonasse la coalizione e tornasse a correre in proprio, con la certezza di polarizzare i voti di chi auspichi “l’ordine”.
ho parlato di Chiesa CRISTIANA a ragion veduta, che non è stata solo paura esistenziale.
Quel che dici è contro la Storia dei fatti! ( Sylvi)
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Dire Chiesa Cristiana è un’approssimazione: ce ne sono 56, tutte diverse tra loro.
Io intendo la Chiesa Cattolica che, a differenza di alcune chiese protestanti ( valdesi e battisti ad esempio), lavora sulle paure della gente per tenerla in soggezione.
Vedi l’idolatria ai santi, a cui si deve chiedere la grazia, vedi la paura dell’Inferno, dalla quale ci si esorcizza con la confessione, comunione e soprattutto sottomissione al clero.
La maggior quantità di atei la si trova in coloro che lavorano con la Fisica.
x Peter
Perchè, secondo lei, ho passato la vita a battermi, e a “rompermi”
per l’istruzione di TUTTI e soprattutto di QUALITA’?
Ultimo questo blog?
Perchè passo per razzista perchè rifiuto l’insegnante raccomandato, ma pretendo che sia reclutato per le sue effettive capacità?
Uno capace è capace, da ovunque venga, poi impara anche a dire- mandi-!
Sylvi
Caro Marco,
nessuna meraviglia per questo tuo ennesimo svarione. Fini, come il Buce, erano dei politici. Di estrema destra magari, ma comunque dei politici. Il Banana invece è un criminale. Comune.
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Caro U, magari il cav. fosse l’unico delinquente. Più delinquenti di lui ci sono i banchieri, mi sembra, ma quelli non li nomina nessuno.
Uno capace è capace, da ovunque venga, poi impara anche a dire- mandi-! (Sylvi)
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Perfettamente d’accordo. Io sono uno strenuo sostenitore dell’eccellenza, in ogni settore.
Ho diverse volte raccontato le mie avventure con la matematica, per spiegare il concetto di bravo insegnante.
x Alessandro:
In passato le cose erano diverse,oggi il problema di fondo e’ l’assenza di identita’:al posto del contadino abbiamo la funzione x;al posto dell’operaio la funzione y…………..tutto in funzione deterministica,razionale
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Esistono dei lavori che richiedono intelligenza ed esistono dei lavori che richiedono solo manodopera indistinta.
L’agricoltura, ad esempio, richiede intelligenza e conoscenza, mentre il montare i pezzi di un macchinario lo può fare anche un robot. Il lavoro manuale si sta specializzando nel primo caso e sta scomparendo nel secondo. Un mio cognato, esperto mobiliere, lavorava in una fabbrica di porte, fino a quando è stato acquistato un macchinario che fabbricava le porte in automatico per tutte le fasi di lavorazione. Si è riciclato contadino e produce adesso dell’ottima ortofrutta biologica.
Si sta andando, seppur lentamente, ma inesorabilmente, verso una società in cui il cervello conterà sempre di più, rispetto alla forza. Questo diventa un guaio, perchè ci sarà sempre chi nasce con scarse capacità intellettive e che quindi troverà sempre più difficoltà nel collocarsi lavorativamente e socialmente. E’ un problema che in futuro si dovrà affrontare obbligatoriamente.
Cari Amici,
il discorso mi sembra interessante e anch’io voglio dire la mia.
Premesso che l’uomo e’ materia informe tutto da plasmare,le societa’, cosi dette evlute, le plasmano secondo i loro bisogni.
Fanno la scuola di pensiero che piu’ loro fa comodo,se sono dei rozzi la fanno alla legaiola,se sono dei preti la fanno clericali in modo tale che tutti possono affermare il proprio pensiero.
Ci sono altre forme occulte ma questo lo lasciamo agli esperti.
Ma il ragazzo,o la ragazza,diventano uomo e donna,si incominciano a porre degli interrogativi,…giustizia,o liberta’ etc,..e si arriva ad una certa protesta nel sociale,che,…sempre attraverso il potere, viene incanalato verso la propria parte politica.
Qui intervengono le varie scuole di pensiero:
destra o sinistra?,…per me sono uguali basta che partano da principi sani,cioe’ il “bene del popolo”.
…purtrppo sul bene del popolo sono stati scritti una montagna di volumi e non ci sono regole classiche per scoprire se i governi in
carica sono all’altezza dello scopo,…tutti dicono che sono li per il bene…
Mi fermo qui ma l’argomento e’ molto interessante,scoprire la falsita’ della sua classe dirigente lo puo’ fare solo un popolo colto,
di sani principi morali e laico,…cioe’ scevro da ogni forma di fanatismo religioso.
Un saluto a tutti,Ber
Per Peter:
Purtroppo viviamo nell’eta’ del relativismo:e’ entrato nella carne.
Che tutto sia relativo e’ una bufala.Anche la morale,adesso?
Peter………………Peter…………….qui non stiamo parlando di cio’ che l’uomo e’ capace o meno::::::::::l’uomo puo’ rubare…….uccidere,,,,,,,,,lo sappiamo………….ma la morale e’ qualcos’altro……….volendo spararla grossa(((((almeno il caro Controcorrente trova alimento per ironizzar)))e’ l’armonia interiore del mondo.E’ il mondo,nel suo complesso,che ha una morale:io devo solo rispettarla.
P.S:
continuando a relativizzare la morale vuol dire storicizzarla e fare della morale il principio etico del potere.Assurdo.
Da parte di Uroburo per Alessandro
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Caro alessandro,
lei fa una terribile confusione terminologica:
il Potere è il sistema di governo con il quale le classi dirigenti si accaparrano le ricchezza di una società
la Storia è il racconto di quelle (ed anche di altre) vicissitudini.
Lei dà un’interpretazione hegeliana alla parola Storia: Storia per lei è l’evoluzione della società verso un’organizzazione razionale e concettualmente perfetta.
Ma è una concezione abbandonata da un secolo e mezzo: da Nietzsche in poi più nessuno crede alla superiore razionalità del fluire storico.
Quanto al tema dell”inconscio collettivo, io non so bene se sarà possibile mutare le cose, rimango alquanto pessimista. Secondo me il sistema capitalistico crollerà con l’esaurirsi delle risorse planetarie ma credo che si tratti di un processo lento. E non è detto che poi venga un sistema migliore: il socialismo dei banchieri sarà più duro e più povero del capitalismo. E se ci avviassimo una nuova forma di schiavitù? Ce ne sarebbero tutte le premesse e costoro sanno ragionare in tempi lunghissimi …. U.
L’uroburo, il serpente che si morde la coda, è il simbolo dell’infinito spaziale e temporale.
L’uroburo, è anche il simbolo del paradosso logico… L’uroburo, il serpente con la coda in bocca, è il prototipo del circolo vizioso.
Cos’è più “vizioso” del mordere sé stessi, con l’idea presumibile di mangiar sé stessi.
Il che è in fondo impossibile.
La mascella non può divorar la mascella, lo stomaco non può digerire sé stesso… una buona definizione del paradosso…
Il “serpente infinito” rappresenta un uroburo che si è riunito con sé stesso.
È caduto nel segno matematico dell’infinito.
Wendy Doniger O’ Flaherty
x TUTTI
Chiedo scusa, ma oltre a trovarmi in un posto con difficoltà di collegamento Internet ho anche lo spam arrivato a 40 mila messaggi al giorno…. Ovviamente è inutile chiedersi il perch<è, tanto è chiaro. Finché non torno a Milano non potrò essere sempre sollecito. Però ci sono. Eccome! Un abbraccio a tutti. pino
x Il Passator Cortese
Furio Colombo dovrebbe spiegare, ma non lo ha mai fatto, cosa ci faceva nel consiglio di amministrazione della banca off shore della Fiat usata per pagare le tangenti e altri movimenti in nero, come appurato dai magistrati di Torino e come da me riportato nel mio libro sulla Fiat. Colombo, che è stato anche responsabile della Fiat America, in un periodo in cui la Fiat negli Usa non vendeva un tubo, carica che somiglia molto a una sinecura. Non a caso nessun giornalista, compreso Colombo, si è mai accorto o perlomeno non ha mai scritto delle gigantesche magagne fiscali di Gianni Agnelli che stanno venendo a galla solo adesso, a – è il caso di dirlo – babbo morto. Magagne che non era difficile scoprire, soprattutto per chi stava dentro banche off shore ed era amicone di famiglia.
Colombo inoltre ha scritto che l’Italia in Libano, dove si trova a far parte del contingente Onu, dovrebbe difendere Israele. Non so se mi spiego: un Paese si trova dentro una iniziativa dell’Onu per tenere a bada le frontiere di due Paesi, ma dovrebbe schierarsi a favore di uno per far piacere a Colombo…
Sfido che poi la sinistra s’è ridotta come si è ridotta.
Un caro saluto.
pino nicotri
Da parte di Uroburo per Alessandro
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Caro alessandro,
scrivo con il solito ritardo, dovuto ad impegni vari, riferendomi al suo messaggio n. 268 del 22.08.09 alle 21:32. Lei solleva spesso temi assai interessanti anche se li affronta con un linguaggio che trovo talvolta assai ostico. Il tema sollevato questa volta è quello del senso della Storia e specificamente se la Storia si svolga secondo un principio di Ragione (le maiuscole sono sue e per quanto riguarda la Storia la condivido). Il tema da lei proposto si articola poi in numerosissimi sottocapitoli, ciascuno dei quali richiederebbe un trattato specialistico.
Le esporrò il mio punto di vista, visto che lei si è rivolto a tutti. Mi atterrò però soprattutto al tema principale.
La storia ha una sua razionalità, una sua ferrea razionalità. Il principio di fondo lha esposto benissimo lei: la ricchezza e nelle mani di pochissime persone. Queste persone hanno la ricchezza ed hanno anche il potere, e desiderano mantenere e luna e laltro, quindi si ingegnano per ottenere questo risultato.
Ad esempio: la guerra irakena dellUsaegetta non è una guerra senza ragioni. E una guerra che ha delle ragioni ferree: la conquista del petrolio irakeno, per prenderselo a basso prezzo e comunque per toglierlo agli altri, che sarebbe poi un obiettivo forse ancora più importante del primo. La stessa cosa si potrebbe dire di TUTTE le guerre del secolo scorso e di TUTTE le guerre dellumanità. Si fanno sempre e solo per difendere degli interessi e solitamente le classi dirigenti sono abili a far apparire come interesse generale, nazionale, quello che invece è solo un interesse di classe. Le guerre Usaegetta nel teatro mediorientale sono, da questo punto di vista, esemplari.
Il fatto è però che queste ragioni, ascrivibili a degli interessi di classe e quindi ferreamente razionali, sono spesso nascoste e quindi possono essere assai difficili da scoprire a priori. Solitamente lo diventano, comprensibili, a posteriori.
Quindi la funzione della Storia non è quella di svelare il futuro ma solo quella di spiegare il presente. Le guerre mediorientali dellUsaegetta non hanno nulla a che spartire con la libbbbertà, mai nessuna guerra useggetta ha avuto questo obiettivo, a meno che non si intenda con questo la loro libbbertà di sfruttare e di derubare gli altri.
La storia spiega come mai siamo arrivati a questo punto e lo spiega bene. La storia non può svelare il futuro per la banale ragione che i fattori in gioco sono troppo complessi e quindi in qualunque momento può emergere un fattore imprevisto ed imprevedibile che cambia radicalmente tutto. Ad esempio le guerre asiatiche dellUseggetta (Corea e Viet Nam) si sono scontrate con la capacità di resistenza della Cina da cui sono sempre stati sconfitti nonostante la loro enorme superiorità tecnologica. Non avevano previsto che delle fanterie leggere mobilissime perché armate solo di fucili dassalto e mortai possono, in terreno favorevole, sconfiggere gli elicotteri e gli aerei. A priori non si poteva sapere ma a posteriori sì: lo si capisce benissimo.
La storia ha una sua razionalità ma la razionalità della storia comprende anche dei fattori irrazionali: il nazismo è stata unideologia politica del tutto irrazionale ed il razzismo, che ne è stata una componente strutturale, è spiegabile solo con la follia personale del Follefuehrer non certo con le esigenze della classe diggggerente crucca. Quindi è del tutto evidente che nella storia ci sono anche degli aspetti fortemente irrazionali, ma anchessi, a posteriori, sono ben spiegabili e comprensibili.
Dire però che la storia è spiegabile razionalmente (a posteriori) attraverso schemi di causalità, non vuole affatto dire che la storia si svolga secondo una linearità che ha come suo obiettivo quello della speranza o del bene. Questa sì che è una visione fideistica. Il bene di una classe potrebbe benissimo essere il male per la collettività, ad esempio (si pensi al nazismo). La storia non procede in linea retta, non ha uno svolgimento verso un bene superiore ma certamente verso il bene di chi la fa. E chi fa la storia sono le classi digggerenti; nel bene e nel male.
E verissimo che gli storici vedono solo quel che vedono, o quel che vogliono vedere o (talvolta) quello che vuol vedere chi li paga. Ma gli storici sono molti, ciascuno con i propri interessi. Il sistema non può controllare tutto e quindi possiamo arrivare a capire più o meno tutto, con un po di pazienza. Io, che sono un signor Nessuno , sono arrivato a capire da solo che il Follefuehrer non voleva la guerra contro lInghilterra e che Pearl Harbor era stata una montatura roosveltiana. Quindi se è vero che noli non conosciamo mai TUTTI i fatti, è però vero che i fatti più importanti li conosciamo o possiamo immaginarceli. Chi oggi, a parte il signor P., mette in dubbio che i due Kennedy vennero uccisi in un complotto organizzato dalle stesse classi digggerenti useggetta?
La ragione (minuscolo) non è assoluta per la banale ragione che ce ne sono moltissime: la tua, la mia, quella del povero Adolfo, quella del ricco Winston e soprattutto quella di Wall Street . Allora solo in pochi capirono qual era la più importante, ed il povero Buce non fu tra quelli.
Certo che il dominio degli uomini sulla natura è irrazionale; ma il dominio delle classi digggerenti, che devono guadagnare il loro posto al sole e che se ne infischiano di tutto e tutti, non lo è per nulla. E la loro spietatezza è esattamente il segno di questa ferrea razionalità, a cui nulla sfugge.
Concludo affermando il mio totale accordo con una delle sue ultime affermazioni: luomo tutto storico che dominato dalla tecnica ha perso la sua identita per ridursi a oggetto. Su questo siamo, purtroppo d’accordo. Un cordiale saluto U.
xAlessandro
dire che la morale sia relativa non vuol dire che non esista o che nessuna morale sia rispettabile. Persino per un cinico come me.
Pero´e´innegabile che la morale comune sia cambiata radicalmente, e molte volte nel corso della storia. E´ovvio che ci siano sempre stati codici morali, e legali, per proteggere la vita e la proprieta´di tutti. Sono d´accordo con lei che vi sia una sorta di morale naturale per cui e´sbagliato uccidere, danneggiare deliberatamente gli altri (o se´stessi), etc. Perche´scaturisce dal mero spirito di conservazione, che e´biologicamente innato.
Mette anche conto di osservare che la morale individuale puo´essere molto diversa da quella ´comune´, che riflette essenzialmente gli interessi delle classi dominanti in una data societa´storica. Lo osservo´gia´Platone (con altre parole) nel Fedone. Eppure Socrate era, moralmente, un corruttore della gioventu´. E le politiche tra stati e nazioni o popoli diversi , ancora oggi, non ha niente di ´morale´. Osservazione fatte a suo tempo dal nostro Machiavelli nel Principe
un saluto
Peter
xUroburo
mi spiace, ma ho sempre pensato che il razzismo sia una caratteristica strutturale, almeno storicamente, delle societa´germaniche (incluse quelle anglosassoni, con toni pero´ molto piu´soffusi, almeno in Europa). Lei lo ascrive al Follefuhrer, e su questo punto ci siamo scontrati molte volte in passato. Per dirla tutta, credo che gli italiani del Nord abbiano mutuato molto del loro razzismo da oltralpe.
Che il razzismo non fosse negli interessi della classe dirigente crucca di un secolo fa non l´ho capita. Loro erano il popolo dei signori, gli slavi (e forse anche i latini) dovevano fare i servi.
un saluto
Peter
Wendy Doniger O’ Flaherty
Grazie avermi fatto scoprire il significato simbolico di L Uroburo… x Faust una rivelazione che mi emoziona… è un Opera dArte… ed è un mio amico… ho trovato il xcche mi è sempre piaciuto ed ammirato ed ora i miei simboli cosmici hanno un nome… x me importante: lUroburo. Alla base delle mie convinzioni ultrasensoriali ccè ” Uno il Tutto”, ettante altre cose molto interessanti. Il segno dellinfinito matematico, con due triangoli sovrapposti sono la grafica di un logo da me usato tempo fa.. ma ho scoperto essere lo stesso logo usato da scientology, la setta parareligiosa nordamericana. Lho scoperto in aereo non so da dove e x dove.. incontro una ragazza gringa mi sorride…ecci attacco bottone… cipici,cipicia… hablas espagnol… eccipici ccipicciu no no hablo ingles… a si que maravilla, da dove vienidovevai eccipici… ccippicia… tutto il repertorio del broccolone italiano e ad un certo punto gli do il mio biglietto da visita (aaa, vivevo in Ecuador…) lei lo legge mentre gli parlo e si guarda lanello che portava al medio sinistro… ed il logo sul mio biglietto da visita (linfinito matematico con due triangoli sovrapposti) erano uguali… quel logo lho ideato x una societa che avevo in Ecuador… e rappresentava le mie credenze cosmiche… ed era uguale al logo di una setta parareligiosa ( delinquenti plagiatori di menti)… quando mi spiegoo che era una settarola di scientology… ho mollato il pensiero bbroccolesco ed il sorriso ebete-felice della gringa bbona… ed ho continuato il viaggio…con gli occhi persi nel cosmo… ppieno di domande… ma lincontro del mio logo con unaltro uguale mi ha sconvolto e non mi piaceva… mi son messo allavorare sul logo e dopo qualche anno ne ho ideato uno nuovo… linfinito e le dimensioni e le vibrazioni cosmiche, sono elementi presenti in tutta la simbologia rappresentativa delle mie credenze.. cche si abbevarano nel significato del simbolo chiamato lUroburo e nella magia delle vibrazioni cosmiche ..
.. non sono solo coincidenze magiche…ma molto di ppiu…!!
Evviva!! ciao Uro, sei grande allinfinito, come lUroburo!!
http://www.centrostudilaruna.it/simbolouroboro.html
L’Uroboro viene anche considerato simbolo dell’evoluzione che si conclude in sé stessa, e quindi dell’unità fondamentale del cosmo. Il motto “en to pan” (Uno il Tutto), con cui accompagnavano il simbolo ofidico, esprimeva la loro fede totale in ciò che esiste e può essere concepito. Per il sensista questo Tutto equivale a Niente, poiché ritiene reale solo ciò che può essere constatato oggettivamente.
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… continua nel link scritto sopra… bbuona lettura!!
Faust
Per Uroburo:
forse non mi son spiegato bene………..ma dalle cose che sull’argomento ho fin ora scritto si evince chiaramente:
1-il potere oggi non ha a che vedere con le classi dirigenti che sono invece subordinate alta finanza mondiale;aggiungo che il potere di oggi e’ senza nome:e’ un potere mondiale che agisce anche nell’inconscio;le classi dirigenti non dirigono nulla;
2-la storia non ci dice nulla di quel potere:
3-Io ho sostenuto il primato della fantasia e della creativita’ che strutturerebbero il mondo in modo variegato e non in modo,quindi, razionale.Non ho proprio una visione Hegeliana della storia(ho sostenuto l’insensatezza attuale del rapporto schiavo padrone dato che oggi invece dell’uomo si delinea sempre piu’ nettamente l’uomo-oggetto-funzione);esaltando la follia creativa sono quindi proprio dalla parte diNietzsche;
4-sul pessimismo sono d’acordo solo in parte;mi aspetto tanto dagli irrazionali.saluti .
@ Passator Cortese e @ Pino
Vorrei aggiungere che Furio Colombo e’ anche un sostenitore tout court di Israele e implicitamente del sionismo.
… ora ricordo meglio laccaduto del logo..
quello di scientology, è un 8 sdraiato/orizzontale, simbolo dellinfinito, con un triangolino sovrapposto, mentre il mio di logo era una S coricata, simbolo di conoscenza con due triangoli sovrapposti, uno piu piccolo dellaltro ( arrappresentare il micro e il macro, il micro latomo e il macro il cosmo uniti dalla esse molto piu grande dei triangoli… il cosmo cche ci avvolge e influenza e sostiene la continua ricerca dellequilibrio psico emozionale, necessario a tutti i viventi del cosmo.
Faust
In molti recenti commenti ho letto la parola “rivoluzione” con assai vari significati nei vari contesti in cui veniva usata. A mio modesto avviso spesso si confonde “rivoluzione” con rivolta, sommovimento, moti di piazza … , ma si tratta di cose radicalmente e concettualmente diverse, le rivolte, dall’assalto ai forni all’occupazione di fabbriche, scoppiano per disagi contingenti come la fame o la perdita del posto di lavoro, ottengono o meno risultati pratici ma comunque specifici e momentanei, passato il momento la società non ha subito sostanziali modificazioni. Le rivoluzioni possono anche avere gli stessi o simili momenti scatenanti, ma hanno dietro un movimento di idee, ed anche quando falliscono sul piano pratico organizzativo, una porzione consistente di quelle idee diventa patrimonio collettivo. L’esempio forse più significativo è la rivoluzione francese che è stata tale perché prima della presa della Bastiglia e di Versailles erano circolate le idee dell’illuminismo ed anche quando la rivoluzione è passata per l’estremismo del terrore e poi per la restaurazione imperiale napoleonica quelle idee sono sopravvissute e si sono consolidate, la rivolta del popolino e dei sanculotti aveva funzionato da “fissativo sociale” di quelle idee che prima erano solo di pochi intellettuali.
Antonio – – - antonio.zaimbri@tiscali.it
PS. – Dato che nell’aria del blog sento odore di cacciucco vi comunico che, escluse le due domeniche 6 e 13 settembre in cui sono “sequestrato” dal palio podistico cittadino, per i restanti giorni io non ho problemi.
Ho trovato un ristorante/enoteca valido (ho fatto anche un assaggino). Basta sapere con 3 – 4 giorni di anticipo il numero dei partecipanti (uno più uno meno) e prenoto.
La libertà e i ladri…»
di Fortebraccio
Stavamo proprio sedendoci alla macchina, per scrivere questa nota, quando siamo stati chiamati al telefono. Chiedeva di noi una voce ignota, un nostro lettore – ha detto – che vota repubblicano e che voleva soltanto raccontarci un piccolo episodio. Questo.
Domenica scorsa il nostro era a colazione da certi suoi parenti anch’essi elettori del partito di La Malfa. Ma era tra loro un congiunto, un architetto, che a un certo punto – si parlava delle elezioni imminenti – ha detto: «Io voto democristiano. Lo so che sono ladri, ma preferisco i ladri ai comunisti».
Noi, lo confessiamo francamente, non sappiamo nulla né del nostro informatore né della persona che avrebbe pronunciato le parole riferiteci, ma sappiamo che il primo può benissimo essere stato veritiero e le seconde autentiche.
C’è gente, infatti, che dice di volere la libertà, ma a patto che non sia generata dalle due sole condizioni che la renderebbero autenticamente sacra: la giustizia e l’ordine, le due condizioni che i comunisti metterebbero a base di qualsiasi loro collaborazione di governo o di maggioranza, comunque contenuta.
Esistono persone che, pure avendo a cuore la propria probità e pure praticandola, preferiscono, a governarle, i disonesti ai puri, i tolleranti agli intransigenti.
È rimasta, in molti italiani generalmente di ceto abbiente, l’abitudine antica di disprezzo per chi governa, il gusto del ricatto potenziale, il piacere di dirsi che «se volesse» potrebbe sempre trovare il modo di farcela.
Non è dunque la libertà – figlia, come dicevamo della giustizia e dell’ordine – che certa gente teme di perdere: è la facilità, l’arbitrio, io compromesso, la corruzione e, al limite, il furto, dei quali è in fondo contenta. Se è gente per bene, le colpe degli altri le consentono un senso di superiorità che è anch’essa a suo modo una ingiustizia. Se non è per bene, ha in alto dei compari costretti a lasciarla impunita. La libertà, fa paura, se è resa, perché essa non è soltanto ordine e giustizia, è anche uguaglianza.
Troppa ambizione, ignoranza in questa Italia.
Non si può edificare un parco pubblico vicino all’ospizio.
Un giardino è già illusione.
Ci vorrebbero gli orti. Un vecchio deve vedere qualcosa che nasce, vive e muore, sotto i suoi occhi.
Tonino Guerra
Tonino Guerra? Ma chi, quello che “L’ottimismo è il profumo della vita”, quello che “L’ottimismo vola”? Mica sempre però, guardate un pò qui…
http://video.google.com/videoplay?docid=6413345936420920325
E io aggiungerei: accanto all’Ospizio con gli orti dovrebbero sorgere la Scuole: il Nido, la Materna, l’Elementare e la Media!
E ogni mattina i bimbi direbbero: buongiorno nonno- ciao nonna ci vediamo a ricreazione!_
E dalle finestre i nonni vedrebbero i nipoti scrivere, leggere, contare e scriverebbero, leggerebbero e conterebbero con loro.
E i pomodori, le zucchine e le carote crescerebbero più belli e saporiti.
Non sto sognando; ho visto tutto questo nel Midì della Francia!
Sylvi
CHI MUORE (Ode alla vita)
di Pablo Neruda
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
La figlia minore di Berlusconi chiede al padre: <>
<>
<>
<>.
La figlia minore di Berlusconi chiede al padre: Papà, cos’è l’amore?
L’amore? L’amore è per esempio incontrare un ricco signore che ti porta in un albergo di lusso a Venezia, che ti fa fare un giro in gondola, che ti porta a mangiare in un bel ristorante a piazza San Marco, che ti compra una Mercedes, che ti compra un appartamento a Parigi e una villa in Costa Azzurra, che ti compra una collana di diamanti e anelli d’oro, questo è l’amore.
Papà! E dove sono i sentimenti, il desiderio, i batticuori, il primo appuntamento, il primo bacio?
Figlia mia… quelle sono cazzate che si sono inventati i comunisti per trombare gratis.
Io ho sostenuto il primato della fantasia e della creativita’ che strutturerebbero il mondo in modo variegato e non in modo,quindi, razionale ( Alessandro)
———
La fantasia e il variegato sono razionali, la Natura è razionale. L’irrazionale non porta alcun vantaggio, essendo una distorsione improduttiva ed autoestinguente.
La farneticazione (ovvero l’irrazionale) non porta da nessuna parte, non apre alcuna strada nuova, è un girare intorno a se stessi e basta.
Diversa è la Creatività che, rompendo gli schemi, crea una diversità costruttiva, indica nuovi percorsi ‘percorribili’.
Forse l’errore è in ciò che si intende per irrazionalità. Come al solito, l’italiano non è lingua condivisa, ma interpretata.
La moglie di Berlusconi è a letto con il marito, in una gelida notte d’inverno.
Rivolgendosi al consorte dolcemente gli sussurra: Mio Dio, ma che freddo che fa!
Ma cara, a letto puoi chiamarmi semplicemente Silvio!
Per avere un’idea della differenza tra irrazionalità e creatività, invito chi sia su Facebook a dare un’occhiata alle mie fotografie elaborate. Mostrano una palese alterazione della realtà, un mondo che non esiste se non nella fantasia (o chissà dove), ma hanno coerenza, raccontano qualcosa, sono immagini concrete, non sono macchie di colore indistinte.
Il farneticare equivale invece proprio alle macchie di colore indistinte, all’ammasso di nuvole dove ognuno ci vede quello che vuole, ma alla fine dei conti è solo acqua che sta in cielo e non ha niente a che fare con le proprie fantasie.
Il farneticare equivale invece proprio alle macchie di colore indistinte, all’ammasso di nuvole dove ognuno ci vede quello che vuole, ma alla fine dei conti è solo acqua che sta in cielo e non ha niente a che fare con le proprie fantasie.
___________________________________________________-
Caro marco,
sante parole.
X il caciucco
Allora carissimi, come dice Az , si fa per l’ultima di settembre..?
Mi sembra che Pino abbia dato disponibilità ed anche Uroburo, per quella data…fatemi sapere !!
cc
Ps-per quella data forse , riuscirò a recitarvi il Timeo a memoria , in Piemontese..vi assicuro chre è uno spettacolo!!!!!!!!!!!!!
Per Marco Tempesta:::::::::
Non sono d’accordo,per niente……………………..
la responsabilita’ e’ ,ahime’, del signor Cartesio.
La vera creativita’ e’ irrazionale.
Esiste ,poi, una irrazionalita’ totale e qui hai ragione
ed esiste una irrazionalita’ di cui l’autore stesso puo’ stupirsi e non capire.Grandi artisti hanno conposto opere che nemmeno loro stessi sono stati capaci,all’inizio, di dargli un senso:certe interpretazioni vengono dopo.
L’irrazionalita’ permette tante cose…….per esempio non essendo inquadrabile entro la razionalita’ del sistema ha e da liberta';questa liberta’ vale anche per chi ne usufruisce evitando
invece la violenza psicologica d’un prodotto razionale;
l’irrazionalita’ rappresenta Un’apertura di contro alla chiusura della razionalita’.
I grandi artisti (((((((((((pochissimi))))))))))))))))))) sono sempre stati visionari ………..folli e maledetti …………nella loro geniale bonta’ umana.
Ridurre anche la fantasia
l’immaginazione…………….
e,piu’in generale,l’arte alla razionalita’
e’,per quanto mi riguarda, completamente falso
e estremamente pericoloso(((((((fa anche dell’arte un prodotto controllabile…………….)))))))).
Poi se si vuole ridurre TUTTO( compreso l’inconscio…isogni…….le follie) alla ragione fate pure
ma resterete i figli impuri di Cartesio e d’una filosofia non pratica.
P.S.certi suoi quadri saranno per lei razionali:per gli altri(((fortunatamente))))))))) saranno irrazionali:gli altri non sono lei e interpreteranno il quadro secondo la loro cultura e le loro fantasie……………….oppure lei dovrebbe spiegarle ……….sbagliando naturalmente perche’ l’arte non e’ spiegazione………
Per controcorrente::::::::::::::::::::::::
carissimo cartesiano pure tu…………………….non lo senti
nel profondo del tuo cuore che il mondo ha oggi un necessario bisogno di farneticanti…………………e di ACQUA che non sia controllata………………….
Dannazione deve essere tutto sensato
preciso
fisico
matematico
IL mondo morira’ di ragione
e io mi tengo il vecchio detto di Pascal…………………….
caro alessandro,
quale mondo?
Il nostro” angoletto “di Universo?
E allora ?
cc
Il “grande perdono”…
ROMA – Scomparso dai radar da una settimana, Berlusconi riapparirà venerdì a l’Aquila tra i pellegrini della Perdonanza celestiniana, il rito che da 800 anni garantisce l’indulgenza da ogni peccato ai fedeli “sinceramente pentiti e confessati”. E venerdì sera, grazie al pressing di palazzo Chigi, Berlusconi si troverà accanto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla cena che tradizionalmente segue la cerimonia.
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In Ittally , come al solito finisce tutto a “tarallucci e vino”…evidentemente c’è speranza per tutti, Lo Spirito Santo, così come illuminava palazzo venezia, scenderà anche ad illuminare Palazzo Grazioli…
Cuor contento il ciel l’aiuti..non è forse vero Cara Sylvi…!!!Amen
cc
La mia personale ricetta per superare la crisi..!!
Questa notte ho fatto un “sogno” e sono arrivato a questa conclusione…
Dunque la crisi non è colpa degli ittalici , ma dello Spirito Santo che governa Wall Strett e degli spiriti immateriali detti speculatori; Noi siamo innocenti ed adesso che il chiavaliere si pente, siamo a posto con anima candida e ripulita affronterà l’autunno.
Dunque
A) la rivoluzione ovviamente non si può fare e non è auspicabile
B) le rivolte ovviamente neanche ,fanno perdere tempo alla ripresa e poi magari qualche “testa schiacciata”..dio mio che orrore..
C)I creativi giusti, si dovranno dar da fare per essere più creativi!
D) A SCUOLA CI PENSERANNO con il dialetti , infatti la creatività in dialetto sarà tutta un’altra cosa.
E) Gli operai “DOVRANNO PRODURRE DI PIU’ PER ESSERE COMPETItiVI…magari si tolglie qualche tassuccia dallo stipendio, sull’incremento di prodittività futura, perbacco!!
F)i disoccupati ect,ect,..ancora un pò di pazienza ,se proprio vogliono,entrino in competizione nel mercato con gli extra -comunitari..razza di pelandroni..e poi un pò di pazienza, perbacco ..il mondo è stato fatto in sette giorni..cosa pretendono
G) assoluzione per tutti Urbi et orbi , e via!! per un nuovo ciclo!!
Bello eh!!
cc
in breve, era noto da gran tempo che il Banana fosse affetto da una ´sex addiction´. C´e´di molto peggio, e con tutti i sestiliardi che ha avrebbe potuto cercare di curarsi da giovane. Molti altri famosi l´hanno fatto. Anche perche´tutte le dipendenze rendono i famosi vulnerabili e ricattabili, anche da parte di agenzie ´al di sopra di ogni sospetto´come mi pare alluda Pino.
Nel caso del Banana ovviamente la sex addiction si mescola a smania di protagonismo teatrale, essere il califfo al centro dell´harem, essere venerato ed adorato (sia pure a parole e gesti) perche´ricco e famoso. Una figura patetica, squallida e ´pitoyable´, che pero´stuoli di italiani hanno eletto loro primo ministro tre volte. Concordo con chi dice che un politico di destra, purche´rispettoso delle regole del gioco democratico, sia di gran lunga preferibile a questo corrotto dittatore da operetta, il quale arreca pero´danni gravissimi alla democrazia ed all´immagine dell´Italia nel mondo.
Peter
xAlessandro
con lei, spesso, non si sa esattamente di cosa si sta parlando. Poco male, mi associo!
Storicamente, c´e´chi ha distinto tra fantasia ed immaginazione (ma non mi ricordo piu´chi e perche´. Forse Sylvi…).
L´arte e´irrazionale solo perche´attinge all´inconscio dell´artista, che ovviamente non e´noto neanche ad esso, senno´che inconscio sarebbe? Le opere d´arte, specie figurative, sono intrighi di simboli paragonabili a sogni. Quindi irrazionali, almeno in origine. La dimensione estetica si aggiunge, ed integra, e se vogliamo eleva e da´valore artistico a tutto cio´. Pero´i canoni estetici variano con le epoche e le mode, non dimentichiamolo. E concordo con lei che le interpretazioni sono venute dopo le opere, a volte molti secoli dopo! penso al Mose´di Michelangelo, che ho visitato piu´volte a S. Pietro in Vincoli, ed il saggio che Freud vi scrisse su.
E molte interpretazioni diverse sono possibili, il che rende le vere opere d´arte delle gemme dalle molte sfaccettature, che brillano in modo diverso a seconda della luce incidente.
Non mi sento d´accordo con lei ed Uroburo sulla piattificazione dell´inconscio collettivo dovuto, sembra, ai media ed alla pubblicita´.
L´inconscio collettivo e´una creatura junghiana che ho sempre preso con le molle. Non e´nulla di paragonabile a quel labirinto di pulsioni in perenne fermento che e´l´inconscio individuale. Si basa a mio avviso su risposte emotive stereotipate evocate da simboli-stimoli chiave. Tali simboli hanno valore di archetipi. Esempio quello di S. Giorgio: il cavaliere, il drago, e la vergine. Per cui il maschio-cavaliere deve lottare, ed all´occorrenza sacrificarsi, per la ´vergine´in pericolo, in qualunque situazione. Per inciso, non mi pare affatto giusto che, almeno storicamente, le donne avessero la precedenza su TUTTI gli uomini (tranne gli sposati, forse) quando la nave affondava…Ma certi archetipi sono molto forti, ancorche´del tutto irrazionali.
I simboli pubblicitari, i sex symbols, la roba firmata, le mode, inducono delle risposte emotive stereotipate, ma non hanno neanche lontanamente la forza pulsionale dei veri archetipi.
Poi ricordiamo che l´umanita´ha conosciuto epoche assai peggiori: epoche in cui l´individualita´praticamente non esisteva. Persino nel Rinascimento, i creatori e fruitori di arte e simboli erano pochissimi. Oggi tutto e´alla portata di tutti
un saluto
Peter
caro CC,
anche ai cuor contenti gira la ventola ogni tanto!
Oggi è uno di quei giorni!
Fra marito e figlio sempre in giro “per lavoro”, cioè per tirare avanti la baracca evitando casse integrazioni, licenziamenti e quant’altro in questo periodo del menga!
La nostra crociera l’ho già raccontata!
Che c…o vuoi da me?
Che mi suicidi perchè Bertone fa il Bertone e Berlusconi fa il Berlusconi?!!!
Se anche i capitalisti di merda finiscono sul lastrico, assieme ai loro “sfruttati”, può accontentare la tua smania operaista?
E poi, scusa, andare a mangiare ail cacciucco a Livorno non è roba da goderecci sfruttatori della massa operaia con la Plus-pensione?
mandi, vado a leggere “lis baronadis di Pinochio” egregia traduzione in friulano di quel libretto scritto da un toscano!
Sylvi
Un’avvenente contadina cerca a tutti i costi di sedurre il ricco possidente del paese per farsi mettere incinta e per poi sposarlo.
La contadina riesce a portarselo in un fienile.
Dopo aver fatto l’amore lei, massaggiandosi con dolcezza il ventre, gli dice: Allora, come lo chiamiamo nostro figlio?.
E lui, levandosi il preservativo e facendogli un nodo: Se riesce ad uscire da qui lo chiamiamo MANDRAKE!.
Nel far west in un saloon: un mago dice di saperlo far rizzare solo con il pensiero.
Si alza un giovane di 20 anni che dice: Provo io!. Tira giù pantaloni e mutande e dopo circa un minuto, funziona.
Il ragazzo chiede come fare adesso per farlo tornare normale.
Il mago risponde; Basta soffiare!.
Infatti tutto torna alla normalità.
Dopo ci prova un signore di 40 anni.
Dopo 10 minuti funziona, un soffio e torna normale.
Di seguito si alza un vecchietto, gobbo, sdentato con il bastone che dice; Voglio provare anche io!.
Dopo 20 minuti niente.
Dopo mezz’ora funziona.
Il vecchietto contento si gira verso il pubblico, estrae la pistola e dice: Chi soffia è un uomo morto!!!