La terna in azione contro l’unità e le libertà dell’Italia
Non vorrei essere allarmista, ma ho l’impressione che si stia sottovalutando l’effetto globale del combinato disposto rappresentato dalla terna Berlusconi-Lega-Chiesa, terna da qualche settimana entrata in una fase particolare, ossessiva temo non solo a causa del solleone.
1 – Le minacce al mondo della comunicazione giornalistica da parte di Berlusconi sono decisamente inaccettabili in qualunque Paese occidentale democratico, negli Usa addirittura impensabili. Tant’è che Obama è inerte sotto la marea di accuse, falsi e calunnie vomitatagli ormai quotidianamente addosso dal mondo dei repubblicani e dell’imprenditoria orfana dei Bush ben deciso a far fallire anche il suo progetto di assistenza sanitaria, oltre a quello della pace in Medio Oriente e di un accordo o almeno modus vivendi decente con l’Iran.
Il Chiavaliere a dondolo somiglia sempre più a un caudillo bolso, vanesio, anche un po’ ridicolo con la sua aria da eterno Casanova ultra stagionato, tenuto su a siringhe e fisicamente somigliante ormai a una piccola ma pingue botte su gambette elevate da paurosi tacchi alti, equivalente pedestre in basso del trapianto di capelli in alto. Bolso, un po’ ridicolo e un po’ patetico col suo continuo parlarsi addosso per accampare meriti nazionali e internazionali in tutti i campi, ma deciso a tutto pur di restare a galla e non correre il rischio di pagare – finalmente – il dovuto alla giustizia. Per il Chiavaliere e per fortuna dell’Italia pare proprio tramontata la possibilità di trasferire l’uso del suo “Letto Grande” da palazzo Grazioli al Quirinale, donde avrebbe potuto magari nominare la adorata Carfagna, la Gelmini e la Brambila prime ministre…
Berlusconi però, proprio perché stretto nel vicolo cieco del tramonto, per giunta poco glorioso e con fischi di per ora non piccola parte del pubblico, tende a diventare pericoloso. Per evitare si pensi che il suo folclore sia solo al livello di spaccone e bauscia brianzolo è bene dare un occhiata alla sua “conferenza stampa” (?) in questo video e notarne sia le parole che tono: http://www.youtube.com/watch?v=G6Ob-vca-HQ
Senza dimenticare il crescendo di accuse ai giornalisti di Repubblica, definiti perfino “delinquenti”, tant’è che Ezio Mauro sabato 8 è stato costretto a rispondergli per le rime, sia pure con il consueto stile asciutto da piemontese di poche parole.
Cesare andò a conquistare le Gallie e iniziò a diventare quello che è diventato perché oberato dai debiti doveva trovare il modo di pagarli, e la guerra ai poveri cristi dei galli fu un ottimo investimento. Berlusconi è sceso in campo non poer debiti, ma – al contrario – per eccesso di ricchezza e volontà di non doverne rendere conto, soprattutto sulle sue origini, e comunque di non farsela ridurre anche se sarebbe stato utile, nell’interesse generale e nazionale italiano, ridurgliela drasticamente, evitando il monopolio cancro che ingrassa lui e divora la decenza in Italia. Così come sarebbe stato utile fare rispettare la legge, compresa quella che almeno sulla carta impedisce le cariche politiche a chi usufruisce di concessioni statali, e Sua Emittenza usufriva ed usufruisce delle concessioni televisive, per le quali peraltro ha sempre pagato meno di una pipa di tabacco nonostante siano per lui una autentica miniera d’oro.
Il cancro berlusconiano è risolvibile solo in un modo: si faccia una bella legge che dichiari il Chiavaliere non indagabile da parte della magistratura, dopodiché lo si inviti ad andare a godersi la vecchiaia da qualche altra parte del mondo. Con tutti i quattrini che ha non c’è bisogno che si trasferisca in Tailandia per ingozzarsi in santa pace e senza problemi di bernarda anche – eventualmente – decisamente minorenne. Visto che ci ha tenuto a dichiarare che adora “le donne, anche le ministre” e visto che possiede anche begli aerei privati, potrebbe farsi raggiungere comodamente dalle Carfagne, Gelmini, Brambille e affini.
2 – Veniamo alla Lega, la cui imbecillità è pari solo all’ignoranza e all’irresponsabilità dei suoi dirigenti. L’imbecillità appare nella sua enormità dalla pretesa dei dialetti a scuola. Lasciamo stare che una tale idiozia non esiste in nessuna parte del mondo, il problema è: quali dialetti? In Lombardia il dialetto milanese è molto diverso da quello comasco, così come da quello pavese e da quello bresciano, per non parlare del bergamasco dal suono quasi trogloditico. E dunque: quali dialetti vorrebbe l’ormai “andà” Umberto Bossi, adoratore della CornaMusa una cui sonata è finita male? In Puglia il dialetto di Lecce è diverso da quello di Taranto e di Bari, per non parlare del grecanico. E l’albanese della Piana degli Albanesi, o il cimbro dei pochi superstiti dei cimbri spazzati via con i teutoni dai romani? Lo insegniamo o non lo insegniamo? In Sardegna si fa presto a dire “dialetto sardo”, ma a parte il fatto che si tratta di una lingua, quale dei dialetti sardi insegneremo?
L’imbecillità da ubriaconi molesti da osteria, con tutto il rispetto per gli ubriaconi, traspare da queste follie legaiole da agosto torrido anche a causa di un fatto molto semplice: chi insegnerà questa marea di dialetti? Voglio dire: chi assume, forma e paga le decine di migliaia di insegnanti necessari? La signora ministra riscaldata Gelmini, per motivi misteriosi assisa sul divano della Pubblica Istruzione, ha infatti deciso tale e tanti tagli alla scuola pubblica che ormai tra poco resteranno solo gli occhi per piangere e i quattrini per pagare gli insegnanti di religione nominati dai prefetti dello Stato estero Vaticano.
La grancassa sui fondi per gli Atenei virtuosi, cioè più meritevoli perché più produttivi ed eccellenti, viene suonata senza tener presente che i tagli alle Università sono mooooolto più grandi dell’elemosina ai virtuosi. Ho l’impressione che per battere cassa i rettori dovranno mettersi in minigonna, spalmarsi di vaselina ove meglio si conviene e darsi anche loro alle seratine e naottatine allegre del padrone di palazzo Grazioli e villa Certosa. Non si sa mai…
L’Umberto Bossi dall’espressione del viso e della voce ormai terremotata dal dopo ictus, nella sua visita pastorale ai terremotati abruzzesi non ha perso l’occasione per dire castronerie addirittura più grandi del solito, perciò di calibro galattico: “La Turchia non deve entrare mai in Europa, anche perché con quelli abbiamo sempre guerreggiato”. Da quando anche lui ha rischiato la pelle e s’è reso conto che c’è una fine per tutti, anche Bossi se l’è fatta sotto e da mangia “vescovoni”, come li chiamava una volta, è diventato l’alfiere del papa: “L’Europa dovrebbe essere guidata dal papa”. Cosa si fa per comprarsi un posto in paradiso, specie quando ci si è ritrovati con una scossetta di terremoto negli emisferi cerebrali.
A parte il fatto che ormai la Turchia ha perso interesse a entrare nella Comunità Europea, defezione che pagheremo cara, il ragionamento di Bossi è, mi si permetta il termine, il classico esempio di ragionamentro del cazzo, con tutto il rispetto dovuto a quest’ultimo. Infatti, anche la Francia e la Germania si sono fatte guerre per un bel pezzo, ma proprio per questo anziché (s)ragionare come il senatùr e continuare quindi a farsi guerre hanno capito che è meglio far parte della Comunità Europea e darsi intanto una moneta comune. Per questo, la Germania ha umilmente rinunciato al suo panzer monetario, quel marco tedesco diventato robusta fondamenta non solo della Germania, altro che le coglionate di Bossi e dei patetici adoratori dei suoi “attributi”, peraltro buoni ormai come ex voto o pelle secca da CornaMusa appesa al chiodo.
Bossi e i suoi ovviamente lo ignorano, ma anche i vari Stati europei si sono fatti querre tra loro, perfino la guerra dei trent’anni e quella del cento anni, per non parlare della prima e seconda guerra mondiale, ma proprio per questi inutili e pazzeschi disastri hanno finalmente capito che è meglio unirsi.
Bossi e i suoi ignorantoni certo lo ignorano, ma perfino l’Italia, da loro tanto vituperata, è stata per secoli sede di guerra tra nugoli di Stati e signorie, compreso lo Stato del suo caro papa. Chissà, anzi, forse è per questo che Bossi&C vogliono sfasciare l’unità d’Italia, per tornare alle guerre tra pezzi dello Stivale? Che gli ictus facciano danni, a volte seri, lo sapevo, ma che ne facessero fino a questo punto, complice forse la caldana estiva, lo ignoravo.
3 – Infine, as usual, la Chiesa. Questa volta ha (stra)parlato l’arcivescovo di Torino Severino Poletto. Ovviamente per dare addosso alle donne e scongiurare, come da copione non solo bimillenario, il pericolo che possano decidere del proprio corpo, “oggetto” del quale la Chiesa da sempre pretende sia invece soggetto a leggi, maschili, e alla da lei asserita volontà di Dio, prudentemente maschile anche quello. “Da un punto di vista dottrinario le donne che scelgono la pillola del giorno dopo sono delle assassine”. Giusto. Forse.
Dico forse perché si tratta, come per infiniti altri casi, di dottrine inventate man mano dalla Chiesa, e di cui non c’è nessuna traccia nei vangeli. Tanto meno nella scienza, sempre peraltro aborrita dal colle vaticano. Sta di fatto che se dal punto di vista dottrinale della Chiesa le donne che scelgono la pillola sono delle assassine, così come erano dei criminali Galilei e tutti gli uomini che hanno fatto in Europa la scienza e molto altro, dal punto di vista “dottrinale” dell’ateismo o anche solo del laicismo e della semplice decenza, così come anche della Costituzione, il continuo ricorso al terrorismo psicologico-religioso contro i politici che decidono di testa loro e alla calunnia sistematica contro le donne si chiama canagliaggine. Oltre che mangiar pane a tradimento, visto che anche i prefetti nominati dal Vaticano come il signor Poletti campano con le tasse pagate da tutti, comprese quelle che loro chiamano indecentemente “assassine”.
Ormai è urgente rileggersi una serie di autori, da Marsilio da Padova a Machiavelli e Guicciardini e oltre. E nel caso Bossi&C riuscissero a spaccare l’Italia, il papa e la sua corte, ovviamente di miracoli, speriamo se li portino nel loro pezzo di Padania.
caro Peter,
sono stata in un “fritolin” nella zona pedonale di Grado.
Ogni volta che passo e mi fermo davanti alla Basilica, al Battistero mi commuovo e vorrei visitare le mille e mille piazze come questa!
Poi arriva lei che mi dà della simpatiaca, in fondo in fondo, e anche masochista…
Lei che è “avveduto”: un masochista ” consapevole”, quanto è masochista?
Io non ho mai detto che i tedeschi del nord, del sud, dell’est e dell’ovest ( figurarsi!!!) si amino.
Ho affermato che “convivono” senza “casini”!
Le par poco?
E noi qui siamo in due…(nord-sud) dovremmo aggiungerci Ber e AZ (est-ovest) ma quelli …sono troppo accondiscendenti!
L’Alpe-Adria è un tentativo di dimenticare il passato e di “andare oltre gli odi; di smetterla di battersi il petto in “mea culpa” e di perdonare.
L’alternativa sarebbe continuare ad odiarsi ed è sterile!
Petrarca, ma anche, molto dopo, Manzoni “dagli atri muscosi, dai fori cadenti…) servono alla letteratura, non a vivere!
Le racconterò un aneddoto:
Eravamo una sera a cena ad Amburgo, il nord appunto.
Chiaccherando sui vizi e le virtù dei popoli, ad un certo punto un tedesco, ben educato devo dire,per equilibrare i vizi italici mi chiese che cosa ci disturba dei tedeschi.
Gli risposi: i calzini corti coi sandali e le braghette!
Si guardò i calzini corti e stupito mi chiese:
-ma non assolvono alla funzione?-
-Sì,-risposi- ma disturbano il pelo superiore e il mio senso estetico italiano!-
Hanno voluto vedere i calzini di mio marito…e si stanno ancora interrogando!!!
Certo non ci sono solo i calzini, ma hanno la loro importanza per avvicinare i popoli!
Sylvi
Parlémose ciaro!
El paron de sto luogo ga na passion sfegatà par el dialeto e el vorìa, par sta via nuova che xe Internet, dirghelo a tuti e spanpanare al mondo quelo che del dialeto el xe riussìo de salvare. Anca in Rima.
E po’, tanto par la precision, “sito” la xe na parola veneta, ormai in desuso, che vol dire “posto”, “luogo”; proprio quelo che la vol dire sol Web. No i ga inventà gnente.
Ve saeudo xente
Calamari col pien
de carciofi
Par quatro che magna
Tri carciofi bei frischi e grossoti;
1 zeola;
8 calamari
2 ciope de pan vecio
1 ovo intiero
late
vin bianco seco
2 eti de fave fresche
ojo stravergine de oliva
1 bussoloto de polpa de pomodoro
sale e pévaro
Se fa cussì:
Pareciare tri carciofi cavàndoghe le foje dure e la parte de sora;
Fare on desfrito co meza zeola, butarghe drento i carciofi tridà e cusinarli, bagnando co on fià de vin bianco; zontarghe insieme el resto del calamaro (zate, testa, ec.) tridà fin e justare de sale-pévaro;
Mètare a moja sol late do ciope de pan vecio e assarlo supare, po’ strucarlo par ben, che’l vegna squasi suto e fare on paston zontandoghe i carciofi e uno o du ovi intieri e justare de sale;
Inpenire on par de bei calamari par persona, mètarli so na tecia da forno co on fià de ojo e cusinarli a 180 gradi;
Intanto fare on conposto co staltra meza zeola fetà no massa fina, polpa de pomodoro e fave fresche, faséndolo sugare so na tecia co on fià de ojo. Al posto dele fave va ben anca dele olive verde senza osso;
A metà cotura (dopo na vintena de minuti) co ‘sta salsa, cuèrzare i calamari e assarli in forno fin ala fine;
Magnare caldo de bojo.
xe vedemo veci
Спасибо. Просто спасибо, за красивые мысли вслух. В цитатник.
Petrarca, ma anche, molto dopo, Manzoni “dagli atri muscosi, dai fori cadenti…) servono alla letteratura, non a vivere!
le poesie.. “non servono avvivere…” cara hai dato una risposta al xcche non capisco le poesie.. grazie Sylvi!!
Faust
cussi diseva i nostri veci na volta.
Chi no magna ga magnà.
A chi che no ghe piase el vin, che
Dio ghe toga anca l’aqua.
Chi che laóra magna,
chi che no laóra magna e beve.
El capon xe senpre de stajon.
ve saeudo putei; note fioi.
x el venessian
fiol d’un can, ti xe stà a spaso fin ancùo?
Ti ga lassà do tosete a combater ei turchi?
xe vedemo più veci
Sylvi
.. ho conosciuto 4-5 poeti, diciamo “professionisti” e 4-500mila poeti dilettanti… Santo Domingo è ppiena di gente cche mostran la sua cultura… poetando… mi son sempre dispiaciuto dopo lunghe amicizie, dover confessare ad Un Poeta cche non so accosa servono le poesie… x fortuna che sono stato sincero con pochi… scappavano odiandomi… ma non tutti… lo dicevo spesso quando non sopportavo il declamare “ispirati” al Sommo… o cche so io… ma anche fra i dilettanti cera cchi non credeva a quel cche gli dicevo, approposito delle poesie e non scappavano, ma ordinavano unaltra bbirra… paga el italiano..
Faust
x Faust,
ma se hai mangiato, la poesia rallegra la vita!
Ma,… da quel che leggo, tu lo sai!
Ariviodisi biel
Sylvi
Per Faust
A cosa serve la poesia
Per tentare di rispondere al presente quesito, mi limito a proporre due punti di vista: uno di stampo illuministico, e l’altro più banalmente attuale.
1) Giuseppe Parini (scrittore e poeta del XVIII secolo) nel “Discorso sopra la poesia”, ci dice che il fine dell’arte poetica consiste principalmente nel produrre diletto, ossia piacevoli sensazioni.
Inoltre, a proposito della sua utilità, Parini sostiene che la poesia non è necessaria come il pane, né utile come l’asino; tuttavia, se usata bene, può rendere felice l’uomo, poiché anche il piacere estetico contribuisce alla felicità pubblica e privata.
Inoltre può avere un’utilità morale; difatti, analogamente alla religione, alla legge e alla politica, alla poesia si può attribuire un valore etico, di impegno civile e sociale.
2) Nella nostra civiltà tecnologica, materialistica, arida, che spinge ognuno di noi alla ricerca spasmodica di un tornaconto economico, più che mai la poesia assume un ruolo centrale, volto a consentire all’uomo di riappropriarsi della sua dimensione spirituale, creativa, “fanciullina” (Pascoli).
Un corollario del secondo punto, potrebbe essere rappresentato semplicemente dall’esigenza di comunicare e dalla necessità di emanciparsi da uno stato di solitudine interiore.
par ea Sylvi: go eto, go seguio ea baruffa dea lussia, ti te ghe ghe da na man contro chel vian chel se mete sempre in meso, brava però ti ea lussia si do putee che e se fa valer, mi cara Sylvi so ciapà dal laoro e go puoco tempo e puoca vogia aea sera, vago in leto sensa saeudar ea muger da quanto straco che so.
te go eto sta sera par caso e eora go dito desso ghe scrivo calcossa anca mi, te saeudo xe cuasi un boto, doman matina ea fa presto a vegner e mi so tanto straco. xe vedemo vecia, ciao
x Faust
A cosa serve la musica, le canzoni, la pittura, a cosa servono tutte le arti?
Per arricchire il nostro animo, la nostra persona, cosi’ come le meraviglie che ci circondano.
Il profumo dei fiori, il volo di un passero, un bocciolo baciato dalla rugiada…
La poesia e’ ovunque, non solo nelle parole scritte.
Anita
USA:PER L’FBI LEONARD BERSTEIN ERA “MINACCIA” COMUNISTA
Leonard Bernstein, il piu’ illustre direttore d’orchestra statunitense, per l’Fbi di J.Edgar Hoover era in realta’ “una minaccia” per gli Stati Uniti perche’ “legato, affiliato o in qualche modo associato” ad organizzazioni comuniste . Il compositore di “West Side Story” scomparso nel 1990 era venne inserito nel 1951 in una “lista nera” di personaggi da arrestare in caso di conflitto con l’Urss: i federali lo consideravano una persona “pericolosa da lasciare in liberta’ in caso di guerra o di un importante confronto con l’Unione Sovietica”. E’ quanto rivela il settimanale “The New Yorker” che ha avuto accesso al dossier di 800 pagine che i federali hanno raccolto raccolto sul musicista, assurto agli onori quando nel 1943 quando a soli 35 anni divenne il direttore della New York Philharmonic. Bernstein, decisamente di sinistra e che appoggio’ nel 1968 il movimento delle Pantere Nere a favore degli afroamericani, era finito nel mirino di Hoover, che ha guidato l’Fbi per 50 anni ed era il braccio armato della cosiddetta ‘caccia alle streghe’ contro i sospetti comunisti negli anni cinquanta guidata dal senatore Joseph McCarthy. La prima inchiesta vera e propria fu condotta nel 1949 quando fu lo stesso presidente Harry S. Truman a chiedere all’Fbi di controllare il background politico del giovane musicista ebreo che avrebbe dovuto suonare ad un ricevimento in onore di Chaim Weizmann, il primo presidente israliano. Nel 1952 la Lista nera” venne annullata ma l’anno dopo Bernstein entro’ in una specie di limbo tanto che la Cbs rifiuto’ di aver contatti con lui. Nel 1953 al dipartimento di Stato arrivo’ a negargli il rinnovo del passaporto e per per ottenerlo il compositore dovette presentare una dichiarazione giurata di 11 pagine in cui affermava di non essere mai stato comunista. (AGI)
a leggere (senza capirli) certi interludi in ‘venessian’ tra Sylvi ed il suo vicino mi dico: che gran c…lo che abbiamo avuto, ad avere i Trecentisti fiorentini….Immaginate come saremmo combinati, italici tutti, se avessero preso a modello il loro idioma per la lingua nazionale. Non a caso Goldoni scrisse in un’altra lingua.
Tra l’altro, mi pare che il loro sia un idioma che si presta molto ai litigi spiccioli (di cui gli italiani hanno taaaanto bisogno)
Peter
POESIA ED ARTE
Dubito che la poesia possa avere, in sè e per sè, uno scopo sociale o etico. Potrebbe averlo, in determinate circostanze: ad esempio era poesia di impegno sociale quella del Parini. Ma non trovo che le parti di impegno sociale del Foscolo, del Leopardi, di Montale o di Ungaretti siano state le loro opere migliori; in Campana poi, questo aspetto è inesistente.
La poesia è un lampo che illumina un sentimento, un vissuto, e che, con una frase o con una parola, fa vedere o cogliere una dimensiona affettiva o esperienziale che non si era ancora visto o percepito in quel modo.
La poesia, come la letteratura e l’arte, ha poi un contenuto estetico, di bellezza in sè. Le opere più importanti della letteratura sono belle: belle da leggere, belle da ascoltare. La cadenza, il suono, il ritmo, la metrica, l’armonia, sono belle, esteticamente belle. Lo sono in tutte le lingue, almeno in quelle che conosco.
Le arti poi hanno, talvolta, la straordinaria capacità di cogliere un modo di pensare, un modo di vivere o di essere, un movimento culturale, spesso precorrendo i tempi.
La vita crea nuove circostanza, nuovi modi di essere, l’arte li percepisce, li illustra e li rappresenta, la filosofia li spiega.
Non so bene se nel sistema economico-sociale moderno, contemporaneo, quello del capitalismo avanzato o del post-capitalismo (frase che mi sembra assai ridicola e di parte: viene usata solo da quelli di destra), ci sia ancora spazio per la poesia e per l’arte.
Heidegger diceva che l’arte non può che essere di opposizione al sistema perché parla di quel che il sistema non è. La singola ed individuale coscienza, diceva, non può essere condizionata dal sistema se non per tempi brevi, poi l’individualità, il singolo e personale modo di vedere, prendono il sopravvento.
Ma oggi, con i mezzi di comunicazione di massa una visione individuale del mondo sta scomparendo o è già scomparsa. Mai come in questo momento le persone sono tutte uguali, perfino nelle cose più individuali come il gusto. Lo si vede bene soprattutto nei giovani.
I mezzi di comunicazione di massa hanno creato e continuano a creare un inconscio collettivo, indirizzato all’acquisto di prodotti, che sta del tutto abolendo e dalla base, una visione personale ed individuale. Perfino la vita sentimentale dei giovani si svolge secondo cliché che sono tutti uguali e che sono basati su slogan senza nessun personale contenuto.
E l’arte ne paga le conseguenza: gli artisti dicono che l’arte è ormai quasi solo rimasticazione priva di originalità. Forse è ormai troppo tardi anche perchè non si vedono forze che potrebbero invertire la tendenza. U.
GERMANIA E FRANCIA, PIL POSITIVO: ‘FUORI DAL ROSSO’
Il prodotto interno lordo in Germania nel secondo trimestre di quest’anno ha messo a segno una crescita dello 0,3% rispetto al primo trimestre. Lo riferisce l’istituto federale di statistica.
L’economia francese è “uscita dal rosso” con una crescita del Pil dello 0,3% nel secondo trimestre di quest’anno. Lo ha detto il ministro dell’Economia Christine Lagarde ai microfoni di Rtl.
E l’Italia ? «Se abbassi la mutanda si alza l’auditelle…» canta Francesca Pascale, solo ieri show girl in cerca di fortuna, poi fotografata all’aeroporto di Olbia in partenza per Villa Certosa, e oggi politica in ascesa, nientedimeno che responsabile provinciale Pdl allo spettacolo e sport della Provincia di Napoli.
per il culo di Peter
quanto sei ignorante vecchio mio ! pensa un pò, se mia nonna avesse avuto le ruote che bel carro sarebbe stata.
e ancora, pensa un pò se napoleon ci avesse ignorati, oggi noi che bella Svizzera potremmo essere, mi coreggo che bel paradiso saremmo.
x el venessian
le rispondo dalla parte anatomica cui si riferisce (e percio’ non si lamenti).
Vede che quando ci si mette riesce persino ad usare la nostra lingua senza troppi svarioni? Napoleone vi avrebbe certo ignorati (anziche’ usarvi come merce di scambio) se foste stati parte all’epoca di qualcosa di piu’ grande di un derelitto staterello cisalpino bagnato dal mare. In ogni caso, non vedo di cosa si lagni: Sylvi rimpiange l’Austria, gli Asburgo, i diritti, la prosperita’, il benessere previo, le tasse basse (a proposito, da queste parti sono il 50%), e Dio sa cos’altro. Anzi, con austriaci ed ungheresi ci vuole ritornare!
Ma chi li capisce questi qua. Non si trovano d’accordo neanche tra loro…Continuate in venessian che l’e’ meglio
Peter
Heidegger diceva che l’arte non può che essere di opposizione al sistema perché parla di quel che il sistema non è. ( U.)
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Qualsiasi arte che non rientra negli schemi fa paura al sistema, proprio perchè mostra che si può uscire con successo dagli schemi ed è ciò che il Sistema non tollera, essendo esos stesso uno schema.
lei divaga, lei straripa, lei offende senza saperlo, lei cerca di trascinarmi dove io non voglio essere trascinato, lei cerca rogna, lei, evidentemente ha tanto buon tempo, lei, mi fermo.
la prego mi lasci, mi ignori !.
gli artisti dicono che l’arte è ormai quasi solo rimasticazione priva di originalità. (U.)
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Che ci sia una crisi di creatività, lo si nota in tutti i settori artistici. Qualche settimana fa una mia amica mi ha fatto vedere alcune foto di una cosiddetta ‘ installazione’, curata da un importante giovane gallerista milanese per una mostra prossima.
Le ho fatto notare che era roba di trent’anni fa, già ampiamente vista e rivista. Lo stesso discorso lo abbiamo fatto due sere fa con un mio amico molto introdotto nel mondo dell’arte ( critico, curatore, artista egli stesso): non c’è niente di originale, solo rimasticazioni.
In fotografia, l’unico che ha fatto qualcosa di originale è Galimberti. Quella che faccio io, già non si può più definire fotografia, ma è una trasformazione grafica di un’immagine fotografica. Per quel che mi risulta, sono l’unico a fare roba del genere. Su facebook ho postato degli esempi di tal genere di immagini, benchè siano al penultimo step di elaborazione. Le opere finite le espongo nelle mostre e le vendo.
Non parliamo poi della musica. Se il nuovo è Stockhausen e i suoi imitatori, lasciamo perdere. Se il nuovo sono rumori senza costrutto, scricchiolii e grattate, significa che si è perso il senso estetico.
Se arte è comunicazione di emozioni, l’unica emozione che certa presunta arte comunica è un senso di fastidio: uno si chiede ” ma quando finisce?”. Se poi ha pure pagato il biglietto…
Ma dài, Peter, sei proprio un pigro: il 311 è comprensibilissimo, se vuoi te lo traduco parola per parola!
Il dialetto veneto lo trovo invece molto musicale, mi piace ascoltarlo.
Come per il dialetto in cui è scritto Huckleberry Finn, il trucco sta nel pronunciare le parole invece che leggerle. Se ti rifai ai suoni, diventa tutto immediatamente comprensibile.
Per una volta, son d’accordo con Pasquino del post 310.
Ti ga lassà do tosete a combater ei turchi? ( Sylvi)
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Chiamale tosete!
E poi…turchi…beh, a me i turchi (come popolo) piacciono. L’accostamento non mi dispiace, quindi.
Caro Marco,
in effetti l’Arte, qualsiasi arte quindi, non rientra negli schemi preordinati di qualunque sistema di potere. Quindi non può che essere all’opposizione.
Oggi però le cose vanno diversamentre: da una parte si sta distruggendo l’inconscio individuale a favore di un inconscio collettivo con un carattere che è principalmente di cliente compratore.
Dall’altra parte il mercato dell’arte è esso stesso diventato un sistema che impedisce anche solo l’emergere di chiunque non sia strettamente ammanicato a gallerie e critici che fanno ormai il bello ed il brutto tempo. Quindi l’emergere della creatività artistica viene bloccato a due livelli: uno di base ed uno specifico.
Quello che Heidegger pensava poteva ancora andar bene fino a poco dopo la guerra ma direi che dagli anni Settanta in poi non c’è stato più nulla (francamente la pop art mi sembra un’americanata indegna). Ci avviamo verso un mondo non più di cittadini ma di acquirenti, per i quali la creatività artistica ed intellettuale non è richiesta. In fondo è quello che accade in Usaegetta. dove sono semrpe avanti di vent’anni.
Un saluto U.
Francamente capisco poco questa diatriba sui dialetti. I dialetti sono lingue d’uso, legate ad uno specifico contesto geografico al di fuori del quale non esistono o scompaiono.
Vanno benissimo, per chi li parla, come lingua locale non ufficiale, familiare, caratteristica della quotidianità più privata. Che si debbano insegnare i dialetti a scuola è un anacronismo ridicolo ed inutile: se una persona parla il dialetto non ha bisogno di studiarlo a scuola, se non lo parla non sarà certo a scuola che lo imparerà. Meglio imparare una lingua straniera in più o fare un po’ di buona matematica, soprattutto in un paese vecchio e stantio come l’Ittaglia. U.
x el venessian
va bene, va bene, non si scaldi. Pero’ non capisco in cosa avrei offeso, o cercato rogna.
Se lei si riferisce (forse senza saperlo) al trattato di Campoformio, io ne faccio le debite osservazioni.
Absit iniuria verbis
Peter
ps
poi, come le dicevo, se lei si riferisce al c…o, la risposta le viene di la’. In inglese si usa dire ‘to talk through one’s arse’. Se lo faccia tradurre, se crede
Caro U. ciò di cui parli nel tuo 325 è stato l’argomento di discussione col mio amico critico d’arte. Condividiamo entrambi in pieno, parola per parola, ciò che hai detto, anche perchè è la conclusione a cui siamo arrivati io e lui, al termine della chiacchierata.
Esiste un’ignoranza di fondo, che permette tutto ciò ed un Sistema che alimenta questa ignoranza, esattamente per fini commerciali: il gusto viene imposto dall’esterno anche, anzi specie con speculazioni che con l’arte hanno poco da spartire.
Dobbiamo però rilevare che Van Gogh ha venduto in vita un solo quadro, per quattro soldi. Significa che l’ignoranza e la speculazione hanno radici antiche.
x U.
Insegnare il dialetto a scuola è una inutile forzatura, sono d’accordo. Necessario invece insegnare con molta più nitidezza la lingua nazionale, poichè serve a condividere con esattezza il pensiero; funzione di cui ancora oggi si sente la mancanza: l’italiano NON è una lingua condivisa, bensì interpretata.
Il dialetto attribuisce un’identità, tanto quanto la lingua nazionale, ma è un’identità locale che permette solo ai locali di superare l’approssimazione comunicativa dovuta alla scarsa conoscenza della lingua nazionale, poichè in dialetto si possono esprimere anche le minime sfumature.
Esiste poi una lingua franca, che è l’inglese solo per un motivo di praticità: è la lingua più semplice da imparare.
… la mia uscita sulla poesia, come sempre essendo provocatoriamente evidente che era una provocazione ( e nessuno ha notato il fatto… ma tutti fanno a gara nello sfoggio del proprio pensiero (non parlo di Uroburo) , pur non avendone mai scritto una… ma trattandosi di cultura e per dare addosso allignorante che non sa a cosa servono le poesie… torno a dire che a mio modo la poesia non è arte come la musica e la pittura o la scultura o le arti e i mestieri in genere… ma uno sport intellettuale, al quale puo partecipare e condividere il pensiero di unaltro… avvolte geniale (il gusto e il piacere che prova Anita), avvolte scassacazzi e segate cerebrali elevati a somme mete,( come i pensieri di chi è daccordo con Pasquino senza aver letto quel che scrive… poi sono io che devo diminuire le polemiche… neee!!) x esempio Bondi, ministro della cultura, si abboffa di poesie e le vomita sulle adoranti vittime (anche questa è una provocazione.. ma da lidea di quel che dico..) Ho vissuto lunghe nottate con qualche poeta famoso e non… ragazzi du palle, aqqualcuno approfittando della notte gli avrei strappato le palle con le mani…pur di farlo tacere… mentre mai annoiato con i pittori, scultori o falegnami e artigiani in genere. Non sono mai riuscito a leggere una poesia fino in fondo… Ho un odio x la poesia che viene da lontano, quando da piccolo, al mattino mi svegliavano prestissimo (alle 5) x imparare ammemoria la poesia x che cera linterrogazione… Una tortura che ancora grida vendetta. Ma la domanda seria è: acche serve la poesia???
… ed il marco tempesta??
Sono utili alla cultura, che a sua volta serve allevoluzione umana???
Alla risposta ricchi premi e cotillons!!!
Faust
Posso scrivere???????????????????????
xFaust
condivido sulla poesia cio’ che ha scritto Uroburo, salvo il suo pessimismo di fondo.
Purtroppo sono dell’avviso che le poesie piu’ belle appartengano al passato. Dei moderni italici mi piace solo Ungaretti. Apprezzo Pasolini, ma non ci posso fare niente se le sue poesie, dense di significati, a livello estetico sono orribili. Forse le voleva cosi’.
A parte la bellezza, dei versi non bisogna dimenticare la loro sinteticita’, e forza espressiva, che poi e’ quello che ha gia’ detto Uroburo. Anche la prosa, a volte, raggiunge dei livelli poetici, specie quando trasmette emozioni, stati d’animo, pensieri intimi, in un linguaggio delicato e ‘prezioso’
un saluto
Peter
per Peter.
oltretto anche volgare!!! che miseria mentale!!!
Vorrei dire qualcosa sulla polemica Faust–Tempesta…
So benissimo che in certe polemiche e’ meglio non entrarci………ma poiche’ ormai detesto il potere in toto i miei commenti a situazioni politiche sono del tutto superflui………..e poiche’ il problema piu’ grave oggi non e’ politico ma riguarda ,invece, il coraggio di riuscire a essere ancora uomini anzi che funzioni di un sistema……………………………………………Ecco allora chiarito perche’,in fondo, a me interessa ultimamente la comunicazione umana in se stessa………………………..
Fra Tempesta e Faust esistono,credo, delle forti differenze che non riguardono solo e semplicemente certe idee……………si tratta di forti differenze psicologiche.
Ma che cosa e’ che veramente permette l’apertura di un discorso????Oltre le idee e la cultura lo permette la SENSIBILITA’…………………………La sensibilita’ o la si ha o no……..ma la si puo’ conoscere solo dopo certe esperienze che sono fondamentalmente di dolore.
Le cose si fanno piu’ complicate quando esiste nel soggetto addirittura una ipersensibilita’.
Andiamo,ora, al sodo:Tempesta e’ un tipo psicologico sensibile e aperto(((((per esempio e’ stato uno dei pochi o forse l’unico a PARLARE con mio padre:a distinguere che tra le idee che uno ha e la persona esistono delle differenze che e’ meglio non mischiare,,,,che e’ meglio parlare che condannare a priori…ecc.ecc.))))))))))));;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;
Faust e’ ipersensibile invece:ed e’ portato a esagerare……….e dietro l’esagerazione talvolta spunta la condanna;questa condanna pero’ e’ ambigua………………dietro alla condanna degli altri si nasconde la propria condanna.
Si tratta,quindi,di due tipi che hanno rapporti diversi con la ragione e con l’irrazionale.
Tempesta predilige la ragione e il suo discorso e’ un discorso della ragione;il suo irrazionale o e’ lontano o,comunque, e’ fortemente mediato dall’IO.
Faust predilige l’irrazionale((((((((lo si capisce anche dal modo in cui scrive))))))))))………..il suo discorso non e’ solo il suo discorso;l’irrazionale e’ sempre li’ in agguato.
Quando tipi cosi’ si incontrano forse e’ necessario fare delle rinuncie.Probabilmnte Tempesta dovra’ dare meno spazio all’IO
mentre Faust dovra’ calmare la sua Passione.
Ho scritto queste cose senza nessun giudizio di valore;solo per capire io stesso o dare qualche spunto agli interessati.
In posti e tempi dove il giudizio e’ diventato ormai solo condanna senza comprensione e’ decisamente meglio optare per la sospensione del giudizio e per l’incontro degli occhi.
Segreto bancario,la Svizzera
cede agli Usa 10.000 evasori
Accordo tra Stati Uniti e Svizzera sul contenzioso con la Ubs. Il fisco americano chiedeva i nomi di 52.000 evasori. Ne avrà probabilmente meno di un quinto.
Un colpo al segreto bancario.
Terremoto, sfollato chiede
alloggio a Villa Certosa
Tra le domande per la sistemazione in alloggi provvisori presentate dai terremotati aquilani, una indica come destinazione villa Certosa o palazzo Grazioli, residenze del presidente del Consiglio.
La richiesta – inviata alla protezione civile e al Comune dell’Aquila – è di Antonio Bernardini. “Berlusconi lo aveva promesso”.
Caro Uroburo,
il di arte e di poesia, non ci capisco “quasi niente”.
Dire” niente “sarebbe presuontuosa” follia”.
Da te vorrei invece una risposta su un quesito che mi tormenta da tempo:
E’o non è , la Corazzata Potemkin,”una cagata pazzesca”?
cc
La Padania oggi
parla in veneziano
Ad un primo sguardo potrebbero sembrare refusi. E invece no.
Oggi la Padania – dopo le ripetute uscite di Bossi e soci sui tg in dialetto e sulle bandiere regionali – esce stampata in veneziano, neanche fosse una commedia dello splendido Goldoni.
Ma con il testo a fronte in italiano.
Il discorso sulla poesia e’ affascinante………….Sono d’accordo con Uroburo che sostiene che la poesia non cambia il mondo ma io amo anche i cosiddetti poeti civili e questo al di la’ della bellezza dei versi.
Si sa della forte polemica tra Pasolini e Fortini………..;Fortini scriveva poesia liriche…………Pasolini credeva che il lirico fosse morto;prendiamo per esempio quella famosa poesia di Pasolini dopo i fatti di Valle Giulia e la sua presa di posizione a favore dei polizziotti;Pasolini stesso nella poesia dice che e’ brutta………….ma quante cose bellissime Pasolini li’ ci ha detto???????????
cio’ non toglie il fatto che P.P.P. abbia scritto poesie bellissime , soprattutto in Le ceneri di Gramsci.
Peter dice che del Novecento italiano si salva solo Ungaretti;ho dei fortissimi dubbi:il grande Ungaretti e’ quello dell’Allegria………poi ,piano piano, Ungaretti e’ entrato nella norma con i suoi endecasillabi troppo perfetti;certo un paio di belle poesia Ungaretti le ha scritte anche dopo il 1919………..ma quante brutte poesie ha pure scritto!((un po’ come Quasimodo).
E come si fa a trascurare Campana e Rebora?
E le prime tre raccolte di Montale?
E Penna ?
E Viaggio d’inverno di Bertolucci?
E certe poesie di Luzi o Caproni?
E la nuova poesia((Anedda,Bocchiola,Fiori, Febbraro,Rondoni,Zuccato,Cappello)?
La poesia non serve al mondo, certo……………………….non serve al mondo economico………perche’ la poesia NON VALE NULLA,,,,,,,,,,,,,non si commercia.
La poesia serve al mondo dell’anima………….a scoprire nuove dimensioni,,,,,,,,,,,a cogliere legami prima inimmaginabili.
E certe poesie di Saba?
Caro alessandro,
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La poesia serve al mondo dell’anima………….a scoprire nuove dimensioni,,,,,,,,,,,a cogliere legami prima inimmaginabili.
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Mi interrogherò a fondo dentro l’anima, nella scoperta di legami “inimmaginabili”…entro sera mi auguro che dopo aver “sciolto” parecchi nodi, che per l’appunto “non avevo immaginato” e che spero di scoprire..forse riuscirò ad esprimermi..!!
cc
Quasimodo, Montale, Lorca. Ogni volta la commozione è tale che devo smettere di leggere.
La poesia più bella è quella che viene prima del pensiero, lo precede, gli fa da filo di Arianna. La poesia, come l’amore, ci redime: e sono le sole cose che possano farlo.
“Dolcezza, mai dentro mi dormi,
e un giorno fingi di limpida luce
in cui le cose muovono
in limiti precisi:
a fuoco suoni l’albero nel cielo,
e il caro ridere di creature umane”.
In sei versi c’è l’universo mondo. E la sua umanità.
pino
Accaviggì aveva lanciato la ottima abitudine di inviare ognuno di noi come commento almeno un pezzo di poesia al giorno. Peccato che si sia poi comportato come si è comportato, e che quell’abitudine sia quindi durata poco.
pino
Buon pomeriggio.
I signori che non si firmano o che usano nick fasulli non dovrebbero essere permessi sul forum.
Si chiamano - “trolls” – , entrano per mettere discordia ed escono felici e beati per la loro misera partecipazione.
Anita
.. bravo Ale!! grazie x lattenzione psicoanalitica emozionale personalizzata… ccihai azzeccato qqui:
dietro alla condanna degli altri si nasconde la propria condanna.
colpito e affondato… proprio cosi non ho da aggiungere ne togliere.
Sto uscendo dallambiguita (causa il mio ascendente in bilancia) e voglio vivere piu intensa-mente la mia scorpionita… Quindi chiamo pane il pane e il vino… me lo bevo…
ma ccè dellaltro che penso ed include tuo padre… sia lui che marco cercano sempre di posizionarsi a Leader ( e con questo non ccè gniente di male) Uno x aprire una chiesa e laltro x aprire un negozio, uno vende un essenza astratta cche chiama ddio e laltro apre un negozio x vendere se stesso… quindi x me sono come la pubblicita.. sono falsi x vendere… ma x vendere bisogna anche avere il prodotto e qqui i due Si Spiritizzano ( i loro sono prodotti cche ci sono ma non si vedono.. uno vende uno spirito e laltro vende gas cosmico (……….) quando si vedono scoperti si rifugiano in grotta… x evitare i pesci in faccia… e la bbuttano in pseudocultura, come fanno tutti i venditori del mondo.. e qqui come molto… affettuosamente mi dice Uroburo.. se ti da fastidio cambia canale… ed ha ragione… Faust non ha gniente da vendere e nessuna cchiesa daprire… e prova piacere a vedersi un film (i post) sul blog di Nicotri… e quando arriva la pubblicita (i due) che interrompe il film… che sto vedendo, leggendo opinioni di Pino o di Uroburo o Vox… o Sylvi dai quali imparo sempre qualcosa… o dei blogghisti…(non vi dico come mi piacciono i film di AZ… ) e lhumor avvolte impreciso e distratto di Peter, ma notevole, ripeto molte volte fuori tempo come con Vox, cche meriterebbe ben altra considerazione e no la strafottenza di Peter (il mio regno x una battuta in piu dellaltro, la mia ..lultima parola..) ma ha un grande stile non ccè dubbio eppoi gli voglio bene…. bbehh.. sto acculturandomi nel blog e arrivano i due… poi imperversa la pubblicita e Faust sincazza xcche da questi due non comprerei neanche una bottiglia di pioggia frizzata di bblu… figurarsi le emozioni.. ggia ma queste i due non le vendono…
Ho detto il piacere che provo x i post degli amici del blog… dai quali imparo sempre qualcosa ed i nomi li ho ggia fatti… Non trovo una delle cose scritte dai due, cche mi faccia dire che abbia imparato qualcosa… o forse si… ma lo scrivero nel prossimo post.. ciao Alex… non salutarmi tuo padre… Un abbraccio
Faust
x CC
La mia solita curiosita’ mi ha portato a cercare:
La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!
http://www.youtube.com/watch?v=BCztQYzz3AA
Anita
CITTÀ’ VECCHIA
(da “Trieste e una donna”, 1910-12)
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale , e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene e che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
di Umberto Saba
xFaust
Oh ciudad de los gitanos!
En las esquinas banderas.
La luna y la calabaza
con las guindas en conserva.
Oh ciudad de los gitanos!
Quien te vio’ y no te recuerda?
Ciudad de dolor y almizcle,
con las torres de canela.
…
Oh ciudad de los gitanos!
En las esquinas banderas.
Apaga tus verdes luces
que viene la benemérita.
Oh ciudad de los gitanos!
Quien te vio y no te recuerda?
Dejadla lejos del mar,
sin peines para sus crenchas
…
Oh ciudad de los gitanos!
La Guardia Civil se aleja
por un túnel de silencio
mientras las llamas te cercan.
Oh, ciudad de los gitanos!
Quién te vio y no te recuerda?
Que te busquen en mi frente,
juego de luna y arena.
Parte di questa poesia di F. Garcia Lorca viene recitata nel film ‘Little ashes’, insieme ad altre, e l’effetto e’ dirompente.
Le poesie scritte bene acquistano un carattere quasi lapidario, come le dichiarazioni di guerra, o quelle d’amore.
Per me e tanti altri la morte sara’ sempre ‘il muro d’ombra’. Il pane altrui e’ quello che sa sempre di sale. La Rambla, a Barcellona, sara’ sempre ricordata come l’unica strada al mondo
che Federico G. L. avrebbe voluto non finisse mai…
Purtroppo, alcune poesie suonano bene ma corrispondono poco alla realta’, sono retoriche ed ampollose
‘una d’arme, di lingua, d’altare,
di memorie, di sangue e di cor’
Vallo a dire a Sylvi, el venessian, ed a tanti altri
ciao, Peter
Per Faust::::::::::::::
so cosa vuoi dire,forse……….lo so perche’ al di la’ della cultura
sento nella carne le forme del potere che attraverso le loro ideologie impongono uno stile di vita per sempre, per cui le idee di ciascuno sono le idee del potere………….l’infelicita’ dell’uomo dipende dal sistema sociale che frena i desideri e gli istinti dell’uomo.
C’e’ sempre qualcuno che ti dice cosa e’ meglio
cosa e’ sbagliato
come bisogna vivere
cosa bisogna cercare………………….
Chi rifiuta tutto questo resta in solitudine;non gli resterebbe per vivere che spararsi o credere nell’Arte.
La poesia e’ proprio un modo((((((per alcuni l’unico)))))per poter vivere………e talvolta non basta nemmeno.
quella riportata da Pasquino e’ una delle piu’ belle poesie di Saba.
La caratteristica piu’ evidentedella poesia di Saba e’ una certa semplicita’ formale(((((((saba e’ stato pochissimo influenzato dal simbolismo francese…o dall’ermetismo:aveva iniziato leopardianamente)unita ad una forte ambiguita’ psicologica ed esistenziale.